20 December, 2025

Sono stati pubblicati i nuovi bandi regionali per il programma Master and Back.

Il bando relativo all’alta formazione finanzia la partecipazione a master universitari attraverso l’erogazione di borse di studio. I finanziamenti sono destinati a percorsi che abbiano avuto inizio dall’1 settembre 2013 o che abbiano effettivamente inizio entro il 31 marzo 2014. Tutti i percorsi dovranno necessariamente concludersi (con relativo conseguimento del titolo finale) entro il 30 giugno 2015.

Sono considerati finanziabili esclusivamente i master di secondo livello erogati da università italiane, sia pubbliche che private, riconosciute dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, che operano fuori dal territorio regionale e i master erogati da università estere, sia pubbliche che private, autorizzate a rilasciare titoli di studio con valore legale sul territorio in cui operano.

La domanda di partecipazione dovrà essere presentata per via telematica attraverso la procedura on-line disponibile al seguente indirizzo: (http://www.regione.sardegna.it/masterandback/) dalle ore 10.00 del 9 gennaio 2014 alle ore 13.00 del 17 febbraio 2014. Successivamente, la domanda dovrà essere stampata e trasmessa all’Agenzia regionale per il lavoro, Via Is Mirrionis 195, 09122 Cagliari, entro la scadenza del 17 febbraio.

Il bando “Percorsi di rientro” finanzia l’inserimento lavorativo dei giovani laureati che hanno recentemente elevato il proprio livello di preparazione post-laurea attraverso lo svolgimento di un percorso di alta formazione fuori dal territorio regionale.

L’attivazione del percorso di rientro ha come presupposto l’incontro tra un candidato che abbia svolto un percorso formativo finanziato attraverso il programma Master and Back o un percorso ad esso assimilabile concluso da non più di tre anni, e un organismo privato, pubblico o di ricerca che opera nel territorio della Sardegna. La fase preliminare di incontro domanda/offerta tra candidati e organismi ospitanti potrà avvenire sia in modo autonomo che utilizzando l’ambiente virtuale denominato “Vetrine”, che sarà reso disponibile all’interno del portale dedicato al Master and Back.

Il contributo sarà erogato all’organismo ospitante il quale dovrà provvedere a sua volta alla retribuzione mensile del candidato.

Le domande di partecipazione, firmate dall’organismo e dal candidato, potranno essere trasmesse all’Agenzia regionale per il lavoro dal 20 gennaio (ore 10.00) al 28 febbraio 2014.

Per qualsiasi informazione gli interessati potranno contattare:
• l’Ufficio relazioni con il pubblico dell’Agenzia, dal lunedì al venerdì ore 11.00-13.00; martedì e mercoledì ore 16.00-17.00, esclusi i festivi (recapito telefonico 070 606 7039);
• l’indirizzo email masterandback.altaformazione@regione.sardegna.it (per l’alta formazione) o l’indirizzo email masterandback.back@regione.sardegna.it (per i percorsi di rientro)

L’Agenzia Conservatoria delle coste seleziona tre figure professionali per il supporto alle attività da svolgere nell’ambito del Progetto “MEDPHARES – Stratégies de gestion intégrée pour la mise en valeur du patrimoine des phares, sémaphores et balises de la Méditerranée”.

Nel dettaglio, i profili richiesti sono: responsabile finanziario, assistente al coordinamento e responsabile della comunicazione. Per ciascun profilo l’Agenzia stipulerà un contratto di collaborazione coordinata e continuativa della durata massima di 24 mesi.

Possono partecipare i laureati (in possesso di laurea vecchio ordinamento, oppure laurea specialistica o magistrale) da almeno cinque anni, con specifica esperienza professionale documentata nel settore dei progetti europei di cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale, conoscenza delle lingue francese e inglese e dei principali e più diffusi software informatici.

Le domande dovranno pervenire entro le ore 13.00 del 20 gennaio 2014.

