25 December, 2025

[bing_translator]

Domenica 24 marzo scorso dalla chiesa della Madonna dei Martiri di Fonni, ha preso il via la seconda edizione del Pellegrinaggio Militare Interforze della Sardegna.

La giornata, è stata preceduta dalla funzione religiosa presieduta da Ppadre Mariano Asunis, e concelebrata unitamente ai cappellani militari delle altre Forze Armate e della Guardia di Finanza, dai parroci don Antonello Solinas e padre Giuseppe Carta presso il Santuario  della “Madonna dei Martiri” di Fonni, alla presenza del Comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, Generale di Corpo d’Armata Giovanni Domenico Pintus, del sindaco di Fonni Daniela Falcioni, di altre autorità civili e militari, della popolazione fonnese.

Al termine della solenne funzione i pellegrini, accompagnati da una numerosa rappresentanza della comunità, hanno percorso il cammino raggiungendo il santuario della  “Madonna de sa Itria” di Gavoi, proseguendo nella giornata successiva dal Santuario della Madonna d’Itria ai Santuari di Santi Cosma e Damiano presso Mamoiada fino a raggiungere il centro di spiritualità di Galanoli ad Orgosolo percorrendo itinerari ricchi di flora e fauna locale, pregni di storia e memoria, che in passato erano appannaggio pressoché esclusivo dei pastori.

Il percorso tracciato in collaborazione con il Corpo Regionale Forestale della Sardegna, proseguirà oggi con la tappa da Orgosolo al Redentore, per poi concludersi domani 27 marzo, presso la cattedrale della “Santa Maria della neve” a Nuoro, con la celebrazione della Santa Messa, alle ore 11,30, officiata dall’arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, S.E.R. Mons. Santo Marcianò, e da mons. Mosè Marcia vescovo di Nuoro, unitamente ai cappellani militari isolani.

Ciò alla presenza delle più alte Autorità civili e militari dell’isola e delle rappresentanze delle quattro Forze Armate, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria e della Guardia Forestale.

[bing_translator]

“Era l’allodola?”, lo spettacolo finalista e vincitore del premio come miglior attore protagonista al “Roma Comic Festival 2018”, arriva ad Ossi. Sarà in scena per due giorni, il 4 e 5 aprile prossimi, al Cinema Teatro Casablanca in via Sardegna 16/B.

William Shakespeare versus il suo analista. Il tormentato e sedicente bardo attraversa un momento di crisi e porta in superficie uno degli interrogativi più ambigui del suo repertorio: Era l’allodola? Un irriverente gioco delle parti dove l’amore descrive la follia e la follia fa sbocciare l’amore, conducendo lo spettatore a ritmo serrato verso il terreno dell’assurdo e dell’illogicità.

Le tragicomiche conversazioni di un uomo innamorato, scritte dirette ed interpretate da Daniele Monachella e Carlo Valle, hanno riscosso un ottimo successo di pubblico e di critica nelle rappresentazioni ospitate in diversi centri dell’isola tra l’estate e l’autunno. Successo confermato poi anche a livello nazionale con l’inserimento all’interno del prestigioso festival della comicità di Roma. “Era l’allodola?”, come detto, ha anche ricevuto uno dei riconoscimenti più importanti, quello al miglior attore protagonista che la giuria ha assegnato a Daniele Monachella.

«Arriviamo a Ossi dopo aver portato il nostro spettacolo in numerosi centri della Sardegna e della penisola», afferma Daniele Monachella.

«La nostra soddisfazione maggiore è aver ottenuto un successo con uno spettacolo originale, una produzione completamente sarda, nata, come recita la locandinada un mio dubbio che  insieme al prezioso contributo di Carlo Valle è diventata una commedia brillante. “Era l’allodola?” è adatta ad un pubblico di tutte le età e forse anche questo è uno dei motivi  che l’hanno fatta apprezzare sia dal pubblico che dalla  critica.»

“Era l’allodola?” è una produzione di Mab Teatro col contributo della Fondazione di Sardegna e col Patrocinio dello IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies.

