26 December, 2025

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La presidente Daniela Marras ha convocato il Consiglio comunale di Carbonia per la giornata di venerdì, 27 ottobre, alle 18.30, in prima convocazione.

All’ordine del giorno figurano i seguenti punti:

• comunicazioni del Sindaco;

• interrogazioni, interpellanze e mozioni;

• variazione al bilancio di previsione 2017-2019 e applicazione avanzo;

• bilancio consolidato dell’esercizio 2016. Dichiarazione di assenza di enti e società da consolidare, ai sensi dell’art. 11 – Bis e del principio contabile all. 4/4 al decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118;

• ratifica deliberazione di G.M. n. 163 del 19-09-2017 adottata in via d’urgenza dalla Giunta comunale, ai sensi degli artt. 42 e 175 del T.U. 267/2000. “Variazione al bilancio di previsione 2017-2019”;

• approvazione della modifica del regolamento del Consiglio comunale;

• sdemanializzazione ed autorizzazione all’alienazione a titolo oneroso di un reliquato stradale sito in via Cesare Battisti – frazione di Serbariu;

• adozione della variante n. 5 al PUC – Modifica standard delle ex scuole materne di via Liguria e di Barbusi e dell’area sportiva di via Balilla.

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La sala conferenze della provincia del Sud Sardegna, in via Mazzini, a Carbonia, ha ospitato ieri l’incontro pubblico dal titolo “Il pozzo Baccarini costituisce un esempio di archeologia industriale presente nel territorio, segno di un passato glorioso dell’attività mineraria”,  promosso da Unisulky S’Ischiglia Network – Università Popolare del Sulcis e curato da Renato Tocco. Il relatore ha acquisito alcuni anni fa la proprietà del pozzo Baccarini, quando questo si trovava in condizioni di completo abbandono, ed ha investito risorse proprie per il suo completo recupero e la sua valorizzazione a fini turistici. L’incontro ha registrato una grande partecipazione di appassionati di storia del territorio.

Il 3 luglio 1880, durante una visita del ministro delle infrastrutture Alfredo Baccarini, cominciarono i lavori del cantiere per la realizzazione del pozzo. Si trattava di un’opera faraonica per quei tempi che nel 1889 raggiungeva la miniere di Monteponi. Successivamente negli anni precedenti la seconda guerra mondiale il sito fu utilizzato come presidio militare. Al suo interno sono oggi ancora presenti i resti di vari immobili del cantiere.

Oggi, grazie all’iniziativa di Renato Tocco, il pozzo Baccarini rientra nel circuito di Monumenti aperti, la più importante festa della Sardegna dedicata alla promozione e valorizzazione dei beni culturali.

Lunedì 30 ottobre, alle 16.30, presso la stessa sala conferenze della provincia del Sud Sardegna (in via Mazzini a fianco ex scuola media Pascoli), si svolgerà un altro incontro pubblico dal titolo “Il magazzino frumentario nelle fonti archivistiche comunali e statali ( XVIII-XX)”, a cura di Marta Pau. Anche questo evento è promosso da Unisulky S’Ischiglia Network – Università Popolare del Sulcis.

    

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Vincenzo Salidu, 84 anni, e Amelia Pinna, 82 anni, ambedue pensionati di Sant’Antioco, hanno festeggiato con le nozze d’oro il loro 50° anniversario di matrimonio. Si erano sposati il 22 ottobre 1967 nella chiesa di San Pietro Apostolo. Domenica mattina hanno rinnovato la loro promessa d’amore celebrata mezzo secolo fa, nella Basilica di Sant’Antioco martire. Poi hanno festeggiato le nozze d’oro insieme alle due figlie, nipoti, parenti ed amici con un pranzo in un agriturismo.

Alla fine del pranzo, ha fatto il suo ingresso in sala, sottolineata da un grande applauso di tutti i presenti, una torta sulla quale spiccava il numero cinquanta. Dopo il taglio a quattro mani, brindisi con lo spumante e tante fotografie per immortalare la ricorrenza.

Bellissimo il messaggio affidato a facebook dalla figlie: «Carissimi mamma e papà, scrivono Dolores e Rosanna, non c’è espressione migliore dell’amore che vi ha unito in questi cinquant’anni di noi, che siamo le vostre figlie. Grazie per la vita che ci avete regalato e per il meraviglioso esempio che ci avete offerto di quanto l’amore possa superare ogni barriera anche quella del tempo. Tanti auguri per le vostre nozze d’oro».