L’assessorato regionale del Lavoro ha prorogato i termini per la presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni dei progetti operativi per l’imprenditorialità comunale (POIC) e dell’azione 1 (Incentivi per il sostegno dell’imprenditorialità e l’accesso al mercato del lavoro) dei progetti integrati per lo sviluppo locale (PISL), già selezionati e finanziati con le risorse del Po Fse.
I beneficiari saranno selezionati dando priorità ai giovani, alle donne e ai nuovi imprenditori e che gli interventi sono così articolati:

POIC
Tali progetti sono stati predisposti da comuni con più di 3 mila abitanti e mirano a sostenere lo sviluppo dell’imprenditorialità, integrando contributi rimborsabili per l’imprenditorialità e/o sgravi fiscali su imposte comunali concessi in base a regolamenti comunali. Nell’ambito di ciascun progetto, ogni beneficiario potrà ricevere un finanziamento compreso tra i 15 mila e i 50 mila euro sotto forma di mutuo a tasso zero, rimborsabile in 60 rate mensili.

Possono accedere a tali agevolazioni le micro, piccole e medie imprese, comprese quelle di nuova costituzione, che operano o intendono operare nei territori dei comuni il cui POIC è stato approvato.

PISL
Questi progetti sono stati predisposti da comuni con popolazione non superiore a 3 mila abitanti con l’obiettivo di promuovere sia le opportunità lavorative per disoccupati e inoccupati che la creazione d’impresa e l’imprenditorialità, contrastando i fenomeni di spopolamento.

Le proposte potranno essere presentate da micro e piccole imprese, società di persone, società a responsabilità limitata, società cooperative, cooperative sociali di tipo A e B, organismi no profit e operatori del privato sociale che erogano servizi sociali alla persona.

Contrariamente a quanto annunciato tre giorni fa il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, oggi non ha firmato il decreto relativo alla convocazione dei comizi elettorali per le Regionali 2014 e, conseguentemente, la data del 2 marzo 2014 per lo svolgimento delle elezioni annunciata tre giorni fa dallo stesso presidente, potrebbe slittare, anche perché la firma sul decreto non dovrebbe arrivare prima del 10 gennaio 2014. Sono in corso approfondimenti da parte della presidenza per valutare differenti possibilità con uno slittamento di una o due settimane per la concomitanza, il 2 marzo, di eventi legati al Carnevale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Brillante ritorno alla vittoria della VBA/OIimpia nella B1 di volley. La squadra antiochense ha superato al Palazzetto dello sport di Sant’Antioco la forte formazione toscana dei Lupi di Santa Croce, terza in classifica,  con il punteggio di 3 set a 1, centrando così la seconda vittoria piena della gestione del coach bulgaro Georgi Draganov.  Con questi tre punti la VBA/Olimpia sale a quota 8 punti, al quart’ultimo posto in classifica, può trascorrere un Natale più sereno e preparare al meglio la partita di Roma con il Monterotodo dell’11 gennaio.

Per la Comer Iglesias, sconfitta 3 a 0 a Cagliari dalla vicecapolista Augusta, invece, non sarà un Natale sereno. La squadra iglesiente non è ancora riuscita ad uscire dalla crisi di risultati delle ultime settimane ed ora divide l’ultimo posto in classifica con l’ImballPlast Pisa, con 4 punti. Al rientro dalle vacanze, ospiterà l’imbattuta capolista Conad Reggio Emilia.

VBA:Olimpia-Violley Cagliari 1

Francesco Sanna, deputato del Partito Democratico.

Francesco Sanna, deputato del Partito Democratico.

«La proroga della sospensione degli obblighi fiscali nei comuni colpiti dalle alluvioni in Sardegna ci sarà, sarà di un periodo congruo ed in linea, quanto a contenuti, con gli altri provvedimenti adottati per gli eventi calamitosi degli ultimi anni. Va fatta con un atto avente forza di legge, ma non era possibile introdurre la norma nella legge di stabilità perché questa si occupa di regolare rapporti giuridici a partire dal 2014. Ho ragione di credere che il provvedimento utile sarà il decreto legge “Milleproroghe”, che il Consiglio dei Ministri approverà nella seduta del 27 dicembre prossimo.»

