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Cerimonia commemorativa il pomeriggio di venerdì 18 marzo, all’ospedale Sirai di Carbonia… a 70 anni di vita dalla sua costruzione, è stata dedicata una sala al dottor Gaetano Fiorentino, un professionista che tanto si spese per la vita di questo polo ospedaliero.
Il Sirai nasce in una città di nuova costruzione: Carbonia, abitata da tanti, tantissimi uomini, provenienti da tutta Italia, lavoratori che dovevano stare bene in salute per poter produrre e garantire allo Stato i giusti introiti derivati dal loro duro lavoro. E tanti operai fanno sì che a Carbonia, nel giro di poco tempo, arrivino tante famiglie, basti pensare che, in quegli anni i registri arrivano a vedere numeri che raccontano di una città di circa 60.000 abitanti.
Raggiungere Cagliari era davvero difficile, i treni erano lenti e le strade sterrate. Quando c’era un problema di salute, questo diventava più grave per via della distanza da un luogo di cura.
Così comincia il pomeriggio al Sirai, presenti il commissario straordinario della Asl 7, Antonio Onnis, e il direttore della Struttura Complessa del P.O. Sirai Sergio Pili, con le parole dette dal dottor Mario Marroccu che, con enfasi, precisione ed eleganza traccia, con la sua esposizione, le linee della nascita di quello che diventerà un grande ospedale, dove veniva curato il minatore e tutta la sua famiglia.
Intorno al dottor Gaetano Fiorentino, prosegue Mario Marroccu, ruotava una squadra che dedicava tanta passione al proprio lavoro: Meloni, Floris, Pittoni, Pasqui, Porcella e Tagliaferri.
A seguire, prende la parola il dottor Enrico Pasqui, che, racconta del dottor Fiorentino come di un medico dal curriculum eccezionale, con un enorme bagaglio di conoscenze, un chirurgo generale che sapeva trattare “dall’unghia al cervello”.
E ricorda il caso in cui il dottor Fiorentino ricostruì la testa di un uomo dal cranio spappolato, in seguito ad un brutto incidente: «Profonda stima per questo eccezionale medico che mi ha fatto assistere, tra il 1949 e il 1950, a cose incredibili. Ma non era solo un grande medico, il dottor Fiorentino era anche un uomo che sapeva ascoltare, sapeva dare consigli e suggerimenti, incoraggiava a mettere in atto le idee, era la giusta figura del dirigente… il suo compito era, così come dovrebbe essere ancor oggi, caldeggiare le idee.»
Nel 1956 nasce la pediatria, ben 30 letti all’ultimo piano dell’ospedale, ma tra intubazioni e tracheotomie, i letti non bastano e si inizia a costruire la pediatria, che negli anni a venire noi tutti abbiamo conosciuto a fianco del grande ospedale, proprio dove oggi viene intitolata la sala al dottor Fiorentino. Si avranno da quel momento 60 posti letto nella sola pediatria.
Tra il 1960 ed il 1963, nascono la ginecologia e l’ostetricia e le nascite arrivano a toccare punte di 2.000 bambini in un anno, contro i circa 300 dei giorni nostri. Le famiglie in quel periodo contavano dagli 8 ai 12 figli.
E’ poi intervenuto Antonello Pilloni che ha parlato dell’uomo Gaetano Fiorentino.
Quindi prendono la parola anche gli altri ospiti e poi si passa alla svelatura della targa e alla consegna, da parte del sindaco Giuseppe Casti, degli attestati di merito a chi, lavorando all’ospedale, si è distinto per merito e devozione.
Emozione e commozione hanno regnato sovrani nella sala, nel ricordare persone ormai scomparse e momenti di vita lontani, storie di una città che oggi patisce il fenomeno dell’abbandono da parte dei giovani impossibilitati a trovar lavoro. Una città che ricorda con nostalgia tempi faticosi e difficili ma anche di speranza per un domani più florido.
E per concludere nel migliore dei modi la serata, non si poteva certo fare a meno della presenza della chitarra di Roberto Olla che, con le sue dolci e suadenti note, ha dato la giusta dimensione al tutto, regalando armonia e forza ad un pubblico attento che ha mostrato di gradire l’esibizione, gratificando il musicista con ripetuti applausi.
Di seguito gli scatti della cerimonia.
Nadia Pische
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Una straordinaria partecipazione di studenti, volontari, cittadini, rappresentanti delle istituzioni e di tantissime associazioni ha contraddistinto oggi a Sestu la celebrazione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, organizzata nell’isola dall’associazione Libera Sardegna in collaborazione con il Comune di Sestu, il Centro di Servizio per il Volontariato “Sardegna Solidale”, l’Unione degli Studenti della Sardegna, con il patrocinio della Regione Sardegna, del Comune di Sestu e dell’Ufficio Scolastico Regionale.
