24 December, 2025

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Search engine friendly contentIl primo bilancio del Progetto Connect (COmmunication Networks for NExt-generation Clinical Teleconsultations), sperimentazione nel settore della telemedicina in tempo reale, è positivo.
Il progetto ha dimostrato l’efficacia e l’applicabilità di un sistema di teleconsulto in “real-time” tra una sede, la S.C. di Cardiologia Pediatrica del Brotzu di Cagliari, e altri centri sul territorio.
«Si tratta – ha detto l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru – di un progetto innovativo, cui guardiamo con attenzione. Sposa in pieno lo spirito del lavoro in rete, tra strutture e operatori, sul quale stiamo puntando con la riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi territoriali. E dimostra l’importanza dell’Ict, del digitale nella medicina moderna, in un’ottica di collaborazione tra grandi centri, con ampia casistica, e centri più piccoli inseriti in una rete integrata.»
Realizzato dal cardiologo pediatrico del Brotzu, Roberto Tumbarello, insieme al Crs4, Connect prevede un consulto specialistico dal Brotzu a strutture periferiche che non dispongono di figure altamente specializzate. Connect funziona con: trasmissione di flussi audio/video in tempo reale per il supporto alla diagnosi tra distretti remoti; diffusione di tecnologie abilitanti a basso costo e facilmente integrabili nei progetti di sanità elettronica regionale (MEDIR, RTR, SISaR); possibilità di interconnessione di apparati diagnostici per l’ecografia di diverso tipo, purché dotati di un’uscita video; realizzazione di streaming video uno-a-molti, a scopo didattico.

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Saranno 45.900 in più rispetto a quelli previsti dal decreto di imposizione degli oneri di servizio i posti offerti sulle rotte della continuità territoriale per Roma e Milano nel periodo natalizio. È quanto deciso dal Comitato paritetico di monitoraggio convocato oggi dall’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana.
Specificamente, sulla rotta Cagliari-Fiumicino, Alitalia metterà a disposizione dal 20 dicembre al 10 gennaio prossimi una capacità aggiuntiva pari al 37%. Sulla Cagliari-Linate l’aumento di poltrone arriverà al 34%, 43% in più su Fiumicino-Alghero e +35% su Linate-Alghero. L’operazione della compagnia di bandiera corrisponde pertanto a 32.700 posti totali offerti, oltre quelli già indicati dalla norma. Sulle tratte da e per la capitale, nei giorni con maggiore afflusso di traffico, saranno messi in linea anche gli Airbus 330 con capacità di 250 posti.
Negli stessi venti giorni coincidenti con le festività di fine anno le rotte gestite da Meridiana godranno analogamente di un significativo incremento. Olbia-Linate conterà sul 33% di posti aggiuntivi, Olbia-Roma sul 40%. Si tratta di 6600 biglietti supplementari messi in vendita su ciascuna tratta rispetto al minimo previsto dal decreto.
«Il Comitato paritetico resterà convocato in seduta permanente da oggi fino al termine delle feste di Natale – ha detto l’assessore – il monitoraggio sarà dunque costante per consentire in tempo reale eventuali, ulteriori, adeguamenti dell’offerta». Il rinforzo sulla disponibilità di posti messo in campo dai vettori «rappresenta un intervento importante – ha aggiunto Deiana – e auspichiamo risolutivo, in un periodo tradizionalmente caratterizzato da un consistente aumento della domanda».
L’assessore dei Trasporti ha quindi ribadito che la Giunta è al lavoro per elaborare un nuovo modello di continuità territoriale aerea all’indomani dello stanziamento di 30 milioni di euro annunciato dal Governo Renzi: «Sarà maggiormente garantito il diritto alla mobilità di tutte le categorie di passeggeri, senza discriminazioni nei periodi di grande afflusso, e sarà proposto un sistema più rispondente alle esigenze della Sardegna e dei sardi, in particolare riguardo ai meccanismi di attribuzione della capacità aggiuntiva e di prenotazione».

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Il coordinatore regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa ha presentato un’interrogazione sull’andamento dei servizi al Microcitemico e all’Oncologico dopo l’accorpamento al Brotzu.

