5 December, 2025
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Si avviano verso la conclusione le competizioni di pallacanestro organizzate dal Movimento Sportivo Popolare. Questa domenica verranno assegnati i primi titoli della stagione sportiva 2024/2025, con le finali del campionato “Cadetti” in programma a Villaspeciosa presso il Palazzetto dello Sport di via Roma.
Per la prima volta, “Biddaspitziòsa” sarà sede dell’atto conclusivo di un campionato MSP, in un evento che coinvolgerà tutte e sei le squadre partecipanti al torneo.
Si comincia alle 9.30 con la prima semifinale del tabellone “Verde”, tra i padroni di casa della Polisportiva Olimpia e la Phoenix Sport Club di Capoterra. Alle 10.30 si disputerà la seconda semifinale, che vedrà di fronte Ferrini Quartu e Basket Senorbì.
Alle 11.30 è in programma la finale del tabellone “Rosso”, che assegnerà il titolo tra San Giovanni Battista Pula e Ogliastra Basket Bari Sardo.
Nel pomeriggio si tornerà in campo alle 15:00 con la finale per il 3° e 4° posto “Verde”, seguita dalla finalissima per il titolo “Verde” alle 16.00, tra le due squadre vincitrici delle semifinali del mattino. Al termine si terranno le premiazioni.
Tutti gli incontri si svolgeranno con due tempi da 8 minuti, senza interruzioni del cronometro.
«Ancora una volta tutte le squadre partecipanti saranno coinvolte nelle finali, confermando lo spirito inclusivo che caratterizza le nostre competizioni giovanilidice Alberto Manca, responsabile del Settore Pallacanestro MSP -. Siamo certi che sia il pubblico che gli atleti e allenatori sapranno vivere la giornata all’insegna del fair play, come da tradizione MSP.»
Foto di Katia Boero
 

Venerdì 4 aprile 2025, con inizio alle ore 17.45, si terrà a Pula, presso la Sala consiliare, un incontro pubblico di sensibilizzazione sul tema dei trapianti e delle donazioni di organi organizzato dalla Prometeo AITF ODV in collaborazione con l’Amministrazione comunale. Parteciperanno, inoltre, alcune associazioni locali: Avis, Libera associazione volontari soccorso – Lavs e Pro Loco.
L’incontro precede di una settimana la Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti, che quest’anno è stata fissata per l’11 aprile. «E’ il momento giusto per fare una scelta di civiltà che non ci costa nulla, perché avviene quando non ci siamo più, ma che può valere tantissimo per chi resta», esorta il direttore del Centro nazionale trapianti (CNT), dott. Giuseppe Feltrin.
Nel 2024 l’attività della Rete italiana dei trapianti ha realizzato il numero più alto di questi interventi: 4.692. Non tutti i dati, però, sono così entusiasmanti. Nel presentare il suo report annuale, infatti, il CNT ha sottolineato che se da un lato, «nelle rianimazioni la percentuale di chi ha rifiutato la donazione nel 2024 è scesa a 29,3% (in lieve calo rispetto al 30,3% del 2023)», dall’altro, «è aumentato il numero di persone che all’atto del rilascio della carta d’identità elettronica ha scelto di registrare un “no” a un’eventuale donazione dopo la morte». Più in dettaglio, le opposizioni costituiscono il 36,3% del totale delle nuove dichiarazioni registrate lo scorso anno, in aumento di circa 5 punti percentuali rispetto al 2023. In più, sempre il CNT segnala che più del 40% dei cittadini italiani che ne ha avuto l’opportunità non si è espresso riguardo alla volontà di donare.
All’interno di questo scenario la Sardegna è un po’ in controtendenza: nell’Isola, infatti, per quanto riguarda le donazioni, l’unica nota dolente per il 2024 sono le opposizioni alla donazione manifestate nelle rianimazioni che – secondo i dati forniti dal CNT – sono state il 33,3% a fronte del 30,4% registrato nel 2023 e del già citato 29,3% nazionale. Consultando il Sistema informativo dei trapianti – SIT, si trova, invece, conferma della tendenza più positiva, già rilevata dalla Prometeo a fine 2024, per quanto riguarda le dichiarazioni rilasciate ai Comuni: attualmente la percentuale sul totale delle dichiarazioni complessivamente registrate dai comuni in Sardegna è il 24,4%, mentre è pari al 32,8% per quanto riguarda il totale italiano.
Guardando al caso specifico di Pula, sempre il SIT mostra che attualmente le opposizioni complessivamente registrate sono il 34,1%: un dato superiore a quelli citati e tra i più alti registrati dai comuni della Città metropolitana. Da qui la scelta della Prometeo di prevedere una tappa della sua campagna annuale di sensibilizzazione in questa comunità.
La proposta ha trovato subito accoglienza da parte dell’Amministrazione comunale, che manifesterà il suo impegno per promuovere la donazione di organi intervenendo all’incontro di venerdì prossimo. In particolare, saranno presenti il sindaco Walter Cabasino e l’assessora Manuela Serra, competente per Pubblica istruzione, cultura, politiche sociali e sanità. Per quanto riguarda, invece, gli aspetti scientifici interverranno operatori sanitari del Centro regionale trapianti (CRT) e del Centro trapianti di fegato e pancreas della Sardegna, che ha sede all’Arnas “G. Brotzu” di Cagliari. Coordineranno questi interventi, come pure le testimonianze dei trapiantati della Prometeo e le domande del pubblico, la dott.ssa Fabrizia Salvago, psicologa clinica dell’Arnas “G. Brotzu” con specializzazione in comunicazione sulla donazione, e il dott. Stefano Dedola, consulente scientifico della Prometeo ed ex responsabile del Day hospital del Centro trapianti di fegato e pancreas.
L’incontro del 4 aprile sarà finanziato dall’assessorato regionale del Lavoro, tramite il contributo di cui alla L.R. n. 13/1991, art. 72. È grazie a queste risorse, ad altri contributi pubblici e al supporto di privati che la Prometeo porta avanti la sua attività: promuove la donazione degli organi e informa sui trapianti d’organo; contribuisce a rafforzare il coordinamento tra istituzioni, strutture sanitarie e medici operanti sul territorio; supporta trapiantati, trapiantandi e familiari; promuove l’attività sportiva e motoria come terapia post-trapianto e come mezzo per dimostrare che “il trapianto è vita” non è solo uno slogan.

