24 December, 2025

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Block, Bessero, Calabrò, Cannella, Cara, Caria, Casula, Demusset, Derita, Dias, Filia, Fontana, Giancola, Lardieri, D. Matta, P. Matta, Masili, Shikanù, Vatcheva e Vigo. Sono i pittori che esporranno i loro lavori nella mostra collettiva che verrà inaugurata domani, sabato 31 marzo, alle ore 18.00, negli spazi espositivi situati all’interno della Biblioteca comunale di viale Arsia. «La rassegna è una summa di tutte le opere presentate da venti artisti che rivestono un ruolo importante nel panorama locale, nazionale ed internazionale», ha affermato il sindaco di Carbonia, Paola Massidda.

Alla rassegna – che si protrarrà dal 31 marzo al 14 aprile 2018 – parteciperanno i venti pittori che, dal 15 dicembre 2017 al 23 marzo 2018, sono stati protagonisti dei cinque appuntamenti previsti – con cadenza quindicinale – nell’ambito della mostra intitolata “sOttosOpra – l’arte in Libertà controllata”, svoltasi nei locali dell’Italy Snack & Wine Bar di viale Arsia, a Carbonia. 

La mostra collettiva “sOttosOpra – l’arte in Libertà controllata” è stata organizzata dal gruppo culturale dei “Liberi pensatori” con il patrocinio del comune di Carbonia. «Siamo soddisfatti per la promozione di una nuova iniziativa culturale-artistica, capace di dare lustro alla nostra città che, con questa mostra collettiva, sarà il punto di riferimento nel campo pittorico del Sud Sardegna. L’Amministrazione comunale ringrazia Paola Matta, Carlo Giancola, Alfredo Mussetti, Daniela Matta e Salvatore Filia, pittori originari di Carbonia che, da che da diversi anni, si sono distinti per l’organizzazione di iniziative allo scopo di rafforzare e intensificare il rapporto che lega la nostra Città con il mondo culturale», ha affermato l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu.

La serata inaugurale sarà presentata da Antonella Secci e sarà arricchita dalla presenza di un’ospite d’eccezione: la soprano Ilaria Fioranti. Appuntamento fissato per domani, sabato 31 marzo, alle ore 18.00, presso la Biblioteca comunale di Carbonia.

 

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È aperto ad artisti di tutto il mondo il bando del “Premio Andrea Parodi”, l’unico concorso italiano di world music, organizzato dall’omonima Fondazione con la direzione artistica di Elena Ledda. Le finali, quest’anno, sono in programma dall’8 al 10 novembre a Cagliari al Teatro Auditorium Comunale.

La finalità del Premio – giunto all’undicesima edizione – è quella di valorizzare le nuove tendenze nell’ambito della musica dei popoli o “world music”, ovvero artisti che mescolano la cosiddetta musica folk o etnica con suoni e modelli stilistici di diversa provenienza.

Il nuovo bando è disponibile su www.fondazioneandreaparodi.it . Le domande di iscrizione, che è come sempre gratuita, dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 maggio 2018, tramite il format presente suwww.fondazioneandreaparodi.it (per informazioni: fondazione.andreaparodi@gmail.com).

Dovranno contenere:

– 2 brani (2 file mp3, provini o registrazioni live o realizzazioni definitive; indicare con quale dei due brani si intende gareggiare);

– testi ed eventuali traduzioni in italiano dei due brani;

– curriculum artistico del concorrente (singolo o gruppo);

Tra tutte le iscrizioni la Commissione artistica istituita dalla Fondazione selezionerà, in maniera anonima, da otto a dodici finalisti che si esibiranno davanti a una Giuria Tecnica (addetti ai lavori, autori, musicisti, poeti, scrittori e cantautori) e a una Giuria Critica (giornalisti). Entrambe le giurie, come negli scorsi anni, saranno composte da autorevoli esponenti del settore.

