21 December, 2025

Il comune di Carbonia ha pubblicato il bando per la concessione in uso e gestione degli impianti sportivi comunali senza rilevanza economica “Is Gannaus”, “Bacu Abis” e “Cortoghiana”. 

Possono partecipare al bando le federazioni sportive, gli enti di promozione sportiva, gli Enti non commerciali e le associazioni sportive senza fini di lucro.

Le domande possono essere presentate entro le ore 12.00 del 10 settembre 2014.

Il bando può essere consultato nella sezione de sito www.comune.carbonia.ci.it, nella sezione Bandi di gara – Concessione di beni.

Due nuovi appuntamenti con l’Estate Iglesiente 2014, martedì e mercoledì a Iglesias.

Martedì 5 agosto

Cultura: GIARDINI APERTI. Casa Casu, a cura dell’Associazione Agorà – ore 21.00, in Via della Decima, 12

Sport: Dal 5 all’11 agosto “N2WEEK”. 2ª edizione, a cura di Olliegarqy – dalle ore 18.00, alla Palestra di Via Toti

Musica: CHEYENNE IN CONCERTO – ore 22.00 Piazza Sella

Mercoledì 6 agosto

Bambini: TEATRO DEI BURATTINI. “Fuori”- ore 19.00 Giardini pubblici

Sport: “N2WEEK”. 2ª edizione, a cura di Olliegarqy – dalle ore 18.00, Palestra di Via Toti

Musica: BELVEDERE FEST MEMORIAL PIERO PEDDIS 2ª edizione, a cura dell’associazione Rosa dei Venti – ore 21.30, al Belvedere di Nebida.

L’assessorato regionale della Programmazione ha pubblicato gli esiti relativi al bando per l’aiuto all’assunzione di lavoratori “svantaggiati” e “molto svantaggiati” denominato “#Bonus assunzionale”. 
A seguito dell’approvazione degli esiti è possibile la concessione provvisoria dell’aiuto teorico in favore delle imprese con esito positivo.
L’intervento prevede l’erogazione di aiuti a fondo perduto, fino all’importo massimo di 10.000 euro, per ogni nuovo lavoratore “svantaggiato” o “molto svantaggiato” assunto a tempo indeterminato (entro il massimale di 100.000 euro per impresa) e che l’intensità di detto aiuto non può superare il 50% dei costi ammissibili, intendendo per costi ammissibili i costi salariali effettivamente sostenuti per un periodo massimo di 12 mesi (24 mesi per i lavoratori “molto svantaggiati”) continuativi e successivi all’assunzione. 

Pecore 1 copia
«La Giunta regionale ha lavorato in maniera tempestiva ed efficace per fornire le controdeduzioni alla #Ragioneria dello Stato sui dubbi sollevati in merito alla legge che prevede lo stanziamento di 28 milioni per i danni causati dalla lingua blu.» Lo ha detto Elisabetta Falchi, assessore regionale dell’agricoltura.
«Le nostre tesi sono state accolte ed il #Consiglio dei ministri ha rinunciato all’impugnativa – spiega l’assessore dell’Agricoltura -. Ora stiamo lavorando per garantire il trasferimento delle risorse ai Comuni nel più breve tempo possibile. I Comuni stessi – conclude l’esponente della Giunta Pigliaru – provvederanno poi a rimborsare i pastori.»

