20 December, 2025

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Sono in programma tra oggi e lunedì le partite di ritorno del primo turno eliminatorio della Coppa Italia di Promozione regionale.

Questo pomeriggio, alle 16.00, si gioca Vecchio Borgo Sant’Elia – Selargius (andata 4 a 1), alle 17.00 Oschirese – Ozierese 1926 (andata 3 a 2) e Porto Torres – Li Punti Calcio (andata 1 a 0).

Domenica pomeriggio, alle 16.30, il Villamassargia ospita il Carbonia (andata 1 a 3); alle 17.00 la Monteponi ospita il Carloforte (andata 2 a 0). Queste le altre partite in programma domenica pomeriggio, alle 17.00: Andromeda – Orrolese (andata 0 a 3), Gonnosfanadiga – Arborea (andata 2 a 2), Seulo 2010 – Idolo (andata 0 a 4), Villasor – San Marco Assemini ’80 (andata 0 a 1), Dorgalese – Fonni Calcio (andata 1 a 3), Calangianus – Posada (andata 1 a 1), Polisportiva Ossese – Usinese (andata 1 a 2), Thiesi – Bonorva (andata 1 a 1), Valledoria – Ilvamaddalena 1903 (andata 3 a 0). Alle 16.00, infine, si gioca Macomerese Calcio – Borore 1967 (andata 0 a 1).

Chiuderà il programma, lunedì 17 settembre, alle 17.00, la partita La Palma Monte Urpinu – Sant’Elena Quartu (andata 0 a 4).

Ricordiamo che domenica 23 settembre scatterà il campionato.

Questo il calendario della prima giornata del girone A:

Andromeda – Monteponi

Arborea – Sant’Elena Quartu

Carbonia – Selargius

Carloforte – La Palma Monte Urpinu

Gonnosfanadiga – Seulo 2010

Idolo – San Marco Assemini ’80

Villamassargia – Orrolese

Villasor – Vecchio Borgo Sant’Elia

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Nella tarda serata di ieri 14 settembre, a Sestu, i carabinieri della locale stazione hanno arrestato per maltrattamenti in famiglia C.C., 27enne, disoccupato del posto.
Il giovane, all’interno della propria abitazione, al culmine di una lite per futili motivi, ha aggredito la mamma e la sorella conviventi, prima di essere immobilizzato ed arrestato dai carabinieri, intervenuti immediatamente su richiesta dei familiari.
Il giovane è stato tradotto presso la camera di sicurezza della Compagnia di Quartu Sant’Elena, in attesa dell’udienza di convalida fissata per la mattinata odierna dall’Autorità giudiziaria.

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La cura integrale della nostra “casa comune”. Secondo questa prospettiva, in una sfida che coinvolge la pastorale sociale, l’economia e la politica, lo scorso 1° settembre la Chiesa Italiana ha celebrato la XIII Giornata per la Custodia del Creato sul tema “Coltivare l’alleanza con la terra”, come evidenziato nel messaggio della Giornata dai Vescovi delle Commissioni per i problemi sociali ed il lavoro, la giustizia e la pace, e dell’Ecumenismo e il dialogo. Nello stesso giorno per la Chiesa universale ricorre la IV Giornata Mondiale di preghiera per la cura del Creato, istituita nel 2015 e fortemente voluta da Papa Francesco, in profonda sintonia con la Chiesa ortodossa. Quest’anno il Santo Padre ha puntato l’attenzione sul tema dell’acqua: il mare, gli oceani, l’acqua fin dagli albori del Creato sono stati origine di vita, vie di incontro e di solidarietà tra gli uomini e le civiltà.

