24 December, 2025

Piazza Marconi Santadi copiaLoriana Pitzalis 26

Proseguono a giugno gli incontri presso il Museo etnografico Sa Domu antiga di Santadi, all’insegna delle tematiche legate all’universo femminile, organizzati dalla Cooperativa Sémata in collaborazione con il Comune di Santadi.

Il 13 giugno, alle 18.00, si parlerà di affido e genitorialità diffusa nel presente e nel passato, con la partecipazione delle operatrici del Servizio Affidi Distrettuale Fill’e anima e della psicologa Francesca Fara, che presenterà un quadro storico su affido e adozione nella tradizione della Sardegna.

Il Servizio Affidi Distrettuale “Fill’e Anima”, inserito nel PLUS (Piano Locale Unitario dei Servizi alla persona), è gestito dalla Società Cooperativa Noa e si occupa di promuovere e sostenere la cultura dell’affido familiare, formando e sostenendo le famiglie ospitanti e aiutando i minori nel periodo della loro esperienza di affidamento.

Francesca Fara è autrice di una tesi di specializzazione dal titolo “Fillus de Anima: tra affido e adozione nella Sardegna tradizionale”, un lavoro di approfondimento sulle forme di solidarietà familiare che esistevano in Sardegna prima della nascita di istituti giuridici di tutela quali l’affido e l’adozione. La ricerca è basata su interviste, con le quali si è cercato di comprendere come, quando e perché alcuni bambini fossero affidati a famiglie diverse da quelle di nascita (aspetti oggettivi) ed anche con quali sentimenti ed emozioni questi bambini, poi diventati adulti, avessero vissuto l’esperienza di essere affidati (aspetti soggettivi).

Il 21 giugno, alle 18.00, sarà la volta di una nuova conversazione letteraria con un’autrice donna, Loriana Pitzalis, che parlerà con la scrittrice Alessandra Murgia in un colloquio sulla scrittura al femminile.

Nell’ambito dei Servizi distrettuali rivolti ai giovani, l’assessorato alle Politiche giovanili del comune di Carbonia informa che, dal 16 giugno 2014 la ludoteca e il centro giovani seguiranno i seguenti orari:

Ludoteca:

Mercoledì, giovedì e venerdì dalle: ore 9.00 alle ore 12.00

Centro Giovani:

Martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: dalle ore 17.00 alle ore 20.00

I nuovi orari saranno attivi per tutto il periodo estivo, fino alla riapertura delle scuole.

Per informazioni:

Ludoteca distrettuale – Centro polivalente (ex dopolavoro) di Piazza 1 Maggio – 09013 Carbonia nei seguenti orari: Mercoledì, giovedì e venerdì 9.00-12.00. Tel. 0781 661068 – Fax 0781 6164. E-mail: ludotecacomunale@tiscali.it ;

Centro Giovani Distrettuale – Centro Polivalente (ex dopolavoro)di Piazza 1 Maggio – 09013 Carbonia nei seguenti orari: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì 17.00-20.00. Tel. 0781.661068 – Fax 0781.61641. E-mail: carbonia.giovani@tiscali.it, www.facebook.com/centrogiovanidistrettocarbonia

Dichiarazioni_program_presidente_pigliaru_02042014

Il #Consiglio regionale ha bocciato (presenti 47, votanti 44, sì 16, no 28, 3 astenuti) la mozione, primo firmatario il consigliere dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, sulla costituzione e nomina di una #commissione speciale sulla situazione degli istituti di credito in Sardegna.

