23 December, 2025

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Il discorso integrale tenuto oggi dal Presidente David Sassoli al Consiglio europeo.

Signor Presidente del Consiglio Europeo,

Signora Presidente della Commissione,

Signori Capi di Stato e di Governo,

È questa la mia seconda presenza al Consiglio europeo presieduto oggi per la prima volta dal Presidente Michel cui rivolgo i miei più sentiti auguri di buon lavoro. Saluto anche calorosamente Ursula Von der Leyen che siede qui per la prima volta nella sua veste ufficiale di Presidente della Commissione europea.

Colgo inoltre l’occasione di congratularmi con il nuovo Primo ministro della Finlandia, signora Sanna Marin, per la sua recente nomina.

AVVIO DEL NUOVO CICLO ISTITUZIONAL

Il primo dicembre scorso in occasione di una bellissima cerimonia alla Maison de l’Europe proprio insieme ai Presidenti Michel e Von der Leyen e a quella della BCE Christine Lagarde abbiamo ricordato il decimo anniversario del Trattato di Lisbona e salutato l’avvio del nuovo ciclo istituzionale.

È stato per me, come credo per molti, un momento molto emozionante e carico di significato, anche dal punto di vista simbolico.

Tuttavia gli aspetti cerimoniali e simbolici non possono bastare. Nel maggio scorso i cittadini europei hanno dato un segnale molto chiaro sulla loro volontà e capacità di resistere alle sirene del populismo e dei nazionalismi, confermando la loro fiducia nei confronti delle Istituzioni e del progetto europeo.

Questa fiducia che ci è stata concessa non è tuttavia un assegno in bianco. I nostri cittadini hanno chiesto un’Europa diversa, più democratica, più trasparente, più verde, più sociale ed inclusiva, più sicura, più vicina ai loro bisogni.

I prossimi anni saranno assolutamente decisivi per il futuro dell’Unione. Non possiamo permetterci di sbagliare.

Dopo un processo iniziato con le elezioni di maggio e durato alcuni mesi il rinnovamento delle principali Istituzioni è oggi finalmente completato.

In questo periodo il Parlamento europeo, il primo a rinnovarsi, ha dato prova di grande maturità e di saper agire in modo trasparente e responsabile, soprattutto nel processo che ha portato all’elezione della nuova Commissione. Inoltre, le audizioni hanno dimostrato che il Parlamento europeo ha assunto un ruolo chiave nella definizione dell’agenda politica dell’Unione, esercitando a pieno i suoi poteri.

Devo dare merito alla Presidente Von der Leyen di aver mostrato fin dall’inizio grande attenzione e capacità di ascoltare le indicazioni che venivano dal Parlamento. Nel corso dei mesi il programma della Commissione è stato migliorato. La squadra è stata in parte modificata sia nelle persone che nella composizione dei portafogli sulla base delle valutazioni parlamentari.

Questa interazione fra il Parlamento e la futura Commissione non solo ha rafforzato la legittimità democratica del nuovo Collegio dei Commissari – eletto a novembre con una più ampia maggioranza rispetto a quella di luglio – ma ha permesso di avviare un dialogo molto positivo e costruttivo tra le due Istituzioni.

Questo dialogo, esteso ovviamente al Consiglio, deve adesso proseguire ad iniziare dalla definizione delle priorità dei prossimi anni. Questo esercizio di programmazione legislativa pluriennale è il primo del suo genere dall’adozione dell’accordo interistituzionale “Legiferare meglio” del 2016.

Il Parlamento ha chiaramente delineato le sue priorità per l’attuale legislatura durante le audizioni della Commissione in modo aperto e trasparente e accoglie con favore gli impegni assunti dalla Commissione.  Ogni Istituzione deve ora fare la propria parte per garantire ai cittadini dell’Unione europea soluzioni concrete alle varie sfide che ci troviamo ad affrontare.

Il Parlamento attende quindi con interesse le proposte della Commissione e intende affermarsi come attore di questo processo, in modo costruttivo, per dare vita ad una “Dichiarazione congiunta” e trovare un orizzonte comune nel rispetto della diversità e delle prerogative di ciascuna delle nostre istituzioni. In questo contesto non posso che rallegrarmi del fatto che anche il Consiglio con l’Agenda strategica e la “Leaders’ Agenda” abbia anch’esso dimostrato una reale esigenza di pianificazione e di maggiore efficienza.

Speriamo inoltre che l’esercizio venga rinnovato e che venga fatto in modo ambizioso, perché questa trasparenza va a vantaggio di tutti gli attori istituzionali e certamente del Parlamento europeo.

CAMBIAMENTO CLIMATICO

La lotta al cambiamento climatico è certamente in cima alle preoccupazioni dei cittadini europei e deve quindi essere una delle priorità della nostra agenda comune.

L’Unione deve esercitare un ruolo guida in questa sfida.

Voglio ringraziare la Commissione europea, e la sua Presidente per aver presentato in modo tempestivo la Comunicazione sul Green Deal permettendo un primo dibattito politico in seno al Parlamento nella giornata di ieri.

È particolarmente positivo che le prime due iniziative legislative annunciate dalla Commissione nella Comunicazione sul Green Deal siano la Legge sul clima ed il Meccanismo per una transizione equa.

Due settimane fa, il Parlamento ha riconosciuto l’importanza senza precedenti della minaccia esistenziale che l’umanità deve affrontare. Ha dichiarato l’emergenza climatica e ambientale e si è impegnato ad adottare immediatamente misure concrete per farvi fronte.

