23 December, 2025

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Sono 70 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, 10.613 i test eseguiti (tra molecolari e antigenici rapidi). Salgono a 41.306 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 778.916 tamponi. Il rapporto casi positivi-tamponi eseguiti segna per l’Isola un tasso di positività dello 0,6%.

Si registrano 4 decessi (1.170 in tutto). Sono 206 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (-4), 20 (+1) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 12.513. I guariti sono complessivamente 27.177 (+132), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 220.

Sul territorio, dei 41.306 casi positivi complessivamente accertati, 9.841 (+27) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 6.606 (+4) nel Sud Sardegna, 3.485 (+4) a Oristano, 8.205 (+21) a Nuoro, 13.169 (+14) a Sassari.

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Cortometraggi, laboratori e murales: procede il Conscer-SI, partito il 2 febbraio con un calendario di appuntamenti che si concluderanno a fine marzo. Il Progetto triennale, finanziato dalla Fondazione di Sardegna e organizzato dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo, insieme ai Comuni e le scuole, ha l’obiettivo di contribuire alla lotta al disagio sociale con particolare attenzione ai giovani dagli 11 ai 19 anni. I ragazzi sono stati coinvolti in attività mirate all’educazione artistica ed emotiva. L’arte, nelle sue diverse declinazioni, affiancate da percorsi di ricerca spirituale ed educazione emotiva sono gli strumenti attraverso i quali si intende realizzare l’obiettivo.

Il progetto prevede laboratori di yoga e teatro danza, che sono stati rimodulati per consentire il rispetto delle norme anti-covid. Si lavora anche all’aperto per la realizzazione dei murales nei Comuni di appartenenza: Teulada, Silius, San Gavino Monreale, Sant’Anna Arresi.

A Sant’Anna Arresi è stato appena concluso il murale dell’artista Bastardilla sulle pareti della biblioteca comunale. L’artista ha inoltre guidato i ragazzi della classe prima delle scuole medie nella realizzazione di alcuni murales, per abbellire l’edificio.

Procede intanto il laboratorio di cinema con gli operatori dell’associazione “Artisti fuori posto” finalizzato alla realizzazione di un cortometraggio sulle tematiche della sostenibilità ambientale.

San Gavino Monreale. Anche qui è stato attivato il laboratorio di cinema che vede i ragazzi impegnati con cadenza settimanale. I giovani, inoltre, guidati dalla docente e su indicazioni della muralista Camilla Falsini, stanno anche lavorando alla creazione di alcuni personaggi che potranno essere inseriti nel murale – che verrà realizzato nella settimana dal 9 al 16 aprile – sulla facciata della scuola.

Teulada. Le attività non sono ancora partite a causa della chiusura della scuola per alcuni casi di contagio da Covid-19. Prenderanno il via giovedì 11 marzo con la presentazione del film e del progetto. Dalla settimana successiva si partirà anche con il laboratorio di cinema a cura di Marco Gallus e finalizzato alla realizzazione di un cortometraggio.

Dal 13 marzo si procederà con la realizzazione di due murales uno per mano e opera dell’artista Crisa, l’altro a cura dei ragazzi della scuola media, guidati dall’artista.

Silius. Avviato nella seconda settimana di febbraio il laboratorio di Cinema che ha coinvolto alcuni giovani con disagio mentale accompagnati da operatori culturali. Insieme, e sotto l’occhio attento del regista dell’associazione Artisti fuori posto, realizzeranno un cortometraggio.

I carabinieri del Radiomobile della locale Compagnia nella giornata di ieri hanno arrestato, per furto aggravato in concorso, due loro vecchie conoscenze, rispettivamente di 29 e 22 anni, entrambi disoccupati. I due giovani sono stati sorpresi all’interno dell’Hotel Antas, sito in località Sant’Angelo del comune di Fluminimaggiore, mentre erano intenti ad asportare cavi in rame, per un peso complessivo di kg. 450 circa, dall’impianto elettrico della citata struttura ricettiva in stato di abbandono. La refurtiva è stata riconsegnata al legittimo proprietario, un 83enne imprenditore del luogo. I due arrestati sono stati condotti presso la caserma dei carabinieri di Iglesias e ristretti nelle locali camere di sicurezza, in attesa del processo per rito direttissimo.

