24 December, 2025

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A tutti i livelli si riconosce che l’aver degradato il sistema sanitario per motivi contabili sia alla base dell’impreparazione alla pandemia Covid-19. Ebbene si persiste. Da indiscrezioni che circolano in ambienti sanitari, che è auspicabile trovino adeguata e circostanziata smentita, pare che si stia per procedere ad un’ulteriore destrutturazione dell’Ospedale Sirai di Carbonia. Sarebbero state date disposizioni per accorpare reparti ed ottenere, nello stesso contesto, camere destinate a Covid positivi. Il risultato di un simile intervento, sarebbe l’inevitabile messa fuori uso di reparti già sacrificati e portati ai minimi termini e la fabbricazione preordinata di un focolaio Covid tra i pazienti ordinari.

Probabilmente, molti non sanno che nel presidio ospedaliero Sirai di Carbonia, esiste già una megastruttura per infettivi, con tanto di camere a pressione negativa, realizzata negli anni ’90, negli anni di maggior diffusione dell’epidemia di AIDS. Si tratta dell’edificio in cui è ospitato l’attuale Servizio di Diabetologia, situato dietro l’ex Pediatria e, giustamente, situato a distanza di sicurezza da tutti gli altri reparti. La struttura è inoltre dotata di un impianto di sterilizzazione tecnicamente preparato per infettivi.

Adesso, chi glielo dice a chi è impegnato a trovare soluzioni per fronteggiare gli effetti provocati dal Covid-19?

Mario Marroccu

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«Questa esperienza antropologica che è la partita contro l’epidemia e le sue derive, ci sta permettendo di mettere in risalto quel bisogno di dare risposte, e non voglia sembrare un paradosso. Dove qualcuno ha una domanda d’aiuto da vedere soddisfatta, un altro che risponde si trova, esce dal guscio, bussa alla porta, si materializza.»

Lo scrive, in una nota, Graziano Lebiu, presidente dell’OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) di Carbonia Iglesias.

«Noi infermieri, oltre il nostro mandato professionale, con questa iniziativa delle mascherine protettive “fatuindomu” stiamo entrando in tante case, tante associazioni, tante farmacie, tanti Municipi, tante realtàaggiunge Graziano Lebiu -. Una pattuglia ferma al cavalcavia, un cittadino in fila al supermarket, un operaio Anas al bordo di una strada, un giornalista in diretta radio, un fruttivendolo dietro un bancone: tutti degni di un gesto di attenzione e di cura, perché il profilo emotivo di questa sfida che ci ha trovato impreparati, ha un impatto rilevante tanto quanto altri accorgimenti, ma questa è un’altra storia.»

«Solo uno stolto può mettere in discussione che una mask in cotone sanitario direttamente dalle mani di sarte chine sulle macchine da cucire – conclude Graziano Lebiu -, sia un gesto utile ed invece considerarlo un rischio per la salute pubblica.»

 

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In piena emergenza Coronavirus, è sempre animato il dibattito in Consiglio regionale e, nonostante l’obiettivo comune sia quello di mettere in campo tutte le iniziative finalizzate a contrastare e prevenire la diffusione del virus e a dare risposte a vasti strati della popolazione pesantemente colpiti dagli effetti di una crisi economica che diventa ogni giorno che passa più dura, dalle prospettive incerte ed assolutamente imprevedibili, non mancano le divergenze tra maggioranza e minoranza.

Vediamo le dichiarazioni fatte ieri da tre capigruppo consiliari, uno di maggioranza, Dario Giagoni della Lega, e due di minoranza, Gianfranco Ganau del Partito Democratico e Desirè Manca del Movimento 5 Stelle.