Quale futuro per l’industria nel Sulcis Iglesiente? E’ il tema dibattuto martedì 1 aprile nell’incontro organizzato dalle segreterie territoriali FIOM-CGIL, FSM-CISL e UILM-UIL, nell’anfiteatro di piazza Marmilla, a Carbonia. All’invito degli organizzatori hanno risposto in tanti: sette sindaci (Pietro Morittu, Carbonia; Ignazio Atzori, Portoscuso; Pietro Cocco, Gonnesa; Debora Porrà, Villamassargia; Paolo Dessì, Sant’Anna Arresi; Andrea Pisanu, Giba, presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis; Marcellino Piras, Villaperuccio); due consiglieri regionali, Luca Pizzuto di Sinistra Futura e Gianluigi Rubiu di Fratelli d’Italia; amministratori di diversi Comuni del Sulcis Iglesiente; don Antonio Mura, responsabile della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias; i sindacalisti Franco Bardi (segretario generale della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale), Simona Fanzecco (CGIL Cagliari), Efisio Lasio (segretario SPI CGIL), Federico Matta (UIL territoriale); lavoratori di varie aziende; rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei pensionati; cittadini.

I lavori sono stati aperti dalla relazione del segretario regionale della FIOM CGIL Roberto Forresu, che a nome delle tre organizzazioni sindacali FIOM-CGIL, FSM-CISL e UILM-UIL, ha esposto le ragioni che hanno portato all’organizzazione dell’incontro, che ha parlato a braccio sulla base del testo che riportiamo integralmente.