Ospedale Brotzu 1 copia
Da oggi, lunedì 4 agosto e fino a giovedì 7 compreso, il Pronto Soccorso dell’#ospedale Brotzu di Cagliari resterà chiuso al pubblico, per riprendere gradualmente e regolarmente l’attività venerdì 8 agosto. Tutti i cagliaritani che in quei giorni dovessero aver bisogno delle prestazioni di Pronto Soccorso potranno tranquillamente rivolgersi al #San Giovanni di Dio, al #Santissima Trinità e all’Ospedale Marino, presidi tutti opportunamente rafforzati per far fronte al sovraccarico di lavoro. L’assessorato regionale della Sanità invita poi i cittadini residenti nelle altre province e al di fuori dall’area vasta a rivolgersi al Pronto Soccorso degli ospedali a loro più vicini: Iglesias, Carbonia, San Gavino, Muravera e Isili. La chiusura del Pronto Soccorso e lo stop – da martedì scorso – a tutti i ricoveri programmati è necessaria per poter procedere con le operazioni di manutenzione e ammodernamento della cabina elettrica che da 32 anni fornisce energia all’ospedale Brotzu di Cagliari, garantendo la necessaria sicurezza alle oltre 5.000 persone che ogni giorno lo frequentano.
«La situazione è assolutamente sotto controllo, abbiamo predisposto tutto in modo che non ci siano disagi per i pazienti – assicura l’assessore della Sanità Luigi Arru – In attesa della nuova cabina elettrica, la cui gara è in fase di aggiudicazione, gli interventi su quella attuale, come ci conferma anche il consulente dell’azienda ospedaliera Fabrizio Pilo, docente all’Università di Cagliari, non sono più rinviabili per motivi di sicurezza, essendo l’utenza e le prestazioni del Brotzu cresciute in modo esponenziale negli ultimi anni.»
A coordinare l’intera operazione, compresa la dislocazione dei ricoveri programmati e il trasferimento dei pazienti in condizioni più gravi, è il 118. Circa 250 degenti, che non necessitano di assistenza con apparecchiature alimentate a energia elettrica, resteranno invece ospitati nei primi 6 piani del Brotzu.

Gianluca Medas e Andrea Congia - Foto di Valentino Congia

Sono aperte le iscrizioni per la seconda fase del laboratorio teatrale “Realithing  Re-Opera”, organizzato dall’Associazione Figli d’Arte Medas e tenuto da Gianluca Medas, direttore artistico della Compagnia. Giunto alla quarta edizione, quest’anno il laboratorio è incentrato sul tema delle opere liriche, connubio per eccellenza tra teatro e musica. Le lezioni riprenderanno il lunedì 1 settembre dopo la pausa estiva e saranno finalizzate alla preparazione dell’esito scenico inserito nella rassegna Famiglie d’Arte.

Realithing si basa sull’improvvisazione e la ricerca della naturalezza attraverso il background che ognuno possiede, per raggiungere un maggiore coinvolgimento emotivo che guidi l’interpretazione: fatti di cronaca o ricordi personali forniranno lo spunto da cui partire per realizzare una drammaturgia che tenga conto delle personalità dei personaggi evocati.

La quota d’iscrizione al laboratorio è di 30 €, con un mensile di partecipazione di 50 €. Per maggiori informazioni è possibile consultare la sezione “Laboratori” all’interno del sito internet www.figlidartemedas.org.

Teatro Electra esterno 1

La rassegna “Un’isola di Musica”, promossa dalla Fondazione del Teatro Lirico di Cagliari, fa tappa ad Iglesias con un concerto dedicato ad insolite pagine mozartiane, straussiane e verdiane, nell’interpretazione dell’Orchestra di Fiati del Teatro Lirico di Cagliari, diretta da Michelangelo Mazza. Solista al clarinetto Corrado Giuffredi. Appuntamento lunedì 4 agosto alle ore 21.00 al Teatro Electra.

Santadi era in festa, oggi, per la 46ª edizione del Matrimonio Mauritano. I nuovi sposi, unitisi secondo l’antico rito, sono due 27enni: Francesco Anedda di Santadi e Valentina Marras di Decimomannu. Si sono conosciuti sotto le armi, entrambi 19enni, arruolati volontari di ferma breve annuale, hanno iniziato a frequentarsi e poi ad amarsi dopo aver smesso la divisa ed ora, dopo 8 anni, hanno deciso di coronare il loro sogno d’amore nel tradizionale e suggestivo rito del #Matrimonio Mauritano, l’evento giunto alla sua 46ª edizione, organizzato dalla Pro Loco di Santadi e dall’Amministrazione comunale di Santadi, con la preziosa collaborazione del gruppo Folk Sant’Agata di Santadi.

