29 April, 2024
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La commissione Sanità e Politiche Sociali, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi), ha approvato il Piano triennale per l’emigrazione, con il voto contrario dell’opposizione.

«L’emigrazione sarda in Italia e nel mondo ha subito profondi cambiamenti e la Regione intende rilanciare su basi nuove il ruolo dei Circoli sardi incentivandone la progettualità», ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, illustrando le linee guida del piano triennale per l’emigrazione 2015-2017.

«Si tratta di un Piano – ha osservato l’assessore – costruito assieme alla Consulta per l’emigrazione ed alla rete dei Circoli sardi, che comprende 63 strutture nella penisola, prevalentemente nel centro-nord, e 56 in Argentina, Australia, Brasile, Canada, Stati Uniti, Bulgaria, Belgio, Francia, Germania, Spagna, Olanda e Svizzera; una realtà interessante ma anche molto composita, che abbiamo cercato di rendere da un lato più omogenea ed attiva e dall’altro sempre più simile ad un moderno sistema di rete in grado di favorire processi di forte integrazione culturale sociale ed economica con la nostra terra.»

«Una delle innovazioni più significative – ha aggiunto l’assessore – riguarda il ruolo della Regione che, in quadro di risorse certamente più limitato, finalizzerà il sostegno ai Circoli sulla base della loro progettualità, seguendo alcuni criteri che vanno dall’incentivazione della presenza giovanile alla capacità di favorire l’imprenditoria sarda all’estero, dalle azioni orientate all’inserimento dei sardi nel tessuto sociale, culturale e lavorativo dei paesi ospitati all’utilizzo avanzato delle tecnologie dell’informazione.»

«In parte – ha detto ancora l’assessore Mura – è un percorso che abbiamo già avviato con l’Expo di Milano utilizzando risorse in collaborazione con l’assessorato del Turismo, dove alcuni Circoli saranno impegnati nell’accoglienza di turisti e visitatori e nalla realizzazione del progetto Sarda Thellus (con una dotazione finanziaria di 278.000 euro) riguardante la promozione del nostro settore agro-alimentare; a proposito delle nuove tecnologie dell’informazione, inoltre, stiamo sperimentando dove possibile riunioni ed occasioni di confronto attraverso Skype in attesa di strutturare un sistema di tele-conferenze.»

«Intendiamo proseguire su questa strada – ha concluso Mura – anche per arrivare, con la collaborazione dei Circoli, ad una nuova legge organica sull’emigrazione che sostituisca quella ormai datata risalente al 1991.»

Al termine della relazione dell’assessore, hanno preso la parola i consiglieri Rossella Pinna e Lorenzo Cozzolino del Pd, Fabrizio Anedda di Sinistra sarda e Alberto Randazzo di Forza Italia.

Successivamente la commissione ha approvato il Piano triennale per l’emigrazione, con il voto contrario dell’opposizione.

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«Dobbiamo usare i fondi che l’Europa rende disponibili per la Sardegna nel modo più incisivo possibile». Lo ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, nel corso del Comitato di Sorveglianza del Fondo Sociale Europeo, riunitosi oggi a Cagliari.

«Il Fondo Sociale è lo strumento che ci consente di sostenere i temi forti dell’Unione: la riduzione della disoccupazione, l’aumento dell’occupazione – soprattutto femminile – la riduzione della povertà e la valorizzazione del capitale umano. In un anno di lavoro, la Giunta ha già dato segnali chiari – ha aggiunto l’assessore Mura – e stiamo lavorando perché le politiche del lavoro da passive diventino attive. Bisogna agire sulle competenze, su una formazione che risponda alle esigenze reali delle imprese, sull’istruzione e sul contrasto all’abbandono scolastico. Flexicurity, contratto di ricollocazione, riforma della formazione professionale: questi alcuni degli strumenti che abbiamo introdotto. Ma pensiamo a migliorare esperienze che in passato hanno dato buoni risultati, come il Master and Back, il Microcredito e il progetto ARDISCO contro la dispersione scolastica.»