I carabinieri si erano insospettiti allorquando, nel transitare dietro alla vecchia struttura, avevano notato una porta secondaria aperta e bloccata con una sedia. Avevano così intuito, anche per la presenza di un furgone poco distante, che qualcuno si potesse essere introdotto nell’edificio, con finalità tutte da accertare. Non è la prima volta che i due si fanno sorprendere a rubare rame in quell’immobile.

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Cresce ancora il numero dei positivi al Covid-19 a Portoscuso.

«Come preannunciato, informiamo la cittadinanza che purtroppo si è allargato ancora il nuovo focolaio individuato nei giorni scorsi, portando a 7 il numero dei concittadini ufficialmente positivi al virus. Dei 7 casi uno è ricoverato in ospedale e uno dei positivi è, purtroppo, un bambino non in età scolare. Rimangono 6 le persone in quarantena obbligatoria.»
Lo ha annunciato nella tarda serata di ieri il sindaco, Giorgio Alimonda, in un post pubblicato su Facebook.
«Proprio con l’entrata della Sardegna in Zona Bianca, documentiamo un pericoloso aumento dei casi ancorché localizzatoha aggiunto Giorgio Alimonda -. Quanto sopra, a riprova del fatto che occorre confermare il richiamo forte all adozione delle uniche misure che, per ora, ci possono preservare in tema di distanziamento, utilizzo della mascherina e lavaggio frequente di mani e superfici.»
«La maggiore libertà di movimento prevista non ci deve assolutamente far abbassare l’attenzioneha concluso il sindaco di Portoscuso -, pertanto, si conferma più che mai l invito anche alle forze dell’Ordine di intensificare i controlli e, se il caso, sanzionare i comportamenti fuori legge.»

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In questa fase della campagna vaccinale dove punti di vista differenti sembrerebbero legittimarenon scelte nelle nostre comunità professionali provinciali rispetto all’opportunità di protezione immunologica per sé e di prevenzione patologica per gli altri, non giudicando aprioristicamente le “non scelte” ma dovendone farcene carico, riteniamo istituzionalmente doveroso rilanciare il messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella quando richiama indistintamente tutti alla riflessione che «La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili».

Rappresentiamo una significativa porzione di chi opera a contatto con le persone fragili come chiunque esposto al virus così subdolo come il CoViD19, e a tutela dei diritti di quei cittadini prima che possano diventare assistiti proprio perché il virus non guarda in faccia nessuno, per intima convinzione prima ancora che per effetto delle prerogative ordinistiche che discendono dalle normative vigenti, vi invitiamo a condividere  i seguenti punti:

– La tutela del cittadino passa per la sicurezza che deve offrire l’infermiere nell’esercizio della professione. Un infermiere è un infermiere sempre e sempre deve mantenere un comportamento adeguato e consono anche al di fuori del lavoro, astenendosi ad esempio dal celebrare e sostenere anche nei nuovi mezzi di comunicazione attività che contrastano le evidenze scientifiche;

– Prendersi  cura della salute delle persone non è un lavoro “normale“, e alla base della scelta di vivere il mondo del lavoro e della sanità da infermieri e infermiere ci sono degli obblighi che derivano da norme che regolamentano l’ esercizio professionale, in primis il codice deontologico;

–  Gli artt. 1-9-10 del Codice Deontologico rafforzano l’agire dell’infermiere  secondo “scienza e coscienza”. Ad essi il professionista deve attenersi anche perché ha firmato un patto di salute con il cittadino e deve possedere e mantenere un corretto comportamento etico e deontologico;

–  Le libertà di scelta personale cessano nel momento in cui si mette a rischio la salute degli altri;

– La prevalenza della scienza e della coscienza sull’ignoranza e sui pregiudizi, è un valore prezioso;

Soprattutto in questo momento di contrapposizione non solo comportamentale ma anche dialettica, riteniamo corretto ascoltare tutti e vagliare qualsiasi punto di vista.

Ma a tutti rivolgiamo l’appello che, avendo gli Ordini una funzione di massimo interesse pubblico, in quanto enti sussidiari dello Stato a tutela dei cittadini, è opportuno affrontare e dipanare dubbi, porre domande e ricevere risposte, ascoltare e capire nel rispetto delle ragioni e dei ruoli degli interlocutori, avendo tutti ben presente che la salute non è un capriccio e che vaccinarsi è il primo e più importante gesto assistenziale che si possa dedicare al prossimo.