«Grazie a tutti per la partecipazione, non era scontata la riuscita di un’iniziativa del genere. Il nostro ringraziamento va a tutti i sindaci del territorio per la disponibilità dimostrata immediatamente, ma soprattutto al sindaco di Carbonia Pietro Morittu per l’accoglienza e l’attenzione dimostrata sin dalla prima richiesta. Noi lo abbiamo scritto nel comunicato, abbiamo la convinzione che l’attenzione dedicata al territorio dalla politica ai massimi livelli, vada ricercata nelle mobilitazioni messe in campo in questo periodo. Contrariamente a quanto pensa qualcuno, non intendo le sole iniziative dei metalmeccanici, ma le metto insieme tutte, a partire da quella che i sindaci hanno promosso alla Portovesme srl, guarda caso qualche giorno prima della venuta dei ministri e della Presidente della Regione Alessandra Todde insieme agli assessori il 27 dicembre 2024. Così come hanno sicuramente dato risonanza i tanti appelli lanciati dalla Chiesa ed in particolare da don Antonio Mura, sempre presente a tutte le iniziative delle Lavoratrici e dei Lavoratori. Lo sono stati anche i tanti articoli sui giornali e sulle Tv, delle Confederazioni, dalle categorie, direttamente interessate agli accadimenti industriali contemporanei. Perché dico questo? Per sgomberare il campo da equivoci o da alibi, che vogliono assegnare titolo di prim’ordine ai metalmeccanici, colpevoli secondo alcuni, di voler primeggiare in una contesa che in realtà non ci appartiene. Vogliamo primeggiare in una contesa che mette al centro le difficoltà, che parla delle Lavoratrici e dei Lavoratori. Vogliamo lavorare fianco a fianco con tutti coloro che sentono il problema della decadenza industriale, come un problema proprio e non accettano le imposizioni aziendali, le delocalizzazioni industriali, la mancanza di politica industriale, che ci sta portando a perdere economia nel territorio, abitanti, giovani che sempre più spesso decidono di partire per cercare fortuna, o semplicemente lavoro altrove. Di sicuro abbiamo bisogno di chiarezza su quello che deve essere il futuro industriale del territorio e, allo stesso tempo, abbiamo urgenza che questa chiarezza venga a realizzarsi nel più breve tempo possibile. Perché come andiamo a ripetere da tempo, non esprimersi, o perdere del tempo nel decidere il futuro, equivale a bocciare prospettive di rilancio occupazionale e produttivo. Pensiamo a quanto sta avvenendo nella fabbrica di alluminio primario. Invitiamo tutti a pensare cosa deriva dalla fabbrica di alluminio primario. Qualsiasi prodotto che noi utilizziamo ha a che fare con l’alluminio, pensiamoci, pentole, infissi, telefonini, tv, motorini, biciclette, antenne, qualsiasi cosa ha a che fare con l’alluminio. Pensate che dal 2012 non si produce più un kg di alluminio in Italia. Uno pensa, beh sarà andato in crisi il mercato cosa ci possiamo fare? Eh no, il mercato dell’alluminio non è mai andato in crisi, anzi è sempre rimasto costante. Il Paese Italia ha semplicemente deciso di dipendere totalmente dalle produzioni straniere. Ma col passare del tempo ha fatto anche peggio, ha regalato lo stabilimento ad un privato, la Sider Alloys, anzi non è che l’ha solo ceduto, gli ha dato pure dei soldi, 148 milioni di euro dall’accordo di programma più 20 milioni di euro dall’Alcoa per il riavvio. In 4 anni si dovevano rioccupare oltre 500 persone e tornare alla produzione. Sapete cosa è accaduto? Pandemia, Via, Aia, PAUR, accordo bilaterale, piano industriale stravolto ogni sei mesi, hanno fatto passare sette anni inutilmente, dove di produzione non se ne parla neanche, e dove anziché fare il revamping per rilanciare lo stabilimento si è andati incontro ad uno smantellamento della sala elettrolisi e l’impianto è diventato una discarica a cielo aperto. Dopo la denuncia delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici ai massimi livelli, al prefetto, al MIMIT, all’assessore dell’Ambiente, alla Provincia, hanno cominciato a porre dei sigilli all’azienda. Siamo soddisfatti? Assolutamente no, perché il nostro unico intento è far ripartire quello stabilimento. Ci preoccupa che, nonostante tutto, il 27 marzo scorso sia venuta nuovamente Invitalia a visitare lo stabilimento, lo abbia fatto in compagnia di un’importante società straniera interessata all’acquisizione dello stesso, e dopo due di giri a vuoto, in cui non gli si è fatto vedere nulla di interessante, si torna a casa. Capite che c’è qualcosa nella politica che non funziona? Mesi e mesi a chiedere verifiche, controlli, poi avvengono, e si ricomincia da capo. Vogliamo, pretenderemo, che il 7 aprile prossimo, quando ci sarà una nuova convocazione al MIMIT, il Governo ci relazioni sulla visita in stabilimento, e ci chiarisca del perché una visita di quel valore, non viene affrontata con le dovute attenzioni. Vorrei ricordare che in quello stabilimento dovevano rientrare al lavoro oltre 500 unità, il picco massimo si è raggiunto a ottobre 2023 con poco più di 110 persone, oggi sono diventate meno di 70. Stiamo chiedendo la discontinuità rispetto a quanto avvenuto sino ad oggi. Sider Alloys, secondo noi, non è in grado di far ripartire un bel niente, il Governo assuma rapide decisioni che portino alla sostituzione in tempi brevi dell’attuale proprietà, alla quale non deve essere riconosciuto nessun altro tipo di finanziamento. Che attendono questo cambio, ci sono oltre 350 lavoratrici e lavoratori ancora in mobilità che hanno fatto lotte, subito denunce in conseguenze delle tante battaglie fatte per garantire il rilancio dello smelter di alluminio primario. Portovesme srl. La crisi della Portovesme, non è iniziata il 5 settembre 2024, lo sanno anche i muri, non prendiamoci in giro. Il patto con il territorio la Glencore lo decide quando alla guida dello stabilimento arriva l’attuale amministratore, che con azioni mirate decide di tagliare il personale incorporando determinate lavorazioni che prima erano di competenza degli appalti e vengono assegnate ai lavoratori diretti. Per un tozzo di pane vengono incorporate delle lavorazioni che danno qualcosa in più ai lavoratori ma riducono gli appalti all’interno dello stabilimento. Si passa nel giro di qualche anno da 1.500 lavoratori a 1.200, vengono interrotte le produzioni derivanti dal calcinato, prodotto nei reparti di arrostimento e lisciviazione, si ferma successivamente la linea del piombo, l’azienda nel periodo della pandemia decide di abbandonare le tariffe energetiche agevolate che attraverso accordi specifici le permettevano di avere costi energetici competitivi e passare per sua scelta al mercato del giorno prima. L’energia, non si consumava, c’era la pandemia, la gente era reclusa in casa, non si poteva uscire, i consumi energetici erano ridotti ai minimi termini, l’ente erogatore abbatteva i costi, quasi sino a regalarla l’energia. I profitti di quel momento erano esorbitanti, ma si sapeva che prima o poi sarebbero terminati. Passa la pandemia fortunatamente, ma questo mondo in cui viviamo non si fa mancare nulla, scoppiano le guerre aggiuntive, vicine come non mai, i mercati impazziscono per la mancanza di circolazione delle materie come avveniva precedentemente, i semiconduttori garantiti per le auto non si trovano più, mandando in crisi una delle più importanti filiere mondiali, quella dell’auto. I governi più industrializzati cominciano a interrogarsi sulle facili delocalizzazioni favorite negli anni, ma è tardi, è tremendamente tardi. Le guerre ci toccano da vicino, scelte discutibili impongono piani di investimento sul riarmo, il prezzo dell’energia elettrica torna ad aumentare a dismisura, e coloro che prima si erano avvantaggiati delle scelte derivanti dal mercato corrente, che prima avevano fatto utili a non finire, cominciano a porsi il problema del costo energetico. A come rinunciare volontariamente ad accordi energetici, favorevoli per guadagnare di più, intaschi soldi a palate dalle scelte che hai deciso di portare avanti, e non appena il mercato ti fa pagare il conto sulla tua ingordigia scarichi tutto sulla collettività? Allora diventa inconveniente produrre in Italia, ed ecco che si portano le produzioni di zinco in altri paesi come Spagna e Germania che garantiscono tariffe energetiche migliori delle nostre. Certo anche noi abbiamo bisogno di tariffe energetiche che permettono alle aziende di essere competitive, ma non abbiamo bisogno di aziende, che privatizzano gli utili e condividono le perdite, perché questo è quello che è avvenuto con Glencore. Che porta alla situazione attuale in cui si rinuncia a produrre zinco in Italia. Attenzione, si rinuncia a produrlo attraverso il processo elettrolitico, non si rinuncia alle produzioni attraverso il Waelz, dove vengono bruciati i fumi di acciaieria.

