27 April, 2024
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Fonte dell'acqua di Giba 2 Fonte dell'acqua di Giba 1

La Giunta comunale di Carbonia, nella seduta del 29 dicembre 2014, ha definito le linee di indirizzo per l’installazione di distributori automatici di acqua potabile naturale e gassata, opportunamente microfiltrata, trattata e refrigerata, denominati “Case dell’Acqua”.

Il servizio di gestione dei distributori automatici dovrà essere affidato mediante una concessione e il concessionario dovrà farsi carico di tutte le spese di installazione e gestione. Il prezzo di vendita dell’acqua, liscia o gasata, non dovrà essere superiore ai 6 centesimi al litro.

In linea di massima, ma non esclusiva, gli impianti dovranno essere installati:

– nell’area area compresa tra il Mercato Civico e Piazza Enrico Berlinguer;

– nelle vicinanze di Piazza I Maggio;

– nell’area compresa tra via Santa Caterina e via Dante Alighieri;

– a Cortoghiana nell’area compresa tra via Amedeo di Savoia e Piazza Venezia;

-a Bacu Abis nell’area compresa tra la sede dell’ex Circoscrizione e Piazza Santa Barbara.

«L’attivazione delle “Case dell’Acqua” – spiega l’assessore dei Lavori pubblici, Franco Manca – è finalizzata a favorire la riduzione dell’impatto ambientale, contribuendo alla riduzione della produzione di bottiglie in plastica e del conseguente inquinamento generato dalle attività di produzione e di trasporto, di ritiro delle bottiglie utilizzate e trasporto a centri di trattamento per il riciclaggio. I distributori consentiranno, inoltre, di valorizzare l’acqua di rete e un notevole risparmio in termini economici per la cittadinanza, considerando soprattutto la difficile situazione economica attuale e si caratterizzano anche come spazi di aggregazione sociale.»

Nelle fotografie allegate, l’inaugurazione della fonte dell’acqua di Giba, risalente all’agosto 2011.

L’Amministrazione comunale di Iglesias comunica che, in conformità al regolamento comunale approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 26 del 17/06/2014, i titolari degli esercizi pubblici che intendono richiedere l’autorizzazione all’occupazione temporanea di suolo pubblico per spazi di ristoro all’aperto (dehors) possono presentare debita istanza entro il 20 gennaio 2015.

A tal fine è disponibile un modello di domanda specifico, reperibile nel sito ufficiale internet del Comune di Iglesias al seguente indirizzo: http://www.comune.iglesias.ca.it (Servizi On Line > Modulistica -Modulistica sportello unico per le attività produttive > SUAP).

Centro Direzionale Iglesias 10

Ignazio Locci 7 copia

«E’ giusto e doveroso garantire un sostegno all’informazione sarda, alle prese con una crisi che ha colpito violentemente il settore. Ma ancora più giusto è estendere l’opportunità di contributo alle piccole emittenti locali e al mondo del web, che con la legge oggi al vaglio del Consiglio regionale (Norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda), risultano tagliati fuori, in quanto non idonei all’accesso del beneficio.»

Lo ha dichiarato oggi Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Le suddette norme, infatti, individuano tra i requisiti – sottolinea Locci – quello di avere una copertura di segnale non inferiore al 60 per cento del territorio regionale e al 60 per cento della popolazione. Tale requisito lascia fuori le aziende di piccole dimensioni, nonostante assolvano al ruolo di strumento informativo al pari delle emittenti con coperture di segnale ben più importante. Non permettere loro di accedere ai contributi, con gli inserzionisti pubblicitari che scarseggiano e i fondi ministeriali ridotti all’osso, significa assestare un duro colpo ad aziende che proprio su quei fondi avevano fino a oggi contato.»