Francesco Anedda, oggi di professione giardiniere e bagnino a Porto Pino e Valentina Marras, oggi disoccupata, genitori di un bimbo di 5 anni, presente con i parenti a fianco dei genitori, sono stati uniti in matrimonio dal parroco di Santadi, don Giampiero Marongiu, e da don Giuseppe Casti. La sposa in passato ha fatto parte del gruppo folk del suo paese e più volte ha sfilato con il gruppo di Decimomannu al Matrimonio Mauritano, mentre la famiglia di Fabrizio Anedda ha collaborato in molte occasioni all’organizzazione del #Matrimonio Mauritano.

Il corteo nuziale è partito in leggero ritardo rispetto all’orario previsto, le 9.30, ed era composto da 21 gruppi, 1 coro, una settantina di cavalieri e 5 traccas, su una delle quali c’erano il sindaco di Santadi ed il sindaco di Decimomannu con le rispettive consorti. La cerimonia ha avuto inizio poco dopo le 11.00.

La novità di quest’anno era rappresentata dalla presenza delle telecamere del canale televisivo #Real Time della piattaforma #Sky che realizzerà un servizio speciale sulla sposa, nell’ambito del programma “Matrimonio all’italiana”. Le quattro spose in gara verranno seguite in ogni momento della preparazione e del rito e a Santadi erano presenti le altre tre spose protagoniste, provenienti da Puglie, Toscana e Lombardia. Le valutazioni della gara verteranno su location, menù, abbigliamento e festeggiamenti.

La cerimonia de “Sa Coia Maurreddina” coinvolge l’intera collettività; il paese partecipa alla festa in modo molto sentito, infatti il rito, rinnova lo spirito d’appartenenza alle tradizioni antiche delle genti sulcitane, rafforza l’identità culturale del popolo sardo che si arricchisce di nuova consapevolezza.

Gli abiti degli sposi sono confezionati con dedizione e minuzia, con le stoffe più pregiate, dagli anziani del paese. Il vestito della sposa è realizzato con una preziosa seta o broccato di seta “sera a matas”, di diverse tonalità di colore e con disegni floreali. L’abito si compone di: “su manteu”– lunga gonna a pieghe; “su gipponi”– giubbetto fermato ai polsi con due o tre bottoni d’oro; “sa perr’e sera”- fazzoletto di seta bianca ricamata, incrociato sul petto e chiuso da una spilla d’oro; “su vantaliccu”– grembiule di seta nera semplice, ricamato o impreziosito con pizzi fatti a mano; “sa scofia” cuffia copricapo di seta rossa dai lunghi nastri, su cui si applica “su mucaroi biancu”– fazzoletto di tulle finemente ricamato ad ago con disegni floreali; “sa mantillia” – mantillia di seta bianca o in alternativa “su sciallinu ‘e sera” si indossa sul fazzoletto di tulle. L’abito si arricchisce de “is prendas”- i gioielli realizzati in filigrana d’oro (anelli, pendenti, spille,  bottoni e la collana). L’abito maschile da cerimonia (sa roba po si coiai) è realizzato con il lino o l’orbace; lo sposo indossa “is cracionis de linu”– sottocalzoni di lino bianco; “is cracionis”– calzoni in orbace; “sa camisa”- camicia di cotone finemente cucita a mano, con ricami su polsini e colletto, su quest’ultimo vengono applicati due bottoni in filigrana d’oro o d’argento; “su cossu”– gilet di lana leggera con intarso posteriore di colore violetto/rosso, è chiuso sul petto da due file di monetine d’argento; “su turbanti”– fazzoletto di seta rossa fiorita da indossare legato su “sa berritta”; “is craccias”- gambali di orbace nero; “is crapitas”– scarpe nere a polacca spesso con tacco alto lavorato. In inverno l’abito correda de “su serenicu” – cappotto di orbace nero finemente tessuto ed abbellito con intarsi di velluto rosso o/e bordeaux e con ricami eseguiti ad ago utilizzando fili d’oro, fermato al collo da due alamari d’argento.

