17 December, 2025
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«E’ inaccettabile che siano i lavoratori a pagare l’incapacità di costruire soluzioni che spetta alla politica trovare. Dopo mesi di promesse, di attese, di trattative e parole a vuoto, gli operai della Glencore SRL di Portovesme sono saliti sulla torre dello stabilimento della Portovesme Srl a rischio chiusura.»

Rossella Pinna, ha portato la solidarietà ed il sostegno personale e del gruppo PD in Consiglio regionale ai lavoratori che sono in presidio su una torre dello stabilimento industriale, a 100 metri di altezza, aggiunge: «La questione del costo dell’energia è da tempo LA questione che blocca la crescita dell’Isola, soprattutto nel sud Sardegna, territorio deindustrializzato dopo la crisi degli anni ’80 e dove restano pochissime e storiche industrie, è il caso della Portovesme Srl e dell’omonimo stabilimento sulcitano e della Fonderia di San Gavino. Una realtà, quella della Glencore che dà lavoro a circa 1.300 lavoratrici e lavoratori. Da mesi – prosegue la consigliera del Medio Campidano – si gioca a rimpiattino con le promesse, gli incontri e i resoconti senza che si sia fatto un solo, vero, concreto, passo avanti. Questo è inaccettabile!»

«Sono passati ben 4 mesi da che abbiamo presentato come forze di minoranza un’interrogazione al Presidente della regione e all’assessora dell’Industria. Da allora solo dichiarazioni ed annunci ma nulla di concreto. E i lavoratori diretti e indiretti di fabbrica e di indotto, stanchi e preoccupati dal rischio di cassa integrazione per i primi e di licenziamento gli altri, sono saliti in cima alla ciminiera della fabbrica, alta 100 metri. Solo così, forse, torneranno visibili alla Giunta e, magari, anche in cima alle tante urgenze da risolvereconclude Rossella Pinna -. Oggi depositiamo una mozione sul tema, con richiesta di convocazione urgente del Consiglio regionale per conoscere dal presidente Solinas quali interlocuzioni e atti siano stati intrapresi dalla Giunta per risolvere la situazione. La Sardegna ed i sardi non possono pagare le disparità regionali che penalizzano imprese e lavoratori. Prima se ne prende atto e prima si evita la desertificazione economica di un’intera isola.»

Questa mattina, quattro lavoratori della Portovesme srl sono saliti sulla ciminiera dell’impianto Kss a 100 metri di altezza per sollecitare attenzione sul tema del caro energia e della fermata degli impianti che metterebbe a rischio 1.300 buste paga. Si tratta di una protesta che prosegue da tempo, da ieri i lavoratori degli appalti sono in assemblea permanente, in un quadro di generale difficoltà per l’area industriale – e con essa dell’intero Sulcis Iglesiente – che ha visto la sensibile riduzione dei lavoratori occupati e delle tutele per quanti hanno perso il posto di lavoro.
Appresa la notizia delle nuove proteste nel polo industriale, l’Amministratore apostolico card. Arrigo Miglio e la Chiesa Diocesana di Iglesias manifestano preoccupazione per lo stato di grave crisi attuale con la speranza che tutti gli attori istituzionali coinvolti nella vicenda, pubblici e privati, si impegnino con un dialogo aperto e costruttivo per salvaguardare i posti di lavoro, a garanzia della dignità di ogni persona.
La nostra Chiesa Diocesana è vicina e solidale con tutte le lavoratrici e lavoratori che rischiano, ancora una volta, di vedere “svanire” il loro lavoro.

Don Antonio Mura
Direttore UPSL

«Osservo con grande preoccupazione ciò che sta accadendo alla Portovesme SRL, dove 4 lavoratori diretti si sono asserragliati a 100 metri d’altezza in una ciminiera, e altre centinaia di indiretti, delle imprese d’appalto, hanno intrapreso una forte mobilitazione a tutela del proprio futuro lavorativo. In queste drammatiche ore nelle quali le sorti dell’ultima grande fabbrica del nostro territorio, che dà lavoro direttamente ad oltre 1.200 lavoratori e lavoratrici (senza contare l’indotto ed il moltiplicatore economico generato), sono gravemente a rischio, sto sollecitando fortemente il presidente della Regione, affinché metta in campo un nuovo es autorevole intervento rispetto alla dirigenza dell’azienda multinazionale ma soprattutto verso il Governo nazionale, vero soggetto titolato a gestire la vertenza con competenze e strumenti specifici, affinché trovi una soluzione concreta e definitiva a questa complessa vicenda.»

