«La sindrome FOXG1 è una gravissima patologia del neurosviluppo che colpisce soprattutto i bambini. Una malattia rara che, in Sardegna, registra un unico caso, nel Sulcis Iglesiente. Ho presentato un’interrogazione alla presidente della Regione e all’assessore della Sanità per chiedere interventi urgenti a favore delle persone affette da malattie rare, con particolare riferimento alla sindrome FOXG1, una gravissima patologia del neurosviluppo che colpisce soprattutto i bambini.»
Lo scrive, in una nota, Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
«Questa vicenda mette in evidenza tutte le difficoltà legate all’assenza di centri specializzati e di percorsi dedicati nell’isola – aggiunge Gianluigi Rubiu -. La famiglia coinvolta è costretta a trasferte continue nel nord Italia per garantire cure e programmi riabilitativi alla propria bambina, affrontando costi ingenti e disagi burocratici. Ritengo inaccettabile che nella nostra Regione non siano garantiti sostegno e continuità assistenziale a chi vive una prova così difficile. È dovere delle istituzioni colmare questa lacuna e assicurare pari diritti e dignità a tutte le famiglie.»
«Con la mia interrogazione ho chiesto alla presidente Alessandra Todde e all’assessore Armando Bartolazzi di riconoscere e sostenere le spese di trasferimento fuori Sardegna per le famiglie coinvolte, di attivare percorsi di presa in carico personalizzata, con un referente regionale dedicato, di rafforzare il sostegno economico, psicologico e sociale in collaborazione con associazioni e centri di riferimento nazionali e di inserire la sindrome FOXG1 tra le priorità di intervento del Centro di Coordinamento Regionale Malattie Rare – conclude Gianluigi Rubiu -. Il mio impegno non è rivolto solo a dare una risposta immediata alla famiglia che oggi vive questa condizione, ma anche a costruire un sistema di supporto stabile e inclusivo, capace di affrontare con serietà e sensibilità le sfide poste dalle malattie rare. Nessuno deve sentirsi solo davanti a un problema così grande.»
«Accogliamo favorevolmente le richieste rivolte oggi dal Ministro alla Sider Alloys e il fatto che si sia presa coscienza della situazione di stallo e sia stato dato un termine alla proprietà per dare risposte certe», affermano Marco Angioni e Giuseppe Masala della FSM Cisl.
«Come Confederazione – aggiunge la segretaria regionale Federica Tilocca – siamo, però preoccupati rispetto ad uno scenario futuro che non è ancora chiaro e sul quale sollecitiamo garanzie ed impegno da parte del ministero affinché sia assicurato il riavvio dell’unità produttiva e si scongiuri la chiusura di un altro pezzo di filiera dell’alluminio.»
Lo dichiarano Guglielmo Gambardella, Segretario nazionale Uilm, Carla Meloni, Segreteria Uil Sardegna e Renato Tocco, Responsabile Uilm Sulcis, al termine dell’incontro odierno tenutosi presso il MiMIT presieduto dal ministro Adolfo Urso, e al quale erano presenti il sottosegretario Bergamotto, i rappresentanti di Invitalia, SiderAlloys e Regione Sardegna.
«Riteniamo estremamente difficile che vengano soddisfatte le condizioni di apporto di nuovo capitale, permanenza di Invitalia e proroga contratto di fornitura di energia Enel a condizioni tariffarie di miglior favore fino al 2032, richieste dal pool di banche affinché SiderAlloys possa ottenere un nuovo finanziamento», sottolineano.
«Se il finanziamento non si realizzasse e ci fosse l’uscita dal capitale del socio pubblico, il progetto si arresterebbe definitivamente e la possibilità di ricollocazione di tutti i lavoratori dell’ex Alcoa potrebbe essere compromessa. Abbiamo quindi apprezzato – continuano – l’approccio deciso del ministro Urso nei confronti del rappresentante della multinazionale svizzera invitandolo a favorire il subentro di un nuovo investitore internazionale fra quelli che hanno manifestato interesse al progetto.»
«Riteniamo l’incontro odierno un punto di svolta sul percorso di ricerca di una nuova soluzione che possa dare una prospettiva certa allo smelter di Portovesme. Auspichiamo che prevalga il senso di responsabilità da parte di SiderAlloys- Ma occorre fare presto – concludono – ci sono centinaia di lavoratori che subiscono da troppi anni le difficoltà della cassa integrazione, che sopravvivono con l’indennità di mobilità in deroga e che sono in attesa di ricollocazione dopo essere stati licenziati.»
