21 December, 2025

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La segreteria della Funzione pubblica CGIL e la segreteria generale dello SPI CGIL insorgono contro l’accorpamento dell’Urologia del Sirai alla Chirurgia per liberare spazi per la creazione dell’Area protesta Covid.

I segretari Giovanni Zedde e Carla Piana, hanno inviato una nota durissima all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, al commissario straordinario dell’ATS Sardegna Giorgio Steri ed al direttore della ASSL di Carbonia Ferdinando Angelantoni, nella quale scrivono di aver esaminato il provvedimento adottato venerdì scorso dal direttore medico di Presidio ospedaliero, con il quale ha imposto nell’ospedale Sirai lo spostamento del reparto di Urologia all’interno di quello di Chirurgia, al fine di liberare spazi nei quali trattare eventuali casi sospetti Covid-19.

«Tale operazionescrivono Giovanni Zedde e Carla Piana -, ha comportato per entrambe le Unità operative una riduzione di posti letto per un totale di 14 unità (10 per la Chirurgia e 4 per l’Urologia). Non riteniamo ragionevole sgombrare un intero reparto per fare posto ad eventuali pazienti che devono essere ricoverati in attesa dell’esito del tampone, e che in caso di positività, dovranno essere trasferiti nelle strutture ospedaliere individuate per la cura di tale patologia. E’ tanto meno ragionevole quando questa operazione viene fatta in presenza di interi reparti vuoti come l’ex Ostetricia/Ginecologia ed il Nido.»

«Ci domandiamoaggiungono il segretario della Funzione pubblica CGIL e la segretaria generale dello SPI CGILcome si possano impartire delle disposizioni che comportano la concentrazione di pazienti e l’insieme dei dipendenti, medici, infermieri e Oss, contravvenendo alle indicazioni emanate dal ministero della Salute per il contrasto alla diffusione del virus. A tale fine, si ricorda che la norma di differire i ricoveri ospedalieri non urgenti ha anche la finalità di evitare condizioni di sovraffollamento nei reparti, le quali in questo modo vengono eluse. Quanto disposto non potrà che avere conseguenze negative per il funzionamento dei due Servizi che svolgono un’attività d’urgenza e di cura di patologie oncologiche, queste ultime preponderanti nel caso dell’Urologia, e individuate come prestazioni non differibili. E’ opportuno avere presente che le altre malattie non sono sparite e, purtroppo, non si muore solo di Covid-19.»

«Non intendiamo assistere inerti al taglio di ulteriori posti letto che sono già insufficienti e che ci vedono al di sotto dello standard nazionalesottolineano Giovanni Zedde e Carla Piana -. Considerata la diminuzione di posti letto della Chirurgia del Sirai, ci chiediamo dove la Direzione medica intenda trasferire gli eventuali pazienti della Chirurgia di Iglesias che non possono essere dimessi il venerdì, giorno di chiusura del reparto per via dell’organizzazione week surgery, forse nelle strutture pubbliche o private del Cagliaritano? Sollecitiamo ed attendiamo una risposta verosimile.»

«Troviamo assolutamente disdicevole il tentativo di portare a compimento l’accorpamento dei suddetti reparti utilizzando come pretesto le necessità derivanti dalla pandemia di Coronavirus, dando così seguito ad un progetto ereditato dalle Amministrazioni precedenti – concludono il segretario della Funzione Pubblica CGIL Giovanni Zedde e la segretaria generale dello SPI CGIL Carla Piana e chiediamo un deciso intervento dell’assessore regionale della Sanità, del commissario straordinario dell’ATS Sardegna e del direttore della ASSL di Carbonia, al fine di riportare la situazione allo stato precedente, restituendo la piena operatività delle Unità Operative interessate, in caso contrario, sarebbe palese la volontà di proseguire con la politica dei tagli e del ridimensionamento della Sanità pubblica nel nostro martoriato territorio e, pertanto, chiederemo una forte presa di posizione sia delle Istituzioni che della cittadinanza.»

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«Care concittadine e cari concittadini…»

Inizia così una lettera aperta inviata dal sindaco Pier Andrea Deias ai cittadini di Nuxis, molto preoccupati per la diffusione di notizie che riportano un caso di positività al Coronavirus tra i residenti del Comune, fino a due giorni fa non reso noto dalle massime autorità sanitarie.