Il consigliere regionale Fabio Usai interviene così sugli sviluppi della crisi alla Portovesme srl.

«Il nostro territorio, già gravemente colpito dalla crisi economico-sociale a causa delle chiusure produttive degli anni scorsi e di una progressiva contrazione del mercato del lavoro in ogni settore conclude Fabio Usai -, non potrà tollerare questa ennesima emorragia di buste paga.»

Il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, impossibilitato a partecipare all’iniziativa per ragioni strettamente personali, sostiene, in rappresentanza dell’intera Amministrazione comunale, le ragioni dei lavoratori delle imprese d’appalto della Portovesme Srl, in assemblea permanente davanti ai cancelli della fabbrica di zinco e piombo.

«Manifestiamo la nostra vicinanza e solidarietà ai dipendenti delle ditte d’appaltoha detto stamane Pietro Morittu -. Sosteniamo con forza e convinzione le rivendicazioni dei lavoratori delle ditte d’appalto, che purtroppo – in un contesto caratterizzato dal caro-energia e dalla paralisi produttiva – rappresentano l’anello debole del sistema e, proprio per questo motivo, meritano di essere tutelati e salvaguardati con ogni modalità possibile. È evidente che la soluzione non possa essere il ricorso agli ammortizzatori sociali ed alla cassa integrazione. L’unica soluzione percorribile è la piena ripresa produttiva dello stabilimento e siamo disposti ad attivarci organizzando e partecipando attivamente a tavoli ed incontri istituzionali a vari livelli, dalla Regione al Governo, affinché possano essere garantiti i livelli occupazionali per tutti i lavoratori che quotidianamente operano nelle ditte d’appalto. Il nostro territorio, che versa già in una grave crisi economico-socialeha concluso il sindaco di Carbonia -, non può assolutamente permettersi di perdere ulteriori posti di lavoro.»

«Vicino ai lavoratori in lotta, condividendone tutte le ragioni e le preoccupazioni.»

Il presidente della Regione, Christian Solinas, esprime piena solidarietà ai lavoratori di Portovesme srl in lotta per salvaguardare l’occupazione, e conferma l’impegno della Regione per la soluzione della vertenza.

«Soluzione che la Regione ha agevolato con tutti gli strumenti a sua disposizione, e per la quale sono state poste solide e chiare basi nelle varie interlocuzioni svoltesi con il Governo nazionale e i gestori di energia. Positiva in questo senso la convocazione a Roma dell’incontro tra le parti, decisa dal Ministro Urso. Sono state createricorda il presidente della Regione -, le condizioni favorevoli perché nell’ambito di accordi commerciali tra privati Portovesme srl possa trattare con i soggetti erogatori dell’energia elettrica per stabilire un accordo che consenta di accedere a prezzi molto più competitivi, tali da garantire la prosecuzione delle attività nella fase di transizione che porterà l’azienda ad una riconversione delle produzioni. Era prioritario, prosegue, agevolare un confronto tra i soggetti in campo, con l’obiettivo di affrontare in modo stabile ed efficace il problema del costo dell’energia, per salvaguardare il lavoro e programmare il rilancio del polo industriale del Sulcis, che consideriamo di assoluta importanza.»

«Oraaggiunge Christian Solinasl’azienda deve fare la sua parte. Abbiamo preso atto del progetto di riqualificazione della produzione con un ambizioso programma di riconversione degli impianti, e confermato il nostro impegno ad accompagnare l’azienda ed i suoi lavoratori nella fase di transizione, come stabilito fin dal mese di ottobre. La Regione ha un interesse diretto a mantenere nel Sulcis Iglesiente la filiera della metallurgia non ferrosa ed è disponibile a realizzare qualsiasi intervento di propria competenza per il mantenimento del sito. Forme di protesta estreme quali quelle in atto conclude il presidente della Regione non devono lasciare insensibili. Nessun lavoratore sarà lasciato solo, la Regione metterà in campo tutti gli strumenti necessari per supportare le maestranze nella fase di riconversione industriale.»