Il vincitore avrà l’opportunità di esibirsi alle edizioni 2019 dell’“European jazz expo” in Sardegna, di Folkest in Friuli, del Negro Festival di Pertosa (SA), del Mei di Faenza, dello stesso Premio Parodi e in altri eventi che saranno man mano annunciati. Oltre a questo, avrà diritto a una borsa di studio per la propria crescita artistica per un importo massimo di 2.500 euro. Al vincitore del premio della critica andrà invece la realizzazione professionale del videoclip del brano in concorso, a spese della Fondazione Andrea Parodi.

Le precedenti edizioni sono state vinte: nel 2017 da Daniela Pes (Sardegna), nel 2016 dai Pupi di Surfaro (Sicilia), nel 2015 da Giuliano Gabriele Ensemble (Lazio), nel 2014 da Flo (Campania), nel 2013 da Unavantaluna (Sicilia), nel 2012 da Elsa Martin (Friuli), nel 2011 da Elva Lutza (Sardegna), nel 2010 dalla Compagnia Triskele (Sicilia), nel 2009 da Francesco Sossio (Puglia).

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La comunicazione pubblica e quella sanitaria in particolare per essere efficace deve essere social. Il che significa non solo essere presenti sui principali social network, ovviamente, ma anche utilizzarli per dialogare con i cittadini che chiedono di essere coinvolti sempre di più, informati in tempo reale, ma anche dire la loro sui servizi offerti. Di questo si parla nel libro “Comunicare la salute” scritto da Fabrizio Meloni, Elisabetta Gola e Riccardo Porcu per Carocci editore, da oggi in tutte le librerie italiane e gli store online.

La teoria e la pratica della comunicazione pubblica, il presente ed il futuro della comunicazione sociale (e social) in sanità sono i punti cardine del volume, che nasce dall’incontro di esperienze maturate grazie ai diversi ruoli ricoperti in tre diverse pubbliche amministrazioni dagli autori: un giornalista, Fabrizio Meloni, responsabile della Comunicazione dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari; una docente universitaria, Elisabetta Gola, coordinatrice del corso di laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Cagliari: un manager pubblico, Riccardo Porcu, dirigente del Servizio comunicazione istituzionale della Regione Sardegna.

Una ricerca importante quella fatta dagli autori che danno un contributo e strumenti utili a chi fa comunicazione, ma anche a chi la studia e la teorizza. I social network sono strumenti davvero utili di comunicazione se si riesce a far passare un messaggio adatto al mezzo con l’obiettivo di creare comunità e coinvolgere i cittadini. La sanità, ovviamente, non fa eccezione. Anzi, è un terreno fertile per introdurre innovazione e facilitare la vita dell’utente: erogando sempre più servizi online, incentivando il dialogo continuo con i pazienti, informando, ma soprattutto comunicando.

«La ricerca – spiegano gli autori – studia la social comunicazione applicata ai settori pubblici, analizza le sue criticità e individua stili e soluzioni innovative». La comunicazione social è trasparenza, partecipazione e informazione: tre punti cardine anche per la comunicazione pubblica più in generale, che può muoversi su un orizzonte potenzialmente infinito. La Pubblica amministrazione social, perciò, presenta opportunità inesauribili. «Dall’analisi dei dati statistici ed esperienziali – dicono ancora Meloni, Gola e Porcu – si può concludere che la Social PA e in particolare la Social Sanità non sono solo utili e richiesti dai cittadini, ma sono un vero servizio pubblico. Da un lato l’utente vuole dialogare, contribuire (anche con le critiche) a dare servizi migliori alla collettività; dall’altro pretende sempre di più l’erogazione dei servizi in mobilità, evitando inutili spostamenti e perdite di tempo. Tutti punti fondamentali che contribuiscono a rendere la sanità e la PA vicina e amica dei cittadini».