Sulla base di queste tracce, la diocesi di Iglesias promuove per sabato 22 settembre 2018 la Giornata diocesana per la custodia del Creato. Dopo avere attraversato lo scorso anno le campagne bruciate dal terribile incendio di Monteponi, l’appuntamento è stavolta a Tratalias, luogo simbolico per la molteplice valenza dell’acqua, nel cuore del Sulcis: il lago artificiale di Monte Pranu è fonte di sostegno per la terra, per le attività dell’uomo, per la sostenibilità del Creato, per “coltivare l’alleanza con la terra”, ma ha anche fatto sperimentare la forza distruttiva di questo elemento naturale, come accadde al borgo intorno alla chiesa antica di Santa Maria di Monserrato per causa dell’incuria umana nella costruzione della diga, senza dimenticare la potenza devastante per i cicli anomali della natura, come è accaduto per le nostre colture messe in ginocchio dalle piogge inconsuete dell’ultima estate.

Acqua è anche il grande mare che ci ha dato vita e lavoro e messo in relazione con il mondo, oltre la nostra dimensione di isola nel cuore del Mediterraneo.

L’acqua è la protezione che la natura si è data dal fuoco: le piogge di questa estate hanno preservato le campagne dalla piaga degli incendi.

L’acqua rimane uno dei primi diritti umani, troppo spesso però negato: oggi più di 600 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile. È questo un dato che chiama tutti a pensare alla fraternità e alla solidarietà, ricordando come sull’acqua del mare viaggino le speranze e le tragedie di migranti e rifugiati.

L’acqua è il futuro della vita. È con questo spirito che nasce la riunione di Tratalias, che vedrà riuniti uomini e donne di fedi e culture diverse, ospiti del comune di Tratalias e della parrocchia di Santa Maria di Monserrato, degli Uffici diocesani della Pastorale sociale, delle Comunicazioni sociali e di Pastorale giovanile, con il Progetto Policoro. Insieme a loro, i lavoratori della Coldiretti, le cooperative dei pescatori, i diversi soggetti produttori del comparto agricolo sulcitano, la Pro Loco e le associazioni del territorio.

La Giornata sarà articolata in due fasi. Al mattino, nell’antica chiesa di Santa Maria di Monserrato, già cattedrale prima del trasferimento della sede vescovile da Tratalias a Iglesias, si terrà la Preghiera ecumenica seguita dalle relazioni proposte da lavoratori e tecnici e dalle riflessioni offerte dalla pastora battista Elizabeth Green e da mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari. Nel pomeriggio, dopo un momento conviviale nel borgo medievale, ci si recherà al vicino lago di Monte Pranu per la preghiera finale sulle sponde dell’invaso costruito sul rio Palmas nei primi anni del secondo dopoguerra.

Ecco nel dettaglio il programma della Giornata.

Nella ex cattedrale di Santa Maria di Monserrato

– 9.30 Accoglienza

– 10.00 Saluti

10.30 Preghiera ecumenica guidata dal vescovo di Iglesias S.E. Mons. Giovanni Paolo Zedda con la pastora Elizabeth Green della Chiesa Battista e padre Ioan Pavaloaia della Chiesa Ortodossa, con l’animazione dei seminaristi del Pontificio Seminario Regionale della Sardegna

– 11.00 Interventi e relazioni:

Sergio Lai (Coldiretti): L’acqua e il territorio

Enrico Contini (Associazione Mineraria Sarda): L’acqua e l’industria

Luciano Maricca (pescatore): Il mare e il lavoro

Past. Elizabeth Green (Chiesa Battista del Sulcis Iglesiente): La creazione, dono di Dio per la felicità dell’uomo

S.E. Mons. Arrigo Miglio (arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza Episcopale Sarda): Il cristiano e la responsabilità per la custodia del Creato: ricadute pastorali, sociali ed economiche

Nel borgo medievale

13.00 Lunch break “alla sarda”, con il contributo della Pro Loco di Tratalias, della Coldiretti, degli agricoltori, dei pescatori e delle aziende produttive del territorio

15.00 “Pellegrinaggio” al lago di Monte Pranu

Preghiera, Padre Nostro comunitario e conclusioni del vescovo di Iglesias S.E. Mons. Giovanni Paolo Zedda

– 16.00 Rientro a Tratalias

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I consiglieri regionali del gruppo Psd’Az, Gaetano Ledda, Angelo Carta, Paolo Dessì, Nanni Lancioni e Giovanni Satta, hanno presentato in Consiglio regionale, un’interpellanza urgente rivolta all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, sulla mancata approvazione della ridefinizione della rete ospedaliera della regione, approvata dall’Assemblea sarda nella seduta del 25 ottobre 2017.

