22 December, 2025

Carbonia non somiglia a nessun’altra città. Se le linee architettoniche razionalistiche, che comprendono le pietre della trachite locale, la fanno somigliare ad altri centri fondati in epoca fascista, rimane una città differente da quei luoghi. Carbonia è unica e non somiglia, a guardare fino in fondo, a nessun’altra città dell’epoca e dei modi delle fondazioni fasciste.
Se la struttura urbanistica, ampliatasi nel tempo fino a inglobare alcuni rurali nuclei sparsi, ha fatto dimenticare l’impianto urbano di un preciso razionalismo, gerarchico e piramidale, che la rendeva simile ad altri luoghi di fondazione fascista, i corpi e la carne della città, che hanno dato forma umana al suo corpo sociale, hanno invece creato importanti differenze culturali, antropologiche. Tali differenze culturali l’hanno fatta diventare una città di democrazia popolare, storicamente capace di produrre, in certi tempi e in certi modi, umanità solidale davvero speciale.
Carbonia democraticamente solidale, infatti, cresceva e faceva crescere l’Italia con le sue risorse energetiche, carbonifere e di cultura politica, nella ricostruzione dopo i disastri del fascismo bellico, coloniale e imperiale in Africa, alleato del nazismo razzista in Europa. Faceva crescere la Sardegna in una stagione di Rinascita per l’elettrificazione delle campagne, fino a un’industrializzazione progettata e richiesta non più monocolturale e non solo di base, ma mai ottenuta e avverata. La città terziaria e di servizi rimaneva senza un’integrazione fra agricoltura e industria. Continuava a soffrire la scissione che aveva storicamente caratterizzato la modernità dell’industrializzazione mineraria nell’Isola: una modernità doppiamente monca, sia per il mancato sviluppo industriale manifatturiero e sia per la mancata integrazione industriale con l’agricoltura, complessivamente condannata a rimanere nelle temporalità delle esperienze tradizionali, o appena meccanizzate. Furono tempi di frizioni e di conflitti, in parte persi al traguardo, ma vinti in certe tappe parziali che consentirono alla città una vita unitaria, per quanto ripetutamente tormentata da esodi dolorosi e da patimenti di chi rimaneva.
Carbonia è una città che ancora patisce, a suo modo. Il pathos è visibile in chi e in ciò che rimane, invisibile in chi e in ciò che se ne va. La città che aveva fatto nascere la bella democrazia solidale in parte non c’è più e non ha onore di memoria nel presentismo dominante, in parte è invecchiata e si è infragilita, specie nelle forme organizzate dei partiti e dei sindacati. Carbonia sembra, pertanto, somigliare alle tante città dette post-industriali per dare uno stato definitivo al fallimento di una nuova modernità: diventata neoliberistica, capace tanto di altissimi profitti quanto di ridurre in polvere l’attuale modernità di luoghi e persone indifferentemente superflui, eccedenti o al massimo marginali. Tuttavia, nelle difficoltà del poter vivere Carbonia patisce con un eccezionale numero di associazioni di volontariato, con varie innovazioni produttive specialmente artigianali, con eccellenze più o meno diffuse e offuscate, ignorate o perfino ostacolate, in vari campi non solo professionali. Molti elementi della storica solidarietà, che conteneva una seria gerarchia di competenze, sono stati in gran parte sostituiti da prevalenti e conservative clientele da basso mercato di libere e contrastanti povertà. Carbonia patisce a suo modo, lasciando spazi di drammatiche solitudini: senili e ancora memori di arditi cambiamenti un tempo resi possibili, giovanili e dispersi in progetti che non hanno né futuri né luoghi di riferimento possibili in una dimensione collettiva di effettuazione e di valorizzazione. Soffre la mancanza di relazioni capaci di dialogare in modi e con obiettivi unitari, adeguati alla portata dell’attuale crisi.
Carbonia appare come un luogo di modernità in polvere, in cui i partiti sono insieme causa locale di crisi ed effetto critico della globalizzazione neoliberistica avanzata. Pertanto, i partiti democratici sono di fronte a una doppia sfida che riguarda una doppia drammatica crisi: la loro crisi e la crisi della città. I partiti sembrano finora incapaci di proporre un progetto unitario di mobilitazione per impegni non solo elettorali, ma di più lungo tempo per un futuro ecologico durevole: in cui la salute individuale sia anche condiviso bene sociale, l’istruzione permanente avanzata sia avanzamento del benessere condiviso, la salubrità ambientale locale sia dono di salute e di vita al mondo, non solo umano.