Il ruolo delle Regioni e delle strutture pubbliche è di fondamentale importanza nella costruzione di un nuovo rapporto con i cittadini fondato sull’ascolto e sulla partecipazione.  La pubblica amministrazione e la sanità sono terreno fertile per introdurre innovazione e facilitare la vita dell’utente: erogando sempre più servizi online, incentivando il dialogo continuo con i pazienti, informando, ma soprattutto comunicando, in base ai principi di trasparenza, partecipazione e informazione.

Elisabetta Gola presiede il corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Cagliari, dove svolge anche attività didattica sulle teorie e i linguaggi della comunicazione. Per Carocci editore ha pubblicato “Che cos’è una metafora” (con Francesca Ervas, 2016). 

Fabrizio Meloni, giornalista professionista, esperto di comunicazione pubblica, è stato notista politico nel quotidiano “L’Unione Sarda” e capo servizio dei quotidiani del gruppo “EPolis”. Attualmente è responsabile della comunicazione dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari.

Riccardo Porcu è direttore del servizio comunicazione istituzionale della Regione Sardegna ed insegna Comunicazione pubblica dell’Università di Sassari (corso in Scienze della comunicazione).

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I consiglieri regionali Eugenio Lai e Daniele Cocco, a nome del gruppo consiliare Art. 1 – Sdp, nel corso della prossima riunione dei capigruppo chiederanno che venga portata immediatamente in aula la proposta per le modifiche contrattuali dei dipendenti dell’agenzia Forestas.

«I tempi sono maturi – sostengono i consiglieri Lai e Cocco – per approvare le modifiche che tutelano i lavoratori di Forestas. Ogni consigliere si assuma le sue responsabilità. Noi ci auguriamo che la legge venga votata all’unanimità.»

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La Polizia locale del comune di Carbonia effettuerà nel corso del mese di aprile controlli sistematici su tutto il territorio comunale per verificare che siano rispettati i limiti di velocità da parte dei conducenti.
Le postazioni di controllo per il rilevamento della velocità saranno di volta in volta presegnalate, a norma di legge, dall’apposito segnale stradale di indicazione temporaneo ad alta visibilità, riproducente l’iscrizione “Polizia Municipale Carbonia – Controllo elettronico della velocità”.

L’apparecchiatura tecnica per il rilevamento sarà impiegata con la presenza e sotto il costante controllo del personale appartenente al Comando di Polizia locale di Carbonia.

Di seguito il calendario delle postazioni autovelox previste nel mese di aprile 2018.

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Assessorato Lavoro

Ieri mattina, a Cagliari, nella sede dell’assessorato regionale del Lavoro, si è tenuta una riunione per esaminare la situazione dei circa 130 lavoratori del Centro Sardegna, in gran parte provenienti dal settore tessile, rimasti senza tutele in seguito alla chiusura delle loro aziende e all’esaurimento della fruizione degli ammortizzatori sociali. All’incontro, oltre all’assessora Virginia Mura, hanno partecipato i rappresentanti sindacali di categoria e regionali di Cgil, Cisl e Uil. Durante l’incontro l’assessore Virginia Mura ed i rappresentanti sindacali hanno ripercorso le ultime tappe di questa difficile vertenza e, preso atto che alcune soluzioni disegnate in passato sono oramai impercorribili per il cambio di scenario normativo ed economico nazionale, hanno esaminato le soluzioni proposte dalla Regione per rispondere alle difficoltà in cui versano i lavoratori e le loro famiglie.

I circa 130 lavoratori alla cui situazione era dedicata la riunione si trovano privi della copertura degli ammortizzatori sociali, non avendo presentato domanda, a differenza di altre centinaia di lavoratori sardi, nella breve riapertura delle domande per la mobilità per i lavoratori delle aree di crisi complessa e non complessa, conquistata dalla Regione a fine 2016, al termine di una lunga interlocuzione col Ministero. Con tenacia la Regione ha esplorato la possibilità di ottenere una seconda finestra per le domande che, per le mutate direttive nazionali e per la non disponibilità presso l’Inps delle risorse economiche che sarebbero necessarie, è rimasta senza esito. Il tavolo ha anche preso atto che qualunque soluzione che miri a insistere su questa strada richiederebbe tempi lunghi, e avrebbe comunque esito incerto, a danno degli stessi lavoratori che necessitano viceversa di soluzioni rapide e nella piena ed esclusiva disponibilità della Regione.

