20 December, 2025

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Il Pan di Zucchero.

Oltre 60 operatori del settore associati, accolti 3.000 scandinavi e avviata una lunga serie di collaborazioni. Sono i numeri dei primi cinque mesi di attività del neonato Consorzio Turistico per l’Iglesiente che sta raccogliendo riscontri positivi non solo in termini di associati ma anche e, soprattutto, in presenze sul territorio.

Quello della promozione e dell’accoglienza, infatti, è la mission del Consorzio nel quale lavorano, con entusiasmo e voglia di fare, un gruppo di giovani che hanno visto in questo progetto una grande opportunità di crescita per Iglesias e le realtà limitrofe.

E i numeri già raccolti sono la testimonianza che la strada intrapresa è quella giusta: ben 61 sono i soci attuali, di cui 12 tra hotel, b&b, affittacamere e agriturismo; 20 attività ristorative (ristoranti e bar); 13 guide turistiche e ambientali; 7 associazioni di promozione turistica; 2 stabilimenti balneari; 1 immobiliare; 5 società di servizi e ovviamente il Comune di Iglesias come socio onorario.

«Il percorso è stato lungo – spiega il presidente del Consorzio, Attilio Casti – ma già dai primi mesi di lavoro siamo riusciti ad accogliere, in collaborazione con il Comune di Iglesias e il Centro Città, oltre 3.000 scandinavi che ritorneranno anche quest’anno.»

Sono state tante le collaborazioni fino ad ora attivate, con scuole, università e tour operator. Risultati positivi per neanche un anno di lavoro. Ci riproponiamo nel 2016 di ampliare le collaborazioni affinché si possa dare un servizio migliore in grado di attirare sempre più turisti, facendo conoscere la città di Iglesias e il territorio e facendo crescere l’economia. Con la nuova programmazione 2016, dove si cercherà di promuovere la nostra storia, le tradizioni e tutte le attività, dal punto di vista ambientale, storico e turistico nonché economico e sociale, si è deciso di partire dalla presentazione del Consorzio al pubblico previsto per metà marzo. Occorrerà infatti garantire un reddito sufficiente al settore affinché i giovani possano essere incentivati nel non partire.