Gli esponenti dei Quattro Mori invitano l’assessore ad annullare immediatamente tutti gli atti posti in essere dalla Regione e dall’Ats, in attuazione della non efficace riforma della rete ospedaliera, ad incominciare dall’atto aziendale dell’Azienda per la tutela della salute (Ats), approvato dalla Giunta il 10 ottobre 2017. Il gruppo Psd’Az chiede inoltre la cancellazione della selezione dei direttori di distretto («presenta una serie di anomalie gravi che attribuiscono al direttore generale dell’Ats massima discrezionalità nell’attribuzione degli incarichi») ed accusa l’assessore Luigi Arru «di aver tentato di celare» la lettera del ministero della Salute con la quale, lo scorso 7 settembre il dicastero ha rispedito all’assessorato della Sanità «lo stralcio del verbale della seduta del 31 maggio 2017 (era in carica il governo guidato da Paolo Gentiloni) nel quale è stato definito l’esito dell’istruttoria del parere formulato dal cosiddetto tavolo per il monitoraggio dell’attuazione del D.M. 70/2015 sulla ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna».

Da qui la richiesta di spiegazioni sul perché l’assessore «abbia ammesso la ricezione della nota ministeriale solo il 12 settembre 2018, dopo che il senatore Christian Solinas ne aveva divulgato copia» e per quali ragioni «pur presente in Aula nella riunione del Consiglio regionale dell’11 settembre 2018 non abbia informato l’assemblea sarda dell’avvenuta ricezione della nota ministeriale del 7 settembre 2018».

Gaetano Ledda, Angelo Carta, Paolo Dessì, Nanni Lancioni e Giovanni Satta concludono l’interpellanza domandando polemicamente all’assessore «per quali ragioni sia ancora in carica e alla guida dell’assessorato della Sanità, nonostante l’inadeguatezza mostrata e nonostante la scarsa sensibilità istituzionale e politica dimostrata in questa e in altre importanti occasioni».

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Oggi, dopo la fiducia posta dal Governo alla Camera sul “Bando per le periferie”, ho scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio.

Illustre presidente del Consiglio dei ministri,

dopo varie interlocuzioni dirette ad ottenere una conclusione positiva per il comune di Carbonia in relazione all’emendamento 13.2 al decreto Milleproroghe, mi trovo costretta a scriverLe perché mi sembra che i rimedi che il Suo Governo ha proposto siano ben peggiori rispetto alle ragioni – pur capite e parzialmente condivise – che giustificano l’emendamento stesso. 

In questo periodo, io e la mia Amministrazione, ci siamo sentiti di riporre la giusta fiducia rispetto all’operato del Governo che, grazie alle molteplici interlocuzioni tecnico-politiche avvenute con lo staff del vice premier Di Maio, con alcuni parlamentari e con i sindaci “colpiti” dal decreto in oggetto, eravamo sicuri sarebbe stato corretto in maniera “accettabile”. Certi di un epilogo positivo della vicenda, abbiamo continuato a lavorare approvando i progetti esecutivi, approvando gli schemi di convenzione con i partner di progetto e ratificando gli accordi con i partner istituzionali e no. 

Abbiamo sempre rassicurato i nostri cittadini, gli abitanti dei quartieri coinvolti, gli enti e le istituzioni, i progettisti e chiunque sia interessato, a diverso titolo, dal programma sulle periferie che abbiamo faticosamente costruito. 

Oggi siamo, però, molto delusi perché sentiamo tradite le nostre legittime aspettative e perché, all’indomani dell’incontro tra Lei e i sindaci, non solo non si è concretizzato un percorso condiviso migliorativo e premiante per chi ha ben operato ma, allo stato, permangono tutte le preoccupazioni e le riserve in merito alle posizioni fin qui esposte e tenute dal Governo. 

