21 December, 2025

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Sarà una “Festa Manna” segnata dall’emergenza sanitaria Covid-19 e dalla conseguente impossibilità di celebrare come si conviene il Santo Patrono Massimo di tutta la Sardegna, Antioco Martire: lunedì 27 aprile 2020 ricorre la Festa di Sant’Antioco (come da tradizione 15 giorni dopo la Pasqua), la più antica della Sardegna, giunta quest’anno alla 661ª edizione. Niente sfilata della statua del Santo e delle sue reliquie per le vie della città, accompagnati da “traccas”, cavalieri e amazzoni, suonatori di launeddas e gruppi folkoristici provenienti da ogni angolo dell’isola. E non si terranno nemmeno le varie manifestazioni religiose e laiche che annualmente si svolgono in occasione della Festa in onore del Patrono della Sardegna.

L’emergenza Coronavirus e le misure di contenimento, infatti, obbligano a compiere scelte difficili ma ponderate, che tuttavia non impediranno ai fedeli di stringersi in un abbraccio ideale, in un momento di pura devozione: lunedì 27 aprile, infatti, a partire dalle 17.00, verrà concelebrata una Santa Messa nella Cripta del Santo (Catacombe), dal vescovo della Diocesi di Iglesias Giovanni Paolo Zedda e dal Rettore della Basilica don Mario Riu, a “porte chiuse” ma trasmessa in diretta tv sull’emittente Videolina: «Questo momento di emergenza sanitariacommenta il sindaco Ignazio Loccici invita, con maggiore forza e fede, a rinnovare la nostra Devozione nei confronti di Sant’Antioco Martire, patrono di Sant’Antioco e di tutta la Sardegna. La 661ª Festa ricade in un periodo fortemente delicato, che ci vede costretti a rinunciare alle abitudini, alla socialità, alla “normalità” quotidiana. E, purtroppo, anche alle usuali celebrazioni che ogni anno ci permettono di avvicinarci al Santo Martire. Questo, però, non ci impedirà di abbracciarci idealmente in preghiera insieme al nostro amato Patrono. La Santa Messa rappresenta l’occasione per sentirci uniti, accanto al protettore degli antiochensi e dei sardi, rivolgendoci a Lui, medico e guaritore, affinché sostenga la nostra Comunità e l’intera Sardegna. Per ora è prematuro parlare di un’ipotesi di uscita della Statua del Santo anche per una breve processione, su un mezzo a motore, per le strade di Sant’Antioco: con responsabilità dobbiamo essere consapevoli che non dipende da noi, né dalla diocesi. Ci sono delle interlocuzioni in corso e attendiamo sviluppi. Ciò che conta è che il Voto nei confronti di Antioco verrà sciolto anche quest’anno».

Oltre alla Messa trasmessa in diretta Tv, per ricordare questa edizione tristemente “speciale” e diversa, verranno distribuiti ai cittadini un’immagine celebrativa e i “Coccois del Santo” benedetti, tra i simboli della tradizione e della devozione intimamente legati alla Festa di Sant’Antioco Martire.

 

 

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Le commissioni Lavoro e Bilancio del Consiglio regionale, riunite in seduta congiunta, hanno dato parere favorevole, nel pomeriggio, alla delibera della Giunta che istituisce un fondo da 10 milioni di euro a garanzia delle banche per le anticipazioni della cassa integrazione in deroga.

«Si tratta di risorse che consentiranno di dare piena attuazione all’accordo sottoscritto a livello nazionale da Governo e Abi hanno spiegato gli assessori al Lavoro e al Bilancio Alessandra Zedda e Giuseppe Fasolino in questo modo saranno drasticamente ridotti i tempi per l’erogazione delle risorse ai lavoratori in difficoltà a causa dell’emergenza Covid-19.»

Gli istituti di credito potranno erogare fino a un massimo di 1.400 euro per ogni beneficiario (Cig a zero ore per 9 settimane). Le somme anticipate dalle banche, con la garanzia della Regione, saranno poi rimborsate dall’Inps.

«La priorità verrà in ogni caso data alla procedura ordinaria ha aggiunto Alessandra Zedda – dallo scorso 8 aprile abbiamo aperto il sistema informativo regionale. Tutti i soggetti interessati hanno potuto presentare domanda. Il nostro sistema ora dialoga con quello dell’Inps. Domani saranno trasmesse all’Istituto previdenziale le domande ricevute, circa 29mila, che potranno così essere lavorate. C’è la speranza concreta che i lavoratori possano cominciare a ricevere i soldi nei primi giorni di maggio. Solo in caso di intoppi nel sistema Inps ricorreremo alle anticipazioni bancarie.»

