6 May, 2024
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Il suono di quelle launeddas arrivava da lontano ed era il testimone per eccellenza della Scuola del Campidano. Per questo il giovane antropologo danese Andreas Fridolin Bentzon, un pioniere nello studio dello strumento principe della tradizione sarda, arrivò nel 1958 fino a loro: ai “maestri di Pirri”, Tziu Efisiu Cadoni e Tziu Beniaminu Palmas. I due erano infatti considerati – insieme a Dionigi Burranca – massimi esponenti della scuola del sud Sardegna, sebbene entrambi fossero dei “trapiantati”: il primo da Ussana, il secondo da Sinnai. Erano arrivati molti anni prima nel centro alle porte di Cagliari per poter stare più vicino ai Maestri, apprendere tecniche e suonate, nonché trovare occasioni di ingaggio. Bentzon li consultò – durante una delle sue missioni sul campo – come suonatori, ma anche come “giudici” esperti; erano infatti anziani – soprattutto Palmas (classe 1875) ormai non suonava più – ma, considerata la proficua carriera, poteva prestare i suoi giudizi sulle registrazioni raccolte. In particolare si espresse sul lavoro di Pasquale Erriu, originario di San Nicolò Gerrei, allievo di Giannicu Pireddu; oltre alle consulenze, invece, Tziu Efisio Cadoni (classe1891) poté condividere anche la sua musica: era infatti ancora attivo. Bentzon non perse l’occasione e registrò alcuni brani religiosi di straordinaria potenza che furono inseriti nel disco preparato per il noto antropologo Alberto Mario Cirese, in seguito pubblicato in Lp nel 1974 e recentemente rieditato, in versione ufficiale, dall’associazione culturale Iscandula.

A quasi settant’anni da quell’incontro proprio l’associazione culturale Iscandula con la collaborazione della Regione Sardegna, del Comune di Cagliari, della Municipalità di Pirri, di Labimus/ Dipartimento di Storia Beni Culturali e del Territorio dell’Università di Cagliari e la Scuola Secondaria di primo grado Giacomo Leopardi di Pirri, ha realizzato alcune ricerche sulla biografia dei due Maestri, sui materiali lasciati e sui loro strumenti che, per l’occasione, riprenderanno vita e saranno suonati da alcuni giovani suonatori. A questo lavoro collettivo è dedicato l’evento aperto a tutti – estimatori, appassionati o semplici curiosi – di venerdì 22 dicembre (alle 17.00) presso il teatro della Scuola in via dei Partigiani a Pirri.

Il programma. A dare il benvenuto al pubblico saranno Valentino Pusceddu, dirigente scolastico; Paolo Secci, presidente della Municipalità di Pirri; Paolo Frau, assessore alla Cultura del Comune di Cagliari e le nipoti dei due suonatori: Maria Grazia Cadoni – nipote di Tziu Efisiu Cadoni – e Tilde Cabras, nipote di Tziu Beniaminu Palmas. Parola quindi a Dante Olianas, presidente dell’associazione culturale Iscandula, che coordinerà gli interventi arricchendo la serata di aneddoti e curiosità soprattutto sul rapporto tra il giovane Bentzon e i due Maestri di Pirri: spazio alle fonti dirette con la lettura di passi estrapolati dal Diario dello studioso danese. La prima relazione sarà a cura di Giulia Vaccargiu, ricercatrice dell’Università di Cagliari, collaboratrice di Labimus, dipartimento di Storia Beni Culturali e territorio, che illustrerà la sue ricerche sulla vita di Tziu Efisiu Cadoni e le sue attività artistiche condotte attraverso l’analisi incrociata di documenti e testimonianze.  

La biografia dell’altro Maestro, Tziu Beniaminu Palmas, sarà raccontata da Michele Deiana, suonatore di launeddas e ricercatore, che ha raccolto le informazioni “sul campo” direttamente dai familiari. All’ingegner Pitano Perra (esperto di musica tradizionale sarda e costruttore di strumenti) il compito di presentare l’analisi e le misurazioni fatte sulle launeddas originali di Palmas che risultano tra le più antiche di cui si abbia notizia. Non solo numeri e descrizioni ma si potrà ascoltare la loro melodia: saranno infatti suonate dal vivo insieme alle copie fedeli realizzate da Perra e dal Maestro costruttore Luciano Montisci. A seguire Gianluca Piras, anche lui ricercatore e suonatore, approfondirà il tema con un intervento dedicato: Is sonus de Tziu Beniaminu Palmas. Chiuderà il ciclo di interventi Pietro Frau, ricercatore e curatore della mostra sui due Maestri che il pubblico potrà osservare e commentare in serata. Prima dei saluti il concerto di launeddas di Michele Deiana e Gianluca Piras.