Risulta incomprensibile come un contratto già scritto venga cancellato dall’oggi al domani senza precedenti accordi, senza preavviso, senza condivisione e senza che precisi criteri spieghino come e perché lo stesso sia stato abrogato o rinviato nella sua efficacia. Il panorama è confuso perché si mischiano legittimi interessi politici con questioni economico-finanziarie (necessità di reperimento di risorse) con una sentenza della Consulta che può essere rispettata con un’intesa successiva con le regioni interessate. Sembra inoltre che i benefici che genera l’emendamento non siano così chiari, monitorabili e valutabili perché non ci sono criteri utili a farlo e, inoltre, non solo si differiscono al 2020 i finanziamenti, ma si subordinano a una non meglio identificata valutazione da farsi a cura di un comitato ancora da costituire secondo criteri sconosciuti e quindi non valutabili.

Non è neanche chiaro il perché non ci sia copertura per un miliardo e seicento milioni da destinarsi ai 96 comuni beneficiari del finanziamento sul bando periferie, poiché 800 milioni sono stati stanziati sulla base di una delibera Cipe e altri 800 milioni attraverso il comma 140 della legge di bilancio del 2016. Bisognerebbe spiegare, inoltre, come mai tutte le convenzioni e gli atti amministrativi che ne conseguono avevano avuto il benestare della Corte dei Conti che aveva validato il tutto dal punto di vista contabile.

Il provvedimento, soprattutto per i modi utilizzati e per le scelte attuative, rischia di generare il malcontento e lo scontro tra istituzioni ma, soprattutto, di far sentire le amministrazioni e i cittadini delle sue periferie abbandonati, abbandonati e traditi nelle loro legittime aspettative per ciò che hanno faticosamente guadagnato sulla base di regole e accordi certi e sanciti con appositi contratti.

All’interno del panorama descritto la Sardegna, come noto, vive un ruolo di maggior isolamento e marginalità rispetto al resto delle regione italiane, tanto che il programma delle periferie è stato considerato di tale valenza e importanza strategica che la Regione Sardegna ha promosso un bando regionale (Programmi integrati di riordino urbano per le periferie) di “rinforzo” a quello Nazionale, prevedendo idonee premialità nella valutazione per i progetti maggiormente capaci di integrarsi con esso e che siano in grado di attivare azioni sinergiche, di potenziamento e integrazione rispetto appunto ai progetti del bando nazionale sulle periferie. In ambito sardo, la città di Carbonia, che insiste nella regione storica più povera e tra le più marginali e periferiche d’Italia e dell’isola, ha colto questa opportunità per promuovere un progetto e un programma strategico che fosse in grado di incidere a diverso livello nelle politiche urbanistiche, paesaggistiche, architettoniche, economiche, ambientali, culturali e sociali, riuscendo a costruire un programma e progetti partecipati e massimamente condivisi e maggiormente sentiti dai cittadini più fragili che vedevano in questa opportunità un’occasione di riscatto sociale.

La città di Carbonia e la sua amministrazione ha concorso al bando per le periferie mettendo in campo risorse materiali e immateriali e coinvolgendo massimamente i cittadini, gli amministratori locali, la struttura tecnica e altri enti e soggetti dentro un processo di reciproca collaborazione e fiducia. Su questa base il programma sulle periferie e i progetti che lo costituiscono sono stati strutturati a partire da una visione socio territoriale complessiva, strategica e sistemica, capace di guardare e programmare nel breve, medio e lungo periodo, attraverso azioni di ricucitura e promozione del tessuto territoriale, ambientale, urbanistico, architettonico, idrogeologico, della mobilità sostenibile e, soprattutto, culturale e sociale.