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Virginia Mura 12

L’assessore del Lavoro Virginia Mura mercoledì prossimo, 2 marzo, incontrerà a Roma Giovanna Melandri che, in qualità di presidente della fondazione Human Foundation, da due anni coordina l’Advisory Board italiano della Social Impact Investment Task Force del G8 e, dallo scorso 21 gennaio, guida la Social Impact Agenda per l’Italia. L’incontro, fissato dopo una lettera di invito e apprezzamento inviata all’assessore Mura dall’ex ministro, è stato convocato per illustrare il fondo Social Impact Investing approvato ai primi di febbraio dalla Giunta regionale.
Nella sua lettera di invito, la presidente Melandri, infatti, si è complimentata con l’assessore Mura per l’iniziativa assunta dall’esecutivo regionale, definendola “pionieristica”: la Sardegna è la prima regione italiana a sperimentare questo strumento di ingegneria finanziaria auspicato dalla Commissione Europea. «L’esempio sardo – scrive Giovanna Melandri – è particolarmente rilevante per la creazione dell’ecosistema italiano dell’impact investing e credo che dovrebbe quanto prima essere replicato su scala nazionale». L’assessore Mura è stata inoltre invitata a far parte di un gruppo di lavoro che dovrà accompagnare i lavori della Social Impact Agenda, che mira all’estensione, in tutta l’Italia, di strumenti finanziari analoghi.
Il Social Impact Investing ha avuto anche un primo “battesimo” in sede europea: il 2 e 3 febbraio scorsi a Bruxelles si è tenuta una conferenza in cui si sono messe a confronto le varie iniziative in questo campo avviate dagli stati membri. Anche in quella prestigiosa cornice è stata riconosciuta la “buona pratica” avviata in Sardegna.
Strumento di ingegneria finanziaria con una dotazione iniziale di otto milioni di euro, il SII è stato pensato per sostenere interventi pilota di attività imprenditoriali che abbiano ricadute positive di impatto sociale ed occupazionale misurabili. Tali impatti sociali positivi saranno infatti sottoposti a verifica, al fine di assicurare trasparenza e accountability nella gestione dello strumento finanziario. Per restare alla realtà sarda, e a titolo di esempio, il Fondo potrà fornire prestiti, capitale di rischio o emissione di bond in favore di progetti di inclusione di lavoratori espulsi da comparti produttivi, iniziative rivolte alla formazione e al reinserimento lavorativo di detenuti ed ex detenuti, o a favore dell’ambiente e della valorizzazione del patrimonio culturale. La logica del fondo perduto viene superata: i soggetti privati si impegnano, infatti, a restituire i finanziamenti ricevuti per dar vita alle proprie iniziative. Per le finanze pubbliche l’evidente vantaggio è il risparmio delle ingenti risorse che sarebbero necessarie per realizzare in proprio interventi analoghi. Il Fondo inoltre punta ad attirare capitali privati che ne incrementino la dotazione, garantendo un vantaggio fiscale a chi li fornisce. Contemplato nel pacchetto di misure della delibera “Priorità Lavoro”, approvata dall’esecutivo regionale nello scorso giugno, Il Social Impact Investing rappresenta la prima sperimentazione di uno strumento su cui – come ha ricordato l’assessore Mura nella sua lettera di risposta – esistono «numerose sollecitazioni anche dall’Europa e dalla comunità internazionale».
La Human Foundation è tra le organizzazioni promotrici di Social Value Italia, rete nata per promuovere la misurazione dell’impatto sociale nel Paese. Human Foundation fa parte del GIIN (l’organizzazione che riunisce i principali stakeholder dell’impact investing) ed ha promosso MHUSE, punto di aggregazione, di formazione, di condivisione delle esperienze e di rafforzamento dell’imprenditorialità sociale. Promuove la collaborazione tra imprese, pubblica amministrazione, imprese sociali, fondazioni, investitori istituzionali, operatori economici e mondo della finanza per generare e realizzare soluzioni innovative ai problemi sociali. Il 21 gennaio di quest’anno è stata costituita la Social Impact Agenda per l’Italia, un’associazione creata per raccogliere e continuare l’esperienza dell’Advisory Board italiano della Social Impact Investment Task Force del G8, istituito nel summit dei Capi di stato del 2013 con la presidenza britannica, proprio con lo scopo di portare in primo piano, nelle agende dei paesi membri, gli investimenti ad impatto sociale.

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Assessorato regionale della Sanità 6 copia

Da domani, 1 marzo, la ricetta elettronica di prescrizione di farmaci potrà essere utilizzata in tutte le farmacie d’Italia, indipendentemente dal medico che l’ha prescritta o dalla residenza dell’assistito. La novità entra in vigore a livello nazionale e riguarda solo la ricetta elettronica e non la ricetta rossa tradizionale, che non va ancora in pensione per tutti i casi previsti dalla normativa e per le prestazioni specialistiche.

Da domanii – spiega l’assessorato della Sanità – un cittadino sardo potrà recarsi nella farmacia di qualsiasi regione, mostrare il promemoria stampato dal proprio medico di famiglia e ritirare il farmaco, come se fosse nella farmacia sotto casa. Vale anche per i tanti turisti che frequentano la Sardegna, che non dovranno più ricorrere ad un medico sardo, ma potranno utilizzare la ricetta elettronica del proprio.

La ricetta elettronica (il “promemoria”) è ormai diventata diffusa e familiare anche in Sardegna, dove oltre il 90% dei medici di famiglia e dei pediatri la utilizza nella propria pratica quotidiana. Dalle statistiche risulta che la ricetta dematerializzata, con oltre un milione di promemoria al mese, è già più utilizzata della ricetta SSN tradizionale (quella “rossa), ferma a 700mila ricette a mese e in diminuzione.

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“El Vagòn” di Gaetano Crivaro e Andrés Santamaria e “Per Anna” di Andrea Zuliani si sono aggiudicati i Primi Premi del concorso cinematografico “Visioni Sarde” (sezione di “Visioni Italiane”, concorso nazionale per corto e mediometraggi), assegnati rispettivamente dalla Giuria e dalla Giuria Giovani.