 

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Da domani a Santo Stefano, un fitto cartellone di appuntamenti de “Il Villaggio di Natale a Sant’Antioco” allieterà le giornate di adulti e bambini. Si inizia giovedì 21 dicembre, alle 16.30, in Piazza Italia, con il “Concerto di Babbo Natale” eseguito dai bambini della scuola primaria di “Via Bologna”. Si proseguirà venerdì 22 dicembre, con l’apertura della Casa di Babbo Natale e della Fiera Mercato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 21.00. Dalle 17.00 alle 18.30, in Piazza Italia, sarà il turno dell’evento “Fiabe e musica in libertà: Le novelline di Antonio Gramsci”. E ancora: alle 18.30 ed alle 19.30, sempre in Piazza Italia, spazio alla musica di qualità con “Dexter Guitars e Vocal” – Dexter Luca Casu (Tamurita e The Jack’s Connection) che presenta brani di fama internazionale in chiave blues e country con voce, chitarra e loop station.

Appuntamenti anche sabato 23: la Casa di Babbo Natale e la Fiera Mercato saranno aperti dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 21.00, mentre alle 18.00, alle 19.00 e alle 20.00, lungo il percorso de “Il Villaggio di Natale”, spazio al Buskers – spettacolo di strada (Teatro del Sottosuolo, Circo all’arrembaggio) che offre l’occasione per riflettere su temi della vita quotidiana con la partecipazione attiva del pubblico. Infine, sempre sabato, è previsto alle 18.30 il concerto itinerante del coro Studium Canticum.

Domenica 24 dicembre, Vigilia di Natale, confermate l’apertura della Casa di Babbo Natale e della Fiera Mercato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Infine, martedì 26 dicembre, Santo Stefano, oltre all’apertura della casa di Babbo Natale e della Fiera Mercato (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 21.00), alle 18.00, alle 19.00 ed alle 20.00, lungo il percorso de “Il Villaggio di Natale”, sarà la volta degli spettacoli per i bambini: il Teatro del Sottosuolo presenta “Hop Hope Hoplà”, Piumino e Putipù restituiscono il valore della semplicità alla cultura teatrale e ci ricordano che di semplicità l’arte ed il mondo hanno più che mai bisogno.

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Il successo dello spettacolo secondo Lelio Lecis. «Lo spettacolo di Natale già da diversi anni è diventato a Cagliari tradizione – dice Lelio Lecis, direttore artistico di Akròama -. Esiste da vent’anni, e siamo passati dalle iniziali due repliche alle attuali sei, per accontentare il pubblico sempre più numeroso. Abbiamo studiato infatti di portarlo nei prossimi anni fino all’Epifania. Nei Social sono state superate le 160.000 visualizzazioni e i  nostri canali web in questo periodo sono intasati da richieste e prenotazioni. Questo perché negli ultimi anni con “Il soldatino di piombo”, “Alice nel paese delle meraviglie” e ora con “Il piccolo principe” si è pensato ad uno spettacolo godibile a tutte le età.»

Dal 25 al 30 dicembre, alle 18.00, al Teatro delle Saline (piazzetta Billy Sechi n. 3/4, Cagliari), la compagnia Akròama – con la regia di Elisabetta Podda, la compagnia Akròama porta in scena lo spettacolo “Il piccolo principe” da Antoine de Saint-Exupéry. Un appuntamento ricco di emozioni, divertimento, fascino.

Il pilota ci racconta la storia di amicizia col Piccolo principe e le sue avventure, i suoi incontri con personaggi assai strani provenienti da altri mondi come il re, il vanitoso, l’ubriacone, l’uomo d’affari, il lampionaio, il controllore. Di come discende sulla terra, nel deserto, e di tutti gli incontri che lo segneranno come quello della tenera volpe e del temibile serpente. «Lo spettacolo che privilegia l’aspetto onirico del racconto, è anche una storia d’amore: quella tra il Piccolo principe e la sua Rosa – dice Elisabetta Podda -. Il Piccolo principe, ragazzino sempre curioso e delle volte petulante,  anche se proviene da un altro mondo, o forse proprio per questo, riesce a far riflettere sulla nostra realtà e sulle cose che veramente contano nella vita».

“Il piccolo principe” vede in scena Adrian Nunez  Perez (pilota), Erika Carta (Piccolo principe), Margherita Delitala (fiore, ubriacone), Tiziana Martucci (volpe, astronomo, vanitoso, lampionaio) e Giovanni Trudu (re, uomo d’affari, controllore). Costumi di Marco Nateri. assistente costumista Noemi Tronza, direzione  tecnica di Lele Dentoni, video di scena di Roberto Putzu, musiche di Roberto Palmas e di Secret Garden.