La Sardegna ha ricevuto circa 69 milioni di euro dallo Stato per finanziare la cassa integrazione.

Alla seduta congiunta delle Commissioni Lavoro e Bilancio è intervenuto anche il presidente della Sfirs Tonino Chironi che ha illustrato le attività svolte dalla finanziaria regionale nelle azioni di contrasto all’emergenza economico-sanitaria. A disposizione della finanziaria regionale c’è ancora il fondo istituito nel 2008 per consentire l’anticipazione della cassa integrazione in deroga. Su queste risorse si sono concentrati gli interventi di alcuni esponenti dell’opposizione, in particolare il consigliere del Pd Piero Comandini, che hanno chiesto di ricorrere direttamente a quello strumento.

«Se ce ne fosse bisogno useremo anche quello – ha assicurato Alessandra Zedda – a disposizione ci sono circa 3,9 milioni di residui. E’ un ulteriore strumento in capo alla Sfirs che potrebbe tornare utile per i lavoratori stagionali, attualmente esclusi dai benefici della Cig.»

Chiusa la seduta congiunta, sono proseguiti i lavori ordinari della Commissione Bilancio per l’esame della delibera di Giunta n. 11/19 con la quale si dà mandato all’Autorità di gestione del Por di rimodulare i fondi europei per destinarli alle azioni di contrasto dell’emergenza economica, sociale e sanitaria determinata dalla diffusione del Coronavirus.

«Ancora non sappiamo quanti soldi servirannoha detto l’assessore alla Programmazione Giuseppe Fasolino la situazione è in continua evoluzione. Abbiamo l’esigenza di capire quante risorse, di quelle non impegnate, possono essere recuperate. In ogni caso non saranno toccati i fondi già stanziati  per la programmazione territoriale.»

Rispondendo alle sollecitazione della minoranza, l’assessore della Programmazione ha assicurato che, una volta fatta la ricognizione delle risorse europee, si tornerà in Consiglio per deciderne la riprogrammazione. La Commissione, all’unanimità, ha dato parere favorevole alla delibera.

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Distribuzione dei “kit sicurezza” e formazione on line ma anche conoscenza delle linee guida contro il Coronavirus, aggiornamento sulle nuove disposizioni nei cantieri con check list e schede grafiche.

In Sardegna i cantieri edili sono sospesi ma l’attività delle imprese delle costruzioni e, soprattutto, degli addetti, non è di certo ferma. Anzi, il settore si prepara alla ripresa dei lavori all’insegna della sicurezza, la formazione la conoscenza.

Ed è proprio su questi 3 elementi che ha voluto puntare la CAES, la Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna, Organismo bilaterale delle costruzioni costituito da Confartigianato Imprese Sardegna e Feneal-UIL, Filca CISL e Fillea-CGIL, che negli ultimi anni ha assistito 2.000 imprese artigiane e 7.000 lavoratori del settore.

«Per essere pronti a ripartire nelle costruzioni abbiamo deciso di puntare contemporaneamente sugli addetti e sulle imprese commenta Giacomo Meloni, presidente della CAES, Organismo che da 25 anni sostiene, tutela e forma le imprese e i lavoratori del settore per i primi sul loro aggiornamento professionale e sulla tutela della salute contro gli infortuni e i rischi connessi al Covid-19, mentre per le seconde sulla conoscenza e applicazione delle norme di settore, anche quelle varate recentemente nate al fine di contenere l’epidemia. Per questo stiamo distribuendo gratuitamente alle nostre imprese ed ai nostri dipendenti, i kit di protezione individuale, al contempo rendendo disponibili i corsi e supportando le aziende nell’applicazione di tutte le norme in materia di sicurezza.»

Sono più di 1.600, per ora, i “kit sicurezza” in distribuzione agli addetti delle imprese artigiane edili, contengono i dispositivi di protezione contro gli infortuni sul lavoro, ovvero un paio di scarpe antinfortunistiche, un occhiale trasparente, 3 paia di guanti e una polo, e quelli per la prevenzione del contagio da Covid-19, quindi una confezione di gel igienizzante e 5 mascherine.

