22 December, 2025
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Consiglio regionale B copia

Il Consiglio regionale ha approvato, con 47 voti favorevoli e 2 astenuti, il Testo unificato n. 3 “Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agro biodiversità, marchio collettivo, distretti”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza di Gianfranco Ganau. Dopo la lettura del processo verbale, è iniziato l’esame della seconda parte dell’articolato del Testo unificato n. 3 “Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale”. Il presidente ha posto in discussione l’articolo 19 che detta le linee guida sui disciplinari di produzione. Per ciascun prodotto fresco o trasformato, dovranno fissare i caratteri dei processi produttivi e di filiera necessari per migliorarne la qualità, ridurre l’impatto ambientale e tutelare i consumatori. Sarà compito dell’assessorato all’Agricoltura, in collaborazione con le agenzie regionali competenti per materia, formulare e aggiornare i disciplinari. L’approvazione degli stessi sarà affidata alla Giunta regionale che dovrà poi provvedere alla loro pubblicazione nel Buras e alla successiva comunicazione alla Commissione europea. L’Aula ha approvato il testo dell’art. 19, respinti invece due emendamenti aggiuntivi presentati dai consiglieri Crisponi (Riformatori) e Carta (Psd’Az). Il presidente Ganau, verificata l’assenza del numero legale, ha sospeso la seduta per mezzora.

Alla ripresa dei lavori, l’Assemblea è passata all’esame dell’articolo 20 che disciplina l’istituzione di un Comitato tecnico-scientifico per la gestione-promozione del marchio e la formulazione di pareri sui disciplinari di produzione e sulle convenzioni tra Regione e soggetti interessati all’utilizzo del marchio stesso. L’articolo fissa anche i criteri per la composizione del Comitato, presieduto dal direttore generale dell’assessorato dell’Agricoltura, e del quale fanno parte i rappresentanti delle associazioni dei consumatori, delle associazioni professionali agricole, delle centrali cooperative del settore agro-alimentare, delle associazioni delle imprese di trasformazione artigiane e industriali e da esperti nominati dalle università. L’Aula ha poi accolto un emendamento presentato dai consiglieri Crisponi (Riformatori) e Carta (Psd’Az) che prevede la presenza di un esperto di marketing nel Comitato tecnico-scientifico. «Finora – ha detto Crisponi intervenendo per l’illustrare l’emendamento – nei comitati sono sempre presenti tecnici ed esponenti del mondo accademico, mai un esperto di produzioni e di marketing». Osservazione accolta dall’Assemblea con il parere favorevole della Commissione “Attività Produttive”.   

Successivamente l’Aula, con voto elettronico palese, ha approvato l’articolo 21 sul controllo dei disciplinari di produzione. La norma affida alla Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, il compito di individuare il soggetto pubblico a cui è demandata la vigilanza sul rispetto dei disciplinari di produzione da parte dei concessionari del marchio. Questi ultimi potranno avvalersi del soggetto pubblico o, in alternativa, di un organismo di controllo privato per ottenere le certificazioni di qualità dei propri prodotti. Gli organismi di controllo privati dovranno però rispondere a determinati requisiti: 1) essere terzi e indipendenti; 2) essere accreditati dallo stato membro per la certificazione dei prodotti; 3) non svolgere attività di consulenza nei settori relativi alle attività oggetto di controllo.

Il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 22 che regola l’etichettatura per gli operatori che hanno in concessione l’uso del marchio regionale. Il presidente della commissione ha invitato al ritiro dell’emendamento n. 7 ed ha espresso parere favorevole per l’emendamento sostitutivo parziale n. 98. Il consigliere del gruppo “Soberania e Indipendentzia” ha presentato l’emendamento orale che dopo le parole “articolo 17” aggiunge le seguenti: «L’etichetta deve contenere la declinazione della dicitura per il marchio, oltre che in lingua italiana, anche in lingua sarda». La giunta ha espresso parere conforme a quello della commissione. Il consigliere Daniela Forma (Pd) ha comunicato il ritiro dell’emendamento n. 7 e il presidente Ganau ha posto in votazione l’emendamento n. 98 che sostituisce le parole “Prodotto in Sardegna” con “Prodotto della Sardegna” ed è stato approvato. Con votazione elettronica palese è stato approvato il testo dell’articolo 22, integrato con il testo dell’emendamento presentato dal consigliere Piermario Manca (presenti 31, votanti 28, favorevoli 28, astenuti 3). Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione gli emendamenti sostitutivi 114 (sostituisce l’emendamento 62) e 122 (sostituisce testo emendamento n. 6) che sono stati approvati.

Il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 23 che riguarda gli interventi a sostegno della diffusione del marchio ed in particolare stabilisce che la Giunta regionale promuova attività di studio, ricerca e divulgazione del marchio regionale di qualità, insieme con la promozione di campagne pubblicitarie, seminari di assistenza tecnica e formazione professionale. Il presidente Luigi Lotto (Pd) ha espresso parere favorevole all’emendamento aggiuntivo n. 109 e la giunta ha espresso parere conforme a quello espresso dalla commissione. Il presidente ha posto in votazione con scrutinio elettronico palese il testo dell’articolo 23 che è stato approvato (48 sì e un astenuto) quindi l’emendamento n. 123 sostitutivo dell’emendamento n. 105 che è stato approvato. Approvato infine l’emendamento aggiuntivo n. 109.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’articolo 24, relativo alle sanzioni amministrative e che prevede sanzioni pecuniarie fino a 15.000 euro per l’uso non autorizzato del marchio regionale. Il presidente della commissione prima e la Giunta hanno invitato al ritiro dell’emendamento n. 63. Il consigliere Oscar Cherchi (Fi) ha comunicato il ritiro dell’emendamento n. 63. Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha proposto un emendamento orale per introdurre sanzioni amministrative per chi mette in essere falsificazioni e contraffazioni del marchio regionale. Il presidente della commissione Luigi Lotto (Pd) ha ricordato che le falsificazioni e le contraffazioni dei marchi sono già sanzionate dal codice penale. Anche il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato non opportuno introdurre sanzioni amministrative per reati che sono sanzionati dal Codice penale. Il consigliere Luigi Crisponi ha quindi precisato di volersi rivolgere a chi concessionario del marchio, lo altera e ne fa un uso difforme dalle finalità stabilite in legge. La consigliera del gruppo Centro Democratico, Anna Maria Busia, ha evidenziato che anche l’alterazione dei marchi è un reato sanzionato dal Codice penale, concetto ribadito anche dall’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi. Il presidente del Consiglio ha dunque dichiarato inammissibile “per assenza di omogeneità” l’emendamento orale presentato da Crisponi e ha posto in votazione il testo dell’articolo 24 che è stato approvato con 50 voti favorevoli e un astenuto.

L’Aula  ha approvato l’emendamento 121 (Pizzuto) che sostituisce integralmente l’art. 25 (Oggetto e finalità). Il testo individua i nuovi strumenti di governance dei territori rurali: distretti rurali, presìdi, reti di filiera e reti di paniere.

Voto favorevole anche per l’art. 26  (definizioni), con 50 sì ed un astenuto. Via libera anche per gli emendamenti n.100 (Agus e più) e 116 (Pizzuto) che definiscono nel dettaglio sia i presìdi o comunità del cibo di cui all’articolo precedente che le reti di filiera.

Con 49 voti favorevoli ed un astenuto è stato approvato l’art. 27 (Obiettivi specifici). Voto positivo dell’Aula  per l’emendamento 115 in materia di “marchi collettivi di certificazione della Regione”.

Stesso risultato, 49 sì ed un astenuto, per l’articolo 28.

Il presidente Ganau ha messo in votazione l’articolo 29, che stabilisce i requisiti per l’individuazione dei distretti agro-alimentari di qualità. L’articolo è stato approvato con 49 voti favorevoli e un astenuto. Via libera dell’Aula con 49 voti favorevoli e un astenuto anche all’articolo 30, che stabilisce i requisiti per l’individuazione dei bio distretti. Approvato anche l’articolo 31, che stabilisce i requisiti per l’individuazione dei distretti della pesca e dell’acquacoltura di qualità. All’articolo 31 sono stati approvati l’emendamento 104, che ha soppresso la lettera c), e l’emendamento 8, che alla lettera c) ha soppresso il periodo “e i gruppi di ricerca scientifica”.

Si è passati poi all’esame dell’art. 32 che disciplina i distretti, individuati e riconosciuti dalla Regione su apposita iniziativa di enti locali, singoli o associati, camere di commercio, associazioni di categoria, imprese operanti nel territorio, altri enti o istituzioni pubblici o privati. La norma prevede che i soggetti proponenti garantiscono la concertazione con le rappresentanze economiche e sociali del territorio, svolgano azioni di animazione per la promozione dei distretti, individuino i primi soggetti costituenti.

Il presidente Ganau ha quindi posto in discussione l’art. 33 che disciplina la costituzione dei distretti, per la quale è necessario un apposito accordo tra i soggetti aderenti che operano nel territorio. Sulla base di questo accordo sarà decisa la nomina del consiglio direttivo (organo di governo del distretto con potere decisionale) e i criteri di elezione del presidente a cui compete la rappresentanza legale.