Per fare questo sono stati sottoscritti accordi con enti pubblici, sono stati presi impegni di spesa per azioni materiali e immateriali, sono state allocate risorse per cofinanziamenti di altri progetti sinergici e collegati e, in una parola, sono state generate aspettative concrete in una moltitudine di soggetti e partner, cittadini in primo luogo, che, nel caso in cui il finanziamento venisse perso o differito senza garanzie, genererebbero una reazione a catena i cui esiti nefasti sono difficili da prevedere e da quantificare.

Con questa nota, Le chiedo formalmente, a nome della comunità di persone che amministro, un personale impegno e una forte presa di posizione, affinché i comuni virtuosi come il nostro vengano reinseriti tra quelli da finanziare già da subito, per evitare che la periferia di una città inserita in un contesto periferico regionale e i suoi abitanti non si vedano fortemente penalizzati e non vedano il lavoro profuso fino ad ora come vano, finendo per perdere fiducia nelle istituzione e, in primis, in quella più vicina a loro che deve VALORIZZARLI, PROTEGGERLI E TUTELARLI.

Paola Massidda

Sindaco di Carbonia

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Un torneo di calcio a 5 unificato, con la partecipazione di ragazzi disabili e non, per festeggiare i 50 anni della Special Olympics e dei Lions Club Carbonia. Sono questi i contenuti della “Sulcis Inclusion Cup”, che verrà presentata ufficialmente nel corso di una conferenza stampa prevista per martedì 18 settembre, alle ore 18.30, all’Antica Tonnara di Portoscuso. All’iniziativa parteciperà anche il sindaco di Carbonia, Paola Massidda.

«Si tratta di un progetto meritorio teso a sensibilizzare le istituzioni, la società civile e i giovani a scendere in campo per giocare una partita a favore del rispetto, dell’integrazione e dell’inclusione dei ragazzi disabili. Tematiche sulle quali la nostra Amministrazione Comunale è attenta», ha spiegato il primo cittadino di Carbonia. L’evento consiste nello svolgimento di una serie di partite “speciali” negli impianti sportivi dei comuni di Carbonia, Portoscuso, Perdaxius, Masainas, Tratalias, Villaperuccio, Domusnovas, Nuxis, Santadi e Musei.
Il principale organizzatore della “Sulcis Inclusion” Cup è l’ASD Stella Speciale, i cui dirigenti e atleti sono stati ricevuti martedì scorso in Consiglio comunale dal sindaco Paola Massidda e dall’assessore dello Sport Valerio Piria. Un incontro finalizzato a rafforzare sempre di più il legame tra l’Amministrazione comunale e le associazioni che favoriscono l’aggregazione e la socializzazione dei ragazzi disabili.

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Il salone Giovanni Paolo II della parrocchia Beata Vergine Addolorata di Carbonia ha ospitato qualche giorno fa un convegno sul tema della maternità, con la partecipazione della dottoressa Maria Stella Leone, di Cagliari. Un tema che interroga tantissime donne sul valore profondo della vita nascente, in una fase storica in cui si registra un tasso di natalità molto basso.

La dottoressa Maria Stella Leone ha sottolineato l’importanza dei C.A.V. (Centro di Aiuto alla Vita) che opera, tra l’altro, anche nella parrocchia Beata Vergine Addolorata di Carbonia da oltre due anni. Lo scopo dei C.A.V. è quello di aiutare le mamme in difficoltà a portare avanti la gravidanza, a volte anche quella indesiderata. La strada da percorrere è aiutare le donne in difficoltà a riscoprire il valore del grembo che hanno in grembo.
La dottoressa Leone ha sottolineato, tra l’altro, che ogni figlio è una meraviglia, è un dono che viene dall’alto, fondamentalmente un dono di Dio.

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“Sul fronte dei fondi strutturali europei il Governo non ha nessuna intenzione di penalizzare la Sardegna, anzi. Sta alla Regione dunque impegnarsi perché le risorse vengano utilizzate nel migliore dei modi e questo non sempre è avvenuto negli anni di governo del centrosinistra. La retrocessione dell’Isola tra le regioni Obiettivo 1 – le più arretrate d’Europa – sta lì a ricordarcelo ogni giorno.»