Ancora sciopero tra i lavoratori degli appalti della Portovesme srl. Una protesta che ha origini lontane e che parte dalla fortissima svalorizzazione del Lavoro messa in campo negli ultimi anni dalla Portovesme srl, come mai accaduto in precedenza. La crisi determinatasi a causa degli aumenti del costo energetico, ha di fatto colpito la multinazionale, che nel corso di 12 mesi è stata costretta ad affrontare una crisi in conseguenza del costo energetico passato da poco più di 20 € sino a quasi 800 € Mwh, una conseguenza, figlia delle scelte “poco attente” dell’amministratore delegato della Portovesme, il quale, scegliendo di acquisire l’energia dal mercato europeo, al costo del giorno prima, ha rinunciato definitivamente alle garanzie che generalmente si ottengono, attraverso accordi a lungo termine, esponendo così le migliaia di lavoratori al rischio economico e occupazionale. Scelte che, se aggiunte all’attacco portato nel corso degli ultimi anni al mondo degli appalti, attraverso la ricerca spasmodica del miglior profitto, attraverso il massimo ribasso, che si sono traditi, da una parte nel raggiungimento dell’obiettivo, di produrre allo stesso modo con un numero di lavoratori inferiori e dall’altra di indebolire sino al limite dell’umiliazioni i lavoratori degli appalti, costretti a vedersi ridotti i diritti e le tutele in continuazione.

Le fermate degli impianti annunciate, hanno di fatto ridotto le lavorazioni da effettuare, portando in questi giorni, le aziende operanti all’interno della Portovesme srl, ad aprire le procedure di cassa integrazione, con un numero di persone occupate al lavoro, talmente esiguo da rischiare ogni giorno uno sciopero o una protesta. L’ultima iniziativa di sciopero è conseguenza del taglio degli appalti che coinvolge nella stessa commessa, SKV, GSMI, FM e SCS. Un appalto passato da 200 a 76 persone, che difficilmente può soddisfare le aspettative di occupazione richieste dai lavoratori.

L’iniziativa di ieri ha visto trovare soluzione, attraverso il consenso e d’accordo con le aziende coinvolte, attraverso la suddivisione delle lavorazioni, con le aziende che anticiperanno la cassa integrazione e che utilizzeranno le ferie, e la Cigo per superare la mancanza di lavoro in questi due mesi di difficoltà che ci aspettano.

Una soluzione provvisoria, che se non vede coinvolge la Portovesme srl è del tutto insoddisfacente. Per tali ragioni, le segreterie dei metalmeccanici di FIOM, FSM e UILM, nel proclamare lo sciopero del giorno 27/02/2023, confermano lo stesso per il giorno odierno, pur apprezzando il massimo sforzo effettuato per il raggiungimento del risultato parziale delle aziende in appalto, chiedono con carattere di urgenza una soluzione definitiva alla vertenza, che deve trovare soluzione attraverso un costo energetico che dia garanzia produttive alla Portovesme srl, la quale deve rioccupare le persone tutte, senza se e senza ma, da subito, in modo dignitoso.

Segreterie Territoriali FIOM FSM UILM Sulcis-Iglesiente

La crisi alla Portovesme srl precipita. Stamane quattro lavoratori sono saliti sulla ciminiera dell’impianto Kss, a 100 metri di altezza, da dove hanno annunciato che non scenderanno fino a che non saranno state trovate soluzioni alla vertenza dello stabilimento, esplosa fragorosamente negli ultimi mesi in conseguenza del caro energia. La fermata di alcuni impianti mette a rischio 1.300 buste paga.

Le segreterie dei metalmeccanici FIOM, FSM e UILM hanno confermato per oggi lo sciopero proclamato ieri, e pur apprezzando il massimo sforzo effettuato per il raggiungimento del risultato parziale delle aziende in appalto, chiedono con carattere di urgenza una soluzione definitiva alla vertenza.

Stamane davanti all’ingresso dello stabilimento, si respirava l’aria dei momenti più critici che riportano indietro nel tempo, alle grandi vertenze per il lavoro che hanno caratterizzato il territorio del Sulcis Iglesiente.