E’ intervenuto per illustrare il testo il primo firmatario, Attilio Dedoni (capogruppo Riformatori sardi), il quale ha evidenziato che questo argomento è fondamentale e per tutelare le imprese e i sardi oppressi dalle banche. In particolare, l’esponente della minoranza ha impegnato il presidente della Regione «a riferire sulla situazione del credito in Sardegna, e a intervenire con la massima urgenza per scongiurare il rischio di tracollo del sistema produttivo ed economico-sociale isolano». Dedoni ha anche chiesto anche di istituire una commissione di inchiesta sulla situazione degli istituti di credito in Sardegna, anche alla luce delle notizie di imminenti chiusure di numerosi sportelli. Per capogruppo dei Riformatori sardi la situazione in Sardegna è inaccettabile e ogni politico se ne deve fare carico. «Abbiamo il dovere di attauare lo Statuto sardo e non fare gli ignavi», ha detto Dedoni, ricordando che molti cittadini, in questo periodo di crisi, hanno perso anche la casa.

D’accordo con questa mozione anche il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, il quale ha definito la situazione del credito alle imprese e alle famiglie «eticamente intollerabile». Ormai, ha sottolineato, le banche sono diventate la controporte delle imprese e dei cittadini. In particolare, Demontis ha evidenziato la situazione delle imprese edili che, pur avendo un ingente patrimonio immobiliare, ma non disponendo di liquidità, vengono messe in sofferenza dalle banche e si vedono pignorati e svenduti i propri beni. La politica, per Demontis, deve intervenire per tutelare le imprese e le famiglie. L’esponente della maggioranza ha detto, in conclusione, di non ritenere però necessaria l’istituzione di una commissione d’inchiesta.

Modesto Fenu (capogruppo “Sardegna”), in apertura del suo intervento, ha ricordato il suo personale impegno a supporto delle aziende e dei cittadini vessati dalla banche in Sardegna e ha rimarcato le numerose iniziative dell’Unione Europea riguardo al calcolo dei tassi di interesse, nonché le ormai ripetute condanne per anatocismo comminate ai diversi istituti di credito. «Nell’Isola – a giudizio di Fenu – la situazione è aggravata dall’assenza nel mercato del credito di istituti di credito sardi, mentre è definita “drammatica” la situazione che riguarda imprese e famiglie per il rischio pignoramenti.» Secondo il consigliere della minoranza alcuni studi evidenzierebbero che «l’87% dei mutui, dei leasing e dei conti corrente, in Sardegna sono gravati da anatocismo bancario». Per Modesto Fenu è indispensabile un intervento del Consiglio regionale e servono iniziative efficaci. Il capogruppo Fenu ha espresso favore per l’istituzione di una commissione di inchiesta aperta al contributo di esperti e docenti della materia.

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha definito «serio e importante» il tema oggetto della mozione n.23 e ha dichiarato che il tutto non significa che «il Consiglio abbia deciso di dichiarare guerra alle banche». L’esponente della minoranza consiliare ha denunciato la distanza evidente tra il sistema del credito e il mondo delle imprese in Sardegna, mentre la banca centrale europea ha ridotto al minimo storico il costo del denaro per le banche. Per il consigliere Crisponi le “manovre” della Bce sono però ad esclusivo vantaggio delle banche «senza un minimo di risorse per le imprese e le famiglie». Il consigliere dei Riformatori sardi ha espresso favore per la mozione e per l’istituzione di una commissione d’inchiesta in Consiglio regionale.

Il consigliere Piermario Manca (“Soberania e Indipendentzia”) ha dichiarato di concordare con i contenuti della mozione e ha ribadito come il documento segnala «un problema reale e oggettivo di un sistema che non aiuta né le famiglie e neppure le imprese». Il consigliere della maggioranza ha sottolineato i danni dell’anatocismo bancario «soprattutto nei riguardi delle famiglie che sono prive di strumenti adeguati per contrastarne l’ingiustizia». Piermario Manca ha ricordato le iniziative di ristrutturazione interna in atto nei diversi istituti di credito e denunciato che tali iniziative non tengono conto delle esigenze di imprese  e cittadini. Manca ha citato ad esempio la chiusura degli sportelli nei piccoli centri come nelle città in Sardegna. In conclusione, il consigliere del partito dei sardi ha espresso perplessità sull’istituzione della commissione d’inchiesta in Consiglio regionale e invitato i presentatori della mozione a favorire ulteriori approfondimenti nella commissione competente.