Invito il Consiglio europeo ad assumersi sin da subito le proprie responsabilità e ad adottare a partire da oggi stesso l’obiettivo della neutralità climatica da raggiungere entro il 2050. Questo traguardo deve tradursi rapidamente in un accordo sulla proposta che la Commissione presenterà per una Legge sul clima, in linea con l’obiettivo globale dell’Accordo di Parigi di contenere l’aumento della temperatura entro il limite massimo di 1,5 ºC.

La traiettoria è importante quanto il punto di arrivo. Il prossimo decennio sarà di importanza cruciale se vogliamo che l’Unione sia neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Per raggiungere questo risultato con il miglior rapporto costo-efficacia, dobbiamo aumentare il prima possibile i nostri impegni per il 2030 e ridurre le emissioni europee di gas a effetto serra del 55 per cento entro lo stesso anno. Se l’Unione europea non aumenta al più presto i suoi impegni, come può incoraggiare gli altri Paesi che producono emissioni a fare altrettanto nel corso dell’anno prossimo in vista della COP26? Sappiamo tutti bene che allo stato attuale l’Unione non raggiungerà i suoi obiettivi per il 2030. Occorre quindi agire e farlo subito. Il business as usual non è più accettabile!

Il perseguimento di questi scopi apre opportunità economiche e tecnologiche per i nostri cittadini e le nostre imprese, in termini di occupazione e innovazione. Queste trasformazioni rappresentano un’opportunità per l’Unione, con investimenti nell’innovazione industriale per stimolare la crescita, rafforzare la competitività, promuovere le competenze future e creare posti di lavoro.

Al tempo stesso siamo perfettamente consapevoli dei profondi cambiamenti che esso implica nelle nostre società e nelle nostre economie.

È per questo motivo che le misure da attuare devono sostenere la competitività ed essere accompagnate da forti misure sociali e di inclusione per garantire una transizione giusta ed equa, che favorisca la creazione di posti di lavoro e rispetti la necessità di un elevato livello di protezione sociale.

Dobbiamo inoltre adottare una strategia preventiva e partecipativa per garantire che tutti i cittadini beneficino della transizione, compresi quelli che appartengono alle regioni ed alle comunità più vulnerabili. Per questo il Parlamento accoglie con grande favore la proposta annunciata dalla Commissione per la creazione di un fondo per una riconversione equa quale strumento unico a livello europeo per garantire una transizione inclusiva e mirata a favore delle popolazioni e delle regioni più colpite dalla decarbonizzazione. Il Just Transition Fund è una richiesta avanzata dal Parlamento già molto tempo fa; per questo non penso di sorprendervi nell’annunciare che saremo particolarmente attenti nell’assicurare al Meccanismo tutti i fondi necessari, in quanto parte del Green Deal. L’obiettivo è arrivare a mobilitare almeno 100 miliardi di euro di cui una parte deve essere costituita da nuove risorse.

Nessuno dovrà essere lasciato indietro. Gli sforzi di chi dipende in maniera maggiore dal carbone devono essere riconosciuti e sostenuti.

Il Green Deal dovrà dunque definire una strategia completa e ambiziosa per realizzare un’Europa neutrale dal punto di vista climatico e la Commissione dovrà adattare tutte sue le politiche pertinenti in tal senso, in particolare nei settori del clima e dell’energia, dell’agricoltura e dei trasporti L’integrazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nel processo del Semestre europeo e la “verifica della sostenibilità” delle iniziative future saranno fondamentali per il suo successo. Il Parlamento vigilerà affinché le politiche attuate siano coerenti, eque e sostenibili.

Per raggiungere questi obiettivi, l’Unione deve non solo rendere il suo budget “verde” in senso orizzontale, ma anche dotarsi di risorse finanziarie adeguate. Il Green Deal può essere un successo solo se vi è un’assoluta mobilitazione delle risorse necessarie per garantire un’equa transizione ecologica.

MFF

Il tema delle risorse è cruciale per consentire all’Unione di soddisfare le aspettative dei propri cittadini. È urgente procedere rapidamente e trovare quanto prima un accordo per evitare ritardi nell’attuazione delle politiche e dei programmi dell’Unione europea.

La posizione del Parlamento su questo tema è nota e l’ho già ricordata qui davanti a voi in occasione del Consiglio europeo dello scorso ottobre.

Per questi motivi sono rimasto molto sorpreso dall’ultima proposta della Presidenza finlandese, trapelata in questi giorni, che – e lo dico con tutto il rispetto, la stima e l’amicizia che nutro per il Governo di Helsinki – è molto al di sotto delle aspettative di tutti i Gruppi politici del Parlamento.

Per il Parlamento la politica di coesione rappresenta il motore dell’integrazione europea perché ha permesso di sostenere territori e comunità nello sviluppo economico e nelle politiche di sostenibilità sociale e ambientale.

Lo stesso vale per i tagli consistenti proposti su numerosi strumenti importanti come la Connecting Europe Facility, la cui dotazione viene ridotta di quasi il 30% nei suoi settori energetici e digitali rispetto alla nostra proposta e a quella della Commissione, o il Fondo sociale europeo, che fa segnare un “meno 17%”. Analoghe perplessità sollevano i tagli al Fondo per la gestione integrata delle frontiere, ridotto di un terzo o per quello europeo per la difesa, inclusa la Mobilità militare, che risulta addirittura dimezzato. È evidente che con questi tagli il potenziale geopolitico dell’Europa rischierebbe di essere compromesso così come il suo ruolo nelle relazioni internazionali.

