5 December, 2025
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Secondo i vari periodi storici, qui nelle coste del Sulcis, si succedettero varie etnie: i Nuragici, i Fenici, i Cartaginesi, i Romani. Questo luogo venne densamente abitato da Romani e Bizantini fino al 711 d.C. Poi si spopolò e, infine, si ripopolò parzialmente con il Giudicato di Arborea e poi ancora con la dominazione spagnola.

Il ripopolamento del Sulcis riprese vigore dalla metà del 1700 ad opera dei Savoia e di Lorenzo Bogino. Migliorò moltissimo nel 1936 col richiamo di nuovi abitanti per la coltivazione delle miniere di carbone. Nel 1938, duecento anni dopo l’inizio del ripopolamento sistematico del Sulcis, venne inaugurata Carbonia, la città di fondazione nata per contrastare le “inique sanzioni” imposte all’Italia per aver occupato l’Etiopia. Le sanzioni bloccavano sopratutto l’approvvigionamento energetico della Nazione. Carbonia divenne la centrale energetica dell’Italia attraverso l’estrazione del carbone Sulcis. Qui vennero attratte tutte le forze lavorative giovani d’Italia per farne eserciti di operai da calare in miniera inseguendo le vene del carbone. Per essi venne costruita la città e il suo ospedale. Il territorio del Sulcis fino ad allora aveva vissuto di economia agricola e di pesca, e non aveva ospedali. Nell’ospedale Sirai gli operai venivano curati per i frequenti traumi cranici, toracici, ossei e degli organi interni, dovuti a crolli di massi ed esplosioni in galleria. Successivamente venne aperto un servizio di ostetricia per farvi nascere i figli delle mogli degli operai. Fu allora che le donne, incoraggiate dalla sicurezza nell’assistenza sanitaria e dalla costruzione di asili infantili, produssero più figli. Presto si raggiunse il numero di 2.000 nascite l’anno. Alle mogli dei minatori si erano aggiunte le mogli di tutti gli altri abitanti della zona. Molte erano operaie cernitrici.

I chirurghi, spesso provenienti da esperienze di guerra, erano particolarmente competenti nell’operare cranii e toraci sfondati, ferite addominali e fratture multiple. Il Sirai fu subito una fabbrica di Sanità avanzata.
Nell’immediato dopoguerra l’ammiraglio della Sesta Flotta americana, che rimase a lungo alla fonda nel Golfo di Palmas, dopo aver conosciuto l’ospedale e i suoi chirurghi fece smontare la sala operatoria di una corazzata e la fece rimontare al Sirai. Ritenne che i ferri chirurgici e i lettini operatori fossero molto più utili al Sirai che nella nave da guerra.

A Carbonia e nel suo ospedale sono spesso approdati gli italiani emigrati in America che desideravano morire in terra italiana. Persone che, non sapendo dove andare per aver perso ogni rapporto e conoscenze familiari, sapevano che qui c’era la città nuova, aperta a chiunque volesse viverci e anche morirci. Vi sono stati molti italiani emigrati all’estero, e figli di emigrati, che identificavano Carbonia con l’Italia a cui tornare. Gli esempi sono tanti. Nel 1984 si presentò all’ospedale Sirai un signore, italiano, molto elegante, che veniva da Los Angeles. Erano i giorni delle Olimpiadi che lì si svolgevano. Nel centro di quella città egli era proprietario di un negozio di articoli sportivi. Proprio nei giorni delle Olimpiadi urinò sangue. Si convinse d’avere contratto un cancro alla vescica e che stesse per morire. Immediatamente vendette il negozio, fece i biglietti d’aereo e partì per Carbonia. Non conosceva la città ma sapeva della sua esistenza, della sua anima cosmopolita, e decise che questo era il luogo d’Italia in cui morire.