Abbiamo fatto una scelta professionale chiara ed incisiva che si riflette sulla qualità della vita dei cittadini e degli assistiti. La vaccinazione è ora. Se non ora, quando?

ringraziamo per l’attenzione, la collaborazione e lo spazio che vorrete riservarci

Graziano Lebiu Opi Carbonia Iglesias, anche per i Consigli Direttivi degli OPI Pordenone, Treviso, La Spezia, L’Aquila, Ancona

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Il 7 marzo prende il via il festival Liberevento, organizzato dall’associazione Contramilonga, dietro la direzione artistica del giornalista Claudio Moica.

Per festeggiare il decennale sono pronti a partire un’edizione in streaming del festival culturale e un concorso letterario. In attesa del clou, in estate, con gli incontri dal vivo.

Dal 7 marzo al 22 giugno l’edizione in streaming di Liberevento proporrà un cartellone di undici appuntamenti, tutti fruibili sulla pagina Facebook del festival. Tra gli ospiti sono in arrivo Antonio Caprarica, Jacopo Veneziani, Luca Telese, Francesco Abate, Sveva Casati Modignani, Giuseppe Conte ed Umberto Pelizzari.

Da quest’anno l’associazione Contramilonga, il festival culturale Liberevento e gli eredi Rombi, con il patrocinio del comune di Calasetta, lanciano il Premio letterario nazionale “A vuxe de Câdesédda. In ricordo di Bruno Rombi”, dedicato al poeta e scrittore scomparso lo scorso anno, che dopo aver vissuto tanto tempo a Calasetta (dov’era nato) trasfuse in ogni sua opera il legame con la terra natia. Il premio, rivolto a scrittori e poeti di tutte le nazionalità, si articola nelle due sezioni “Poesia e racconti in lingua italiana” e “Poesia e racconti in lingua tabarchina”. E’ prevista anche una sezione speciale “Giovani” per bambini e ragazzi. 

 

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Un murale arricchisce il Centro di Aggregazione Sociale di Sant’Anna Arresi. L’opera, realizzata dalla street arts colombiana Bastardilla, ha come soggetto principale l’ambiente e in particolare il mare, elemento centrale nella vita del paese, e i pericoli legati al suo inquinamento. Attorno a questo primo tema, l’artista ha scelto di sviluppare l’opera al femminile, con riferimenti ai simboli tradizionali, ovvero alla maternità e al ruolo svolto dalle donne nella vita pubblica del paese. L’artista racconta che le sue fonti di ispirazione sono la percezione del mondo e la condizione femminile. Ama raccontare, attraverso le sue opere, la forza delle donne. Le sue rappresentazioni di donne sono spesso dei ritratti, tanto dal punto di vista fisico quanto dal punto di vista concettuale.

Un omaggio, quindi, a tutte le donne del passato e del presente, ma anche un auspicio per un futuro che le veda sempre più impegnate nella difesa dell’ambiente.

La realizzazione del murale è frutto della collaborazione tra l’amministrazione comunale locale e l’Associazione Enti locali per le Attività culturali e di spettacolo e si inserisce all’interno del progetto Conoscer-sì, progetto rivolto alla prima classe della scuola secondaria di Sant’Anna Arresi, impegnata in due laboratori: uno artistico, guidato dalla stessa Bastardilla, e uno cinematografico, ancora in corso, che porterà alla creazione di un cortometraggio, anch’esso finalizzato a promuovere la tutela e il rispetto dell’ambiente. L’amministrazione comunale di Sant’Anna Arresi è grata all’artista per l’impegno profuso nella realizzazione del murale e la giovane laureata Sara Uccheddu per l’accompagnamento nella realizzazione del progetto.

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Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha nominato il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. Al commissario uscente, Domenico Arcuri, il Premier ha rivolto i ringraziamenti del Governo per l’impegno e lo spirito di dedizione con cui ha svolto il compito a lui affidato in un momento di particolare emergenza per il Paese.

Il Generale Francesco Paolo Figliuolo, originario di Potenza, ha maturato esperienze e ricoperto molteplici incarichi nella Forza Armata dell’Esercito, interforze e internazionale.

Ha ricoperto l’incarico di Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa, dal 7 novembre 2018 è Comandante Logistico dell’Esercito.

