21 December, 2025

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«Percorreremo ogni strada possibile per dare a Oristano un centro di oncoematologia funzionale ed efficiente, che risponda alle necessità del territorio e della comunità. La grande emergenza che oggi anche la nostra Isola sta vivendo in seguito all’epidemia del Covid-19 non ci fa dimenticare di tutte le altre patologie e dei Sardi che ogni giorno hanno bisogno di assistenza e cure, talvolta costretti a sopportare sacrifici per potersi spostare in presidi lontani dal proprio territorio.»

Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas.

L’ospedale San Martino potrà continuare il trattamento sui pazienti attualmente in terapia: «Oggispiega l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddunon è formalmente accreditato per la somministrazione di terapie oncoematologiche. Questo impedisce la presa in carico di nuovi pazienti. Una situazione che intendiamo risolvere attraverso la revisione delle reti di cura dell’isola. Superata l’emergenza Coronavirus, che sta impegnando l’intero sistema sanitario regionale con ogni mezzo, l’obiettivo sarà quello di avvicinare il più possibile i centri di cura ai pazienti e questo includerà anche l’ospedale di Oristano, strategico per il territorio».

«Come già ribadito più volteconclude Mario Nieddunon abbiamo mai pensato di depotenziare o impoverire l’offerta sanitaria del territorio. Anzi il nostro obiettivo è quello di invertire una tendenza che è andata in questa direzione per troppo tempo, portando scompensi di cui oggi ci troviamo a pagare il prezzo. L’attuale configurazione delle reti di cura del sistema sanitario regionale, che impedisce a Oristano di avere un centro di oncoematologia, sarà rivisto nell’ottica di una maggiore aderenza alle necessità del territorio e, quindi, attraverso la condivisione di scelte che garantiscano così parità di accesso alle cure e la loro sicurezza per tutti i cittadini.»

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La Regione stanzia 5 milioni di euro come sostegno alle famiglie in difficoltà che risiedono in abitazioni in locazione. La Giunta regionale ha approvato la delibera per la ripartizione delle risorse e la predisposizione dei criteri attraverso i quali verranno distribuiti i fondi per gli inquilini in grave difficoltà economica che non riescono a far fronte al pagamento dell’affitto. Le risorse saranno assegnate ai Comuni per i mesi che vanno da gennaio ad aprile sulla base di una graduatoria predisposta a seguito della pubblicazione del bando e rappresentano la quota di co-finanziamento che la Giunta Solinas ha messo in campo come misura di contrasto agli effetti dell’emergenza legata al Covid-19.

«Abbiamo approvato una ulteriore misura che ci consente di intervenire in aiuto di tutte quelle famiglie sarde che non possono sostenere i costi di affitto dell’abitazione di residenzaspiega il presidente Christian Solinas. Il disagio abitativo che interessa le fasce di popolazione più esposte alla crisi è sicuramente una delle piaghe sociali più diffuse. Dare una risposta in tempi celeri con risorse importanti è un segno di attenzione concreto teso a mitigare gli effetti dell’emergenza sanitaria che con ogni mezzo e strumento a nostra disposizione stiamo cercando di arginare.»

«I canoni di locazione costituiscono un elemento di forte disagio sociale quando interessano le fasce sociali a basso reddito come gli anziani, le persone sole, i giovani con lavori precari, le famiglie monoreddito o con un solo genitore – aggiunge l’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia -. In attesa che lo Stato provveda ad emanare il decreto ministeriale di riparto delle risorse statali assegnate al Fondo nazionale per l’annualità 2020 abbiamo messo in campo una misura straordinaria finalizzata a dare una immediata risposta alle difficoltà economiche che le famiglie stanno affrontando a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19.»

Sono stati approvati anche i criteri per la ripartizione delle risorse. Su questo fronte sono stati individuati due limiti di reddito sulla base dell’Indicatore della situazione economica equivalente, Isee, del nucleo familiare: il primo, non superiore a due pensioni minime INPS, rispetto al quale l’incidenza del canone di locazione risulti non inferiore al 14%; il secondo uguale o inferiore al limite di reddito previsto per l’accesso all’edilizia sovvenzionata, rispetto al quale l’incidenza del canone di locazione risulti non inferiore al 24%. È previsto inoltre il riconoscimento di una premialità, pari complessivamente al 10% dello stanziamento regionale, per i Comuni che destinano risorse a titolo integrativo di quelle regionali, con un finanziamento aggiuntivo della Regione.