La riunione si è chiusa con l’illustrazione delle possibilità che offre il piano LavoRas: approvato in via definitiva, una volta chiuso l’iter preliminare con i pareri ottenuti dal Consiglio regionale, dalla Giunta nella sua ultima riunione, nel piano per il lavoro da 127 milioni messo in campo dalla Regione, sono infatti state riservate risorse proprio per finanziare misure e programmi particolari a favore dei lavoratori che provengono da situazioni di crisi aziendale e che non beneficiano di ammortizzatori sociali.

Le organizzazioni sindacali di categorie nella prossima riunione, già fissata per il 9 aprile, forniranno al tavolo le loro considerazioni, le quali verranno portate all’esame della Cabina di regia del piano LavoRas che, di concerto con le organizzazioni sindacali regionali, nelle prossime settimane disegnerà le misure per dare immediata operatività agli interventi e sollievo economico ai lavoratori in difficoltà. La riunione si è conclusa con l’invito dell’assessore Virginia Mura di incoraggiare la presentazione dei lavoratori ai Centri per l’Impiego per la presa in carico e la profilazione di ciascuno di loro.

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L’allaccio abusivo su un pozzetto di sfiato, lungo la condotta pubblica che alimentava perfino un’azienda agricola e di allevamento (Buggerru) con ingente dispendio di risorsa che non poteva essere “tracciata” in alcun modo; tubi di plastica che rubavano l’acqua a chi regolarmente paga i consumi per portarla all’interno di immobili pubblici occupati abusivamente a Cagliari, Oristano, Sant’Antioco (l’ultimo in ordine di tempo ha riguardato via Bainsizza nel capoluogo). Sono solo alcuni dei casi scoperti quest’anno dal nucleo ispettivo di Abbanoa e segnalati alle autorità competenti, ai quali si aggiungono i vari episodi legati alle manomissioni di contatori, matricole abrase oppure coperte con vernice spray.

«Irregolarità ed abusivismo sono, purtroppo, la triste eredità, che Abbanoa ha raccolto, di un sistema nel quale il controllo della risorsa e la correttezza contrattuale erano totalmente trascurati, generando anche una fascia diffusa di abusivismo che oggi si manifesta con i furti d’acqua e spesso con un’alta morosità – ha spiegato l’Amministratore Unico Alessandro Ramazzotti -. Fenomeni che siamo impegnati a combattere con tenacia attraverso una intensa campagna di controlli sul territorio per tutelare tutti coloro, e sono la stragrande maggioranza, che pagano regolarmente il servizio.»

Il nucleo ispettivo di Abbanoa, con l’ausilio degli operatori in campo e di altri soggetti istituzionali, ha individuato in questi anni un esercito di abusivi che rubava acqua potabile (allacci abusivi) e sversava reflui negli impianti di depurazione (scarichi anomali). Sono quasi 200 le denunce presentate da gennaio a oggi, frutto dell’intensificarsi dei controlli a tappeto su tutta la Sardegna. Oltre 1.000 quelle che hanno riguardato il 2017, di cui una bella fetta concentrate durante il periodo estivo, quando nella rete degli abusivi sono finiti bed & breakfast, ristoranti, bar, chioschi in spiaggia, perfino seconde case spesso affittate a ignari turisti che si sono ritrovati senza fornitura idrica nonostante per la vacanza avessero pagato fior di quattrini ai proprietari che invece prendevano l’acqua a sbafo. 