Il presidente del Consiglio ha dichiarato aperta la discussione dell’articolo 34 che norma il funzionamento del distretto e le procedure di approvazione del relativo piano. Non essendoci emendamenti è stato posto in votazione l’articolo 34 che è stato approvato con scrutinio elettronico palese (49 favorevoli e un astenuto).

Con la medesima procedura e con lo stesso risultato è stato approvato l’articolo 35 che elenca nel dettaglio i contenuti del piano di distretto e ne specifica gli elementi (relazione, lo stato del distretto, la rappresentazione cartografica, l’identificazione dei Comuni, il grado di attuazione degli obiettivi raggiunti, le attività di coinvolgimento delle imprese, le modalità di sviluppo a breve, un elenco dei soggetti attuatori e l’indicazione delle sinergie e delle integrazioni con gli strumenti comunitari, nazionali e regionali).

Il presidente ha proceduto con la votazione dell’articolo 36 che stabilisce che la Giunta, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, con proprie direttive di attuazione, delibera le modalità di costituzione e composizione dei distretti. L’articolo 36 è stato approvato con 49 sì e un astenuto.

Il presidente ha quindi aperto la discussione sull’articolo 37 che stabilisce che la giunta, a 2 anni dall’entrata in vigore della legge, trasmetta al Consiglio una dettagliata relazione sul suo stato di attuazione. Il presidente ha posto in votazione l’unico emendamento presentato, il n. 70 che prevede il monitoraggio costante da parte delle agenzie regionali, che è stato approvato. Quindi, il Consiglio ha approvato con votazione elettronica l’articolo 37 (49 sì e un astenuto). Il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 38 “norma finanziaria” ed ha dichiarato inammissibile l’unico emendamento presentato, n. 81. Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha chiesto delucidazioni alla Giunta circa le coperture finanziarie che risulterebbero imputate all’Upb relativa agli indennizzi per le aziende agricole colpite dall’alluvione e dalle calamità naturali. L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha dichiarato che i fondi sono sufficienti per fare fronte agli impegni della legge e dal garantire ristoro alle aziende colpite dall’alluvione. Il presidente Ganau ha quindi aperto la votazione elettronica per l’articolo 38 che è stato approvato con 47 sì e un astenuto.

Approvato con 47 voti a favore e un astenuto anche l’articolo 39 che stabilisce che la legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Buras. Il presidente del Consiglio ha quindi aperto la votazione finale del testo emendato con procedura elettronica palese. Ha quindi proclamato l’approvazione della legge: presenti 48, votanti 47, favorevoli 47 e un astenuto.

Il consigliere Luigi Lotto (Pd), presidente della commissione Attività produttive e relatore del provvedimento, ha ringraziato sia i componenti della commissione, di maggioranza e minoranza, sia i consiglieri. «Si tratta di un provvedimento importante – ha detto – di grande significato per il settore agricolo e per la comunità regionale».

Il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi ha sottolineato «il grande lavoro svolto, anche per l’apporto costruttivo dell’opposizione, testo dopo tante proposte arrivate a sintesi finale». «Si è voluto accogliere il lavoro svolto negli anni precedenti – ha poi proseguito Cherchi – segno che il passato non deve essere cancellato ma utilizzato per proseguire e magari migliorare, il marchio è uno di questi esempi positivi».  Per la Sardegna, ha concluso, «questa legge sarà ricordata non con un nome ma per l’unanimità del Consiglio regionale; i distretti rurali sono stati da sempre una grande scommessa, in questo momento particolarmente difficile, di grande crisi ed abbandono delle campagne, ha ancora più valore».

Il consigliere Gianluigi Rubiu, capogruppo di Udc Sardegna, ha affermato che «questa legge è nata anche fuori dal Consiglio con la proposta di legge di iniziativa popolare sostenuta fra gli altri anche dalla Coldiretti; in commissione si è lavorato molto bene per fare una buona legge che rilancia l’agricoltura sarda e l’economia della Sardegna».

Il presidente Ganau ha poi dato la parola a Paolo Truzzu (Fdi), il quale ha annunciato la sua astensione perché «questa legge ha tanti aspetti positivi, ma per me lascia qualche dubbio e ho paura che l’obiettivo di massima tutela rischi di trasformarsi in un boomerang». Il vice presidente della Quarta Commissione, Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo e ha voluto ringraziare l’on. Modesto Fenu per il suo contributo. Crisponi ha ricordato che è stato un lavoro, quello svolto in Commissione, condiviso, franco e aperto, per tutelare il comparto dell’agroalimentare: «Un talento inespresso». «Mai ci siamo sentiti minoranza – ha affermato – ed abbiamo dato prova di coesione su un argomento così importante». Voto favorevole del gruppo Sardegna Vera è stato espresso da Efisio Arbau (La Base), il quale ha definito questa legge «la stella polare per la nuova programmazione europea». Anche l’esponente della maggioranza ha evidenziato che quello svolto dalla Commissione è stato un lavoro importante a favore di un settore fondamentale per la nostra economia. Arbau ha poi espresso pieno appoggio e fiducia nell’operato dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi. Un particolare ringraziamento è stato, poi, indirizzato da Arbau al presidente della Commissione, Luigi Lotto, per come ha saputo gestito i lavori e per aver trovato il punto d’incontro tra maggioranza e opposizione. «Adesso – ha concluso Arbau – come  classe dirigente dobbiamo portare nei territori le nuove norme».

Per Luca Pizzuto (Sel), con questa legge la Sardegna avrà a disposizione uno strumento importante. «La norma che si approva oggi – ha detto – ha avuto il merito di accogliere le istanze provenienti dall’esterno del Palazzo. Consentirà di difendere l’agrobiodiversità e di affrontare con più ottimismo il futuro».  Secondo l’esponente di Sel, l’introduzione del marchio «riconosce il lavoro delle imprese che lavorano per la qualità e la valorizzazione delle specificità sarde e mette in campo strumenti di cooperazione all’avanguardia, una risposta seria a chi ha fatto lavori di filiera senza pensare al solo profitto».

Pier Mario Manca (Pds), annunciando il voto favorevole del gruppo Soberania e Indipendentzia, ha rivolto un grazie alla Commissione per il lavoro svolto. «Questa legge – ha detto – non risolve i problemi dell’agricoltura, che sono di natura infrastrutturale, ci permette però di recuperare 20 anni di ritardo sul fronte della protezione dell’agrobiodiversità e, in prospettiva, di favorire le condizioni per la nascita di nuovi posti di lavoro». Manca ha poi sottolineato l’importanza delle norme sul marchio: «Questa è l’occasione per creare un marchio Sardegna e affrontare tutti insieme le sfide dei mercati globali». L’esponente del Partito dei Sardi, infine, ha parlato dei distretti: «Una scommessa – ha detto – che può dare risultati positivi attraverso nuove strategie di programmazione dei fondi comunitari».

Angelo Carta (Psd’Az) ha evidenziato il grande lavoro svolto dalla Commissione “Attività Produttive”: «Adesso la palla passa alla Giunta che dovrà svolgere un lavoro grandissimo per consentire all’agricoltura di iniziare il suo viaggio verso il futuro e tornare ad essere il perno dell’economia sarda».

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini, ha espresso il convinto voto a favore della legge e ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla commissione Agricoltura. «Questa legge – ha dichiarato Desini – segna una svolta per l’agricoltura sarda e mi auguro cambi l’impostazione culturale della politica verso l’intero comparto agricolo». A giudizio del capogruppo della maggioranza «agro biodiversità, marchio regionale e distretti sono inoltre elementi fondamentali per il programma europeo 2014-2020».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sottolineato i tempi di approvazione della legge («in meno di un giorno abbiamo approvato 39 articoli») insieme con la responsabile condotta dei gruppi dell’opposizione in Consiglio. Pietro Pittalis ha invitato la Giunta regionale a procedere con la notifica all’Unione Europea della legge «per scongiurare conseguenze negative per l’amministrazione regionale e i beneficiari del provvedimento che ci accingiamo ad approvare». Il capogruppo di Forza Italia ha concluso con la dichiarazione di voto a favore.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha condiviso il giudizio positivo espresso dal presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto. Pietro Cocco ha ricordato le tante “sofferenze” del comparto agricolo ed ha affermato che «la legge è uno strumento efficace per dare un aiuto al settore agricolo e più in generale ad un mondo troppo al lungo trascurato». Il capogruppo dei democratici ha affermato che alla legge dovranno seguire però atti e comportamenti concreti a sostegno e per la valorizzazione del comparto e delle produzioni dell’agroalimentare sardo.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, non essendoci altri iscritti a parlare ha dichiarato aperta la votazione finale delle legge con procedura elettronica e palese: legge approvata con 47 sì e 2 astenuti.

L’Assemblea ha proseguito nell’esame dell’ordine del giorno con l’interpellanza n. 26 (Oppi e più) «sugli intendimenti della Giunta regionale circa la ventilata creazione di un centro di ricerca superiore ad Olbia».