Ma la lotta contro il Coronavirus si può attuare anche con l’aggiornamento a distanza tramite pc, tablet e smartphone. Per i dipendenti delle costruzioni, infatti, saranno disponibili, gratuitamente, i corsi on line. Gli operai potranno aggiornarsi sul protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro e sull’utilizzo corretto dei DPI, tutto secondo le ultime disposizioni del D.L. Cura Italia del 17 marzo 2020, n. 18.

Ma l’attività della CAES non si ferma ai dipendenti. L’Organismo bilaterale edile artigiano supporterà le imprese nell’interpretazione ed attuazione delle indispensabili misure da adottare alla ripresa delle attività nei cantieri. Numerosi Protocolli contro il Virus, infatti, individuano regole specifiche e dettagliate per il contenimento del Covid-19 nei cantieri edili con l’intento di aiutare imprese e lavoratori nella fondamentale opera di  correttamente ed efficacemente gli addetti coinvolti nella filiera dell’Edilizia. A supporto delle imprese, inoltre, sarà anche a realizzata dalla Commissione Nazionale Paritetica, proprio in attuazione del protocollo condiviso Coronavirus. Imprese, dipendenti e cittadini che accedono al sito dell’Ente (www.caesardegna.it), potranno, inoltre, consultare un utile regolamentazione relative all’emergenza in corso, dalle indicazioni operative da seguire in cantiere alle novità in materia di ammortizzatori sociali.

«Attraverso la Cassa Artigiana dell’Ediliziaconclude Giacomo Meloni – vogliamo continuare a fornire, soprattutto in questo periodo, servizi efficaci, offrendo a imprese e dipendenti strumenti che trasformino la “quarantena” del settore in una irrinunciabile occasione di crescita delle proprie capacità produttive, in vista della prossima ripresa delle attività del settore edile.»

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La commissione per i Trasporti ed il Turismo del Parlamento europeo esorta la Commissione a presentare un piano d’azione europeo per aiutare il settore del turismo a superare la crisi.

I deputati hanno affermato, in un dibattito con il commissario per il Mercato interno Thierry Breton, che il settore del turismo ha bisogno di maggiore sostegno attraverso misure specifiche, finanziamenti, un maggiore coordinamento a livello europeo e una tabella di marcia mirata. La richiesta di un piano e di una strategia di ripresa, specifica per il settore, ha trovato sostegno fra i deputati di tutti gli schieramenti.

Proteggere il settore del turismo

Il commissario Thierry Breton ha riconosciuto che il turismo è stato il primo settore colpito dal coronavirus e che sarà probabilmente il più lento a riprendersi dalla crisi. «Dobbiamo trovare una risposta forteha spiegato Thierry Breton -. Il turismo è la nostra priorità e cerchiamo di fare il più possibile con i fondi esistenti.»

Oltre a fornire sicurezza attraverso finanziamenti a breve termine, il Commissario ha affermato che il turismo dovrebbe beneficiare ampiamente anche dei piani di ripresa dalla crisi che saranno finanziati attraverso il prossimo bilancio UE a lungo termine (2021-2027). Thierry Breton sostiene l’idea di una linea di bilancio dedicata «con la profondità e la potenza di fuoco di cui abbiamo bisogno per aiutare il settore a superare questa crisi».

Il Commissario ha anche aggiunto che l’obiettivo finale è quello di riformare e reinventare il settore del turismo e ha proposto di tenere un Vertice europeo per il turismo sostenibile questo autunno.

Certezza sulle restrizioni di viaggio necessaria prima delle vacanze estive

Diversi deputati hanno chiesto maggiori certezze riguardo alle possibili restrizioni di viaggio e di movimento che potrebbero continuare nei prossimi mesi, compresi divieti di andare in spiaggia, a causa delle regole sul distanziamento sociale. Il Commissario ha spiegato che sono necessarie garanzie sufficienti per la sicurezza e la protezione, prima di poter rimettere tutto in moto. Ha aggiunto che si sta lavorando per facilitare gli spostamenti e che ci sarà più chiarezza prima dell’estate.

Per quanto riguarda le questioni relative ai diritti dei passeggeri e ai voucher offerti dalle compagnie a seguito di prenotazioni cancellate, il Commissario ha assicurato che i diritti dei passeggeri rimangono protetti e che gli Stati membri hanno già la possibilità di offrire sostegno alle loro imprese turistiche.