Il candidato alla presidenza della Regione del MoVimento 5 Stelle Mario Puddu, ha commentato così l’esito dell’incontro tra i rappresentanti della Regione e il ministro della Coesione territoriale, Barbara Lezzi.

«Un conto – aggiunge Mario Puddu – è il puro rispetto dei parametri ragioneristici imposti dall’Unione europea, cioè il controllo sulla rendicontazione dei fondi, motivo della visita del ministro Lezzi, altro è come sono stati utilizzati quei soldi, e di questo è responsabile la giunta regionale. Sul fronte dell’efficacia siamo molto lontani dal raggiungere gli obiettivi, come è sotto gli occhi di tutti.»

«Rimanendo sul fronte dell’efficacia dell’azione di governo del centrosinistra, ci sono molte zone d’ombra inequivocabili, come i fondi dedicati alla competitività delle imprese: Francesco Pigliaru e Raffaele Paci hanno speso solo il 5 per cento, appena 11 milioni di euro rispetto ai 213 disponibili – conclude Mario Puddu -, mentre le nostre imprese rimangono in balia di bandi complessi, istruttorie infinite, procedure farraginose e avvisi spesso poco tarati sulle loro reali necessità:»

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La Fondazione bresciana Assistenza Psicolabili, la dott.ssa Paola Scagnelli di Lodi, il sacerdote don Virginio Colmegna di Milano ed il prof. Antonio Silvio Calò di Treviso, sono i quattro vincitori italiani dell’edizione 2018 del Premio Cittadino europeo.

Gli Archivi Storici della UE e l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo sono lieti di invitare i giornalisti alla cerimonia nazionale di consegna del  Premio Cittadino europeo 2018. L’evento si svolgerà a Firenze il prossimo venerdì 21 settembre, dalle ore 10.30 alle ore 13.30, nella sede degli Archivi Storici dell’Unione Europea – Villa Salviati, Via Bolognese 156, Firenze.

Tra le autorità presenti il 21 settembre a Firenze, gli eurodeputati Brando Benifei e Remo Sernagiotto, il vicesindaco del capoluogo toscano Cristina Giachi, il sindaco di Fiesole Anna Ravoni, il Direttore dell’Ufficio in Italia del Parlamento europeo Valeria Fiore, il capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea Beatrice Covassi e il segretario generale dell’Istituto Universitario europeo Vincenzo Grassi.

A scandire la cerimonia di premiazione gli interludi musicali del Quartetto Shaborùz.

Il “Premio Cittadino Europeo” è stato lanciato dal Parlamento europeo nel 2008 come riconoscimento per i cittadini, associazioni ed organizzazioni che con le loro attività si sono distinti per l’eccezionale impegno nell’agevolare la cooperazione transfrontaliera o transnazionale nell’Unione europea, promuovendo una migliore comprensione reciproca e una maggiore integrazione tra gli abitanti degli stati membri. Il Premio è conferito anche per attività quotidiane che mettono in pratica i valori custoditi dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Per questa undicesima edizione sono cinquanta gli individui, le associazioni e le organizzazioni dei ventotto Stati membri ad aver ricevuto il riconoscimento a livello dell’intera UE, tra loro quattro italiani.

I vincitori italiani

Fondazione B.A.P. ONLUS

Sostiene e promuove il Centro abilitativo per minori Francesco Faroni, rivolto a ragazzi e bambini affetti da disturbo dello spettro autistico. Oggi in questo centro sono seguiti novanta minori a partire dall’età di due anni, a titolo completamente gratuito. Vengono sperimentati moduli di trattamento intensivi secondo gli standard delle più avanzate ricerche scientifiche internazionali.

Paola Scagnelli

La dott.ssa Paola Scagnelli è primario di radiologia dell’ospedale di Lodi. Durante i suoi periodi di ferie svolge il suo operato di medico a Tabora (Tanzania) presso una casa famiglia gestita dalle suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata. La casa famiglia si occupa di bambini albini che altrimenti, vivendo al di fuori della struttura, rischierebbero di essere venduti o uccisi per il biancore della loro pelle. 