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Venerdì 22 e sabato 23 dicembre, nella splendida location di piazza Roma, si svolgerà la prima edizione del “Presepe vivente”, organizzato dall’associazione culturale “Le Simpatiche Canaglie” e dalla parrocchia di San Ponziano, con il patrocinio ed il contributo del comune di Carbonia.
L’obiettivo è regalare un sorriso alle famiglie e ai bambini meno fortunati. Davanti alla chiesa di San Ponziano, verrà allestito un gazebo in cui, a partire dalle ore 15.00 del 22 e del 23 dicembre, sarà possibile raccogliere doni.
Il programma dell’iniziativa prevede, per entrambe le giornate di venerdì e sabato, alle ore 18.00, l’inizio della novena di Natale celebrata da don Amilcare Gambella; alle ore 19.15, si svolgerà la rappresentazione del “Presepe vivente”, curato all’associazione culturale “Le Simpatiche Canaglie”. Alle 19.40 si svolgerà la visita al presepe, con la possibilità di consegnare un dono ai bambini bisognosi della città di Carbonia.
All’interno del “Presepe vivente” ci sarà spazio anche per i cori, che si svolgeranno alle ore 19.00, e che vedranno protagonisti, nella giornata di venerdì 22 dicembre le simpatiche canaglie ed i bambini del catechismo, diretti da Patrizia Urbano, mentre sabato 23 dicembre ad esibirsi saranno le voci del coro “Su Conti” di Serbariu, dirette dalla maestra Roberta Congiu.
Si tratta di una bna bella iniziativa, nella quale l’aspetto ludico si coniuga con la solidarietà sociale.

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«Si metta la parola fine ad una riforma voluta dal Governatore Pigliaru che si è rivelata un vero e proprio fallimento. Una riorganizzazione che aveva danneggiato soltanto gli enti intermedi i quali rappresentavano un punto di riferimento per i comuni e per i cittadini nella gestione di importanti servizi.»

Lo scrive, in una nota, Tore Piana, coordinatore regionale di Energie Per l’Italia.

Il voto diretto restituirebbe  la parola ai cittadini ristabilendo regole importanti di democrazia. L’auspicio – sottolinea Tore Piana – è quello che un governo espressione dei cittadini possa rimettere in moto gli enti sovra comunali  facendoli tornare ad essere il punto di riferimento dei nostri territori.»

Con la bocciatura del Referendum Istituzionale le Province sono rimaste in piedi in tutta Italia, in Sardegna si è passati così alle 4 province storiche di Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano, La legge regionale ne ha ridotto le competenze ma a oggi sono restati in forza tutti i dipendenti, con tutte le spese di sempre e sono governate da un commissario, la stessa legge regionale prevede l elezione di un Presidente e di un Consiglio formato da sindaci (che verrebbero sostituiti in continuazione) senza nessuna elezione popolare, ma eletti dai sindaci stessi.

«La Regione Autonoma della Sardegna dovrebbe presentare richiesta al Governo e alla Corte Costituzionale per tutelare la potestà statutaria della Sardegna in materia di ordinamento degli Enti locali e per difendere il diritto dei cittadini ad eleggere i propri rappresentanti – aggiunge Tore Piana -, anche a seguito del voto popolare sul referendum costituzionale dello scorso Dicembre e, quindi, nel solco dei principi di democrazia diretta fatti propri dall’Unione Europea. Un’inversione di rotta rispetto al passato – conclude Tore Piana -, che lanci un segnale chiaro a Palazzo Chigi.»

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«Per mangiare sano, rispettare l’ambiente, sostenere l’economia del proprio territorio per Natale acquistate l’agnello certificato Igp di Sardegna.»

E’ l’accorato appello che arriva dal Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp (Contas).

La carne di agnello, infatti, è genuina, saporita e fa bene alla salute come ci dicono i medici, le ricerche scientifiche e chi dura oltre 100 anni, dopo averne fatto ampio consumo. 

Gli agnelli, vengono allevati secondo un disciplinare che prescrive che siano nati e allevati in Sardegna, nutriti con il latte delle madri alimentate a loro volta al pascolo. 

 La Sardegna è la prima regione del Mediterraneo in cui si pratica l’allevamento degli animali al pascolo. Le pecore brucano in media circa 4milioni di tonnellate di erba (l’80 % dei loro fabbisogni nutritivi) dal 70% della superficie isolana. Per questo motivo la carne e il latte delle pecore contengono sostanze ad azione benefica dovute proprio al pascolamento di essenze erbacee naturali.

Questo consente alla carni dell’agnello di Sardegna Igp «di essere tra le più ricche in termini di grassi polinsaturi della serie omega-3 e di acido linoleico coniugato (Cla). Nutrienti che sono fondamentali ad esempio nella crescita neonatale perché aiutano lo sviluppo cerebrale e la vista nei bambini più piccoli e il corretto funzionamento del sistema nervoso centrale», spiega il presidente del Contas, Battista Cualbu. 

E’ provato scientificamente, infatti, che i prodotti derivanti da animali che pascolano hanno effetti positivi sulla salute dell’uomo, perché sono ricchi di sostanze nutraceutiche. Le pecore sarde hanno una predisposizione genetica che favorisce questo arricchimento dovuto all’azione di selezione del pastore avvenuta nei millenni. 

Sostanze benefiche che vengono trasferite all’uomo. Il Cla, contenuto nel latte, è trasferito completamente nella carne compresa quella dell’agnello.

Oltre che la scienza la riprova arriva dalla realtà concreta. La Sardegna è in percentuale, tra centenari e abitanti, la Regione più longeva del mondo: abbiamo costantemente in vita circa 370 persone che hanno più di 100 anni. Inoltre per quando concerne i supercentenari (chi ha superato i 110 anni) circa il 14% di quelli certificati in tutto il mondo sono vissuti nella nostra Isola.  