Lo ha dichiarato ieri Francesco Sanna, deputato del Partito Democratico e consigliere per gli affari politici e territoriali del Presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta..

Ascanio Celestini

Lo spettacolo è iniziato, o no? Celestini parla, con le luci ancora accese, mette le mani avanti e, dopo aver definito la sua ultima fatica uno studio, si spinge oltre definendola una performance sperimentale – di ricerca – per poi subito domandarsi: «Ma come cazzo si fa questa sperimentazione?» Lo fa senza pretendere o tentare di dare risposta, ma riuscendo – fin dalle prime battute – a farci entrare a gamba tesa nel suo delirio lucidissimo, che poi è il nostro.

In “Discorsi alla nazione” non parliamo dell’Italia, ci rassicura, dopo averci inquietato proiettandoci  idealmente in un futuro non troppo lontano e nemmeno improbabile. In Italia non c’è una guerra civile ed in Italia, non piove ininterrottamente.

Nel paese in cui ci porta sì, ma la pioggia è sulla bocca di tutti, mentre della guerra si tace, ignorandola e continuando a (soprav)vivere per quanto si possa. D’altronde «nella guerra ne muoiono molti, ma mai tutti, invece quando piove si bagnano tutti» dice Celestini che è già personaggio, quando a noi sembra parli introducendo lo spettacolo: è un qualunque uomo di sinistra, della sinistra dei però. Quella sinistra affetta da autismo (e qui sì che parliamo d’ Italia) che non riesce ad esprimere un vero dissenso, ad andare oltre a certi dogmatismi, la sinistra che si nutre di tragici luoghi comuni o, spesso tradisce o ignora la Costituzione: «Ripudiamo la guerra però, se tutto il mondo si muove contro Gheddaffi, è bene andarci anche noi; Il Ministro Kyenge “di colore”, ma è un pappagallo, variopinta?; le “negre col culo di fuori” che stanno a Via Casilina ed i figli che ci domandano che mestiere facciano: Il mestiere più antico del mondo – rispondiamo – col pericolo che il bambino ci diventi archeologo, oppure ancora “Ruby minorenne? Non è che però mi sembri proprio la piccola fiammiferaia, e tanto, tanto altro”. Finta tolleranza che spesso sfocia in insofferenza, sentenze da bar che toccano omossessuali, immigrati, donne, sentenze sempre introdotte da un “Sono di sinistra, però (…gli zingari puzzano)».  Viene poi chiamata in causa la Sinistra dei partiti, quella ancorata agli scranni in Parlamento, quella che vota esponenti che piacciono tanto alla destra. Ce n’è per tutti, partendo da Bersani, arrivando a Renzi, passando per la Bindi e Vendola.

Stridono nelle orecchie le registrazioni di discorsi istituzionali, comizi, requisitorie ad introduzione di questo prologo, strutturato con grande abilità: Pinochet (scritto tutto attaccato), D’Alema, Marchionne, Berlusconi, Margareth Thatcher, Joseph Ratzinger, Grillo, Fidel Castro ed altri. «Ho lavorato sulla violenza del linguaggio cui ci hanno abituato i mezzi di comunicazione di massa, ad esempio, uno dei discorsi riportati– racconta Celestini- è quello fatto da Bettino Craxi in Parlamento nel ‘92, quando sostenne che buona parte del finanziamento politico fosse irregolare o illegale: partendo da questo presupposto lui disse chiaramente che il sistema “poteva” essere considerato persino criminale. Interessante, se risentito a distanza di vent’anni.»