L’ospedale Sirai conobbe anche ex fuoriusciti politici che si erano schierati con la Repubblica di Salò, che erano scappati in Spagna e che erano poi tornati in territorio italiano, nel tardissimo dopoguerra, a Carbonia. Un personaggio interessante fu un famoso ballerino di tango, che era stato “sparring-partner” di Rodolfo Valentino. Costui, gran fumatore, e arteriosclerotico, invecchiando ebbe una gangrena agli arti inferiori. In America gli avevano proposto l’amputazione di ambedue le gambe. Rifiutò. Fatte le valigie venne in Italia, a Carbonia, all’ospedale Sirai dove morì continuando felicemente a fumare.

Nel 1936 le miniere di carbone avevano provocato nel Sulcis uno schok demografico unico nel suo genere: la nuova popolazione era costituita tutta da giovani sani e forti, abili al lavoro e prolifici. Mancavano i vecchi e i bambini. In breve, con le nascite e i nuovi arrivi, Carbonia superò i 60.000 abitanti, tutti giovani.

La fine del lungo periodo del dopo-Guerra Mondiale e l’arrivo di nuove fonti energetiche più convenienti condusse alla chiusura progressiva delle miniere. Fu la causa di un primo crollo della popolazione. Ne nacque un altro genere di schock demografico: la riduzione della popolazione a danno della componente giovane. Negli anni ‘70 iniziò il crollo progressivo delle industrie di trasformazione di Portovesme. Al crollo industriale si associò un’altra emigrazione in massa dei giovani e il calo marcato della natalità coinvolse sia Carbonia che tutto il Sulcis. La popolazione totale di Carbonia diminuì passando dai 60.000 dei primi anni cinquanta a meno di 30.000 negli anni ‘80. Mentre la popolazione giovane diminuiva, la popolazione anziana aumentava inducendo una inversione demografica. I primi due decenni del 2000 hanno visto l’ulteriore decrescita dei giovani e la crescita del 33% degli anziani. Oggi ogni coppia mette al mondo meno di un bambino (0,80 per coppia). Dati simili, così gravi, nel mondo sono equiparabili solo a quelli del Giappone; si è passati dalla iper-natalità degli anni ‘40-’50 alla denatalità estrema di oggi. La struttura sociale si è invertita in pochi decenni. L’ampiezza media delle famiglie formate da padre, madre e figlio si è assottigliata e oggi tendono a prevalere le famiglie “single”. Col nuovo paradigma delle famiglie mono-componenti sono necessariamente cambiati gli obiettivi della città. Gli obiettivi di oggi sono tesi a soddisfare i bisogni della nuova società risultante dalla inversione percentuale tra fasce d’età. Da qui è derivata la necessità della creazione di spazi urbani più attenti ai bisogni della fascia d’età anziana prevalente mentre la fascia giovane e fertile, tende a scomparire. Dentro questa nuova città si stanno creando sopratutto strutture specializzate nella assistenza e nella facilitazione della vita quotidiana agli abitanti, differenziandole secondo le capacità di autonomia. Questo è solo l’inizio di un futuro modello di rigenerazione urbana finalizzato a un diverso equilibrio sociale.
Il servizio fondamentale della città, ridisegnato intorno alla nuova società, è il Servizio sanitario. Qui entra in gioco l’ospedale Sirai. Esso venne concepito per un genere di società, oggi estinta, che era formata da persone in età fertile e lavorativa, che generava grandi famiglie prolifiche. Oggi il forte aumento degli anziani inattivi e i nuovi bisogni di assistenza sanitaria hanno fatto emergere il problema dell’invecchiamento della popolazione. Un diverso problema, certamente più serio, è il crollo della natalità derivato dalla percezione che i figli possano ostacolare l’ affermazione professionale ed economica delle giovani mamme. Per non avere ostacoli le giovani donne sono costrette a procrastinare l’inizio di una gravidanza. Ne consegue che il numero di anni di fertilità ancora disponibili viene ridotto considerevolmente. A ciò si aggiunge il crollo della popolazione femminile nella fascia d’età fra i 14 anni e i 49 anni, indicata dall’OMS come la parte più pregiata della popolazione, perché è quella che genera i figli. Oggi la curva demografica nel Sulcis ha due seri problemi accertati: l’eccesso di anziani e la scarsità di nuovi nati.