I membri della Task Force Turismo della Commissione Trasporti e Turismo hanno chiesto alla Commissione di presentare un piano d’azione per il salvataggio del settore turistico, che garantisca un’assistenza tempestiva a livello nazionale ed europeo per il settore dei viaggi e del turismo, anche attraverso schemi di compensazione nazionale e strumenti di aiuto finanziario, e stabilisca un meccanismo di gestione delle crisi per il settore.

Nella sua risoluzione sull’azione coordinata dell’UE per combattere la pandemia Covid-19 e le sue conseguenze, il Parlamento europeo ha rilevato che i settori dei trasporti e del turismo hanno chiesto di sviluppare un meccanismo di prevenzione e di gestione del settore turistico a livello UE, per proteggere i lavoratori, aiutare le aziende e garantire la sicurezza dei passeggeri.

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Il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, replica ai tre capogruppo di minoranza Federico Garau (M5S), Luigi Biggio Forza Italia) ed Alberto Cacciarru (Iglesias in Comune), che qualche ora fa hanno rivolto un appello all’Amministrazione comunale, perché sospenda il pagamento dei canoni degli immobili di proprietà del Comune per andare incontro ai cittadini in difficoltà per l’emergenza economica determinata dall’emergenza sanitaria.

«Sarò chiaro da subito con i miei colleghi della minoranza: l’emergenza Covid riguarda principalmente i nostri concittadini che prima delle restrizioni del governo, lavoravano serenamente e potevano permettersi di non chiedere nulla al Comune scrive in una nota Mauro Usai – Ne conosco tanti che pagano affitti o rate di mutui ben superiori a quelli che il Comune chiede per le case comunali.»

«È a loro che dobbiamo pensare: come? Prima di tutto evitando di sospendere gli affitti delle case comunali a coloro che non hanno mutato la propria situazione economicaaggiunge Mauro Usai -. Perché? Perché quel mancato gettito nelle casse comunali dovrebbe essere coperto con tagli o peggio con nuove tasse. A carico di chi? Di coloro che quando finirà l’emergenza dovranno riprendere a lavorare con mille difficoltà.»

«Ecco, mi piacerebbe che si dicesse con la stessa facilità con cui si chiede di sospendere gli affitti delle case comunali, da dove si prendono i soldi. E poi con una disparità tra le case comunali e le case di Area (che sono ben più numerose)conclude il sindaco di Iglesias -. Mi dispiace, ma questa volta dovremo pensare, senza retorica o slogan, alle persone che fino a questo momento non avevano diritto né alla casa comunale, né alla pensione e tanto meno al reddito di cittadinanza.»

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Nessun caso positivo al Covid-19 in 4 province sarde, 8 casi a Cagliari, 7 i decessi nelle ultime 24 ore. E’ il bilancio di una giornata sicuramente positiva per il sensibile calo dei casi di contagio al Coronavirus ma al tempo stesso triste, perché sono morte altre 7 persone ed il numero complessivo dei decessi in Sardegna sale a 93.

Nessun caso positivo nella provincia di Sassari, come non accadeva dall’inizio dell’emergenza che ha registrato una crescita notevole di casi nel capoluogo e in molti dei centri della stessa Provincia (complessivamente 798). Nessun caso positivo nella provincia di Nuoro, per il secondo giorno consecutivo (totale 74), e ad Oristano, dove ieri erano stati riscontrati ben 10 casi (totale 52). Nessun caso positivo anche oggi nei 107 Comuni della provincia del Sud Sardegna (totale 86) che hanno raggiunto la settimana piena priva di casi positivi, segnale evidente di un sensibile passo avanti verso il ritorno alla normalità, anche se ancora non completamente rassicurante e non tale da indurre ad un assai prematuro e pericoloso allentamento delle misure di contrasto e prevenzione.

Nelle ultime 24 ore in Sardegna sono stati eseguiti 558 tamponi, 89 più di ieri. E’ diminuito il numero dei pazienti ricoverati con sintomi, 112 (ieri erano 115); è stabile il numero dei pazienti in terapia intensiva, 21; in calo anche il numero delle persone in isolamento domiciliare, 704 (ieri erano 718); sono 837 le persone attualmente positive (ieri erano 854) e, infine, 306 i pazienti dimessi/guariti (ieri erano 288).

