24 December, 2025

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Per il centenario della nascita di Maria Lai è stato approvato il sostegno finanziario di 3mila euro a favore della Fondazione Stazione dell’Arte Ulassai, sull’esercizio 2019, grazie all’incremento dello stanziamento destinato all’organizzazione delle manifestazioni celebrative per il centenario. Lo ha deciso la Giunta regionale su proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione e Beni Culturali, Andrea Biancareddu che ricorda come quest’anno ricorra il centenario dalla nascita dell’artista Maria Lai, nata il 27 settembre 1919 ad Ulassai e morta il 16 aprile 2013 a Cardedu.

Il comune di Ulassai, paese natale di Maria Lai, con la Fondazione Stazione dell’Arte – a cui l’Amministrazione regionale partecipa con un proprio rappresentante all’interno del Comitato direttivo – costituita nel 2006 e di cui l’artista è stata Presidente onorario fino alla morte, organizza manifestazioni, rassegne, mostre e spazi espositivi delle opere d’arte dell’artista. Sono previste anche collaborazioni con altri musei, fuori e dentro la Sardegna, che ripercorrono la vita e la produzione artistica di Maria Lai. L’assessore Andrea Biancareddu ha per questo deciso, per l’anno 2019, di sostenere le manifestazioni celebrative che dall’ambiente e dagli elementi naturali della Sardegna ha trovato ispirazione per la sua arte con la quale ha contribuito a far conoscere in tutto il mondo la bellezza dell’Isola.

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Il presidente della Regione Christian Solinas ha ricevuto stamane a Villa Devoto, a poche ore dalla straordinaria vittoria ottenuta ieri sera alla Sardegna Arena contro la Sampdoria, Tommaso Giulini, presidente del Cagliari Calcio, che ha illustrato il programma di sviluppo della società ed il rapporto della squadra con i sardi.

«Il Cagliari rappresenta la proiezione di un popolo e dell’Isola. Ci avviciniamo alla ricorrenza dei cento anni del club con entusiasmo e orgoglio. Anche a nome di tutti i sardi voglio testimoniare il sostegno della Regione alla squadra e ai suoi dirigenti per l’impegno straordinario profuso finora in questa stagione – ha sottolineato il presidente Christian Solinas -. È importante diffondere il valore educativo dello sport che rappresenta un importante elemento per la formazione dei nostri giovani», ha detto il governatore che ha evidenziato «il modello positivo di vita e la funzione socializzante e di aggregazione dell’attività sportiva.»

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Il convegno “La Misura del Tempo” ha riservato anche quest’anno sorprese e spunti di riflessione in campo archeoastronomico per alcuni importanti complessi megalitici dell’isola. Se il sito di Romanzesu a Bitti sembra aver custodito per millenni i segreti di allineamenti solstiziali, dall’area cultuale di Paule s’Ittiri, in agro di Torralba, sembrerebbero provenire importanti elementi per la costituzione di un vero e proprio calendario stellare dell’epoca nuragica.

L’indagine effettuata dal Circolo Aristeo e dalla Società Astronomica Turritana sulle strutture cultuali di “Romanzesu”, ha evidenziato come gli edifici, nel loro reciproco posizionamento delimitino figure geometriche ben definite legandole agli orientamenti astronomici.

Come ampiamente illustrato nel corso del convegno, l’indagine svolta intorno al complesso archeologico di Romanzesu da Michele Forteleoni e Simonetta Castia ha mostrato come i tre templi a megaron A, B e C siano perfettamente posizionati per formare un triangolo isoscele, con i templi A e B al meridiano in direzione Nord-Sud. Ma è il legame tra i templi e il vicino recinto cerimoniale a destare il maggior interesse archeoastronomico: dall’ingresso del tempio C (il cosiddetto Heroon) è possibile osservare, il giorno del solstizio estivo, la levata del Sole dietro il tempio B e dietro il recinto cerimoniale il giorno del solstizio invernale; viceversa si osserverà dietro il tempio C il tramonto del Sole a solstizi invertiti.

Le analisi effettuate con l’utilizzo di GPS e Stazione Totale hanno consentito di restituire una planimetria generale del sito più accurata, mostrando quanto lo studio sulla carta sia inopportuno in assenza di una georeferenziazione precisa.