In ambito internazionale ha maturato esperienza come Comandante del Contingente nazionale in Afghanistan, nell’ambito dell’operazione ISAF e come Comandante delle Forze NATO in Kosovo (settembre 2014-agosto 2015).

Il Generale Figliuolo è stato insignito di numerose onorificenze. Tra le più significative la Decorazione di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, la Croce d’Oro ed una Croce d’Argento al Merito dell’Esercito e NATO Meritorious Service Medal.

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La zona bianca ed un abbraccio tra madre e figlia tanto atteso, dopo lunghi mesi di distacco obbligato. La zona bianca non è solo una ritrovata libertà, un aperitivo in centro  o una buona cena al centro. Zona bianca è anche poter riabbracciare una mamma in degenza in una RSA, un momento tanto atteso.

Antonietta Mascia, 88 anni, di Carbonia, ha oggi potuto riabbracciare la figlia.

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Calcio…che bella parola! Pensarla e sognare è praticamente un tutt’uno. Il calcio è, nel mondo, lo sport più conosciuto e praticato, sia a livello amatoriale, sia professionistico. Sin da piccoli, tutti abbiamo dato “un calcio ad un pallone” ed anche “da grandi” se ci capita, passando in una piazza dove dei bimbi giocano a palla, non disdegniamo un passaggio ad un pallone che ci capita “tra i piedi”. Chi non ha mai desiderato diventare un campione, indossare la maglia della squadra del cuore o ancora chi non ha mai compilato l’album delle figurine dei calciatori. Che dire poi delle partitelle tra amici sotto casa, in spiaggia o alla ricreazione…chi non si è mai divertito così! Ma il calcio non è solo mero divertimento o, come alcuni credono “correre dietro ad un pallone”, il calcio è anche bandiera di valori importanti come il rispetto per l’altro e per le regole, la lealtà, la correttezza, l’impegno, la tenacia, il coraggio, la caparbietà, lo spirito di sacrificio, la forza del gruppo…il senso d’appartenenza! Per questo lavorano l’allenatore e tutto lo staff…per formare giovani calciatori facendoli crescere professionalmente, individualmente ed umanamente, dando loro valori sociali che eliminino qualunque forma di discriminazione, valori che imprimano l’importanza di fare gruppo, di creare quella complicità che porta, pian piano, a costruire una sinergia sempre più forte, dove anche le parole diventano superflue. E sicuramente hanno iniziato così anche i “nostri ragazzi”: partitelle tra amici, prima scuola calcio, prime partite importanti, sino ad arrivare ad oggi che militano in serie D.

Ovviamente, vi starete chiedendo di chi, in particolare, si sta parlando…un attimo e sarete accontentati! Il riferimento va alla rosa del “Carbonia Calcio” che, in questa stagione, porta il nome della città mineraria “in giro per mezza Italia”, facendone lustro e mostrando una faccia della città che, seppur tristemente segnata dalla crisi economica e dalla mancanza di lavoro, cerca di fare del suo meglio per regalare sogni e speranza in un futuro migliore. E, nonostante la pandemia e tutte le difficoltà che ne derivano, i ragazzi e l’intero staff, stanno veramente “brillando”, sino ad arrivare, con le ultime partite giocate e vinte con il Lanusei a Santadi (2 a 1) ed il Gladiator a Santa Maria Capua Vetere (4 a 2), a raggiungere il quarto posto, con ben 33 punti in 20 partite disputate.

Grande lavoro, grande gioia, grande soddisfazione ma anche tanti, tantissimi sacrifici ed un rammarico che più si va avanti, più cresce, che avanza di pari passo con il successo, legato ad una mancanza importante che il Mister della squadra, Marco Mariotti, sintetizza in una frase semplice ma incisiva: «Manca l’odore dell’erba del prato di casa», alla quale subito dopo aggiunge: «La palestra dove allenarsi, gli spogliatoi ed il proprio stipetto, il luogo sicuro dove prepararsi, dove potersi rifugiare per trovare la concentrazione e lo spirito giusto per entrare in partita». Dal mese di ottobre 2020, infatti, la squadra biancoblù, per via di un vecchio contenzioso con il comune di Carbonia, non si allena e non disputa più le partite in casa, nello stadio “Carlo Zoboli” della propria città, nel quale sono state scritte pagine gloriose ed incancellabili di oltre 80 anni di vita calcistica. Orfana di tutto questo, la squadra ne risente non poco, e si trova nella condizione di dover giocare “quasi in trasferta” per l’intero campionato, condizione complicata vieppiù dall’obbligo di giocare a porte chiuse. A “tamponare” l’incresciosa situazione, dopo aver “sudato” alcune volte presso lo stadio comunale di Villamassargia, Siliqua e Giba, è sopraggiunta l’ospitalità trovata nel campo Is Collus di Santadi, comune del Sulcis a circa 25 km da Carbonia, alla cui Amministrazione comunale si devono sentiti ringraziamenti per la sensibilità mostrata e l’attenzione riservata nei confronti della squadra del Carbonia Calcio. Un campo che presenta però delle difficoltà che penalizzano le prestazioni dei calciatori sotto diversi punti di vista: tecnico, tattico, atletico e, soprattutto, psicologico.