«Colgo con piacere l’occasione per salutarvi con affetto. In questi tempi in cui la nostra esistenza è condizionata dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 e non possiamo incontrarci per via delle disposizioni di legge che limitano la nostra libertà e, soprattutto, del nostro senso civico che ci induce a porre in essere comportamenti responsabili e rispettosi della nostra e dell’altrui condizione di salute, volevo assicurarvi che l’Amministrazione e, ci tengo a dirlo, l’intero apparato comunale, sta lavorando, forse in silenzio ma sicuramente con grande impegno, per affrontare tutti gli aspetti di nostra competenza, correlati all’emergenza sanitaria in corso e alle sue ripercussioni in ambito sociale ed economico sulla nostra comunitàscrive Pier Andrea Deias ai suoi concittadini -. Al contempo voglio ringraziarvi e complimentarmi, per il grande impegno, il senso di responsabilità e la forza con cui state affrontando una situazione non certo semplice e, soprattutto, imprevista ed imprevedibile ma di ciò non avevo dubbi, l’abbiamo dimostrato in altre occasioni… quando siamo sotto pressione diamo il meglio (è una caratteristica di noi Nuxiaius). Sono orgoglioso di questo e mi piacerebbe lo fossimo tutti.»

«Ora vorrei precisare qualcosa per quanto riguarda la notizia trapelata domenica 19 aprile, rispetto alla quale il leader di Unidos Mauro Pili, pubblicando su facebook i dati relativi al riparto Comune per Comune dei casi positivi al Covid-19, riportava un elenco nel quale veniva indicato un caso di positività nel Comuneaggiunge Pier Andrea Deias -. Questo ha creato parecchio, giustificato allarme tra i cittadini della nostra comunità e, in tanti, mi hanno cercato per chiedermi, molto gentilmente, spiegazioni. Come riferito a tutte le persone con le quali ho avuto il piacere di interloquire, il caso, che non risulta oggetto di comunicazioni ufficiali da parte delle Autorità competenti, è nello specifico riferito ad una persona di Nuxis che sta nella Penisola e ha contratto il virus ma, di fatto, non è in paese e non ha avuto nessun contatto con persone di Nuxis. Tra l’altro credo sia, ormai, guarita e questo mi rende felice.»

«Nell’ottica del principio generale riguardo il diritto dei cittadini ad essere informati, che condivido in pieno, ritengo comunque che non sarebbe stato utile, corretto e tanto meno responsabile rendere pubblico un fatto personale trasformandolo in una notizia, che non avrebbe giovato a nessuno. Lo faccio oggi, a seguito dei fatti suddetti, per amor di chiarezza e rassicurare tutti su come stanno le cose ma, soprattutto, per garantirvi che l’Amministrazione comunale non nasconde niente, anche perché non ha niente da nascondere ma tiene molto alla tutela dei propri cittadini e ha agito di conseguenza, come sempre farà, nel rispetto delle persone della loro privacy e della loro dignità che non ritengo secondarie rispetto ad un malinteso diritto all’informazioneconclude il sindaco di Nuxis -. Vi ringrazio per aver dedicato un po’ del vostro tempo a leggere questa mia, un caro saluto e un abbraccio.»

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“Io resto a casa…e tengo lontano il virus” è il titolo del concorso organizzato dalla casa editrice dreamBOOK Sardegna e dalla Scuola Paritaria Primaria Maria Lai, con il patrocinio del comune di Carbonia, al fine di raccogliere le testimonianze dei bambini della scuola primaria della Sardegna sull’esperienza che stanno vivendo a causa della pandemia legata al Coronavirus.

Si tratta di un modo efficace per vivere con i bambini le paure, i problemi, le difficoltà di una convivenza forzata all’interno della propria casa, lontani dai loro amici e dalle loro abitudini. Un modo per dare loro voce e spazio in modo giocoso.

La partecipazione al concorso è gratuita e consiste nell’invio di un racconto, o di una filastrocca, o di un disegno relativo all’esperienza vissuta.

Per tutti i dettagli è possibile consultare i seguenti siti:

www.scuolaparitariaprimaria.it
www.dreambookedizioni.it
www.comune.carbonia.su.it

La partecipazione è gratuita.
Per maggiori informazioni è possibile inviare una email all’indirizzo segreteria@scuolaparitariaprimariamarialai.it, oppure lasciare un messaggio privato nella pagina Facebook della Scuola Paritaria Primaria Maria Lai.