Pietro Cocco, capogruppo Pd, pur ritenendo importante la questione, ha definito «fuori luogo la mozione nella parte in cui chiede al Presidente della Regione di riferire sulla situazione del credito e di indicare il modo per evitare il tracollo del sistema economico isolano». Parere negativo da parte dell’esponente della maggioranza anche all’istituzione di una Commissione d’inchiesta sul credito. «Ritengo l’argomento meritevole di discussione – ha concluso Cocco – ma è necessario approfondire il tema in commissione bilancio per poi portarlo in Aula».

Pietro Pittalis (Forza Italia) si è detto sorpreso dalle affermazioni del capogruppo del Pd. «Il presidente della Regione non vive su Marte – ha detto Pittalis – sul problema del credito può, e deve, riferire in aula». Non stiamo scomodando una parte politica che controlla il credito, ha aggiunto l’esponente della minoranza, non stiamo ponendo un problema politico sulle banche o sulle fondazioni ma una questione che attiene ad una situazione denunciata da associazioni di categoria e dalle imprese. «Serve una ricognizione seria – ha spiegato Pittalis  anche perché la Regione organizza ogni anno una conferenza sul Credito. Non si può banalizzare il problema».

Chiusa la discussione generale, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta che si è rimessa al parere dell’Aula.

In sede di replica, il primo firmatario della mozione Attilio Dedoni, ha detto di aver posto all’Assemblea « un problema grave che turba le coscienze». Se il consiglio ritiene di dover rinunciare alla Commissione d’inchiesta sul credito, ha aggiunto Dedoni, «è bene che si sappia che il Consiglio non vuole applicare lo Statuto Sardo e che non si vuole far luce su chi mette in difficoltà le famiglie e le impreseSe fuori dal Palazzo ci sono i forconi la colpa è la nostra».

Voto favorevole è stato annunciato dal capogruppo di Sardegna, Modesto Fenu, il quale ha chiesto alla minoranza di prendere in considerazione la loro proposta, visto che hanno manifestato chiusura nei confronti dell’istituzione della commissione d’inchiesta.

Voto contrario, invece, da parte del gruppo “Sardegna Vera”. Il capogruppo Efisio Arbau ha chiesto all’opposizione di non fare inutili moralismi.  Arbau si è detto d’accordo con il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, perché si affronti un argomento così delicato prima in commissione e poi in Aula.

D’accordo con il contenuto della mozione il consigliere dei Riformatori sardi, Luigi Crisponi, il quale ha ricordato che la Regione ha un bilancio e miliardi depositati in quelle banche che non sono vicine alle imprese e ai cittadini. E’ necessario, ha affermato Crisponi, capire dal presidente della Giunta e dall’assessore della Programmazione quali siano le criticità del sistema creditizio. Favorevole alla mozione anche il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, il quale ha evidenziato come la mozione abbia assolto al suo compito. Per l’esponente della minoranza l’impegno assunto dal centrosinistra sull’argomento è importante, ma è necessario che alle parole seguano i fatti in tempi celeri.

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha replicato ad alcune critiche avanzate nel corso del dibattito e in particolare ha escluso di aver intrapreso una posizione di «arrocco», per quanto attiene l’istituzione della commissione di inchiesta. Dedoni si è detto però “sorpreso e dispiaciuto” dalle dichiarazioni del capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha definito non condivisibile la richiesta, avanzata nella mozione, perché il presidente della giunta riferisse in Aula sulla situazione del credito in Sardegna. Il primo firmatario della mozione n. 23 ha ribadito la disponibilità anche per l’istituzione di un osservatorio per monitorare le attività degli istituti di credito operanti nell’Isola.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha definito «un’occasione persa per il Consiglio regionale la mancata istituzione di una commissione d’inchiesta» e non ha risparmiato critiche per la condotta tenuta in sede di dibattito da alcuni esponenti della maggioranza di centrosinistra. In particolare il capogruppo Pittalis si è rivolto a quanti, nel corso del dibattito, hanno fatto riferimento alle indicazioni, a suo tempo formulate dal centrodestra nella passata legislatura, per le nomine alla Fondazione banco di Sardegna, ed ha invitato «qualcuno che pensa di inserire nel dibattito politico, l’insulto» ad evitare di «scadere nella contumelia». L’esponente della minoranza ha quindi affermato che, «davanti al nuovo modo di procedere nel confronto inaugurato dalla maggioranza», l’opposizione consiliare «è pronta fin da oggi a mutare il proprio atteggiamento in Aula e in Commissione».