[bing_translator]

Musica ma anche arte, letteratura, cinema, ambiente, società: queste le coordinate lungo le quali si snoderà la trentaduesima edizione del festival internazionale Time in Jazz, appuntamento tra i più attesi dell’estate, in programma dal 7 al 16 agosto tra Berchidda, paese natale del suo ideatore e direttore artistico, il trombettista Paolo Fresu, e varie altre località del nord Sardegna.

Un’edizione che si riconosce sotto il titolo “Nel mezzo del mezzo”: come il numero 32 che la connota e che, come spiega Paolo Fresu nella sua presentazione, «si colloca tra il 31 – naturale prosecuzione del primoriale e semiperfetto 30 – e il 33, palindromo della maturità e degli anni di Cristo oltre che numero che indica l’inizio e la fine delle cose»; nel mezzo come «un’isola, la Sardegna, che sta idealmente tra l’Africa e l’Europa (…) una “Terra di mezzo” in quell'”oceano contemporaneo delle nuove migrazioni degli anni Duemila» che è il Mediterraneo. Per il musicista di Berchidda è, dunque, «in questo essere ‘nel mezzo’ numericamente e geograficamente che va letta questa edizione del Festival internazionale Time in Jazz. Una manifestazione storica che osserva e che ascolta porgendo attenzione alle migrazioni sonore e culturali di questi anni tese tra passato e presente, suoni acustici ed elettronica, mainstream e ricerca oltre che trasformazioni in essere e violente convulsioni socio-politiche. Sempre più sentiamo la responsabilità di dover ribadire il ruolo centrale della storia musicale italiana da innestare nel più vasto linguaggio del jazz che naviga in altrettanti mari e oceani da cento anni a questa parte».

E sarà un’edizione che si annuncia particolarmente ricca e assortita, con una quarantina di eventi musicali previsti che si susseguiranno dal mattino alla notte in spazi e scenari differenti: la grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, teatro dei concerti serali (dall’11 a Ferragosto) ma anche i boschi e le chiesette campestri nei dintorni del paese e i siti più rappresentativi degli altri centri in cui il festival fa tappa con i suoi concerti: Arzachena, Cheremule, Erula, Mores, Olbia, Ploaghe, Telti, Tula, Tempio Pausania e altri ancora. E, accanto alla musica, un ampio ventaglio di iniziative diverse: presentazioni di libri e novità editoriali, azioni di promozione e sensibilizzazione ambientale, laboratori e spettacoli per bambini, progetti di inclusione per migranti, oltre alla consueta rassegna di film documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu.
La musica, naturalmente, fa la parte del leone nelle dieci giornate del festival, con un programma poliedrico che spazia tra stili e modi diversi di intendere il jazz, e non solo. Nel cast, artisti internazionali del calibro di Omar Sosa e Yilian Cañizares, Nils Petter Molvær, Jaques Morelenbaum, e una corposa presenza della scena jazzistica nazionale, tra nomi affermati e talenti emergenti: Gegè Munari, Danilo Rea, Claudio Fasoli, Ramberto Ciammarughi, Monica Demuru e Natalio Mangalavite, Franca Masu e Sade Mangiaracina, Dino Rubino, Francesco Ponticelli, Simone Graziano, Giovanni Falzone, Sebastiano Dessanay, Daniele di Bonaventura e, naturalmente, Paolo Fresu, impegnato in diversi progetti e, come sempre, in apparizioni estemporanee.

[bing_translator]

La nuova legge sul Terzo Settore chiede che, in determinati casi, le associazioni di volontariato adeguino i loro statuti. Si tratta di passaggi formali indispensabili per poter garantire l’operatività di gruppi. Dopo i quattordici incontri informativi-formativi sulla Riforma del Terzo Settore e dopo le pubblicazioni sulla Riforma (due edizioni, entrambe esaurite), Sardegna Solidale propone ora ad associazioni ed enti un ciclo di seminari, per aiutare e sostenere le organizzazioni chiamate ad adeguare i propri statuti alla nuova normativa.