Non voglio ovviamente qui ripetere quanto già detto in ottobre. Mi limito a ricordare che il Parlamento europeo considera la decisione sul bilancio pluriennale come parte di un “pacchetto unico”, con l’introduzione da un lato di un paniere di nuove risorse proprie e, dall’altro un impegno ambizioso sul lato della spesa – pari all’1,3 % del reddito nazionale lordo – per mantenere inalterato in termini reali l’impegno finanziario per le politiche tradizionali dell’UE, dare impulso ai programmi di maggior successo e assicurare risorse sufficienti per le nuove sfide dell’Unione.

Il Parlamento è pronto a negoziare su questa base con spirito dialogante e costruttivo, ma nel pieno rispetto delle sue prerogative e su un piano di parità con le altre Istituzioni.

Mi sembra qui utile attirare la vostra attenzione sull’ultima rilevazione di Eurobarometro, secondo cui il 58% dei cittadini europei chiede che vengano attribuiti maggiori poteri al Parlamento europeo.

In questo momento stiamo negoziando insieme su numerosi e importanti proposte settoriali. Per noi, tuttavia, questo negoziato è strettamente legato al pacchetto complessivo sul QFP e, quindi, inscindibile da esso. A tale proposito ritengo doveroso segnalare il fatto che riscontro all’interno dei gruppi politici, compresi quelli che hanno sostenuto la Presidente Von der Leyen, un diffuso e crescente malcontento per un’insufficiente considerazione delle prerogative del Parlamento. Tale sentimento Questo malumore, che riguarda sia il metodo che il contenuto, potrebbe avere un impatto negativo sul proseguimento dei negoziati co-legislativi attualmente in corso.

Lo voglio ripetere con grande chiarezza: non commettiamo l’errore di dare per scontato il consenso del Parlamento senza averlo ascoltato.

Le iniziative annunciate dalla Presidente Von der Leyen richiedono risorse adeguate. Secondo le stime iniziali del Parlamento, triplicare il programma Erasmus+, il finanziamento proposto per il Fondo di transizione equa, la Garanzia Giovani e l’occupazione giovanile porterebbe ad un totale di circa 30 miliardi di euro in più rispetto alla proposta originaria della Commissione presentata nel 2018. Secondo alcuni calcoli il livello di bilancio ora proposto non sarebbe sufficiente a finanziare l’agenda strategica del Consiglio stesso nel giugno scorso. Proseguire in questa direzione sembrerebbe un paradosso!

Il Parlamento ha già da tempo definito la sua posizione. Ci rammarichiamo che il Consiglio finora non sia riuscito a fare altrettanto, ma guardiamo con grande fiducia ai prossimi mesi ed alla capacità del Presidente Michel e della Presidenza entrante croata – che ho incontrato pochi giorni fa a Zagabria – di giungere ad un accordo. Per avanzare nei negoziati, favorire la concertazione ed il ravvicinamento fra le posizioni delle Istituzioni mi sembra giunto il momento di avviare le riunioni formali a livello dei Presidenti previste dall’art. 324 del TFUE.

Aspettiamo con impazienza questo momento e siamo ansiosi di iniziare a sederci intorno ad un tavolo ed avviare il dialogo anche al fine di evitare inaccettabili ritardi nell’avvio delle nuove politiche e dei nuovi progetti.

CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA

I tempi per noi sono essenziali perché i cittadini si attendono risposte concrete. Mi rallegro che il Consiglio europeo discuta in questa occasione della Conferenza sul futuro dell’Europa.

Per il Parlamento europeo sarà una delle priorità della legislatura, e noi intendiamo essere una forza trainante nell’organizzazione e attuazione della Conferenza.

Penso che stiamo assistendo ad una svolta importante. Proprio mentre celebriamo il decimo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, di cui non abbiamo ancora esplorato tutte le potenzialità, le nostre tre istituzioni concordano sul fatto che l’Unione deve rafforzare la sua capacità di azione, la sua legittimità democratica e la sua efficacia.

Apprezziamo questa iniziativa della Commissione, ma sono ancora più soddisfatto di sapere che, per la prima volta da dieci anni a questa parte, anche il Consiglio/gli Stati membri desiderano avviare questo grande dibattito sul futuro dell’Europa e aspirano a definire una visione comune sulla maniera in cui possiamo migliorare le nostre politiche per ottenere risultati e benefici concreti per i nostri cittadini.

Il Parlamento ha già iniziato i lavori per definire la sua visione. Credo che sia essenziale che il Parlamento, il Consiglio e la Commissione agiscano su un piano di parità nell’organizzazione della Conferenza.

Si tratta, infatti, di un’iniziativa che desidero sia costruttiva e che dobbiamo perseguire in uno spirito di consenso.

Sono dell’opinione, e l’ho detto alla Presidente Von der Leyen e al Presidente Michel, che sia importante che i Presidenti delle tre Istituzioni, si impegnino personalmente in questo esercizio mostrando una leadership congiunta, al fine di sottolineare l’importanza di questo processo.

Il Parlamento ritiene inoltre che sarà importante coinvolgere i cittadini e la società civile europea in modo aperto e inclusivo, nonché gli attori istituzionali, come i Parlamenti nazionali, le Autorità regionali e locali, ma anche il Comitato delle regioni e il Comitato economico e sociale.

Il gruppo di lavoro interno, da me avviato in ottobre, presenterà le sue conclusioni alla Conferenza dei presidenti il 19 dicembre e adotteremo una risoluzione in Plenaria a gennaio per essere pronti in tempo per avviare le discussioni con voi e con la Commissione all’inizio del prossimo anno.