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Lo scorso 27 marzo, la Portovesme s.r.l. e le RSU delle fabbriche di Portovesme e San Gavino avevano promosso ed avviato una raccolta fondi, da parte dei dipendenti, con l’obiettivo di sostenere concretamente i presidi sanitari del territorio, particolarmente esposti nella lotta contro la pandemia. I lavoratori, attraverso la donazione di una parte delle ore di lavoro effettuate, hanno raccolto la cifra complessiva di 19.000 euro. La Portovesme s.r.l., concordemente con le RSU, ha deciso di cofinanziare il progetto, triplicando l’importo devoluto dai lavoratori e destinando ulteriori 57.000 euro per le medesime finalità e così per un totale pari a 76.000 euro. Tali somme verranno utilizzate per l’acquisto di Dispositivi di Protezione Individuale e Collettivi, sostanze, attrezzature e strumentazioni varie da donare agli ospedali dei comuni di Carbonia, Iglesias e San Gavino Monreale, alle RSA dei medesimi territori e ad altre associazioni operanti nell’ambito sanitario e assistenziale. Ogni acquisto sarà frutto di espressa e documentata richiesta da parte dei responsabili dei presidi ospedalieri.

 

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Da domani, 18 aprile, il comune d Sennori inizierà la distribuzione porta a porta di 13.500 mascherine protettive e guanti ai cittadini

«L’Amministrazione comunale ha deciso di consegnare le mascherine a tutti i sennoresi per aiutarli a proteggersi e a proteggere la comunità dal contagio del Covid-19», spiega il sindaco, Nicola Sassu -.

Il Comune ha a disposizione 7.100 mascherine chirurgiche monouso e 6.400 mascherine in tela, lavabili e quindi riutilizzabili. Ogni cittadino residente a Sennori riceverà direttamente a casa propria due mascherine. Nella busta che sarà consegnata a ciascun nucleo familiare dai volontari della Pro Loco, del gruppo folk Città di Sennori e dalle Guardie ambientali accompagnati da alcuni amministratori comunali, oltre alle mascherine e a un paio di guanti in lattice o nitrile, i sennoresi troveranno le schede descrittive dei presidi di sicurezza e le indicazioni su come debbano essere utilizzati e, per quelli riutilizzabili, sanificati. La distribuzione inizierà dai quartieri Su Monte, Monte Mario, Centro storico, per poi proseguire nelle altre zone e terminare la consegna alla popolazione entro la prossima settimana.

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Le Commissioni Lavoro e Bilancio, presiedute rispettivamente da Alfonso Marras dei Riformatori e Valerio De Giorgi del Misto, si riuniranno in seduta congiunta martedì prossimo, 21 aprile, alle 16.00, per esaminare alcuni provvedimenti relativi alla programmazione unitaria dei fondi europei per il periodo 2014-2020.

In particolaresi tratta della razionalizzazione del sistema delle garanzie collegato al Fondo di finanza inclusiva che sarà ampliato ad interventi per l’innovazione e l’inclusione sociale dei lavoratori nel quadro del contrasto all’emergenza Covid-19. Sul progetto, contenuto in una delibera della Giunta, riferiranno gli assessori del Lavoro Alessandra Zedda, del Bilancio Giuseppe Fasolino ed i vertici della Sfirs.

Inoltre, le due commissioni si occuperanno della proposta di riprogrammazione dei fondi europei POR-FESR 2014-2020. In questo caso sono previste le relazioni dell’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino e dell’Autorità di gestione dei fondi.

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Lunedì 20 aprile riaprirà l’Ecocentro comunale secondo i consueti giorni e orari. Restano valide le norme per il contenimento del Covid-19 che prevedono di evitare gli assembramenti e il mantenimento delle distanze di sicurezza.

Nello specifico:

– è consentito l’accesso all’interno dell’ecocentro al massimo a 2 utenti contemporaneamente;

– i cittadini dovranno attendere il proprio turno all’interno delle loro auto e i rifiuti andranno portati all’ecocentro già divisi per tipologia;

– in ogni autovettura potrà essere presente una sola persona e «dovranno essere utilizzati mascherine o ogni altro idoneo dispositivo per la copertura di naso e bocca, nonché guanti o gel o altra soluzione igienizzante».

Sul rispetto delle prescrizioni vigileranno la Polizia municipale e le associazioni di volontariato (Barracelli – Protezione Civile – Ass.ne Nazionale Carabinieri), autorizzate dal Comune per le attività di controllo e rispetto delle disposizioni emanate dalle autorità.