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Il Comitato Porto Solky ritorna sul progetto del nuovo ponte di Sant’Antioco, con una nota, nella quale sottolinea che «preso atto che neppure lo stato di emergenza decretato a seguito della pandemia è riuscito a sospendere i termini della procedura di approvazione del progetto, ritiene che i Sindaci del territorio, considerato l’aggravamento della crisi socio-economica del Sulcis a seguito della situazione in corso, non possano permettere un inutile dispendio di soldi pubblici».

«Considerata la valenza “strategica” a livello nazionale dell’opera, l’assenza di una netta opposizione da parte dei Sindaci del territorio comporterà di fatto il rilascio del nulla osta alla realizzazione dell’opera con il conseguente sperpero di 57,5 milioni di euro – aggiungono i tre portavoce del Comitato, Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau –. Ricordiamo che i finanziamenti sono totalmente rimodulabili per la realizzazione di infrastrutture realmente funzionali allo sviluppo del territorio così come previsto dalle linee di indirizzo del Piano Sulcis; ad esempio per la messa in sicurezza della viabilità primaria del Sulcis, ovvero dell’intero tratto bivio Sirai-Nuxis-Calasetta.»

«Il Comitato Porto Solky ritiene opportuno che i Sindaci delle Amministrazioni comunali del territorio assumano una netta presa di posizione in merito al contestato Nuovo Ponte, inviando in tempo utile affinché si possa essere convocati per la 1° Conferenza di Servizi decisoria in modalità Sincrona già fissata per mercoledì 11 maggio così come ha già fatto lo stesso comitatoconcludono i tre portavoce -. Preso atto dell’estrema urgenza dovuta dalla ristrettezza dei tempi, il Comitato Porto Solky, con una PEC, ha messo a disposizione dei Sindaci del Sulcis il documento già presentato nelle riunioni del marzo 2019 contenente le Osservazioni elaborate dal Comitato stesso e sottoscritte dal Grig (Gruppo di Intervento Giuridico), WWF Sardegna e Italia Nostra Sardegna, finalizzate ad opporsi alla realizzazione del Nuovo Ponte e per il quale i Sindaci si erano resi disponibili ad un suo utilizzo per costituirsi parte attiva nella Conferenza dei Servizi.»

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L’Italia sta pagando un tributo altissimo alla pandemia Covid 19. Uno dei motivi è che il paese ha una popolazione avanti con gli anni, che in gran percentuale convive con patologie varie. Il 42.2% dei decessi si è avuta nella fascia di età tra 80 e 89 anni, mentre 32.4% erano tra 70 e 79, 8.4% tra 60 e 69, 2.8% tra 50 e 59 e il 14.1% sopra i 90 anni. Come indicato dall’Istituto Superiore di Sanità il 52% dei deceduti in questa pandemia aveva 3 patologie associate, il 25% 2 patologie associate, il 21% 1 patologia.

Il miracolo della longevità italiana, un mix tra costituzione genetica/ambiente e stili di vita/sanità/welfare, ora è in modo particolare sotto pressione. Ma c’ un’altra faccia della medaglia: pensionati e anziani protagonisti attivi sul campo con un alto senso civico mostrato durante l’emergenza pandemia.

«Nel corso di questa drammatica situazione per il Covid-19 dichiara Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità -, un considerevole numero anziani ha risposto alla chiamata alle armi contro il coronavirus. “Medici in pensione”, “Infermieri in pensione”, “Scienziati in pensione”, “Ricercatori in pensione” si sono resi disponibili alle richieste di collaborazione, altri hanno offerto la loro disponibilità di impegno sociale nel volontariato e persino riorganizzando la produzione di dispositivi di protezione individuale, maschere e camici, e anche a fronte di un rischio di contagio per sé e per le loro famiglie, come testimoniano i medici anziani morti sul campo. Una nutrita schiera di almeno 4 milioni di anziani, in quiescenza lavorativa per motivi anagrafici, hanno energie e competenze per rientrare in gioco dal punto di vista produttivo e dare una mano al paese. A questi si aggiungono il milione di anziani dediti al volontariato, rinforzandone la straordinaria rete sociale che il mondo ci invidia.»

