23 December, 2025

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La Giunta regionale, riunita per la prima volta nella nuova composizione a Villa Devoto, sotto la direzione del presidente Francesco Pigliaru, ha approvato l’elenco dei beni immobili del patrimonio regionale per i quali intende avviare la procedura di alienazione nell’anno 2017. L’elenco sarà inviato alla competente commissione del Consiglio regionale, che dovrà esprimersi entro trenta giorni. Nel frattempo sarà fatta una verifica sullo stato di avanzamento delle procedure di alienazione dei beni riportati nei piani di dismissione già approvati negli anni scorsi dalla Giunta regionale, da riportare poi in un successivo atto ricognitivo.
Su proposta degli assessori degli Enti locali e del Bilancio, l’Esecutivo ha deciso di dare avvio all’iter procedurale per le operazioni di investimento delle Province e dei Comuni, realizzate attraverso indebitamento o utilizzo degli avanzi di amministrazione degli esercizi precedenti, come previsto dalla legge n. 243/2012. L’assessorato degli Enti locali provvederà alla pubblicazione di un avviso nel sito istituzionale della Regione con le modalità di presentazione delle domande di cessione e acquisizione degli spazi finanziari da parte dei comuni e tutte le informazioni per il rispetto dei vincoli e dei criteri di attribuzione degli spazi stessi. Su questo provvedimento si è già espressa a favore anche la Conferenza permanente Regione-Enti locali nella seduta del 13 febbraio scorso.
Sempre su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, è stato nominato il commissario ad acta per l’approvazione del Piano particolareggiato del Centro di antica e prima formazione del Comune di Ploaghe, in adeguamento al Piano paesaggistico regionale. Si tratta di Sabrina Mura, funzionario regionale.
Infine, è stato sciolto il Consiglio comunale di Aidomaggiore, in seguito alla scomparsa del sindaco Adele Virdis. Il Consiglio e la Giunta rimarranno in carica fino all’elezione del nuovo Consiglio e del nuovo primo cittadino. Sino ad allora, le funzioni del sindaco saranno svolte dal vicesindaco.

Su proposta dell’assessore Raffaele Paci, infine, la Giunta ha approvato l’integrazione alle direttive in materia di recupero crediti regionali: in particolare, sono stati approvati gli indirizzi specifici per la riscossione dei crediti gestiti nell’ambito degli affidamenti in house.

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Cinquanta milioni di euro per ristrutturare l’intera rete stradale della Sardegna, provinciale e comunale. L’ha deciso oggi la Giunta, approvando la delibera presentata dall’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, e dando così il via al primo pezzo del Patto per la Sardegna che interviene con i fondi messi a disposizione di tutti i Comuni della Sardegna, nessuno escluso. Saranno gli stessi Comuni a indicare gli interventi necessari e ad avere il ruolo di Enti appaltanti, ma alla Regione toccherà approvare i programmi prima di erogare le risorse. I Comuni sopra i 5.000 abitanti potranno gestire direttamente le somme di cui sono destinatari, per quelli al di sotto dei cinquemila soggetto attuatore saranno le Unioni di Comuni.
«È un piano di ristrutturazione della sempre più dissestata rete viaria provinciale della Sardegna che si attendeva da oltre dieci anni: le nostre strade sono disastrose e la Regione se ne fa carico – spiega l’assessore Maninchedda -. A ciascun Comune è garantita una soglia minima di risorse e tutti i Comuni delegati dalla Regione a eseguire le opere sottoscrivono un patto di trasparenza.»

Se verranno rispettati i tempi, il restyling stradale in Sardegna potrà essere concluso nel giro di un anno, con cantieri aperti già nelle prossime settimane: non dovrebbero esserci ritardi nelle fasi di progettazione e realizzazione in quanto si tratta di interventi di manutenzione straordinaria.
In particolare, alla rete provinciale gestita da Città metropolitana, provincia del Sud Sardegna, Oristano, Nuoro e Sassari sono assegnati 27,3 milioni di euro, per le strade comunali sono previsti 20 milioni e per quelle intercomunali 2,5 milioni. «Garantiamo sicurezza – sottolinea Paolo Maninchedda – ma anche migliore qualità della vita, perché avere strade in condizioni finalmente migliori significa riuscire a spostarsi più facilmente anche dalle zone particolarmente isolate. La ripartizione delle risorse è stata tarata in modo da non concentrarle nell’area di Cagliari, che ha sì il maggior numero di abitanti e veicoli, ma può anche contare sugli 8 milioni a disposizione grazie al Patto per Cagliari firmato con lo Stato. Stiamo dimostrando che il Patto per la Sardegna firmato a luglio dell’anno scorso non è un pezzo di carta – conclude Paolo Maninchedda – ma sta già mettendo in moto interventi importanti che incidono positivamente sulla vita e sui diritti di cittadinanza dei sardi.»

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Sabato 11 marzo, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, si svolgerà nell’Aula Magna Capitini della Facoltà di Magistero la Conferenza dal titolo “Tecnologia e disuguaglianze di genere”, organizzata dal movimento Rosadigitale e dai suoi referenti per la Sardegna Patrizia Lampis e Marco Frau.