«E se scopo della legge (già approvata dalla commissione competente) è garantire la pluralità dell’informazione, allora escludere alcune società isolane, in quanto di piccole dimensioni, significa andare in direzione contraria. Quanto al mondo del web, sarebbe opportuno individuare requisiti (esempio: chi assicura un certo numero di buste paga) per garantire l’accesso alle agevolazioni a quelle piattaforme web che offrono, nei modi e nelle forme da stabilire, la pluralità dell’informazione. Del resto siamo di fronte a un fenomeno, quello della diffusione online della notizia, in continua espansione. Sempre più utenti, di tutte le età, si rivolgono al web a caccia dell’informazione. Un web che potrebbe sicuramente contribuire alla “produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda”. Ecco perché la legge è da considerarsi perfettibile. E auspico – conclude Ignazio Locci – che in sede di discussione consiliare possa essere modificata cercando di garantire in Sardegna, il più possibile, la pluralità dell’informazione.»

Saras di notte copia

«Anche in materia di zona franca e di entrate, Sardegna Vera sceglie la strada della concretezza e indica un percorso in grado di produrre risultati reali: inserire la Saras nella perimetrazione del punto franco di Cagliari, già istituito dalla legge 75 del ’98, consentirebbe alla Regione di incassare circa 1 miliardo di nuove entrate.»

Lo ha dichiarato in una conferenza stampa il capogruppo di Sardegna Vera Efisio Arbau, secondo il quale «con un accordo fra Regione e Saras, una delle più grandi aziende della Sardegna che produce da sola circa un terzo del Pil regionale, è possibile portare 1 miliardo di risorse fresche nelle casse regionali, superando i rilievi della Corte Costituzionale in materia di accise, esigibili dalla Regioni (come ha stabilito la Corte in due sentenze nei confronti del Friuli e della Sicilia) non per il fatto che siano relative a produzioni realizzate sul territorio ma legate a prodotti effettivamente commercializzati a partire dal territorio regionale».

Proprio per attivare questo meccanismo, ha proseguito Arbau, «l’accordo fra Regione Sarda e Saras dovrebbe prevedere anche il trasferimento dei depositi costieri dell’azienda petrolifera in Sardegna, presso siti portuali attrezzati, potrebbero essere Oristano, Porto Torres ed Arbatax) in grado di garantire collegamenti efficienti con i mercati nazionali ed internazionali».

Cosa fare con le risorse aggiuntive? «Intanto adoperiamoci per ottenerle – ha concluso il capogruppo di Sardegna Vera – noi, comunque, abbiamo le nostre proposte: ridurre la pressione fiscale per le piccole e medie imprese e predisporre interventi di riequilibrio a favore della zone interne, sempre finalizzati a sostenere le realtà produttive.»

Per il consigliere di Sardegna Vera Raimondo Perra, la proposta del gruppo, al di là della propaganda del centro-destra che spesso ha caratterizzato il dibattito sulla Zona franca, farebbe della Sardegna una sorta di «Zona franca del lavoro, dove le imprese potrebbero contare su un autentico taglio del costo del lavoro, capace di farle crescere e di intercettare positivamente la sia pur debole ripresa economica che sembra manifestarsi a livello nazionale».

A giudizio di Gaetano Ledda, anch’egli componente del gruppo di Sardegna Vera, «la pressione fiscale sulle imprese è ormai arrivata ad un livello intollerabile; servono soluzioni nuove e quella che proponiamo, fra gli altri, ha anche il pregio di poter essere realizzata in tempi rapidi».

Secondo Modesto Fenu, consigliere regionale del Movimento Sardegna Zona Franca, «si aprono nuovi spiragli di confronto nel panorama politico regionale in merito all’istituzione della zona franca nell’Isola».

«Ovviamente – rimarca Fenu – attendiamo di conoscere il progetto con le tappe per dare vita allo strumento che aprirebbe nuovi orizzonti economici per la Sardegna. Prendiamo atto, comunque, che segmenti sempre più vasti del centrosinistra valutano di dare concreta attuazione alla zona franca. Un passo in avanti di grande rilievo, considerata la bocciatura della mozione risalente ad alcuni mesi fa». Ora la situazione è diversa, però. E i giochi si riaprono. «E’ indicativo il fatto che la posizione venga assunta dalla galassia autonomista presente nella maggioranza – aggiunge Fenu -. Questo segnala la grande determinazione  portata avanti dalle forze identitarie e nazionalitarie per arrivare all’affermazione di una delle battaglie storiche per la Sardegna. Ora la Giunta non può restare insensibile su un tema che potrebbe consentire di ridare speranze all’Isola, con parecchie aziende che attendono le agevolazioni finanziarie ed economiche derivanti dalla Zona franca».