Veniamo al dunque. Quelle scelte, che ripeto, partono da lontano e non dal 5 settembre 2024, ad oggi fanno varcare i tornelli a poco più di 300 lavoratrici e lavoratori. Siamo davanti a un bivio, dettato dalle dichiarazioni dei ministri e della Presidente della Regione, fatte in fabbrica il 27 dicembre 2024, in cui hanno dichiarato strategiche le produzioni di piombo, zinco e alluminio. Vogliamo provare a conservarle davvero queste produzioni o vogliamo permettere che si continui a produrre solo attraverso i fumi di acciaieria, inventandosi i possibili rilanci produttivi derivanti dal litio e dalle black mass, o dalle filiere terminanti il ciclo con le batterie? Quanti anni ci vorranno? Soprattutto delle due l’una: mettiamo insieme due considerazioni: Glencore dichiara di non volere più produrre zinco in Italia e spara l’idea del litio in futuro. Il Governo dichiara che oltre a essere strategica la produzione di zinco, ci sono soggetti definiti importanti interessati allo stabilimento, e che questo non potrà essere fatto a spezzatino (parole del ministro Adolfo Urso), che quindi non ci potranno essere due galli nel pollaio. Quindi o si produce zinco o si punta al litio, tutte e due le cose non si possono perseguire, io propendo per la prima, sapete perché? Perché la seconda è un salto nel buio, perché la prima è un processo noto che occupava almeno mille persone, e vorrei provare a sfidare il Governo a rispettare gli impegni presi, ma il motivo più importante che fa pendere la bilancia verso quella decisione è essenzialmente uno: le imprese d’appalto e tutti i loro lavoratori, non reggono a lungo l’attuale situazione di 20 a lavoro e 80 in cassa integrazione, guardate che questa situazione l’abbiamo già vissuta in Eurallumina ed in Alcoa. Tutte le aziende in appalto sono fallite e noi vogliamo provare a non rivivere una situazione simile. Per questo siamo disponibili a mettere in campo ulteriori iniziative di lotta.

