22 December, 2025

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Sono 4 i nuovi casi positivi al Covid-19 riscontrati oggi in Sardegna, su 747 tamponi eseguiti. Nessun decesso.

Il numero totale di casi di positività accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza sale così a 1.319. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 27.737 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 102, 92 ricoverati con sintomi, 10 in terapia intensiva, mentre 587 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 416 pazienti guariti (+37 rispetto al dato precedente), più altri 95 guariti clinicamente. Gli attualmente positivi sono 689. Resta invariato il numero delle vittime (119).
Sul territorio, dei 1.319 casi positivi complessivamente accertati, 241 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+1 rispetto all’ultimo aggiornamento), 94 nel Sud Sardegna, 55 a Oristano, 81 (+3) a Nuoro, 848 a Sassari.

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Si è concluso pochi minuti fa il rito religioso officiato dall’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi, nella chiesa di Pula, in onore di Sant’Efisio.
Durante il trasferimento del Santo da Cagliari a Pula, nel tempo del Coronavirus, un numero assai limitato di devoti ha potuto accompagnare il viaggio, una presenza che ha ancora di più il senso della devozione del popolo sardo che si è stretto anche oggi in preghiera intorno al Santo Protettore della Sardegna.
Nella sua omelia, mons. Giuseppe Baturi non ha mancato di implorare il Santo, affinché possa intervenire per scacciare il Coronavirus e per proteggere tutti, troppe morti e lutti hanno devastato la Sardegna e l’Italia intera.
«Siamo certiha proseguito mons. Giuseppe Baturi – che Sant’Efisio sia al nostro fianco e che interverrà per liberare la Sardegna intera da questo virus, perché tutti abbiamo bisogno di riprendere la nostra vita e, soprattutto, abbiamo bisogno che l’aspetto socio-economico riprenda il suo corso naturale e che la politica e le istituzioni riescano a venire incontro alle esigenze di una societàha concluso l’arcivescovo di Cagliariche chiede a gran voce un aiuto, necessario e immediato, che non può essere procrastinato nel tempo.»
Armando Cusa

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L’epidemia Covid ci ha insegnato che gli ospedali e tutte le comunità assistenziali possono essere percepiti come un luogo insicuro. In questo periodo gli accessi ai Pronto Soccorso della Sardegna sono ridotti del 70%. Migliaia di sardi attendono prestazioni ospedaliere che sono state rinviate, non si sa bene a quando.
E’ possibile ritornare alla normalità che conosciamo (e che non ci soddisfaceva)?
E se invece provassimo a sfruttare l’opportunità?
Se provassimo a pensare ad una “diversa normalità” del sistema sanitario della nostra Regione, riscrivendo il ruolo degli Ospedali, del territorio e dell’emergenza, utilizzando la potentissima leva di cambiamento della sanità digitale?
Già oggi con il nostro smart watch noi possiamo attivare il coaching sugli stili di vita, sull’alimentazione. Possiamo calcolare parametri cardiaci, respiratori. Possiamo usare il telemonitoraggio per inviare “allarmi” se qualcosa non funziona…
La Telemedicina, ma anche l’intelligenza artificiale (AI) e l’internet delle cose (IOT), possono radicalmente cambiare il sistema sanitario sardo, invertendo lo schema che oggi non funziona più. Il cittadino non deve più andare verso “i luoghi di cura”! Al contrario, è la prestazione sanitaria che deve andare direttamente a casa del cittadino!

Se ne parla in webinar mercoledì 6 maggio dalle ore 18,30 alle ore 19.30. Approfondirà il tema Pierpaolo Vargiu, del Centro Studi dei Riformatori sardi. Seguirà un dibattito al quale parteciperanno tra gli altri Paolo Cannas, Franco Meloni Giambenedetto Melis, Giorgio Sorrentino e l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.