Tito Siddi

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La consigliera regionale del Partito Democratico, Rossella Pinna, ha presentato un’interrogazione all’assessore dei Lavori pubblici per sollecitare l’inserimento tra gli itinerari di maggior rilievo  all’interno della rete regionale del sistema di mobilità ciclistica a livello regionale, quello che abbraccia l’area “San Gavino Monreale – Montevecchio (Arbus, Piscinas)”.

«La Regione Sardegna – spiega Rossella Pinna – da alcuni anni ha posto l’attenzione sul tema della mobilità ciclistica e attraverso il Programma Regionale di Sviluppo 2014-2019 individua precisi interventi finalizzati alla costruzione di un sistema di rete regionale di sentieri e piste ciclabili, con l’obiettivo di rendere la Sardegna agevolmente percorribile a piedi e in bicicletta, sia in ambito urbano che rurale. Il cicloturismo – aggiunge Rossella Pinna – è un fenomeno in grande espansione sia a livello europeo che italiano, con una domanda in continua crescita, e l’itinerario “San Gavino Monreale – Montevecchio (Arbus, Piscinas)” risponde alle nuove esigenze di un turismo particolarmente interessato alla filiera integrata “agroalimentare, beni culturali, parchi naturali e archeo-minerari.»

«Un percorso che offre fascino e specialità comunemente riconosciuti, un viaggio – sottolinea ancora Rossella Pinna – tra insospettabili scenari che hanno conservato intatto il fascino di un suggestivo mondo passato, che si vanta di far parte della rete dei Geoparks dell’UNESCO come area di valore per l’intera umanità (2005), con la presenza del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, attraversato dal cammino di Santa Barbara, lungo 400 km circa che si snoda attraverso luoghi di culto, siti minerari dismessi, antiche strade, mulattiere ed ex ferrovie minerarie.»

«Un sito eccezionale che rappresenta un vero gioiello dell’archeologia industriale mineraria unico nel suo genere, testimonianza di un’attività estrattiva svolta dal 1848 al 1991, con l’importante riconoscimento del premio Eden nel 2011. Escludere o non valutare attentamente la potenzialità di questi luoghi – dice ancora Rossella Pinna – che esprimono turismo culturale, sarebbe una grave, mancata opportunità per un territorio dove la storia del mondo minerario della nostra isola, qui ha lasciato un segno indelebile. Questo sito ha tutte le caratteristiche per poter essere annoverato tra gli itinerari della rete regionale, che si fa interprete di un turismo che spazia dal settore vacanziero ricreativo a quello naturalistico, culturale, archeologico. Lo dicono gli appassionati della bicicletta, lo dicono i Sindaci del territorio, pronti a innovare e ad affrontare nuove sfide per coniugare la valorizzazione turistica e culturale del territorio con la promozione di stili di vita sani e corretti.»

«Tutti insieme chiedono di conoscere le eventuali cause ostative, offrendo la massima disponibilità e collaborazione per rimuovere ogni possibile ostacolo al raggiungimento dell’obbiettivo. Chiedo pertanto – conclude la consigliera Rossella Pinna – che in relazione alla specificità dell’area l’Assessore ponga in essere, anche attraverso un tavolo tecnico a vari livelli istituzionali, un’ulteriore e approfondita analisi per rivalutare la possibilità di inserire tra gli itinerari ritenuti rilevanti il percorso “San Gavino Monreale – Montevecchio (Arbus, Piscinas)” alla rete regionale della mobilità ciclistica.»

 

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Proseguono gli incontri della Protezione civile regionale sul territorio per trasferire informazioni sugli eventi emergenziali. Dopo le giornate di Sassari, Nuoro e Oristano, che hanno visto incrementare la partecipazione di sindaci e amministratori, il prossimo appuntamento è per domani a Cagliari, con due iniziative: la prima, con inizio alle 10.30, aperta alle amministrazioni della Provincia sud Sardegna (ex Cagliari) e a quelle dell’Area metropolitana di Cagliari; la seconda, con inizio alle 15.30, è invece dedicata ai Comuni della Provincia sud Sardegna (ex province di Carbonia Iglesias e del Medio Campidano).