Il Sirai, l’unico ospedale del Sulcis, contiene nella sua storia le soluzioni per affrontare l’aspetto sanitario dei due problemi. Una prima risposta allo schock demografico dato dall’aumento percentuale degli anziani con scarsa autosufficienza, la trovò il dr Enrico Pasqui negli anni ‘70. Fu allora che iniziò ad essere evidente il problema sul come assistere i pazienti anziani che, dimessi dal reparto di Medicina, non potevano rientrare in famiglia per vari motivi. Il dottor Enrico Pasqui ideò la istituzione di un nuovo reparto: la Medicina Seconda. Si trattava di un padiglione esistente a lato del corpo maggiore del Sirai, dotato di 45 posti letto. Formò un’équipe costituita da un medico per turno e infermieri che riabilitavano questi pazienti non-dimessi. Il reparto era autonomo e autosufficiente. Esso godeva dei servizi della cucina ospedaliera, della Farmacia, del laboratorio e di quello religioso. Il dr Pasqui aveva inventato una RSA ante-literam. Le spese erano a carico del fondo Sanitario Pubblico. Si capiva già allora che la nuova società sulcitana si stava avviando verso una trasformazione demografica irreversibile. Fu allora che l’Ospedale intero iniziò a modificare la sua “mission” sanitaria per cui era stato costruito nel periodo minerario. Tutti i reparti specialistici furono ri-orientati verso la ultra-specializzazione in medicina e chirurgia geriatrica. La Medicina sviluppò un’area per la diagnosi e il trattamento dei tumori, delle leucemie, dell’immunologia, della Neurologia e della Cardiologia. Si iniziarono a impiantare i pace-maker e a curare gli infartuati con tecniche endovascolari invasive. Similmente avvenne in Neurologia, in Anestesia-Rianimazione e in Chirurgia. Qui si sviluppò la laparoscopia , tutta la branca di diagnostica endoscopica dello apparato digerente e iniziò quella per l’apparato respiratorio. Le fratture del femore , del bacino e della colonna vertebrale venivano assistite immediatamente con grande competenza nel reparto Traumatologia. Crebbero contemporaneamente la Nefrologia e l’Urologia. In questo reparto si eseguiva chirurgia microvascolare per gli accessi all’emodialisi e si eseguiva un numero di interventi endoscopici e a “cielo aperto” di prostata, vescica, ureteri e reni  con un volume di attività che pareggiò e superò altri importanti centri isolani. La Ginecologia-Ostetricia giunse a livelli assistenziali eccelsi nell’interesse del mondo femminile. Ad essa era affiancata un’ottima Pediatria. Fino a metà del secondo decennio degli anni 2000 l’ospedale Sirai era pronto e adeguato a gestire il futuro sanitario incombente. Poi la crisi sanitaria nazionale e sarda hanno provocato l’arresto dello sviluppo ospedaliero e il regresso.

Il secondo problema, quello dell’assottigliamento della componente femminile delle età comprese fra i 14 e 49 anni è enormemente più grave. Qui non basterebbe il genio di un dottor Enrico Pasqui. Ormai i demografi di tutte le Nazioni più evolute sono concordi che esista la forte necessità di una presa di coscienza della popolazione, e la preparazione seria della classe politica, per riuscire ad acquisire con decisione l’idea che la parte più pregiata della società è quella femminile nelle età fertili, soprattutto, fra i 20 e 40 anni, e che questa va protetta e supportata con nuovi programmi economici e sociali mai visti. Qui non basta costruire una” Medicina Seconda “ o fare “variazioni urbanistiche”. E’ urgente concentrare tutta l’attenzione della politica sul sostegno economico, lavorativo, universitario, etc. alla donne in età fertile assicurando loro il totale sostegno nella formazione al lavoro professionale, all’ottenimento e alla conservazione del posto di lavoro e sopratutto alla sorveglianza e accudimento alle necessità dei figli. Soltanto attraverso una assicurazione sulla certezza del loro futuro rivedremo ricrescere la natalità. Qui entrerebbe in gioco la collaborazione fattiva della terza età. Essa dovrebbe espandere il proprio impegno educativo ed economico nel sostenere e sostituire le mamme nell’educare, sorvegliare e assistere i nuovi nati. Se questi propositi venissero non solo garantiti ma anche imposti da una nuova organizzazione sociale e del diritto ad hoc, si chiuderebbe un cerchio fatto di impegni ma anche di ritorni vantaggiosi. L’aumento dei figli è l’unica garanzia per assicurarsi la futura crescita di nuovi produttori di reddito e di nuovi versamenti contributivi necessari per finanziare i fondi per le pensioni e per il wellfare.
Il futuro della città e del suo sistema sanitario sono legati, soprattutto, alla maturazione di una severa politica sociale che sia “generativa” di provvedimenti tesi, soprattutto, al miglioramento della condizione femminile e, di conseguenza, del progresso demografico.