Carbonia, nella sua drammatica crisi di impoverimento e di indebolimento, possiede più di quanto i partiti democratici sappiano ora rappresentare ed esprimere con schieramenti e sondaggi certo utili, ma limitati a scelte emergenti e incuranti di chi e ciò che è in ombra e silente nella città, invisibile e muta anche nei rari e ormai virtuali discorsi pubblici.
Carbonia ha bisogno di modi ampiamente e chiaramente concertativi su obiettivi di alto profilo economico, politico e culturale, popolarmente condivisi per agire altrimenti, cioè in altri modi e con altra mente rispetto al recente passato. Quanto alle qualità, mai garantite a priori ma certo individuabili, devo considerare che le candidature emerse nei sondaggi sono forse ottime per tempi normali, ma non appaiono adeguate a un’impresa eccezionale, come la crisi di Carbonia richiede. In questa fase difficile, sarebbe meglio per la città che tutti – partiti, liste, candidate e candidati progressisti – valutassero l’importanza di un periodo di esperienze formative e rafforzative degli attuali possibili candidati, in modo che queste e questi, traendone beneficio, potessero ora fare perno su un’esperienza unitaria con un sindaco di provata qualità nel passato, e aperto all’innovazione e alla sperimentazione per la guida di una squadra in formazione.
Vorrei esser estremamente chiara, come non si usa più in politica. Carbonia e il Sulcis hanno espresso persone di alto profilo politico, regionale e nazionale. Ha dato politici che sono ancora, in tutta evidenza, risorse importanti nei futuri quadri istituzionali a scala sovralocale. Fra queste persone, a mio avviso, si dovrebbero ora necessariamente creare le condizioni politiche per poter chiedere ad Antonangelo Casula – ex sindaco della città ed ex sottosegretario nazionale di ben provata esperienza – uno straordinario e generoso cimento, unitario e avanzato, per coagulare e guidare una squadra attiva e innovativa in Giunta e in Consiglio comunale. Se, come pare, la squadra avrà buoni elementi, il suo impegno sarà alleggerito e meno oneroso. Il sondaggio ha attraversato altri universi di domande e di preferenze emergenti, ed è stato utile entro quei limiti. Ma le scelte politiche devono ora tener miglior conto, con un trasparente e ampio accordo politico progressista, di altre variabili connesse alla forte crisi ambientale e sanitaria e al sopraggiunto dinamico contesto nazionale ed europeo, con le repliche della pandemia in corso. Si tratta ora di considerare differenti universi di riferimento rispetto ai quali la politica locale, pur tenendo conto dei sondaggi con i loro pregi e limiti, a mio avviso deve andare assai più avanti. Mi preme, pertanto, l’onestà intellettuale di rendere pubblica la mia opinione, per quanto poco possa esser fatta valere.
Giungo ai nuovi modelli proposti per la città. Mi riferisco, fra questi, specialmente a qualcuno abbozzato in eccellenti consultazioni fra chi non abita più in città, promosse da Tore Cherchi per contribuire validamente alla stesura del programma elettorale dello schieramento progressista, guidato dal PD. Non conoscendo gli esiti di quanto si è detto, mi limito ad alcuni temi e concetti su cui può essere interessante stimolare utili confronti. La nozione di capitale umano, attribuita ai residenti in città, pare a me chiaramente economicistica. Precisata non a caso dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), con cui l’amministrazione comunale potrebbe istituzionalmente dialogare, tale nozione e relativo lessico richiedono che teniamo realisticamente conto anche dei limiti di tali assunti. Preferisco, pertanto, il riferimento alle risorse umane, intese come ampio complesso di capacità, non tutte monetizzabili, da valorizzare incessantemente nel corso della vita individuale e comunitaria.
Il modello, proposto da qualcuno, di città accogliente specialmente a partire dagli anziani, come città d’argento o silver city, ha indubbiamente un’aura positiva, perché capovolge certe debolezze demografiche senili, facendole diventare risorse pregevoli. Un altro modello urbano, sostenuto dallo sviluppo prevalente delle tecnologie digitali, presenta qualche lato debole. Inoltre, chiamare Carbonia città di fondazione digitale, richiama la fondazione fascista, e ne marca in contrappunto l’alternativa democratica. La fondazione digitale alternativa può avere una sua immediata presa di consenso. Ma il digitale può essere usato anche in vari modi antidemocratici, come si sa. Quindi, a mio avviso, o si qualifica la scelta di usi digitali democratici, oppure è preferibile chiamare Carbonia