La pandemia sta quindi brutalmente mettendo in evidenza come il pianeta anziani, nel nostro paese ce ne sono 15 milioni, sia in realtà un giano bifronte. Da una parte un gran numero di persone in età avanzata e in buone condizioni di salute che soffre l’allontanamento dal lavoro e ambirebbe a poter mettere a disposizione l’enorme patrimonio di energie e competenze, cosa che è stata dimostrata in questi giorni. Dall’altro anziani fragili, malati e disabili ma, verso cui il paese ha un debito di riconoscenza sia economico ma soprattutto morale.

«I nostri vecchi riprende Roberto Pilisono coloro che hanno vissuto il drammatico periodo della fine della Seconda Guerra Mondiale, è stato grazie ai loro sacrifici che si è potuto realizzare il “Boom Economico Italiano” in grado di proiettare l’Italia tra le più ricche democrazie. Gli ultraottantenni e ultranovantenni, rappresentano un riferimento importante e le loro convinzioni ideali, la capacità di sacrificio, ancor più il loro ruolo sociale, economico e culturale sono formidabili antidoti all’impoverimento sociale e antropologico che questa epidemia sta infliggendo al paese.»

Alla luce di tutto ciò, Roberto Pili raccogliendo le analisi del centro studi coordinato tra la Comunità Mondiale della Longevità-IERFOP-Medicina Sociale in collaborazione con Donatella Rita Petretto Docente del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia all’Università di Cagliari, suggeriscono in accordo con quanto espresso da altri ricercatori con articoli pubblicati su Lancet, alcuni spunti di riflessione su semplici e poco onerose buone prassi che traggono origine dall’attuale esperienza italiana e che potrebbero contribuire alla imminente apertura della Fase 2 in grado di permettere l’uscita dall’emergenza.

Molti anziani si occupano dei nipoti quando i genitori si recano a lavoro, sono pertanto necessari interventi specifici per proteggere questi nonni dalla pandemia. Vi è un elevato rischio di contagio per gli ospiti che vivono nelle residenze per anziani, nelle RSA e in strutture simili. Queste devono essere protette dal contagio e sostenute in tutte le fasi. Durante la pandemia è necessario condividere informazioni ed indicazioni in maniera veloce ed efficace, gli anziani potrebbero incontrare difficoltà nell’accesso all’informazione, se questo è incentrato sui nuovi media e ancora nell’accesso ai servizi sanitari anche per patologie pregresse e diverse da quelle legate al Covid-19 (es. disturbi psichici, cardiaci e cardiovascolari, neurodegenerativi ed altre patologie età-correlate) e in misura ancora maggiore nella fase più acuta della pandemia.

L’isolamento sociale e il confinamento a casa per evitare il contagio, inoltre può accentuare i problemi psichici degli anziani e avere un effetto negativo sul loro stato mentale. È quindi necessario un supporto psicologico durante le diverse fasi della pandemia, utile per trovare forme di adattamento e strategie di coping. I vecchi che vivono da soli possono incontrare difficoltà a fare la spesa, ritirare i farmaci ed altri prodotti essenziali per la sussistenza durante la quarantena. Una rete sociale formale ed informale è necessaria, sia nelle piccole città sia nei grandi centri. Il ruolo dei comuni e degli operatori sociali è centrale in questo ambito.

Ancora, particolare attenzione dovrebbe essere rivolta agli anziani con disabilità. Per alcuni di loro l’utilizzo di maschere di protezione, guanti ed il distanziamento sociale possono essere motivo di disagio in quanto riduce le possibilità comunicative e di mobilità. Per questi motivi, l’inclusione delle persone con disabilità è un tema centrale da considerare in tutte le fasi della pandemia, con un focus particolare sull’accessibilità all’informazione ed al diritto alla comunicazione e alla partecipazione. Rispetto alle successive fasi di riduzione del “lockdown” è necessario un approccio centrato sulle persone ed Age-friendly.

Ultimo aspetto, capitalizzare l’esperienza in corso ed il ruolo giocato dai cosiddetti “pensionati” nella gestione dell’emergenza. Un quesito emerge in considerazione all’importante ruolo che gli anziani stanno giocando: quale potrebbe essere il loro impegno nel prossimo futuro? Anche da questo punto di vista, c’è la grande opportunità di apprendere dalle difficoltà per consentire un invecchiamento attivo e ragionare su una società “agefriendly anche attraverso strumenti normativi specifici e dedicati che vadano a favore di una promozione del benessere per tutte le età.