«La posizione della Regione Sardegna sulla vertenza Sider Alloys è in linea con quella del Governo. La Regione pone sempre come punto fermo che la ripresa della produzione di alluminio sia importante non solo per la Sardegna e per il Sulcis Iglesiente, ma per tutto il Paese. Il rilancio dello stabilimento di Portovesme è necessario per soddisfare le esigenze di centinaia di altre imprese che operano nel settore dell’alluminio.»
Lo ha ribadito l’assessore dell’Industria Emanuele Cani nel suo intervento durante il tavolo sulla questione Sider Alloys convocato oggi dal ministero delle Imprese e del Made in Italy.
«Tuttavia il tempo stringe – ha sottolineato Emanuele Cani – e la nostra preoccupazione circa le oggettive difficoltà che l’attuale proprietà sta affrontando nel portare avanti l’intrapresa industriale aumenta. La Regione non si è mai spinta ad esprimere giudizi eccessivamente stringenti sull’operato di alcuno, ma è arrivato il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità, perché di fatto, purtroppo, sono passati anni e questo impianto non è ancora ripartito.»
L’assessore ha sostenuto il doppio binario ipotizzato dal Governo: «Dal nostro punto di vista oggi ci sono tutte le condizioni politiche e geopolitiche affinché questo stabilimento possa ripartire, ora o mai più, e pertanto dobbiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità affinché questo avvenga, o attraverso la messa a disposizione di risorse importanti da parte del sistema bancario, o valutando l’ingresso di eventuali altri soggetti industriali internazionali, che a detta del ministro Urso avrebbero manifestato il proprio interesse. Ci dobbiamo però porre un obiettivo preciso, perché siamo fuori tempo massimo e rischiamo di perdere questo treno definitivamente».
«Il turismo lento si candida quale asset nell’ambito della strategia promozionale della Regione: è un segmento basato su sostenibilità ambientale ed economico-sociale, teso a valorizzare un’offerta unitaria, composta da borghi, cammini e destinazioni di pellegrinaggio, che si appresta ad affacciarsi sui mercati nazionali e internazionali.»
Con queste parole l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Franco Cuccureddu, ha sintetizzato oggi (martedì 16 settembre), nel corso della conferenza di presentazione della 4ª edizione di “Noi Camminiamo in Sardegna”, svoltasi al Centro spirituale Nostra Signora del Rimedio di Donigala Fenughedu, la valenza del progetto regionale sul turismo dei cammini, attivato, sviluppato e promosso dall’assessorato regionale.
«Si tratta di un modello turistico esperienziale e sostenibile – ha aggiunto Franco Cuccureddu – imperniato su valori quali ambiente e natura, identità e autenticità, accoglienza dei territori e delle comunità che li abitano. Alla pari di altri prodotti turistici tematici, complementari al consolidato turismo marino-balneare, rappresenta un potenziale fattore di sviluppo economico per i luoghi coinvolti e un’opportunità di diversificare l’offerta durante tutto l’anno e in tutto il territorio regionale.»
Una parte rilevante dell’attività promozionale è – e sarà – dedicata al turismo nei borghi, in particolare al cluster di 15 località certificate (Borghi caratteristici della Sardegna) che “rappresentano uno spaccato di Sardegna autentica, memorie ‘vive’ che raccontano saperi e sapori, nonché un modello di sostenibilità ambientale, economica e sociale e di valorizzazione in chiave slow delle ricchezze materiali e immateriali”, ha sottolineato l’Assessore.
All’interno del turismo lento rientra anche la promozione dei beni UNESCO della Sardegna, arricchita dalla novità principale del 2025: il recente inserimento delle necropoli a domus de Janas nel Patrimonio dell’Umanità. Queste si affiancano all’unico sito archeologico finora riconosciuto, Su Nuraxi di Barumini, mentre gli altri beni UNESCO sardi sono immateriali (il canto a tenore e la Discesa dei Candelieri) e naturalistici (l’Oasi di Tepilora). Con questa novità la Sardegna si presenterà al WTE di Roma (25-26 settembre prossimi).
La conferenza di Donigala Fenughedu ha offerto l’occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento del progetto, con gli interventi dei rappresentanti regionali, degli enti locali protagonisti, dei media e di esperti del settore. L’incontro ha anche introdotto il clima della quarta edizione di Noi Camminiamo in Sardegna, evento di riferimento per i cammini in Sardegna, che per il terzo anno consecutivo ha ricevuto il patrocinio del Ministero del Turismo.