«Non esiste, infatti, alcun dubbio sul fatto che, giocare o fare una qualsiasi attività fisica, su un terreno “pesante”, bagnato e difficile da drenare, esponga a rischi di maggior affaticamento muscolare, così come un terreno parecchio irregolare, difficile da rullare proprio perché pesante, esponga a maggiori rischi di danni articolari, derivanti da appoggi incerti e più difficili da gestire da un punto di vista propriocettivo». A dimostrazione e conferma delle parole del mister Marco Mariotti, arrivano quelle del fisioterapista Christian Lai, che si unisce al coro di voci di tutto lo staff e della squadra al completo, nel ringraziare l’Amministrazione comunale di Santadi che ha offerto l’opportunità alla giovane e fiorente rosa della città mineraria, di poter proseguire il cammino sportivo verso vette sempre più alte.

Come fare ad ovviare a tutto questo e riportare la squadra “a casa”? Ma, soprattutto, cosa è stato fatto per evitare questa situazione che «allenamento dopo allenamento…partita dopo partita» diventa sempre più pesante? Lo abbiamo chiesto all’assessore dello Sport del comune di Carbonia, Valerio Piria, che si è dimostrato molto disponibile al dialogo, in quanto anche lui rammaricato dal fatto che la squadra della sua città di residenza, dove è nato e vissuto, dove ha uno studio professionale, dove è spesso presente per ragioni affettive e di lavoro, oltre che di impegno presso il Comune, non possa compiere il suo percorso sportivo nel calcio di calcio di appartenenza: lo stadio “Carlo Zoboli”. L’assessore racconta, menzionando date e documenti specifici, il suo impegno finalizzato a risolvere la diatriba con la società Carbonia Calcio. In uno dei documenti, datato 3 settembre 2020, indirizzato al coordinatore del Dipartimento Interregionale F.I.G.C., si legge la richiesta di avvio in deroga delle gare del campionato di serie D 2020/2021 presso il campo sportivo comunale “Carlo Zoboli” di Carbonia. Al suo interno si fa riferimento ad un verbale datato 13 luglio 2020, dove viene espressa la volontà dell’Amministrazione comunale ad effettuare la messa in opera dei lavori per l’omologazione della struttura per il campionato di serie D. Ancora in un altro documento datato 3 dicembre 2020, indirizzato all’assessore regionale dei Beni culturali, informazione, spettacolo e sport dott. Andrea Biancareddu, nonché al dott. Renato Serra, direttore generale dei Beni culturali, informazione, spettacolo e sport, la richiesta di finanziamento per manutenzione straordinaria dell’impianto sportivo sito in via Stazione, a Carbonia. E l’elenco degli atti amministrativi posti in essere per far sì che la squadra del Carbonia Calcio possa ritornare a “sudare” respirando l’odore dell’erba del prato del campo della propria città, continua, così come continua l’impegno dell’Amministrazione comunale di Carbonia nel cercare di risolvere quanto prima il problema. Documenti nei quali, più volte, viene evidenziato l’elogio per i prestigiosi risultati della squadra. A questo proposito, lo stesso assessore, orgoglioso del loro operato, dichiara di non essere disposto a “lasciare la palla” ma al contrario, insieme all’Amministrazione comunale, continuerà a cercare una soluzione.