La capacità affabulatoria dell’autore assume una nuova veste, si scosta dal legame profondo con l’istituzione totale che aveva fino ad ora caratterizzato i suoli lavori: fabbrica, carcere, call center, anche se, per molti versi è vicino all’ultimo “Pro Patria”, partorito nel 150° anniversario dell’Unita di quest’Italia “metà giardino-metà galera”.  Era il 1849, anno in cui si realizzava un sogno: il  risorgimento repubblicano. La vita di tanti giovani in cambio del suffragio universale maschile, dei beni ecclesiastici riconsegnati al popolo e delle basi per una futura democrazia. Poi sono arrivati i Savoia, i fascisti, la Democrazia Cristiana, per giungere al ventennio del Cavaliere decaduto. E ora? Ora affrontiamo un tempo incerto: «Stiamo affondando nelle sabbie mobili» senza conoscere nemmeno la profondità e la vastità della palude, in un precariato esistenziale e lavorativo.

E’ ancora il personaggio a sentenziare in conclusione del prologo: «Eravamo libertari e  siamo diventati liberisti», aggiungerei reazionari da divano, limitati, razzisti, figli delle contraddizioni e dei fallimenti, dell’andamento storico che abbiamo subìto e, forse, meritato in questi anni.

Da questo momento in poi il buio si fa fitto, si accende solo qualche luce flebile, proveniente da torce elettriche piantate in verticale; vi è qualche sedia. La scenografia è volutamente scarna e a noi sembra di entrare in un incubo, in cui sentiamo le gocce di pioggia picchiettarci il cervello: la voce di una donna durante una telefonata, sollecita chi di dovere a rimuovere un cadavere dall’ingresso dell’abitazione in cui vive, ed intervalla cinque monologhi (la voce registrata è quella di Veronica Cruciani); è così che ci accorgiamo di essere effettivamente arrivati in quel paese di cui dicevamo in apertura, quello in cui piove ininterrottamente ed è in atto una guerra civile, cui porrà rimedio (forzato) un cinico tiranno in chiodo di pelle nera e camicia a fantasia anni ’70, che i sudditi non hanno scelto, mentre è lui ad aver scelto loro.

Brevi ed incisivi monologhi (scritti e snocciolati sapientemente) divengono istantanee di uomini e donne, abbandonati a se stessi, che non provano più sdegno per la guerra ed attendono che il tiranno prenda le redini della situazione e, pur non affacciandosi da un balcone, dichiari loro le sue bieche intenzioni. Sempre Celestini è il portiere del condominio dove vivono coloro che si raccontano, «dandoci un quadro della loro vita privata e della violenza che alberga nel loro animo, figlia e allo stesso tempo madre della realtà che si trovano a vivere»: inevitabile rintracciare una terrificante somiglianza con le tipologie umane italiote descritte nel prologo, altri uomini e donne del però, ma in situazioni ulteriormente paradossali: uno di essi passa l’intera giornata appostato come un cecchino alla finestra e spara chiunque gli capiti a tiro; un’altro condomino schiaccia con l’auto un senegalese che gli aveva venduto caro l’ombrello rosa che, paradossalmente, aveva smesso di farlo sentire invisibile rendendogli una vita sociale e l’amore filiale, cui non era abituato e portandolo alla follia. Due fra i tanti.

«Ho immaginato alcuni aspiranti tiranni che provano ad affascinare il popolo per strappargli il consenso e la legittimazione – racconta l’autore-: parlano senza nascondere nulla. Parlano come parlerebbero i nostri tiranni democratici se non avessero bisogno di nascondere il dispotismo sotto il costume di scena dello stato democratico”. Inevitabile, in seguito al discorso del despota, riflettere sul significato di tirannia e democrazia, arrivando a sostenere che «le due cose siano in realtà due facce della stessa medaglia, e che la sopraffazione del più debole sia in verità propria della natura umana.»

Degno di nota un passo in cui si ricorda l’operato politico di Gramsci, alto 1,50 m ma riconosciuto come “gigante” e l’elogio di una lotta di classe, che poco ha fruttato alla classe subalterna, da sempre più intelligente e meritevole dei tiranni. «Perché noi siamo al potere – chiede il despota – e voi non contate niente?» Ieri come oggi, oggi come domani, vi teniamo in pugno a nostro piacimento, poche carote e molti colpi di bastone.