Illustrandone il contenuto il primo firmatario Giorgio Oppi ha ricordato che «era stata presentata nel mese di giugno perché in quel periodo c’erano incontri dappertutto tranne che in Consiglio regionale, anche se poi si è arrivati ad importanti chiarimenti in commissione». «Siamo d’accordo – ha ribadito Oppi – ma sia il Qatar che il Bambin Gesù non possono certo essere citati come esempio di perfezione, anche per le istanze fallimentari in corso nei confronti del Bambin Gesù a Catanzaro come a Roma».«Oggi sono preoccupato – ha osservato il consigliere dell’Udc – perché le date ormai annunciate sono ormai tutte superate e poi manca ancora la deroga che il Governo doveva inserire nel cosiddetto decreto sblocca Italia del governo, spero non sia un segnale negativo». «Ci sono poi alcune cose che non ci convincevano – ha proseguito – perché dire che si recuperano 60 milioni con la mobilità attiva e passiva è una stronzata, al massimo sono 10, stiamo dando opportunità noi a loro e non il contrario». «Vorremmo sapere qual è lo stato dell’arte – ha detto infine – perché prima c’era tanta fretta ma solo da pochi giorni, per esempio, è stata chiesta la disponibilità dell’immobile».

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha affermato di non avere «notizie aggiornate, salvo quelle comparse sulla stampa».

Il consigliere Oppi ha replicato di non essere l’autore degli articoli. «Però non ho sentito qual è lo stato dell’arte – ha dichiarato – altrimenti devo dedurre che non c’è nessuna risposta».

L’assessore della Sanità ha ribadito di non avere una risposta esaustiva. Ha però ribadito che i lavori per l’apertura della struttura dovrebbero iniziare nel marzo del 2015 divisi in due parti, «ad iniziare da 178 posti utilizzati per attività riabilitazione e acuti; noi abbiamo spinto per la ricerca sulla genetica delle popolazioni e sulle malattie degenerative, con un progetto del Bambini Gesù ed un dispositivo che permette di intervenire sulle cellule in modo molto innovativo». «Per quanto riguarda il budget – ha continuato l’assessore – è fissato a livello nazionale dalla legge 502 e dalla legge regionale 10, la remunerazione delle funzioni avviene in base ad un costo standard per tipologie di attività ma, in carenza di un decreto attuativo che non è mai stato emanato dal ministero, l’interpretazione della norma è lasciata alle scelte discrezionali delle regioni». «Il tetto massimale – ha spiegato Arru – è 55,6 milioni, il governo deve ora emanare un provvedimento di deroga sia per acuti che per massimale della spesa sanitaria».

Il consigliere Oppi, intervenendo per la replica, ha ringraziato l’assessore che ha fornito dati corretti ma, ha osservato, «senza deroga tutto questo che abbiamo detto non si può fare; l’accreditamento viene riconosciuto di norma per singole unità mentre a loro è stata riconosciuta a livello globale». Non solo, ha aggiunto, «nella nuova struttura non ci sarà pronto soccorso perché costa molto». Io mi auguro, ha concluso l’esponente dell’Udc, «che tutto si risolva in modo positivo, ma la data annunciata era il 24 giugno, è passato un altro mese e non si è visto niente; speriamo che sia vero quello che hanno detto autorevoli esponenti del Pd ma ci vuole molto rigore perché molte cose che hanno detto non sono da centro di eccellenza».

Il presidente Ganau ha avviato l’esame dell’ultimo punto all’ordine del giorno di oggi, la discussione delle mozioni n. 61  (Pizzuto e più ) «sugli eventi che stanno riguardando la Striscia di Gaza» e n. 62 (Zedda e più) «sul conflitto nella Striscia di Gaza e sulle recenti notizie inerenti un rafforzamento della presenza militare nell’Isola». Il presidente ha disposto la discussione unificata dei due testi visto che trattavano dello stesso argomento.

L’on. Ganau ha dato la parola a Luca Pizzuto (Sel) per l’illustrazione della sua mozione. L’esponente della maggioranza ha ricordato che, anche nei nostri paesi, ci sono profonde ferite inferte dalla guerra. «C’è una ferita in ogni comunità a causa dei conflitti – ha affermato Pizzuto – vi invito a pensare cosa significhi per il popolo palestinese la guerra». Il consigliere regionale ha ricordato che il popolo ha subito 4.626 raid, 1.865 morti, 9.300 feriti, 240mila rifugiati nei campi Onu.

La maggior parte dei bombardamenti, ha evidenziato Pizzuto, hanno come obiettivo la Striscia di Gaza. «Noi troviamo che sia inconcepibile quello che sta accadendo a Gaza, la più grave delle violazioni dei diritti umani. Mi chiedo da che parte stia l’Occidente, l’Onu e questo Consiglio regionale rispetto a questa guerra. Abbiamo il dovere di garantire la pace». Pizzuto ha affermato che non è accettabile che «nelle nostre basi militari siamo complici di questo genocidio perché mettiamo a disposizione il nostro territorio per le esercitazioni». Pizzuto ha dichiarato di essere filo palestinese, «perché hanno subito gravissime ingiustizie», ed ha aggiunto: «Abbiamo il dovere di esprimerci come Consiglio regionale per chiedere la pace e per costruire la pace». 

«Chiediamo – ha affermato – un impegno concreto alla Giunta per la ricostruzione delle strutture socio-economiche e sanitarie di Gaza. Chiediamo di portare avanti ogni azione utile alla costruzione della pace in Medio Oriente e nel mondo, ma anche creare e promuovere una tavola rotonda euro-mediterranea dei giovani per la nonviolenza, che sia luogo di incontro per le giovani generazioni che abitano tale zona e che possa formare a una cittadinanza orientata alla pace e alla nonviolenza, diventando un incontro annuale recante avanti iniziative atte a rendere tale evento un importante momento di dibattito e di formazione concreta su queste tematiche».

Paolo Zedda (Rossomori), primo firmatario della mozione n.62, ha segnalato il pericolo di lasciarsi guidare dal sentimento generale che, in passato, ha prodotto fenomeni come il fascismo e il nazismo.  «In Italia – ha detto Zedda – durante il Ventennio tutti erano fascisti perché inconsapevoli della portata antidemocratica della filosofia littoria, il sentimento generale era quello. Anche in Germania erano tutti nazisti, era normale esserlo. Più tardi, noi tutti abbiamo vissuto l’epopea western, decantata dal cinema americano che esaltava i cowboy e puntava l’indice contro gli indiani. Quella cinematografia distingueva tra buoni e cattivi. Solo in seguito abbiamo capito che si trattò di un autentico genocidio. Qualcosa di simile è accaduto in Medio Oriente».

Zedda ha quindi fatto un breve excursus sul conflitto israelo-palestinese ricordando i pronunciamenti dell’Onu per la nascita di due Stati: “Subito dopo quella decisione – ha detto l’esponente dei Rossomori – c’è stata un’azione di pulizia etnica: nel ’67, con la guerra dei sei giorni, Israele ha occupato di territori palestinesi, negli anni ‘90 i coloni israeliani si sono insediati nelle terre migliori della Palestina costringendo i palestinesi a vivere in piccoli appezzamenti distribuiti a macchia di leopardo. Ogni volta che si avvicina la possibilità di una pace duratura succede qualcosa che inasprisce nuovamente gli animi. In quest’ultimo conflitto, partito dal falso rapimento di tre israeliani, si è cercato di fomentare l’odio nei confronti dei palestinesi per giustificare bombardamenti e occupazioni armate».

Secondo Zedda, sul conflitto di Gaza le notizie arrivano in modo distorto. «Abbiamo la percezione di una guerra simmetrica – ha detto il consigliere della maggioranza – invece è uno degli eserciti più potenti del mondo che attacca una popolazione inerme: 1.800 morti tra i palestinesi, quasi tutti civili, contro i 67 israeliani (solo tre civili)». Zedda ha poi stigmatizzato l’atteggiamento «supinamente equidistante» del Governo italiano, vicino nei fatti a Israele perché «suo maggiore fornitore di armi». 

A conclusione del suo intervento, l’esponente dei Rossomori ha sollecitato il Consiglio a pensare in modo diverso: «Noi sovranisti auspichiamo che i sardi agiscano come una nazione e condannino la politica criminale israeliana perché credono nella giustizia e perché si oppongono alla sperimentazione delle bombe nelle spiagge della Sardegna. Occorre impedire le esercitazioni nei nostri poligoni delle forze militari che bombardano Gaza – ha concluso Zedda – non vogliamo le mani sporche di sangue di chi uccide i bambini palestinesi».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha affermato in premessa che «i conflitti nascono per difendere e affermare due ragioni». Il concetto è stato utilizzato dall’esponente della minoranza per evidenziare il «marcato pregiudizio anti israeliano che caratterizza alcuni interventi e in particolare alcune parti di una delle due mozioni in discussione». Michele Cossa ha dichiarato che siamo dinanzi a due popoli e a una situazione di tensione che si trascina ormai da lungo tempo. Il consigliere dei Riformatori sardi, nel dichiarare di condividere la preoccupazione per quanto accade a Gaza in questi giorni, ha ribadito che non si può non tenere conto delle vicende che hanno visto il sorgere dello Stato di Israele e «le paure di chi da sempre vive con l’incubo degli attacchi terroristici». Cossa ha ricordato in tono polemico il rapimento prima e l’uccisione poi dei tre militari israeliani («è stata questa la scintilla che ha scatenato l’ultima tragedia») e ha concluso rivolgendosi al consigliere Pizzuto per sottolineare che «allo Stato di Israele ci si può rivolgere perché è una grande democrazia mentre non possiamo rivolgerci all’indirizzo di Hamas perché è un’organizzazione terroristica».

Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha manifestato supporto e sostegno alle mozioni in discussione e ha definito “allarmante” l’eventualità che l’aviazione israeliana possa svolgere esercitazioni nei poligoni militari in Sardegna. Francesco Agus ha auspicato comportamenti conseguenti del presidente della Giunta ed ha dichiarato di non sentirsi affatto sereno per le dichiarazioni rese dal ministro della Difesa che ha affermato, in risposta ad un’interrogazione parlamentare, che il calendario delle esercitazioni militari nell’Isola non è stato ancora approvato. L’esponente della maggioranza ha quindi concluso con la richiesta che il Consiglio sia informato e segua con attenzione tutte le esercitazioni militari che si svolgono nel territorio della Sardegna.

Il consigliere del gruppo “Sardegna”, Paolo Truzzu, ha espresso apprezzamento per lo svolgimento del dibattito in Consiglio su temi di così grande rilevanza. Truzzu si è quindi dichiarato «filo palestinese ma non anti israeliano» e ha rimarcato che nel conflitto tra Israele e Palestina i morti sono i civili che vivono nella Striscia di Gaza e non i militanti di Hamas. «Serve riaffermare il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e di quello israeliano per ribadire il diritto all’esistenza di due Stati», ha dichiarato l’esponente della minoranza che ha aggiunto, «Hamas non rappresenta il popolo palestinese e neppure il complesso e vasto mondo musulmano». Truzzu ha concluso ricordando che quello in Medio Oriente non è l’unico conflitto aperto ma che altri se ne registrano di altrettanto preoccupanti e violenti in Ucraina, Siria e dove i cristiani sono perseguitati dai musulmani. «Evitiamo la demagogia – ha affermato il consigliere eletto in Fdi – sono pacifico ma non pacifista, perché a volte le ragioni si devono difendere anche con il ricorso alle armi».

Il consigliere Emilio Usula (Soberania-Indipedentdentzia) ha affermato che «non è mai facile parlare dell’orrore e delle stragi di bambini ma non si può avere un atteggiamento equidistante, quella sarebbe davvero demagogia, in Consiglio regionale se ne sta parlando con troppa disattenzione». Si deve sottolineare invece, a giudizio di Usula, «che l’80% della popolazione palestinese può usare solo il 10% delle risorse idriche e non ha libertà di movimento: davanti a questo non si può essere equidistanti». «Chiedo – ha detto – un minuto di silenzio del parlamento sardo per dimostrare contro questa guerra, contro questo genocidio, contro la strage di innocenti a Gaza».

Il presidente Gianfranco Ganau ha invitato l’Aula ad osservare un minuto di raccoglimento per tutte le vittime della guerra, di ogni parte.

Il consigliere Marco Tedde, di Forza Italia, ha condiviso in apertura le argomentazioni espresse dal consigliere Cossa perché «quando si parla di tragedie umanitarie bisogna avere una visione diversa e non parziale delle cose, non ci si può indignare per le vittime palestinesi e poi passare un colpo di spugna sulle vittime israeliane del terrorismo di Hamas in tutti questi anni, non si possono creare vittime di serie a e di serie b». In una delle due mozioni, a parere di Tedde, «c’è un pregiudizio anti israeliano inaccettabile: torti e ragioni? Lo dirà la storia, noi dobbiamo cercare di fermare la tragedia umanitaria o quanto meno dare un contributo, certamente non si può sostenere la censura del Governo italiano o schierarsi dalla parte di uno degli schieramenti in guerra».

Il consigliere Gavino Sale (Sardegna vera-iRS) c’è un film che ricorda la nascita della base militare di Teulada, «quando l’esercito italiano distrugge i cuiles, le case di campagna». La storia del popolo palestinese in qualche modo ci interroga, ha continuato Sale ricordando una recente iniziativa pubblica in cui Irs, insieme ad altre forze politiche, «ha chiesto scusa ai palestinesi a nome del popolo sardo perché le armi che li stanno colpendo sono state testate nelle basi di Quirra e Teulada, come sardi ci sentiamo colpevoli e vogliamo proporre alla fine della guerra che i bambini palestinesi vengano ospitati sia nelle strutture sanitarie sarde sia nella nostra comunità, come atto doveroso di riparazione verso una situazione dove non c’è nessuna umanità». Solidarizzo con i disertori israeliani, ha detto poi Sale, e «non capisco alcuni sardi che sostengono le tesi del governo di Tel Aviv: chiediamo la sospensione delle esercitazioni in Sardegna cui parteciperà anche l’esercito israeliano, il governo regionale deve prendere una posizione molto netta su questo punto perché ormai siamo diventati un obiettivo sensibile mentre la Sardegna deve essere una terra di pace».

Il presidente ha dato la parola al consigliere di forza Italia, Giuseppe Fasolino: «Non saremo noi a risolvere i problema di Gaza e sono d’accordo con l’intervento dell’on. Cossa e dell’on. Tedde». Fasolino ha evidenziato che c’è una mozione più tifosa e una più equilibrata e «quest’ultima dovrebbe rappresentare il nostro atteggiamento. La mozione da sostenere è quella che dice torniamo alla pace».

«Sono orgogliosa di fare parte di questo Consiglio – ha affermato Anna Maria Busia (Cd) – e di essere collega dell’on. Pizzuto e dell’on. Zedda, che ringrazio per aver proposto questo argomento. Non risolveremo i problemi del Medio Oriente, ma la pace di costruisce partendo da piccoli gesti». Busia ha ricordato che non si può confrontare la forza dell’esercito israeliano con quella dei palestinesi. Quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza, secondo l’esponente della maggioranza, è un atto criminale.

Conclusa la discussione generale, il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino. L’esponente dell’esecutivo ha sottolineato l’importanza delle due mozioni presentate «che offrono l’opportunità di dibattere temi così rilevanti anche nella sede di un Consiglio regionale, e di dare un contributo concreto a una situazione così grave come il conflitto israelo-palestinese». Secondo Firino, nonostante le diverse interpretazioni che si possono dare, ciò che è intollerabile è la drammatica situazione umanitaria a Gaza. «E’ necessario pensare al ruolo che una Regione può giocare in questo contesto, i suggerimenti e le proposte che emergono dalle mozioni offrono un importante spunto di riflessione».

L’assessore ha poi ricordato che la Giunta, in questi primi mesi di governo, ha dimostrato di voler assumere posizioni forti sul tema delle servitù militari che hanno nella nostra regione un peso altissimo, non paragonabile a quello delle altre regioni italiane. «Da questo tipo di politica – ha detto Firino – parte una risposta che può assumere un significato forte. La Regione può fare molto sul fronte della cooperazione e della cultura e contribuire a rafforzare l’intervento umanitario può essere rafforzato».

Firino, infine, ha apprezzato la proposta di apertura di un dialogo euromediterraneo rivolto ai giovani: «Esprimo a nome della Giunta un parere favorevole alle mozioni e in generale all’avvio di iniziative non sporadiche su un tema così importante».

Il consigliere di Sel, Luca Pizzuto, presentatore della mozione n. 61, ha definito “inaccettabile” l’etichetta di anti israeliano. «Nessuno mette in discussione il diritto di Israele ad esistere – ha dichiarato l’esponente di Sel –ma vogliamo che analogo diritto sia riconosciuto al popolo palestinese». Pizzuto ha ammesso che la mozione da lui presentata può definirsi equilibrata ma non equidistante ed ha argomentato l’affermazione facendo riferimento al caso dei soldati israeliani uccisi: «Non è provato che siano stati rapiti e uccisi per mano di Hamas ma se anche così fosse la reazione di Israele è sproporzionata e inammissibile». Pizzuto ha concluso con la richiesta che le due mozioni in discussione sia messe in votazione separatamente.

Il consigliere del gruppo “Soberania e Indipendentzia”, Paolo Zedda, presentatore della mozione n. 62 ha replicato duramente alle affermazioni del consigliere Cossa: «Non voglio essere equidistante perché le due condizioni di Israele e Palestina non sono simmetriche». Paolo Zedda ha ricordato la potenza atomica di Israele e l’assenza di un esercito palestinese, per ribadire che «la Palestina è sotto occupazione da 46 anni». «Non accetto di essere definito anti israeliano – ha incalzato l’esponente della maggioranza – perché mi associo ai tanti israeliani che contestano l’oppressione in atto a Gaza e la politica del governo Israeliano». «I terroristi sono coloro i quali uccidono i civili – ha affermato Paolo Zedda – e i civili uccisi in Palestina sono più di mille contro i tre cittadini Israeliani deceduti». Il consigliere dei Rossomori ha concluso con l’appello perché Israele metta fine all’occupazione della Palestina e la Sardegna non conceda i poligoni per le esercitazioni dei militari israeliani.

Il presidente del Consiglio ha dunque posto in votazione con procedura elettronica palese la mozione n. 61 (Pizzuto e più) che è stata approvata con 39 sì e un astenuto. Il consigliere Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia), primo firmatario della mozione n. 62 ha chiesto che fosse messa in votazione senza il punto 5 del dispositivo, quello in cui si fa riferimento alla richiesta di embargo per Israele. Il presidente del Consiglio ha accolto la richiesta avanzata dal consigliere Paolo Zedda ed ha aperto la votazione con procedura elettronica. Il presidente ha constatato la mancanza del numero legale. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, è intervenuto per sottolineare che l’assenza dei consiglieri della minoranza ha avuto solo significato politico e non di assenza dai lavori dell’Aula.