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«Grazie alle procedure di acquisto della Protezione Civile Regionale e alle donazioni di soggetti pubblici e privati, che ringrazio di cuore a nome di tutti i Sardi, nelle ultime ore abbiamo notevolmente potenziato le dotazioni di materiali e attrezzature che ci consentono di portare al massimo regime l’operatività dei nostri reparti covid, senza diminuire l’intensità delle cure e delle attenzioni rivolte a tutte le altre patologie.»
Così il presidente della Regione Christian Solinas, che ha tenuto questa sera il consueto punto-stampa avvalendosi della presenza dei professori Pietro Cappuccinelli e Francesco Cucca, in rappresentanza del Comitato tecnico-scientifico istituito dalla Regione, e che il presidente ha voluto ancora una volta ringraziare per avere accettato l’oneroso incarico, tra l’altro a titolo gratuito.
Il Presidente ha ricordato che stamane sono arrivati a Cagliari, grazie alla cooperazione della Croce Rossa, di Federfarma, della Protezione Civile e con l’impegno dell’assessore della Sanità Mario Nieddu, 10.000 kit contenenti tamponi e reagenti per proseguire ed incrementare lo screening sul personale sanitario e sui pazienti. «Uno stock importante – ha sottolineato il presidente Christian Solinas -, ma siamo al lavoro senza sosta anche per reperire ulteriori dotazioni.»
Cresce significativamente anche la dotazione di ventilatori polmonari, che ci consentono, ha sottolineato il Presidente, di potenziare i reparti di terapia intensiva. «Ringrazio – ha detto il Presidente Solinas -, i donatori pubblici e privati che hanno donato i preziosi apparecchi: l’imprenditore Massimo Cellino, che ha donato 6 ventilatori per il Santissima Trinità; ad Oristano sono arrivati 9 ventilatori donati dal Credito Cooperativo; altri 5 sono stati donati da Snam, mentre ci sono stati recapitati i primi 2 ventilatori inviatici dalla Protezione Civile Nazionale e siamo in attesa della fornitura Consip, già opzionata.
«A breve, dunque – ha concluso il presidente della Regione -, con le dotazioni ordinate dalla Protezione Civile Regionale si completerà la dotazione dei nostri reparti di terapia intensiva. Abbiamo inoltre acquisito 213 monitor multiparametrici indispensabili per tenere sotto controllo le condizioni dei pazienti ricoverati.»

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«Sottoporre subito a tampone tutto il personale operante negli istituti penitenziari per individuare eventuali positivi al Coronavirus e garantire un immediato isolamento idoneo ad evitare il contagio.»

Lo chiede in un’ interrogazione, presentata in Consiglio regionale, la consigliera del M5S Carla Cuccu. Nel provvedimento rivolto all’assessore della Salute Mario Nieddu ed al presidente della Regione Christian Solinas, chiede anche di sapere quale sia lo stato di attuazione del Piano Annuale e Triennale della Sanità Penitenziaria ATS Sardegna 2018-2020, approvato con deliberazione n. 988 dell’11 agosto 2018 e se sia stata verificata dall’ATS la possibilità di assegnare il reparto detentivo protetto, già realizzato presso l’Ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Inoltre, Carla Cuccu chiede se sia stata presa una decisione sulla proposta di adibire spazi specifici presso i nosocomi dove sono presenti le maggiori strutture penitenziarie, nelle more della consegna dei reparti detentivi ospedalieri, divenuta ormai improcrastinabile.
«Nonostante il numero dei contagi continui a crescere in misura esponenziale, si continua ad ignorare l’atavico problema di garantire una sanità penitenziaria che tuteli i detenuti, la polizia penitenziaria e tutti gli operatori che vi accedono.»
L’on. Carla Cuccu amplifica ciò che da tempo le varie associazioni denunciano invano. «Non è possibile che nemmeno in tempo di pandemia conclamata, non si siano predisposti i reparti detentivi nei nosocomi sardi dove sono presenti le maggiori strutture penitenziarie. È intollerabile e non più rinviabile in periodo di emergenza epidemiologica Covid-19, vista la repentina possibilità di contagio. Ancor oggi, i detenuti dovrebbero essere ricoverati nelle medesime stanze dove vi sono altri pazienti esposti a rischi per la propria incolumità oltre che per quella degli agenti penitenziari.»

«Questa inadempienza – conclude Carla Cuccu, segretaria dell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale – è anche un grave danno economico per la collettività per l’elevato impiego di agenti destinati al servizio di piantonamento non necessari se vi fossero, invece, i cosiddetti repartini. Parrebbe che solo le associazioni abbiano a cuore il problema sanitario nelle carceri (benché costituzionalmente tutelato), che hanno donato mascherine di protezione. Non si faccia carne da macello.»

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L’Amministrazione comunale e l’assessorato delle Politiche sociali del comune di Sant’Anna Arresi, nel rispetto delle disposizioni contenute nell’ordinanza n. 658 del 29.03.2020 emessa dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile e nell’Ordinanza Sindacale n. 2 del 2.04.2020 relative alle MISURE URGENTI DI SOLIDARIETA’ ALIMENTARE per l’emergenza Covid 19, tramite il responsabile dell’Area Socio Assistenziale e Pedagogica, ha attivato l’intervento urgente di solidarietà alimentare in favore delle persone e nuclei familiari in condizione di grave disagio economico, privi di risorse proprie e di altro sostegno pubblico poiché più esposti maggiormente ai gravi effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19, secondo le priorità contenute nell’avviso.
La misura di solidarietà alimentare consiste nell’erogazione di buoni spesa per l’acquisto di generi alimentari o prodotti di prima necessità da spendere esclusivamente presso gli esercizi commerciali del comune di Sant’Anna Arresi che aderenti all’iniziativa. La scelta dell’esercizio commerciale tra quelli aderenti all’iniziativa ove spendere il buono, potrà essere fatta dai beneficiari del buono.