«L’originale e apprezzato format della manifestazione – ha spiegato l’assessore Franco Cuccureddu – mira a garantire un progressivo livello di fruibilità complessiva, infrastrutturale e di servizi annessi, dei cammini e degli itinerari proposti dalle destinazioni di pellegrinaggio iscritte al Registro regionale. In questo senso ciascuna componente dell’offerta dovrà essere all’altezza degli standard richiesti e dotarsi di servizi adeguati alle esigenze dei mercati.»
Ampio spazio è stato riservato al programma di Noi Camminiamo in Sardegna 2025, che durerà un’intera settimana, dal 28 settembre al 4 ottobre, con 16 itinerari che si snoderanno lungo gli otto Cammini di Sardegna e le otto Destinazioni di Pellegrinaggio, attraversando circa 53 Comuni. Il format prevede il coinvolgimento di circa 500 partecipanti: ogni itinerario sarà percorso da gruppi di 25-30 “camminatori”, tra cui giornalisti, content creator, esperti, videoreporter, guide turistiche e ambientali, fotografi e appassionati. I gruppi cammineranno in contemporanea sui 16 itinerari per poi riunirsi nella destinazione finale, annunciata dall’assessore Franco Cuccureddu e presentata dal rappresentante del comune di Pula, il sindaco Walter Cabasino.
Il Comune ha sottolineato come Pula meriti di rappresentare la Sardegna sullo scenario nazionale del turismo lento e dei cammini, grazie alle sue attrazioni storico-culturali e religiose e, in particolare, al grande valore identitario del Cammino di Sant’Efisio, in onore del martire più venerato dell’Isola.
Proprio sull’evento conclusivo si concentrano le novità del 2025, illustrate dal responsabile del settore Renato Tomasi:
Un’ulteriore novità della 4ª edizione è l’invito rivolto ai gestori dei cammini e delle destinazioni di pellegrinaggio a favorire il coinvolgimento di esperti e appassionati, a promuovere l’accessibilità e ad avvicinare i giovani attraverso attività con le scuole.
Il progetto regionale coinvolge e consolida gli otto itinerari dei Cammini di Sardegna: Cammino Minerario di Santa Barbara, Cammino di San Giorgio Vescovo, Cammino di Santu Jacu, Cammino di Sant’Efisio, Cammino 100 Torri, Via dei Santuari e Cammino Francescano in Sardegna. Inoltre, è stato introdotto un nuovo itinerario pilota: il Cammino dei Beati, che comprende i territori di cinque Comuni del Nuorese e della Baronia (Dorgali, Galtellì, Oliena, Orgosolo e Orosei).
Protagoniste dell’evento saranno anche le Destinazioni di Pellegrinaggio: Borutta, Dorgali, Galtellì, Genoni-Gesturi-Laconi, Luogosanto, Orgosolo e Sant’Antioco. Borghi legati a figure di santi e beati, luoghi di ospitalità, silenzio e meditazione, autentici scrigni di rigenerazione fisica e spirituale, rappresentano uno spaccato della Sardegna più autentica.
«Il vino buono non nasce dal caso, ma dalla fedeltà alla terra e alla sua lingua.»
Lo scriveva Salvatore Cambosu, uno dei più proficui letterati sardi degli inizi del Novecento e, come su tante altre cose, aveva perfettamente ragione. Lo dimostrano i Sentieri del Carignano – nuovo itinerario tematico completamente inedito che sorge all’interno del Cammino Minerario di Santa Barbara, nella Sardegna Sud-Occidentale – che racchiudono molteplici esperienze, introspettive e turistiche, sportive ed enogastronomiche, senza mai dimenticare la storia, il territorio e la cultura locale.
Il nuovo percorso unisce turismo lento, paesaggi mozzafiato, storia delle miniere e viticoltura a piede franco, capace di dare vita a grandi vini. Protagonista assoluto sarà il Carignano del Sulcis, vino rosso ottenuto dall’omonimo vitigno; caratterizzato da un colore rubino intenso, offre profumi di frutti rossi maturi, spezie e note mediterranee. Al palato è morbido, avvolgente e ben strutturato, con tannini equilibrati e un finale persistente. Ad esso vengono associati piatti della tradizione sarda, il tonno rosso ed altre specialità tipiche del Sulcis.