In ottemperanza alle disposizioni di legge che vietano gli spostamenti non legati a bisogni essenziali ed urgenti, si invitano i cittadini a recarsi all’Ecocentro solo in caso di effettiva necessità. Questo anche per evitare code e lunghe attese che potrebbero sorgere nei primi giorni di apertura. Per dare la possibilità di accedere all’Ecocentro a tutti coloro che ne hanno bisogno, si chiede di moderare i quantitativi di rifiuto da conferire.

 

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E-Distribuzione ha comunicato che nella giornata di oggi dovrà interrompere l’energia elettrica a Cuccuru Tiria per eseguire un intervento sulle proprie linee. Nella località è presente l’impianto di sollevamento che alimenta il centro abitato di Iglesias con conseguente limitazione della portata necessaria per l’approvvigionamento idrico, che verrà garantito dalla massima risorsa prelevabile dalle altre fonti locali. La situazione ritornerà alla normalità al completamento dei lavori da parte di E-Distribuzione.

Per poter ricostituire le scorte nei serbatoi d’accumulo, fondamentali per una corretta distribuzione nelle reti idriche cittadine, sarà necessario procedere all’interruzione dell’erogazione all’utenza nella fascia oraria compresa dalle 22.00 di stanotte, venerdì 17 aprile 2020, sino alle 6.00 della mattina di domani. Le limitazioni non riguarderanno le frazioni minori.

Sarà cura dei tecnici di Abbanoa contenere le ore di interruzione in funzione della durata dell’interruzione e qualora l’andamento dei consumi lo rendesse possibile. Qualsiasi anomalia potrà essere segnalata al servizio di segnalazione guasti di Abbanoa tramite il numero verde 800.022.040 attivo 24 ore su 24. Abbanoa segnala che alla ripresa dell’erogazione l’acqua potrebbe essere transitoriamente torbida a causa dello svuotamento e successivo riempimento delle tubazioni.

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Il comune di Carbonia ha pubblicato stamane l’avviso per l’erogazione delle “Misure straordinarie urgenti a sostegno delle famiglie per fronteggiare l’emergenza economico-sociale derivante dalla pandemia SARS-COV-2” previste dalla Regione Autonoma della Sardegna.

Le indennità previste sono cumulabili con altre forme di sostegno al reddito, fino a un totale di 800 euro mensili.

Il sussidio verrà erogato per 2 mesi ai nuclei familiari, ai lavoratori precari, ai titolari di partite IVA delle attività sospese a causa dell’emergenza e a tutte le altre categorie indicate nel bando.

Per le famiglie con più di 3 componenti è prevista una somma aggiuntiva di 100 euro per ogni persona.

Gli importi verranno erogati mediante bonifico bancario.

Le indennità saranno erogate secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande.

La domanda di ammissione all’indennità avviene sotto forma di autocertificazione, da presentare utilizzando l’apposito modulo allegato da trasmettere da qualsiasi indirizzo di posta elettronica ai seguenti indirizzi Pec del Comune, unitamente alla scansione del documento di identità del richiedente:

  • emergenzaregione.famiglie@pec.comcarbonia.org
  • emergenzaregione.partiteiva@pec.comcarbonia.org

Per maggiori informazioni è possibile contattare i seguenti numeri:

348 0166238 e 340 1735181

Tutti i dettagli nel link allegato:

https://www.comune.carbonia.su.it/amministrazione-trasp/altri-contenuti/dati-ulteriori/item/3149-misure-straordinarie-urgenti-a-sostegno-delle-famiglie-per-fronteggiare-l-emergenza-economico-sociale-derivante-dalla-pandemia-sars-cov-2

 

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L’emergenza sanitaria rischia di avere un impatto sull’economia della Sardegna ancora più devastante rispetto al resto d’Italia.  Nonostante l’Isola sia stata colpita dall’epidemia in misura meno grave soprattutto rispetto alle regioni del Nord-Ovest  (come tutto il centro-sud, d’altronde) le conseguenze del lock-down e della riduzione della domanda aggregata che condizionerà la fase di ripartenza lasceranno il segno: considerando che ad inizio anno le attese erano per una seppur blanda crescita economica (intorno al +0,3%), l’economia sarda nel 2020 rischia di vedere andare in fumo come minimo 3 miliardi di euro (4,4 miliardi nel caso del protrarsi delle restrizioni fino a giugno).