Ripongo molte speranze nella Presidenza croata che avrà il compito di sostenere questo processo di avvio della Conferenza, così come la sua attuazione. Gli obiettivi sono ambiziosi, il calendario lo è altrettanto: è giunto il momento di mettersi al lavoro.

Consentitemi, prima di chiudere infine di esprimere a nome del Parlamento europeo un sentito ringraziamento alla Presidenza di turno finlandese che ha lavorato egregiamente in un semestre complesso e fortemente caratterizzato dal processo di ricambio istituzionale, così come di rinnovare i miei migliori auguri di buon lavoro alla prossima Presidenza di turno croata.

Plenary session – Election of the President of Parliament – Second ballot

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Dopo la riuscita tre giorni dello scorso fine settimana a Ortueri (NU), Viva Mandrolisai fa tappa questo sabato (14 dicembre) ad Atzara per completare il programma della sua prima edizione. La rassegna concepita sull’incontro tra musica, cultura e tradizioni enogastronomiche locali, approda nel paese sulle pendici sud-occidentali del Gennargentu, tra i borghi più belli dell’isola, dove trova ospitalità alla Cantina Fradiles. In programma, alle 11, una degustazione guidata dei vini Fradiles, Antiogu e Istentu a cura della Fondazione Italiana Sommelier. Alle 13 tengono banco, invece, i piatti tipici del territorio, con il blues di Francesco Piu ad aggiungere gusto all’evento, aperto al pubblico a 30 euro a persona. I posti sono limitati, per cui è consigliata la prenotazione telefonando al 3331761683. Prevista anche una visita guidata al vigneto storico della Cantina Fradiles.
 
Già tra i protagonisti della prima parte di Viva Mandrolisai, domenica scorsa a Ortueri, in una giornata che ha visto esibirsi anche Matteo Leone, Irene Loche, Alberto Sanna, i Blues Water Elephant, Francesco Piu si è ritagliato uno spazio di rilievo nel panorama del blues italiano e internazionale, partecipando a festival del calibro di IBC Memphis, Cognac Blues Passions, Blues To Bop, Blues Sur Seine, Pistoia Blues e aprendo i concerti di grandi nomi genere come John Mayall, Johnny Winter, Jimmie Vaughan, Robert Cray, Charlie Musselwhite, The Derek Trucks Band, The Fabulous Thunderbirds, solo per citarne qualcuno. Classe 1981, il chitarrista e cantante sassarese ha presentato lo scorso 19 ottobre, a Milano, il suo nuovo album (il quarto in studio della sua discografia), “Crossing”, un tributo a un’icona della storia del blues come Robert Johnson.

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Dopo l’anteprima di sabato 7 e domenica 8 dicembre, da venerdì 13 dicembre ritornano i “Mercatini di Natale 2019”, con un ricco calendario di manifestazioni che animeranno il Centro di Iglesias fino alla vigilia di Natale, «realizzate grazie alla collaborazione con il Centro Commerciale Naturale Centro Città Iglesias e con il contributo degli assessorati della Cultura, alle Attività Produttive e alle Politiche sociali – ha spiegato il sindaco Mauro Usai – una sinergia che si è dimostrata vincente e ha permesso quest’anno di ottenere due importanti finanziamenti regionali, uno per i Mercatini di Natale e uno destinato ai Centri Commerciali Naturali».
Dodici giorni dedicati alla musica, all’intrattenimento, agli acquisti e all’animazione per grandi e piccoli, quest’anno con alcune importanti novità, come il progetto curato dall’assessorato delle Politiche sociali e realizzato in collaborazione con la rete delle associazioni di volontariato, che prevede la presenza di stand per l’impacchettamento dei regali, i cui proventi saranno destinati all’acquisto di un gioco pubblico privo di barriere architettoniche.
«Una maniera per riflettere, anche nei giorni di festa, sull’importanza delle politiche di inclusione e solidarietà, per accompagnare le persone in situazione di disabilità a ricoprire il ruolo che meritano all’interno della comunità», ha messo in evidenza l’assessore delle Politiche sociali, Angela Scarpa.
Per il gran finale, sabato 21, domenica 22 e lunedì 23 dicembre, è in programma una sorpresa, con la presenza di un artista di eccezione.
Tre giorni in cui Iglesias ospiterà la musica di Moses, virtuoso dell’armonica beatbox e vincitore di Italia’s Got Talent.
«Un evento dedicato a chi ama la musica – ha detto l’assessore della Cultura, Claudia Sanna – con concerti che animeranno per tre giorni le vie del Centro e daranno un importante contributo alla promozione culturale e turistica della città.»
Il focus più importante sarà riservato al piccolo commercio, vero fulcro dei Mercatini di Natale, con la presenza di un numero sempre maggiore di stand, che quest’anno saranno 29 e ospiteranno artigiani e produttori.
«Un’iniziativa che vuole valorizzare il ruolo dei commercianti e dei piccoli produttori – ha rimarcato l’assessore delle Attività produttive, Ubaldo Scanu – che avranno una vetrina importante per far conoscere i propri prodotti. Una maniera di valorizzare tutto il commercio, grazie anche alla sinergia con l’associazione Centro Città.»

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Alla Stazione dell’Arte viene inaugurata la mostra “Lente sul mondo”, che chiude le celebrazioni per il centenario della nascita dell’artista: un programma espositivo, lungo un anno, che dalla Sardegna è approdato a Roma e a Parigi per tornare nei luoghi di ‘’Legarsi alla montagna’’, performance collettiva che unì ancor più saldamente Maria Lai alla sua comunità.