Allo stesso modo, il presidente del Carbonia Calcio, Stefano Canu, a nome di tutto il team tecnico e dirigenziale, nonché di tutta la squadra, chiede all’Amministrazione comunale delle risposte, di capire quale possa essere la strada da percorrere per risolvere la situazione e riportare la squadra ad allenarsi e a disputare le partite «calpestando l’erba del campo di casa». Le risposte, società e squadra, le attendono dal mese di novembre 2020, momento in cui si sono interrotti i contatti, ripresi proprio in questi giorni. La proposta da parte del Carbonia Calcio consiste nel mettersi pagatore dei debiti contratti dalla vecchia dirigenza e degli insoluti sopraggiunti successivamente, non in un’unica soluzione, perché pur volendo sarebbe impossibilitata a farlo, ma impegnandosi ad onorare il debito ratealmente, sino alla sua completa estinzione. La speranza è che le interlocuzioni prendano finalmente la piega giusta e che, nel minor tempo possibile, la squadra possa “tornare a casa”. «Un grande ringraziamentosottolinea il presidente del Carbonia Calcio -, va alle Amministrazioni comunali di Villamassargia, Siliqua e Giba che ci hanno ospitato nei loro campi sportivi, in quanto senza di loro, il tutto sarebbe stato veramente ingestibile. Ancor più all’Amministrazione comunale di Santadi che ci accoglie ormai dal 7 gennaio 2021, permettendoci così di poterci allenare ed ospitare le squadre avversarie. Ora però è tempo di tornare allo stadio “Carlo Zoboli”, il nostro stadio, lo stadio della nostra città, dove è giusto che i nostri ragazzi vivano i loro momenti sportivi in serenità ed armonia, lo stadio sito a Carbonia…la città in cui loro risiedono, alla quale stanno regalando un sogno, con impegno e dedizione.»

La risposta arriva puntuale e precisa da parte della sindaca di Carbonia, Paola Massidda, che su nostra esplicita richiesta, ha delineato il percorso fattibile per la risoluzione dell’annoso problema. La società del Carbonia calcio dovrebbe inviare una proposta scritta in cui si impegna ad onorare il debito maturato nel corso degli anni, un’offerta supportata da una polizza fideiussoria che manifesti una seria volontà riscontrabile. Un piano di rientro rateizzato, che consenta alla società di riaprire in tempi brevi la porta di “casa”. A quel punto, una soluzione politica, con un’assunzione della responsabilità da parte di tutto il Consiglio comunale, consentirebbe di bypassare l’avvallo da parte dei dirigenti. Il Consiglio comunale varerebbe una norma legale riferita al caso concreto e specifico di cui si discute, trasparente e funzionale. Si passerebbe poi, in un secondo momento, ad un ulteriore accordo per la gestione dell’impianto sportivo che potrebbe anche essere condivisa con il Comune stesso. Esiste una forte volontà da parte dell’Amministrazione comunale di riportare la squadra, oggi 1 marzo 2021 quarta in classifica con 33 punti, ad allenarsi e disputare le partite in casa. Partite a cui la stessa prima cittadina avrebbe un immenso piacere di assistere, in quanto orgogliosa del percorso che stanno portando avanti ragazzi e staff, ma impossibilitata a risolvere una situazione senza “stare dentro” alla legalità. Ci si auspica, pertanto, che a breve possa esserci un tavolo tecnico, nel quale le parti in causa possano arrivare ad un accordo in grado di rendere merito agli addetti ai lavori, facendo tornare l’armonia e la collaborazione, in una città che merita di essere nominata per una cosa bella come lo sport, portatore di valori, in un tempo in cui, purtroppo, se ne contano sempre meno. In conclusione, una battuta della sindaca: «Aiutatemi ad aiutarvi!»

E, a proposito di aiuto, sarebbe bene, viste le difficoltà della società Carbonia Calcio e la proibizione di andare allo stadio per via dell’emergenza sanitaria determinata dalla pandemia, con conseguente mancanza di incassi da ormai quattro mesi, che tutta la città, con un piccolo contributo personale, si stringesse intorno alla squadra ed alla società, che sono impegnate a dare forma alla cornice di un sogno che, giorno dopo giorno, assume sempre più connotati reali che fanno volare in alto il nome della nostra città. Una città di gente umile, lavoratori, disoccupati, famiglie bisognose, persone in difficoltà…una città che deve riscattarsi ed ora ha l’occasione per farlo a portata di mano.

Infine, un augurio alla squadra: «Forza Carbonia, continua a farci sognare!!!»

Nadia Pische