Secondo una analisi del Centro Studi della CNA Sardegna , l’isola infatti, per via di una serie di vulnerabilità strutturali della sua economia (tra cui, il più alto peso del settore turistico, l’elevata quota di lavoratori precari, una maggiore esposizione al rischio liquidità per le imprese, un settore delle costruzioni più vulnerabile, l’altissima quota di export nel settore petrolifero), nel 2020 potrebbe sperimentare una recessione superiore sia a quella nazionale, sia a quella delle regioni del Sud.

Coerentemente con gli scenari sviluppati dall’ultima nota congiunturale dell’Istat, la CNA ha stimato l’impatto economico innescato dall’emergenza sanitaria considerando due scenari: il primo tiene conto di un blocco dell’attività economica ristretto ai mesi di marzo e aprile e di una graduale riapertura nei successivi trimestri dell’anno; il secondo ipotizza l’estensione del periodo di chiusura delle attività non essenziali anche ai mesi di maggio e giugno.

Analizzando l’impatto sulle diverse componenti del PIL – ovvero spesa finale di famiglie, residenti e non residenti (e quindi turisti), spesa della PA (tra cui sanità, scuole e protezione sociale), investimenti (macchinari e costruzioni), import ed export – il risultato è che nel primo caso (due mesi di stop economico e distanziamento sociale) il PIL regionale potrebbe crollare del -9,6% rispetto allo scenario base (ovvero, il 2020 senza emergenza sanitaria) e di quasi il -15% nello scenario peggiore (quattro mesi di lock-down). Si tratta di un risultato peggiore sia rispetto al -9,1% previsto per il Pil nazionale (-14,2% nello scenario più grave), sia rispetto al -6,8%del Mezzogiorno (-11,5% nel secondo scenario).

In sostanza, considerando che ad inizio anno le attese erano per una seppur blanda crescita economica (intorno al +0,3%), l’economia sarda nel 2020 rischia di vedere andare in fumo oltre 3 miliardi di euro (4,4 miliardi nel caso più grave).  

L’analisi della Cna 

«Siamo di fronte ad un evento, i dati del Fondo Monetario di ieri l’altro lo confermano, che per effetti prodotti non ha precedenti – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, presidente e segretario regionale CNA -. La crisi determina la più grave caduta in un solo trimestre della produzione e dell’occupazione a livello mondiale che si sia mai registrata nella storia del capitalismo, inclusi i periodi di guerra. La Sardegna, come dimostra il nostro report, rischia per una serie di vulnerabilità strutturali della sua economia di sperimentare una recessione superiore alle altre aree del paese, meridione compreso. Sono richieste risposte eccezionali nelle dimensioni dell’impegno finanziario e modalità indite e non convenzionali negli strumenti da mettere in campo per contrastare gli effetti della pandemia. Occorre guardare alle importanti e nuove opportunità offerte dall’utilizzo dei fondi strutturali europei, sia per quanto attiene alla programmazione in corso ma soprattutto alla prossima 2021-2027, considerato che sono cadute molte delle rigidità e dei vincoli che ne rallentavano la gestione: dal venir meno dell’obbligo del cofinanziamento nazionale, ai vincoli di concentrazione tematica, alla possibilità di trasferire risorse da un programma all’altro.»

«Occorre insomma – dichiarano i vertici CNA – aprire una nuova fase. La Giunta regionale riprogrammi con urgenza le coordinate entro cui collocare lo sforzo per l’uscita dall’emergenza sanitaria e l’avvio della fase due della ripartenza dell’economia. Per far questo occorre mettere in campo tutte le energie e gli sforzi necessari per avviare la ricostruzione economica, attraverso una cabina di regia partecipata dalle istituzioni regionali, locali e dalle forze sociali.»

Le maggiori criticità

Ma quali sono gli elementi che fanno della Sardegna una delle economie regionali in questo momento più vulnerabili? In base all’analisi della CNA un primo elemento riguarda la composizione della quota di occupazione “sospesa” dal DCPM 11 marzo 2020 e dal DM Mise 25.