«Confrontarsi con i Comuni per toccare con mano le problematiche dei territori è fondamentale per decidere tutti insieme le soluzioni – dice l’assessore della Difesa dell’ambiente con delega alla Protezione civile Donatella Spano, presente a ciascun incontro – e questo è il motivo per cui ho voluto partecipare in prima persona a tutti gli appuntamenti. Abbiamo fatto molti investimenti per il miglioramento del sistema hardware per previsioni, monitoraggio e sorveglianza, dal nuovo radar meteorologico che entrerà in funzione fra pochi giorni, alla rete idrometri che conta 17 punti in più, rispetto ai 9 precedenti, fino alle nuove stazioni meteorologiche che si aggiungono alle esistenti e sostituiscono quelle vecchie. Ma oltre ai mezzi e agli strumenti è necessario un capillare lavoro di formazione e informazione – conclude l’assessore dell’Ambiente – la collaborazione con i sindaci, l’ascolto dei territori per un aggiornamento sempre più preciso del Piano regionale di protezione civile e infine la responsabilizzazione di tutti i cittadini attraverso comportamenti di autoprotezione.»

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Sono più di 6.000 le persone a Cagliari e provincia affette da psoriasi, che in un terzo dei casi evolve e diventa di grado severo. Chi ne è affetto, però, spesso non ne conosce i sintomi e non si reca tempestivamente dallo specialista, con conseguente ritardo nella diagnosi e nell’inizio del percorso terapeutico che potrebbe rallentare l’evoluzione della malattia. Per informare e sensibilizzare i cittadini, per far luce sulle varie forme di psoriasi e sulle terapie, in occasione della Giornata Mondiale della Psoriasi, a Cagliari, il 29 ottobre, presso il Parco della Musica, saranno allestiti gazebo informativi con medici e volontari.

Gli specialisti saranno a disposizione del pubblico e risponderanno alle domande di chi vorrà saperne di più sulla malattia, che non è di un solo tipo. La più diffusa è quella ‘a placche’ (80-90% dei casi), ma esistono anche altre forme più rare, poco conosciute e per questo sottostimate. Una di queste è la ‘psoriasi intertriginosa o delle pieghe’, caratterizzata da chiazze rosse non desquamate sotto le ascelle, sui genitali e sull’addome di chi è in sovrappeso, fino al solco sottomammario. La forma più frequente tra gli adolescenti invece è la ‘psoriasi guttata’, caratterizzata da piccole chiazze desquamate su tronco, braccia, gambe e cuoio capelluto. Esistono poi la ‘psoriasi pustolosa’ e quella ‘eritrodermica’: la prima è caratterizzata da pustole sulle mani e piedi o diffuse al corpo, mentre nella seconda la pelle appare infiammata e arrossata, provoca prurito o bruciore ed è tra le forme più gravi. Su queste l’attenzione è ancora poco concentrata.

La maggior parte dei pazienti in cerca di risposte raramente si rivolge ai centri di riferimento (ex Psocare) dove, oltre a ricevere diagnosi tempestive, potrebbero essere presi in carico e seguiti a 360 gradi con terapie personalizzate, anche in considerazione delle frequenti comorbidità, come artrite, depressione, obesità, diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari che fanno della psoriasi una malattia sistemica. Per non parlare del supporto psicologico, fondamentale nel caso dei pazienti psoriasici, perché non si scoraggino e non abbandonino le cure.

«ll malato di psoriasi  spesso si fa prendere dallo sconforto  perché non riesce a vedere alcuna via d’uscita – spiega il prof. Franco Rongioletti, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari situata presso l’Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari -. Per cui, come dimostrano anche i dati, si reca sempre meno dallo specialista, aggravando notevolmente la sua situazione e precludendosi  la possibilità di venire a conoscenza delle nuove terapie. Per questo il supporto psicologico ha un ruolo fondamentale nella cura del paziente psoriasico, perché serve a far si che questi non si arrenda e non cada in depressione – come succede nella maggior parte dei casi – abbandonando le terapie. Per cui  il nostro messaggio ai pazienti è questo: aiutateci a curarvi al meglio. Oggi abbiamo a disposizione farmaci che possono migliorare moltissimo le forme gravi di psoriasi e fornire  risultati sorprendenti ed impensabili fino a pochi anni fa. Quindi soprattutto nel momento della diagnosi non fatevi prendere dall’ansia: fatevi visitare perché quando si “diagnostica” la malattia  allo stadio iniziale è più facile tenerla sotto controllo impedendole di evolversi e di coinvolgere gli altri organi. Se vi affidate agli specialisti e seguite tutte le loro indicazioni, potrete essere realmente parte attiva nella vostra  terapia  e fare la differenza. Alla Clinica Dermatologica di Cagliari c’è un ambulatorio dedicato esclusivamente alla diagnosi e terapia della psoriasi che funziona a pieno ritmo cercando di offrire tutte le attenzioni e le cure che sia la malattia che lo stato psicologico del paziente richiedono