Il consigliere del gruppo Misto, Fabrizio Anedda, ha definito «vergognoso, il tentativo di utilizzare la crisi economica in atto per denunciare nomine politiche negli istituti bancari». «La crisi delle imprese – ha dichiarato il consigliere della maggioranza – non dipende dagli istituti di credito che, a loro volta, sono essi stessi imprese». Anedda ha dichiarato il voto contrario alla mozione Dedoni e più.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, rispondendo alle critiche dell’opposizione, ha ribadito l’attenzione della maggioranza al delicato problema del credito. «Faremo la nostra parte – ha detto Cocco – abbiamo a cuore il problema delle partite Iva ma respingeremo la mozione perché serve una riflessione seria».

Daniele Cocco (SEL) ha annunciato il voto contrario del suo gruppo. «Siamo consapevoli dell’importanza della questione ma non concordiamo sullo strumento per affrontarla».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione la mozione che è stata respinta dall’Aula con 28 voti contrari (16 quelli a favore, 3 gli astenuti).

 

«Due ricoveri per accertamenti diagnostici, uno all’Ospedale “Binaghi”, l’altro nel Reparto Infettivi del SS. Trinità e tre detenuti in isolamento respiratorio all’interno della Casa Circondariale di Cagliari. Sono le misure immediatamente adottate dai Medici del Servizio di infettivologia di Buoncammino in seguito all’individuazione di un caso sospetto di tubercolosi». Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, sottolineando che «la tempestività dell’avvio della profilassi è l’unico modo utile per scongiurare qualunque rischio di infezione».

«La situazione – sottolinea Caligaris che ha avuto assicurazioni in tal senso dal dirigente sanitario, Antorio Piras – è sotto controllo. Ciò non toglie che si avverta una certa preoccupazione tra gli Agenti di Polizia Penitenziaria. In realtà per ridurre l’incidenza del rischio di infezioni sarebbe opportuno effettuare costantemente, sui nuovi accessi nelle strutture detentive, test di screening infettivologico rendendo obbligatori quelli per la tubercolina.»

La profilassi, avviata in seguito a una persistente tosse manifestata da uno dei detenuti, prevede un preciso iter con tempi relativamente lunghi proprio per limitare l’esposizione del paziente al contatto con altri. Questa fase preliminare viene seguita in prima persona dal direttore sanitario con particolare attenzione in attesa delle verifiche che verranno ripetute per circa un mese.

Modesto FenuPalazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Il consigliere regionale Modesto Fenu (#Movimento Zona franca) e Maria Rosaria Randaccio hanno tenuto una conferenza stampa, stamane, in Consiglio regionale, sulle problematiche della #Zona franca in Sardegna

«Registriamo con soddisfazione – ha detto Modesto Fenu all’indomani del vertice istituzionale svoltosi in Prefettura a Cagliari sullo stato di attuazione dei provvedimenti legislativi che riguardano l’istituzione della zona franca o dei punti franchi in Sardegna – il parziale accoglimento delle nostre tesi da parte della maggioranza ed attendiamo di capire in concreto cosa emergerà, a partire dal dibattito sulla nostra mozione in #Consiglio regionale.»