Copagri dice no al Cannonau veneto spacciato per sardo, in generale alle truffe ai danni dei prodotti isolani, e si prepara a dare battaglia. La questione ha tenuto banco per le feste natalizie quando sono state messe in commercio bottiglie di “Cannonau di Sardegna DOC” prodotte dalla Cantina di Cazzano di Tramigna in Veneto, con l’etichetta che, al posto della nostra Isola, riportava l’immagine della Sicilia.

«A parte l’evidenziazione della Regione Sicilia nell’etichetta, che si commenta da sola, tutto fa supporre che si tratti di una vera e propria truffa – dichiara Ignazio Cirronis, presidente  regionale di Copagri Sardegna – che va perseguita a norma di legge. Il disciplinare di produzione del Cannonau di Sardegna DOC prevede che le uve siano prodotte in Sardegna e solamente nella nostra Isola. Va precisato inoltre che, con la modifica del disciplinare approvata nel  2011, si è stabilito che anche l’imbottigliamento del cannonau debba avvenire all’interno della Sardegna».

Inoltre, «a suo tempo – rileva Pietro Tandeddu, coordinatore regionale di Copagri – su proposta dell’allora assessore dell’Agricoltura Francesco Foddis, il ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro emanò uno specifico decreto (dell’11 dicembre 2007 e tuttora vigente), dove si prevede che l’utilizzo del vitigno cannonau e sinonimo cannonao sia riservato all’esclusiva designazione e presentazione dei vini DOC e DOCG della  Regione Sardegna».

Copagri Sardegna non si ferma qui. L’associazione agricola ha denunciato questa (che sembra un’autentica truffa) alla direzione regionale dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari affinché questa provveda ad effettuare gli opportuni accertamenti e prenda le conseguenti decisioni.

L’assessorato all’Istruzione e Formazione del comune di Carbonia informa che, presso l’Albo pretorio comunale, l’Ufficio Pubblica Istruzione in via Mazzini 68, le sedi delle ex Circoscrizioni di Bacu Abis e Cortoghiana e sul sito Internet www.comune.carbonia.ci.it.

Eventuali ricorsi o osservazioni possono essere presentati entro e non oltre il 17 gennaio 2015.

Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Pubblica Istruzione, in via Mazzini 68. Tel. 0781 663858.

L’assessorato regionale dell’Industria ha pubblicato l’elenco dei consorzi fidi operanti nel settore industria ammessi ai contributi per l’integrazione del fondo rischi per l’anno 2014.

Le risorse finanziarie disponibili per l’intervento ammontano complessivamente a 2milioni di euro e sono state così ripartite:

– al consorzio fidi Sardafidi S.c.p.a. euro 1.145.136,21;
– al consorzio fidi Confidi Sardegna S.c.p.a. euro 854.863,79.