Preso atto delle dichiarazioni rese dal capogruppo Pittalis, il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusi i lavori e ha annunciato che il Consiglio sarà convocato a domicilio.

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«Area è destinata ad avere un ruolo strategico nel quadro della sua missione per le politiche della casa e per un nuovo welfare, ma occorre perfezionare il processo di fusione e rivedere la legge istitutiva.» Lo ha affermato il prof. Giorgio Sangiorgi, nel corso della sua audizione davanti alla Quarta Commissione (Governo del territorio – Lavori Pubblici), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd).

Nel suo intervento, Sangiorgi ha fornito alcuni dati particolarmente significativi, alcuni positivi altri meno, utili per capire lo stato dell’azienda: organico finalmente a regime di circa 200 persone di cui 160 impegnati sul territorio diviso in 5 distretti, morosità scesa dai 40 milioni del 2009 ai 34 attuali, conferma degli standard di 350 euro ad unità immobiliare per la manutenzione dei 25.000 appartamenti in proprietà, abusivismo inferiore al 3%, 1132 giorni in media per aprire e chiudere un cantiere in caso di immobili di nuova costruzione, a causa di una serie di vincoli che dipendono in parte dagli Enti Locali, contrazione delle risorse disponibili: solo per il 2012 l’azienda ha versato 5 milioni di Imu a fronte dei 300.000 dell’esercizio precedente.

«I processi di miglioramento già in atto – ha aggiunto il presidente di Area – vanno però completati, soprattutto per ciò che concerne la governance interna, che presenta ancora troppe differenziazioni territoriali, e l’assetto organizzativo.»

In prospettiva occorre poi, secondo Sangiorgi, «differenziare in modo più marcato i canoni di locazione e disegnare un modello di housing sociale, settore nuovo in cui l’azienda è comunque impegnata con 11 progetti finanziati dalla Regione, più adatto alle esigenze della Sardegna».

Riferendosi infine alla delibera della Giunta con cui si è avviata la procedura di scioglimento anticipato del consiglio di amministrazione, Sangiorgi ha dichiarato che «l’iniziativa ci sembra infondata, abbiamo risposto punto per punto con le nostre controdeduzioni che sono consultabili on line sul sito istituzionale dell’azienda, forse è mancata una continuità di confronto che noi abbiamo sempre auspicato».

Nel corso dell’incontro hanno preso la parola i consiglieri Salvatore Demontis, Giuseppe Meloni e Gianmario Tendas del Pd, Antonello Peru, Giuseppe Fasolino e Alberto Randazzo di Forza Italia, Eugenio Lai e Francesco Agus di Sel ed Ignazio Tatti dell’Udc. Gli esponenti della minoranza, in particolare, hanno espresso critiche e sollecitato chiarimenti sulla recente decisione della Giunta regionale di avviare il processo di scioglimento anticipato del Cda dell’azienda a poche settimane di distanza dalla scadenza naturale, fissata per il prossimo 16 settembre.

Il presidente della Commissione, Antonio Solinas, ha assicurato che questo specifico punto sarà oggetto, a brevissima scadenza, di una nuova audizione dell’assessore dei Lavori pubblici.

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Le commissioni consiliari regionali riprenderanno il lavoro da martedì mattina. La Prima (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Francesco Agus (Sel), si riunirà domani,  22 luglio,  alle 17.00. All’ordine del giorno l’esame del disegno di legge 72 (Misure urgenti in materia di organizzazione della Regione), del progetto di legge 29 (Modifiche urgenti alla legge regionale 7 gennaio 1977, n. 1 per la razionalizzazione dell’organizzazione amministrativa della Regione e la riduzione dei costi delta politica) e la programmazione lavori. I lavori proseguiranno mercoledì mattina.

La Seconda commissione (Lavoro, cultura e formazione professionale), presieduta da Gavino Manca (Pd), è stata convocata mercoledì, 23 luglio, alle 11.00. All’ordine del giorno l’audizione dell’assessore del Lavoro sulla situazione dei lavoratori della formazione professionale, socialmente utili e del personale Csl/Cesil.

Sempre mercoledì, 23 luglio, si riunirà, alle 11.00, anche la Quarta commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità), presieduta da Antonio Solinas (Pd). All’ordine del giorno esame delle problematiche sulla convenzione Stato-CIN (ex Tirrenia).

La Sesta commissione (Sanità e politiche sociali), presieduta da Raimondo Perra (Sv-Psi), si riunirà domani, 22 luglio, alle 11.00. All’ordine del giorno:  esame della proposta di legge 71 (Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale) con l’audizioni dei sindacati e dell’assessore della Sanità. I lavori proseguiranno nel pomeriggio, alle 17, con l’audizione della Federazione regionale dell’ordine dei medici (FROMS). Se necessario la commissione si riunirà anche mercoledì mattina.

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La #Prima Commissione del Consiglio regionale vigilerà sulla proposta di riforma del #Titolo V della Costituzione all’esame del Parlamento per scongiurare il rischio di uno svuotamento dell’autonomia sarda. E’ quanto emerso dalla seduta del parlamentino presieduto da Francesco Agus che ha sentito in audizione l’assessore regionale agli Affari Generali, Gianmario Demuro. L’organismo consiliare avvierà nei prossimi giorni un confronto con i senatori e deputati sardi per concordare azioni comuni a difesa della specialità della Sardegna.

L’assessore Demuro ha illustrato alla Commissione l’esito delle ultime sedute della Conferenza Stato-Regioni che hanno portato alla stesura di un documento unitario da parte delle Regioni ad autonomia differenziata per la tutela della loro specialità. «L’autonomia è un valore costituzionalmente irrinunciabile – ha detto Demuro – un principio riconosciuto da tutti che non può essere messo in discussione». L’esponente della Giunta Pigliaru ha poi sottolineato l’importante risultato ottenuto grazie alla presentazione di alcuni emendamenti concordati in #Conferenza Stato-Regioni che hanno modificato il primo testo di riforma preso in esame dalla #Commissione Affari Costituzionali del Senato. «Nella prima formulazione le Regioni a Statuto speciale sparivano – ha affermato l’assessore – ora il rischio di una cancellazione della specialità è scongiurato, il risultato non è da buttar via».  Il compromesso raggiunto è un mantenimento della potestà legislativa esclusiva da parte delle Regioni in cambio di maggiori controlli statali sull’esercizio delle competenze in materia di finanza pubblica. «Le prerogative delle Regioni speciali hanno tutta la possibilità di essere mantenute e garantite – ha concluso Demuro – ma molto dipenderà dalla nostra capacità di stipulare le intese con lo Stato centrale. Adesso si aprirà una fase di negoziazione».

Alla seduta della commissione hanno partecipato tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione. Dalla minoranza sono arrivate diverse sollecitazioni per un’azione più forte da parte dell’esecutivo nei confronti del Governo in difesa dell’autonomia. «La questione è di importanza vitale – ha detto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis – la Regione non può fare da semplice spettatrice». Il vicepresidente della Commissione Autonomia Stefano Tunis (Forza Italia) ha invitato tutte le forze politiche a dare un mandato pieno alla Giunta regionale per un “atto di rottura” nei confronti del Governo. Giorgio Oppi (Udc) ha invece invocato un azione comune di Consiglio, Giunta e parlamentari «per portare a casa il miglior risultato possibile», mentre Michele Cossa (Riformatori sardi) dopo aver sottolineato l’esiguità di margini di trattativa con il governo, ha chiesto «un’azione forte dell’esecutivo regionale per una modifica statutaria che consenta di attuare la riforma degli enti locali, e di risolvere una volta per tutta la questione delle province, cancellate da un referendum ma ancora operative». Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha ribadito la necessità che la questione venga affrontata al più presto dal Consiglio regionale con un’apposita seduta dedicata al tema delle riforme.

Proposte forti anche dalla maggioranza. Gavino Sale (Irs) ha chiesto una convocazione solenne del Consiglio regionale aperta a tutti i parlamentari sardi per individuare un percorso condiviso in difesa delle prerogative statutarie e per il varo «di una nuova Carta Costituzionale per il popolo sardo in cui siano presenti fattivi poteri di sovranità e autogoverno», mentre il consigliere del PD Roberto Deriu ha sottolineato l’importanza del mantenimento, nel testo di riforma in discussione al Senato, della protezione costituzionale del nostro Statuto. «Da questo occorre partire – ha detto Deriu – per riaffermare e ampliare la nostra specialità attraverso l’approvazione di una legge statutaria e una “cauta” revisione dello Statuto». Giudizio condiviso da Salvatore Demontis(PD): «Gli emendamenti alla proposta di riforma del Titolo V presentati dalla Lega (Calderoli) e dal PD (Finocchiaro) mettono in sicurezza la specialità – ha detto Demontis – temo però che non ci sarà un ampliamento dei poteri delle Regioni. L’autonomia può essere rafforzata attraverso la legge statutaria e la revisione dello Statuto. Occorre lavorare su questo terreno e procedere in tempi rapidi» Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, infine, ha rivendicato il ruolo centrale dell’Assemblea Sarda e si è detto favorevole a una convocazione solenne del Consiglio con i parlamentari sardi. «Sarebbe un atto simbolico – ha detto Cocco – per individuare un percorso condiviso». 