Entrambe le Giurie hanno attribuito la Menzione Speciale a “Dove l’acqua con altra acqua si confonde” di Gianluca Mangiasciutti e Massimo Loi.

Il Premio Speciale FASI è andato ad “Alba delle Janas” di Daniele Pagella.

La cerimonia di premiazione, che si è tenuta domenica 28 febbraio al Cinema Lumière di Bologna, gremito in ogni ordine di posti, è stata coordinata da Anna Di Martino (direzione di “Visioni Italiane”). Vi hanno presenziato tutti i membri della Giuria  (Pier Giorgio Bellocchio, Saverio Costanzo, Daniele Furlati, Alba Rohrwacher, Davide Turrini) e i registi Renato De Maria e Luca Rosini.

Il concorso “Visioni Sarde”, nato nel 2013 con l’obiettivo di mettere a disposizione dei migliori registi sardi indipendenti una importante vetrina “continentale”, quest’anno ha offerto un panorama molto interessante della cinematografia isolana, fornendo positivi segnali sulla sua vitalità.

Su una sessantina di film pervenuti all’organizzazione, la Cineteca di Bologna ha selezionato nove  opere differenti per tema, linguaggio espressivo, impianto stilistico, intenzionalità estetica.

Questi i film ammessi alla finale di “Visioni Sarde”:

“Alba delle Janas” di Daniele Pagella

“Centenari” di Paolo Zucca

“El Vagòn” di Gaetano Crivaro e Andrés Santamaria

“La danza dei sacri demoni” di Franco Fais

“Dove l’acqua con altra acqua si confonde” di Gianluca Mangiasciutti e Massimo Loi

“Meandro Rosso” di Paolo Bandinu

“Paolina era la madre di Giulia” di Clara Murtas

“Otto” di Salvatore Murgia e Dario Imbrogno

“Per Anna” di Andrea Zuliani.

La Giuria “Visioni Sarde”, presieduta da Paolo Pulina (scrittore, giornalista, membro dell’Esecutivo  nazionale della FASI), con Marcello Fois (scrittore, commediografo, sceneggiatore), Alberto Masala (poeta, scrittore, traduttore), Bruno Mossa (organizzatore), Antonello Rubattu (scrittore e direttore del Museo dell’Emigrazione di Asuni), ha tributato il Primo Premio di 1.000 euro a “El Vagòn” (Italia/2015; 19’) di Gaetano Crivaro e Andrés Santamaria (Sui binari abbandonati della stazione di Cagliari, un vecchio vagone è diventato la casa di Antonio e Patrizia. L’incontro con questa coppia, raccontato attraverso diversi supporti video, diventa una riflessione sul tempo, sullo spazio e sull’immagine) con la motivazione: «Una storia che comunica le sofferenze di un ambiente degradato, rappresentandolo con mezzi tecnici poveri che ben si adattano alla situazione. Apprezzabile il supporto documentario inserito in maniera non tradizionale».

La Giuria ha quindi assegnato  la Menzione Speciale a “Dove l’acqua con altra acqua si confonde” (Italia/2015; 14’) di Gianluca Mangiasciutti e Massimo Loi (Ogni lunedì notte Luca va a nuotare in una piscina deserta dove incontra Mia. I due iniziano a conoscersi finché la ragazza improvvisamente scompare) con la motivazione: «Particolarmente indovinata l’ambientazione insolita in una piscina che vuole essere evocativa di una vita solitaria ancora immersa nel liquido amniotico. Molto raffinato il riferimento alla poesia “Dove l’acqua con altra acqua si confonde” di Raymond Carver che ha ispirato il titolo».

Il progetto cinematografico ha coinvolto anche i giovani. Il loro contributo in termini di passione ed entusiasmo è stato determinante per la  riuscita della manifestazione.

I Giovani della FASI, in particolare, hanno dato vita ad una Giuria che ha operato in maniera completamente autonoma ed indipendente.