«Doveva essere un accorpamento a costo zero – spiega Cossa -. Anzi, avrebbe dovuto far risparmiare. Invece il trasferimento di Microcitemico e Oncologico dalla Asl 8 al Brotzu (solo sulla carta, per ora ) non solo sta creando il caos nei servizi sanitari ma si sta dimostrando molto costoso.».

«A seguito dell’accorpamento, infatti, sono state stipulate tra l’Azienda ospedaliera “allargata” e la ASL 8 una convenzione per la gestione del personale, in base alla quale «mensilmente l’A.O. Brotzu provvede di corrispondere, dopo le necessarie verifiche, i rimborsi dovuti per somme eventualmente anticipate dalla ASL 8, oltre ad un ulteriore somma (euro 24.000 per la gestione del personale e euro 25.000 per la formazione), per un totale di circa 175mila euro per il secondo semestre 2015, dovuta per lo svolgimento delle attività oggetto delle convenzioni». «In altre parole il Brotzu – aggiunge Cossa – paga la Asl 8 per fare le cose che faceva già prima dell’accorpamento».

Michele Cossa chiede all’assessore se non ritenga che «l’erogazione da parte dell’A.O. Brotzu in favore dell’ASL 8 di qualunque somma possa ritenersi non compatibile con il disposto della deliberazione n. 33/27 e cioè che le operazioni di accorpamento non dovessero comportare maggiori oneri a carico delle Aziende interessate».

 Ospedale Microcitemico copiaOspedale Businco Ospedale Brotzu Cagliari2

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Sardegna Ricerche dà avvio a nuovi bandi per progetti cluster per lo sviluppo di prodotti in diversi settori dell’agroalimentare ritenuti strategici (lattiero caseario, vitivinicolo e ittico). I cluster sono gruppi di imprese che, partendo da un obiettivo condiviso, ideano e sperimentano progetti di sviluppo e di innovazione con il supporto di Sardegna Ricerche e di un organismo di ricerca.