Significativo, la corsa estate, il caso di una villa di lusso in Costa Smeralda, con suite, giardino interno ed esterno e piscina, intestata ad una società con sede in Lussemburgo che, nonostante i consumi abnormi di acqua, non pagava quanto consumato. Un camping sempre nel Nord Sardegna era invece allacciato abusivamente alla rete fognaria: gli scarichi dell’intera struttura finivano direttamente nella rete comune senza la possibilità per Abbanoa di addebitare il pagamento del canone di depurazione per un servizio di trattamento dei reflui a tutela della spiaggia, anche attrattiva dello stesso campeggio. I tecnici del Gestore sono invece dovuti intervenire per tre volte presso un chiosco del Poetto che ripetutamente nel corso della stagione si è allacciato alla rete pubblica.

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«Il tempo è poco, data la possibilità che la legge statutaria sia sottoposta a referendum e l’obbligo di rispettare i conseguenti tempi tecnici, ma penso possa essere sufficiente a portare avanti un lavoro di aggiornamento degli aspetti più urgenti orientato in due direzioni: da un lato l’introduzione di norme che aggiungano chiarezza e certezza alla legge in vigore e individuino una soglia di sbarramento interna alle coalizioni, ragionevolmente limitata ma certa e non lasciata fluttuare in virtù dei quozienti, in modo tale da evitare il fenomeno del cosiddetto “Consiglio con le porte girevoli” a cui abbiamo assistito in questa legislatura che ha reso difficili i lavori dell’aula e non ha ben disposto a favore della credibilità esterna dell’istituzione. Dall’altro l’inserimento di opportune modifiche per consentire l’accesso alla rappresentanza consiliare delle minoranze politiche oggi colpevolmente escluse dagli effetti dell’attuale normativa, nel solco di quanto già approvato dal Consiglio regionale nel novembre scorso quando, a larghissima maggioranza, si introdusse nel nostro ordinamento la doppia preferenza di genere per evitare che anche in futuro si potesse assistere alla vergogna di un Consiglio con solo il 6% di elette.»

Lo scrive, in una nota, Francesco Agus, presidente della 1ª commissione Autonomia del Consiglio regionale.

«Queste revisioni, possibili solo con un ampia sintesi tra le forze politiche apparentemente ancora lontana, risolverebbero a monte due dei principali problemi democratici che questa legge ha mostrato nella sua applicazione pratica – aggiunge Francesco Agus -. Avventurarsi in altri pensieri ora, a pochi mesi dalla fine della legislatura, sarebbe un errore. Ragionare, così come fanno autorevoli proposte presentate da comitati civici e da gruppi consiliari, di un cambio della forma di governo, avvenga esso in maniera palese o surrettizia, sarebbe a mio giudizio totalmente fuori luogo, fuori contesto e fuori tempo. Sottrarre ai cittadini quanto ora è in loro potere, la scelta del presidente della Regione e l’attribuzione a questo di un adeguato sostegno consiliare così come avviene per i Sindaci, con lo scopo di riportare la decisione nelle paludi del Consiglio sarebbe un errore storico e rischierebbe di segnare un’ulteriore distanza tra le istituzioni sarde (e i suoi attuali protagonisti) e i cittadini elettori.»

«L’istituzione regionale ha tanti problemi che si traducono in una crescente disaffezione alla politica e al voto: una burocrazia difficilmente controllabile anche da parte dell’organo politico, un’organizzazione da ridisegnare, una ripartizione dei poteri tra Consiglio, Giunta e Presidente che necessita di nuove regole – sottolinea ancora Francesco Agus -. Questi problemi aperti si possono risolvere solo con un salto in avanti, con un riequilibrio complessivo dei rapporti tra esecutivo, organo legislativo, apparato amministrativo, enti locali e con un aumento degli strumenti di partecipazione. Non con un ritorno indietro al passato.»

«Auspico che il lavoro istruttorio dei capigruppo durante la prossima seduta, così come annunciato due giorni fa dal presidente del Consiglio, sia orientato nella direzione della trasparenza e della democrazia – conclude il presidente della 1ª commissione Autonomia del Consiglio regionale – e do in questo senso la più ampia disponibilità a mettere a disposizione della conferenza il lavoro portato avanti in questi anni dalla Prima commissione in materia di revisione della legge elettorale.»