«Un prodotto di eccellenza che non a caso fa parte della dieta della longevità, e che proviene da allevamenti che rispettano anche il benessere animale e l’ambiente. La pratica millenaria della pastorizia, infatti, ha forgiato i tratti salienti del paesaggio della Sardegna. Senza di loro si perderebbe la biodiversità e la capacità economica del sistema. Ecco perché – dice Battista Cualbu – scegliere l’agnello Igp di Sardegna. Oltre ad essere saporito fa bene alla salute, al territorio e all’economia, non è solo uno slogan.»

«Per essere certi che sia agnello sardo – precisa il direttore del Contas, Alessandro Mazzette – è necessario stare attenti all’etichetta. Deve essere presente il doppio bollino quello verde in cui è raffigurato l’agnello stilizzato e il tondo giallo-blu che connota l’Indicazione geografica protetta. Questa è una garanzia per il consumatore. Nessun altro agnello può fregiarsi di questo marchio e neppure è consentito scrivere agnello sardo. Per questo lo tuteliamo con diversi livelli di controllo. Ma è necessaria anche la collaborazione del consumatore che deve segnalarci le non conformità scrivendo o chiamando al consorzio oppure inviandoci anche dei messaggi whats app al numero 334 1013034.»

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Il segretario generale della Cisl Fabio Enne ed il responsabile del dipartimento della stessa organizzazione sindacale Daniele Mele, ha inoltrato formale contestazione all’Inps regionale e alle sedi di Iglesias e Carbonia, relativa ai ritardi dei pagamenti Naspi ed Anf che coinvolgono svariate centinaia di disoccupati e causano situazioni di forte svantaggio alle rispettive famiglie.

«Riteniamo non più giustificabile registrare oltre 700 pratiche di Naspi (solo riferite agli uffici di Carbonia), ferme dal mese di ottobre, o le infinite attese riferibili alle richieste sui pagamenti diretti di Assegni Nucleo Familiari, che prevedono la loro elaborazione nelle sedi di Assemini e Cagliari – scrivono nella nota di protesta Fabio Enne e Daniele Mele -. Per queste problematiche, non si intravede una maggiore celerità per definire le stesse, a causa di un inaccettabile sottodimensionamento dell’organico.»

«La Cisl, ritiene non rinviabile un serio esame della situazione e a tutela dei destinatari dei sussidi in oggetto, informa che in assenza di immediati provvedimenti si vedrà costretta ad attivare le azioni opportune nei confronti dell’Inps – concludono Fabio Enne e Daniele Mele -, per le quali motivazioni non si escludono forti proteste incontrollate.»

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Stamane il Consiglio regionale ha approvato l’articolo 4 ed ha iniziato la discussione sull’articolo 5 della Manovra finanziaria 2018/2020.

In apertura il Consiglio ha approvato per alzata di mano il testo dell’articolo passando successivamente all’esame degli emendamenti aggiuntivi. Sono stati approvati, in particolare, i seguenti emendamenti: il n. 31 (Forma e più) che prevede il sostegno alle attività tradizionali di panificazione sul quale il relatore Franco Sabatini ha corretto (in riduzione) lo stanziamento a 200.000 annui per il triennio 2018-2020, il n. 810 (Gaia) che assegna un finanziamento di 110.00 euro al Consorzio industriale di Nuoro per l’installazione di un sistema di controllo del depuratore di Ottana, il n.1015 (Giunta regionale) che prevede lo stanziamento complessivo di 20 milioni a favore delle aziende agricole e zootecniche colpite da siccità e calamità naturali, ed il n. 58 (Lotto) che sostiene le manifestazioni fieristiche agricole di Arborea, Ozieri e Macomer.

Sull’emendamento n.156 riguardante l’economia digitale il proponente Stefano Tunis (Forza Italia) ne ha sottolineato l’importanza perché, ha detto, «si tratta di un settore che una enormi potenzialità di sviluppo anche con l’utilizzo leva fiscale».

L’assessore della programmazione Raffaele Paci, nella replica, ha ribadito che «l’economia digitale è compresa nel pacchetto lavoro, mentre l’intervento sull’Irap appare problematico perché potrebbe essere considerato “aiuto di stato” ed una soluzione potrebbe essere trovata o in sede di accordo fra Regioni o con un apposito disegno di legge».

Il proponente Stefano Tunis, annunciando il ritiro dell’emendamento, ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno in sede di approvazione finale della legge.

Sull’emendamento n. 158 (Rubiu e più) il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sollecitato maggiori stanziamenti per il comparto agro zootecnico che, ha ricordato, «deve affrontare una gravissima crisi anche per i forti ritardi nel pagamento della domande legate alle legge del Consiglio con cui sono stati stanziati  45 milioni». Su questo punto, ha sostenuto, «occorre capire lo stato dell’arte e le ragioni delle mancate erogazioni» auspicando nello stesso tempo una grande campagna della Regione a favore dell’acquisto e del consumo di agnelli sardi.