I lavoratori sospesi. Sebbene in Sardegna la percentuale complessiva di lavoratori fermati dai decreti sia inferiore alla media nazionale (il 27% contro il 33%), tra di essi ben oltre la metà (il 54%, contro il 34% nazionale e il 40% delle regioni del Sud) è composta da dipendenti con contratti a termine o partite Iva senza dipendenti, ovvero la componente più fragile e più esposta al rischio di perdita del lavoro o di disagio economico. A questo va aggiunto che la Sardegna è, tra le regioni italiane, la quarta per incidenza del turismo sull’occupazione e la terza per incidenza del turismo sul valore aggiunto, con il settore turistico che in assoluto è destinato a pagare le conseguenze maggiori della crisi attuale (ad esempio, secondo Cerved al livello nazionale ricettività e agenzie di viaggio rischiano di perdere il 30-35% di fatturato, trasporti aerei e autonoleggio tra il 20 e il 25%, in uno scenario di blocco dell’attività fino a maggio).

Questi elementi rappresentano fattori di forte vulnerabilità che si traducono in un probabile maggiore impatto negativo sulla spesa finale delle famiglie residenti e non residenti (i turisti).

L’accesso al credito. Se poi si guarda agli investimenti delle imprese in macchinari e impianti, il problema in questo caso è la capacità di autofinanziamento delle aziende, ovvero la crisi di liquidità indotta dal blocco dell’attività economica e dalle conseguenze nel medio-breve termine, ad esempio, in termini di difficoltà di approvvigionamento bancario, che sarà necessario per far fronte alle spese correnti e, quindi, a quelle in conto capitale programmate. In questo caso la minore quota di fatturato delle imprese soggetto a “sospensione” ministeriale è controbilanciata dalla percentuale in assoluto più elevata tra le regioni italiane della quota di crediti deteriorati gestiti dalle banche regionali (il 29,4%, contro una media nazionale del 18% e del 24% al Sud); questo elemento, in particolare, espone il sistema regionale al rischio di una più intensa restrizione del mercato del credito nella fase più critica.

Il settore edile. Altro elemento di vulnerabilità riguarda gli investimenti in costruzioni; il settore stava lentamente recuperando da una fase di crisi epocale che aveva lasciato per strada, in dieci anni (dal 2010 al 2019) qualcosa come 2.800 imprese, il 13% del totale dello stock attivo nel 2010, quasi tutte piccole e medie imprese artigiane (tra gli artigiani nell’edilizia il calo è stato del -22%, 3.580 imprese in meno in un decennio). Nonostante questa ecatombe, nel 2019 il 65% delle imprese edilizie in Sardegna è ancora fatto da artigiani, molti dei quali rischiano di non sopravvivere ad una nuova crisi settoriale. A questo proposito, il centro studi CNA ha stimato un crollo degli investimenti in costruzioni in Italia superiore al -20% nel 2020, e le dinamiche che l’industria delle costruzioni in Sardegna aveva sperimentato nel quadriennio 2008-2011, più negative del dato medio nazionale, suggeriscono che il calo in Regione, a consuntivo, potrà essere anche maggiore.

La crisi dell’export. Anche l’export potrebbe non aiutare. è vero che la domanda estera di prodotti sardi nel comparto alimentare è cresciuta nel 2019, specialmente per quanto riguarda formaggi e prodotti lattiero caseari (il settore agroalimentare potrebbe subire di meno il calo della domanda internazionale nel 2020), tuttavia, oltre l’80% del valore delle esportazioni regionali è rappresentato da prodotti petroliferi raffinati (il peso del comparto agroalimentare è di appena il 3,1%), un settore che nel 2020 è destinato a subire un tracollo delle vendite globali e che, oltre al calo della domanda, sta affrontando le conseguenze delle diatribe in seno ai principali paesi produttori (cioè, Arabia Saudita e Russia) sul contenimento della produzione (le quotazioni del greggio nella media del 2020 potrebbero assestarsi intorno ai 35 dollari al barile, dai 61 dollari del 2019). A titolo di esempio, nel 2009, anno dell’ultima recessione globale, il valore dell’export regionale era crollato del -44%, ben al di sopra del -21% medio nazionale.

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L’Amministrazione comunale di Carbonia, in merito alla pubblicazione della graduatoria dei beneficiari dei “Buoni Spesa”, comunica ai cittadini, la cui domanda riporta come esito l’indicazione “SOSPESA”, che la loro richiesta non è stata respinta, ma necessita dell’integrazione di ulteriori documenti, informazioni o chiarimenti.

Pertanto, i cittadini da oggi vengono contattati telefonicamente dagli Uffici dei Servizi Sociali, per chiarire ogni aspetto, integrare i dati mancati e procedere alla definitiva ammissione delle domande al momento in stand by.