Per presentare la bellezza di questi luoghi ed il gusto del suo vino in abbinamento alla cucina locale, la Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara ha deciso di promuovere, dal 18 al 20 settembre, il primo press tour dedicato ai Sentieri del Carignano del Sulcis, un viaggio esperienziale, escursionistico ed enogastronomico attraverso uno dei territori più affascinanti e autentici della Sardegna. Un itinerario tematico che si innesta nel tracciato ufficiale del CMSB – composto, quest’ultimo, da oltre 500 km di percorsi escursionistici attraverso miniere, borghi e paesaggi unici – dando risalto alle aree vocate alla produzione del Carignano del Sulcis DOC, vino simbolo della resistenza agricola e identitaria del territorio.
Mauro Usai, presidente della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, dichiara: «Il progetto Sentieri del Carignano nel Sulcis testimonia la nostra visione del territorio nel promuovere itinerari che invitino a vivere i luoghi passo dopo passo, attraversando paesaggi, vigneti e comunità, per conoscerne la storia, le pratiche agrotecniche e le eccellenze produttive. In questo percorso, il vino diventa strumento di dialogo tra natura e cultura, e il Carignano del Sulcis, con la sua identità forte e riconoscibile, ne è il protagonista simbolico. La sua eccellenza non è solo nel prodotto, ma nell’intera catena di valori capace di raccontare tradizioni, saperi artigianali e cicli della terra.
Il cammino tra i filari dei nostri vigneti è, dunque, un viaggio di conoscenza condivisa: dai produttori alle aziende, dalle cantine fino alle comunità locali che accolgono, educano e beneficiano della presenza di visitatori interessati ad esperienze autentiche e genuine. Enti locali e istituzioni, insieme ad imprese agricole ed operatori turistici, possono quindi creare opportunità economiche in equilibrio con la tutela del paesaggio, la salvaguardia delle risorse naturali e la valorizzazione della biodiversità.
Il connubio tra lentezza, scoperta autentica e gusto rappresenta così, per la Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara, una bussola per valorizzare vocazioni e peculiarità dei nostri luoghi simbolo dell’epopea mineraria e per rilanciare i territori offrendo modelli di sviluppo sostenibile, rispettoso dell’ambiente, delle tradizioni e delle comunità locali».
Tra i luoghi simbolo nel taccuino del viaggiatore alla scoperta dei Sentieri del Carignano non possono mancare:
«Dobbiamo ridare centralità alla Sardegna, portare le vertenze dell’Isola, le nostre necessità nei tavoli e nei contesti nazionali. Dobbiamo dare voce al nostro territorio e la Uil Sardegna è pronta a farsi carico di tutto questo portando avanti un progetto comune e condiviso.»
E’ uno degli obiettivi che la segretaria generale della Uil Sardegna Fulvia Murru ha illustrato durante l’incontro promosso dalla Uil Pensionati con la segreteria Confederale della Uil Sardegna ieri all’hotel Cesar. Presenti i rappresentanti territoriali della Uilp e numerosi segretari generali delle categorie.
L’idea dell’incontro, a poco più di un mese della nomina della nuova segreteria regionale confederale, è racchiuso nel titolo “Insieme su un percorso comune”.
Un percorso che, come rimarcato nell’intervento introduttivo dal segretario generale della Uilp Rinaldo Mereu, deve «partire dal dialogo interno per esprimere una nuova fase di crescita e di radicamento della Uil nel territorio con l’obiettivo di una nuova confederalità».
L’incontro di ieri è servito per rafforzare e riallacciare il legame tra la Confederazione, le categorie e i territori per avviare «un percorso comune di responsabilità, trasparenza e coerenza – ha detto Rinaldo Mereu – e orientare un processo fondato sulla partecipazione attiva che parta anche dai territori». In questa ottica Mereu ha ricordato «che su 377 Comuni, 268 sono al di sotto dei 3mila abitanti e la Uilp è presente in quasi ogni Comune. Occorre quindi valorizzare gli ambiti territoriali che sono la risorsa del sindacato».
«La nostra missione – ha ribadito Fulvia Murru – è quella di difendere i diritti delle lavoratriciì, dei lavoratori, dei pensionati e delle pensionate. Non dobbiamo mai dimenticarlo. Dobbiamo mantenere al centro della nostra mission la persona, il territorio e la comunità che noi rappresentiamo.»
Durante l’incontro si sono susseguiti gli interventi dei segretari delle categorie Uila Gaia Garau, Feneal Gianni Olla, Uil Fpl Mimmo Foddis, Uil Pa Maria Giorgia Vargiu, Tonino Ortega della Uilcom e Paolo Serra della segreteria Uilm.