Il 2019 è l’anno di Maria Lai. Dalla Stazione dell’Arte di Ulassai al MAXXI di Roma, passando dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, questa voce inedita del panorama artistico del ‘900 è stata celebrata attraverso mostre, percorsi museali, performance, pubblicazioni e convegni. Un percorso artistico alla scoperta del mondo unico e magico che ha sempre animato l’immaginario creativo dell’artista ogliastrina.

L’evento conclusivo di questo anno straordinario e denso di appuntamenti è rappresentato dalla mostra “Maria Lai. Lente sul mondo” che sarà inaugurata sabato 21 dicembre, alle ore 17.00, alla Stazione dell’Arte di Ulassai, museo fortemente voluto dall’artista e da lei istituito nel 2006 con una donazione di oltre centocinquanta opere.

“Lente sul mondo”. La mostra è organizzata dalla Fondazione Stazione dell’Arte, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Ulassai e della Fondazione di Sardegna. Curata da Davide Mariani, direttore del museo dedicato a Maria Lai, nasce con l’intento di mettere in evidenza l’attitudine dell’artista a riflettere su macrocosmi a partire da microcosmi, facendo di Ulassai, il suo paese natale costantemente minacciato da frane, una metafora del mondo.

«Ulassai è una metafora straordinaria, perché è minacciata da frane, come il mondo – così diceva Maria Lai –. Allora si parlava della bomba atomica… frane universali. E poi questo nastro che arriva… ma che vuol dire un nastro? Non vuol dire niente, non sostiene… però lì, nella storia, nella leggenda, si dice che quel nastro abbia dato una direzione di salvezza. E allora tutto il paese faccia quest’opera, dia un’immagine del mondo nuova e dell’arte. Perché l’arte è come quel nastro, bella da vedersi ma è soprattutto direzione di salvezza

Le opere in mostra. “Lente sul mondo” si compone di oltre venti opere appartenenti alla collezione del Museo Stazione dell’Arte, di cui alcune esposte per la prima volta al pubblico. La mostra indaga in maniera sistematica l’ambizione di Maria Lai di trovare un linguaggio universale, tensione imprescindibile degli ultimi trent’anni del suo percorso d’arte.

A partire dalla serie La rupe (2002), in cui grazie a un efficace, quanto essenziale, collage di carte strappate restituisce l’immagine dei tacchi che coronano Ulassai, da sempre fonte di ispirazione e universo creativo. Come le suggestioni legate alla sua infanzia: in Paesaggio (1947), Maria Lai modella con la ceramica un paesaggio roccioso, memore degli insegnamenti di Arturo Martini. Altri passaggi richiamano invece quel sentimento maturato nel tempo di “Ansia d’infinito”, come in Andende Andende (1995/2004) e Un pezzo caduto di cielo (2003), in cui il rapporto dell’uomo con lo spazio viene esplicitato attraverso la sabbia, le pietre, gli spaghi e la polvere d’argento. Il percorso espositivo è arricchito da un focus sul tema della natività che, già dalla prima metà degli anni Cinquanta, riveste un ruolo centrale nella produzione di Maria Lai. Il presepe, ancora una volta, rappresenta una metafora perfetta dell’arte, intesa come via di salvezza per il mondo.

2019, un anno all’insegna di Maria Lai. La mostra che sarà inaugurata il 21 dicembre si collega idealmente con quella inaugurata all’inizio di questo mese a Parigi, Maria Lai. Suivez le rythme. Curata sempre da Davide Mariani e organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, l’esposizione resterà aperta fino al 10 gennaio del 2020. La mostra parigina è la prima monografica di Maria Lai in Francia.

Attraverso l’esposizione di opere autografe, foto, video ed edizioni d’artista, la mostra mette in luce le strategie impiegate da Maria Lai per avvicinare l’arte alla gente. All’Istituto Italiano di Cultura sono presenti opere che hanno segnato l’immagine dell’artista anche tra il grande pubblico: i libri cuciti, le geografie, le fiabe, i giochi e la documentazione fotografica di alcuni dei suoi interventi ambientali più significativi che oggi costituiscono parte della collezione di arte pubblica del Museo a cielo aperto “Maria Lai” di Ulassai.

Il 2019 era iniziato con l’avvio della programmazione espositiva interamente curata da Davide Mariani, nominato Direttore del museo lo scorso 4 dicembre 2018, con la mostra Maria Lai. Sguardo Opera Pensiero, un progetto espositivo nato con l’intento di indagare i luoghi dell’arte attraverso l’opera di Maria Lai e di svelare allo stesso tempo il processo creativo che si nasconde dietro la realizzazione dei suoi lavori.

In primavera è stata invece la volta di Maria Lai. Pane Quotidiano, rassegna dedicata ai momenti più significativi della produzione dell’artista legata al tema della panificazione, sia da un punto di vista materico sia da uno più simbolico e allusivo, ovvero come metafora dell’arte e della vita.

Per Maria Lai il 2019 è stato anche l’anno della retrospettiva Tenendo per mano il soleal MAXXI che ha collaborato con la Fondazione Stazione dell’Arte anche per la mostra Tenendo per mano l’ombra, inaugurate entrambe a giugno rispettivamente a Roma ed Ulassai.