Poi ci sono le situazioni contingenti che sicuramente non sono meno importanti. Abbiamo urgente bisogno dell’arrivo del gas, della soluzione del DPCM Sardegna, perché sono soluzioni che potrebbero rilanciare l’Eurallumina, azienda che è pronta a mettere a correre un investimento imponente di oltre 300 milioni di euro e che permetterebbe l’assorbimento di gran parte della mano d’opera che sta per perdere il lavoro, che soddisferebbe la fame di lavoro delle aziende che fino a ieri hanno lavorato e in regime di monocommittenza in Glencore, e che permetterebbe di far trovare sfogo a nuove occupazione, non più attraverso gli ammortizzatori sociali CHE NON VOGLIAMO PIÙ, CHE SIA CHIARO. VOGLIAMO IL LAVORO! Così come diventa importante il futuro della centrale dell’Enel e fare in modo che continui la ricerca di appalto all’esterno. Con mano d’opera che non viene pagata, proveniente dall’esterno. È quanto sta accadendo in quella centrale. Vogliamo parlare, infine, dell’importanza del dragaggio del porto è di cosa potrebbe scaturire se si riuscisse a puntare sull’opportunità derivante dal polo nautico. Insomma, non solo crisi ma opportunità importanti che bisogna perseguire giorno dopo giorno. Il momento è adesso.»