Provenienti da tutta la Sardegna e in concomitanza con la manifestazione nazionale in programma a Messina, in piazza della Musica si sono ritrovati in cinquemila per quella che è stata una vera e propria festa della legalità e della memoria. Anche a Sestu, paese natale natio di Emanuela Loi (la poliziotta vittima della strage di via D’Amelio nella quale perse la vita anche il giudice Borsellino), in contemporanea con altre mille piazze d’Italia, dalle undici in punto decine e decine di giovani si sono infatti alternati al microfono per dare lettura dei nomi delle oltre 950 vittime della mafia.
«Tutti i nomi devono essere ricordati allo stesso modo», ha detto la sorella di Emanuela, Claudia Loi, «con la stessa forza e dignità. Ventiquattro anni fa la strage di via D’Amelio ha segnato la mia vita e quella della mia famiglia, ma non abbiamo un sentimento di odio nei confronti degli assassini di Emanuela: solo un forte desiderio di legalità, di giustizia e di memoria. Prima della morte di mia sorella non sapevo neanche cosa fosse la mafia, poi ho capito che tutto nasce dalla sete di potere e di denaro. Il cambiamento deve partire da un cambio di mentalità, e cambiare la storia è possibile».
Anche Pino Tilocca è un familiare di una vittima delle mafie, e dal palco di Sestu ha lanciato il suo messaggio di speranza alle migliaia di giovani presenti: «Hanno ucciso i nostri familiari ma non ci hanno piegato e non ci hanno sconfitto perché possiamo contare su di voi. Finché non ci lascerete soli, noi non saremo mai sconfitti».
Ad aprire la manifestazione è stata il sindaco di Sestu, Paola Secci, che ha rimarcato l’importanza della famiglia e della scuola nell’opera di sensibilizzazione ai temi della giustizia e della legalità, mentre il rappresentante del prefetto Enzo Floridia ha ricordato l’impegno costante delle forze dell’ordine contro la criminalità organizzata.
A nome dell’Unione degli Studenti è intervenuto Riccardo Caoci: «Il miglior antidoto alla mafia è una istruzione inclusiva – ha detto Caoci -, capace di garantire un percorso di formazione attraverso il riconoscimento di un vero diritto allo studio. Solo così la cultura mafiosa può essere battuta».
Anche l’arcivescovo di Cagliari monsignor Arrigo Miglio ha voluto salutare dal palco i ragazzi presenti alla manifestazione: «Chiediamoci ogni giorno dove inizia e dive finisce la mafia, con la consapevolezza che la si rafforza ogni volta che crediamo di essere in buoni rapporti con Dio senza essere in buoni rapporti col prossimo».
Nel suo intervento il referente di Libera Sardegna Giampiero Farru ha ricordato l’impegno dei giovani che ventuno anni fa diedero vita alla prima edizione della giornata e ha ribadito l’importanza della memoria per consentire alle nuove generazioni di proseguire in una lotta contro la mafia.
La mattinata si è chiusa con la musica della band sassarese Nasodoble, vincitrice del Premio “Musica contro le Mafie” 2016.
Sestu non è stato l’unico centro della Sardegna in cui si è celebrata la Giornata: la lettura dei nomi è stata fatta in circa cinquanta luoghi di ventisette comuni sardi (oltre Sestu, Cagliari, Sassari, Oristano, Olbia, Alghero, Carbonia, Iglesias, Porto Torres, Tempio Pausania, Ozieri, Villacidro, Guspini, Siniscola, Muravera, Decimomannu, Isili, Senorbì, Laconi, Gonnosfanadiga, Mogoro, Arzachena, Seui, Palau, Perfugas, Genoni e Gergei).
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Il presidente della regione, Francesco Pigliaru ha definito, questa mattina a Sennori, il nuovo autoparco del Comune, interamente costituito da mezzi elettrici, «un bell’esempio di filiera virtuosa». Intervenendo alla presentazione ufficiale, il presidente della Regione ha messo l’accento sul percorso che ha portato a questo risultato, sottolineando come ci fossero «ben 70 milioni di euro che si rischiava di perdere e che invece la giunta regionale è riuscita a salvare per poterli spendere in cose che realmente servivano. Da parte sua, il comune di Sennori si è fatto trovare preparato, con progetti validi come questo immediatamente cantierabili e quindi finanziabili», ha sottolineato Pigliaru.
Il Comune della Romangia, guidato da Roberto Desini, ha acquistato tre auto “green” con relativi punti di ricarica, due biciclette e altrettanti autocarri. L’amministrazione ha beneficiato di un finanziamento regionale di 8 milioni di euro che ha utilizzato anche per il risanamento delle aree del territorio danneggiate dall’alluvione del 2014 e per la realizzazione di una rete di illuminazione a “led”.