Al termine della discussione il presidente Francesco Agus ha annunciato che la commissione sentirà entro il mese di luglio tutti i parlamentari sardi. «E’ necessario vigilare perché il principio di specialità venga mantenuto in Costituzione – ha detto Agus . il testo licenziato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato riserva un’attenzione particolare alle autonomie del Trentino Alto Adige e della Valle d’Aosta, la Sardegna rischia di uscirne penalizzata. Di fronte a questo pericolo non  possiamo rimanere inermi». Della questione si occuperà la prossima settimana anche il Consiglio con l’esame della risoluzione sulle riforme votata all’unanimità dalla Commissione Autonomia.

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Le commissioni consiliari regionali torneranno al lavoro domani pomeriggio. La Prima (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Francesco Agus (Sel), si riunirà martedì, 15 luglio, alle 15.30. All’ordine del giorno: Riforma del Titolo V, parte seconda della Costituzione.

Giovedì, 17 luglio, si riunirà, alle 10.00, la Quarta commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità), presieduta da Antonio Solinas (Pd). All’ordine del giorno l’audizione  dell’assessore regionale dei Trasporti sulla Convenzione Tirrenia. I lavori proseguiranno nel pomeriggio, alle 16, con l’audizione dei comuni compresi nel parco di Tepilora sul Testo parchi, alle 17,30 saranno sentite le associazioni ambientaliste.

La Quinta commissione (Attività produttive), presieduta da Luigi Lotto (Pd), si riunirà giovedì, 17 luglio, alle 10.00. All’ordine del giorno l’audizione dell’assessore dell’Agricoltura sullo stato di attuazione del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 e sulla programmazione 2014-2020. A seguire la commissione sentirà in audizione le associazioni venatorie sulla biodiversità e sulla legge regionale n. 23 del 1998.

La Sesta commissione (Sanità e politiche sociali), presieduta da Raimondo Perra (Psi), si riunirà martedì, 15 luglio, alle 15,30. All’ordine del giorno:  Parere n. 8 su L.R. n. 17 del 17 maggio 1999. Modifiche ed integrazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 12/14 del 5 marzo 2013. Proroga dei termini di scadenza per il rinnovo e/o iscrizione all’Albo regionale delle associazioni e società sportive. La commissione proseguirà i suoi lavori con l’esame della proposta di legge 71 “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. In caso di necessità i lavori proseguiranno anche nei giorni successivi. Per venerdì, 18 luglio, alle 10.30, è prevista anche l’audizione del dottor Lucio Rispo della QFE sulla realizzazione dell’ospedale e polo di ricerca San Raffaele nell’area territoriale della Gallura.

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Il capogruppo di Sel Daniele Cocco e i consiglieri Francesco Agus, Eugenio Lai e Luca Pizzuto hanno illustrato questa mattina ai giornalisti i provvedimenti più importanti presentati in Consiglio. Tra questi, la proposta di legge per l’istituzione del reddito di cittadinanza. «E’ il nostro cavallo di battaglia, il tentativo concreto di riformare un sistema sociale ormai superato e restituire speranza ai giovani e ai precari – ha detto Luca Pizzuto – la speranza, una volta individuate le coperture finanziarie, è che la maggioranza riesca a licenziare finalmente la legge».

Sel sta riservando particolare attenzione anche alla lotta per la razionalizzazione degli enti strumentali della Regione e l’eliminazione degli sprechi. Su questo fronte, il gruppo ha presentato una proposta di legge per la soppressione di “#Sardegna Promozione”, alla quale ha fatto seguito la delibera per il commissariamento dell’Agenzia adottata dalla Giunta. «Ancora non basta – ha detto Francesco Agus – serve ora una legge per evitare che il personale rimanga intrappolato nella struttura e perché le competenze vengano affidate, come avviene in altre regioni, a società in house che si occupino di promozione turistica».  Un’altra situazione che preoccupa è quella dell’Ente Foreste. «Si tratta della struttura più pesante della Regione, con quasi 7.000 dipendenti,  che oggi opera in una situazione di emergenza – ha detto Daniele Cocco – con una direzione generale ancora vacante. La campagna antincendi è in ritardo e il personale lamenta violazioni contrattuali. La situazione è ormai insostenibile occorre che la Giunta intervenga al più presto». Non meno grave la vicenda dell’#Arst, azienda di trasporti sulla quale Sel ha presentato in Consiglio un’interrogazione. Il gruppo ha segnalato una situazione che mette a rischio il diritto alla mobilità dei sardi e le storture di una gestione schizofrenica: da una parte pensa ai tagli e dall’altra procede a un cambio di sede che ha provocato un aggravio dei costi di bilancio.

Eugenio Lai, consigliere e vicepresidente del Consiglio, ha segnalato l’iniziativa del gruppo sulle energie rinnovabili («Basta con le speculazioni e i danni ambientali. Serve un piano energetico che restituisca ai sardi il diritto di decidere sugli interventi da realizzare e consenta loro di beneficiare, in termini di riduzioni tariffarie, dello sfruttamento delle risorse») e la proposta di stabilizzazione per i 12 precari dell’Arpas e dei lavoratori Cesil e Csl.

In materia ambientale, invece, la mozione per la difesa della biodiversità sarda. «Oggi assistiamo ad un assalto delle multinazionali che tentano di impadronirsi del nostro genetico vegetale. Il pericolo – ha detto Luca Pizzuto – è che i semi tradizionali usati in agricoltura ci vengano scippati per poi essere brevettati. Per scongiurare questo rischio, Sel chiede l’istituzione di un registro delle biodiversità e il divieto di fornire alle multinazionali le semenze da brevettare».

Ultimo accenno, infine, alla vicenda #San Raffaele. «Il nostro via libera al progetto della #Qatar Foundation – ha sottolineato Pizzuto – è la garanzia che la sanità  pubblica non sarà minata. La delibera della Giunta punta all’integrazione del sistema sanitario regionale e a un potenziamento dei servizi nella Gallura, territorio fortemente penalizzato in passato». Azione della Giunta soddisfacente anche per il capogruppo Cocco: «Ci fidiamo di Pigliaru. Il progetto del San Raffaele darà risposte importanti in campo sanitario e occupazionale con l’assunzione di operatori sardi». 

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Domani, martedì 1 luglio, alle ore 15 e 30 la commissione regionale “Sanità”, presieduta da Raimondo Perra, sente in audizione il presidente della Regione e l’assessore della Sanità sull’approvazione preliminare delle “Disposizioni in materia di organizzazione della rete ospedaliera. Avvio procedure per l’attivazione dell’ospedale e del polo di ricerca nell’area territoriale della Gallura”.   

La commissione “Lavoro”, presieduta da Gavino Manca, è convocata alle ore 10 e 30 di mercoledì 2 luglio. All’ordine del giorno l’audizione dell’assessore regionale del Lavoro in materia di formazione professionale e di lavori socialmente utili. Sarà sentito anche il Corecom sull’attività svolta dal Comitato.

La commissione “Bilancio”, presieduta da Franco Sabatini, è convocata alle ore 10.00 di mercoledì 2 luglio.  All’ordine del giorno le audizioni sulla Strategia regionale per la programmazione unitaria 2014 -2020. Seguirà l’esame del documento 1/XV  “Programmazione unitaria 2014-2020. Aggiornamento e definizione della strategia regionale”. I lavori proseguiranno anche nel pomeriggio e nei giorni successivi.

La commissione “Autonomia”, presieduta da Francesco Agus, è convocata alle ore 16.00 di mercoledì 2 luglio. La seduta sarà dedicata alla Questione Riforme e alla predisposizione della documentazione per la commissione parlamentare d’inchiesta sugli attentati agli amministratori locali.

La Quarta commissione, presieduta da Antonio Solinas, è convocata giovedì 3 luglio alle ore 10.00. All’ordine del giorno l’esame del DL n. 39 “Istituzione del parco naturale regionale di Tepilora” e il DL 38 “Istituzione del parco naturale regionale di Gutturu Mannu”. I lavori proseguiranno alle 16 con l’audizione dei sindaci del parco di Gutturu Mannu.

Sempre giovedì alle ore 10 è convocata la commissione “Attività produttive”, presieduta da Luigi Lotto. All’esame dei commissari  il Dl 62 procedure a bando e a sportello 2009  per il settore dell’artigianato sardo, la Pl 67 abrogazione di leggi regionali in materia di agricoltura e il Testo unificato in materia di agricoltura e di sviluppo rurale. I lavori proseguiranno anche nel pomeriggio.

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Il Consiglio regionale ha respinto (consiglieri presenti 40, votanti 39, favorevoli 19, contrari 20), la mozione n. 45 presentata dal consigliere regionale Alessandra Zedda (Forza Italia), sul #Teatro lirico di Cagliari.

«L’iniziativa – ha detto Alessandra Zedda in apertura del suo intervento – nasce da una volontà propositiva e ha come obiettivo la valorizzazione e la promozione del Teatro ». Zedda ha proseguito ricordando che la Regione, unitamente al comune di Cagliari e al ministero dei beni Culturali, è socio della Fondazione Teatro Lirico che ha come obiettivo la promozione ai massimi livelli della cultura musicale.