I seminari si svolgeranno mercoledì 27 marzo a Sassari (Hotel Grazia Deledda, via Dante 47), giovedì 28 marzo a Cagliari (T Hotel, via dei Giudicati 66) e venerdì 29 marzo a Nuoro (Hotel Grillo, via Mons. Melas 14), tutti con inizio alle ore 16.00. La partecipazione ai seminari è gratuita. È necessario iscriversi attraverso il form presente nel sito di Sardegna Solidale.

Ai tre seminari territoriali farà seguito, nel mese di maggio ad Oristano un ulteriore seminario regionale per accompagnare il percorso di quanti hanno intrapreso la strada dell’adeguamento statutario e per aggiornamenti relativi a ulteriori sviluppi della Riforma.

Gli adeguamenti statutari riguardano gli enti di Terzo Settore costituiti prima dell’entrata in vigore del Codice del Terzo Settore, cioè prima del 3 agosto 2017. Nello specifico, intesseranno le organizzazioni di volontariato iscritte nei relativi registri regionali, le associazioni di promozione sociale (Aps) iscritte nel relativo registro nazionale o nei relativi registri regionali, le onlus iscritte nell’apposita anagrafe unica e le reti associative.

Il percorso di adeguamento statutario tiene conto degli adattamenti “obbligatori”, ma anche di quelli “derogatori” e “facoltativi”. Viene specificato inoltre quali modifiche statutarie possono realizzarsi con delibera di assemblea ordinaria e quali invece richiedono in ogni caso una delibera di assemblea straordinaria. I tempi stringono: il termine ultimo entro cui l’adeguamento deve essere realizzato è il 3 agosto 2019.

 

[bing_translator]

I big nazionali del biliardo sfidano i campioni sardi nel “1° Meeting regionale Città di Sennori” che si terrà dal 27 al 31 marzo al CSB Assi del Biliardo, di Antonio Secchi, in via Roma 7. Per tutta la settimana Sennori ospiterà i maggiori campioni della stecca, in una serie di sfide che culminerà nelle finali in programma domenica 31, dalle ore 10.00. Fra i tanti big del biliardo che si affronteranno sui panni verdi di via Roma, ci saranno Achille Mignolo, Salvatore Mannone, Gaetano Romeo, Carlo Diomajuta, Giovanni Triunfo, Pierluigi Sagnella, Giorgio Colombo, Diego Dimauro e Giovanni Cioffi. La manifestazione è organizzata con il patrocinio del Comune di Sennori.

«Siamo orgogliosi di accogliere una manifestazione così importante e tanti campioni nazionali che saranno ospitati in paese e potranno conoscere le bellezze del nostro territorio», commenta l’assessore allo Sport, Tore Piredda.

[bing_translator]

«La FLC CGIL della Sardegna Sud Occidentale “esprime profondo sconcerto”,  per l’interruzione del servizio di assistenza specialistica per gli alunni con disabilità a partire dal 15 marzo 2019 comunicato il 7 marzo dal comune di Carbonia a tutti gli Istituti Comprensivi, in quanto tale servizio, attuandosi in sinergia tra scuola, famiglia e Comune, promuove l’integrazione dei bambini e ragazzi con disabilità nella sua interezza e specificità. Il fine ultimo di questa importante misura è, infatti, contribuire al potenziamento dell’autonomia personale e consentire a ciascuno la costruzione di un proprio progetto di vita.»

Lo scrive, in una nota, la segreteria della FLC CGIL della Sardegna Sud Occidentale.

«La brusca sospensione del servizio rischia di compromettere l’intero progetto educativo, minando quelli che sono i diritti fondamentali di ogni individuo sanciti dalla Costituzione Italiana – si legge ancora nella nota -. La FLC CGIL della Sardegna Sud Occidentale, nell’esprimere piena solidarietà alle famiglie che affrontano il disagio, auspica che il problema trovi rapida soluzione e che nel prossimo futuro l’amministrazione mostri maggiore sensibilità nei confronti dei suoi cittadini – conclude la segreteria FLC CGIL della Sardegna Sud Occidentale -, ricordando che è dovere di tutti gli Enti assumersi le responsabilità nei confronti dei bambini e dei ragazzi con disabilità che hanno il diritto di vivere la loro vita con reali e concrete pari opportunità.»