Prima della mostra di Parigi, infine, è stata la volta del progetto Cuore mio. A distanza di quasi quarant’anni da “Legarsi alla montagna”, la Fondazione di Sardegna e la Fondazione Stazione dell’Arte si sono incontrate per dare vita a un progetto che, grazie all’intervento dell’artista milanese Marcello Maloberti, è risultato essere molto più di un semplice tributo a Maria Lai. Il 21 settembre scorso, sulla montagna di Ulassai, è stata inaugurata un’opera site-specific di carattere permanente che è entrata a far parte della collezione del Museo a Cielo Aperto Maria Lai. L’installazione è stata preceduta da una performance che, a partire dal tramonto e fino a tarda sera, ha coinvolto la comunità di Ulassai per le strade del paese e nella centrale piazza Barigau. A giugno, l’opera di Maloberti, un cartello stradale collocato in verticale, come una bandiera, era stata ospitata per due giorni al Museo MAXXI di Roma, proprio in occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata a Maria Lai.

LA STAZIONE DELL’ARTE

La Stazione dell’Arte di Ulassai, nel cuore dell’Ogliastra, in Sardegna, è un museo d’arte contemporanea dedicato a Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013). Istituito nel 2006 dall’artista, attraverso una donazione di oltre centocinquanta opere al comune di Ulassai, il museo, gestito dalla Fondazione Stazione dell’Arte, di cui Maria Lai è stata Presidente onorario a vita, custodisce la più importante e completa collezione pubblica della sua opera e organizza una programmazione espositiva legata ad alcune tematiche per lei centrali, come il rapporto fra arte, comunità e paesaggio.

“MARIA LAI. LENTE SUL MONDO”

A cura di Davide Mariani

21/12/2019 – 22/03/2020

Stazione dell’Arte, Ulassai

Orari: lunedì – domenica 9.30 – 19.30

Visite guidate: 9.30; 11.00; 13.00;

14.30; 16.00; 18.00

Apertura straordinaria: 24/26/31 dicembre 2019

1° e 6 gennaio 2020

Chiuso: 25 dicembre 2019

Progetto grafico: Luisa Gulli

In collaborazione con: Istituto Italiano di Cultura di Parigi

Main sponsor: Fondazione di Sardegna

Partner istituzionali: Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Ulassai

www.stazionedellarte.com

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«La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione, Andrea Biancareddu, per contrastare la dispersione scolastica ha deliberato lo stanziamento di 900mila euro per il 2019 e di ulteriori 10mila per il 2020. Questo l’incipit di una notizia pubblicata oggi sul sito del Consiglio regionale della Sardegna. Una notizia, purtroppo, imprecisa, in quanto il merito del risultato ottenuto per quanto riguarda il progetto regionale contro la dispersione scolastica “Tutti a Iscola” viene attribuito all’assessore Andrea Biancareddu e non, come più opportuno e corretto, ai quattro consiglieri del Movimento 5 stelle che hanno presentato un emendamento alla Quarta variazione di bilancio 2019/2021 per chiedere lo stanziamento di un milione di euro in favore dell’Avviso regionale “Tutti a Iscola”, che tra le diverse finalità previste comprende quella di contrasto al fenomeno dell’abbandono scolastico.»

Lo scrivono, in una nota, i consiglieri del M5S Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi e Michele Ciusa.

«Crediamo sia doveroso sottolineare che questa importante delibera di Giunta è frutto dell’impegno dei consiglieri del Movimento 5 Stelle, Desirè Manca, Alessandro Solinas, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa, coloro i quali, nello specifico hanno chiesto che venisse finanziata la cosiddetta ‘Sottolinea B1’ del bando “Tutti a Iscola”, che prevede l’organizzazione di attività didattiche extracurriculari per gli studenti con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’offerta formativa attraverso l’organizzazione di laboratori e l’apertura delle scuole al di fuori dell’orario di attività didattica ordinaria – concludono i quattro consiglieri pentastellati -. A sollevare per primo in Consiglio regionale  le criticità riguardanti l’Avviso regionale “Tutti a Iscola”, che rischiava di restare al palo per il prossimo biennio, è stato lo scorso ottobre il consigliere del M5S Alessandro Solinas, firmatario di un’interrogazione volta proprio a sollecitare lo sblocco dei fondi dedicati all’Avviso regionale. Fondi che oggi sono finalmente stati stanziati, grazie al nostro emendamento.»