Le risorse da destinare al settore agroalimentare per attività di ricerca e innovazione per prodotti lattiero-caseari, vitivinicoli e ittici, ammontano a un milione e 500mila euro.
I bandi sono stati presentati oggi dall’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e dai direttori di Sardegna Ricerche Giorgio Pisanu e del Centro Regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu. «Puntiamo molto su ricerca e innovazione applicate all’agroalimentare per attrarre consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze attraverso la valorizzazione degli asset, il potenziamento delle produzioni locali e l’applicazione delle nuove tecnologie – ha detto l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci –. Ed è proprio l’agroalimentare l’area prioritaria di specializzazione della strategia S3 Sardegna, la Smart Specialisation Strategy contenuta nel Fesr, che punta a favorire processi di innovazione grazie alla collaborazione tra imprese, Università e centri di ricerca. Così facciamo crescere le imprese locali, che diventano più competitive e acquistano la forza per imporsi sui mercati internazionali. In questo modo l’agroalimentare può davvero diventare il settore di punta dell’economia regionale».
«Scopo di queste attività – ha detto Giorgio Pisanu, direttore generale di Sardegna Ricerche – è quello di lavorare congiuntamente con altri organi istituzionali per individuare e costruire opportunità innovative di business a favore delle imprese del settore, supportarle nello sviluppo di un proprio percorso innovativo e rafforzarne le capacità individuali di innovazione.»
L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, che non ha potuto partecipare alla conferenza stampa perché impegnata con la prima riunione del Comitato di sorveglianza del Programma di sviluppo rurale, ha inviato un messaggio. «Per far crescere e rendere maggiormente competitivo nel mercato globale l’agroalimentare sardo è sempre più necessario che il mondo produttivo sia collegato in maniera strutturata a chi fa ricerca, sia nella fase di analisi e raccolta del fabbisogno di innovazione espresso dagli imprenditori, sia in quella, importantissima, della divulgazione e della diffusione delle innovazioni da applicare alle attività economiche – ha spiegato l’assessore Falchi -. La ricerca, infatti, deve essere orientata ad aprire nuovi mercati e ad aumentare la competitività delle imprese ma anche finalizzata a nuove scoperte nel campo dei mezzi tecnici e del miglioramento genetico, il tutto nell’ottica di una agricoltura attenta al consumatore capace di creare collegamenti e sinergie con gli altri settori economici. Se la ricerca si concentrerà sulle reali esigenze delle imprese in funzione del mercato, ci saranno certamente maggiori opportunità per le nostre produzioni. L’innovazione tecnologica, sia di prodotto che di processo, continua a rimanere la base su cui inserire altre innovazioni in cui predomina oltre all’aspetto qualitativo, e dunque la tracciabilità e la certificazione di qualità, anche l’aspetto creativo e di design. Perché il cibo è sempre più inteso non solo come alimento, ma anche come mezzo di comunicazione, espressione e convivialità di cui la collettività può beneficiare in un rapporto strettissimo che lega le produzioni ai territori di provenienza con storie e tradizioni uniche».
Il direttore del Crp ha precisato che si tratta di «una ricerca non generica e vasta ma di grande specializzazione, non affidata ai centri di ricerca ma con il coinvolgimento delle imprese. Insomma facciamo strategia di marketing, accompagniamo le imprese a verificare come questo prodotto può essere venduto».
Due i cluster previsti per il settore lattiero caseario: uno per la produzione di nuovi prodotti che arricchiscano la tradizione casearia sarda con i sapori tipici del territorio isolano e l’altro, per la sperimentazione della produzione del pecorino romano con stagionature più lunghe. Per il settore vitivinicolo è previsto, invece, un cluster per la spumantizzazione di vini ottenuti da vitigni autoctoni mentre, per il settore ittico è previsto un cluster per la filiera delle ostriche, dalla caratterizzazione dell’habitat, alle tecniche di produzione del seme, all’insediamento e allo sviluppo, sino alla commercializzazione del prodotto.
A partire dal 27 novembre sono fissati quattro incontri, uno per ogni cluster, per la presentazione dei temi proposti e la raccolta dei contributi da parte degli operatori del settore specifico d’interesse. Il calendario degli incontri e il bando per la partecipazione ai cluster sono scaricabili dal sito di Sardegna Ricerche.

 

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Il Parco Geominerario della Sardegna è ora anche un Geoparco Mondiale dell’UNESCO.

«Dopo anni d’impegno collettivo in senso alla rete globale dei geoparchi (GGN) e l’approvazione da parte della Commissione Scienze dell’Unesco, avvenuta il 10 novembre scorso – spiega Gian Luigi Pillola. commissario straordinario del Geoparco – finalmente ieri i 195 Stati Membri dell’UNESCO hanno ratificato la creazione di un nuovo marchio: UNESCO Global Geoparks. Contestualmente è stato approvato lo statuto del nuovo programma IGGP (International Geoscience and Geoparks Programme). La decisione è stata assunta durante la 38ª Conferenza Generale svoltasi a Parigi dal 3 al 18 novembre). La Ville Lumiére, benché colpita dagli eventi terroristici, conferma ed enfatizza il ruolo della cultura per lo sviluppo sostenibile dell’Umanità anche attraverso le geoscienze.»

«A oggi – aggiunge Gian Luigi Pillola – 120 Geoparchi Globali distribuiti in 33 nazioni diventano anche UNESCO Global Geoparks! Il Parco Geominerario della Sardegna è tra questi. Il lavoro continua e s’intensifica al fine di rendere concreto e più incisivo il compito assegnato al Parco Geominerario. I primi risultati ottenuti dalla presente gestione sono già manifesti e tutto questo anche grazie all’insostituibile supporto della Giunta della Regione Sardegna, alla collaborazione dei Ministeri vigilanti e al sempre più unanime consenso all’interno della Comunità del Parco.»

In serata, l’ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias ed ex sindaco di Carbonia, Salvatore Cherchi, oggi coordinatore del Piano Sulcis, ha così commentato il risultato raggiunto: «Il Parco Geominerario può ora fregiarsi del marchio UNESCO. Abbiamo fatto insieme un buon lavoro che ci carica di altre responsabilità. Grazie a tutti».