[bing_translator]

Il tour di presentazione del saggio antropologico “Panada on the road, viaggio antropologico alla ricerca delle origini del gioiello della dieta sardo mediterranea” di Veronica Matta, pubblicato da Sa Mata, partirà da Minorca. Il saggio verrà presentato martedì 16 aprile nella sala de actos dell’IME (Institut Menorquí d’Estudis) di Maó alle ore 19.00.

La prima tappa – dichiara l’autrice – inizia proprio nelle Isole Baleari – fondamentale per la scoperta delle origini nuragiche de sa panada. Seguiranno Assemini, capitale de sa panada, Cuglieri e Oschiri, durante l’estate in occasione delle sagre ad essa dedicata. Panada on the road è un viaggio antropologico alla ricerca delle origini del gioiello della dieta mediterranea sarda, sa panada, prezioso scrigno di sapori, conoscenza e cultura. Una ricerca antropologica sul campo, finanziata dall’associazione culturale Sa Mata, iniziata in Sardegna nel 2015 dall’antica città della ceramica, Assemini, proseguendo nei territori di Cuglieri e Oschiri e attraversando i confini sardi, attraverso il culto della Madonna della Panada sulle Isole Baleari, in Spagna. Il saggio si afferma nel presente con uno sguardo costante al passato che rivela le antiche origini de sa panada, che, molto più di un prodotto gastronomico, appare come un vero “codice” di comunicazione, che ci manda messaggi sulle società che l’hanno prodotto e che lo producono. La ricerca sul campo dentro e fuori l’isola s’incontra in uno scavo di “archeologia del gusto” che indica tracce, per quei periodi su  sa panada, con riferimenti al sentimento sociale, storico e religioso.  Il libro è adornato con l’immagine sulla copertina dell’opera in ceramica creata dall’artista di fama internazionale Ignazia Tinti. Oltre all’autrice, Veronica Matta e il suo compagno di viaggio Massimo Argiolas, Pep Pelfort, direttore del Centre d’Estudis Gastronòmics e il presidente dell’associazione dei giornalisti gastronomici, nonché scrittore e giornalista Bep Allès, parteciperanno al presentazione. Le conversazioni saranno intervallate dalla lettura dei brani del libro tradotti in spagnolo dal sociologo e antropologo Miguel Ángel Duran Hernández de Madrid. Durante la presentazione verrà proiettato un video, realizzato da Giovanni Battista Marini, sulle tappe dell’inchiesta on the road  in Europa contenute nel libro.  L’evento è organizzato in collaborazione con l’IME, l’Istituto di studi di Minorca, un’organizzazione autonoma del Consiglio Insulare di Minorca, il Centro d’Estudi Gastronòmics, Sa Mata, l’associazione culturale e promozione sociale di Assemini (Sardegna) e Foodies on Minorca progetto coordinato dal settimanale  El Iris.

[bing_translator]

E’ quanto si evince dall’ultimo report del Centro studi della Cna sul trend delle esportazioni della Sardegna. A segnare lo stop dell’export sardo è stata per lo più la drammatica crisi del settore agroalimentare ed in particolare il crollo del comparto lattiero-caseario. Viceversa a sostenere la modesta crescita delle esportazioni dall’isola ha contribuito la buona performance del comparto chimico-farmaceutico, che dopo il +57% del 2017 realizza una notevole crescita anche nel 2018 (+27%). Confermato anche il trend positivo del comparto metallurgico(+8,3%), in sostenuta crescita ormai da quattro anni (+7% nel 2015, +2,8% nel 2016 e +13% nel 2017).

In valore assoluto, tuttavia, è ancora l’industria petrolifera a trainare l’export dell’Isola realizzando nell’ultimo anno 326 milioni di euro in più di vendite all’estero (+7,6%). Al netto dell’industria petrolifera la performance delle esportazioni regionali però si ridimensiona, rimane positiva (+3,3%), ma rallenta vistosamente rispetto al 2017 (+20%).