Allegata l’intervista realizzata con Fausto Durante, segretario regionale della CGIL.

 

Anche quest’anno Buggerru, con la gara Buggerru Surf Trophy, ospiterà la prima tappa del tour dedicato ai giovani assi delle onde. Il waiting period, il periodo di attesa della mareggiata giusta, programmato tra il primo marzo e il 14 aprile, si apre però già con il primo allerta. Il contest potrebbe svolgersi già tra giovedì due e sabato quattro marzo.

Il surf agonistico italiano è pronto così a dare spettacolo e divertimento: la costa di Buggerru, piccola cittadina perfettamente incastonata nella costa sud occidentale dell’Isola, ospiterà oltre un centinaio tra atleti, coach e accompagnatori per il primo appuntamento del campionato (quattro tappe totali) organizzato dalla federazione Surfing Fisw. Per il Buggerru Surf Trophy si tratta di una riconferma, con un’organizzazione che ha saputo fare dell’abbondanza di onde e di una location accogliente e ospitale un punto di forza, tanto da essere sostenuta dal Comune di Buggerru.

Il periodo di attesa della tappa sarda è di circa un mese e andrà complessivamente dal primo marzo al 14 aprile, con una finestra di “no-call” tra il 21 ed il 30 marzo per permettere lo svolgimento di un raduno federale dedicato proprio alle categorie juniores. Tuttavia il waiting period si apre con il botto: una consistente e lunga perturbazione sta interessando il mar Mediterraneo ed il Buggerru Surf Club, che organizza l’evento, ha deciso di mandare già il primo allerta di gara da giovedì due a sabato quattro marzo. Se le previsioni saranno confermate, sarà dato il via definitivo selezionando i giorni migliori.

Il contest si svolgerà nella spiaggia del paese, accanto al molo del porto. Quattro le categorie in gara, maschili e femminili: under 18, under 16, under 14 e under 12.

«Promuovere il surf nelle fasce di età più piccole è sempre una grande soddisfazione commenta il presidente del Buggerru Surf Club e contest director Simone EspositoBuggerru ha una grande tradizione di surf e di gare, anche per le buone condizioni a cui siamo abituati, e proprio queste stiamo aspettando: è in corso un forte movimento depressionario che sta portando onde in Sardegna. La mareggiata potrebbe ruotare e assestarsi con una direzione più netta da nord-nord-ovest, consentendoci, se tutto sarà confermato, di chiamare la gara molto presto.»

Oltre al surf praticato in acqua, quest’anno gli atleti avranno anche l’opportunità di approfondire aspetti più tecnici. Al termine della prima giornata di gara, nel locale Ex Centrale alle ore 18.45 si parlerà di fluidodinamica con Riccardo Rossi, fondatore di RED Fluid Dynamics e consulente di Futures Fins. Rossi parlerà dell’importanza delle pinne, come funzionano e come poter sceglierle al meglio anche grazie all’approccio scientifico della CFD (fluidodinamica computazionale), una tecnologia usata già da decenni in sport come la Formula 1 e l’Americas Cup ed introdotta per la prima volta da RED nel mondo del surf.

 

 

Sale sul podio per la nona volta l’azienda di Villacidro Masoni Becciu, che anche per questo febbraio si aggiudica il primo posto nel concorso oleario organizzato a Verona Sol d’oro (giunto alla XXI edizione). In realtà i premi sono stati due: Cuncordu, si è aggiudicato Il Sol D’oro come miglior olio biologico al mondo, e Alphabetum ha conquistato Sol D’argento come miglior olio extra vergine al mondo.

Sol d’Oro è il concorso oleario internazionale in blind tasting più importante al mondo. Organizzato da Veronafiere fin dal 2002, con l’obiettivo di valorizzare i migliori oli extravergine territoriali di tutti i Paesi produttori e di promuoverli in chiave commerciale. La storia del concorso inizia però già nei primi anni ’90, con il Leone d’Oro.

A febbraio di ogni anno a Verona si svolge Sol d’Oro Emisfero Nord come anteprima di Sol&Agrifood, il Salone internazionale dell’olio extravergine di oliva e dell’agroalimentare di qualità.