gianluigideidda@gmail.com

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L’evoluzione della vertenza Sider-Alloys, a tutt’oggi, necessita di essere affrontata con maggiore chiarezza evidenziando quelli che sono i nodi che attanagliano la vicenda. E’ per questo motivo che Angelo Diciotti, segretario CUB, fa il punto della situazione, precisando i punti dolenti da chiarire.
«Innanzitutto serve fare chiarezza ed evidenziare alcuni punti – spiega Angelo Diciotti -. Straordinario. Non è assolutamente vero che i lavoratori di Sider Alloys né tantomeno i lavoratori GMS stiano facendo ore extra e neppure il sabato. La cosa preoccupante è che in stabilimento, da parecchi mesi, non si stanno facendo attività inerenti il revamping.»
«La Sider Alloys – aggiunge Angelo Diciotti – ha dichiarato ufficialmente la necessità di attuare la CIG in deroga per due motivi:
1) Il ritardo sul cronoprogramma del Revamping.
2) La mancanza di un accordo sull’energia..
«Il MISE, tramite il sottosegretario Alessandra Todde, ha messo fine a questo problema, ponendo in atto una sintesi della contrattazione, arrivando ad una conclusione positiva. Erano anni che il Sindacato e i lavoratori aspettavamo questo momento. Tuttavia – prosegue ancora Angelo Diciotti -, ci pare che la Sider Alloys non sia pronta a cogliere questa opportunità, perché un’altra azienda non avrebbe esitato a sottoscrivere un’accordo bilaterale con l’ENEL. Insomma oltre alle dichiarazioni a mezzo stampa non vediamo fatti concreti. Ecco che in conseguenza di ciò e dato il protrarsi di questa situazione stagnante, abbiamo chiesto un incontro al sottosegretario Alessandra Todde.»
«Un altro aspetto che vorrei evidenziare è il problema della mobilità per la quale siamo di fronte ad una situazione scandalosa e l’assessorato del Lavoro, dopo il presidio a Cagliari, abbiamo scoperto che stava prendendo tempo. Questa posizione non chiara – rimarca Angelo Diciotti -, evidenzia la mancanza di sensibilità di questi dirigenti nei confronti dei lavoratori mettendo in serio dubbio il loro operato.»
«Detto questo, stiamo aspettando che provvedano ad inviare le determine anche se alcune sono arrivate ma ne mancano ancora tante. A questo punto, dopo aver fatto il punto della situazione – conclude Angelo Diciotti – mi auguro che quanto da me affermato serva a fare un’attenta riflessione e inoltre che si eviti nello scrivere e divulgare notizie che non trovano riscontro.»
Armando Cusa

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Continuare e rinsaldare il proficuo dialogo avviato nella precedente amministrazione regionale tra la Regione Autonoma della Sardegna e la Conferenza Episcopale Sarda. Questo l’obiettivo comune di entrambe le Istituzioni che ha caratterizzato il cordiale incontro avvenuto a Cagliari nei locali del Seminario regionale, martedì 10 dicembre, tra il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Onorevole Christian Solinas e la Conferenza Episcopale Sarda, in occasione della sua riunione ordinaria.

Il confronto è stato introdotto dal Presidente della CES, Monsignor Arrigo Miglio: «Grati al Presidente Solinas – ha detto – per la pronta disponibilità offerta, i Vescovi della Sardegna intendono farsi interpreti presso il massimo organismo amministrativo della Regione di alcune istanze emergenti in questo momento dalle comunità cristiane della Sardegna. Contestualmente, i Vescovi sono interessati ad ascoltare quanto l’Amministrazione regionale si attende da parte della Chiesa sarda, in termini di apporto alla società e alle Istituzioni».

Piatto forte dell’incontro è stato il Protocollo d’intesa siglato il 22 settembre 2016, tra la Regione Sardegna nella persona dell’allora Presidente Francesco Pigliaru e la Conferenza Episcopale Sarda, nella persona del Presidente Monsignor Arrigo Miglio. Il protocollo è articolato attorno a tre ambiti: patrimonio ecclesiastico e beni culturali – inclusione sociale e sanità – formazione professionale, istruzione e lavoro. Il Protocollo prevede, sul piano operativo, una cabina di regia bipartisan, supportata da tre tavoli di lavoro per i rispettivi ambiti. Altri temi affrontati sono stati quello delle scuole paritarie cattoliche, quello delle scuole professionali, il cui ridimensionamento ha lasciato ai margini una folta schiera di ragazzi e giovani, che non intendono proseguire gli studi superiori e universitari e che, per contro, non hanno alcuna possibilità di prepararsi ad alcuna professione. Non è mancato nemmeno un accenno all’attuale situazione della sanità, alle lunghe liste d’attesa, alla mancanza di personale e di servizi essenziali, soprattutto nelle zone più disagiate geograficamente ed economicamente. Da ultimo si è pure accennato ai servizi assicurati dalla Chiesa sarda, attraverso la Facoltà Teologica, gli Istituti Superiori di Scienze Religiose di Cagliari e Sassari-Tempio.

Il Presidente Solinas ha preso nota di tutti gli interventi e dei temi affrontati, esponendo un’ampia e articolata informazione su quanto la Regione sta mettendo in atto per dare risposte adeguate ai problemi esposti. In particolare, si è detto disponibile a «mantenere fermo e costante il rapporto con le Diocesi sarde affinché tutti gli interventi realizzati attraverso la collaborazione con la Regione siano adeguati e produttivi per la nostra gente».

Circa il Protocollo d’intesa si è detto disponibile a concordare con la CES gli aggiustamenti necessari per snellire le procedure e dare piena attuazione agli obiettivi prefissati. Grande interesse, ha aggiunto, vi è nell’Amministrazione regionale per il ruolo sociale e formativo degli oratori parrocchiali, nonché per quel ricco patrimonio culturale, storico e artistico della Chiesa, dai notevoli risvolti sulla cultura e sull’economia della Sardegna. Dicendosi soddisfatto dell’incontro, alla fine, il Presidente Solinas ha chiesto ai Vescovi e alla Chiesa sarda «un fattivo contributo per contrastare lo spopolamento, per restituire dignità al lavoro e per una riscrittura del sistema della formazione professionale che sia in grado di contrastare l’abbandono scolastico».

Sebastiano Sanguinetti

Segretario CES

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La Libreria Cossu, a Carbonia, ha ospitato sabato 7 dicembre un incontro con l’autore Vindice Lecis per la presentazione del suo ultimo libro “Il visitatore”, edito da Nutrimenti, 461 pagine. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Argonautilus e rientra nella FieraOFF della Fiera del Libro di Iglesias 2020.