Alle argomentazioni di Pietro Pittalis si è associato il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) citando in proposito un suo emendamento di contenuto analogo.

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria ha fornito al Consiglio i dati relativi ai pagamenti degli aiuti: al 18 dicembre, data di scadenza delle domande, sono pervenute 10.942 richieste di cui 1.700 negli ultimi 15 giorni; al 15 dicembre sono state pagate 4.482 richieste per un controvalore di e 17 milioni, mentre il 19% sono soggette a verifica Inps in corso, 1.000 sono state sospese perché i proponenti hanno chiesto la modifica dell’Iban dove accreditare le somme. Gli uffici hanno fatto un buon lavoro e siamo intervenuti anche sulla tesoreria, ha concluso l’assessore Caria, «e rispetto al monte-domande le richieste sono state quasi tutte istruite».

Sull’emendamento n. 337 che prevede interventi a sostegno del settore artigiano il consigliere di Forza Italia Mariano Contu ha ricordato la cancellazione del 10% delle partite Iva in Sardegna, dato che segnala la necessità di nuove risorse.

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha replicato che, rispetto alle esigenze del settore artigiano, un emendamento della maggioranza prevede uno stanziamento di 4.5 milioni. Messo ai voti, l’emendamento n.337 è stato respinto.

Con l’emendamento n. 349 il consigliere Paolo Truzzu ha proposto lo stanziamento di 10 milioni a favore dell’Arst per il rinnovo del parco automezzi che, ha lamentato, «è in pessime condizioni».

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha riconosciuto che si tratta di un tema importante «sul quale si sta intervenendo con i fondi coesione e sviluppo sulla base di un programma che sarà concretizzato nelle prossime settimane e nello stesso tempo è stato assegnato ad un finanziamento di 3.4 per chiudere alcune vecchie pendenze».

La consigliera Alessandra Zedda si è dichiarata insoddisfatta della replica dell’assessore perché, ha evidenziato, «non si vede concretezza e mancano anche quelle buone pratiche che consentirebbero di migliorare la mobilità interna».

Messo ai voti, l’emendamento n.349 è stato respinto.

Il Consiglio ha poi approvato l’emendamento n. 350 (Truzzu e più) che prevede il finanziamento di 100.000 euro ai micro birrifici artigianali operanti in Sardegna. Il relatore Franco Sabatini, illustrando il parere favorevole della commissione, ha però ridotto lo stanziamento, appunto, a 100.000 euro rispetto alla previsione iniziale di 300.000.

Sull’emendamento n. 808 (Piermario Manca e più), contenente la proposte di abbattere il carico degli interessi per i mutui delle aziende agricole colpite da calamità naturali, si è sviluppato un ampio dibattito.

Nel dichiararsi favorevole, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato fra l’altro le recenti proteste di numerose aziende agricole di Bono esclude dai benefici  della legge, ha criticato i dati forniti dall’assessore che non sono confortanti perché su 45 milioni disponibili ne sono stati spesi solo 17 ed inoltre si chiede per giunta certificato anti mafia ai pastori, fatto grave e assurdo che accade nel silenzio della politica». Le pratiche, secondo Pietro Pittalis, «dovevano essere istruite prima del 15 dicembre perché le tesorerie delle banche sono chiuse e riapriranno il 15 gennaio, ed anche questa è l’ennesima ingiustizia consumata a danno di migliaia di pastori».

Annunciando la volontà di mantenere l’emendamento, il proponente Piermario Manca (Pds) ha affermato che «la richiesta di 5 milioni è motivata dal fatto che un settore primario è stato totalmente sconvolto dai cambiamenti climatici ed inoltre si tratta non di soldi a pioggia ma di un programma articolato in 5 anni che permetterà alle aziende di ricostituire il proprio capitale».

Il relatore Franco Sabatini (Pd) ha ricordato gli stanziamenti di 20 milioni per il comparto agricolo e di 45 per i pastori in corso di liquidazione, precisando che si tratta di un lavoro molto difficile e smentendo la richiesta del certificato anti mafia. C’è al contrario l’impegno con categorie agricole, ha sostenuto, «per decidere come spendere le risorse disponibili e la proposta del collega Manca sui mutui sarà certamente recepita come decideremo insieme subito dopo la finanziaria».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha messo l’accento sulla «grandissima emergenza del settore anche per problema costi carburante», affermando che «bisogna fare molto di più ed avere più coraggio, anche alzando la voce con il Governo».

Il consigliere Gaetano Ledda (Pasd’Az-La Base) ha parlato di «un intervento necessario per i gravissimi danni provocati dalle gelate e, sotto questo profilo, l’esclusione delle aziende di Bono è ingiusta; in generale i 45 milioni nono sono stati una vittoria e i risultati dei pagamento non sono positivi perché i soldi arriveranno a marzo-aprile».