Anche la scelta delle “traccas” ricopre molta attenzione: i buoi che trainano i carri sono selezionati tra i capi più belli della mandria, abbelliti da nastri e coccarde colorate. Le “traccas” sono allestite con cura, addobbate con tappeti lavorati a mano, preziosi tessuti ricamati, intrecci di fiori, spighe di grano e rami di mirto. Alla vigilia le donne preparano il pane tipico “is cocois” e  “is murtuareddas”, che viene offerto ai presenti al termine della cerimonia nuziale.

“Sa Coia Maurreddina” è un rito cristiano, che vede i due giovani scambiarsi le promesse nuziali, tra la gioia e l’emozione dei presenti che si rendono testimoni dell’evento.

Al termine della cerimonia è stato riproposto il “Rito dell’acqua”: gli sposi si sono inginocchiati su un cuscino bianco e le madri a turno, quasi con dignità sacerdotale, hanno fatto il segno della croce con un bicchiere colmo d’acqua, simbolo degli arcani elementi della vita stessa. Poi le madri hanno cosparso il capo dei figli con “Sa Gratzia”: chicchi di grano, petali di rose, granellini di sale e alcune monetine; simbolo rispettivamente di abbondanza, felicità, saggezza, ricchezza. Dopodiché le madri hanno rotto il piatto che conteneva “Sa Gratzia”, in segno scaramantico.

Al termine, la tradizionale consegna dei doni e la distribuzione del pane sardo benedetto ai parenti e ai presenti.

Domani una più ampia documentazione fotografica.

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 654ª Sagra di Sant'Antioco Martire 1Sant'Antioco Martire 3 copia

Si è celebrata ieri la 657/ma Sagra di Sant’Antioco Martire. Nei manifesti era indicata come la 655/ma edizione. Ma un documento inedito datato 13 settembre 1358 ritrovato da Antonello Secci, appassionato studioso di Villaspeciosa della storia di Sant’Antioco Martire, negli archivi della Corona d’Aragona a Barcellona porta indietro nel tempo la più antica festa religiosa della Sardegna.

«Le mie ricerche mi hanno portato un mese fa a Barcellona – racconta Antonello Secci – e nel consultare dei documenti trecenteschi dell’Archivio della Corona d’Aragona, ho trovato un documento del 13 settembre 1358, di cui ho ottenuto copia, che in pratica riporta indietro di altri due anni la celebrazione della festa.» 

La ricerca fatta da Antonello Secci negli archivi della Real Cancillerìa di Pedro III El Cerimoniòs attesta quindi una datazione più antica rispetto al documento del 1360, alla cui scoperta aveva contribuito lo stesso Secci, che segna il numero degli anni della sagra. Nel documento conservato nel Registro 1033, volume 45, della Real Cancilleria della Corona d’Aragona riporta un passo in latino la cui traduzione racconta: «Che a seguito di denuncia presentata da Ramon Gileti, vescovo di Sant’Antioco (1349-1359), re Pietro il Cerimonioso invita il governatore di Cagliari e Gallura, Olfo de Procida, a indagare sulle azioni compiute da Ramon d’Impuriis ed eventualmente punirlo per il grave atto compiuto nei confronti del vescovo sulcitano durante la celebrazione della vigilia della festa di Sant’Antioco. Durante la celebrazione della vigilia, infatti, Ramon e i suoi soldati armati erano penetrati a forza nell’aula episcopale, avevano percosso il vescovo e i presbiteri presenti e li avrebbero certamente uccisi se i numerosi fedeli presenti durante la celebrazione del rito non fossero intervenuti a difendere il presule e gli altri religiosi».

«Il testo latino cita il termine “vigilia” – spiega Antonello Secci – che significa la  giornata antecedente una festa dedicata a preparativi rituali o spirituali per la sua celebrazione.»

Insomma, nessun dubbio sul fatto che si trattava della vigilia della festa di Sant’Antioco, con partecipazione numerosa dei fedeli alla celebrazione del rito.

«Ciò  dimostra che la festa appena celebrata nel 2014 è stata la 657ª (non più la 655ª) e la prossima del 2015 sarà la 658ª – conclude Antonello Secci – salvo che, nel frattempo, non spunti un documento ancora più antico.»

Adesso, alla luce di questa scoperta, sarà compito delle autorità religiose e civili aggiornare la nuova datazione della sagra.

Tito Siddi