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In merito alle dichiarazioni del presidente della Regione Autonoma della Sardegna, on. Christian Solinas, il presidente della Conferenza Episcopale Sarda, mons. Antonello Mura, afferma quanto segue: «I Vescovi sardi pur apprezzando l’attenzione che il Presidente Solinas ha rimarcato nella conferenza stampa di oggi verso l’apertura delle chiese alle ‘celebrazioni eucaristiche’ si riservano di leggere e valutare il testo dell’ordinanza regionale che verrà firmata, tenendo conto che non sono stati consultati precedentemente e che decisioni di questo tipo – precisa mons. Antonello Mura – competono unicamente all’Autorità ecclesiastica». 

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«Liquidità immediata alle imprese del settore turistico in un momento di emergenza per sostenere l’occupazione e rilanciare il comparto.»

È quanto afferma l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, che annuncia l’approvazione di 326 domande ammesse al finanziamento dalla data di presentazione a settembre 2019 – per un importo pari a 4 milioni 362.530 euro (fondi POR Sardegna FSE – 2014/2020) – a seguito dell’Avviso pubblico con procedura “a sportello” per il bando ‘Destinazione Sardegna Lavoro’ finalizzato alla concessione di incentivi per l’estensione della durata dei contratti di lavoro stagionali e l’allungamento della stagione turistica per l’annualità 2019.  

«Si tratta di incentivi a fondo perduto destinati sia a micro imprese che a grandi catene alberghiere, con l’obiettivo principale di incoraggiare la diversificazione dell’offerta turistica e ricettiva dell’Isola con aiuti alle imprese del settore, attraverso il sostegno dell’occupazione, per favorire una maggiore stabilità dei lavoratori con la stipula di contratti stagionali più lunghi», precisa l’assessore Alessandra Zedda, che sottolinea come «il bando sia stato espletato in tempi eccezionalmente brevi».

«Il turismo e le professionalità del settore rappresentano per l’isola uno straordinario motore di sviluppo e una risorsa che abbiamo il dovere di tutelare e valorizzare. Soprattutto in questo drammatico momento di emergenza abbiamo però anche la consapevolezza di indicare e costruire degli scenari per l’immediato futuro del settore, che dobbiamo perseguire con coraggio e determinazione. La Regione è pronta a sostenere e incoraggiare tutte le iniziative che possano rilanciare occupazione ed economia», ha evidenziato l’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa.

La concessione del finanziamento è subordinata all’osservanza delle prescrizioni contenute nell’Avviso e in particolare alla presentazione, da parte delle imprese ammesse al finanziamento, entro 30 giorni dalla pubblicazione della determinazione di ammissibilità, (non oltre entro il termine del 31 luglio) della nota di adesione.

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«I settori coinvolti dalla crisi economica derivati dalla situazione emergenziale che stiamo vivendo sono molteplici, ogni singola richiesta deve essere pertanto portata avanti con coscienza e la ferrea volontà di dar loro risposte certe.»
Lo afferma Dario Giagoni, capogruppo Lega in Consiglio regionale.
«Il settore turistico è sicuramente uno dei più martoriati da questo protrarsi del lockdown e lo sarà certamente anche nella, ancora non totalmente definita, fase 2 insieme a tutto il suo indottoaggiunge Dario Giagoni -. Pertanto, è necessario ricomprendere negli interventi mirati alla salvaguardia delle aziende anche il comparto degli armatori di trasporto passeggeri, il quale conta in Sardegna circa 60 motonavi abilitate al traffico locale turistico e circa 400 lavoratori tra marittimi ed impiegati nelle biglietterie. Questo settore pur non rientrante nel blocco delle attività imposto dal governo ha registrato delle ovvie pesantissime perdite per totale assenza di domanda e rischia di veder vanificato il lavoro svolto nelle precedenti annualità, volto anche ad allungare la stagione lavorativa. Chiediamo, pertanto, che il presidente Christian Solinas si faccia portatore delle istanze del comparto con il governo centrale al fine di estendere ad essi i provvedimenti già messi in atto nel confronti delle attività aventi codice ATECO rientranti nella filiera turistica quali: cassa integrazione ordinaria o in deroga per i lavoratori, indennità per i lavoratori stagionali come previsto da DL  18/2020.»
«Oltre abbiamo anche proposto interventi ed un impegno ad opera della Regione Sardegnaconclude Dario Giagoni al fine di adottare specifici provvedimenti in grado di andare incontro alle esigenze di questo settore, colpevole solo di non essere riconosciuto a livello nazione come facente parte della filiera prettamente turistica.»