Il presidente della commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) ha espresso il suo dispiacere perché, su un tema così importante, «vengono sminuiti i risultati senza precedenti dell’assessorato dell’Agricoltura come dicono i numeri».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha evidenziato che «la proposta colma una lacuna evidente; il collega Lotto e l’assessore sbagliano a non ascoltare la voce del mondo agro pastorale che non ha interesse ad alimentare polemiche, che peraltro sarebbero ben motivate adesso che è comparsa la mafia delle pinnette che manifesta una visione ottusa e burocratica della realtà sarda».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, riprendendo il tema dello stanziamento di 45 milioni a favore dei pastori, ha ricordato che «una somma così elevata non si era mai vista prima ed i ritardi non sono della Giunta o della struttura mentre, sui Comuni colpiti da gelate esclusi, si può assumere un impegno per recuperare le domande tardive».

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, dopo aver assicurato una verifica sulle domande tardive, ha precisato che la richiesta del certificato anti-mafia deriva da una norma nazionale e comunque riguarda solo Psr. Successivamente ha fornito dati ulteriormente aggiornati sui pagamenti: le pratiche pagate sono 5200 per un controvalore di 20 milioni «e non c’è stato nessun ritardo perché le richieste finora non pagate riguardano le mancate comunicazioni sulla produzione di latte, quelle presentate in cartaceo e quelle i cui presentatori hanno chiesto la modifica dell’Iban hanno influito; inoltre abbiamo chiesto una deroga alla tesoreria per proseguire nei pagamenti».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, confermando che il suo gruppo non discute i risultati raggiunti nelle procedure di pagamento, ha messo in evidenza che «come abbiamo più volte sostenuto, sarebbero state preferibili procedure diverse cominciando a lavorare a giugno ed agendo sui consorzi». Con i certificati anti-mafia, ha aggiunto, «stiamo esponendo la categoria ad un cuneo burocratico molto negativo mentre, sul punto specifico dell’emendamento, attendiamo dall’assessore rassicurazione sugli strumenti finanziari».

Prima del voto il primo firmatario Piermario Manca ha annunciato il ritiro dell’emendamento rimarcando però che i problemi restano, non per le risorse ma per le regole ed il peso degli interessi sui muti.

L’emendamento è stato però recepito dal gruppo di Forza Italia e quindi messo ai voti. Il Consiglio lo ha respinto con 31 voti contrari e 15 favorevoli.

All’emendamento 833 (guide turistiche e contributi per consorzi turistici tra enti locali) sono stati presentati alcuni emendamenti aggiuntivi. Tra questi il 1308 (primo firmatario Lotto), è stato giudicato “più adeguato dagli uffici”, come ha riferito l’assessore Paci sollecitandone il voto favorevole.

I capigruppo di maggioranza e opposizione hanno sottoscritto l’emendamento 1308 che è stato dunque approvato all’unanimità mentre gli altri emendamenti all’833 sono stati ritirati.

Approvato poi anche l’emendamento 833. Ritirato l’emendamento 837 (primo firmatario Gavino Manca) a favore di coop ambientali dei cantieri verdi, che sarà inserito all’interno delle misure del piano per il lavoro e, a detta dell’assessore Paci, «troverà anche risorse finanziarie superiori, intorno ai tre milioni di euro, dentro il Piano Lavoras».

L’on. Daniele Cocco (Sinistra) ha sollevato perplessità sulla richiesta di ritiro dell’emendamento mentre il primo firmatario ha spiegato il senso della misura proposta e ha accettato l’invito sotto la garanzia del Piano Lavoras.

L’on. Pietro Pittalis (FI) ha esordito: «Il Piano Lavoras che enunciate ai quattro venti come la soluzione della disoccupazione è in realtà fumo, come ha detto l’on. Cocco poco fa, perché è finalizzato al mantenimento degli occupati e non a generare nuova occupazione. Finalmente è tutto chiaro».

Approvato l’emendamento 1078 (Sabatini), sostitutivo totale dell’emendamento 838 sulle agevolazioni dell’articolo 23 della legge 240 del 1981.

Respinto l’emendamento 860 e così 861, 862, 863.

Approvato con il sostegno della maggioranza l’emendamento 864 (Crisponi) che prevede 30 mila euro a sostegno della rassegna “Autunno in Barbagia”.

Respinto l’emendamento 865, ritirato 866; respinti 867, 868.

Sull’emendamento 923, a sostegno degli alberghi diffusi e degli enti locali per riqualificare i centri storici, ha preso la parola l’on. Peru (FI), primo firmatario. «Sosteniamo questa norma per recuperare i centri storici e per rafforzare il turismo in Sardegna nelle zone interne al di là della stagione estiva». Per Forza Italia si sono espressi favorevolmente anche gli on. Tunis, Tedde, Zedda e l’on. Truzzu (Sardegna). Il primo firmatario ha ricordato all’assessore Paci che sul tema era stato garantito dalla Giunta un impegno preciso in passato, “finalizzato a recuperare il turismo identitario”. L’on. Alessandra Zedda ha ricordato in particolare che il provvedimento a sostegno dell’albergo diffuso “era stato votato nel 2016 all’unanimità da quest’Aula e non capiamo, perché nessuno ce lo dice, perché non abbia avuto attuazione”. Per l’on. Fasolino (FI) «l’albergo diffuso sarebbe un investimento strategico per i territori delle zone interne, un moltiplicatore keynesiano come ha detto prima il collega Peru». Per il riformatore Dedoni «una volta che i turisti arrivano possiamo attirarli con l’albergo diffuso verso le zone interne».