Don Virginio Colmegna 

Presidente della Casa della Carità ed ex direttore della Caritas Lombardia, è attivo sin dagli anni Ottanta come fondatore di comunità di accoglienza nel campo della sofferenza psichica e dei minori. Si è anche contraddistinto per un forte impegno a favore del reinserimento lavorativo dei detenuti, in particolare con progetti nel carcere milanese di Opera.

Nel 2006 è stato nominato dal sindaco di Milano membro dell’Advisory Board del comitato strategico per affiancare l’amministrazione nell’affrontare i problemi della città. Il 4 dicembre 2014, l’Università degli Studi di Milano, durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico, gli ha conferito una laurea honoris causa in Comunicazione pubblica e d’impresa.

Antonio Silvio Calò

Il prof. Antonio Silvio Calò, insegnante di storia e filosofia al liceo Canova di Treviso, da giugno del 2015 ospita nella sua abitazione sei immigrati africani. In seguito ai tragici eventi di Lampedusa del 2015 in cui centinaia di migranti persero la vita nel disperato tentativo di raggiungere la costa italiana, il prof. Calò, insieme alla sua famiglia, da semplice cittadino, si rese disponibile con la Prefettura ad accogliere presso la sua abitazione alcuni dei sopravvissuti del naufragio.

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Riunione questa mattina, a Villa Devoto, tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il ministro per il Sud Barbara Lezzi. All’incontro hanno preso parte gli assessori Raffaele Paci, Maria Grazia Piras, Carlo Careddu ed Edoardo Balzarini, il direttore generale Alessandro De Martini ed i tecnici del dipartimento, della Regione e dell’Agenzia per la Coesione territoriale.

Dopo l’incontro dello scorso 14 giugno a Roma, in cui il presidente Francesco Pigliaru ed il ministro Barbara Lezzi avevano fatto un primo punto sul Patto per la Sardegna, sullo stato di attuazione e l’importanza di avanzare in tempi rapidi sugli interventi in corso, oggi il tavolo tecnico è entrato nel dettaglio, approfondendo anche la situazione relativa ai fondi europei e le questioni legate agli svantaggi causati dalla condizione di insularità.

«È stata una riunione utile – ha detto il presidente Francesco Pigliaru al termine dell’incontro – in cui sono emersi molti punti positivi. È stato certificato che la Sardegna sta spendendo nei tempi giusti le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione e quelle dei Fondi europei, e questo significa innanzitutto che non siamo a rischio di disimpegno e poi che stiamo utilizzando risorse importanti per interventi di cui la Sardegna ha concreto bisogno, dalle scuole al rischio idrogeologico sino alla ricerca. Naturalmente ci sono delle criticità e la ministra Lezzi è stata molto disponibile a ragionare insieme a noi su come si possono sbloccare le cose che stanno procedendo meno bene indipendentemente dalla nostra volontà. Il primo esempio è l’ANAS – ha spiegato il presidente della Regione -, con cui abbiamo problemi importanti e da cui ci aspettiamo tempi ben più rapidi su progettazione e aperture dei cantieri. Altro tema fondamentale è la ferrovia, su cui è necessario e urgente accelerare la spendita dei quasi 400 milioni programmati nel Patto, necessari per tagliare finalmente i tempi di percorrenza tra Cagliari, Sassari e Olbia, oggi del tutto inaccettabili. Infine, il problema energia. Nel Patto c’è l’impegno chiaro che lo Stato italiano ha preso con la Sardegna: portare finalmente il metano all’unica regione italiana che non ce l’ha. E abbiamo sottolineato il fatto che vogliamo complete rassicurazioni che il progetto per cui abbiamo lavorato così tanto arrivi nei tempi previsti – ha concluso Francesco Pigliaru – per far risparmiare alle imprese e alle famiglie della Sardegna 400 milioni l’anno. Non possiamo più aspettare.»