«Questi interventi – ha dichiarato Pigliaru – sono in linea con le scelte della Giunta che promuove e valorizza le politiche “green”. L’esecutivo ha stanziato 5 milioni di euro per potenziare la mobilità sostenibile e abbiamo previsto l’acquisto di auto elettriche e la realizzazione di punti di ricarica urbani a Cagliari, Sassari e Olbia, per proseguire con quelli extraurbani, per garantire la possibilità di muoversi sulle lunghe distanze. Sappiamo che 5 milioni sono ancora pochi, ma è solo l’inizio di un percorso già definito nelle sue coordinate. Siamo convinti che anche il settore dell’accoglienza possa ricavarne grandi benefici: vogliamo offrire ai turisti nuove opportunità di movimento nel solco delle migliori esperienze europee. Qui si fa quello che oggi fa la parte migliore dell’Europa, dove i territori sono consapevoli che aldilà delle posizioni dei governi centrali, sono le amministrazioni locali a portare avanti progetti concreti sul fronte del l’efficientamento energetico.»
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È stato firmato questo pomeriggio, nella sede dell’assessorato della Pubblica Istruzione, il protocollo d’intesa tra l’Its Fondazione Mo.so.s e il gruppo Grimaldi. «La Regione si è impegnata per la nascita del Mo.sos.s, scuola di tecnologia nei settori della mobilità sostenibile e dell’economia marittima, riconoscendo l’importanza strategica del mare per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna – ha dichiarato l’assessore Claudia Firino -. La firma di questo protocollo oggi è una prima e importante risposta positiva per i giovani studenti che si affacciano al mondo del lavoro e possono farlo attraverso un percorso qualificante, grazie a una riconosciuta compagnia di navigazione. Auspico in futuro la firma di accordi simili, e un rapporto virtuoso tra la nostra istruzione e formazione tecnica e il mondo delle imprese.»
Il gruppo Grimaldi garantisce l’imbarco di sei allievi ufficiali di navigazione e quattro allievi ufficiali di macchine, scelti per meriti scolastici. Gli studenti saranno imbarcati per 12 mesi, periodo utile per consentire ai giovani di sostenere l’esame di Tecnico Superiore del corso e l’abilitazione di Ufficiale. La formazione a bordo avverrà in tre momenti da quattro mesi, alternati all’attività a terra, svolta dall’Its Mo.so.s, secondo la programmazione del percorso formativo della durata complessiva di due anni.
ITS – Mo.so.s. si impegna a garantire agli studenti la formazione in aula grazie alle attività laboratoriali, con utilizzo di software che simulano attività lavorative, guidate da insegnanti e professionisti.
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Si moltiplicano, in queste ore, gli attestati di solidarietà e sostegno nei confronti dei lavoratori ex Alcoa, e in particolare, dei segretari confederali dei metalmeccanici Roberto Forresu della CGIL, Rino Barca della CISL e Daniela Piras della UIL, che dalle 3.30 del mattino si trovano sul tetto di uno dei silos dello stabilimento di Portovesme, per sollecitare il Governo a stringere i tempi della vertenza per chiuderla positivamente quanto prima possibile.
«La protesta dei tre sindacalisti testimonia la gravità della situazione – ha commentato Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia, tra i primi stamane a raggiungere il presidio davanti all’ingresso dello stabilimento –. È indispensabile che il Governo dia risposte immediate e che sia convocata una riunione in cui partecipi anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. I lavoratori, e con loro tutto il Sulcis Iglesiente, hanno atteso per troppo tempo. È finita la fase dei rinvii e della pazienza. Gli abitanti del nostro territorio – ha concluso Giuseppe Casti – meritano risposte e rispetto.»
«Esprimo tutta la solidarietà ai rappresentanti del lavoratori che da stamattina protestano sulla cima del silos delle materie prime all’interno dello stabilimento ex- Alcoa e che sono il simbolo della profonda incertezza occupazionale presente e di rilancio futuro dell’azienda – ha detto da parte sua Pietro Cocco, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale e sindaco di Gonnesa -. Nonostante sino ad oggi la Regione sia impegnata con il Governo a trovare soluzioni che consentano il rilancio della fabbrica e la ripresa dell’attività produttiva, la situazione non si è ancora sbloccata e continua ad essere precaria nonostante anche il Ministro Guidi nella giornata odierna abbia dichiarato l’impegno costante e la massima attenzione del Governo sulla questione dei lavoratori di Portovesme.»