«Il nostro invito – ha proseguito Fenu – è ad abbandonare i pregiudizi e superare gli inutili conflitti fra sardi per ottenere il miglior risultato possibile. Noi siamo convinti che il quadro normativo nazionale ed europeo vada nella direzione della zona franca integrale, cioè anche al consumo attraverso la cosiddetta fiscalità di compensazione, come fattore di riequilibrio dello svantaggio competitivo della Sardegna. Ci fa piacere che, ora, autorevoli esponenti del centro sinistra condividano queste nostre idee; da parte nostra ci dichiariamo disponibili a partecipare a tutti i tavoli tecnici che la Regione vorrà attivare, per dare il nostro contributo propositivo.»

«Vogliamo però mettere l’accento su un dato – ha concluso Fenu – quando parliamo di zona franca intendiamo una zona integrale estesa a tutto il territorio regionale mentre le zone intercluse, cioè delimitate dai confini dei porti o delle aree portuali, richiederebbero la disponibilità di risorse pubbliche ingenti che non ci sono. In altre parole significherebbe non fare nulla».

Per la dr.ssa Maria Rosaria Randaccio, leader del #Movimento Zona franca, «le zone intercluse sarebbero un grave danno per la Sardegna perché provocherebbero quello che gli esperti chiamano l’effetto ciambella, la concentrazione di consistenti flussi di popolazione ed attività economiche attorno ai punti franchi ed il progressivo spopolamento delle aree più esterne».

La Sardegna invece ha bisogno, secondo Randaccio, «dell’esatto contrario, di rimettere in moto la sua economia arginando il fenomeno dello spopolamento. La zona franca integrale, del resto, è prevista dall’art. 174 del Trattato di Lisbona, e la sua attuazione darebbe ricchezza non solo ai sardi attraverso l’esenzione da dazi, Iva ed accise, ma all’Italia ed all’Europa».

«Per le famiglie – ha aggiunto Modesto Fenu – si tratterebbe di un risparmio medio di circa 260/500 euro al mese, 3.000/5.000 euro l’anno che per la Sardegna significherebbero rilancio dell’economia, più benessere per i cittadini, più consumi interni, più opportunità di studio e lavoro per i giovani. Si può fare. Non vorremmo, invece, che le aziende sarde, già stremate dalla crisi fossero costrette a delocalizzare andando a insediarsi magari nella zona franca di Tunisi, come qualcuno ha maldestramente suggerito.»

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50 lavoratori #Alcoa e 7 sindaci sono a Roma, al #Mise, per rivendicare soluzioni alla vertenza aperta ormai da anni. I lavoratori, dopo 39 giorni di presidio davanti allo stabilimento di #Portovesme, sono partiti ieri sera in nave dal porto di Cagliari; i sindaci (Franco Porcu, sindaco di Villamassargia; Mario Corongiu, sindaco di Sant’Antioco; Angelo Deidda, sindaco di Domusnovas; Federico Palmas, sindaco di San Giovanni Suergiu; Pietro Cocco, sindaco di Gonnesa; Silvano Farris, sindaco di Buggerru; e, infine, Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia e presidente del #Consiglio delle Autonomie locali della Sardegna) sono partiti questa mattina in aereo da Elmas. I lavoratori sono determinati più che mai nella loro azione ed hanno deciso di raggiungere Roma, con un biglietto di sola andata, facendo ricorso ad un autofinanziamento. Lavoratori e sindaci manifesteranno davanti al #ministero dello Sviluppo economico (#Mise), dove chiederanno un incontro, e rientreranno in Sardegna solo dopo aver ottenuto risposte certe sulla riapertura dello stabilimento e sulla ripresa dell’attività produttiva.

 Attendati Alcoa 1 copiaAttendati Alcoa 3 copia

Si sposta nuovamente a Roma la protesta dei lavoratori #Alcoa che da 38 giorni manifestano davanti allo stabilimento di #Portovesme. Questa sera alcune decine di lavoratori sono partiti per la Capitale, secondo quanto deciso con votazione unanime dall’assemblea svoltasi a Portovesme qualche giorno fa. I lavoratori sono determinati più che mai nella loro azione ed hanno deciso di raggiungere Roma, con un biglietto di sola andata, facendo ricorso ad un autofinanziamento. I lavoratori manifesteranno domani davanti al #ministero dello Sviluppo economico (#Mise) e rientreranno in Sardegna solo dopo aver ottenuto risposte certe sulla riapertura dello stabilimento e sulla ripresa dell’attività produttiva.