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Nuova iniziativa della Regione per far conoscere ai cittadini gli interventi realizzati attraverso i finanziamenti del Programma Operativo Regionale Fondo Sociale Europeo 2007-2013. In particolare, la giornata di oggi è stata dedicata alle iniziative rivolte all’istruzione universitaria, in un convegno organizzato nell’aula magna dell’Università di Sassari, alla presenza dell’assessore del Lavoro Virginia Mura. «Con il Fondo Sociale Europeo la Regione investe nell’istruzione e nella formazione, in linea con le previsioni programmatiche già delineate nel Piano regionale di sviluppo e con l’Agenda europea, anche attraverso il confronto con le altre istituzioni, innanzitutto con l’università, con la quale in questi mesi abbiamo avviato un dialogo proficuo», ha detto l’assessore Mura nel suo intervento.

A testimoniare la collaborazione fra Regione e università sarde, la presenza dei rettori dei due atenei di Cagliari e Sassari, Maria del Zompo e Massimo Carpinelli. «L’idea di fondo è che per far ripartire la Sardegna occorra investire nel capitale umano e rafforzare la conoscenza – ha proseguito l’esponente dell’esecutivo – che è fattore essenziale per lo sviluppo sociale ed economico della nostra isola.»

Oltre a presentare obiettivi già raggiunti e buone pratiche attraverso la testimonianza di giovani beneficiari di borse di studio e Master and Back, la Regione attraverso l’incontro odierno ha voluto sottolineare la volontà di investire in innovazione, competitività e qualità. «La consistente diminuzione delle risorse pubbliche e in particolare del FSE che ha subito una riduzione di 200 milioni rispetto al precedente settennio – ha dichiarato l’assessore – ci impone di programmare con maggiore attenzione gli interventi, prediligendo la qualità e le potenziali ricadute positive sul tessuto sociale ed economico. Il ruolo dell’università in questo scenario è decisivo per impostare una governance delle politiche per l’istruzione universitaria e l’alta formazione, capace di migliorare l’offerta formativa, renderla più competitiva e più consona alle esigenze del mercato».

«Il Fondo Sociale Europeo gioca un ruolo fondamentale – ha concluso l’assessore del Lavoro – essendo il fondo che sostiene gli interventi sulle persone, attraverso il quale stiamo realizzando azioni in grado di incidere oltre che su istruzione e formazione, anche su occupazione e inclusione sociale. L’abbiamo fatto con le misure che puntano al reinserimento nel mercato del lavoro di chi è uscito dagli ammortizzatori sociali, come il programma Flexicurity, e a creare occasioni lavorative per i giovani, le donne e gli appartenenti alle fasce più deboli.»

All’incontro hanno partecipato anche il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, il sindaco di Sassari Nicola Sanna e il presidente della commissione consiliare Lavoro, cultura e formazione professionale, Gavino Manca.

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Anche il mondo dell’imprenditoria femminile mostra interesse verso il Programma Flexicurity. È quanto emerso dall’incontro organizzato dall’Associazione delle donne imprenditrici e dirigenti di azienda (AIDDA), che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, e del direttore generale dell’Assessorato, Eugenio Annicchiarico. All’iniziativa, che si è tenuta ieri sera all’ex Convento San Giuseppe di Cagliari, hanno preso parte numerose donne imprenditrici, consulenti e dirigenti aziendali, oltre a una certa rappresentanza del mondo imprenditoriale maschile.

«Abbiamo riscontrato interesse verso il Programma – ha dichiarato l’assessore Mura – al quale hanno già aderito diverse imprenditrici, le quali si sono registrate nel portale SardegnaTirocini, hanno stretto contatti e avviato colloqui di selezione con i destinatari della misura.»

«Questo dato conferma la sensibilità da parte delle imprese, non solo al femminile, verso un intervento che – ha ricordato l’assessore – ha innanzitutto un grande valore sociale, perché consente alle persone espulse dal processo produttivo, e prive di qualsiasi sostegno al reddito a causa dell’esclusione dal bacino degli ammortizzatori sociali, di rientrare nel mercato del lavoro.»

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2,4 milioni di euro del Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo 2014-2020 verranno impiegati dalla Regione per mettere a sistema i servizi di mediazione culturale, finora in capo alle Province. Lo prevede una delibera approvata ieri dalla Giunta su proposta dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura. In attesa che si definisca la riforma degli Enti locali, la Regione interviene con un progetto sperimentale per garantire la continuità dei servizi già esistenti e per far sì che gli stessi siano uniformi in tutta la Sardegna.