Mario Marroccu

I vigili del fuoco sono intervenuti intorno alle 20.00, per il recupero di un’auto che, a causa di un problema tecnico, è scivolata nella scarpata che sovrasta il parcheggio della spiaggia di Masua.
Sul posto è intervenuta la squadra del distaccamento di Iglesias che, dopo aver stabilizzato l’auto, l’ha riportata in sicurezza nel parcheggio.

Oggi in Sardegna sono stati segnalati 13 incendi,  dei quali 1 ha richiesto l’intervento del mezzo aereo della flotta regionale, nelle campagne del comune di Narcao, in località C. De Sollais.

Le operazioni di spegnimento sono state coordinate dal personale della stazione del Corpo forestale di Carbonia, coadiuvati dal personale a bordo dell’elicottero proveniente dalla base CFVA di Pula.

Sul posto è intervenuta  una squadra dell’Agenzia Forestas di Nuxis, i volontari di Narcao impegnati con due squadre e una squadra dei vigili del fuoco di Carbonia.

Nella foto di copertina l’incendio  di Narcao, in località C. De Sollais.

Il Corpo forestale sta intervenendo con il supporto di un elicottero proveniente dalla base operativa di Pula su un incendio in agro del Comune di Narcao, in località C. De Sollais.

Sul posto, coordina le operazioni di spegnimento il D.O.S. (Direttore delle operazioni di spegnimento) appartenente alla pattuglia del Corpo forestale di Carbonia.

Foto di archivio

Sabato 4 ottobre si terrà la cerimonia di premiazione dei vincitori del 40° “Premio letterario Giuseppe Dessì”. I finalisti sono: Angelo Carotenuto, Laura Imai Messina e Luigi Manconi per la Narrativa; Alessandra Corbetta, Alessandro Canzian e Marco Corsi per la Poesia. A Lella Costa il Premio speciale della Giuria; a Marco Paolini il Premio speciale della Fondazione di Sardegna.

La cerimonia di premiazione dei vincitori, condotta da Chiara Buratti, concluderà gli ultimi quattro fine settimana densi di appuntamenti culturali.

È l’edizione della maturità quella che celebra, a Villacidro, il quarantennale del Premio Letterario Giuseppe Dessì, che si concluderà il 4 ottobre con la premiazione dei vincitori, dopo un’intensa stagione di eventi culturali – spettacoli, concerti, presentazioni editoriali, incontri con gli autori e rappresentazioni teatrali – che proseguiranno fino alla cerimonia finale e anche nei giorni successivi.

Finalisti 2025

Sezione Narrativa: Angelo Carotenuto, con “Viva il lupo” (Sellerio); Laura Imai Messina, con “Tutti gli indirizzi perduti” (Einaudi);  Luigi Manconi, “La scomparsa dei colori” (Garzanti).

Sezione Poesia: Alessandra Corbetta, con “L’età verde” (Samuele Editore); Alessandro Canzian, con “In absentia” (Interlinea);  Marco Corsi, “Nel dopo” (Guanda).