Il risultato – afferma Mara Maccarone, presidente di ADIPSO – è che 8 pazienti su 10 sono delusi dalle cure e quasi 9 su 10 le abbandonano, cadendo in depressione nell’ 80% dei casi. Sono dati certificati da interviste svolte durante la giornata mondiale dello scorso anno a più di 5000 pazienti. Un’ulteriore conferma viene dal costante calo di presenze nei centri italiani: in pochi anni siamo scesi da 12mila a 6mila. Per questo è fondamentale creare una inversione di tendenza facendo tanta informazione: vogliamo colmare il grave gap di comunicazione e informazione tra chi soffre e chi può offrire le cure necessarie, per cui bisogna spronare i malati a recarsi nei centri di riferimento presenti sul territorio. Questa “rete”, infatti, offre tutti i mezzi per curarsi a patto di non abbandonare i percorsi terapeutici che possono essere rimodulati sul paziente fino a trovare le cure più efficaci.»

 

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Domani 25 ottobre, una delegazione Nazionale dell’OSAPP – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria – a partire dalle ore 10,00 e fino alle ore 13,00, effettuerà una capillare ispezione ai posti di servizio della Casa Circondariale di Sassari.

A dare la notizia è il Segretario Generale dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Leo Beneduci.

«Una puntuale ispezione ai posti di servizio, da parte di una delegazione del sindacato nazionale da me coordinata – aggiunge il leader dell’OSAPP – si è resa urgente a seguito delle continue aggressioni, delle intemperanze e degli atti di violenza di cui l’Istituto penitenziario di Sassari è da tempo palcoscenico senza che, a nostro avviso, la situazione abbia in qualche modo ingenerato le debite attenzioni da parte delle autorità del D.A.P. (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e competenti in sede giurisdizionale.»

«Al termine della visita e all’esterno della struttura – conclude Leo Beneduci – e, soprattutto, dopo aver debitamente rincuorato il locale personale di Polizia Penitenziaria fin troppo oggetto in Sassari di disagi e di rischi oltre l’ordinario, la delegazione OSAPP incontrerà i rappresentanti degli Organi di informazione che vorranno partecipare.»

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Domani l’assessore degli Affari Generalie del Personale Filippo Spanu sarà a Sassari, alle ore 16.00, nella sala convegni di Promocamere, in via Predda Niedda al civico 18, per presentare il concorso per dirigenti. Alle 18.00 l’assessore Spanu incontrerà gli iscritti all’Ordine degli Ingegneri, nella sede di viale Umberto, al civico 112.
16 dirigenti saranno destinati all’amministrazione centrale, 2 all’Ente Acque della Sardegna (Enas) e altri 2 all’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro (Aspal).
Le domande devono essere presentate entro le ore 23.59 dell’8 novembre 2017 e inoltrate esclusivamente on line, tramite il link disponibile sul sito della Regione (www.regione.sardegna.it), nella sezione Servizi al cittadino-Concorsi, selezioni, mobilità e comandi. Nella guida, disponibile nello stesso sito, sono contenute le indicazioni per la corretta compilazione e presentazione della richiesta.

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Il Parlamento europeo chiede il divieto totale entro dicembre 2022 degli erbicidi a base di glifosato e restrizioni immediate sull’uso della sostanza. Il Parlamento si è opposto alla proposta della Commissione di rinnovare per dieci anni la licenza del controverso erbicida. Per i deputati, l’Unione dovrebbe innanzitutto eliminare la sostanza partendo con un divieto per l’uso domestico e un divieto per quello agricolo non appena saranno a disposizione alternative biologiche (ad esempio i cosiddetti sistemi di difesa integrata) sufficienti per il controllo delle erbe infestanti.

L’obiettivo finale deve essere un divieto totale nell’UE entro il 15 dicembre 2022, con le necessarie restrizioni intermedie, chiedono i deputati.

Il processo comunitario di valutazione dei rischi, da effettuare prima di rinnovare la licenza della sostanza, desta preoccupazione, poiché l’Agenzia per i tumori dell’ONU e le Agenzie dell’UE per la sicurezza alimentare e per i prodotti chimici sono arrivate a conclusioni divergenti per quanto riguarda la sua sicurezza.

Per i deputati, inoltre, i documenti interni della Monsanto – l’azienda proprietaria e produttrice del Roundup, di cui il glifosato è la principale sostanza attiva – che sono stati resi pubblici, hanno fatto sorgere dubbi in merito alla credibilità di alcuni studi utilizzati dall’UE ai fini della valutazione della sicurezza del glifosato.