 

 

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«Il fatto che il Consiglio regionale sia convocato a Roma è il segno concreto che la vertenza ALCOA è la vertenza di tutta la Sardegna». Lo ha detto Luca Pizzuto, consigliere regionale e segretario regionale di Sinistra Ecologia Libertà, dopo l’incontro svoltosi ieri in Consiglio regionale.

«I consiglieri hanno preso l’impegno di partecipare all’incontro del 24 novembre a Roma – ha concluso Pizzuto – e come sempre sarò e saremo dalla parte dei lavoratori.»

Alcoa Cagliari 12

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L’Unione cacciatori Sardegna si astiene sull’apertura della caccia al cinghiale il giovedì, in quanto il provvedimento non incontra il favore del mondo venatorio. Il perché lo spiega il presidente dell’associazione, Bonifacio Cuccu. «Si tratta di una decisione adottata per fronteggiare la peste suina e i danni alle colture agricole provocate dalla proliferazione dei cinghiali sul territorio ma è una situazione che preoccupa l’universo dei nostri soci. Con l’apertura della caccia al cinghiale il giovedì – conclude Cuccu – si va ad incidere su un equilibrio già raggiunto tra le compagnie di caccia grossa, rischiando di stravolgere le abitudini consolidate soprattutto nei territori dell’interno dell’Isola. Ecco perché abbiamo preferito astenerci da una decisione che non accontenta i cacciatori».

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Il legale di due dirigenti medici dipendenti della ASL 7 replica ai sei direttori della stessa ASL 7 intervenuti ieri con una nota pubblicata in questo giornale, nel dibattito sul servizio ADI. L’avvocato Giacomo Doglio, difende gli interessi del dottor Mariano Cabras e del dottor Leonardo Giovanni Tola, dirigenti medici dipendenti della ASL 7 di Carbonia, in servizio presso l’U.O. di Rianimazione del P.O. “Sirai”.

«Nel contesto dell’articolo si legge, tra l’altro, che gli operatori, tra cui i dirigenti medici miei assistiti – facilmente identificabili, trattandosi degli unici due medici del reparto di Rianimazione che nel corso dell’ultimo decennio hanno assicurato le prestazioni di competenza ai pazienti in ADI del distretto di Carbonia – scrive in una nota l’avvocato Giacomo Doglio – “non ne vogliono sentire di lavorare in ADI. Almeno non durante il normale orario di servizio. Quando gli è stato proposto infatti hanno risposto no e quando a qualcuno è stato imposto, la direzione della ASL è stata diffidata dal legale degli interessati con minaccia, in caso di mancata revoca dell’ordine di servizio, di azioni legali. In pratica gli operatori non vogliono e ritengono di non doversi occupare di ADI nell’ambito del lavoro ordinario (quello pagato con lo stipendio) ma vogliono tenacemente occuparsene al di fuori del normale orario (in libera professione con un compenso suppletivo)”.

Tralasciando, almeno in questa sede, l’ironico riferimento alla “potente fidelizzazione” pazienti/operatori e alla rappresentata sostituibilità nel loro lavoro (poco cortese, anche se certamente riferibile a qualsiasi dipendente pubblico, sei Direttori compresi) – aggiunge l’avvocato Giacomo Doglio -. Le affermazioni sopra riportate sono palesemente false e gravemente lesive dell’immagine e della professionalità dei miei assistiti, i quali, contrariamente a quanto riferito, hanno, dapprima (giugno 2015), comunicato di non essere più disponibili a proseguire l’attività medico specialistica per le cure domiciliari in orario extra servizio, quindi (da luglio in poi), hanno reiteratamente diffidato il datore di lavoro affinché revocasse la disposizione di servizio che li comandava a prestare servizio, oltre che in Rianimazione, presso la neonata S.S. di Terapia del dolore cure palliative e hospice.»

«Delle due l’una, dunque, o i “Sei Direttori della ASL 7” (Sergio Pili, Antonio Tuveri, Marco Vinicio Grussu, Viviana Lantini, Antonello Cuccuru e Miriana Fresu), ignorano il contenuto delle reiterate diffide, inviate dai dottori Cabras e Tola, e allora non si comprende perché ne scrivano, oppure ne riportano infedelmente il contenuto», scrive ancora l’avvocato Giacomo Doglio.