Per l’on. Alessandro Collu (Pd) «è necessario riconoscere che con due milioni di euro non si fa gran che. Esistono altre forme di turismo diffuso efficaci come il bed and breakfast, molto più economico».

L’Udc ha parlato con l’on. Giuseppino Pinna, che ha annunciato il voto favorevole e ha detto: “In Sardegna c’è il peggior dato sulle imprese artigiane”. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha detto che «l’albergo diffuso è davvero alla portata delle persone che abitano nelle zone interne ed è un’opportunità per il recupero di immobili che altrimenti rischiano di crollare. Avete occhi soltanto per alberghi a cinque stelle».

L’emendamento 923 è stato respinto.

Con distinte e successive votazioni, l’Aula non ha approvato gli emendamenti n. 927 e 943. Decaduto l’emendamento 953, il presentatore dell’emendamento 962, Marco Tedde (Fi) è intervenuto per auspicarne l’approvazione («il sostegno al commercio meriterebbe il favore dell’Aula ma si approvano solo le proposte “del tavolo del manuale Marchetti”»), supportato dalla sua collega di gruppo e di partito Alessandra Zedda («nella finanziaria non c’è attenzione né per il commercio, né per l’artigianato») ma il Consiglio non ha dato il via libera. Stessa sorte è spettata al 998 e al 999 sul quale è intervenuta la consigliera Alessandra Zedda («non c’è un solo intervento a favore dell’imprenditoria femminile»).

Decaduto l’emendamento n. 1000 non è stato approvato il 1001. Approvato, invece, con 38 favorevoli e 9 contrari l’emendamento n. 1006 (Giunta regionale) che stabilisce lo stanziamento di 70.000 euro in favore della Camera di commercio di Cagliari per l’affidamento di un “supporto tecnico-specialistico” nell’ambito del tavolo di indirizzo per la riqualificazione della Fiera internazionale della Sardegna.

Approvato (30 favorevoli e 5 contrari) lo stanziamento di 300.000 euro a favore di Laore per l’organizzazione in Sardegna del concorso enologico “Mondiale di Bruxelles” (emendamento 1010-Giunta), il presidente ha dichiarato inammissibile l’emendamento 1063.

L’assessore Raffaele Paci ha quindi invitato al ritiro i presentatori degli emendamenti 1060 e 1080 e si è detto a favore dell’emendamento 1061 (Paolo Dessì- Misto) aggiuntivo all’emendamento 1022 (Giunta) in ordine alle deroghe per il completamento degli interventi programmati ed alle imprese beneficiarie delle agevolazioni del Fse-Por 2000/2006. Dopo il ritiro degli emendamenti 1060 e 1080, l’Aula ha approvato l’emendamento 1061 (41 sì, 4 no) e l’emendamento 1022 (31 sì, 14 no).

Approvato (28 sì, 14 no) l’emendamento 1033 (Pietro Cocco e più) che stanzia 250.000 euro per l’attuazione del progetto sperimentale per il recupero delle antiche vocazioni agricole pre-industriali nel Basso Sulcis, previa precisazione da parte del relatore Sabatini sullo stanziamento solo nel 2018 delle somme su indicate.

Ritirato l’emendamento n. 1034 dopo che, su invito del presentatore Antonio Solinas (Pd), l’assessore dell’Agricoltura ha dichiarato che rispetto al 2017 le somme destinate ai consorzi di bonifica si sono ridotte di un milione di euro.

Ritirato anche il 65, inammissibile il 98, ritirato l’emendamento n. 114, dopo che il presentatore, Salvatore Denmontis (Pd), ha ricevuto rassicurazioni dall’assessore Raffaele Paci sul possibile impiego delle risorse eventualmente risparmiate sulla continuità territoriale aerea, in favore delle agevolazioni nel costo del trasporto a favore degli studenti. 

Non approvati gli emendamenti 347, 822 e 869, si è passati all’esame dell’articolo 5 (disposizioni in materia di sanità e politiche sociali) e degli emendamenti presentati. I gruppi della minoranza hanno quindi confermato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi e sostitutivi parziali a suo tempo presentati ed il presidente del Consiglio ha quindi elencato le proposte modificative rimaste in votazione: il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha espresso il parere di competenza, seguito dall’assessore Raffaele Paci.