Sede Provincia via Mazzini

Il capogruppo del #Partito democratico in #Consiglio regionale, Pietro Cocco, accoglie con stupore le dichiarazioni odierne del centrodestra che accusano a più riprese l’attuale maggioranza di non rispettare la volontà di voler sopprimere le province espressa dai cittadini sardi col referendum.

«Le accuse mosse al Partito democratico in merito ai percorsi studiati per dar seguito all’esito referendario – secondo Pietro Cocco – sono da respingere con determinazione al mittente. Sino a prova contraria, infatti, chi ha inseguito soluzioni pasticciate è stato proprio il governo di centro destra che nella passata legislatura, anziché procedere nelle forme corrette per dar corso alla volontà popolare, si è inventato la formula del commissariamento, giusto per avere qualche poltrona in più da sistemare. Ma sostanzialmente lasciando irrisolte le problematiche legate al complesso percorso per arrivare allo scioglimento gli enti provinciali.»

«Il percorso studiato dall’assessore competente e dalla Giunta, oltre che rispettoso del dettato costituzionale e della volontà referendaria – aggiunge Pietro Cocco – assicura la giusta tutela e le garanzie opportune per il lavoratori degli enti disciolti e per dotare i territori di un corretto ed equilibrato livello di rappresentanza, con enti di secondo livello eletti dai consigli comunali, senza nessun aggravio di costi. Mentre per le province di nuova istituzione è sufficiente procedere con legge regionale, infatti, le tre province storiche per essere sciolte necessitano delle procedure di revisione della costituzione con tempi e modalità che seguiranno quelle adottate dal Governo centrale.»

«Certo è che il #Partito democratico non accetta lezioni sul livello di democrazia del proprio operato da chi in questi anni – conclude il capogruppo del PD – non ha fatto altro che distruggere la Sardegna col malgoverno e promesse mai mantenute.»

Palazzo Regio Cagliari 1

Nuovo duro attacco dei Riformatori sardi al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru e dell’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, sulle #Province.

«La Giunta forse non sa che oltre ai quattro referendum abrogativi c’era pure quello che chiedeva ai sardi se volessero cancellare anche le Province storiche – denuncia il coordinamento regionale dei Riformatori sardi -. E forse non sa che il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge costituzionale che elimina dal nostro Statuto la parola “Provincia”. Un testo che ancora è fermo al Senato. Ci sembra che la Giunta non sappia troppe cose o facciano finta di non saperle. Ci auguriamo che non facciano come per le accise e alzino bandiera bianca di fronte ai loro capi sardi e romani

«Le finte riforme della Giunta Pigliaru – dicono ancora i Riformatori sardi – iniziano a svelare tutto il loro bluff. Le Province devono essere cancellate, e basta. Non possono tornare sotto nuove forme: questo hanno detto i sardi con i referendum di due anni fa. La Giunta, dunque, non prenda in giro i sardi: si muova. Vada a Roma e pretenda che la proposta di legge costituzionale sia approvata subito dalle Camere. Invece Pigliaru ed Erriu si limitano a lasciare alle Province i loro poteri e pensano di imbrogliarci con questa storia degli enti di secondo livello. I sardi non si faranno prendere in giro.»

«Non sono immaginabili – concludono i Riformatori sardi – fasi transitorie (quanto durerebbero?) che si tradurrebbero in una reviviscenza delle Province e in inutili complicazioni tra fase uno e fase due: si deve fare una riforma che vada direttamente all’obiettivo e che disegni un sistema armonico e funzionale, cioè il contrario di quello attuale. In attesa del nuovo articolo 43 le province devono essere svuotate di competenze. E non sono una soluzione le Unioni dei comuni, che in Sardegna sono state ovunque un fallimento.»