Nella riunione, essenzialmente tecnica, è stato esaminato lo stato di avanzamento del Patto a cominciare dalla gestione dei Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC), esperienza che per la Regione Sardegna si è dimostrata un’innovazione positiva in quanto ha consentito di programmare, con piena responsabilizzazione, gli interventi utili a diminuire alcuni aspetti che contribuiscono a generare il gap determinato dall’insularità. L’Autorità di gestione del Patto, guidata dal Direttore generale della Presidenza della Regione Alessandro De Martini, ha confermato che i tempi concreti rispettano quelli previsti nei cronoprogrammi concordati con il Governo.

Il Patto per la Sardegna, che dispone di oltre 2,9 miliardi di euro per colmare il ritardo infrastrutturale, ambientale ed economico della regione, contiene interventi finanziati e cofinanziati da risorse proprie del Patto, da risorse derivanti dal Piano operativo FSC Infrastrutture e dal Piano operativo FSC Ambiente. È articolato in sei Aree tematiche: Infrastrutture, Ambiente, Sviluppo economico e Agricoltura, Turismo, cultura e valorizzazione risorse naturali, Occupazione inclusione sociale e lotta alle povertà, Rafforzamento PA. Complessivamente si tratta di 632 interventi, di cui 445 (oltre il 70%) sono già avviati e gli altri 187 (circa il 29%) sono in programmazione. In alcuni casi sono già conclusi (Ammortizzatori sociali per 40 milioni di euro).

Per quel che riguarda l’attuazione dei Piani Operativi Nazionali (PON), gestiti direttamente dai Ministeri per lo più attraverso ANAS e RFI, sono state invece sottolineate le difficoltà che stanno, di fatto, rallentando gli interventi. Di conseguenza, è stato fatto un appello alla Ministra perché intervenga presso i Ministri competenti, presso ANAS e RFI, affinché anche i fondi di sviluppo e coesione previsti nei Piani Operativi Nazionali possano avere tempistiche analoghe a quelli gestiti attraverso la Regione.

Il Fesr, Fondo europeo di sviluppo regionale, con i 930 milioni di euro disponibili per il ciclo 2014-2020, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Fra le regioni del sud, la Sardegna risulta essere la più virtuosa nella capacità di spesa: entro il prossimo 31 dicembre dovranno essere spesi dalla nostra regione 147 milioni per l’N+3, cioè l’obiettivo obbligatorio (pena la perdita della parte dei fondi non spesi), che diventano 185 se invece si punta a un obiettivo che fa scattare un meccanismo di premialità. Ed è proprio a questo che punta la Sardegna.

«Ci stiamo impegnando molto per centrare gli obiettivi fissati dall’Europa, che per la prima volta ha istituito una verifica ufficiale di metà percorso con penalizzazioni e premialità per monitorare meglio l’andamento della spesa. Questa novità dei controlli in itinere – spiega l’assessore Raffaele Paci – è un ulteriore stimolo a lavorare rapidamente, e siamo ottimisti rispetto al raggiungimento degli obiettivi di dicembre. Certo la celerità nella spesa dei fondi europei non riguarda solo la Regione, ma coinvolge molte altre istituzioni a cui è stata delegata l’attuazione, dunque Comuni, Unioni di Comuni, Agenzie, Arst, Abbanoa, ed è indispensabile la collaborazione fra tutti per raggiungere risultati validi. E’ poi importante dire chiaramente che ci muoviamo all’interno di un sistema nazionale farraginoso e complesso, gravato da procedure molto stringenti. Quindi – sottolinea l’assessore della Programmazione – per riuscire a spendere tutto è necessario che prima di tutto il sistema Italia venga radicalmente semplificato.»

Una prima verifica della spesa del Fesr è stata fatta a luglio scorso durante il Comitato di Sorveglianza con il rapporteur della Commissione europea che ha espresso apprezzamento per il lavoro fatto dalla Sardegna e per le sue ottime performance per esempio sulla programmazione territoriale, sui programmi di internazionalizzazione, su energia sostenibile e strategia di specializzazione intelligente.