Il rallentamento dell’export sardo è dovuto, come accennato, al deciso arretramento del comparto agroalimentare (-17,8%), già notevolmente ridimensionato dal calo del 2017 (-1,1%) e del 2016 (-7%): un valore passato dal picco di 196 milioni di euro del 2015, ai 148 milioni del 2018. Eppure, tra il 2012 ed il 2015 l’industria sarda aveva beneficiato del trend espansivo dal settore agroalimentare nazionale: l’export di prodotti isolani aveva infatti realizzato una crescita record grazie al buon andamento della domanda USA, in parte favorita dalla svalutazione dell’euro rispetto al dollaro. Nella media del periodo 2012-2015 le vendite di prodotti sardi erano cresciute ad un ritmo del +12,3% l’anno, in assoluto, la performance più brillante tra tutte le regioni italiane.

Da migliore a peggiore: nell’ultimo triennio l’export agroalimentare sardo ha registrato un vero e proprio tracollo. Con una contrazione media annua del -8,6%, la Sardegna è stata l’unica regione italiana con export agroalimentare in calo. E per la Sardegna il dato è particolarmente significativo: è collassato un comparto strategico per l’economia regionale che, al netto del settore petrolifero, vale quasi un quinto dell’export manifatturiero isolano (17,6%).

Come evidenzia il report della Cna sarda, si può dire che sia entrata in crisi una parte importante dell’economia sarda, costituita da piccole e medie realtà imprenditoriali con filiera produttiva certificata: in Sardegna operano infatti oltre 16mila produttori con marchio di qualità (Dop, Igt o Stg), il numero più elevato tra tutte le regioni italiane (in Toscana sono meno di 13mila, 11mila in Trentino).

La principale causa di questa contrazione – emerge dalla ricerca – è la riduzione della domanda statunitense. Tra 2015 e 2018 le esportazioni verso gli USA di agroalimentare sardo sono passate da 116,5 milioni di euro a 70,6: quasi 46 milioni di euro in meno in tre anni, una contrazione del – 40%. Ma in calo sono risultate anche le principali destinazioni europee, 5,6 milioni in meno verso la Germania (-31%), 4,5 verso la Francia (-39%) e 900 mila verso la Spagna (-12%). Tra i mercati minori, in decisa crescita solo il mercato canadese, che nel triennio ha importato 2 milioni di euro di prodotti sardi in più (+53%).

Il crollo della domanda USA è senza dubbio anche in questo caso la questione centrale. Il valore dell’export di prodotti caseari verso gli Stati Uniti è passato dai 107 milioni di euro del 2015 ai 60 del 2018, 47 milioni di euro in meno (-44%), 30 dei quali tra 2017 e 2018 (-34%).

Va detto comunque che la domanda globale di prodotti caseari di importazione in USA è in riduzione. Tra 2017 e 2018 si stima una contrazione del – 22,4%, (da 2,79 a 1,78 miliardi), ma i prodotti sardi perdono quote di mercato, sia a livello globale, sia rispetto alle altre regioni italiane. Seppur lievemente, la quota di mercato dei prodotti italiani infatti è aumentata, dal 13,5% delle importazioni complessive, al 14%.

La fetta di mercato delle produzioni casearie sarde, invece, ha segnato un deciso arretramento. I produttori sardi detenevano il 4,1% del mercato estero negli USA nel 2016 (in valore), nel 2018 la quota è diventata il 3%. Il prodotto sardo sembra aver perso quota, sia rispetto ad altri concorrenti internazionali, in particolare Irlanda (dal 9,1% al 13,2%) e Francia (dal 9% al 10,3), sia rispetto alle altre regioni italiane che hanno visto la loro quota di mercato passare dal 9,4% al 11%.