L’Unione Europea promuove la Giunta Pigliaru che, con una corsa contro il tempo, è riuscita a recuperare 180 milioni di euro di fondi europei FESR da spendere obbligatoriamente nel 2014 a causa dei ritardi accumulati nella precedente legislatura, cifra che rischiava di andare perduta, e destinata soprattutto a interventi per ricerca e innovazione (in imprese e Università) e opere pubbliche nei Comuni (riqualificazione urbana ed efficientamento energetico). La rendicontazione complessiva all’interno della programmazione 2007-2013 del fondo FESR si chiude così a fine 2014 con una spesa totale di 963 milioni. Per il 2015 restano da spendere ancora 397 milioni di euro.
«È un risultato importantissimo e non affatto scontato, dovuto a un lavoro costante e alla grande collaborazione fra tutte le strutture della Regione con il coordinamento dell’Autorità di gestione del programma, Gianluca Cadeddu. Si tratta della cifra più alta in un singolo anno mai raggiunta nella spesa dei fondi europei al netto delle operazioni di ingegneria finanziaria – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci – In aggiunta, grazie ad una continua interlocuzione con gli uffici di Bruxelles siamo riusciti a sbloccare le procedure di pagamento dei fondi che l’Unione europea aveva bloccato dal 2013 e così entro i primi tre mesi dell’anno arriveranno dall’Europa in Sardegna ben 318 milioni di euro – 285 milioni di fondi Fesr compresi gli arretrati 2013 e 33 di fondi Fsesoldi che utilizzeremo per pagare i residui passivi, cioè debiti e impegni di spesa dell’amministrazione regionale con enti locali, imprese, associazioni e cittadini».
La dotazione finanziaria dell’intero programma è pari a 1.361.343.530 euro: al 31 dicembre 2014 la Sardegna ha speso 963.985.436 euro (erano 784.838.891 il 31 dicembre 2013, a cui vanno appunto aggiunti i 179.146.545 spesi quest’anno). Per centrare l’obiettivo di utilizzare tutta la dotazione finanziaria dell’intero programma e recuperare così il ritardo accumulato negli anni passati, nel 2015 si dovranno spendere ancora 397.358.093 euro. Impresa non facile, sottolinea il vicepresidente della Regione. «C’è sicuramente molta strada da fare perciò stiamo mettendo in campo ogni strumento possibile per riuscire nell’impresa, che non è affatto semplice – assicura Paci – Ci saranno convenzioni con società esterne per agevolare il controllo dei pagamenti itineranti nei Comuni, procedure straordinarie come il bando multifunzione e un rigoroso monitoraggio mensile dell’organizzazione regionale interna per tenerne sotto controllo l’attività cercando di limitare al massimo i ritardi».
Fra i progetti più importanti e strategici all’interno del programma ci sono: robot chirurgici multidisciplinari per gli ospedali della Sardegna, tessera e fascicolo sanitario elettronico, laboratori altamente specializzati per il superamento del divario digitale nelle Università di Cagliari e Sassari, progetti per la scuola digitale, centri di aggregazione sociale in vari comuni della Sardegna. Molti i progetti in campo energetico: impianti fotovoltaici per le imprese, impianti solari integrati per gli ospedali, sostituzione di impianti di illuminazione pubblica in quasi tutti i comuni della Sardegna. E ancora: messa in sicurezza delle zone costiere, aggiornamento e completamento del SIRA (Sistema informativo regionale ambientale), bonifica dall’amianto, ecocentri, interventi migliorativi e di valorizzazione dei musei (percorsi multimediali, ammodernamento tecnologico), riqualificazione urbana nei centri storici, infrastrutture stradali, Metro di Cagliari, piste ciclabili, aiuti per start up innovative.
Quella sui fondi europei è, per l’assessore Paci, una battaglia che la Sardegna non può permettersi di perdere. Tanto importante da aver, per la prima volta, utilizzato la programmazione integrata (fondi europei 2014-2020, nazionali e regionali) nella manovra finanziaria per il 2015, con la precisa indicazione di spendere prima di tutto i fondi europei e solo dopo, dimostrato che non è possibile utilizzarli, passare a quelli nazionali e regionali. «Dobbiamo rafforzare la nostra capacità istituzionale anche in vista delle nuove sfide, a cominciare proprio dalla spesa dei fondi ancora ingenti della vecchia programmazione, ereditati con forti ritardi. E poi, appena approvata la finanziaria che segna una svolta nell’approccio con i fondi europei, dobbiamo subito iniziare a spendere le nuove risorse fortemente integrate con le risorse regionali nell’ottica della programmazione unitaria. L’ho già detto e lo ribadisco – conclude l’assessore del Bilancio – perdere soldi in un momento di crisi devastante come questo sarebbe inaccettabile.»
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Palazzo della Regione 1 copia
La media assenze mensile per dipendente della struttura amministrativa della Regione è allineata con il dato nazionale delle altre Regioni e Province Autonome, ovvero meno di un giorno per lavoratore. Si passa da 0,812 giorni al mese per dipendente nel 2013 a 0,811 giorni al mese nel 2014, registrando una diminuzione tra le due annualità di 289 giorni complessivi. Il totale delle assenze per malattia retribuite e non retribuite nel 2013, infatti, era pari a 25624, nell’anno appena trascorso invece si è attestato a 25335. A livello nazionale, secondo i dati forniti dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio, il numero medio di giorni di assenza per malattia per dipendente nelle Regioni e Province Autonome, a gennaio 2013 era pari a 0,946, a gennaio 2014 a 0,878.