Questi i componenti: Stefano Pilu (presidente Giuria e coordinatore circuitazione festival nei Circoli), Giacomo Ganzu (segretario relatore e coordinatore circuitazione nei Circoli), Ilaria Ardu, Sibilla Chapel, Chelu Deiana, Pasquale Gregu, Mattia Lilliu, Giovanni Maria Marchi, Marco Mazza, Fiorella Mura, Gabriella Murru, Giancarlo Palermo, Paolo Piredda, Alessandra Pirisi, Francesco Tomba e Andrea Uldankh.

I Giovani hanno  tributato il Primo Premio  di  500 euro a “Per Anna” (Italia/2015; 20’) di Andrea Zuliani (Nicola, un bambino muto, incontra in paese Anna, una sua coetanea arrivata con il padre da Milano. I due, ribelli e pieni di vitalità, passano insieme una giornata magica, tra avventure e scoperte memorabili) per «l’avvincente trama, il tema di carattere sociale e l’originalità del finale; “è difficile sopravvivere in questo Paese per chi non può parlare”».

La Menzione Speciale dei giovani è andata a “Dove l’acqua con altra acqua si confonde” (Italia/2015; 14’) di Gianluca Mangiasciutti e Massimo Loi (Ogni lunedì notte Luca va a nuotare in una piscina deserta dove incontra Mia. I due iniziano a conoscersi finché la ragazza improvvisamente scompare) per «l’originale sviluppo e il finale a sorpresa».

La FASI ha inoltre assegnato il Premio Speciale FASI ad “Alba delle Janas” (Italia/2015; 13’) di Daniele Pagella (Alba è un’archeologa che adora la Sardegna e le fiabe che riguardano questa terra. Vive un’avventura fantastica che la proietta nel passato per scoprire la vita e i riti della civiltà nuragica) con questa motivazione: «Questo cortometraggio, che vuole essere primo di una serie di tre, realizzato con le più moderne tecniche di ripresa e di animazione 3D, riesce nell’intento di visualizzare i fantastici protagonisti dei miti e delle leggende della storia sarda. Risulta particolarmente adatto, per il suo accattivante valore didattico, per una visione nelle scuole primarie e medie inferiori».

Ma su “Visioni Sarde” non cala il sipario: tutti i film finalisti saranno  ora  riproposti nei cinema delle città ove hanno sede i Circoli della FASI. In questo modo si potranno  raggiungere gli obiettivi di far emergere i nuovi talenti sardi in campo cinematografico, di sostenere la valorizzazione del loro lavoro creativo e di offrire agli autori isolani la possibilità di farsi conoscere, fuori dalla Sardegna, da un pubblico più ampio.

In questa direzione si conferma fondamentale e veramente prezioso il ruolo che la rete dei Circoli può fornire a supporto della fase più onerosa e difficile che riguarda la vita di un’opera cinematografica: la distribuzione di un film indipendente.

“Visioni Sarde nel Continente” progetto regionale  ai sensi della Legge Regionale n.7/1991, art. 19 – fruisce dei contributi dalla Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato del Lavoro.

Info: Bruno Culeddu, fasicentro@virgilio.it

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L’assessorato regionale del Lavoro ha aperto i termini per la presentazione delle domande relative all’avviso pubblico per la formazione di graduatorie per il conferimento di incarichi di docenza a collaboratori esterni nei corsi di formazione professionale nei Centri polifunzionali lavoro e formazione (CPLF).
I candidati, per poter essere inclusi nelle graduatorie per l’insegnamento delle diverse discipline dovranno possedere, oltre ai requisiti generali, un età superiore ai 18 anni e inferiore ai 65 anni, essere laureati e avere un esperienza minima di tre anni nell’insegnamento della materia di interesse.
Le candidature dovranno pervenire entro le ore 13.00 del 18 marzo 2016 tramite raccomandata o consegnate a mano al CPLF di Cagliari, al seguente indirizzo:
Assessorato del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale
Servizio attività territoriali
Via Caravaggio snc (località Mulinu Becciu) – 09121 Cagliari.
Per informazioni gli interessati possono rivolgersi tutti i giorni lavorativi dalle ore 11 alle 13 e nei pomeriggi di martedì e mercoledì dalle ore 15.00 alle 17.00 ai seguenti numeri telefonici: 070 606 5149 – 5153 – 5104.