Sarà l’Agenzia del Lavoro a predisporre il progetto biennale, in raccordo con la Direzione generale del Lavoro e l’Autorità di Gestione del PO FSE. I 50 mediatori culturali presenti in Sardegna sono, nella maggior parte dei casi, cittadini immigrati con competenze acquisite sul campo. I servizi offerti variano dalla traduzione all’accompagnamento, all’orientamento in ambito sociale, scolastico, sanitario e lavorativo, all’informazione sulle diverse prestazioni cui gli immigrati possono accedere.

«La mediazione culturale, da non confondere con la semplice attività di traduzione, è uno strumento fondamentale delle politiche di immigrazione – spiega l’assessore Mura -. Il nostro progetto è in linea con la strategia della Giunta verso una società inclusiva. All’aumento dei flussi di migranti – conclude l’assessore Mura – occorre rispondere non solo con iniziative che avvicinino l’opinione pubblica a una società multiculturale e prevengano fenomeni di intolleranza e di razzismo, ma anche con proposte che favoriscano la piena integrazione.»

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Il presidente Francesco Pigliaru, l’assessore del Bilancio Raffaele Paci, l’assessore dell’istruzione Claudia Firino e l’assessore del lavoro Virginia Mura, hanno presentato ieri il progetto Iscol@ (www.iscola.it), avviato con gli interventi di rinnovamento e manutenzione dell’edilizia scolastica, un cambiamento profondo nella scuola sarda, basato sulle pratiche e sulle sperimentazioni che altrove hanno funzionato e aperto al confronto e ai suggerimenti di chi nella scuola vive e lavora.

«È la nostra proposta di intervento sulla scuola per combattere la dispersione scolastica e migliorare l’apprendimento. Ed è importante sottolineare che si tratta di una proposta – ha detto il presidente Pigliaru, evidenziando come siano già iniziati gli incontri con gli studenti, i docenti e i dirigenti scolastici di tutta la Sardegna -. Si tratta di una delibera che sottoponiamo al confronto e che quindi è passibile di tutti quegli adeguamenti che, insieme, riterremo migliorativi. Per raggiungere il risultato, utilizziamo per la prima volta il metodo della programmazione unitaria, che è una vera e propria integrazione di fondi, ognuno con la sua destinazione. L’intero intervento ha componenti sperimentali, quindi faremo in modo che ogni azione possa essere sottoposta a valutazione, per concentrare energie e risorse su ciò che funziona davvero. Il messaggio che deve passare è che solo lavorando insieme, oggi sulla scuola e poi su tutto il resto, possiamo riuscire a restituire un futuro alla Sardegna.»

Grazie alle ingenti risorse della programmazione unitaria, illustrata dall’assessore Raffaele Paci, Iscol@ parte da un’idea di rinnovamento della scuola che pone al centro i soggetti dell’istruzione: alunni e docenti. Ai primi sono rivolte le azioni che mirano al recupero e all’aumento delle competenze, a ridurre la dispersione, a garantire l’inclusione scolastica in tutte le sue sfaccettature, a risolvere le criticità legate al trasporto, a introdurre in maniera massiccia gli strumenti dell’innovazione tecnologica, dagli hardware alle Lim, dai contenuti digitali agli strumenti del coding. Doppia linea per il sostegno ai ragazzi con difficoltà attraverso nuovi insegnanti per il recupero delle competenze di base, anche in orario curricolare, e attraverso gli psicologi, per restituire motivazioni e orientamento. Scuole aperte per laboratori su materie extracurricolari al pomeriggio, a partire dalla capacità progettuale delle Autonomie scolastiche, affinché tornino ad essere presidi delle comunità e punto di riferimento per le famiglie. Per i docenti si prevedono attività di aggiornamento e formazione, anche per colmare il gap tra studenti e docenti sulla digitalizzazione.