Sono intervenuti, nell’ordine: don Antonio Mura, responsabile della Pastorale per il Sociale il Lavoro della Diocesi di Iglesias; Pietro Morittu, sindaco di Carbonia; Luca Pizzuto, consigliere regionale e segretario regionale di Sinistra Futura; Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia; Ignazio Atzori, sindaco di Portoscuso; Renato Tocco, segretario territoriale della UILM UIL; Andrea Pisanu, sindaco di Giba e presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis; Giuseppe Masala, segretario territoriale e componente della segreteria regionale della FSM CISL; Manolo Mureddu, assessore dei Lavori pubblici e dell’Ambiente del comune di Carbonia; Giacomo Guadagnini, presidente della commissione Lavori pubblici del comune di Carbonia e consigliere d’amministrazione del Consorzio industriale provinciale Carbonia Iglesias; Mauro Manca (FIOM CGIL,), Massimiliano Lampis, Mauro Usai (RSU CQ-NOL), Luigi Manca, un lavoratore della Portovesme srl in pensione, Elio Cancedda.

Al termine è stato sottolineato che l’incontro è la prima tappa di un nuovo percorso che le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici hanno deciso di iniziare, auspicando la massima unità fra tutte le segreterie e le categorie delle organizzazioni sindacali, le forze politiche e sociali, per rilanciare la vertenza dell’intero polo industriale di Portovesme e restituire al territorio quanto gli è stato tolto in termini di lavoro e quindi di economia, per costruire tutti insieme un futuro migliore a breve, medio e lungo termine, partendo dall’industria e diversificando il tessuto produttivo.

Vediamo le interviste realizzate al termine dell’incontro, in piazza Marmilla, con i segretari Roberto Forresu, Giuseppe Masala e Renato Tocco.

 

 

L’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani ha incontrato questa mattina il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna Massimo Deiana e il presidente del Consorzio Industriale Sulcis Iglesiente Massimo Melis, accompagnato dal consigliere di amministrazione Giacomo Guadagnini, per affrontare il tema del riavvio dell’iter per il dragaggio del porto industriale di Portovesme.

«Le parti coinvolte, in primis l’Autorità Portuale, hanno sottolineato l’urgenza del progetto di dragaggio, fondamentale per il rilancio dell’attività portuale del Sulcis Iglesiente che ha l’obiettivo di consentire l’attracco a imbarcazioni di maggiori dimensioni, alle quali l’accesso è attualmente precluso a causa di una profondità del fondale non sufficiente», spiega l’assessore Emanuele Cani.

Nel corso del confronto odierno sono stati analizzati tutti i principali aspetti tecnici relativi all’opera di escavo con l’intento di definire un cronoprogramma e abbreviare al massimo i tempi di realizzazione dello stesso.

 

Otto giorni fa Ignazio Locci, 51 anni, sindaco di Sant’Antioco al secondo mandato, ex vicepresidente del Consiglio regionale, è stato eletto nuovo presidente del CAL, il Consiglio delle Autonomie locali. L’elezione è maturata alla terza votazione, nel turno di ballottaggio, con 17 voti sui 33 votanti rispetto ai 35 componenti il Consiglio delle autonomie locali. Ha superato, Graziano Milia, sindaco di Quartu Sant’Elena, che ha raccolto 15 preferenze (una scheda bianca). Il turno di ballottaggio si è svolto dopo che nelle prime due votazioni, nessuno dei candidati aveva raggiunto il quorum di 18 voti (in entrambi gli scrutini i due sindaci più votati sono risultati Ignazio Locci e Graziano Milia).

Vediamo l’intervista con il neo presidente del CAL.

«L’aumento di furti nelle abitazioni e nelle attività commerciali è un sintomo allarmante per Sant’Antioco, un centro notoriamente pacifico. È certamente un sintomo di un più ampio malessere sociale che cozza con la pubblica dichiarazione di qualche settimana fa del sindaco Locci, che indicava in maniera superficiale “nei numeri l’unico dato oggettivo dello stato di salute del paese”.»

Lo scrive in una nota Mariano Gala, segretario cittadino del PD di Sant’Antioco, dopo gli ultimi episodi di cronaca registrati nella cittadina lagunare.