I sei finalisti sono stati selezionati, tra gli autori delle numerosissime opere di alta qualità iscritte al concorso, dalla qualificata giuria presieduta dall’accademica Anna Dolfi, tra i maggiori studiosi dell’opera dessiana e composta dai docenti universitari Duilio Caocci, Gino Ruozzi e Nicola Turi, dal poeta e critico letterario Giuseppe Langella, dal giornalista Luigi Mascheroni, dalla linguista e scrittrice Francesca Serafini, dal romanziere e bibliotecario Fabio Stassi e da un rappresentante della Fondazione Dessì. Agli stessi giurati spetterà il compito di eleggere, per la cerimonia finale del 4 ottobre, i due vincitori, che riceveranno anche il premio di cinquemila euro (millecinquecento euro, invece, per ciascuno degli altri finalisti).

Il Premio Speciale della Giuria, riconoscimento tributato a un autore o a un’opera di vario genere culturale e letterario, è attribuito all’attrice, comica e doppiatrice Lella Costa, mentre il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna, destinato a un personaggio del panorama culturale e artistico per l’attività svolta nell’annualità di riferimento, va all’attore, regista e autore teatrale Marco Paolini.

La presentazione della cerimonia di premiazione, in programma dalle 18.00, a Villacidro, in via Stazione, è affidata all’attrice e conduttrice Chiara Buratti, e impreziosita dagli interventi musicali degli Gnu Quartet.

Un variegato programma di spettacoli, incontri con gli autori e concerti (tutti aperti al pubblico gratuitamente) animerà le settimane precedenti alla cerimonia, completando così la proposta culturale che ruota attorno al Premio, aperta quest’anno fin dal 30 maggio.

Domani, mercoledì 6 agosto, il presidente del Consiglio d’Amministrazione di Abbanoa Giuseppe Sardu illustrerà alla stampa la nuova condotta adduttrice, appena completata, al servizio della borgata marina di Porto Pino nel comune di Sant’Anna Arresi. Sarà l’occasione per fare il punto sulla situazione sul recente passaggio di gestione proprio del comune di Sant’Anna Arresi che dal 1° luglio è diventato di competenza di Abbanoa.

L’appuntamento è per le 12.00, a Sant’Anna Arresi, nel cantiere della nuova condotta lungo la strada provinciale 73 all’altezza del bivio con le vie degli Artigiani e Carbonia.

 

Torna il Nora Summer Festival, il mega concerto che ogni anno porta a Pula gli artisti più in voga del momento, e avvicina i turisti e gli appassionati della musica house ed elettronica provenienti da tutta l’Isola. A ospitare l’evento dell’estate – patrocinato dalla Città metropolitana di Cagliari e supportato dalla Regione – sarà ancora una volta il grande prato che si affaccia sulla spiaggia di Nora. Il 9 agosto, dalle 20 alle 5, suoneranno sul grande palco di Nora dj di fama internazionale e artisti che proporranno tanti e diversi generi musicali, così da soddisfare i diversi gusti del pubblico.

Il NSF è un appuntamento unico nel suo genere che, fin dalla sua nascita, nel 2018, ha saputo non solo farsi apprezzare ma anche farsi attendere. I giovani del territorio e del resto dell’isola, molti vacanzieri in visita nel Sud Sardegna, hanno partecipato sempre con grande entusiasmo a una intera nottata musicale diretta da ospiti e artisti di assoluto livello e valore, sia nazionale che internazionale.

Organizzato in un luogo incantevole dove storia, archeologia e natura si incontrano: basti osservare a pochi metri la piccola chiesa dedicata a Sant’Efisio e la bellissima Torre del Coltellazzo che domina la baia, e ancora l’area verde – dove si terrà il concerto – che si affaccia sulla placida spiaggia. Poi, musica che si diffonde nell’ambiente circostante tutta la notte, fino alle prime luci dell’alba. Una nottata che non solo non delude mai, ma che si fa ricordare e attendere fino all’evento successivo, con la curiosità per le novità che verranno.