«Si tratta, in ogni caso, di un comportamento gravissimo, lesivo degli interessi dei sopra menzionati Dirigenti medici, perché evidentemente finalizzato a ricostruire falsamente le loro legittime rivendicazioni, tradotte in una tenace resistenza alla riorganizzazione dell’assistenza per le cure domiciliari motivata da ragioni economiche. Naturalmente i miei assistiti – conclude l’avvocato Giacomo Doglio si riservano di agire nelle sedi più opportune a tutela della loro onorabilità.»

Reparto di rianimazione ospedale Sirai di Carbonia

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E’ in programma domani, giovedì 19 novembre alle ore 21.00, nei locali della Società Umanitaria nella Grande Miniera di Serbariu (fianco Archivio di Storia Locale) a Carbonia, la proiezione del film documentario “L’insolito ignoto – Vita acrobatica di Tiberio Murgia”, del regista sardo Sergio Naitza.

La serata, a ingresso libero e gratuito, è promossa dall’Associazione Enti Locali Per Lo Spettacolo in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Carbonia-Iglesias della Società Umanitaria e l’Amministrazione comunale di Carbonia.

Il film racconta, attraverso la voce del protagonista, in un’inedita intervista registrata poche settimane prima della morte avvenuta nel 2010, e le testimonianze di famigliari, amici e colleghi, l’avventurosa vita professionale e privata del celebre caratterista sardo Tiberio Murgia. Quasi mezzo secolo di carriera, 155 film, un pezzo di storia del cinema italiano attraversato con l’inconfondibile presenza altera e imperturbabile che ha codificato lo stereotipo del meridionale irascibile e focoso.

Una vita da caratterista di successo da quando il regista Mario Monicelli lo prese dalla strada e lo scritturò nel 1957 per il ruolo di Ferribotte nel film “I soliti ignoti” trasformandolo in siciliano. Da allora Murgia ha attraversato generi e sottogeneri del cinema, indossando sempre la maschera del siculo geloso e sciupafemmine, diventando una presenza fissa della commedia italiana.

Un’intensa e fortunata carriera cinematografica che si è incrociata con l’avventurosa e sbalestrata vita privata, in giro per l’Italia e l’Europa in cerca di guai.

Un coro di voci che va a formare il mosaico della sfuggente personalità di Murgia e del posto che occupa, degnamente, nel cinema italiano.

Il film è stato prodotto dalla Società di produzione Karel e ha vinto la Menzione Speciale nella sezione “Documentari Cinema sul Cinema” ai Nastri d’Argento 2013 .

Alla proiezione sarà presente il regista del film, il critico cinematografico e giornalista dell’Unione Sarda Sergio Naitza, che si confronterà con il pubblico al termine della proiezione.

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E’ stato proiettato venerdì sera, nella sala conferenze del Consorzio industriale provinciale Carbonia Iglesias, il film “Fino in fondo”, scritto e diretto da Tomaso Mannoni e Alberto Badas, musiche di Alessandro Pintus e Stefano Rachel, mix audio di Edoardo Sirocchi. 

La serata, a ingresso libero e gratuito, è stata promossa dall’Associazione Enti Locali Per Lo Spettacolo in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Carbonia-Iglesias della Società Umanitaria.

«Quando il lavoro finisce inizia la rabbia! Lavoratori del polo industriale del Sulcis sono determinati a lottare seguendo l’esempio storico dei padri uniti da un irrinunciabile oggetto di identità: il casco!»

Il film ripercorre le tappe della grande vertenza per il lavoro del Sulcis Iglesiente, a partire dalla visita dei ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca alla Grande miniera di Serbariu del 12 novembre 2012, conclusasi, in un clima pesantissimo, con la firma del Piano Sulcis. Protagonisti i lavoratori in lotta per le grandi vertenze Alcoa, Eurallumina, Ex Ila. I registi – alla proiezione era presente Tomaso Mannoni – hanno proposto immagini e interviste realizzate nel territorio, a Cagliari e a Roma.

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