«Il carattere fortemente specializzato dell’export regionale, sia al livello geografico sia al livello di prodotto, espone il settore agroalimentare della Sardegna ai rischi derivanti dalle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e dei tassi di cambio (e quindi del prezzo di vendita), oltre che a politiche commerciali sfavorevoli messe in atto dei suoi partner principali – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna-. I recenti sviluppi fanno pensare che nei prossimi anni gli Stati Uniti possano perseguire una politica di sempre maggiore chiusura verso le importazioni europee, scatenando una guerra tariffaria al livello globale.  Non va poi trascurato che quest’anno è prevista la Brexit, con il rischio di un’uscita disordinata dall’UE della Gran Bretagna che rappresenta il sesto/settimo mercato di sbocco per l’export agroalimentare sardo. Appare quindi fondamentale – proseguono Piras e Porcu – diversificare i prodotti, investendo sullo sviluppo del settore agroalimentare nel suo complesso, promuovendo l’accesso ai mercati internazionali di altre produzioni oltre a quelle lattiero-casearie. Le produzioni regionali di qualità del comparto enologico, pastario, oleario, etc., sono ancora poco conosciute all’estero e hanno un ampio potenziale di crescita. La strategia di promozione del brand dei prodotti caseari può rappresentare un riferimento per lo sviluppo degli altri settori merceologici, ma occorre anche diversificare i mercati di sbocco, facendo leva sulla qualità riconosciuta e sulla specialità della tradizione sarda e supportando le piccole imprese nel difficile percorso che porta all’internazionalizzazione. D’altra parte anche mercati fino ad ora poco inclini all’import agroalimentare di prodotti occidentali, ed italiani in particolare, sono destinati a crescere rapidamente. La nuova classe media di paesi come India o Cina (senza dimenticare la Russia post sanzioni o il Sud America) rappresenta il potenziale consumatore di prodotti sardi in un futuro ormai prossimo. A partire dal 2009 la Cina ha sperimentato un vero e proprio boom di importazioni di prodotti agroalimentari (+230%), in particolare dall’Italia, un trend di crescita che, a giudicare dai programmi per la creazione di corridoi commerciali come la Via della Seta, è ragionevole ritenere possa proseguire anche in futuro

 

[bing_translator]

A partire da giovedì 28 marzo ritorna a Carbonia la rassegna L’Italia che non si vede, giunta alla sua ottava edizione, organizzata dal Circolo ARCI “La Gabbianella Fortunata” insieme al Centro Servizio Culturali di Carbonia della Società Umanitaria. La Rassegna, che quest’anno si articola in Città in cinque appuntamenti, è promossa dall’UCCA, Unione Circoli Cinematografici ARCI, e intende dare visibilità a tutte quelle opere che hanno voluto raccontare l’Italia nella sua conformazione e nelle sue trasformazioni storiche, sociali e politiche e proporre le pellicole troppo spesso estromesse dai circuiti commerciali ma che per ragioni distributive non hanno trovato adeguato spazio presso le sale cinematografiche, nonostante i riconoscimenti dei festival internazionali e le recensioni positive della stampa specializzata. Come ogni anno, anche nel 2019, “L’italia che non si vede” prevede all’interno del suo cartellone film presentati nei festival cinematografici più importati, come ad esempio, Venezia, Cannes, Locarno e Berlino.

Nella sua versione carboniense le proiezioni, tutte alle ore 21.00 e ad ingresso gratuito, si terranno presso la Sala Fabio Masala, all’interno dello spazio Ex-Dì’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, in piazza Sergio Usai, e presso la Casa del Popolo in Via Barbagia 11.

Il primo appuntamento è previsto per giovedì 28 marzo, alla Fabbrica, del Cinema con la proiezione deIl Clan dei ricciaidi Pietro Mereu alla presenza dell’autore. “Il Clan dei ricciai” è la storia di un gruppo di pescatori di Cagliari che hanno avuto problemi con la giustizia in passato. Il boss di questo clan è Gesuino Banchero, disposto a dare un’altra occasione a questi uomini, offrendo loro la possibilità di condurre la propria vita in modo onesto e aiutandoli ad integrarsi nuovamente nella comunità.

Il secondo appuntamento sarà il giorno successivo, venerdì 29 marzo, presso la Casa del Popolo in via Barbagia 11, con Le Cicale di Emiliano Mancuso e Federico Romano. “Le cicale” è un viaggio intimo nella vita di chi, già andato in pensione o in procinto di andarci, si ritrova a lottare ancora per sopravvivere, perché lo stato sociale oggi non basta più a garantire una serena ‘età del riposo’. Un racconto corale, dove attraverso le voci di queste ‘cicale’ loro malgrado, ci troviamo di fronte una possibile verità, che il futuro dei giovani sarà molto simile al presente dei vecchi.