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Sono 93 i professionisti che, tra la giornata di oggi e e domenica, raggiungeranno le strutture sanitarie impegnate a fronteggiare l’emergenza in corso, nell’ambito dell’iniziativa “Infermieri per Covid”.

Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Trentino e Valle D’Aosta sono le Regioni e Province autonome di destinazione di questo primo gruppo di infermieri volontari che andrà a supporto del personale regionale, da mesi impegnato negli ospedali dove sono trattati i pazienti affetti dal Coronavirus.

«Un aiuto importantissimo e dal forte valore simbolico», ha sottolineato il Direttore del Dipartimento della Protezione Civile e coordinatore del comitato tecnico-scientifico sul Coronavirus Agostino Miozzo, nel portare il suo ringraziamento e saluto agli infermieri volontari.

«Grazie per la scelta coraggiosa che avete fatto. A voi va il ringraziamento del Governo e della Protezione Civile, a voi – ha sottolineato Miozzo – che avete deciso di lasciare temporaneamente il vostro lavoro quotidiano per dare sollievo ai tanti colleghi impegnati nell’emergenza Coronavirus e scrivere così una importante pagina solidale della nostra storia.»

Una spinta solidale che, significativamente, vede tutti impegnati: i medici e gli infermieri del Centro e del Sud Italia a supporto dei territori del Nord Italia, così duramente colpiti dall’emergenza, ma anche il personale sanitario di numerosi Paesi intervenuti a supporto del nostro, con team internazionali da Albania, Cina, Cuba, Russia, Stati Uniti, Ucraina.

La struttura sanitaria e la Regione di destinazione degli infermieri volontari in partenza in questi giorni sono state definite incrociando le loro specifiche professionalità con le esigenze rappresentate dai diversi territori.

La task-force costituita grazie a “Infermieri per Covid” – a partire da un bacino di oltre  9.400 candidature spontanee raccolte in appena 48 ore – è composta prevalentemente da professionisti di “area critica”. Si tratta quindi di infermieri che andranno a operare nei settori della rianimazione, della medicina di urgenza e di pronto soccorso in coerenza con le necessità di Regioni e Province autonome impegnate nel contrasto al Coronavirus.

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Dal 14 marzo sono 17.917 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Nella giornata di ieri sono stati effettuati 770 controlli: 200 nell’area di Cagliari, 18 Iglesias, 59 Oristano, 184 Sassari, 132 Tempio, 107 Nuoro, 70 Lanusei. Sono state sanzionate 10 persone (6 a Cagliari, 2 a Tempio, 2 a Sassari), per un totale (dal 14 marzo) di 255.

 

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Continua ad essere Sassari, in Sardegna, la provincia con la più elevata concentrazione di casi di positività in Sardegna (complessivamente 585 su 874, il 66,93%). Nelle ultime 24 ore, sui 49 nuovi casi positivi complessivi, ben 38 sono stati riscontrati nella provincia del Nord Sardegna, 10 nell’Area Metropolitana di Cagliari, 1 a Oristano. Sono rimasti fermi i numeri dei casi positivi, nelle province di Nuoro e nel Sud Sardegna.

La provincia del Sud Sardegna, per il terzo giorno, negli ultimi cinque, non registra casi di positività, dopo quello della giovane estetista di Calasetta di ieri e i 4 del giorno precedente. Nella provincia di Nuoro, negli ultimi tre giorni, si è registrato un numero complessivo ancora inferiore di casi di positività, 3. Nella provincia di Oristano, negli ultimi tre giorni, il numero complessivo di casi di positività è stato pari a quello della provincia del Sud Sardegna, 5. Molto elevato il numero di casi nella provincia di Sassari, 88 in tre giorni, 28 quelli dell’Area Metropolitana di Cagliari.

Negli ultimi tre giorni in Sardegna sono stati registrati 5 decessi, mentre il numero di pazienti in terapia intensiva è stabile, 24, così come è sostanzialmente stabile il numero dei pazienti ricoverati con sintomi (117, 122, 123).

E’ in crescita il numero dei pazienti in isolamento domiciliare: 577 il 2 aprile, 598 il 3 aprile, 642 oggi 4 aprile. Il numero dei tamponi effettuati, oggi è diminuito rispetto agli ultimi due giorni: 469 il 2 aprile, 508 il 3 aprile, 311 oggi 4 aprile.

Giampaolo Cirronis