Ma le sorprese non sono finite. Un’altra indagine della SAT ha consentito di ricavare interessanti elementi per la codificazione di un calendario stellare di epoca nuragica, attraverso lo studio del sito di Paule s’Ittiri, già indagato lo scorso anno per gli allineamenti degli ingressi delle strutture di carattere cultuale. Quest’anno la domanda è stata rivolta al “cosa vedessero gli antichi alle spalle dei monumenti”.

Le ricerche hanno mostrato che dietro di essi tramontano Arturo, Vega e Capella, le tre stelle più luminose nel nostro emisfero celeste.  Calcolando i momenti in cui esse sono visibili all’orizzonte prima dell’alba e dopo il tramonto del Sole è possibile individuare date utili per un calendario legato alle attività agricole.

Dallo studio degli “Aspetti metrici e geometrici del complesso di Gremanu a Fonni” condotto dagli studiosi Flavio Carnevale e Marzia Monaco dell’Università “La Sapienza” di Roma (che hanno lavorato in équipe con Aristeo e la SAT), sono state messe in luce diverse unità di misura assimilabili al cubito, l’esistenza di cantieri di costruzione che utilizzavano multipli costruttivi differenti.

Alberto Scuderi e Ferdinando Maurici del Gruppo Archeologi D’Italia e della Soprintendenza del Mare della Sicilia, hanno illustrato il contesto monumentale della valle dei menhir di Cerami (in provincia di Enna), proponendo una comparazione con aree simili presenti in Sardegna.

Di una comparazione tra i calendari agricoli nell’antichità si è occupato anche Elio Antonello dell’Osservatorio Astronomico di Brera-Inaf, attraverso gli scritti di autori classici come Catone il censore e Varrone, la cui lettura e analisi, pure svolta con cautela e ponderatezza, rende evidente che i solstizi e gli equinozi dovevano essere un riferimento usato fin dalla preistoria.

Una critica alla metodologia delle visite didattiche “usa e getta”, comuni nel turismo culturale, è stata rivolta da Nicoletta Lanciano dell’Università “La Sapienza” di Roma. La studiosa ha indicato l’importanza di educare a osservare, a guardare con curiosità. E quindi a inseguire tracce perdute, nascoste o evidenti legate ai monumenti o al passaggio di personaggi importanti, spingendo il fruitore della comunicazione a riconoscerle e interrogarsi verso questo tipo di informazioni.

Molto sofisticato e apprezzato l’intervento di Marcello Ranieri dell’Università “La Sapienza”, sugli schemi armonici pitagorici desumibili dalla tavoletta babilonese di diorite nera, dalla quale si evince come la conoscenza delle terne pitagoriche o quasi pitagoriche, negli antichi, permettesse di realizzare rettangoli perfetti o quasi anche nei piccoli oggetti, senza calcolare quadrati ed estrarre radici quadrate.

Interessanti sviluppi sull’evoluzione degli edifici a pianta rettangolare del Bronzo medio in Sardegna sono stati presentati dall’archeologa Valentina Leonelli, grazie anche alla recente scoperta in provincia di Sassari di un monumento che apparirebbe antesignano del tempio a megaron. È stato ipotizzato che questa tipologia di templi sia nata come magazzino (in qualche modo connesso al sacro in quando bene prezioso per la comunità), per diventare in seguito un deposito di culto e quindi tempio votivo che trova la massima rappresentazione nel bronzo finale attraverso il deposito di oggetti di culto.

La lunga storia di scavi sul sito di Abini, nel comune di Teti, è stata illustra da Claudio Bua dell’Università degli Studi di Sassari. Una storia fatta di dei, demoni e tesori, che a partire dal 2013 ha restituito nuove scoperte, quando l’ateneo sassarese ha ripreso i lavori di scavo con la docente Anna Depalmas. Nonostante la compromissione del sito, sono stati rinvenuti nuovamente pugnali e altri materiali in bronzo, olle, ciotole carenate, scodelle ed elementi in pasta vitrea, ed è ipotizzabile che vi fosse presente una struttura a doppio spiovente, simile a quella di Su Tempiesu.