L’evento, ideato da un gruppo di ragazzi di Pula, nasce come totalmente gratuito, e l’accesso sarà libero anche quest’anno. Sono previsti punti ristoro, l’area parcheggi e un presidio di primo soccorso. Confermati i due palchi differenti lanciati la scorsa edizione: il “Mainstage”, dall’anima strettamente commerciale, dove si esibiranno rapper e dj di musica elettronica, e il secondo, chiamato “Groove Garden Stage”,

Di rilievo, come da tradizione, il parterre degli ospiti presenti al Nora Summer Festival 2025: ad animare la lunga di musica e divertimento ci penseranno Il Pagante, Pekka, N4C, Street Smart, Marascia, Giacomo Busonera, Andrea Laddo e tanti altri ospiti.

 

Domenica 3 agosto 2025 la piazzetta Italo Diana di Sant’Antioco si è trasformata in un suggestivo palcoscenico sotto le stelle, accogliendo il pubblico accorso numeroso per un evento che ha saputo unire eleganza, tradizione e sperimentazione: il concerto “L’anima dei fiati in musica”, che ha visto protagonisti i musicisti del quintetto “Spiritus” (composto perlopiù dalle prime parti dell’Orchestra dell’Ente Lirico di Cagliari) insieme all’ospite d’onore, il Maestro Luigi Lai, leggenda vivente delle launeddas.

Organizzato dall’Associazione Culturale Musicale “Ennio Porrino” di Elmas con la direzione artistica del Maestro Ignazio Perra, e realizzato in collaborazione con la Scuola Civica di Musica “Don Tore Armeni” (diretta dal maestro Claudio Corrias) e il comune di Sant’Antioco, l’evento ha rappresentato una vera e propria fusione tra l’eccellenza della musica classica e la profondità arcaica delle tradizioni musicali sarde.

Il quintetto “Spiritus”, composto da Lisa De Renzio (flauto), Francesca Viero (oboe), Pasquale Iriu (clarinetto), Lorenzo Panebianco (corno) e Sonia Vargiu (fagotto), ha offerto un programma raffinato e coinvolgente, alternando brani di epoche e autori vari, passando da Mozart a Bizet e da Verdi ai brani della musica popolare e tradizionale sarda come “Is Launeddas” di Giovanni Puddu-Petretto, con arrangiamenti inediti che hanno esplorato le possibilità di interazione tra i fiati classici e la voce antica delle launeddas.

Il momento più atteso della serata è arrivato con l’ingresso del maestro Luigi Lai, che con la sua maestria ha emozionato il pubblico eseguendo il brano simbolo della musica tradizionale sarda: “Sant’Efis”, in una versione composta e rielaborata a quattro mani con il maestro Ignazio Perra. Il maestro Luigi Lai ha inoltre proposto, con le launeddas, in forma solistica alcune delle sue composizioni più rappresentative. L’incontro tra l’ensemble classico e le launeddas non è stato solo una sovrapposizione di stili, ma un autentico dialogo musicale in cui ogni voce ha trovato il proprio spazio e il proprio senso.

Non solo tecnica e precisione, ma anche un profondo rispetto per le radici culturali e per le emozioni che la musica può evocare. Determinanti, in questo equilibrio delicato, alcuni arrangiamenti firmati da Francesca Viero, che ha saputo valorizzare le potenzialità timbriche delle due tradizioni, facendo emergere una narrazione musicale molto suggestiva.

L’evento si inserisce nel più ampio progetto “Suoni e Voci per l’Isola”, volto alla valorizzazione della musica dal vivo in Sardegna nel 2025, con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e con la compartecipazione della Scuola Civica di Musica e del comune di Sant’Antioco.

«La seratadice il direttore artistico, maestro Ignazio Perraha lasciato un indelebile segno per la sua capacità di comunicare parlando al cuore del pubblico, celebrando l’incontro tra culture, generazioni e linguaggi musicali e incantando magicamente gli ascoltatori presenti.»

Nell’ambito del Programma Nazionale JUST TRANSITION FUND (PN JTF) ITALIA 2021-2027 – Piano Territoriale Sulcis Iglesiente, è stato pubblicato l’avviso finalizzato alla creazione di un catalogo per la concessione di voucher a sostegno della conciliazione tra vita privata e vita lavorativa per l’innalzamento dei tassi di attività.