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L’assessorato regionale della Pubblica Istruzione ha approvato la graduatoria relativa alla linea A dell’Avviso “Tutti a Iscol@”. In particolare la linea A riguarda il miglioramento delle competenze di base finalizzata allo sviluppo delle competenze di base linguistico/espressive, logico/matematiche e scientifiche degli studenti, nonché al sostegno delle capacità cognitive, comunicative e relazionali. Destinatari sono gli alunni delle scuole secondarie di I grado e del biennio delle scuole secondarie di II grado.

Il progetto ha l’obiettivo di innalzare i livelli di apprendimento degli studenti delle scuole sarde e contrastare i processi di abbandono scolastico attraverso azioni che saranno attuate in maniera integrata.

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, è intervenuta ieri ad un incontro promosso a Dorgali dalla Cantina sociale e dalle agenzie Laore e Argea sul “Sostegno alle imprese alimentari vitivinicole”.
«In Sardegna sappiamo produrre qualità e lo confermano anche i recenti riconoscimenti all’ultimo Grenache du monde, ma dobbiamo lavorare meglio sulla promozione – ha detto l’assessore dell’Agricoltura -: i consumatori non cercano solo produzioni di eccellenza ma anche storia, tradizione, “racconto” e in Sardegna abbiamo questo valore aggiunto che può aprirci nuove strade sui mercati internazionali, non solo per quanto riguarda i vini.»
I vini Cannonau dorgalesi sono stati premiati alla recente kermesse enologica tenutasi a Saragozza con due medaglie d’oro e una d’argento, a conferma del momento favorevole e del trend crescente sotto il profilo di qualità e riconoscimenti che sta attraversando il comparto vitivinicolo sardo.
«Questa cantina rappresenta un esempio su come investire in modo graduale e intelligente sul versante dell’innovazione tecnologica, ma tenendo sempre al centro l’eccellenza della produzione – ha aggiunto Elisabetta Falchi durante la visita agli impianti produttivi -. È un approccio in linea con le strategia della Regione per potenziare la competitività, l’innovazione, l’integrazione della filiera produttiva, nell’ottica di una produzione di grande qualità e sostenibilità.»
«Gli interventi della Regione a sostegno del settore – ha sottolineato ancora l’assessore dell’Agricoltura – passano attraverso le misure del PSR 2014-2020 e il programma OCM Vino 2014-2018, che ogni anno assegna alla Sardegna circa 8,5 milioni di euro di risorse europee per la filiera vitivinicola.»
Proprio sul programma OCM Vino, l’assessore ha anche aggiunto: «Nel 2013 e nel 2014 le somme pagate ai beneficiari sono state inferiori all’assegnato alla regione Sardegna, per mancanza di domande presentate dai soggetti interessati: viticoltori, cantine e consorzi di tutela. Tuttavia, nel 2015 le scelte fatte dalla Regione hanno invertito la precedente tendenza che e abbiamo ottenuto 500mila euro aggiuntivi di assegnazioni dal Ministero: lo vediamo anche dall’esperienza delle altre regioni, se mettiamo le aziende nelle condizioni di spendere, lo faranno». Sulle misure del PSR che possono favorire la filiera vitivinicola, l’assessore dell’Agricoltura ha richiamato l’attenzione, soprattutto, sulle misure che prevedono investimenti a favore dell’aggregazione e cooperazione tra produttori e dei sistemi di produzione biologica e integrata per i vigneti.
«Il passaggio cruciale è quello legato alla promozione del prodotto, «un prodotto che in Sardegna è legato a filo doppio al territorio di provenienza, alla sua storia e alla sua bellezza: un vero valore aggiunto – ha spiegato Elisabetta Falchi -. Per questo motivo abbiamo lavorato affinché il concorso Grenache du monde si tenga qui il prossimo anno, in modo da dare risalto all’importanza dei territori».
Vigneti Is Solinas 26

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David Logan 47

Ancora una sconfitta casalinga, per la Dinamo Banco di Sardegna, nella sfida della sesta giornata del girone di ritorno del campionato di A1, con la Sidigas Avellino, impostasi per 95 a 94 al termine di 40′ tiratissimi. Per la squadra di Pino Sacripanti si tratta dell’ottava vittoria consecutiva.