«Il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi prenda in mano la vertenza Alcoa e ponga la parola fine a una vicenda che si trascina da troppo tempo – ha detto questa sera Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna -. Non c’è più spazio per i rinvii: la politica, ai più alti livelli istituzionali, deve risolvere la questione creando le condizioni per la riapertura dello stabilimento di Portovesme. È necessario che vengano nuovamente convocate le parti in causa e che a vigilare quest’ultima fase, quella decisiva, sia proprio il Premier. L’ennesima manifestazione di protesta dei lavoratori Alcoa è la dimostrazione che la situazione è ormai gravissima. Gli operai del Sulcis Iglesiente – ha concluso Ignazio Locci – hanno atteso abbastanza ed è doveroso che il Governo si batta per salvare la produzione dell’alluminio in Italia.»
«Non solidarietà, ma fatti concreti per porre fine alla disperazione degli operai, un esercito di oltre 480 dipendenti senza un futuro certo – ha detto Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale -. Basta con i rinvii e le lungaggini. Il negoziato che vede coinvolta la Glencore (una delle società più accreditate a rilevare la struttura e rimettere in funzione gli impianti) deve arrivare ad una soluzione positiva. Il presidente Renzi ed il governatore Pigliaru dichiarino urgentemente quali siano le reali intenzioni e le concrete trattative avviate. Occorre mettere fine a mistificazioni e bugie». Anche perché, nel frattempo, è venuta meno la rete di garanzie economiche per i lavoratori. «Il presidente del consiglio regionale – ha concluso Gianluigi Rubiu – si faccia portavoce attivo della problematica, anche con la convocazione urgente del consiglio regionale davanti alla fabbrica di Portovesme, ormai desertificata ed in balia del degrado.»
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L’Agenzia Laore Sardegna, nell’ambito delle proprie attività, organizza cicli di giornate informative per il comparto suinicolo.
Le giornate informative saranno rivolte agli imprenditori agricoli professionali, ai coltivatori diretti, agli imprenditori agricoli in forma singola e/o associata e avranno come obiettivo di fornire una maggiore conoscenza tecnica per il miglioramento della gestione dell’allevamento suino.
Queste le sedi dove avranno luogo: Sassari, Nuoro, Sedilo, Villacidro, Sinnai. Ad ogni ciclo potranno partecipare 30 corsisti, con un numero riservato a 10 giovani disoccupati, durante i quali verranno affrontate tematiche inerenti l’allevamento e l’alimentazione, la riproduzione, la trasformazione delle carni e gli adempimenti normativi del comparto suinicolo.
Gli interessati a partecipare dovranno inviare le manifestazioni di interesse entro l’11 aprile 2016, all’indirizzo:
Agenzia Laore Sardegna
Servizio sviluppo delle filiere animali
via Caprera, 8 – 09100 Cagliari
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Sinistra Ecologia Libertà in una nota diffusa oggi ribadisce l’impegno nei confronti del Ministero e della Regione per garantire pari opportunità all’Università sarda. I parametri tarati dal Ministero su misura del tessuto sociale, demografico ed economico dei politecnici del nord Italia, se applicati in maniera rigida, rischiano di portare alla chiusura dell’Università della Sardegna. Non c’è niente di più iniquo e sbagliato che fare parti uguali tra diseguali.
«Il primo necessario intervento è quello che ci si aspetta in questa legge di stabilità: le forze di maggioranza si sono impegnate a sostenere e approvare gli emendamenti a garanzia del diritto allo studio e nei prossimi giorni contiamo di portare questa prima boccata di ossigeno ai nostri Atenei – afferma Francesco Agus, consigliere regionale di SEL – un intervento vitale per l’Isola e per la città di Cagliari.»
L’ordine del giorno presentato da Sel in Senato e approvato a larghissima maggioranza ha impegnato il Governo a mantenere invariati i fondi stanziati per l’Università anche per il 2016. L’impegno di SEL è di vigilare affinché questo impegno sia assolto e non sia pregiudicato il diritto per la popolazione sarda ad avere accesso a studi universitari di qualità.
«Dobbiamo opporci all’ennesimo smantellamento di un presidio statale nella nostra isola: non è pensabile che secoli di storia e tradizione vengano cancellati da una cinica equazione di Stato -aggiuge Francesca Ghirra, presidente della commissione Pubblica istruzione del comune di Cagliari -. Sappiamo quanto sia importante l’Ateneo cagliaritano anche per l’economia della città: a presenza di tanti giovani cagliaritani e studenti fuori sede costituisce una indispensabile parte vitale e dinamica della popolazione cittadina. E’ assurdo che 450 ragazze e ragazzi nell’ultimo anno non abbiano avuto accesso alla formazione universitaria per ragioni economiche: occorre che la Regione ponga rimedio quanto prima ai finanziamenti per le borse di studio.»