Per la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio delle province di Sassari e Nuoro, Nadia Canu e Michela Migaleddu hanno presentato i risultati degli scavi e delle ricerche condotti nella “Necropoli di Murrone”, illustrando nel dettaglio le ricerche sul campo. In particolare, si è compreso che il sistema di “canalette” presente in superficie servisse a delimitare la perimetrazione degli ambienti presenti al di sotto, quasi a creare una connessione, assieme ad altre strutture sopraelevate, con le aree degli ipogei.

La giornata di studio si è conclusa con alcuni spunti di riflessione e prospettive di ricerca sui “Nuragici tra continuità e trasformazione”, in cui l’archeologa Gianfranca Salis della Soprintendenza Archeologia di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, ha elencato due sostanziali linee di indirizzo: da un lato l’incontro e l’acculturazione con altre civiltà di approdo, come quella dei fenici; dall’altro lo scontro e l’opposizione culturale ben evidenziata da Lilliu nella teoria della costante resistenziale. Il bilancio dell’iniziativa è stato senz’altro positivo, offrendo lo spunto e l’occasione per il consolidamento di future collaborazioni.

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Il comune di Sant’Antioco diventa “Plastic Free”. Il sindaco Ignazio Locci, infatti, ha firmato l’ordinanza n° 21 del 2/12/2019 “Disposizioni per la minimizzazione dei rifiuti, l’incremento della raccolta differenziata e la riduzione dell’impatto della plastica sull’ambiente. Divieto di commercializzazione e utilizzo dei sacchetti, dei contenitori e delle stoviglie monouso non compostabili – Sant’Antioco Comune Plastic free”.  

A decorrere dal primo marzo 2020, dunque, agli esercenti per i generi alimentari, quali supermercati, botteghe di vicinato, salumerie e ogni altro esercizio e centro abilitato alla vendita di stoviglie per alimenti, è fatto esplicito divieto di commercio di qualsiasi materiale monouso in plastica e non biodegradabile quali piatti, bicchieri (di qualsiasi dimensione), cannucce, posate, cotton fioc non biodegradabili, mescolatori di bevande. E ancora, sempre dal primo marzo 2020, i titolari che esercitano sul territorio comunale le attività della ristorazione, quali bar, pub, birrerie, ristoranti, pizzerie, paninerie, take away, rosticcerie, friggitorie, gelaterie e attività similari aventi quale finalità la somministrazione di alimenti e bevande (inclusi gli stabilimenti balneari e i chioschi) non potranno distribuire ai clienti sacchetti, contenitori e stoviglie monouso in materiale non biodegradabile. Infine, gli enti e le associazioni che organizzano feste pubbliche e sagre dovranno attenersi scrupolosamente alle disposizioni e agli effetti già contenuti nell’ordinanza n° 30 del 27/09/2010, che impone il “Divieto di commercializzazione degli shopper (sacchi di asporto merci) in polietilene ed il divieto di uso dei contenitori e delle stoviglie monouso non biodegradabili in occasione di feste pubbliche e sagre”. I destinatari del divieto di vendita e utilizzo di plastica monouso, a partire dal primo marzo 2020, avranno sessanta giorni di tempo per smaltire le scorte contenute in magazzino.

«Il nostro è un impegno concreto – commenta il sindaco, Ignazio Locci – abbiamo il dovere di tutelare il territorio e, soprattutto, il mare che circonda l’isola di Sant’Antioco. Ormai non sussistono più dubbi sul fatto che la plastica sia un materiale altamente inquinante e noi, con questo provvedimento, intendiamo ridurre fortemente il suo impatto sull’ambiente. I sacchetti, i contenitori e le stoviglie di plastica, utilizzati quotidianamente, hanno gravi conseguenze ambientali con un effetto nocivo sia per la produzione, sia per lo smaltimento. Già nel 2010 il comune di Sant’Antioco aveva emesso un’ordinanza che imponeva il divieto di commercializzazione degli shopper (sacchi di asporto merci) in polietilene e di uso dei contenitori e delle stoviglie monouso non biodegradabili in occasione di feste pubbliche e sagre. Con questo provvedimento anticipiamo i tempi già scanditi dall’Unione Europea che, salvo ripensamenti, mette al bando la plastica monouso a partire dal 2021.»