23/11/2013 –  Nella stessa giornata Ascanio Celestini ha presentato “Incrocio di sguardi” (conversazione su matti, precari, anarchici e altre pecore nere) ed. Eleuthera di Ascanio Celestini e Alessio Lega

Info: http://www.cadadieteatro.it/index.php

Grazie all’ufficio stampa, nella persona di C. Marcis

 Cinzia Crobu

Cambia volto la Giunta comunale di Cagliari guidata dal sindaco Massimo Zedda. Oggi è stato annunciato l’ingresso nell’Esecutivo di tre nuovi assessori e una nuova fuoriuscita. I nuovi assessori sono Paola Loi, ex componente della Giunta Ruggeri al comune di Quartu, con delega ai Servizi informatici e personale; Barbara Cadeddu, alla Pianificazione strategica e finanziamenti comunitari; Luigi Minerba, alle Politiche sociali. Lascia la Giunta, invece, Paola Piras, assessore agli Affari generali e vicesindaco. Il nuovo vicesindaco è Luisa Anna Marras, già assessore della Giunta Casula al comune di Carbonia negli anni ’90.

L’opposizione, in particolare il Pdl, ha epresso giudizi severi sul rimpasto e chiede il ritorno al voto.

Massimo Zedda 1

 

La Giunta del comune di Cagliari ha approvato una deliberazione che consente di celebrare i matrimoni civili, presso il comune di Cagliari, in sardo. Chi vorrà potrà sposarsi in sardo.

Si compie un altro passo verso il bilinguismo. Il Comune di Cagliari sta facendo la propria parte. Ora lo facciano le scuole, gli organi di informazione, l’università, la Regione.

Il testo della cerimonia è stato tradotto grazie alla collaborazione di Ivo Murgia, operatore dello sportello linguistico della provincia di Cagliari, “Portalitu de sa lìngua Sarda”, al quale vanno i più sentiti ringraziamenti.

Il testo della cerimonia è il seguente:

“S’àutu de fai coja tzivili

A su sposu:/ 1) Sangunau e nòmini/ 2) Dii e logu aundi est nàsciu/ 3) Aundi est bivendi

A sa sposa:/ 1) Sangunau e nòmini/ 2) Dii e logu aundi est nàsciu/ 3) Aundi est bivendi

Issus ant presentau is àutus de fai tzirimònia de coja tzivili, comenti iant giai cuncordau faendi sa domanda.

A is testimòngius:/ 1) Sangunau e nòmini/ 2) Dii e logu aundi est nàsciu/ 3) Aundi est bivendi./

Is sposus tenint abisòngiu de duus testimòngius a custu àutu de coja tzivli.

Si lìgiu is artìculus 143-144-147 de su còdixi tzivili italianu.

143 – Cun sa coja, maridu e mulleri ndi arricint is pròpius diritus e ndi pigant is pròpius doveris. De sa coja ndi benit s’òbrigu a s’essi fidelis apari, a s’agiudu morali e materiali, a traballai impari po s’interessu de sa famìllia e a bivi impari. Maridu e mulleri depint, cunforma a sa sienda insoru e a su traballu insoru, in domu e aforas de domu, arrespundi a is abisòngius de sa famìllia.

144 – Maridu e mulleri detzidint impari aundi depint andai a bivi, cunforma a is abisòngius de totu e is duus e a is apretus de sa famìllia. Totu e is duus tenint su poderi de fai su chi ant detzìdiu impari.

147 – Sa coja obrigat a maridu e mulleri a ndi pesai, a studiai e a curregi a is fillus faendi contu de is capassidadis, de su naturali e de is disìgius de is fillus etotu.

A su sposu: Fustei duncas bolit a mulleri a…

A sa sposa: Fustei duncas bolit a maridu a…

E duncas in nòmini de sa lei si decraru unius apari cun sa coja”.