La procedura di autorizzazione comunitaria, inclusa la valutazione scientifica delle sostanze, dovrebbe basarsi unicamente su studi soggetti a revisione paritetica e su studi indipendenti pubblicati e commissionati dalle autorità pubbliche competenti. Le agenzie dell’UE dovrebbero essere dotate di risorse sufficienti per consentire loro di lavorare in questo modo. 

La risoluzione non vincolante è stata approvata con 355 voti favorevoli, 204 voti contrari e 111 astensioni. Gli Stati membri dell’UE voteranno domani la proposta della Commissione per rinnovare l’autorizzazione all’immissione in commercio di glifosato per 10 anni, a partire dal 15 dicembre di quest’anno, data di scadenza della licenza attuale.

Un’iniziativa cittadina europea, che chiede un divieto dell’erbicida, ha raggiunto più di un milione di firme in meno di un anno e sarà quindi discussa durante un’audizione pubblica in Parlamento nel mese di novembre.

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Il Parlamento europeo propone l’introduzione di un reddito minimo per uscire dalla povertà e tornare alla vita attiva. Un’apposita relazione non legislativa è stata approvata oggi con 451 voti favorevoli, 147 voti contrari e 42 astensioni. 

• Tutti gli Stati membri dovrebbero introdurre regimi di reddito minimo adeguati

• Garantire anche l’accesso all’alloggio, all’assistenza sanitaria e all’istruzione

• Sostegno ai bambini, ai disoccupati, alle famiglie monoparentali e ai senzatetto

L’introduzione ed il rafforzamento di regimi di reddito minimo in tutti gli Stati membri dell’UE è uno dei modi più efficaci per far uscire le persone dalla povertà.

La maggior parte dei Paesi dell’UE già dispone di programmi simili, ma non tutti forniscono sufficiente sostegno a coloro che ne hanno bisogno. I deputati esortano tutti i paesi UE a introdurre regimi di reddito minimo o, se necessario, a rafforzare quelli esistenti.

Per migliorarne l’efficacia, il Parlamento propone di:

• fissare un reddito minimo utilizzando la soglia di rischio di povertà ed altri indicatori Eurostat

• garantire alla misura un finanziamento pubblico adeguato

• rendere i regimi di reddito minimo più adattabili alle esigenze dei più vulnerabili

• rivedere i requisiti per garantire che siano coperte tutte le persone bisognose

I regimi di reddito minimo dovrebbero combinare il sostegno finanziario con un accesso più facile ai servizi sociali pubblici come l’alloggio, l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la formazione. Coloro che possono lavorare dovrebbero essere aiutati ad accedere al mercato del lavoro, poiché un lavoro dignitoso è il modo migliore per combattere la povertà.

L’obiettivo del reddito minimo non dovrebbe essere solo quello di assistere le persone, ma soprattutto quello di accompagnarle dall’esclusione sociale alla vita attiva.

Inoltre è necessario rivedere gli attuali regimi di reddito minimo per affrontare meglio la sfida della disoccupazione giovanile. 

La relatrice Laura Agea (EFDD, IT), ha dichiarato: «La povertà e l’esclusione sociale non appartengono ai singoli Stati membri, ma riflettono lo stato dell’Europa, che deve rispondere a questa emergenza. Nella relazione proponiamo un approccio duplice: in primo luogo, ridurre l’impatto sociale della crisi economica adottando misure efficaci per far uscire dalla povertà 120 milioni di cittadini dell’UE e, in secondo luogo, incoraggiare politiche attive che creino posti di lavoro garantendo un’occupazione sostenibile».

Quasi 120 milioni di persone nell’UE, circa il 25% della popolazione, sono a rischio di povertà ed esclusione sociale (dati del 2015). I bambini, le donne, i disoccupati, i nuclei familiari monoparentali e le persone con disabilità sono considerati particolarmente vulnerabili.

Le informazioni, paese per paese, sull’evoluzione dei regimi di reddito minimo nell’UE28, sono disponibili nello studio del servizio di ricerca del Parlamento europeo sulle politiche di reddito minino, consultabile in inglese.

Il Parlamento ha già sottolineato l’importanza dei regimi di reddito minimo nello scorso mese di gennaio, nella risoluzione su un pilastro europeo dei diritti sociali.

Il concetto di reddito minimo – secondo i proponenti – non va confuso con il concetto di salario minimo e di reddito universale.