«Il nostro obiettivo è quello di raccogliere ed elaborare i dati per migliorare i servizi che la pubblica amministrazione deve fornire al cittadino – dice l’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro anche riguardo al monitoraggio su presenze e assenze del personale della Regione stiamo lavorando per raggiungere un sempre più alto livello di efficienza e nel pieno rispetto della trasparenza». I tassi di assenza dei dipendenti regionali sono appunto resi pubblici mensilmente sul portale istituzionale nella sezione “Amministrazione trasparente”.

«E’ altresì importante – continua l’assessore Demuro – fornire strumenti statistici via via più precisi ai dirigenti delle strutture ai quali è demandato il controllo su presenze e assenze dei dipendenti e, comunque, disporre di dati aggregati e di valutazioni da mettere a disposizione per qualunque pubblica utilità in modo da comprendere il funzionamento della macchina amministrativa e trovare soluzioni adeguate. Un’analisi attenta e preventiva dei dati – conclude Gianmario Demuro – può essere un valido supporto per evitare il verificarsi di anomalie e sprechi.»

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Il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco lancia l’allarme sull’emergenza rifiuti a Cagliari. Una lunga distesa di rifiuti, una discarica a cielo aperto che dalla periferia si alluna al centro della città capoluogo. E’ il biglietto da visita offerto ai visitatori che in questi ultimi scorci di vacanze natalizie sono arrivati a Cagliari. Cumuli di spazzatura che si allargano ai piedi dei cassonetti per la raccolta dei residui. Dai mobili ormai in disuso sino ai cartoni, poi imballaggi, televisori, frigoriferi, sanitari, calcinacci e diversi elettrodomestici lasciati ai piedi dei marciapiedi. Degrado, abbandono e incuria regnano in una grande fetta del centro storico. La denuncia è arrivata dal consigliere regionale e comunale Edoardo Tocco – vice presidente della commissione igiene – che mette l’accento sull’esigenza di porre un argine ad una situazione ormai fuori controllo. «Si tratta di un segno di inciviltà che porta una grave ferita alla capitale della Sardegna – esordisce l’esponente di Forza Italia -. Una condizione inconcepibile, che esige risposte forti ed urgenti sin dai prossimi giorni». L’emergenza è giunta all’apice con le vacanze natalizie. «Il servizio di ritiro non è riuscito a sopperire all’indiscriminata impennata di residui abbandonati – rileva Tocco -. E’ opportuno un sopralluogo immediato nei diversi siti disseminati dalla spazzatura da parte degli organismi preposti ai servizi tecnologici, per porre un freno all’aumento indiscriminato di rifiuti abbandonati senza il rispetto delle regole». Ad essere danneggiata è anche l’immagine di Cagliari: «Dopo gli incivili che hanno preso di mira il Bastione di Saint Remy – conclude Tocco – un’altra pagina da cancellare per la città. Non è più possibile sopportare l’esercito degli ignoti che disseminano il capoluogo di immondizia. La missione deve diventare l’identificazione degli incivili che abbandonano la spazzatura in modo selvaggio, con sanzioni salatissime per quanti vengono sorpresi in un atto grave».