Il 1 settembre del 1998 è entrata in vigore la “Carta europea delle lingue regionali e minoritarie”, che sancisce il diritto alla tutela e alla promozione delle lingue minoritarie sul territorio europeo.

Il 15 ottobre 1997 il Consiglio Regionale della Sardegna ha approvato la LR 26 “Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna”, in cui si dichiara “di assumere come bene fondamentale da valorizzare la lingua sarda; di riconoscerne la pari dignità rispetto alla lingua italiana”, definendo i compiti della Regione ed indicando gli strumenti operativi da utilizzarsi per perseguire finalità e obiettivi della legge.

In diciassette anni sono stati compiuti molti sforzi affinché la lingua sarda potesse essere considerata la lingua della Sardegna al pari di quella italiana. Nonostante ciò, eccetto rare e sporadiche manifestazioni, permane una situazione che nel lungo periodo potrebbe portare al progressivo abbandono del sardo.

Tale situazione comprende la città di Cagliari, che ancora non ha un ufficio della lingua sarda. Nel capoluogo, infatti, sono ancora radicati ignoranza, pregiudizi e sterotipi legati all’uso della lingua sarda. Sono cliché negativi che non solo impediscono la diffusione del sardo come lingua d’uso comune, ma che si convertono in  vere e proprie prassi, che mettono a rischio la sopravvivenza del sardo.

Per queste ragioni, il comune di Cagliari, conscio dello stato in cui versa la lingua sarda nel suo territorio, ha il dovere di prendere atto della situazione e di adottare dei provvedimenti idonei con l’intento di arrestare il declino del sardo, di invertire il trend negativo che si è venuto a creare, e di porre le basi per la realizzazione di un bilinguismo perfetto.

L’atto della Giunta è un ulteriore passo in questa direzione.

Enrico Lobina

Municipio Cagliari 1

«La bocciatura del disegno di legge sull’equilibrio del servizio sanitario regionale mette a rischio l’intero sistema delle cure primarie in Sardegna, ovvero i livelli essenziali di assistenza. Dopo tutto il lavoro, le interlocuzioni e le battaglie di questi mesi in Conferenza delle Regioni e Stato-Regioni, questa battuta d’arresto può essere controproducente. Mi appello al senso di responsabilità di tutti i consiglieri affinché nella prossima seduta dell’Assemblea si riporti in Aula il testo. Ricordo che il Consiglio aveva preso un impegno, conseguente al taglio dell’Irap che comunque non sarebbe dovuto andare a discapito della sanità.»
Lo dichiara l’assessore Simona De Francisci, che ha espresso preoccupazione e stupore in merito al pronunciamento di oggi da parte dell’Assemblea legislativa. 
«Il voto del Consiglio è sovrano, ma chi oggi ha votato contro il disegno di legge ieri accusava la Giunta di voler chiudere i piccoli ospedali: bene, coloro sappiano che è il loro “no” a metterne a rischio l’esistenza, anche perché tra le conseguenze della bocciatura vi è l’azzeramento di tutti gli atti aziendali delle Asl che dovranno essere riformulati, perchè con le attuali risorse finanziarie non sono sostenibili economicamente. Insomma, qui è a rischio il sistema sanitario sardo nel suo complesso: ospedali, reparti, Asl, cure, tutto.» L’assessore poi sottolinea come le risorse necessarie al finanziamento inserite nel disegno di legge fossero disponibili perché generate dai risparmi degli assessorati a seguito dei blocchi di spesa imposti dal Patto di stabilità. Risorse inoltre che sarebbero state tra l’altro utili a garantire alle Aziende sanitarie la liquidità necessaria al pagamento dei debiti commerciali. Dopo il voto di ieri, se non verrà posto rimedio con urgenza, viene dunque messo in ginocchio l’intero sistema legato alla sanità, Asl e indotto, perché impedisce alle aziende di procedere ai pagamento in tempi stretti.

Simona de Francisci 34