«Ma bisogna analizzare altri parametri, quali una latente crisi economica, disoccupazione, carenza di presidi di sicurezza, mancanza di spazi e attenzione ai giovani. Fattori che alimentano un senso di insicurezza e sfiducia nelle istituzioniaggiunge Mariano Gala -. La risposta politica deve essere duplice: da un lato, rafforzare il controllo del territorio con misure di prevenzione efficaci; dall’altro, affrontare le cause profonde del disagio sociale con politiche di sostegno al lavoro, all’inclusione e alla riqualificazione urbana. Reprimere senza indugi, ma risolvere il problema alla radice.»

E’ una bella settimana ricca di appuntamenti quello che vedrà calare il sipario sull’edizione 2025 dell’OKTV Festival, la manifestazione dedicata a new media art e innovazione tecnologica organizzata dall’associazione Academia Terra per il comune di Iglesias.

Sabato 5 e domenica 6 aprile negli spazi di Pozzo Sella, nella miniera di Monteponi, dove sono ospitati tutti gli eventi del festival, sarà visitabile la mostra interattiva di arte multimediale che vede esposte opere firmate dagli artisti Simone Lumini, Claudio Bel, Danilo Casti, Giulia Atzeri e IVLIVS.MP4. La macro-esposizione, inaugurata a febbraio, racchiude ambienti nti immersivi, installazioni site-specific, interaction design e arte generativa, inseriti in un percorso che segue il filo rosso della percezione sensoriale. Sabato le visite saranno possibili dalle 16.00 alle 20.00, mentre domenica l’orario è dalle 10.00 alle 12,30 e dalle 16.00 alle 20.00.

Sempre sabato, nel pomeriggio è previsto l’ultimo incontro del laboratorio per bambini ” Stop Motion e IA “, un percorso creativo che ha visto i piccoli partecipanti cimentarsi nella realizzazione di un cartone animato utilizzando la tecnica della stop motion, con l’integrazione dell’intelligenza artificiale. Chiusura di serata in musica: dalle 21,30 arriva il DJ set degli artisti Lorenzo Mura e Riva Undici che accompagneranno il pubblico con la loro selezione.

Le attività di quest’ultima parte di OKTV Festival inizieranno però già la mattina di venerdì 4 aprile quando arriveranno gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado del territorio per una visita guidata e una masterclass sui temi dell’arte tenuta dall’associazione Remo Branca.

 

Il Segretariato “Clean Energy for EU islands” è un’iniziativa del DG Energy, nell’ambito del quale l’Isola di San Pietro è stata selezionata a far parte di un gruppo di 30 “isole pioniere”, che stanno ricevendo supporto tecnico dalla Commissione Europea.
A seguito della call “30 for 2030”, nel febbraio del 2024 è stato sottoscritto dal team di transizione formato tra gli altri dal Comune di Carloforte e dalla Regione Sardegna – Direzione Generale dell’Industria, un accordo definito “100% Renewable Energy Island Trajectory agreement” che individua le materie sulle quali San Pietro verrà supportata nell’arco del triennio 2024-2026, allo scopo di accelerare il proprio percorso di transizione energetica.
L’iniziativa prevede una serie di workshop, uno dei quali si svolgerà proprio a Carloforte in data 9 e 10 aprile prossimi e riguarderà, appunto, la sostenibilità dei trasporti marittimi e il ruolo dei porti nella decarbonizzazione dei sistemi energetici. Al suddetto workshop sono invitate a partecipare alcune delle 30 isole del programma e i soggetti che hanno supportato le varie municipalità.
L’evento si svolgerà presso la sala conferenze dell’Ex Me di via XX settembre, secondo il seguente programma:

– 9 aprile 2025, 18.00 – 19.30, sessione di apertura con intervento delle autorità (in lingua italiana);
– 10 aprile 2025, 8.30 – 17.30, workshop tecnico con intervento delle isole aderenti al programma (in lingua inglese).