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

La Quarta Commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) ha sentito in audizione il Comitato dei sindaci, con capofila il comune di Sardara, costituitosi a sostegno della proposta di moratoria per gli impianti alimentati da energie rinnovabili (eolico, solare, fotovoltaico, termo dinamico).

Nel primo intervento, il sindaco di Sardara, Beppe Garau, ha affermato che la proposta sostenuta dagli amministratori locali è articolata in due punti. «Nel breve termine – ha spiegato Garau  – è necessaria a nostro giudizio una moratoria relativa ai grandi impianti, per sottrarre i Comuni al vero e proprio assedio cui sono sottoposti da parte di numerose società private. Nel medio periodo, inoltre, occorre che la Regione approvi il suo Piano energetico in modo da definire anche giuridicamente un preciso indirizzo sulla materia».

Soffermandosi sullo scenario di fondo, Garau ha sottolineato che, sulla base dei contenuti della bozza di Piano energetico regionale del febbraio scorso, «la Sardegna ha una produzione di energia superiore del 30% al suo fabbisogno che peraltro appare destinato a calare, di qui al 2020, di almeno il 20%. Da una parte, quindi, la nostra Regione è ampiamente autosufficiente e rispetta tutti i parametri fissati dal protocollo di Kyoto. Dall’altra, famiglie ed imprese sarde hanno una bolletta energetica mediamente più cara del 30% rispetto alle altre Regioni. E’ una situazione di grave squilibrio che va corretta al più presto così come va disciplinata una materia molto complessa, caratterizzata spesso da un groviglio di competenze e procedure, che non può essere ulteriormente lasciata solo sulle spalle dei Comuni».

Successivamente hanno preso la parola i sindaci di Gonnosfanadiga (Sisinnio Zanda), Bonorva (Gian Mario Senes), Giave (Giuseppe Deiana), Villaverde (Roberto Scema), Cossoine (Alfredo Unali), e Villacidro (Federico Solè). Tutti hanno manifestato un forte disagio per essere costretti ad operare in una situazione di incertezza, sottoposti spesso alla pressione di società multinazionali senza concreti strumenti di intervento, condizione che finisce per metterli addirittura in contrasto con le rispettive comunità. Altri elementi sui quali tutti gli amministratori hanno messo l’accento, lo stravolgimento della pianificazione territoriale, il consumo indiscriminato del territorio, gli interrogativi sui soggetti cui spetterebbero la bonifica ed il ripristino dei terreni una volta arrivati al termine dell’esercizio degli impianti. Il pericolo, in definitiva, è di sottoporre il territorio a trasformazioni tanto profonde quanto irreversibili.

Agli argomenti sottoposti all’attenzione della Commissione dagli amministratori locali si sono dimostrati particolarmente sensibili i componenti della stessa Commissione, intervenuti successivamente: Salvatore Demontis e Giuseppe Meloni del Pd, Pietro Pittalis di Forza Italia, Eugenio Lai di Sel e Gavino Sale dell’Irs.

Il presidente della Commissione Antonio Solinas, in sede di conclusioni, ha espresso una certa cautela sulla proposta di moratoria. «Con tutta probabilità – ha chiarito – sarebbe impugnata dal governo nazionale provocando un problema peggiore di quello che si intendeva risolvere. Tuttavia – ha aggiunto – il Consiglio regionale può fare molto, in attesa del nuovo Piano energetico e della legge urbanistica. Si può intervenire per individuare una serie di siti idonei ad ospitare gli impianti (aree industriali non utilizzate, discariche bonificate, cave dismesse); non si bloccherebbe del tutto il proliferare dei progetti ma questi paletti costituirebbero un deterrente». «Su questo provvedimento – ha concluso il presidente Solinas – c’è un significativo consenso anche da parte della minoranza e ritengo possa essere varato dal Consiglio regionale prima dell’estate. Mi impegno anzi a sottoporlo alla vostra valutazione – ha detto infine rivolto ai Sindaci, «prima del passaggio in Aula».