Il Just Transition Fund (JTF) sostiene i territori più colpiti dalla transizione verso la neutralità climatica, affrontandone le conseguenze sociali, economiche e ambientali della transizione verso gli obiettivi 2030 dell’Unione europea.

In Italia le risorse del programma sono destinate a due aree particolarmente fragili: l’area della Provincia di Taranto e l’area del Sulcis Iglesiente.

Il piano territoriale del Sulcis Iglesiente prevede specifiche azioni destinate a favorire i tempi di conciliazione vita-lavoro per permettere un innalzamento della partecipazione al mercato del lavoro da parte di tutti i soggetti colpiti dalla transizione, in particolare da parte delle donne.

L’intervento intende acquisire domande da parte dei soggetti aventi sede operativa in Sardegna, al fine di costituire un Catalogo di fornitori che dovranno erogare nell’area del Sulcis Iglesiente i seguenti servizi per la cura e l’assistenza:

  • servizi di asili nido e micronidi;
  • servizi di baby-sitting e baby parking;
  • centri di aggregazione per ragazzi e adolescenti;
  • servizi di supporto all’apprendimento (lezioni individuali, educatore familiare, tutor per potenziamento);
  • servizi erogati da Centri a ciclo diurno per anziani, disabili e famiglie;
  • servizi di trasporto e/o accompagnamento offerti da soggetti abilitati/autorizzati (taxi sociale);
  • attività estive, offerte da scuole dell’infanzia e scuole primarie od altri istituti e strutture autorizzate;
  • servizi di educazione, animazione, socializzazione e tempo libero per disabili e anziani;
  • servizi di assistenza domiciliare a favore di anziani e disabili.

Lo stanziamento finanziario destinato all’avviso è pari a 5.000.000 di euro.

Potranno usufruire dei servizi le lavoratrici e i lavoratori e/o i soggetti impegnati in un percorso di formazione professionale e/o gli inoccupati e privi di impiego impegnate/i in attività di cura e assistenza di figli minori di 18 anni o di familiare disabile residenti in uno dei 23 comuni individuati dell’area del Sulcis Iglesiente.

La domanda potrà essere presentata dal soggetto proponente a partire dal 4 agosto 2025 e fino al 6 ottobre 2025 esclusivamente tramite PEC all’indirizzo: lavoro@pec.regione.sardegna.it

Checco Fele è il nuovo direttore generale del Carbonia Calcio. Per l’ex tecnico si tratta di un ritorno, nella veste dirigenziale, dopo la straordinaria stagione conclusa con la doppietta promozione-Coppa Italia nella stagione 2019/2020. Checco Fele è legato da una vita al Carbonia Calcio, prima da calciatore, poi da allenatore, protagonista tra l’altro della storica promozione in serie C2 e alla guida della squadra tra i professionisti per quattro stagioni. Con il suo reingresso in società, il presidente Andrea Meloni ha messo un altro importantissimo tassello nell’organico tecnico-dirigenziale, dopo il ritorno in panchina di Graziano Mannu e quello di Sebastian Puddu nella veste di direttore sportivo (protagonista anche lui della stagione trionfale 2019/2020).

A cinque giorni dal raduno, previsto per domenica 10 agosto, intanto, il direttore sportivo Sebastian Puddu e il tecnico Graziano Mannu sono impegnati nell’allestimento dell’organico con il quale il Carbonia Calcio si presenterà al via del prossimo campionato di Eccellenza regionale. I nomi sono ancora top secret ma potrebbero essere resi noti già nelle prossime ore. Nonostante la macchina si sia mossa solo da meno di tre settimane, per il recente profondo cambiamento avvenuto al vertice della società, è stata avviata a velocità sostenuta e c’è fiducia per l’allestimento di una rosa “interessante”, in grado di onorare il ruolo del Carbonia Calcio in un campionato che si preannuncia molto competitivo.

Giampaolo Cirronis

Nella foto sotto il nuovo direttore generale Checco Fele con il nuovo presidente Andrea Meloni al Comunale di Villaperuccio, questo pomeriggio, durante l’Open day della categoria giovanissimi.