Alla Dinamo sul parquet del PalaSerradimigni non sono bastati un super Josh Akognon, autore di 13 punti nei primi 10’, a referto con 23 punti, 6 falli subiti e 2 assist; Kenny Kadji, autore anche lui di 23 punti e di un grandissimo terzo quarto; e il solito David Logan, 18 punti e un grande secondo tempo, seguito da Joe Alexander (13) e Rok Stipcevic (10). Alla Dinamo resta il grande rammarico di non essere riuscita a chiudere la sfida quando aveva già un margine di cinque punti nelle battute finali e di aver concesso la tripla decisiva a Ragland.

Marco Calvani inizialmente ha mandato in campo Mitchell, Logan, Alexander, Akognon e Kadji; Pino Sacripanti ha risposto con Ragland, Acker, Leunen, Cervi e Nunally. È stato David Logan ad aprire le danze, gli ha risposto Acker e le due squadre si fronteggiato a lungo punto a punto. Josh Akognon si è presentato nel migliore dei modi al suo pubblico mettendo a segno 13 punti (3 su 4 da tre punti) nella prima frazione: è stato il play biancoblu a trascinare i suoi. Reazione Avellino con Cervi e 5 punti di Acker (19-23). Mitchell e Akognon hanno accorciato le distanze ma Buva ha chiuso la prima frazione sul 28-34, con il +6 per Avellino.

Alexander e Stipcevic hanno guidato la Dinamo alla rimonta in avvio del seco do quarto, Avellino ha allungato ancora con Veikalas (37-44). Break di 4-0 firmato Kadji e Stipcevic, Acker ha ricacciato indietro la Dinamo dai 6.75: fiammata sassarese con Logan, Kadji e il piazzato di Akognon dice -1. Cervi ha chiuso il primo tempo avanti per i suoi sul 50 a 53.

Al rientro dall’intervallo lungo è successo di tutto. Kenny Kadji ha realizzato 12 punti in pochi minuti ed ha trascinato la Dinamo al sorpasso a metà parziale: è 65-64. Reazione campana con Leunen e Acker ma Logan ed Alexander hanno riportato avanti la Dinamo al 30’: 80 a 77.

Ancora equilibrio nell’ultimo quarto, con la Dinamo avanti di 5 punti ma Avellino ancora sotto sul 92 pari, quando Ragland ha piazzato la tripla del +3: 92 a 95. Logan in contropiede ha riportato ancora la Dinamo a -1 a 5 secondi dal termine ma ogni ulteriore sforzo è risultato vano e la Sidigas Avellino s’è portata a casa i due punti che valgono tanto in una fase assai delicata della regular season.

«Perdere così sicuramente fa male, dispiace – ha commentato a fine match Macro Calvani -. E’ un partita che abbiamo giocato, che si poteva chiudere a nostro vantaggio ma non siamo riusciti  a concluderla. Nell’arco dei 40 minuti non è stata buona l’interpretazione di attaccare il canestro in avvicinamento, sia con i lunghi sia con gli esterni, abbiamo un po’ abusato del tiro da tre punti che in alcuni tratti della partita ci ha dato delle risorse ma nelle  fasi finale non è stata la cosa migliore. Difensivamente 95 punti in casa sono sicuramente troppi, la difesa non è stata incisiva, complimenti ad Avellino, una giornata incredibile da parte loro e non siamo riusciti a difendere nel modo dovuto. Nell’azione finale a 11 secondi, la loro difesa ci ha impedito di prendere un tiro da tre per la parità e l’unico tiro possibile è stato quello da due di Logan. Inutile recriminare sul singolo episodio. Nella sconfitta comunque possiamo prendere atto di essere un squadra competitiva, stasera abbiamo giocato con un squadra di altissimo livello, e abbiamo visto il buon inserimento dei nuovi, Kadji e Akognon, che hanno dato prova di essersi inseriti già bene. Ci sono ancora nove partite da giocare e il nostro piazzamento nei playoff dipenderà da tante variabili.»