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A causa dell’improvvisa scomparsa di Fabrizio Frizzi, amatissimo conduttore televisivo, la Rai ha scelto di mandare in onda il quinto e ultimo appuntamento del docu-reality “Boss in incognito” che vedremo in prima serata lunedì 2 aprile alle ore 21.20 su Rai2, prodotto in collaborazione con Endemol Shine Italy e condotto da Gabriele Corsi. Suo il compito, in questa ultima edizione, non solo di narrare le gesta dei boss ma anche, e per la prima volta nella storia del programma, di affiancarli durante la loro avventura sotto copertura nei vari reparti dell’azienda.

Tra i protagonisti di questa puntata, l’imprenditore di origini sarde ma abruzzese di adozione, Bachisio Ledda, fondatore e presidente di MAIL EXPRESS GROUP, azienda postale privata nata nel 1997 a Teramo. Bachisio Ledda, decide di diventare imprenditore negli anni Novanta e, dalla sua terra d’origine, la Sardegna, si sposta verso le Marche. È qui che riesce a distinguersi nel mondo postale privato, fin dalla creazione della sua azienda. Il Gruppo, è attivo nei servizi postali, di pagamento, finanziari e assicurativi, ed è presente sul territorio italiano con una rete strutturata di circa 300 agenzie e oltre 400.000 clienti, tra cui enti della pubblica amministrazione, banche e assicurazioni.

Assieme a Bachisio Ledda, altri quattro imprenditori, come lui già presenti nelle passate edizioni del seguitissimo programma, lavoreranno sotto mentite spoglie nell’azienda scelta per questa puntata: Eugenio Preatoni (Domina Vacanze), Guido Di Stefano (Maglificio Gransasso), Giuseppe Di Martino (Pastificio Di Martino) e Federico Lombardo di Monte Iato (Azienda Vinicola Firriato).

Lunedì, Bachisio Ledda farà ritorno nel programma in occasione della puntata speciale dedicata alla cittadina di Accumoli, per aiutare un altro imprenditore, Gianfranco Castelli, che con il suo Salumificio “Sano”, fondato nel 1984 e specializzato nella produzione di prosciutti e salumi, ha il suo stabilimento nella cittadina immersa nella cornice verde tra i Monti della Laga e i Monti Sibillini è stato fra i più colpiti del tremendo terremoto del 2016.

Il nostro “boss” darà prova di sapersi destreggiare anche in un settore differente dal proprio, impegnandosi nelle attività di produzione all’interno del salumificio a fianco dei veri dipendenti di Castelli, ma soprattutto, assieme agli altri “boss” protagonisti della trasmissione, darà il suo sostegno solidale mostrando doti di sensibilità e grande attenzione verso il prossimo. 

Il noto imprenditore Bachisio Ledda si calerà sotto mentite spoglie al fine di testimoniare l’importanza di iniziative del genere, con l’idea di riscoprire la cultura agroalimentare del territorio, tradizioni che altrimenti sarebbero andate perdute, specie quelle delle aree colpite dal sisma.

Una grande costante di questa edizione è l’umanità con cui si inquadrano i volti e le storie dei dipendenti, e in ciascuna puntata si lascia sempre intendere che vi sia una morale di fondo, ad esempio per quanto riguarda l’esito positivo per i dipendenti nel responso del boss fintanto da annullare completamente gli errori, gravi o meno che siano stati, dei lavoratori.

«Nonostante i danni subiti a seguito delle scosse lo stabilimento ha continuato a funzionare e a dare un importante segnale di voglia di ripresa all’intero territorio», dichiara Bachisio Ledda, il “boss in incognito”, già protagonista nella terza edizione del programma, che ha subito sposato la causa di Castelli, per aiutarlo a dare un esempio di solidarietà agli abitanti delle zone terremotate, che affrontano il lavoro con amore e grande senso di responsabilità e che, nonostante i sacrifici e qualche difficoltà, continuano a guardare al futuro con positività.