«Andiamo avanti sulla strada della tutela del nostro territorio – commenta il consigliere comunale con delega dell’Ambiente Pasquale Renna -, l’ordinanza rappresenta un impegno concreto verso questa direzione. Gli effetti del provvedimento partiranno dal primo marzo e, per dare modo a tutti di assimilare ciò che rappresenta una vera rivoluzione, ci saranno ulteriori sessanta giorni per smaltire le scorte.»

 

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È stata presentata in Consiglio regionale una proposta di legge in materia di personale, per favorire l’accelerazione e la semplificazione dei procedimenti amministrativi relativamente al settore agricolo. Lo scopo è quello di velocizzare il disbrigo delle pratiche arretrate relative a premi, contributi ed erogazioni a qualunque titolo erogati, relativi al comparto dell’agricoltura.

L’iniziativa è promossa dall’on. Gian Franco Satta e vede come ulteriori sottoscrittori l’intero Gruppo dei Progressisti, cui lo stesso consigliere aderisce, PD e LeU Sardigna.

La proposta investe l’ARGEA (Agenzia Regionale per il sostegno all’agricoltura) del compito di predisporre un Piano straordinario coordinato, definito e realizzato in collaborazione con le altre Agenzie Regionali agricole e tramite l’impiego prioritario del proprio personale e di quello reso disponibile, nei contingenti richiesti, da LAORE (Agenzia Regionale per lo Sviluppo in Agricoltura) e AGRIS (Agenzia Regionale per la Ricerca in Agricoltura).

L’intento è quello di concludere tutte le istanze arretrate e portare a regolare regime istruttorio le nuove, entro e non oltre l’anno prossimo, partendo con la massima celerità già a partire dal mese in corso.

Il Piano avrà durata 12 mesi e sarà attivato, attraverso determinazioni delle rispettive direzioni generali, privilegiando, anche in deroga ai limiti massimi fino al 20% del previsto, l’ampio utilizzo degli istituti di incentivazione, presenti nel Contratto collettivo di Lavoro, connettendoli ai risultati ottenuti. Il predetto Piano sarà monitorato sistematicamente dalle direzioni generali delle Agenzie che, con cadenza quadrimestrale, trasmetteranno una relazione sui risultati ottenuti alla Giunta Regionale e alla V Commissione Consiliare – Attività produttive.

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Il Programma Giovani Funzionari delle Organizzazioni Internazionali, noto anche come Programma JPO, è un’iniziativa finanziata dal Governo Italiano attraverso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e curata dal Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite (UN/DESA).
Il Programma permette a giovani italiani qualificati di avere un’esperienza formativa e professionale nelle organizzazioni internazionali per un periodo di due anni.
Lo scopo del Programma è duplice:

  • favorisce le attività di cooperazione delle organizzazioni internazionali associando giovani funzionari ad iniziative di sviluppo
  • consente a giovani interessati alle carriere internazionali di compiere esperienze rilevanti che nel futuro ne potrebbero favorire il reclutamento da parte delle organizzazioni stesse o in ambito internazionale.

I requisiti necessari per l’ammissione all’edizione 2019/2020 del Programma JPO sono:

  • Essere nati il o dopo il 1 gennaio 1989 (1 gennaio 1988 per i laureati in medicina; 1 gennaio 1986 per i laureati in medicina che abbiano conseguito un diploma di specializzazione in area sanitaria)
  • Possedere la nazionalità italiana
  • Avere un’ottima conoscenza della lingua inglese e italiana
  • Avere ottenuto uno dei seguenti titoli accademici prima della scadenza per la presentazione delle candidature: laurea specialistica/magistrale, ovvero  laurea magistrale a ciclo unico, ovvero laurea/laurea triennale accompagnata da un titolo di Master universitario, ovvero Bachelor’s degree accompagnato da un titolo di Master universitario.

Nell’ambito dell’edizione 2019/2020 del Programma JPO si prevede l’assegnazione di un numero limitato di posizioni a candidati provenienti da alcuni paesi in via di sviluppo (“Least Developed Countries” e paesi prioritari per la cooperazione allo sviluppo italiana). La lista di tali paesi è disponibile sul sito ufficiale.