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Il numero di casi positivi al Covid-19 oggi in Sardegna si è quasi azzerato (2, totale 1.315) e non sono state riscontrate positività nell’intera provincia di Sassari (il totale è rimasto fermo a 848). Il bilancio ampiamente positivo contrasta con i due nuovi decessi che portano il totale delle vittime a 119. I due casi positivi sono stati riscontrati 1 nella Città Metropolitana di Cagliari (totale 240), l’altro nella provincia di Nuoro (totale 78). Nessun caso sia nella provincia di Oristano (totale 55) sia nella provincia del Sud Sardegna (totale 94).

Il numero dei tamponi eseguiti è stato di 748 (ieri 1.488), quello dei casi testati è 623 (ieri 1.084). E’ cresciuto sia il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, 86 (ieri erano 84), sia quello dei pazienti in terapia intensiva, 13 (ieri erano 12). E’ sceso sia il numero delle persone in isolamento domiciliare, 631 (ieri erano 648) sia quello degli attualmente positivi, 730 (ieri erano 744). Sono 14 i dimessi/guariti nelle ultime 24 ore, con il numero totale salito a 466. 

 

 

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«Il virus è ancora presente, e non bisogna abbassare la guardia. Ma – ha detto stasera durante il punto stampa il presidente della Regione Christian Solinas -, c’è l’esigenza di restituire al popolo Sardo la graduale ripresa delle proprie attività personali ed economiche. La serrata, necessariamente prolungata fino ad oggi per proteggere la salute pubblica, ha generato problemi non solo nel tessuto sociale ed economico, ma anche turbato profondamente lo stile di vita e le abitudini cittadini. Occorre, dunque, ripartire, con estrema prudenza e con l’osservanza di norme che assicurino ancora il necessario distanziamento.»
E la Sardegna, dunque, riparte, con la ripresa di molte attività interrotte a causa della pandemia.
Lo prevede la nuova Ordinanza emessa dal presidente della Regione, frutto del costante dialogo con gli scienziati del Comitato tecnico scientifico. Un’ordinanza che – ha detto il presidente Christian Solinas -, rappresenta un atto di fiducia nei confronti del Popolo Sardo, che ha dimostrato grande senso di responsabilità nell’osservanza delle precedenti misure restrittive. Una responsabilità che ha consentito di contenere in modo significativo la diffusione del virus; da alcuni giorni – ha sottolineato il Presidente -, i dati sui contagi e la curva dei positivi in costante discesa rappresentano un motivo di speranza.»
Sono, dunque, consentite molte attività, illustrate nel dettaglio del testo. Riprende l’edilizia pubblica e privata, la cantieristica nautica; riapertura di parchi, ville e giardini, possibile l’attività motoria all’aperto senza il limite dei 200 metri, le attività nei centri sportivi e l’addestramento di cavalli e cani. Riprende la pesca sportiva, ed è possibile tornare nelle seconde case insieme al proprio nucleo familiare purché convivente così come curare le barche, gli orti, i frutteti, i giardini.
Riprende la vendita di cibi d’asporto, l’attività delle agenzie immobiliari e finanziarie, la raccolta di legna, funghi, foraggio, la tosatura delle pecore.
Riaprono molte tipologie di negozi.
Tutte queste attività dovranno ovviamente svolgersi nell’osservanza di regole di distanziamento e di igienizzazione, illustrate nell’ordinanza.
Restano proibite le cerimonie religiose aperte al pubblico, ma, vera novità in campo nazionale e internazionale, l’ordinanza prevede la ripresa delle funzioni religiose, quindi la celebrazione delle Messe, con un protocollo di regole che i vescovi stabiliranno nelle loro diocesi.
Permangono le regole sugli arrivi in porti ed aeroporti.

Il testo dell’ordinanza.