«Affrontiamo una situazione di emergenza, siamo ai vertici delle classifiche della dispersione scolastica – ha affermato l’assessore Claudia Firino -. Proponiamo dunque un progetto che ha l’ambizione di essere organico e di sistema, che ruota intorno alle pari opportunità nell’istruzione, che copre le criticità della scuola e potenzia le capacità di studenti e docenti, valorizzando i talenti. Abbiamo lavorato a lungo in dialogo con il mondo della scuola. Dispersione, difficoltà e disuguaglianza sono i problemi da aggredire. Lo facciamo mettendo molte risorse, chiamando nuovi insegnanti, aggiornando la didattica al modo digitale, aprendo le scuole anche nel pomeriggio e prevedendo supporto psicologico, pedagogico, educativo, familiare con interventi personalizzati e costruiti su esigenze specifiche.»

L’assessore Mura, nel cui assessorato ricadono molte delle risorse europee per l’istruzione scolastica e universitaria, ha dichiarato che «istruzione e formazione devono viaggiare sullo stesso binario, in stretta integrazione» ed ha annunciato a breve provvedimenti importanti sul Master & Back.

Il Tavolo partenariale, riunito all’assessorato regionale del Lavoro, ha raggiunto l’accordo che stabilisce i criteri di assegnazione dei fondi (55 milioni di euro) che il Governo ha assegnato alla Sardegna per il pagamento degli ammortizzatori sociali relativi al 2014. Accogliendo la proposta dell’assessore Virginia Mura, è stato deciso che sarà data priorità ai lavoratori – siano essi in mobilità o in cassa integrazione in deroga – che non hanno percepito alcun sostegno per l’anno passato.

«In questo modo – spiega l’assessore Mura – rispetteremo un principio di equità, pur sapendo che questo sarà un primo, piccolo ristoro. Le risorse, infatti, non sono sufficienti: per questo motivo, a nome della Giunta regionale, ho assunto l’impegno per proseguire nel serrato confronto con il Governo nazionale e richiedere l’intero ammontare delle somme necessarie a coprire il fabbisogno del 2014. Per ora sarà erogato un numero di mensilità uguale per tutti i lavoratori, compresi quelli degli studi professionali, che inizialmente erano stati ingiustamente esclusi dal novero dei beneficiari. In particolare, l’Inps dovrà procedere prioritariamente alla corresponsione di tre mensilità ai lavoratori in mobilità in deroga che non hanno percepito nessuna spettanza riferita al 2014, e una mensilità a quanti avevano percepito due mensilità. Nella stessa misura, per quanto attiene ai lavoratori che fruiscono della CIGS in deroga, l’Inps dovrà procedere all’erogazione prioritaria a coloro che non hanno ricevuto alcun sostegno al reddito per il 2014 e, successivamente, le somme rimanenti verranno destinate ai lavoratori che hanno percepito 2, 3 o 4 mesi di ammortizzatori.» 

I presenti (Regione, Inps, associazioni datoriali, organizzazioni sindacali e Ordini professionali) hanno poi sottolineato l’esigenza di destinare i 49 milioni di euro – previsti dalla legge appena approvata dal Consiglio regionale ed in corso di pubblicazione nel BURAS – alle politiche attive del lavoro, per offrire nuove opportunità agli inoccupati ed ai disoccupati.
L’assessore Mura ha poi annunciato che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, questa mattina ha dichiarato ufficialmente che il Ministero sta predisponendo il decreto di ripartizione tra le Regioni di un miliardo di euro, finalizzato alla copertura degli ammortizzatori sociali del 2015.

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I ministri dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e del Lavoro, Giuliano Poletti, hanno firmato il decreto che ripartisce le risorse destinate agli ammortizzatori sociali del 2014 su base regionale. Alla Sardegna sono stati destinati 55 milioni di euro. Lunedì 18 maggio, a Cagliari, si svolgerà l’incontro del Tavolo partenariale, nel corso del quale verranno stabiliti i criteri di assegnazione dei fondi per i lavoratori in cassa integrazione e mobilità in deroga.
Spetterà all’INPS erogare nel più breve tempo possibile gli ammortizzatori sociali.
«La maggior parte delle risorse – ha detto Virginia Mura, assessore regionale del Lavoro – sarà destinata a quei lavoratori che finora hanno percepito di meno. Prosegue, intanto, il confronto con il Governo per il reperimento delle risorse in grado di soddisfare l’intero fabbisogno dell’anno scorso e dell’intero 2015.»