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Vincono tutte le grandi nella 23ª giornata del girone A del campionato di Promozione. La capolista Orrolese (50 punti) ha travolto per 5 a 1 la Frassinetti Elmas (39) di Virgilio Perra che ha subito così in 90′ oltre la metà dei goal che aveva subito nelle precedenti 22 giornate (9). La prima inseguitrice, il Bosa (47), ha liquidato il Girasole (19 punti) con un altrettanto netto punteggio di 4 a 1. Carbonia (43) e Monteponi (41), hanno vinto con l’identico punteggio di 2 a 0 i match casalinghi con Arbus (30) e Quartu 2000 (26) e mentre il Carbonia ha confermato la sua terza posizione, la Monteponi ha guadagnato una posizione, scavalcando la Frassinetti, alle spalle dei cugini minerari.

Giornata no per le altre due squadre sulcitane, il Carloforte (21 punti), piegato di misura dal Sant’Elena (40) per 2 a 1, e per l’Atletico Narcao (16), battuto nettamente sul campo del Guspini Terralba (40), per 4 a 0. La situazione in coda alla classifica è rimasta praticamente invariata, in quanto solo il Siliqua (24 punti) ha compiuto un piccolo passo avanti, pareggiando il confronto casalingo con la Tharros (32), 1 a 1, mentre la Villacidrese (27) ha vinto, come da pronostico, a Senorbì (10), 2 a 0.

Nel girone A del campionato di Prima categoria, passo falso della capolista Vecchio Borgo Sant’Elia (47 punti), travolta per 3 a 0 dalla Ferrini Quartu (42) ed agganciata in testa alla classifica dalla San Marco (47) che non è andata al di là del 2 a 2 nel match casalingo con il lanciatissimo Villamassargia (45), sempre terzo ma ora a soli due punti dalla vetta. In crescita il Sinnai Calcio a 11 (39), 2 a 0 sul Cus Cagliari (27), la Fermassenti (37), 2 a 1 sull’Uragano Pirri (15), e il Villasimius (37), corsaro sul campo del Decimo ’07 (18).

Il Tratalias (35) ha battuto 4 a 2 l’Iglesias (7), e l’Europa 2008 Domusnovas (30) ha regolato il Villasor (17) con il punteggio di 2 a 0.

Pallone 2 copia

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Teatro Centrale Carbonia copia

Le meravigliose invenzioni del “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare rivivono nell’immaginifica rilettura dell’opera del Bardo firmata da Ruggero Cappuccio, in cartellone – in prima regionale – martedì 1 marzo alle 21 al Teatro Comunale di Sassari,  poi mercoledì 2 marzo alle 21.00 al Cine/Teatro Olbia di Olbia, giovedì 3 marzo alle 21.00 all’Auditorium dell’Istituto Tecnico Lorenzo Mossa di Oristano e, infine, venerdì 4 marzo alle 20.45 al Teatro Centrale di Carbonia per la stagione de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare della Sardegna.

Sotto i riflettori Isa Danieli e Lello Arena – novelli Titania e Oberon, ovvero la Regina e il Re delle Fate che «nel perimetro simbolico della sala di un antico palazzo napoletano» creano una partitura onirica, «una drammaturgia di capricci e smanie», governando i destini degli uomini come in una sorta di teatro dei burattini, tra amori e disamori, fughe e inseguimenti, in cui trionfa l’ironia, con una punta di struggimento, appena un velo di malinconia.

L’originale mise en scène della celeberrima commedia shakespeariana – prodotta dell’Ente Teatro Cronaca e Vesuvioteatro – con la regia di Claudio Di Palma, le scenografie di Luigi Ferrigno e i costumi di Annamaria Morelli, e impreziosita dalle musiche di Massimiliano Sacchi e dai burattini di Selvaggia Filippini, trasporta in una dimensione fantastica, a metà tra vita e sogno, la complicata trama di un matrimonio segreto, con il simbolico attraversamento del bosco, che s’intreccia ai preparativi per le nozze regali di Teseo con l’amazzone Ippolita.