Ha aperto la discussione il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde che nel ricordare l’importanza delle disposizioni su sanità e politiche sociali ha dato lettura, con tono polemico, dell’emendamento firmato dal consigliere della maggioranza, Fabrizio Anedda (Misto) che propone lo stanziamento di 120.000 euro all’associazione “Intrepidi Monelli”. A giudizio del consigliere di Fi, tale proposta è l’esempio di come il centrosinistra ha affrontato e continua ad affrontare il tema della sanità («commissariamenti, proroghe su proroghe ed il tutto con un’aurea di clientele») nonostante i proclami del presidente Pigliaru sull’estraneità della politica dalle scelte in sanità. «Le logiche politiche – ha affermato l’esponete della minoranza – hanno invece permeato la sanità sarda ed i ritardi nella nomina del direttore dell’Areus sono l’emblema». Marco Tedde ha parlato di “errori marchiani” da parte della Giunta regionale ed ha criticato le riforme dell’assessore Luigi Arru: «Intanto i costi della Sanità sarda non sono diminuiti e sono aumentate le sperequazioni nei confronti del nord ovest dell’Isola».

Il consigliere del Pds, Augusto Cherchi, ha evidenziato che la commissione Sanità non ha espresso il parere sulle parti della manovra di interesse del parlamentino presieduto da Perra (Upc-Socialisti) ed ha incentrato il suo intervento sulla opportunità di procedere con una “puntuale verifica dei risultati ottenuti dall’Ats, ad un anno dalla sua istituzione”. «La relazione annuale sulle attività – ha precisato l’esponente della maggioranza – è stabilita in legge e chiedo che i direttori generali dell’azienda unica vengano in Aula per riferire sull’attuazione delle riforme approvate dal Consiglio regionale». Augusto Cherchi ha quindi chiesto lumi sull’approvazione del programma sanitario triennale ed ha lamentano “la non coincidenza dei piani di dotazione organica” sulla base di tabelle in suo possesso.

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola alla consigliera Alessandra Zedda (Forza Italia) che ha chiesto di poter intervenire dopo la pausa pranzo. Richeista di interruzione appoggiata dal capogruppo azzurro Pietro Pittalis che ha invitato la maggioranza a un ulteriore esame degli emendamenti: «La tutela della salute è un tema importante vediamo però emendamenti non congrui come quello presentato dall’on. Anedda che prevede un finanziamento di 120mila euro a favore dell’Associazione “Intrepidi monelli”. Se dobbiamo trattare la sanità in questo modo staremo qui anche a Natale. Vi invito a una riflessione».

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«Il comparto agropastorale è sull’orlo della disperazione per il mancato pagamento delle risorse stanziate dal Consiglio regionale, in loro favore, per complessivi 5 milioni.» La nuova denuncia arriva dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Pietro Pittalis, in replica all’assessore dell’Agricoltura.

«E’ inammissibile – sottolinea Pietro Pittalis – che non siano ancora stati effettuati tutti i pagamenti con il rischio di uno slittamento, ad andar bene, tra febbraio e marzo, anche perché la tesoreria regionale rimarrà chiusa sino a metà gennaio. La Giunta si faccia promotrice di una campagna volta a valorizzare l’agnello sardo – conclude Pietro Pittalis – auspicando che venga consumato soprattutto in occasione delle festività natalizie come un segnale di incentivo per il settore agropastorale isolano.»

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Approvata la riforma del personale della ricerca di zooprofilattici e Irccs, ora può partire un piano di riorganizzazione e superamento del precariato storico.

«Nella legge di bilancio ci sarà la riforma del personale di ricerca degli istituti zooprofilattici e degli Irccs, si tratta di una riforma profondissima del sistema della ricerca pubblica che consentirà di specializzare la funzione della ricerca e di stabilizzare i tanti precari che attendono da anni una soluzione.»

Non nasconde la propria soddisfazione il senatore del Pd Silvio Lai, che aveva proposto un emendamento e sostenuto la soluzione al Senato durante la discussione della legge di bilancio.

«Come deciso su molti temi, riguardanti regioni e sanità, il mio emendamento era stato rinviato alla Camera, e ripresentato dai colleghi della commissione sanità. La sua approvazione è un’ottima notizia che modifica profondamente il sistema della ricerca pubblica nel settore sanitario, introducendo la figura del ricercatore, e consente di avviare un vero processo di superamento del precariato che opera da moltissimi nel settore degli istituti zooprofilattici sperimentali e negli istituti di ricerca, ricovero e cura sanitaria – aggiunge Silvio Lai -. La nuova norma prevede la creazione di un ruolo speciale nel quale vengono inseriti circa 3.000 persone: si tratta di 1.406 ricercatori, 729 operatori di supporto e 726 dipendenti degli istituti zooprofilattici.»

I ricercatori saranno assunti per cinque anni con un contratto a tempo determinato rinnovabile per una sola volta. Ogni anno i ricercatori saranno sottoposti alla valutazione e alla fine dei dieci anni potranno essere assunti a tempo indeterminato, in analogia al modello presente a livello accademico.

La norma era molto attesa anche in Sardegna, dove all’IZS sono diverse le persone interessate alla norma di progressiva stabilizzazione mentre si aprono ulteriori possibilità per l’assunzione di nuovi ricercatori.

«Per la realizzazione della riforma – conclude Silvio Lai – sono stati stanziati, 19 milioni già dal prossimo anno e a regime, 70 milioni di euro all’anno, che si aggiungono alle risorse che annualmente il Ministero della salute già stanzia per finanziare i contratti del personale di ricerca e di supporto alla ricerca.»