La premiazione si terrà il 2 aprile nel salone di Agri Food con il Vinitaly e con le autorità nel palazzo Bra di Verona il 4 aprile.

San Giovanni Suergiu si conferma “Comune Riciclone” con l’82% di raccolta differenziata. L’attuale appalto, avviato nel mese di settembre 2018, ha permesso di raggiungere in breve tempo risultati molto positivi in termini di percentuali di Raccolta Differenziata, ribaltando la situazione rispetto al periodo precedente: partendo da una percentuale inferiore al 65%, soglia minima di legge imposta dalla Regione Sardegna, registrata nella prima metà del 2018, San Giovanni Suergiu ha raggiunto valori che hanno sfiorato l’80% nel mese di dicembre dello stesso anno. Il risultato più premiante è stato raggiunto nel 2019 con una percentuale dell’84% che ha permesso al Comune di ricevere il premio conferito da Legambiente di “Comune Rifiuti Free” e di “Comune Riciclone”. In termini economici, inoltre, il raggiungimento di una così alta percentuale di differenziata ha permesso di usufruire della cosiddetta premialità concessa dalla Regione Sardegna, che consiste nel dimezzamento del costo di smaltimento del secco indifferenziato, nonostante il progressivo aumento dei prezzi da parte degli impianti di smaltimento. Questa premialità si è tradotta in un risparmio di circa 30mila euro per le casse comunali e, di conseguenza, per i cittadini. Si tratta di un importante risultato raggiunto grazie a un lavoro di sinergia tra gli uffici, l’Amministrazione ed il gestore del servizio. La pandemia degli ultimi anni e la normativa sulla gestione dei rifiuti prodotti da nuclei familiari positivi e/o in quarantena, ha comportato un fisiologico abbassamento delle percentuali di RD, in quanto tutti i rifiuti dovevano essere conferiti in maniera indifferenziata nel secco. Tuttavia, anche per l’anno 2021, il comune di San Giovanni Suergiu si è confermato virtuoso raggiungendo una percentuale superiore all’82%. Si è avviata in fase sperimentale la lettura del microchip (Tag RFID) inserito nei mastelli per arrivare all’applicazione della tariffa a tributo puntuale, nel rispetto delle indicazioni impartite dalla Regione Sardegna, che invita i comuni all’adozione di strumenti economici incentrati sul principio comunitario “chi inquina paga”.

«Nel corso della gestione ha detto il sindaco Elvira Usaie anche su segnalazione dei cittadini, sono state evidenziate alcune criticità che contiamo di risolvere col nuovo progetto: si tratta nello specifico di servizi ricompresi nell’appalto, come quello del diserbo, che occorre potenziare al fine di garantire un maggiore decoro urbano.»

A breve verrà organizzato un tavolo di lavoro per programmare il nuovo appalto e migliorare il servizio, valutando soluzioni volte a colmare le lacune del capitolato precedente. In previsione della scadenza dell’attuale contratto nell’agosto 2023, gli uffici hanno predisposto un questionario da sottoporre ai cittadini con l’obiettivo, da una parte, di conoscere il gradimento dell’utenza rispetto al servizio offerto negli ultimi quattro anni e mezzo, e dall’altra di valutare suggerimenti per la predisposizione del nuovo appalto.

«Si tratta di un importante strumentoha aggiunto l’assessore dell’Ambiente, Camilla Melis che ci permette di coinvolgere i cittadini nella predisposizione del nuovo appalto: vogliamo che sia un servizio funzionale che risponde ai bisogni degli utenti, per questo motivo abbiamo necessità in questa fase di coinvolgere i cittadini, di conoscere quali siano le loro esigenze e di valutarle, per migliorare e potenziare il servizi.»

Al questionario, che sarà disponibile dai prossimi giorni, sarà data massima diffusione: sarà possibile compilarlo online accedendo dai link disponibili sul sito istituzionale del comune di San Giovanni Suergiu e sulla pagina Facebook o scansionando l’apposito QR code affisso nelle bacheche comunali del centro e delle frazioni. Verrà inoltre messo a disposizione in formato cartaceo e potrà essere riconsegnato a mano.