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Dal 14 marzo sono 32.824 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 383 controlli: 62 nell’area di Cagliari, 11 Iglesias, 10 Oristano, 176 Sassari, 18 Tempio, 86 Nuoro, 20 Lanusei. Sono state sanzionate 2 persone (1 a Sassari, 1 a Nuoro), per un totale (dal 14 marzo) di 647.

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L’on. Carla Cuccu (M5S) ha presentato una nuova interrogazione con la quale chiede al presidente della Regione Christian Solinas ed all’assessore dell’Igiene e sanità Mario Nieddu, se abbiano previsto la consegna a domicilio di mascherine facciali agli anziani sardi per contenere il contagio del Coronavirus e garantire una socialità protetta. 

«Ci stiamo avviando alla cosiddetta fase 2 dell’emergenza epidemiologica Coronavirus,  si pensa alla ripresa economica e si continua, invece, a rincorrere l’emergenza sanitaria trascurando le più elementari ed immediate misure di protezione per la fascia più  debole della nostra società. Nessuna programmazione per rendere familiare il nuovo modo di vivere che ci attende. I nostri anziani stanno soffrendo moltissimo l’isolamento e la solitudine, principali cause di decadimento fisico e psichicoattacca Carla Cuccu  che già il 12 marzo scorso ha presentato la proposta di legge n. 125 rubricata – Norme per la promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo -. Gli anziani sono una risorsa irrinunciabile per la nostra società, depositari di quella saggezza esperienziale da tramandare ai più giovani costretti alla frenesia della contemporaneità nell’affrontare le sfide del presente incerto e del futuro.»

Carla Cuccu, segretaria nell’ufficio di presidenza, chiede anche che siano diramate le istruzioni per l’uso corretto delle mascherine per non vanificarne l’efficacia nell’utilizzo. 

«Una classe politica che non mette l’anziano al centro della vita sociale relegandolo in gruppi di anziani, chiusi alla vita comunitaria – conclude Carla Cuccu -, rinuncia al suo ruolo formativo perché incapace di dare risposte ai problemi più profondi dell’uomo di tutte le età.»

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Tre capigruppo di minoranza del comune di Iglesias, Federico Garau (M5S), Luigi Biggio Forza Italia) ed Alberto Cacciarru (Iglesias in Comune), chiedono all’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Mauro Usai, la «sospensione del pagamento dei canoni degli immobili di proprietà comunale», per andare incontro ai cittadini in grave sofferenza per gli effetti della drammatica emergenza economica seguita all’emergenza sanitaria da Covid-19.

«Preso atto che l’emergenza sanitaria Covid-19 ha cambiato in maniera radicale le abitudini quotidiane di ognuno di noi, ma soprattutto visto e considerato che a patire questa situazione sia a livello sociale che a livello economico sono le fasce deboli della società – sostengono Federico Garau, Luigi Biggio ed Alberto Cacciarru –disoccupati, beneficiari di pensioni minime e disabili, ovvero tutte quelle  persone che già prima, ma soprattutto in questo momento si trovano in una posizione senza precedenti ed in evidente ed accertato stato di difficoltà. L’impossibilità di eseguire lavori saltuari e di poter, dunque, riuscire a sbarcare il lunario, ha reso oggi più che mai sempre più difficile la sopravvivenza delle fasce deboli, le quali, aiuti di stato a parte, necessitano della vicinanza presenza dell’amministrazione comunale. Proprio per questo motivo, il bisogno di proporre la sospensione per tre mesi degli affitti relativi agli immobili di proprietà comunale, riteniamo sia una misura che possa dimostrare concretamente che l’amministrazione comunale è vicina ai suoi cittadini nel momento del bisogno.»

«È una misura necessaria. È risaputo che, purtroppo, ad Iglesias una buona parte della popolazione si trova in uno stato di evidente ed accertato bisogno: disoccupati, beneficiari di pensioni minime e disabili sono le categorie oggi più a rischio, le stesse che hanno necessità di un sostegno e di un aiuto concreto. È il momento che l’Amministrazione stia veramente vicino ai propri cittadini, è il momento in cui la politica dimostri veramente di poter stare accanto alla popolazione, questo è il momento di scendere in campo al loro fiancoconcludono i tre capigruppo di minoranza -. Aiuti di stato a parte, è giunto il tempo in cui il Comune faccia la sua parte,dimostrando sensibilità e accortezza nell’agire in un momento così delicato.» 