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L’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, ha illustrato nella Seconda commissione del Consiglio regionale, i contenuti del disegno di legge n. 216 che disciplina i servizi e le politiche del lavoro, modificando la legge n. 20 del 5 dicembre 2005 e che abroga la legge n. 9 del 14 luglio 2003 in materia di servizi per l’impiego.

La proposta dell’esecutivo regionale anticipa la riforma degli Enti locali e punta a semplificare l’intero sistema dei servizi per l’impiego, inserendo le linee contenute nel Job Act per assicurare, in coerenza con il mutato scenario nazionale – così ha dichiarato l’assessore, riprendendo le affermazioni del ministro Poletti – un livello minimo di risposta per tutti i cittadini che accedono ai servizi per l’impiego.

Virginia Mura ha ricordato l’intenzione del ministro del Lavoro di incontrare a breve le singoli Regioni proprio per verificare il funzionamento e l’organizzazione delle agenzie per il lavoro e dei servizi per l’impiego. L’approvazione della norma regionale in tempi stretti (si ipotizza prima della fine di giugno) è dunque indispensabile per la regionalizzazione dei servizi e per far sì che, nella materia, la Regione sarda sia di esempio al resto del Paese.

«L’obiettivo della legge – ha spiegato l’assessore Mura – è fare dei nostri servizi regionali il reale punto di incontro tra la domanda e l’offerta del lavoro, ed è per questo che con il Dl n. 216 ci  rivolgiamo sia ai disoccupati che al sistema delle imprese.»

Virginia Mura ha rimarcato, dunque, il “governo politico” dei centri per l’impiego in capo alla Regione ed ha specificato che all’Agenzia del lavoro spettano invece gli aspetti gestionali, acquisendo quest’ultima, sostanzialmente, le competenze attribuite ai centri servizi per il lavoro. Nel provvedimento si indica anche la pianta organica ipotizzata per l’Agenzia, fissandola a 800 unità a fronte delle attuali 480, al fine di adeguare la dotazione organica ai fabbisogni derivanti dalla costituzione delle strutture periferiche.

Il tema del personale è centrale e riguarda la questione delicata e complessa, di cui il Dl 216 deve farsi carico per assicurare la continuità di funzionamento degli uffici del lavoro, istituiti dalle province e che divengono articolazioni periferiche dell’Agenzia regionale per il lavoro.

L’articolo 11 del disegno di legge prevede che, nei centri servizi per il lavoro, presti attività lavorativa: il personale del ministero del Lavoro, trasferito alle province ai sensi dell’articolo 7 del D.Lgs n. 180 del 2001, in servizio alla data di entrata in vigore della nuova norma regionale; il personale di ruolo effettivamente impiegato, in via esclusiva, nel sistema dei servizi e delle politiche attive del lavoro, dai sei mesi antecedenti la data dell’8 aprile 2014 quando cioè è entrata in vigore la “Legge Delrio” che ha riformato il sistema degli Enti locali; il personale già impegnato sulle misure 3.1 (Organizzazione e implementazione dei servizi per l’impiego ), 3.4 (Inserimento e reinserimento lavorativo di gruppi svantaggiati ) e 3.10 (Sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini d’impiego) del POR Sardegna 2000\2006 e il personale già assunto dall’Agenzia regionale per il lavoro con contratto da tempo determinato con scadenza nei mesi di agosto e settembre 2016.

«La nostra riforma è a costo zero per l’amministrazione – ha aggiunto l’assessore Mura – e le risorse per il personale sono garantite dalle finanze trasferite dallo Stato per gli ex ministeriali che sono di entità tale da assicurare la copertura finanziaria per il resto del personale.»

Su sollecitazione dei consiglieri Gianmario Tendas (Pd), Ignazio Locci (Fi), Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia) e Rosella Pinna (Pd), l’assessore Mura ha quindi fornito ulteriori precisazioni in ordine ai contenuti del provvedimento ed ha evidenziato il sottodimensionamento dei centri per l’impiego in riferimento agli operatori ed ha sottolineato l’inefficace gestione dei servizi in capo alle Province rimarcando la necessità di porre in capo alla Regione “gli indirizzi politici” e lasciare alle costituende commissioni territoriali solo compiti di attuazione delle direttive impartite dalla Regione in materia.