Si tratta di «un avvincente romanzo storico che è anche un affresco rigoroso e documentato della Sardegna in un’epoca di violenze e spionaggio, corruzione e inquisizione…»

Gennaio 1606. Una grande imbarcazione mercantile. La Santa Maria de Montenegro y Sant Paul, partita da Alitante e diretta a Genova e Livorno, fa naufragio dopo una terribile tempesta nella baia di Porto Conte, vicino ad Alghero. La nave trasporta quattordici passeggeri, la statua lignea di un Cristo crocefisso ancora imballata, un enorme carico di lana e quindici casse di preziosissime uova di bachi da seta. Inoltre il capitano, il catalano Paul Durant, nasconde ventimila ducati di contrabbando. Attorno alla cura del naufragio si scatena una guerra tra i consoli del mare locali e i curatori nominati dal viceré che arrivano ad Alghero dieci giorni dopo. Luglio 1607. Alamanda Carroz, marchesa di birra, muore a Cagliari. Si sospetta che il marito Cristoforo l’abbia fatta avvelenare per poi sposare solo tre mesi dopo, la figlia del viceré del Regno di Sardegna, Geronima de Calatayud. Una sospetta manovra per mettere le mani sul grande feudo sardo. Questi due interessanti episodi, insieme a numerosi altri, sono strettamente collegati: ciò che li unisce è il viceré di Sardegna Pedro Sanchez de Calatayud, conte del Real. Per investigare su questi eventi controversi e sulla dilagante corruzione che ormai ha raggiunto i vertici del regno, il re Filippo III di Spagna e il suo favorito, il duca di Lerma, inviano in Sardegna un canonico di Saragozza, Martin Carrillo. A partire dal dicembre del 1610, il visitatore si mette all’opera e svolge una serie di indagini che scoperchiano il malaffare, riuscendo infine, con non poche difficoltà e ostacoli, a istruire circa sessanta processi con l’obiettivo di rimuovere dai loro incarichi tutti i ministri del regno. L’accurata ricostruzione della società della Sardegna e del Mediterraneo del XVII secolo – con l’ausilio di documenti d’archivio anche inediti – fa da sfondo a un grande ed appassionante romanzo storico, fitto di eventi in cui le figure storiche reali si mescolano a personaggi d’invenzione.

La presentazione si è sviluppata attraverso un dialogo tra Daniela Aretino e l’autore, preceduto da una breve presentazione di Eleonora Carta.

Vediamo l’intervista realizzata con Vindice Lecis.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10221207771531792/

          
                   

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Sabato 14 dicembre, alle ore 10.00, piazza Carta, a Cortoghiana, sarà la sede dell’edizione 2019 di “Alberi per il Futuro”, la campagna di piantumazione che metterà a dimora un albero per ciascun bambino di Carbonia nato nel 2018. L’evento è organizzato dal comune di Carbonia e fa seguito alle precedenti edizioni del 2017 e 2018. Quest’anno l’iniziativa prevede una chiara identificazione di ciascun albero piantato con ogni bambino nato nel 2018.

“Alberi per il Futuro” si svolgerà in tre differenti giornate: sabato 14, sabato 21 e sabato 28 dicembre nell’area di piazza Carta, futuro polmone verde della città, in cui verranno piantati complessivamente 111 alberi, pari al numero di piccini venuti alla luce nel 2018. Si comincia sabato 14 dicembre con gli inviti che verranno recapitati alle 25 famiglie dei bimbi nati nei primi mesi del 2018, cui seguiranno gli inviti per le giornate del 21 e del 28 dicembre indirizzati ai genitori dei neonati nei mesi successivi.

Il sindaco Paola Massidda e l’assessore dell’Ambiente Gian Luca Lai invitano tutti i cittadini, le associazioni, gli studenti e i vivaisti a partecipare a un’azione concreta di cittadinanza attiva, che consentirà di incrementare il patrimonio verde della nostra città.

La messa a dimora di nuove piante in ambito urbano contribuirà a rendere la città più ordinata, vivibile e sostenibile sotto il profilo ambientale, con un miglioramento della qualità dell’aria attraverso la riduzione dell’anidride carbonica (CO2).

Le piantine sono state acquistate nell’ambito della variante al progetto di riforestazione.

I cittadini che intendono partecipare all’iniziativa potranno confermare la loro adesione, chiamando i nostri uffici al numero 0781.694266, comunicando quale contributo vorranno apportare per garantire una buona riuscita dell’evento.

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L’affascinante sito della vecchia miniera dismessa di Sa Duchessa, a Domusnovas, ha ospitato lo scorso 1 dicembre la cerimonia in onore di Santa Barbara, organizzata da un privato, Antonio Bacchis, con la partecipazione dell’Amministrazione comunale guidata da Massimiliano Ventura, la Guardia Costiera di Portoscuso, il parroco di Domusnovas che ha celebrato la Messa, i volontari di numerose associazioni di Domusnovas e del territorio, e diverse decine di cittadini. Dopo la cerimonia religiosa, la statua di Santa Barbara è stata portata in processione fino alla grotta dove viene custodita e può essere visitata. Successivamente, Antonio Bacchis ha consegnato dei ricordini alle personalità presenti e a quanti hanno collaborato per la buona riuscita della giornata di festa ed è stato ricordato anche Sant’Uberto, patrono dei cacciatori, ricordo già presente stabilmente a qualche decina di metri dal sito della vecchia miniera e per celebrare il quale è stata auspicata l’organizzazione di un’apposita giornata di festa…

Alleghiamo un ricco album fotografico della giornata e il filmato della processione.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10221209860944026/