città dell’innovazione democratica, anche telematica. Si possono con quest’ultimo titolo più generale comprendere meglio, forse, anche altre innovazioni di processo e/o di prodotto, oltre o insieme allo sviluppo informatico in vari settori, politica istituzionale compresa. Si può situare nell’innovazione istituzionale anche il nuovo assessorato comunale per le relazioni con l’Europa, com’è stato proposto da qualcuno assai utilmente. In ogni caso, pensando a un’attraente città residenziale e turistica, a partire dai servizi sanitari e sportivi per tutte le età, non possiamo dimenticare Portovesme, anche in rapporto ai profili professionali specialistici necessari al territorio, attraverso un ben orientato Istituto Tecnico Superiore di cui si è parlato. Lo sostengo vivamente, insieme al dialogo e  all’integrazione formativa fra le due culture, umanistica e scientifica. A tal proposito, non possiamo tacere sui modi e sui tempi di transizione ecologica delle industrie energivore. Non possiamo non vedere, non dire, non indicare nel documento programmatico, precise soluzioni ecologiche per risolvere, anche nella transizione, tanti patimenti per poter vivere, vissuti in città. In breve, non mi pare utile rafforzare la città sul piano residenziale e digitale, lasciandola debolmente definita sul piano produttivo.
Dobbiamo, a mio modo d’intendere, mettere in vista e in opera, concretamente e innovativamente, i saper fare ora inutilizzati degli operai con i sussidi di cassa integrazione, e specialmente delle donne e dei giovani senza lavoro, insieme ai limiti del reddito di cittadinanza, rispetto alle politiche attive del lavoro.
Non possiamo ignorare specialmente certe utili caratteristiche del lavoro di cittadinanza proposto da Anthony Atkinson, il maestro di Thomas Piketty, nei suoi studi economici sulle diseguaglianze. Tali lavori di attiva cittadinanza potranno addensare vecchi saper fare, affinché siano riqualificati e innovati tecnicamente nella stessa transizione ecologica.
Dobbiamo dar voce a nuovi protagonismi, renderli visibili e attivi, coagularli per dar loro forza e valore, invertendo la rotta dello spreco delle spese italiane in istruzione, pubbliche e private, quando ne beneficiano soltanto altri Paesi, accogliendo in modo irreversibile giovani con l’istruzione avuta da noi.
Dobbiamo cambiare i percorsi dei talenti di tante donne e di tanti giovani, assumendoli come beni comuni ora polverizzati in insicure partite iva, ora sbriciolati in lavoretti precari della gig economy, nella disoccupazione e nella inoccupazione diffusa, più o meno dequalificata e occultata, destinata ancora una volta agli esodi che impoveriscono sempre di più tutte noi e tutti noi in Sardegna, insieme alla città di Carbonia.
Dobbiamo dar vita a una campagna elettorale di immediato respiro territoriale e regionale, ma anche nazionale ed europeo, che mobiliti insieme persone e istituzioni, specialmente universitarie e di ricerca, per realizzare, subito e in progress, precisi e qualificati progetti che caratterizzino la nuova Carbonia grande produttrice di innovative energie durevoli, democratica e innovativa.
In breve, le soluzioni che interessano il modello della futura città, innovativa e attrattiva, può sorgere anche, ma non esclusivamente, da nuove matrici di residenzialità, attrattive di anziani, e anche da caratterizzanti e diffusi usi democratici del digitale. Tuttavia, i progetti locali devono assicurare alle giovani e ai giovani un modello aperto proprio per i loro cimenti, per nuove e diffuse opportunità adatte a mettere in opera e in valore nella città di Carbonia i loro talenti, emarginati e offesi. Gli obiettivi per la città devono saper unire i piani delle innovative attività industriali e artigianali, integrandoli con i progetti agro-pastorali, specialmente agro-alimentari biologici, con energie rinnovabili anche nella fase di transizione e di digitalizzazione. I bisogni e i propositi emergenti, anche infrastrutturali, devono accomunare nel produrre progetti realistici. Devono possedere elementi di tale fattibilità da assicurare alla città il ruolo di grande produttrice di innovative energie durevoli: tecnologiche ed economiche, intellettuali e scientifiche, culturali e artistiche, sapendo far emergere, antropologicamente, continuità e disgiunzioni aggreganti, rispetto all’eccellenza del patrimonio culturale ereditato e ultimamente lasciato inerte e nell’incuria: energie capaci di impegnare in modi solidali per il miglior futuro della città, anche chi ne vive fuori, ma si porta Carbonia dentro, nella mente e nel cuore.