Data la natura altamente competitiva del Programma JPO e le crescenti competenze richieste dalle organizzazioni internazionali, le seguenti qualificazioni aggiuntive sono spesso considerate asset importanti in fase di valutazione:

  • Conoscenza di altre lingue ufficiali delle Nazioni Unite o lingue parlate nei paesi in via di sviluppo.
  • Possesso di ulteriori titoli accademici e/o corsi di formazione rilevanti.
  • Aver maturato una solida esperienza professionale, della durata di almeno un anno.
  • Possesso di alcune capacità/competenze quali orientamento al cliente, lavoro di squadra, comunicazione, responsabilità, pianificazione e organizzazione del lavoro.

I candidati dovranno essere motivati e disposti ad adattarsi a diversi ambienti di lavoro. Inoltre, dovranno dimostrare impegno nei confronti dei valori fondamentali delle Nazioni Unite, cioè integrità, professionalità e rispetto della diversità.
Per informazioni dettagliate sulla preparazione della candidatura verranno organizzati alcuni webinar nelle date sotto indicate:

  • 5 novembre 2019 ore 10.00
  • 12 novembre 2019 ore 17.00
  • 20 novembre 2019 ore 10.00
  • 28 novembre 2019 ore 13.00
  • 03 dicembre 2019 ore 17.00.

Si raccomanda di consultare attentamente la pagina web How to Apply prima di iniziare la compilazione del formulario elettronico relativo al Programma JPO 2019/2020. Le domande di partecipazione dovranno essere inviate online esclusivamente attraverso il sistema di “Online Web Application” (OWA) dell’ufficio UN/DESA di Roma.
A causa dell’elevato numero di candidature previste verranno contattati esclusivamente i candidati preselezionati per le interviste.
La scadenza per l’invio online delle candidature è il 10 dicembre 2019 alle ore 15.00 (ora italiana).

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Il comune di Rimini lancia un concorso per l’assunzione a tempo pieno di 11 educatori di asilo nido – cat. C posizione economica C1, con uno stipendio iniziale che ammonta ad 20.344,08 euro annui. Le selezioni prevedono il superamento di tre prove d’esame, due scritte ed una orale, sugli argomenti indicati nel bando. La richiesta di ammissione al concorso potrà essere presentata soltanto online attraverso la procedura guidata entro il 10 dicembre 2019.
I requisiti richiesti per partecipare al concorso sono:

  •  cittadinanza italiana o di uno degli Stati membri dell’Unione Europea o di altre categorie previste dal bando;
  •  età non inferiore agli anni 18 e non superiore a quella prevista dalle norme vigenti per il collocamento a riposo d’ufficio;
  •  possesso dell’idoneità fisica all’impiego;
  •  non essere stati esclusi dall’elettorato politico attivo;
  •  non essere stati licenziati da un precedente pubblico impiego, oppure destituiti o dispensati dall’impiego presso una Pubblica Amministrazione per persistente insufficiente rendimento;
  •  non essere stati dichiarati decaduti da un pubblico impiego;
  •  non aver riportato condanne penali che impediscano, ai sensi delle vigenti disposizioni in materia, la costituzione di un rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione;
  •  conoscenza di base della lingua inglese e dell’informatica.

E’ necessario inoltre essere in possesso di almeno uno tra i seguenti titoli di studio:

  • Lauree magistrali o specialistiche di una delle seguenti classi (conseguite entro il 31 maggio 2017): LM 50 Programmazione e gestione dei servizi educativi; LM 57 Scienze dell’Educazione degli adulti e della formazione continua; LM 85 Scienze Pedagogiche;LM 85 bis laurea quinquennale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria; LM 93 Teorie e metodologie dell’e-learning e della media education ed altra classe di laurea magistrale equiparata a Scienze dell’Educazione “vecchio ordinamento”. Diplomi universitari o lauree equipollenti, equiparate o riconosciute ai sensi di legge.
  • Lauree triennali (conseguite entro il 31 maggio 2017): L. 18 (D.M. 509/1999) Scienze dell’educazione e della formazione; L. 19 (D.M. 270/2004) Scienze dell’educazione e della formazione.
  • Diploma di laurea (conseguito entro il 31 agosto 2015) in: pedagogia scienze dell’Educazione; scienze della Formazione primaria.
  • Diploma di: maturità magistrale; maturità rilasciato dal liceo socio-psico-pedagogico; abilitazione all’insegnamento nelle scuole di grado preparatorio; dirigente di comunità; tecnico dei servizi sociali e assistente di comunità infantile; operatore dei servizi sociali e assistente per l’infanzia; liceo delle scienze umane; titoli equipollenti, equiparati, o riconosciuti ai sensi di legge.