«La Regione – ha spiegato Alessandra Zedda – ha sempre rispettato gli impegni erogando i finanziamenti alla Fondazione, altrettanto non si può dire per il Comune di Cagliari». Il consigliere di Forza Italia ha ricordato che l’amministrazione del capoluogo non ha ancora trasferito al Teatro il contributo obbligatorio del 2013 e l’acconto del 2014 nonostante abbia già approvato il bilancio di previsione. «In assenza di contributi – ha proseguito Alessandra Zedda – la Fondazione potrebbe essere costretta a chiedere un’anticipazione bancaria che potrebbe delineare un danno erariale». Alessandra Zedda ha poi rimarcato l’importanza del Teatro Lirico anche dal punto di vista occupazionale («in questa struttura lavorano centinaia di persone per le produzioni e gli allestimenti degli spettacoli, un’industria soft che deve essere valorizzata») e le polemiche relative al contratto di direttore artistico sottoscritto dal Cda della Fondazione con il nuovo sovrintendente Mauro Meli. «Le polemiche sollevate dal sindaco di Cagliari sono di natura ideologica e non tengono conto dei risultati raggiunti – ha detto Zedda – l’accordo è perfettamente in linea con le nuove disposizioni varate dal governo per i compensi dei manager pubblici e i numeri dicono che gli abbonamenti per la stagione in corso sono cresciuti del 38%».

Al termine del suo intervento, Zedda ha chiesto alla Giunta di riferire in Aula sulla situazione dell’Ente Lirico, di dare corso all’attuazione del Por Sardegna che a seguito della sentenza del Tar mette a disposizione del Teatro 2 milioni e 350mila euro e di completare l’erogazione del finanziamento destinato al risanamento dei debiti pregressi del Teatro, circa 4 milioni di euro.

Il consigliere della minoranza Edoardo Tocco ha ricordato il ruolo e la tradizione del Teatro Lirico di Cagliari ma ha dichiarato che è ancora più importante sottolineare le carenze. Da qui l’invito all’amministrazione regionale ad assicurare una strategia efficace per l’aspetto artistico e, soprattutto, per gli aspetti gestionali, «perché – ha dichiarato Tocco – il teatro è anche un’azienda». L’esponente di Fi del gruppo “Sardegna” ha poi polemicamente invitato l’assessore alla Cultura a verificare le recenti assunzioni al Teatro Lirico e ha ricordato la «cattiva immagine» procurata con il “caso” Crivellenti. Edoardo Tocco ha concluso con l’invito all’assessore Firino perché presti attenzione al Teatro di Cagliari e a tutti i teatri della Sardegna, ad incominciare dal Verdi di Sassari e dal teatro di Paulilatino.

Il consigliere del gruppo Sel, Francesco Agus, ha puntualizzato i recenti fatti accaduti al Teatro Lirico. In particolare ha indicato le date della nomina del sovrintendente Meli e gli importi devoluti per gli incarichi. Agus ha affermato che a Mauro Meli è stato riconosciuto un compenso di 120 mila euro\anno per ricoprire l’incarico di sovrintendente. Successivamente, nel mese di marzo, ha proseguito Agus, il sovrintendente ha avuto l’incarico dal Cda di direttore artistico con un compenso aggiuntivo di 60mila euro. «Il tutto – ha dichiarato Agus – con la contrarietà del presidente della Fondazione e nonostante fosse stata stipulato un contratto di consulenza con un altro soggetto per svolgere le medesime mansioni». L’esponente della maggioranza ha poi evidenziato come soltanto il 20 giugno scorso, il sovrintendete abbia firmato il contratto, con l’aggiunta dell’incarico da direttore artistico. Francesco Agus ha dunque sottolineato il generale scenario che caratterizza le attività artistiche e dello spettacolo e ha ricordato come i soli tagli statali alle fondazioni lirico sinfoniche sia stato di circa 10 milioni di euro. Agus è poi ritornato sui compensi del sovrintendente e ha affermato che «il dottor Meli percepisce un compenso di 111mila euro l’anno che significano – così ha dichiarato il consigliere di Sel – diecimila euro l’anno in più, rispetto ai compensi riservati al presidente della Regione Sardegna». Francesco Agus ha concluso ricordando che tutto il personale del Lirico ha avuto riduzioni negli stipendi e ha affermato che nei tre anni in cui al Teatro Lirico il sovrintendente era Crivellenti, i bilanci sono stati chiusi con un attivo.

Il consigliere del gruppo “Sardegna”, Paolo Truzzu, ha replicato al consigliere Agus ed ha ricordato che il tema all’ordine del giorno non è il sovrintendente del Lirico ma la situazione complessiva del Teatro di Cagliari. Il Lirico – a giudizio di Truzzu – rappresenta l’esempio di ciò che la politica non deve fare, cioè partecipare alle fasi gestionali della fondazione. «Le responsabilità di quanto accade al teatro – ha dichiarato l’esponente della minoranza – è chiara ed è in capo a chi tre anni fa ha scelto un sovrintendente al di fuori delle norme e delle logiche ma che continua a generare conflitti con il sovrintendente e il Cda dell’Ente, nonostante la sua linea sia stata sconfitta». A giudizio di Paolo Truzzu i litigi tra le istituzioni individuino chi certamente sarà sconfitto: i cittadini e gli operatori culturali e dello spettacolo. Il consigliere del gruppo “Sardegna” ha concluso con l’invito all’assessore Claudia Firino «perché esca dalle logiche di parte e affronti la situazione e il dibattito con il ruolo che gli compete in qualità di assessore regionale della Sardegna».

E’ quindi intervenuto il consigliere dei Rossomori Paolo Zedda che dopo aver ricordato le ultime vicende del Teatro Lirico ha sottolineato l’importanza della legge n. 112 del 2013 che ha come finalità il riordino e il risanamento finanziario delle Fondazioni lirico-sinfoniche. «La questione vera – ha sostenuto Zedda – è la spesa  fuori controllo. L’indirizzo del sindaco di Cagliari va nella giusta direzione: riportare dentro i binari la spendita di risorse pubbliche». L’esponente dei Rossomori ha poi parlato dell’attuale gestione del Teatro affidata al Sovraintendente Mauro Meli. «Occorre verificare come si stanno spendendo le risorse e se gli impegni finanziari in linea con le previsioni di bilancio». Zedda ha poi ricordato all’Aula che il prossimo 30 giugno scadranno i termini per la riscrittura dello Statuto della Fondazione. «La Regione – ha concluso – ha il dovere di verificare che i tempi vengano rispettati».
Da Paolo Zedda, infine, un auspicio: «Il teatro deve essere più aperto e puntare non solo agli spettacoli di musica lirica e sinfonica ma aprirsi anche al jazz, alla pop music e alla musica etnica».

Il consigliere Piero Comandini (Pd) ha detto di aver notato nel dibattito la presenza «di ottimi suonatori ma anche di qualche pifferaio e, non sempre, di buona musica». Al di là delle cronache di questi mesi, Comandini ha invitato l’Aula a riflettere «su quello che è successo negli ultimi vent’anni in Italia, dove molte fondazioni avrebbero chiuso se non fosse intervenuto il governo nel 2013». I valori culturali espressi dalle fondazioni sono stati giustamente considerati più importanti dei buchi di bilancio ma in cambio, ha sottolineato il consigliere del Pd, «è stato tracciato un nuovo quadro di regole: gestione aziendale e manageriale, conti in ordine». Il problema non è nel nostro cortile di casa, ha aggiunto, «dato che, come prevede il  decreto valore cultura, il nuovo sovrintendente sarà nominato dal ministero così come il presidente del collegio dei revisori dei conti che sarà un magistrato della Corte dei conti, mentre entro il 2016 le fondazioni dovranno arrivare all’equilibrio strutturale di bilancio, altrimenti c’è il rischio di chiusura». «Un quadro – ha concluso Piero Comandini – che impone a tutti di guardare al futuro».

L’assessore della Cultura Claudia Firino, esprimendo il parere della Giunta, si è soffermata, dettagliatamente, sul quadro che regola l’attività delle fondazioni e sulle sue trasformazioni. «Fra l’altro – ha osservato – occorre approvare il nuovo statuto dell’ente, come hanno sollecitato i rappresentanti della stessa Regione, anche perchè  a novembre scadrà il mandato del consiglio di amministrazione». Per quanto riguarda i finanziamenti, l’assessore ha affermato che «nel 2014 si è operato con continuità liquidando complessivamente circa 4 milioni più della prima rata del prestito straordinario pari a circa 4 milioni, mentre la seconda non è stata erogata a causa dei vincoli patto stabilità». «L’intervento finanziario della Regione – ha detto inoltre l’assessore Firino – è stato possibile solo a fronte della presentazione di un piano di risanamento presentato ad agosto  in cui la fondazione si impegnava a ridurre le spese di gestione, operando attraverso una nuova progettualità per intercettare fondi Ue». «Alcune parti del piano sono state realizzate, altre ancora no – ha concluso l’assessore – ma la Giunta è intenzionata a esercitare fino in fondo il suo ruolo di controllo ed indirizzo».