Paola Atzeni

Martedì 31 agosto, presso la Biblioteca Comunale spazio esterno del Parco di Villa Sulcis, Livy Former presenterà “Il ghiaccio nel cuore”. La presentazione rientra nel programma della rassegna Biblionotte, giunta alla seconda edizione. Dialogherà con l’autrice Anna Paola Peddis.

Livy Former scrive libri destinati prevalentemente a bambini e ragazzi o con i giovani come protagonisti. Nata in Sardegna da genitori immigrati nel nord Italia, ha vissuto a Milano città che ama e alla quale torna spesso presa da improvvisi raptus di nostalgia. E’ riuscita a realizzare il sogno di tornare nella terra d’origine e attualmente abita a Sant’Antioco. Tra le sue pubblicazioni: Marlina dei misteri, Paoline, Il baule dei grandi sogni e delle piccole cose, Gruppo Mursia, Caracollo Express, Edizioni Campanotto, nel 2009 I lunghi capelli di zia Caterina, L’Isola dei ragazzi, nel 2013 Un fantasma a merenda, Kaba Edizioni, nel 2014 Il serpente e la farfalla, Edizioni Leucotea. Con Condaghes ha pubblicato Nemici, porci e principesse (vincitore della sezione ragazzi del Premio Alda Merini 2017) ed il primo volume della saga fantasy Oltre i confini di Hindamoor.

“Il ghiaccio nel cuore”  è un romanzo avvincente ambientato in Sardegna. Una vicenda familiare che fa rabbrividire, che vede tra i protagonisti Nora figlia di una madre che la respinge e non vuole avere alcun rapporto affettivo con lei. Tanto lontana da lei da tenerle nascosta l’esistenza di un fratello prematuramente scomparso, che scopre grazie ad una sua coetanea: “Mia mamma dice che non somigli per niente a tuo fratello”. “Io non ho fratelli – rispose stupita“. Decisa a indagare sulla morte del fratello, avvenuta più di vent’ anni prima, Nora scoprirà la storia di sua madre e il segreto che ha distrutto la sua famiglia.

“Quando siete felici fateci caso” è il titolo della sesta edizione de La Fiera del Libro Iglesias – Gonnesa – Portoscuso – Zeddiani, in programma dal 29 settembre al 4 ottobre 2021. La Fiera del Libro è un progetto dell’Associazione Argonautilus, progettazione a cura di 011solution; direzione Artistica di Maurizio Cristella, coordinamento generale di Eleonora Carta.

“Quando siete felici fateci caso” è una citazione di una frase di Kurt Vonnegut, tratta da una serie di conferenze che il geniale autore di distopie fantascientifiche come “Mattatoio n. 5” e “Ghiaccio nove” ha voluto dedicare al motore universale delle nostre vite: la felicità.

Il tema della Fiera del 2021 diviene un invito da mettere in pratica immediatamente: questa frase evocativa ha il potere di riportare l’attenzione sulla somma di piccole cose che – pur in momenti complessi e indecifrabili come quelli che ci troviamo a vivere – devono orientare il nostro agire ed il nostro essere su tutta la bellezza da cui siamo circondati. Come dice Vonnegut, «quando le cose vanno bene e tutto fila liscio, fermatevi un attimo, per favore, e dite a voce alta: Cosa c’è di più bello di questo».

Alla “Felicità” saranno orientati gli incontri con gli autori de La Fiera del Libro Iglesias – Gonnesa – Portoscuso – Zeddiani.

I partner della Fiera sono: Regione Sardegna, Fondazione di Sardegna, Arma CarabinieriComune Gonnesa, Comune Iglesias, Comune Portoscuso, Comune di Zeddiani, Università degli Studi di Cagliari.