Il terzo appuntamento avrà luogo giovedì 4 aprile, alla Fabbrica del Cinema con Arrivederci Saigon di Wilma Labate. Cinque giovani ragazze, armate di strumenti musicali e voglia di cantare, partono dalla provincia toscana per una tournée in Estremo Oriente. Sognano il successo, ma si ritrovano in guerra. È il 1968 e la guerra è quella vera del Vietnam. Dopo cinquant’anni Le Stars raccontano la loro avventura tra soldati americani, basi sperdute nella giungla e musica soul.

Giovedì 11 aprile, alla Fabbrica del Cinema, sarà la volta di Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio. Scappato dall’Afghanistan quando era ancora un bambino, Ismail vive in Europa con il fratello Hassan. La madre, che non ha mai smesso di attendere notizie dei suoi figli, oggi non lo riconosce. Dopo diverse e inquiete telefonate, Ismail andrà incontro al destino della sua famiglia facendo i conti con l’insensatezza della guerra e con la storia della sua gente, il popolo Hazara.

Il quinto e ultimo appuntamento, sempre alla Fabbrica del Cinema, è giovedì 18 aprile con La Terra dell’Abbastanza di Damiano e Fabio D’Innocenzo. Mirko e Manolo sono due giovani amici della periferia di Roma. Bravi ragazzi, fino al momento in cui, guidando a tarda notte, investono un uomo e decidono di scappare. La tragedia si trasforma in un apparente colpo di fortuna: l’uomo che hanno ucciso è un pentito di un clan criminale di zona e facendolo fuori i due ragazzi si sono guadagnati un ruolo, il rispetto e il denaro che non hanno mai avuto. Un biglietto d’entrata per l’inferno che scambiano per un lasciapassare verso il paradiso.

Nel corso dei mesi di aprile e maggio altri appuntamenti della Rassegna si terranno presso i Circoli Arci “Il Calderone” di Sant’Antioco e “Cic Arci” di Iglesias e presso la Casa del Popolo di Carbonia, ancora in collaborazione con il CSC Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema.

[bing_translator]

Al via le iscrizioni per partecipare alle discipline sportive di AteneiKa – il festival che unisce SPORT, MUSICA e FORMAZIONE in programma dal 31 maggio al 9 giugno 2019 a Cagliari presso gli spazi del CUS – Cittadella Sportiva Sa Duchessa (via Is Mirrionis, 3). Lo sport è il protagonista indiscusso della programmazione diurna di AteneiKa: 1.800 atleti partecipanti in 12 discipline sportive. Dieci giornate intense all’insegna della competizione sana e divertente, culminanti nel terzo tempo, il tradizionale incontro dopo-gara tra i giocatori delle squadre avversarie.

La parte sportiva è animata dalla sfida tra le sei Facoltà della Università di Cagliari che competono per aggiudicarsi “Il Medagliere”, coppa che l’anno scorso è stato vinta da Ingegneria e Architettura.

Tutti coloro che gravitano nel mondo universitario, dagli studenti ai docenti, potranno sfidarsi nelle gare di atletica leggera, badminton, basket, calcio a 5, calcio balilla, calcio tennis, pallavolo, scacchi, scherma, tennis, tennistavolo, queste le discipline coinvolte, oltre a E-sport FIFA 2019. A questa lista si integrano due eventi specifici aperti a tutti: Battle of AteneiKa, una competizione di crossfit a cura di Crossfit Kasteddu e Un sorriso per Sara, il meeting di atletica leggera, in ricordo della giovane sportiva Sara Satta.

Per partecipare è possibile iscriversi sul sito www.ateneika.com , presso il CUS Cagliari e durante l’AteneiKa On Tour, le tappe di avvicinamento al festival all’interno delle Facoltà Universitarie di Cagliari.

Le iscrizioni si chiudono mercoledì 10 maggio.

Tutti possono partecipare, dagli amatori agli agonisti, nessuno escluso.