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Il Centro Studi Agricoli, solleva seri dubbi sui 14 milioni destinati al ritiro dal mercato delle eccedenze di formaggio pecorino romano, per essere destinate attraverso un pubblico bando, alla consegna agli indigenti. Un meccanismo utilizzato spesso da parte del Governo Nazionale e da alcune regioni negli ultimi anni, per alleggerire le eccedenze delle produzioni di formaggi, come il Grana Il Parmigiano Reggiano e, in questo caso, il Pecorino romano. Questo meccanismo, precisa il Centro Studi Agricoli, va in deroga ai regolamenti comunitaria che vietano interventi pubblici diretti sulle produzioni e sui mercati. Ora il dubbio che viene sollevato dal Centro Studi Agricoli, è che in mancanza di eccedenze di Pecorino romano (come in tutte le ultime riunioni si sta dichiarando) i 14 milioni destinati dal Governo per il ritiro del Pecorino Romano, attraverso un pubblico bando, non possano essere utilizzati, per il solo fatto che non esistono eccedenze. E se utilizzati si tratterebbe di un puro e certo  aiuto di stato, che potrebbe essere condannato dalla stessa Unione Europea.

«Questa situazione non si sarebbe creata, se il decreto legge, fosse entrato in vigore ad aprile 2019 – afferma Tore Piana, presidente CSA -, ecco perché oggi affermiamo che si sono persi 10 mesi in lunghe discussioni, utili ma troppo burocratiche, I tavoli nazionali e regionali, le riunioni sono tutte cose utili e positive, ma il mercato non aspetta i tempi lunghi della politica. Ad esempio, se uno si trova al centro del fiume e chiede aiuto perché sta annegando, devo intervenire subito e lanciargli la ciambella di salvataggio, se aspetto e discuto i modi del salvataggio, quando intervengo,  il richiedente aiuto è già affogato.»

«Devo applaudire al sistema bancario – aggiunge Tore Piana – ed in particolare alla sensibilità del Banco di Sardegna, che in questi ultimi anni sta dimostrando la giusta attenzione al sistema agricolo sardo. Detto questo riteniamo, come Centro Studi Agricoli il ricorso al credito del sistema bancario per gli allevatori sardi, all’inizio della campagna di produzione del latte, come alternativa al sistema delle “ caparre” in uso dal sistema Industriale, COME UN ULTERIORE AGGRAVIO DI SPESE DELL’ALLEVATORE SARDO, che non risolverebbe il problema. Il CSA propone una soluzione a costo zero per tutti. La proposta del CSA, consiste nel richiedere in via straordinaria la possibilità per la Sardegna di chiedere il pagamento dei premi PAC e PSR anticipati al mese di Settembre di ciascun anno, anziché nel mese di dicembre come oggi avviene. Questa decisione, consentirebbe, in modo particolare all’allevatore sardo, produttore di latte ovino, di non dover ricorrere a prestiti “caparre” nei confronti dell’Industria casearia privata, motivo questo, della firma da parte degli allevatori sardi di contratti vendita del latte il più delle volte con prezzi sfavorevoli al produttore del latte ovino, ne ricorrere a prestiti bancari onerosi. A seguito di una nostra indagine, per ottenere il pagamento anticipato al mese di settembre della PAC e delle misure PSR, vi è la necessità che la Regione Sardegna  faccia una convenzione speciale, con l’Istituto Zooprofilattico di Teramo, concessionario della gestione della BDN Nazionale (Banca Dati Nazionale per l’anagrafe animale) la quale dovrebbe anticipare al mese di settembre di ciascun anno, la certificazione della consistenza del bestiame in ciascuna azienda agricola sarda, condizione questa essenziale per poter eseguire i dovuti pagamenti PAC e PSR. Con questa soluzione – conclude Tore Piana -, si permetterebbe all’agricoltore Sardo, una maggiore tranquillità economica e un maggiore potere contrattuale, sia nei confronti  degli Industriali per la  vendita del latte, sia  nei confronti dei fornitori di materie necessarie alla conduzione dell’azienda agricola, all’inizio dell’annata agraria, senza nessun ulteriore onere da parte di nessuno.»