Il presidente della commissione Gavino Manca (Pd) nel ringraziare l’assessore per la disponibilità offerta ha sottolineato l’urgenza della nuove norme per migliorare l’efficacia delle politiche attive del lavoro in Sardegna («dobbiamo creare un sistema di servizi migliore che garantisca maggiori opportunità alle persone e ci aiuti a combattere la disoccupazione nell’Isola») ed ha preannunciato la predisposizione di un calendario di audizioni in vista dell’approvazione del Dl. n. 216.

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La Sardegna, anche grazie alle risorse comunitarie, è in prima linea nella lotta alla dispersione scolastica. L’obiettivo della Giunta Pigliaru consiste nel creare un sistema integrato di sostegno alle famiglie e di rafforzare il welfare studentesco per prevenire l’abbandono scolastico. Oltre agli strumenti finanziari messi in campo con risorse proprie, la Regione nel prossimo settennio potrà contare su una quota consistente dei 155 milioni di euro a valere sul Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo. Il tema è al centro della seconda giornata di eventi organizzati a Cagliari per la presentazione del POR FSE 2014-2020. Per l’occasione, la Regione ha avviato una campagna di formazione e informazione, e il contest “Se mi lasci non cresci”, teso a promuovere e consolidare le conoscenze sul Fondo Sociale Europeo da parte dei giovani, e renderli protagonisti attraverso la realizzazione di video che testimonino la loro percezione sull’importanza della formazione e, in generale, sul valore dell’istruzione. «Senza un’adeguata preparazione scolastica e senza una formazione mirata – ha sottolineato l’assessore del Lavoro, Virginia Mura – i giovani hanno difficoltà enormi a inserirsi nel mercato del lavoro.»
Uno degli assi del Fondo Sociale investe sul capitale umano attraverso il rafforzamento e l’integrazione dei sistemi dell’istruzione e della formazione. Utilizzeremo le risorse europee per evitare, innanzitutto, che i giovani abbandonino la scuola. «Quindi – ha aggiunto l’assessore del Lavoro – concentreremo i nostri sforzi per ridurre il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal sistema delle imprese». Dello stesso tenore le dichiarazioni dell’assessore della Pubblica Istruzione, Claudia Firino.
«Ogni ragazzo che abbandona la scuola oggi è un probabile disoccupato domani. Questo – ha detto l’assessore Firino – i nostri giovani devono capirlo. La Regione, con il piano Iscola, li aiuta a trovare luoghi più accoglienti, docenti che sappiano rispondere alle loro esigenze, sostegno all’interno delle scuole, tecnologia, sperimentazione didattica, mezzi di trasporto. L’Europa offre altre opportunità che si integrano per realizzare un sistema scolastico di qualità, disegnato a partire dalle esigenze dei ragazzi e che dia loro gli strumenti per trovare il proprio posto nel mondo e saper decifrare la realtà.»
Una delle iniziative che hanno contraddistinto l’attività della Regione in quest’ultimo anno è il progetto A.R.DI.SCO (azioni di recupero della dispersione scolastica). Tra il 2014 e il 2015, sono stati avviati 45 corsi che hanno coinvolto circa 550 giovani di tutta la Sardegna.
I corsi hanno avuto una durata biennale, e hanno consentito ai ragazzi di conseguire una qualifica spendibile nel mercato del lavoro. Le attività formative hanno riguardato diversi ambiti professionali, in particolare l’area della ristorazione, del benessere, dell’agroalimentare, dell’elettronica e della meccanica. Con il Programma Garanzia Giovani, inoltre, sono stati finanziati ulteriori 17 corsi per circa 200 allievi. Ieri, infine, sempre a Cagliari, si è conclusa la manifestazione EUROPLAY – Giochi d’Europa 2015, torneo multidisciplinare sportivo che ha visto la partecipazione di giovani di 25 istituti scolastici provenienti da tutta la Sardegna e altri tre in rappresentanza di Repubblica Ceca, Germania e Francia. Al termine delle gare di calcio a 5, pallacanestro pallacanestro e pallavolo, si sono svolte le premiazioni alla presenza dell’assessore del Lavoro Virginia Mura. È stato anche assegnato un Premio Fair Play, consistente in un buono di 1.000 euro per l’acquisto di materiale didattico da parte dell’istituto scolastico vincitore.