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Le problematiche sul collegamento marittimo per l’Isola do San Pietro determinate dall’emergenza Covid-19 sono al centro di una lettera inviata dal sindaco di Carloforte, Tore Puggioni, al presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, e all’assessore regionale dei Trasporti, Giorgio Todde.

«Com’era prevedibile scrive Christian Solinas -, il protrarsi di questo fenomeno pandemico ha prodotto una condizione di forte sofferenza nel tessuto socio-economico locale che, per nostra vocazione e tradizione, è fortemente legato all’ambito turistico. Ciò ha esposto tutte le nostre realtà artigianali ed imprenditoriali ad un’inaspettata condizione di crisi mai verificatasi in passato. Nessuno avrebbe potuto immaginare ciò che è accaduto. Vi dico, molto francamente, che nonostante l’attuale andamento epidemiologico potrebbe indurci ad un cauto ottimismo, temo che la prossima stagione turistica, senza interventi straordinari, sarà fortemente compromessa.»

«Seppur in questa fase la nostra priorità sia garantire l’incolumità, la protezione e l’assistenza alla nostra comunità, la responsabilità di amministratore m’impone l’obbligo di lavorare incessantemente per programmare il domani, al fine di consentire la ripartenza ed il rilancio dello sviluppo turistico di Carloforte, così da assicurare un futuro prospero, o almeno dignitoso, ai miei concittadini. Naturalmente nel contempo, garantendo ai nostri visitatori, tutte le misure di sicurezza necessarie e le opportune di accessibilità e fruibilità dei servizi presenti nell’isola di San Pietroaggiunge il sindaco di Carloforte -. Compatibilmente con tutte le disposizioni che saranno progressivamente emanate a livello governativo e regionale, e nella consapevolezza che non potremo certamente sperare su presenze significative di provenienza extra-regionale o internazionale, abbiamo l’assoluta necessità di operare affinché l’Isola di San Pietro non sia tagliata fuori dai flussi regionali che, come sembrano indicare gli esperti, potrebbero costituire la fetta preponderante dell’economia turistica del 2020. Si aggiunga inoltre che le restrizioni derivanti dalle doverose direttive regionali nell’ambito del trasporto pubblico locale hanno creato alcune difficoltà in ordine alle emergenze sanitarie, soprattutto in relazione ad eventi notturni. Ciò, a causa della mancanza in loco di un presidio ospedaliero e del servizio di elisoccorso che, in attesa di un punto di atterraggio adeguato, per il momento è attivo solo in ambito diurno.»

Fatte queste premesse, Tore Puggioni ha chiesto al presidente Solinas e all’assessore Todde:

  1. la possibilità di rendere fruibile in tempi rapidi, come già in precedenza concordato con l’assessorato dei Trasporti, i fondi messi a disposizione annualmente dalla Regione per incentivare ed agevolare i flussi di transito verso le Isole minori per la categoria dei “non residenti”. Da questo punto di vista, si deve considerare che permane l’annosa questione ripetutamente sollevata dalla mia Amministrazione riguardante l’illogica condizione che non consente al popolo sardo di muoversi liberamente verso le Isole minori, in quanto assoggettato allo status di non residente, il che comporta un notevole esborso finanziario per chiunque – ad eccezione dei residenti – desideri o debba recarsi a Carloforte o a La Maddalena. Per questa ragione, vorrei ricordarVi che ritengo davvero necessario battersi in sede di Unione europea al fine di porre fine a questa palese discriminazione infraregionale. So bene che si tratta di una battaglia di medio-lungo periodo, ma senza il Vostro costante e vigoroso impegno non avremo nessuna possibilità di vincerla. Nel breve periodo, Vi chiedo, anche al fine di consentirci di competere alla pari nell’attrazione dei flussi turistici regionali, di valutare la possibilità di aumentare sostanzialmente la capacità finanziaria prevista per l’anno un corso per ciò che riguarda il contributo regionale previsto, ad oggi pari a € 250.000.
  2. riportare, seppur gradualmente, ma in tempi stretti, perlomeno il collegamento notturno con una condizione di piena operatività e regolarità, allo scopo di garantire tutte le emergenze sanitarie che si possano creare nell’Isola, evitando ogni rischio dovuto alle condizioni di criticità succitate.