Il programma de La Fiera del Libro si svolge dal 29 settembre al 4 ottobre con “Le colazioni d’Autore”, gli appuntamenti di RadioFiera, le Masterclass e gli incontri serali con gli Autori. Ci saranno mostre, approfondimenti, tavoli tecnici, laboratori e workshop per le scuole.

Gli ospiti di questa edizione saranno: Marcello Fois, Piergiorgio Pulixi, Annarita Briganti, Francesco Abate, Carlo Augusto Melis Costa, Ciro Auriemma, Mariangela Pira, Matteo Giusti, Eugenio Proto, Vindice Lecis, Marco Belli, Aldo dalla Vecchia, Bianca Garavelli, Roberto Van Heughten, Daniela Palumbo, Daniele Mocci, Luca Usai, Luigi Sanciu, Mario Boccia.

 Gli ospiti delle tavole rotonde e relatori saranno: Stefano Lamorgese, Matteo Colombo, Alessio Pavarallo, Fiorella Carta, Massimo Lumini, Rosario Russo,  Cristina Marra, Marco Belli, Mara Facchetti, Francesca Spanu.

Iniziative. “I raccoglitori di felicità”, evento per bambini a cura di Enrica Ena, formatrice e docente; “Il villaggio di Coda di Castoro” evento per bambini a cura di Argo Circolo Letterario; “La ricerca della Felicità” Istituto IPIA a cura di Betty Medde, formatrice e docente; “Laboratorio Altavoce – tecniche espressive per lettura consapevole con esibizione finale”.

La fiera si conclude tutti gli anni con una favola sinfonica che quest’anno sarà “il soldatino di piombo” di Andersen a cura del Circolo musicale “G. Verdi” di Iglesias.

I luoghi de La Fiera del Libro 2021 sono il centro storico di Iglesias, l’Antica Tonnara su Pranu di Portoscuso, S’Olivariu di Gonnesa e Zeddiani.

La Fiera si avvale delle seguenti partnership: Salone internazionale del Libro di TorinoElba Book Festival, Festival GialloGarda, Sicilia Niura, Festival Letterario del Monreale, e delle collaborazioni delle Biblioteche di Portoscuso, Masullas, Gonnesa e dei Sistemi Bibliotecari Rete Biblioteche Civiche TorinesiSBIS (Sulcis), Sistema Bibliotecario Joyce Lussu. E, ancora, in collaborazione con le Scuole: Istituto Comprensivo Angius Portoscuso Gonnesa, Istituto IPIA G.Ferraris Iglesias, Istituto Linguistico e delle Scienze Umane Baudi di Vesme Iglesias, Liceo Scientifico Asproni – Artistico Branca Iglesias, Istituto comprensivo Eleonora d’Arborea Iglesias; gli Editori: Graphe.it, Condaghes, S’Alvure, Scrittura Pura, WUM, SEM; le attività produttive: Consorzio Turistico per l’Iglesiente, Onda Service, S’Art; le librerie: Libreria Duomo Iglesias, Libreria Mondadori Iglesias, Libreria Le Nuvole Barcellona, Libreria StoryTelling Gonnesa; le associazioni: Argo Circolo Letterario, Associazione Elda Mazzocchi Scarzella, Casa Emmaus, Chine Vaganti, Circolo Gramsci Torino, Circolo Musicale Verdi, Circolo Sant’Efisio Torino, FASI Federazione Associazioni Sarde Italia, FIDAPA, Gruppo Teatrale Su Pranu Portoscuso, Museo dell’Arte Mineraria / Associazione Periti Minerari, Museo Genoni, Museo Masullas, Associazione Sa Fabrica Portoscuso, Hoppipolla Portoscuso; le Realtà Formative: Premio Morrione, Scuola Dante Norimberga, Scuola Baskerville Cagliari; i Media Partner: Radio Arcobaleno, FilmtheLife; RetePYM di Fiere e Festival.

Ieri sera, nel chiostro della chiesa medievale di San Francesco, ad Iglesias, in occasione del concerto conclusivo della settima edizione della Masterclass internazionale di bandoneon, sono stati consegnati i Testimonium alle pellegrine Abha Valentina Lo Surdo, conduttrice radiotelevisiva della RAI e reporter dei cammini proveniente da Roma e Devi Francesca Cillo, naturopata ed ideatrice del metodo Sauton proveniente da Barcellona per aver percorso quasi 300 km lungo il Cammino Minerario di Santa Barbara.

Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente della Fondazione Cammino Minerario Santa Barbara per aver collaborato, se pure marginalmente, con l’associazione Anton Stadler alla realizzazione dell’evento che ha portato ad Iglesias i più grandi bandoneisti di tutto il mondo.

Lo stesso Testimonium è stato inviato a Maria Pia Festini di Osimo e a Ivana Borghetto di Treviso che, pur non potendo partecipare all’evento, hanno condiviso la stessa esperienza di cammino con Abha e Devi.

Potito Ruggiero, 13 anni e due grandi occhi verdi, che guardano al mondo con una sensibilità particolare per i temi dell’ambiente, del riciclo, dell’inquinamento. Quell’ambiente che, i ragazzi come lui definiti e catalogati come “generazione Greta”, stanno provando a salvare, grazie a un coraggioso concentrato di idee, iniziative, e proteste portate avanti a gran voce.

Il monito dei giovani di oggi, rivolto gli adulti, è il titolo che ha scelto per il suo libro Potito Ruggiero: “Vi teniamo d’occhio. Il futuro sostenibile spiegato bene”, scritto in collaborazione con il giornalista e divulgatore scientifico Federico Taddia e con la consulenza scientifica di Elisa Palazzi.

«Siamo molto contenti di questa edizione 2021 del Festival, la manifestazione sta crescendo in quantità ma soprattutto in qualità. I numeri e gli ospiti parlano per noi. Potito Ruggiero è stata una bellissima e inaspettata sorpresa soprattutto dal punto di vista umanoha detto Matteo Puggioni presidente dell’associazione Incoro che da nove anni organizza il BAB è riuscito a fare da collante tra tutti i ragazzi che hanno partecipato al festival, fossero essi bambini molto piccoli o adolescenti, e trascinarli nel suo mondo, con una empatia che gli appartiene naturalmente. Si sono subito tutti interessati alla sua storia, alla sua figura e al suo impegno sociale, che lo sta portando in giro per tutta l’Italia, e anche loro ora dopo ora hanno iniziato ad appassionarsi a ciò che fa Ruggiero Potito. Ovviamente tutti i ragazzi di questa generazione sono informati dei temi dell’ambiente e della sostenibilità, ma trovarsi a un festival, che per loro è una festa, con giovani di tutta Italia e di altre nazionalità, a confrontarsi e condividere idee e possibili azioni concrete, a scambiarsi dunque il contatto e i contatti – che poi era il titolo e il tema del BAB – fare amicizia e ritrovarsi dentro un frullatore di nuovi stimoli, credo sia stata la vera magia di questa bellissima edizione.»

I numeri della Festa della letteratura Bimbi a Bordo 2021. Durante la manifestazione hanno transitato ai controlli anti Covid per l’ingresso agli spazi di incontro 5mila persone. E gli spazi allestiti in paese (Guspini) sono stati 15, nei quali si sono tenuti laboratori per bambini e ragazzi, incontri per adulti e docenti, da parte di 35 ospiti tra autori, illustratori e operatori di laboratorio. I bambini che hanno partecipato al BAB con iscrizione e registrazione avvenuta ai laboratori sono stati 1.500, e di libri venduti più di 700. La provenienza più distante degli ospiti: Londra, italiana Torino, sarda Olbia, e il tempo trascorso al festival dalle persone è stato mediamente di una intera giornata. Tutti i Beb ed i posti letto disponibili in paese sono stati occupati.

187 nuovi casi positivi al Covid-19 sono stati accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 2.633 test eseguiti (1.480 molecolari, 1.153 antigenici) (7,1%).

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 27 (+6 rispetto a ieri).

I pazienti ricoverati in area medica sono 227 (10 in meno rispetto a ieri).

Sono 7.655 i casi di isolamento domiciliare (127 in meno rispetto a ieri).

Si registrano 3 decessi. Due pazienti, un uomo e una donna entrambi di 90 anni, residenti nella provincia del Sud Sardegna, e un ulteriore paziente, sempre residente nella provincia del Sud Sardegna.