Sarà possibile assistere alla serata di apertura dedicata alle Autorità e ai lavori del workshop esclusivamente previa lettura dei termini e registrazione al seguente link
https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/CE4EUislands_WS_San_Pietro

Teatro Centrale quasi al completo per lo spettacolo della band Gli Operai della 1100, capitanati dal coinvolgente e travolgente Maurizio Piras, voce del gruppo ed organizzatore dell’evento. Sabato 22 marzo si sono accese sul palco le luci per lo spettacolo dedicato a Rino Gaetano, un cantautore italiano morto giovane a soli 30 anni e ancora oggi per molti in circostanze misteriose. La voce narrante di Franco Chilau ha raccontato a brevi linee la vita dell’artista, tanti i brani suonati …. Mio fratello è figlio unico, A mano a mano, Spendi spandi, Berta filava … Tutti testi all’apparenza poco significativi e disimpegnati ma ben lontano dalla verità come definizione, in quanto Rino in ogni sua canzone metteva un’ironia pungente spesso riferita a temi sociali. E con “Nuntereggae più” il balletto con i cartelli proprio come in un suo vecchio video. Ma il crocevia della sua carriera fu Gianna che portò a Sanremo nel 1978 e che divenne un vero successo, cantato con entusiasmo anche da parte del pubblico del Teatro Centrale. La serata si è conclusa con “Ma il cielo è sempre più blu” cantata in coro con la band. Con questo brano l’artista volle esprimere il concetto «che il mondo va avanti comunque e il cielo se ne infischia delle faccende umane». Grande successo di pubblico che ha seguito per più di due ore la lunga kermesse applaudita e accompagnata dal battito di mani per più di una canzone.

 

 

 

Il Castello di Acquafredda, imponente testimonianza di architettura fortificata medievale, abbraccia l’innovazione senza tradire la sua storia millenaria. Grazie all’integrazione di amuseapp, piattaforma che utilizza l’intelligenza artificiale per creare audioguide personalizzate, i visitatori potranno vivere un’esperienza ancora più immersiva e su misura.

Posto su un colle di origine vulcanica a 256 metri sul livello del mare, il Castello di Acquafredda non è solo un’affascinante testimonianza dell’architettura medievale, ma anche un punto di riferimento culturale della Sardegna. Costruito, secondo la tradizione, dal celebre conte pisano Ugolino della Gherardesca, reso immortale dai versi di Dante Alighieri, il castello racchiude secoli di storia, leggende e misteri. Oggi, grazie ad amuseapp, la visita al castello diventa ancora più coinvolgente, con contenuti interattivi e adattabili a ogni tipo di pubblico.

Il Castello di Acquafredda offre un’esperienza unica e diversificata grazie a quattro itinerari audioguidati, progettati per soddisfare le esigenze di tutti i visitatori. Grazie alla soluzione di amuseapp, ora i turisti possono scegliere tra un percorso per adulti e un itinerario pensato per i bambini, narrato con un linguaggio più semplice e coinvolgente, in grado di trasmettere la magia del castello ai più piccoli. Sono disponibili, inoltre, anche un itinerario audio naturalistico che esplora la biosfera circostante, con un focus sulla flora e fauna dell’area protetta, e un itinerario dedicato alla figura storica e letteraria del Conte Ugolino, che racconta la sua tragica vicenda e il legame con la Divina Commedia. Ogni itinerario è disponibile in cinque lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco, offrendo così un’esperienza più ricca e inclusiva anche per visitatori non italiani.

Come affermato dallo staff del Castello di Acquafredda: «Abbiamo scelto di implementare l’audioguida di amuseapp perché, grazie all’audioguida, il castello diventa più accessibile a un pubblico più ampio, inclusi turisti e visitatori che possono esplorare il sito a proprio ritmo in autonomia. L’audioguida offre inoltre contenuti ricchi di informazioni, aneddoti e curiosità che potrebbero essere reperibili solo attraverso visite guidate tradizionali».

L’adozione della soluzione di amuseapp non solo rende la visita al castello più inclusiva, ma rappresenta anche un passo avanti nella gestione e valorizzazione del patrimonio culturale. Grazie a un’interfaccia intuitiva, il team del castello può aggiornare e personalizzare i contenuti delle audioguide in tempo reale, garantendo sempre informazioni accurate, aggiornate e coinvolgenti.

Con l’integrazione di questa nuova audioguida il Castello di Acquafredda rappresenta un esempio di come la tecnologia possa rendere la cultura più accessibile e coinvolgente per tutti.