Punto cardine del programma resta il racconto della straordinaria umanità di persone lontane dalla ribalta mediatica. La regia è di Alberto Di Pasquale, il programma è scritto da Yuri Grandone (capo progetto).

 

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«Stiamo consolidando gli interventi e le iniziative finalizzati all’inclusione dei richiedenti asilo. In particolare, con la fondamentale collaborazione dell’Anci e delle Prefetture, sono in via di graduale rafforzamento gli Sprar, una rete che assicura un’accoglienza di secondo livello, diffusa ed equilibrata. Abbiamo raddoppiato i progetti, rispetto allo scorso anno, e ora possiamo contare su 400 posti.»
Lo ha detto l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi nella sala riunioni dell’assessorato a Cagliari. 

Nei Centri di Accoglienza Straordinaria, dislocati in tutto il territorio regionale, sono ospitate 4.146 persone (1.812 nella provincia di Cagliari, 1.577 in quella di Sassari, 454 nel nuorese e 303 nell’oristanese).
Il Piano di Accoglienza. In base all’aggiornamento del Piano di Accoglienza dei flussi migratori non programmati, approvato di recente dalla Giunta, viene dato ulteriore slancio a progetti già avviati come il volontariato sociale e le iniziative sportive che prevedono il coinvolgimento di atleti sardi e giovani richiedenti asilo.
E’ imminente l’avvio della nuova manifestazione di interesse per le attività di volontariato sociale che coinvolgono i richiedenti asilo. Lo scorso anno la Regione ha finanziato 12 progetti per oltre 100 giovani impegnati in diversi ambiti: salvaguardia dell’ambiente, tutela e cura dell’arredo urbano, del patrimonio storico, artistico e culturale. Si tratta di una forma di impegno civico che agevola il processo di inclusione e consente ai migranti di offrire servizi utili alle comunità.
La Regione ha creato la pagina web dedicata al tema delle migrazioni. http://www.regione.sardegna.it/flussimigratorinonprogrammati/ . E’ uno strumento di informazione e orientamento per chiunque abbia necessità di avere informazioni sul tema dell’accoglienza. Una sezione è riservata ai Cas che possono così presentare la loro attività. Altri ambiti sono destinati alle iniziative di integrazione attraverso lo sport, ai video realizzati dagli studenti delle scuole superiori, alle notizie e agli altri eventi.
Alla luce dei buoni risultati dello scorso anno, nel 2018 viene riproposta l’iniziativa “Diamo un calcio all’intolleranza” con la partecipazione di calciatori delle squadre sarde e dei migranti ospiti dei Cas: il campo di calcio è lo spazio della sfida e dell’agonismo ma anche luogo di dialogo e conoscenza. Tanti giovani richiedenti asilo hanno contribuito a tenere in vita le società calcistiche di molti piccoli comuni che rischiavano di perdere i loro club per mancanza di atleti. Altri eventi riguarderanno le discipline dell’atletica leggera, dell’hockey su prato e della pallacanestro.
Gli incontri nelle scuole. L’assessore Filippo Spanu ha incontrato in questi mesi circa 1.500 studenti degli istituti superiori della Sardegna nell’ambito dell’iniziativa “La Regione incontra le scuole”. Altri momenti di confronto sono previsti nelle prossime settimane a partire dall’incontro in programma a Ozieri il prossimo 7 aprile. L’obiettivo è quello di contrastare pregiudizi e luoghi comuni che finiscono per alimentare tensioni e incomprensioni e di valorizzare l’accoglienza come opportunità di crescita per tutti. Gli studenti realizzano un video sui contenuti del dibattito.
La cooperazione internazionale. Oltre alla gestione del fenomeno migratorio la Regione continua a dare impulso ai rapporti con i Paesi da cui partono i giovani che intraprendono viaggi drammatici alla ricerca di una vita migliore in Europa. Si sono così sviluppati progetti di cooperazione con il Senegal e la Tunisia.