Nei giorni scorsi sono pervenute dal Servizio Centrale (istituito dal ministero dell’Interno Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, affidato in convenzione ad ANCI con il supporto operativo della Fondazione Cittalia), e dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), le note con le quali i Comuni titolari di progetti SAI sono stati informati della comunicazione inviata dal Delegato ANCI all’Immigrazione Matteo Biffoni, al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, in merito alla possibile ed auspicata collaborazione al piano di accoglienza dei cittadini afghani attraverso la Rete dei Comuni SAI.
Nella nota al Ministro si legge, infatti, che: «Con il progressivo ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan […], sono a rappresentarLe la disponibilità dei Comuni e di ANCI che, con il consueto senso di responsabilità, sono pronti a collaborare con il Governo per quanto si renda necessario al fine di garantire percorsi di integrazione pieni e duratori per i collaboratori afghani e per le loro famiglie e, al contempo, per tutelare i territori italiani attivando strumenti di accoglienza condivisi con i Sindaci».
La nota prosegue specificando che «è solo la rete dei Comuni SAI, infatti, che può attivare i necessari strumenti di supporto all’integrazione, attivando, attraverso i consueti strumenti previsti dal SAI, percorsi dedicati all’accoglienza di nuclei familiari. […] La rete conta su un’ampia esperienza pregressa, a partire dal 2015 […]».
«Iglesias da anni ha aderito con grande impegno e convinzione ai progetti di accoglienza e integrazione SAI, ed in passato SPRAR/SIPROIMIha spiegato il sindaco Mauro Usai -. Una scelta di solidarietà da parte della nostra Città, che ha aperto le sue porte alle tante persone in cerca di una nuova vita lontano dalla guerra e dalla povertà, in collaborazione con l’impresa Casa Emmaus Soc. Coop. che gestisce un progetto specificamente preposto all’accoglienza di famiglie e donne sole e con minori. Per questo motivo, dando attuazione al nostro mandato elettorale ed ai valori in cui crediamo, come l’attenzione per i più deboli, sui quali si fonda l’alleanza che amministra la Città, abbiamo espresso la nostra piena disponibilità a garantire l’accoglienza dei cittadini afghani arrivati nel nostro paese, come i collaboratori del contingente militare, della rappresentanza diplomatica e delle organizzazioni non governative, con le loro famiglie. Una maniera per garantirne la sicurezza e dar loro l’occasione di iniziare una nuova vita lontano dai pericoli della guerra, con l’auspicio che la situazione internazionale possa garantire una stabilizzazione dell’Afghanistan, in un processo di pace che, senza unilateralismi, faccia del dialogo il suo punto di forza, senza lasciare però in secondo piano le conquiste ottenute dalla società afghana negli ultimi anni, per quanto riguarda la legalità, l’esistenza di uno stato di diritto, la tutela delle minoranze e la condizione femminile.»
«Ospitare le persone che lasciano l’Afghanistan per fuggire dalla guerra rappresenta un gesto di grande umanitàdice l’assessora delle Politiche sociali Angela Scarpa -: che permetterà di coniugare solidarietà e accoglienza, senza far venire meno la sicurezza di tutti gli Iglesienti.»

Tristan Ganzerli, talentuoso esterno difensivo classe 2003, è un nuovo calciatore del Carbonia. Già nel gruppo di David Suazo dall’inizio della preparazione, è stato tesserato ieri dalla società guidata dal presidente Stefano Canu.

Studente al Liceo Classico, ha mosso i primi passi nel vivaio del Cagliari, e ha vestito poi la maglia della Ferrini. Nell’autunno 2019, all’età di 16 anni, è stato convocato nell’Under 17 della Lega Nazionale Dilettanti guidata da Calogero Sanfratello, nel raduno di Montichiari, in occasione della tappa del Road Show per i sessant’anni della LND, appuntamento durante il quale il tecnico siciliano ha lavorato insieme a 22 calciatori classe 2003 dei club di Serie D e dei campionati regionali.

Sia nella parte finale della stagione 2019/2020 sia nella passata stagione 2020/2021, Tristan Ganzerli è rimasto a lungo fermo a causa della pandemia, e quest’anno, quando ha ricevuto la chiamata del Carbonia, ha risposto con grande entusiasmo. Ha vestito per la prima volta la maglia del Carbonia nel secondo test precampionato, a Villacidro, disimpegnandosi bene sulla fascia sinistra, A Villamassargia, David Suazo lo ha tenuto prudenzialmente a riposo, insieme ad altri neo compagni di squadra, per qualche piccolo problema fisico.