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Il comune di Carbonia ha pubblicato il bando pubblico per accedere al fondo destinato agli “inquilini morosi incolpevoli”. Potranno presentare domanda coloro che, avendo un contratto di affitto per la propria abitazione, hanno ricevuto un atto di intimazione di sfratto per morosità incolpevole con citazione in giudizio per la convalida.

I “morosi incolpevoli” sono coloro che non sono stati più in grado di pagare gli affitti per la perdita o la riduzione di almeno il 30% del reddito del proprio nucleo familiare, dovute ad una delle seguenti cause: perdita del lavoro per licenziamento; accordi aziendali o sindacali con riduzione dell’orario di lavoro; cassa integrazione ordinaria o straordinaria che riduce notevolmente il reddito; mancato rinnovo dei contratti a termine o di lavoro atipici; cessazione o consistente riduzione di attività da libero professionista o di impresa registrata, derivanti da cause di forza maggiore o da perdita di avviamento; malattia grave, infortunio o morte di un componente da cui consegue una forte riduzione del reddito familiare o la necessità di utilizzare gran parte del reddito per affrontare le spese mediche e assistenziali.

Gli interessati, in possesso dei requisiti indicati nel bando, possono presentare domanda in qualunque momento dell’anno.

Il Comune effettua l’istruttoria delle domande, ne accerta l’ammissibilità e determina il fabbisogno che viene trasmesso alla Regione con la richiesta di finanziamento.

Sulla base delle istanze presentate dai Comuni, la Regione, per ciascuno dei bimestri (Dicembre/Gennaio, Febbraio/Marzo, Aprile/Maggio, Giugno/Luglio, Agosto/Settembre; Ottobre/Novembre) predisporrà una graduatoria degli aventi diritto.

Le domande possono essere presentate a mano all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Carbonia, in Piazza Roma 1, o spedite con raccomandata con ricevuta di ritorno (A/R) all’indirizzo: Comune di Carbonia, Ufficio Patrimonio-Politiche per la Casa, Piazza Roma 1, 09013 Carbonia o trasmesse al seguente indirizzo di Pec (Posta Elettronica Certificata) del comune di Carbonia: comcarbonia@pec.comcarbonia.org. Le domande di partecipazione devono essere compilate unicamente sui moduli predisposti dal comune di Carbonia, disponibili, insieme al bando presso la Portineria del Palazzo Comunale, in Piazza Roma 1 a Carbonia, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 13.00; presso le sedi delle ex circoscrizioni di Cortoghiana e Bacu Abis; sul sito del Comune, all’indirizzo:www.comune.carbonia.su.it: Home>Avvisi e Bandi> Altri bandi e avvisi.

Per informazioni rivolgersi all’Ufficio Politiche della Casa, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 12.00. Telefono 0781 694232.

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Un pomeriggio di violenza ed esasperazione in una casa di via Dante nel centro storico di Furtei quando un 25enne, P.A., tossicodipendente, ha per l’ennesima volta chiesto soldi ai genitori ma stavolta il padre gli ha detto no ed il ragazzo si è scagliato contro di loro, malmenandoli. Nel frattempo, ha minacciato gesti di autolesionismo e di tagliarsi le vene per suicidarsi. La chiamata al 112 dal padre sconvolto e dai passanti che hanno sentito la confusione, ha permesso l’invio di una pattuglia dell’Arma, della stazione di Villanovafranca, arrivata immediatamente sul posto.
I carabinieri hanno bloccato il giovane, in probabile stato di alterazione psicofisica ed una volta rimesso in sicurezza l’ambiente, lo hanno portato in caserma a Sanluri, dove è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia. Il 25enne, molto agitato, che nella colluttazione col padre si è anche ferito ad un orecchio, è stato anche accompagnato dai militari  in ospedale, a Cagliari, per essere visitato. Dopo una notte in camera di sicurezza nella compagnia carabinieri di Sanluri, da oggi su disposizione dell’Autorità giudiziaria si trova in una comunità terapeutica della zona, in attesa del processo.