 

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Sono 8 i nuovi casi positivi al Covid-19 riscontrati oggi in Sardegna, tutti nella Città Metropolitana di Cagliari. 558 i tamponi eseguiti.

Il totale sale a 1.236. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 15.886 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 133, di cui 21 in terapia intensiva, mentre 704 sono le persone in isolamento domiciliare. Le persone attualmente positive sono 837. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 257 pazienti guariti (+15 rispetto al dato precedente), più altri 49 guariti clinicamente. Salgono a 93 i decessi (7 nelle ultime 24 ore).
Sul territorio, dei 1.236 casi positivi complessivamente accertati, 226 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+8 rispetto all’ultimo aggiornamento). Invariato il dato delle altre province: 86 nel Sud Sardegna, 52 a Oristano, 74 a Nuoro, 798 a Sassari.

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Il patto siglato tra Regione e Stato nel mese di novembre necessita di un’urgente rinegoziazione per evitare che la Sardegna sia costretta a rinunciare a 76 milioni di euro a causa delle clausole contenute nell’accordo. Allo stesso modo la rimodulazione dei fondi FSC, eventualità allo studio del Governo statale, potrebbe ridurre i finanziamenti previsti in futuro per l’Isola a vantaggio delle regioni del nord Italia. Questi i temi principali al centro di una mozione presentata oggi dal gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale.

«L’abbiamo detto a più riprese, prima che iniziasse l’emergenza – dichiara il capogruppo Francesco Agus – le clausole contenute nell’accordo avrebbero consegnato allo Stato la possibilità di ritoccare al rialzo e in maniera unilaterale la quota di accantonamenti dovuti dalla Sardegna. All’inizio dell’emergenza abbiamo chiesto quindi che la Giunta intavolasse una discussione per arrivare a nuovo accordo o quantomeno al rinvio delle clausole, ma non sappiamo se effettivamente sia stato fatto questo tentativo

Le clausole citate nella mozione (in allegato) e contenute nel punto 4 dell’accordo danno la possibilità allo Stato di aumentare la quota di accantonamenti dovuti dalla Regione di 38,3 milioni «per far fronte ad eventuali eccezionali esigenza di finanza pubblica» e di ulteriori 38,3 milioni per finanziare «manovre volte al rispetto delle norme europee in materia di riequilibrio del bilancio pubblico».

«E’ facile immaginareaggiunge Francesco Agusche senza un intervento correttivo entrambe le clausole sarebbero applicabili nell’annualità in corso come semplice conseguenza dell’emergenza Covid-19.»

Parallelamente la mozione propone di utilizzare, in accordo con lo Stato, l’intero ammontare degli accantonamenti dovuti per l’annualità 2020 allo Stato, 383 milioni di euro, per le misure necessarie al contenimento dell’emergenza dal punto di vista sanitario ed economico e suggerisce alla Giunta di seguire la strada già tracciata dalle provincie Autonome di Trento e di Bolzano che hanno già avanzato richieste in questo senso.

Allo stesso modo, secondo i consiglieri Progressisti, è da rispedire al mittente ogni proposta di rimodulazione dei fondi FSC per favorire le Regioni del Nord Italia oggi alle prese con una gravissima emergenza sanitaria ma dotate di un’economia molto più strutturata e solida di quella delle regioni del Sud e delle isole.

«Sarebbe assurdoconcludono i consiglieri Progressistiutilizzare le risorse stanziate a suo tempo per colmare il gap infrastrutturale tra territori diversi del nostro Paese per fronteggiare un problema diverso. In futuro si attendono pesantissime ripercussioni soprattuto sull’economia delle Regioni già in deficit di sviluppo, che verrebbero quindi private di uno dei pochi strumenti a loro disposizione per colmare il divario con le altre aree del Paese».

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Gli assessorati dei Lavori pubblici e delle Politiche sociali del comune di Iglesias, comunicano che, dalla giornata di martedì 21 aprile, i cittadini che volessero far portare i fiori sulle tombe dei propri cari, presso i cimiteri comunali di Iglesias e della frazione di Nebida, potranno rivolgersi ai fiorai di fiducia, che provvederanno alla consegna.
I fiorai, che volessero rendersi disponibili alla vendita e alla successiva consegna dei fiori in cimitero, potranno rivolgersi ai seguenti numeri telefonici per accordarsi sulle modalità di consegna:
– Cimitero comunale: 0781 40817
– Comune di Iglesias – Ufficio Tecnico: 328 5304089