 

 

Poste Italiane ha aggiornato gli annunci di ricerca di nuovo personale riguardante soprattutto portalettere, una figura molto importante e molto ricercata, che svolge il servizio di recapito della corrispondenza (lettere, pacchi, raccomandate, buste, documenti vari, etc.) sia ai privati che alle aziende. Alle selezioni possono partecipare i candidati in possesso del diploma di scuola media superiore o del diploma di laurea, anche triennale, ma non sono richieste conoscenze specialistiche. L’assunzione avverrà con contratto a tempo determinato a decorrere da settembre 2021, in relazione alle esigenze aziendali sia in termini numerici che di durata. Può concorrere alla selezione anche chi ha già partecipato ad una precedente selezione presso l’azienda, senza però essere stato contattato. L’inizio dell’iter di selezione, che sarà anticipato da una telefonata delle Risorse Umane Territoriali di Poste Italiane, avverrà secondo due modalità: la prima consisterà in una convocazione presso una sede dell’Azienda per la somministrazione di un test di ragionamento logico; la seconda attraverso una mail inviata all’indirizzo di posta elettronica (verificando anche nella cartella spam) che sarà indicata in fase di adesione al presente annuncio. L’e-mail conterrà l’indirizzo internet a cui collegarsi per effettuare il test e tutte le spiegazioni necessarie per lo svolgimento. Nella domanda i candidati devono indicare una sola area territoriale di preferenza, ed essere coinvolti in un processo di selezione solo se in possesso dei requisiti richiesti ed in relazione alle specifiche esigenze aziendali.

La domanda per la partecipazione alle selezioni deve essere presentata…

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://diariolavoro.com/poste.html 

«Il copione si ripete ad oltranza: la Regione Sardegna non riesce a presentare un bando di continuità territoriale aerea, la Compagnia di bandiera non può prevedere rotte da e per l’isola, e nel frattempo il Presidente Solinas e l’assessore regionale ai Trasporti Todde rincorrono l’ennesima proroga, in attesa di un bando che, a questo punto, chissà se mai arriverà. In queste condizioni, che persistono ormai da anni, ritengo sia corretto affermare che ad aver lasciato i sardi a terra, per l’ennesima volta, è la Regione Sardegna, e non la nuova compagnia di bandiera Ita, che, interessata alle rotte per l’isola, ha le mani legate e può soltanto stare a guardare gli sviluppi della vicenda: dal 15 ottobre infatti non è possibile acquistare voli da e per la Sardegna sul sito di Ita.»
A dirlo è il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Roberto Li Gioi, che aggiunge: «È incredibile e vergognoso che la Sardegna sia continuamente costretta a servirsi di proroghe richieste in extremis. È altrettanto inaccettabile il fatto che i cittadini sardi non abbiano possibilità di replica di fronte alle tante sparate della Regione a riguardo».
«Vorrei ricordare alcuni passaggi di questa vicenda, che ha assunto i contorni di una soap opera di basso livello: il 12 febbraio del 2020sottolinea Roberto Li Gioiil  presidente Christian Solinas dichiarava che gli uffici regionali erano già a lavoro per commissionare in tempi brevi uno studio a un primario advisor indipendente che avrebbe avuto il compito di certificare il dimensionamento del modello e la politica tariffaria. Pochi giorni dopo, il 20 febbraio di un anno fa, la Regione presentava invece come cosa fatta il sistema di doppia tariffazione per l’estate e l’inverno per residenti e turisti, proposto a seguito della bocciatura della tariffa unica. I sardi, secondo la Regione, avrebbero dovuto pagare per tutto l’anno 20 euro più tasse aeroportuali per Roma e 30 più tasse per Milano. Tariffe scontatissime, slogan di grandissimo effetto, ma di fatto fantasiose e inapplicabili.»
«Dovremmo ricordare tutto questo oggi per comprendere appieno su chi ricadono le responsabilità di questo ennesimo caos dei voliconclude Roberto Li Gioi -. Mentre Christian Solinas promette di trattare con il Governo con l’intercessione di Matteo Salvini per la risoluzioni delle problematiche sarde contenute in un fantomatico Dossier Sardegna. Le ennesime dichiarazioni ad effetto prive di riscontri reali. Sulla questione voli, infine, è molto più facile inoltrare quasi fuori tempo massimo l’ennesima richiesta di proroga che assumersi la responsabilità di redigere un bando di continuità territoriale aerea che rispetti i parametri richiesti dall’Europa, ma che di sicuro non rispecchierebbe le fantasiose condizioni promesse ai sardi da Solinas.»
Antonio Caria