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Il 9 settembre 2011, lo stadio Comunale di Carbonia venne intitolato alla memoria di Carlo Zoboli, la “bandiera” del calcio biancoblù. Nei quindici campionati giocati con la maglia biancoblù Carlo Zoboli ha disputato complessivamente 380 partite, mettendo a segno 9 reti (andare in goal da difensore puro, con i sistemi di gioco di quei tempi, non era certamente impresa facile). Dietro di lui ci sono Aldo Scopa con 300 presenze e 23 reti e Floriano Congiu con 291 presenze e 62 reti.

Per celebrare l’evento, la società biancoblù, con la collaborazione del comune di Carbonia e della provincia di Carbonia Iglesias, organizzò un torneo nazionale, al quale vennero invitate le squadre giovanissimi di Atalanta, Genoa e Cagliari.

Il Memorial venne vinto dall’Atalanta che nella finalissima, disputata allo stadio Comunale Carlo Zoboli, ebbe la meglio sul Cagliari di Pietro Pillosu con il punteggio di 3 a 1 (reti di Boffelli e Baldrighi nel primo tempo per l’Atalanta; Barella su rigore per il Cagliari e La Vigna per l’Atalanta nella ripresa). «La squadra neroazzurra – riporta la cronaca pubblicata da “La Provincia del Sulcis Iglesiente” di allora – si è imposta con pieno merito, essendosi rivelata la più forte, con un potenziale umano davvero notevole per squadre formate da ragazzi di 14 anni, alcuni dei quali hanno mostrato qualità in prospettiva assai interessanti». L’Atalanta si era qualificata per la finale superando il Genoa ai calci di rigore, dopo che i tempi regolamentari si erano conclusi sull’1 a 1 (vantaggio iniziale del Genoa con Mandraccio e pareggio dell’ottimo La Vigna); il Cagliari, da parte sua, non aveva avuto difficoltà ad avere la meglio sul Carbonia di Frau e Manca, con un netto 6 a 0. Nella finale per il 3° e 4° posto il Genoa si era imposto nettamente sul Carbonia per 11 a 0. Va detto che Atalanta e Genoa, già espressione di vivai notoriamente molto ben curati, si presentarono all’appuntamento sulcitano con una preparazione molto più avanzata rispetto al Cagliari.

Oggi, a distanza di quasi 9 anni, rileggendo la cronaca di allora e, soprattutto, rivedendo il servizio fotografico di allora, emerge chiaramente – su tutte le altre – la figura di un giovanissimo del Cagliari che ha bruciato le tappe, arrivando prima a vestire la maglia della Nazionale, poi diventando protagonista del mercato dell’estate 2019, con il trasferimento all’Inter di Antonio Conte: Nicolò Barella.

Il giovane Nicolò Barella aveva già allora carattere e qualità fuori dal comune. Era il capitano della squadra di Pietro Pillosu, era il rigorista ed un vero leader in campo a soli 14 anni e mezzo (è nato a Cagliari il 7 febbraio 1997). A 16 anni entrò nell’Under 19 del Cagliari, a 19 non ancora compiuti andò a maturare a Como, al mercato autunnale del 2015: tornò a Cagliari a fine stagione e da lì è iniziata la sua scalata che lo ha portato prima in Nazionale, poi all’Inter.

Nella foto di copertina, c’è tanto del Nicolò Barella che il calcio italiano conosce oggi, ma allora aveva solo 14 anni e 7 mesi!

Giampaolo Cirronis

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Sono solo 2 i nuovi casi positivi al Covid-19 riscontrati in Sardegna su 748 tamponi eseguiti. Il totale dei casi positivi sale così a 1.315 dall’inizio dell’emergenza. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 26.990 tamponi (24.065 i casi testati). I pazienti ricoverati in ospedale con sintomi sono 86, 13 quelli in terapia intensiva, mentre 631 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 730. I dimessi/guariti sono 466. Il numero delle vittime sale a 119 (2 oggi).
Sul territorio, dei 1.315 casi positivi complessivamente accertati, 240 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+1 rispetto all’ultimo aggiornamento), 94 nel Sud Sardegna, 55 a Oristano, 78 a Nuoro (+1), 848 a Sassari.