Il consigliere Alessandra Zedda (FI) ha dichiarato che «fermarsi ad una rassegna della normativa vigente non risolve i problemi sollevati dalla mozione, a cominciare dal comportamento del sindaco di Cagliari che per noi resta censurabile». Nessuno vuole mettere in dubbio che fondazioni debbano essere gestite col massimo dell’efficienza e con la capacità di competere sul mercato, ha continuato Zedda, «ma i soci, regione Sardegna e comune di Cagliari, devono fare la loro parte». Dopo aver sollecitato chiarezza sull’utilizzo dei fondi europei, il vice capogruppo di FI ha auspicato il potenziamento dei progetti di rilancio che tutti, a cominciare dalle istituzioni, devono perseguire.

La mozione, come riportato in apertura, è stata respinta con 19 voti favorevoli e 20 contrari sui 39 consiglieri votanti (40 i presenti).

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Il vice presidente del Consiglio regionale Eugenio Lai (Sel), e i consiglieri Efisio Arbau (Sardegna Vera), Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco e Francesco Agus (Sel), hanno presentato una proposta di legge per stabilizzare il personale precario dell’#Arpas. La proposta prevede la stabilizzazione, presso l’#Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, di personale qualificato, già assunto con contratto a tempo determinato a seguito di procedura ad evidenza pubblica e più volte rinnovato.

«In un ambito particolarmente sensibile – è scritto nel testo di legge – quale è quello della protezione dell’ambiente, la proposta intende dare una risposta all’esigenza di assicurare con continuità lo svolgimento di rilevanti e indispensabili compiti istituzionali dell’Agenzia che hanno, tra gli altri, diretti riflessi sulla salute dei cittadini. Attraverso lo stabile inquadramento di figure professionali qualificate che fino ad ora hanno prestato il loro servizio con successivi rinnovi contrattuali, si eviterebbe, dunque, l’interruzione di fondamentali servizi resi alla collettività e si valorizzerebbero le professionalità sviluppate presso l’Agenzia.»

«La procedura di stabilizzazione – è scritto nel testo – nel rispetto dei vincoli sulle assunzioni e sulla spesa attualmente vigenti, si dovrà in particolare attenere a quanto disposto a livello statale dalla legge di stabilità per il 2014, la quale prevede una serie di requisiti che evitano all’Amministrazione il rischio di assumere personale in eccedenza rispetto alle effettive esigenze istituzionali.»

La proposta di legge prevede una dotazione finanziaria di 200mila euro per il 2014 e di 395mila euro per gli anni successivi. Fondi che dovrebbero essere aggiunti al bilancio dell’Arpas e tolti al capitolo di spesa del bilancio regionale relativo “Promozione e propaganda turistica”.

Francesco Agus

La commissione “Autonomia” ha esaminato i temi legati a riforme istituzionali, riorganizzazione della macchina amministrativa regionale e riordino degli enti locali nel corso di una serie di audizioni svoltesi questa mattina.

Il parlamentino, presieduto da Francesco Agus, ha sentito i rappresentanti di Cgil, Uil e Ugl (assente la delegazione della Cisl che sarà sentita in una delle prossime sedute).

Il segretario generale della Cgil Michele Carrus, apprezzando la decisione della Commissione di procedere “di pari passo” nella discussione per la riscrittura dello Statuto e per la definizione della legge statutaria, ha espresso l’auspicio che si arrivi presto ad una proposta organica di riforma. Secondo Carrus, «sussistono oggi ragioni importanti per rafforzare l’autonomia e la specialità, prima fra tutte la condizione di insularità della Sardegna da cui discende la specificità culturale e identitaria della nostra terra». Queste peculiarità devono essere però sfruttate per ottenere la maggiore integrazione possibile con la comunità nazionale ed europea. «L’insularità – ha detto Carrus – rappresenta uno svantaggio oggettivo che può essere superato attraverso un nuovo patto con lo Stato e un nuovo rapporto con l’Unione Europea». A questo proposito, il segretario della Cgil ha ricordato gli strumenti individuati dall’art 13 dello Statuto (Piano di Rinascita) e dall’art 119 della Costituzione (misure di solidarietà per le aree più deboli del territorio della Repubblica) senza dimenticare gli interventi di sostegno alle regioni insulari previsti dal Trattato di Amsterdam. Sul metodo con cui procedere alla revisione della Carta Costituzionale della Sardegna, il segretario della Cgil ha sottolineato la necessità di un coinvolgimento il più ampio possibile di tutta la comunità sarda. «La discussione – ha detto – deve uscire dai palazzi, occorre dare voce a tutti». 

Sulla riforma della Regione, Carrus ha evidenziato l’urgenza di rivedere le competenze di Giunta e assessorati. «Il presidente della Regione viene eletto direttamente dal popolo, deve essere resa più esplicita la sua responsabilità complessiva nell’azione di governo». Il numero uno del sindacato ha poi sottolineato la necessità di una riduzione degli assessorati e di una redistribuzione delle loro competenze per garantire più efficienza e qualità. «Da evitare – secondo Carrus – le logiche accentratrici. Le attività di gestione devono essere il più possibile vicine ai cittadini. In capo alla Regione deve restare il potere di indirizzo politico e di programmazione, il resto deve essere affidato ai comuni».  

Il segretario ha poi parlato di riordino degli enti locali segnalando l’urgenza di procedere ad una definizione delle funzioni di “area vasta” dopo l’abolizione delle province. «In via transitoria – ha detto Carrus – la Regione può utilizzare la sua potestà ordinamentale per ridefinire le circoscrizioni. Improponibili le delimitazioni delle vecchie province. Importante coinvolgere le comunità per evitare scelte calate dall’alto». Sulla natura dei nuovi soggetti che dovranno svolgere le funzioni di “area vasta”, Carrus ha manifestato una netta preferenza per  istituzioni di secondo livello, espressione delle comunità locali.

Parere favorevole, infine, sull’istituzione dell’Area Metropolitana di Cagliari. «Nelle aree metropolitane – ha detto Carrus – si produce il 40% del Pil nazionale. Sono uno strumento utile ma necessitano di adeguati strumenti di governo. Impensabile far coincidere l’Area con il territorio dell’ex provincia».

Francesca Ticca, segretario generale della Uil, in apertura del suo intervento, ha ricordato l’azione portata avanti dal sindacato negli anni scorsi per arrivare alla riscrittura dello Statuto. «Apprezzo – ha detto – l’impostazione della Commissione: discutere di contenuti prima che di metodo rende il percorso più agevole, in passato il dibattito sì è arenato sull’Assemblea Costituente. Nuovo Statuto e legge statutaria sono indispensabili per rivendicare la nostra specificità». Anche per la Uil, la condizione di insularità della Sardegna rappresenta l’elemento più forte per riaffermare le ragioni dell’autonomia e della specialità.

Necessaria, secondo Ticca, anche una ridefinizione delle potestà e delle competenze della Regione. «Negli ultimi anni il Consiglio ha discusso leggi finanziarie ingessate, con oltre la metà delle risorse destinate alla sanità. Bisogna cominciare a parlare di sviluppo e di crescita. Questo si può fare solo rafforzando lo Statuto.» 

Il segretario della Uil ha poi parlato della riorganizzazione della macchina amministrativa invocando più velocità e flessibilità per dare servizi efficienti ai cittadini. Sugli enti locali, ha invece condiviso la necessità di «un riordino delle competenze perché esistono troppi livelli istituzionali, ma la riforma non deve mortificare persone e territori». Ticca ha segnalato il rischio che il Centro Sardegna venga escluso da processi di riforma più attenti ai tagli e ai risparmi che alla valorizzazione delle risorse umane. «Da questo punto di vista – ha concluso Ticca – l’istituzione dell’Area Metropolitana di Cagliari rappresenta una grande opportunità, ma può, se mal governata, accelerare il calo demografico delle zone interne».

Giampaolo Spanu (FPL – Uil) ha incentrato il suo intervento sulle questioni relative al personale e all’organizzazione amministrativa. «L’abolizione delle province pone un problema per i dipendenti. Occorre fare chiarezza e rassicurare il personale sul proprio futuro lavorativo – ha detto – altrimenti si alimentano allarmismi e speculazioni». Spanu ha poi parlato della questione degli oltre 300 precari della Regione («una situazione determinata da una scelta disastrosa fatta nella legislatura 2004-2009 che sta creando grossi problemi all’amministrazione») e della necessità di rivedere profondamente l’organizzazione degli assessorati, a partire dalle direzioni generali.

Breve, infine, l’intervento di Eugenio Ramo del direttivo regionale dell’UGL incentrato sul riordino degli enti locali e la riorganizzazione della macchina amministrativa regionale. Il rappresentante del sindacato ha chiesto «una mappatura delle strutture e una valutazione di eventuali carenze di organico. Il ricorso a fusioni o accorpamenti di agenzie, enti, società regionali e dei relativi apparati può dare risposte alle richieste dei lavoratori che attendono da anni la stabilizzazione». Necessario, secondo l’Ugl, trovare una soluzione in tempi rapidi anche alle richieste di mobilità. «Serve una ricognizione a tutto campo con l’individuazione delle risorse umane necessarie che dia la possibilità ai lavoratori di presentare le proprie candidature. Tra questi ci sono i 386 dipendenti ex ESAF – ha concluso Ramo – solo il 50% delle maestranze è rientrato nei ruoli regionali.»