Nel cast – accanto agli istrionici Isa Danieli e Lello Arena, che incarnano i due protagonisti (artefici delle sorti del quartetto dei giovani innamorati, come delle notturne metamorfosi di uomini in animali e della futura felicità coniugale dei sovrani di Atene) – spicca il nome di Fabrizio Vona, accanto a Renato De Simone, Enzo Mirone, Rossella Pugliese e Antonella Romano. Gli ospiti del palazzo – attori e musicisti, burattini e pupazzi – diventano parte della surreale ricostruzione della vicenda, impigliati in un raffinato meccanismo metateatrale, un colorato, ludico e vagamente circense carillon.

Il “Sogno” nella riscrittura di Ruggero Cappuccio diventa sublime metafora dell’esistenza, dove la lingua poetica del Bardo si traduce in intrigante polifonia di voci e suoni: nell’antico palazzo nel cuore della città partenopea, Titania e Oberon, «come schegge di dei precipitati in terra, continuamente sospesi fra sonno e veglia, inscenano armonie, assecondano discordie, conducono, con estro malaccorto, una regia dei sentimenti umani». Al di là del bene e del male, con l’innocente malizia e l’inconsapevole crudeltà dei fanciulli, i due trasformano in divertimento privato la giostra delle passioni: la gelosia di Demetrio, il dolore di Elena, la tenerezza degli amanti, la paterna severità e la gloria dei potenti, rappresentano gli ingredienti di un racconto per quadri, in precario equilibrio tra interne dinamiche e spirito di contraddizione dei protagonisti.

Una fantasia onirica, poetica e irriverente, che indaga sui turbamenti del cuore e i labirinti della mente umana, sulla grammatica dei sentimenti, i desideri segreti, il pathos e l’incanto di una storia in cui la realtà scolora per attraversare l’invisibile confine di un mondo magico, popolato di elfi e fate, e governato da sovrani capricciosi e vendicativi, capaci di tirare i fili del destino e orchestrare i desideri e le passioni umane, per poi riportarli nell’alveo dell’antico ordine del cosmo.

La trama del “Sogno” shakespeariano è nota: per sfuggire alle nozze con Demetrio, impostele dal padre e dall’ordine del re Teseo, la bella Ermia fugge dalla città di Atene con il suo innamorato Lisandro, inseguita dal pretendente respinto, a sua volta seguito da Elena, che lo ama non riamata. I quattro giovani si ritrovano così nel bosco, luogo “selvaggio” e fuori dalle regole della civiltà, in compagnia di creature incantate: Oberon, il re delle fate, per vendicarsi della regina Titania, sua sposa, incarica il folletto Puck di gettare un incantesimo su di lei affinché s’invaghisca del primo che le capiterà dinanzi, e su Demetrio, affinché s’innamori di Elena. Titania si troverà davanti il volto mostruoso (per magia) di Bottom, uno degli artigiani impegnati ad allestire uno spettacolo  per le nozze tra Teseo e l’amazzone Ippolita, mentre per uno scambio di persona sarà Lisandro ad innamorarsi di Elena, con disappunto di Ermia; poi se ne innamorerà anche Demetrio, e i due rivali arriveranno a battersi a duello. Infine un filtro restituirà Lisandro al suo amore per Ermia (mentre Titania si risveglierà dal suo strano sogno) e i quattro giovani, ottenuto il perdono di Teseo, potranno celebrare le duplici nozze insieme al sovrano (e per l’occasione gli artigiani rappresenteranno la loro grottesca versione della tragedia di Piramo e Tisbe).

Nella versione di Ruggero Cappuccio il focus si sposta sui due signori delle fate, Titania e Oberon, esseri fantastici e insieme potenti, in un certo senso speculari, quasi proiezioni oniriche, del re di Atene e della sua futura sposa: le intricate vicende dei personaggi abitano un teatro in  miniatura, diventano buffe e tragiche  storie di burattini – come son di fatto i destini degli umani in balia del fato.