Rosadigitale è un movimento nazionale, fondato proprio a Cagliari nel novembre 2015, che si occupa di Pari opportunità in ambito tecnologico e si prefigge l’obiettivo di abbattere la disuguaglianza di genere. “The conquest is information”, ovvero “la conquista è informazione”, è il motto del movimento che ne interpreta completamente lo spirito e il compito di avvicinare il mondo femminile a quegli ambiti, quali scienza, tecnologia e informatica, che per stereotipo sono ritenuti da sempre maschili.

La conferenza, con il patrocinio del comune di Cagliari, è inserita nel ciclo di eventi della settimana del RosaDigitale (4-12 Marzo 2017) e vedrà coinvolti diversi esperti del settore che racconteranno la loro esperienza in  materia e stimoleranno un dibattito costruttivo con gli studenti dell’Ateneo.

Interverranno la presidente e fondatrice di Rosadigitale Sara Broi, la referente internazionale di Rosadigitale Liliana de los Rios, la vicepresidente della Commissione Pari opportunità della Regione Sardegna Barbara Congiu, il presidente del corso di laurea in Scienze della comunicazione Elisabetta Gola, la docente di Informatica nel Dipartimento di Matematica dell’Università di Cagliari Nicoletta Dessì, il docente di grafica all’Accademia d’Arte Santa Caterina Stefano Obino, l’ingegnere elettronico Romina Lobina, la giornalista e attivista digitale Manuela Vacca, la docente di Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni Cristina Cabras. Saranno presenti anche gli altri collaboratori dello staff di RosaDigitale Manuela Ennas, Matteo Sesselego e Matteo Enna.

I petali rosa che identificano gli eventi organizzati dal movimento non vogliono significare un’affermazione di diversità fra uomo e donna, ma semmai rimarcare la necessità delle donne di inserirsi in contesti nei quali ancora faticano ad essere presenti e ad avere un giusto riconoscimento, con azioni concrete che mirino al superamento del gender gap e conducano i giovani e la società futura ad una parità sotto ogni aspetto.

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Nel suo decimo anniversario, l’Amministrazione comunale di Iglesias intende organizzare l’edizione 2017 della Scuola Civica di Storia. In questa prima fase saranno raccolte le disponibilità dei relatori a tenere le lezioni. Gli interessati sono invitati a proporre un abstract della relazione che intendono tenere entro venerdì 24 marzo inviandolo alla mail: cultura@comune.iglesias.ca.it .

L’abstract della relazione dovrà contenere il titolo, ed eventualmente un testo descrittivo dei contenuti di max 1.500 battute e una indicazione di massima delle fonti che si intende utilizzare. I materiali pervenuti non saranno restituiti e saranno archiviati dall’Ufficio Cultura. Nell’organizzazione della prossima edizione della Scuola Civica l’Amministrazione comunale continuerà ad avvalersi della collaborazione volontaria della dott.ssa Grazia Villani e del dott. Sebastiano Forteleoni.

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«Abbiamo ritenuto necessaria l’apertura di una sede operativa multiservizi per non accentrare tutto in un’unica località, distante dalle zone più periferiche della provincia del Sud Sardegna. È una scelta che vuole venire incontro alle esigenze degli utenti e che non vincolerà in alcun modo il presidente e il Consiglio che saranno eletti nei prossimi mesi, i quali potranno adottare opzioni differenti: vale per questa Provincia come per tutte le altre presenti in Sardegna.»

Lo ha detto l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, poco prima del tradizionale taglio del nastro negli uffici di via Giudice Guglielmo, a Cagliari. Poi, in risposta a chi polemizza per questa scelta, ha spiegato: «Chi fomenta gli animi, mette uno contro l’altro i territori dell’intera provincia, che di fatto accorpa tre realtà omogenee ma distanti geograficamente tra di loro. Bisogna ragionare per unire i 107 Comuni che la compongono, non per dividerli ma pensando ad un assetto organizzativo in grado di rispondere alle aspettative dei cittadini».
L’assessore Erriu ha sottolineato «l’importanza della presenza del sindaco metropolitano Massimo Zedda (al fianco dell’amministratore straordinario Giorgio Sanna) perché simboleggia l’apertura della Città Metropolitana verso i territori confinanti, come è d’altronde nello spirito della legge Delrio». E poi ha ricordato che questo ente, come pure la Città Metropolitana, «ha un bilancio sano e gambe forti per camminare. E questo grazie anche alla battaglia vinta nelle scorse settimane contro lo Stato, con Anci e Cal compatte nel sostenere le istanze della Regione. Tra qualche mese, subito dopo le Amministrative, si terranno le elezioni di secondo livello che daranno la corretta rappresentanza politica ai territori delle Province».

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«La nomina ad assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio della dott.ssa Barbara Argiolas non può che determinare la rinuncia all’incarico conferito dall’amministrazione comunale di Iglesias con Determina dirigenziale n. 2534 del 2.12.2016.»

A dirlo è Valentina Pistis, capogruppo di Cas@ Iglesias nel Consiglio comunale di Iglesias.

«La consulente si sarebbe dovuta occupare del servizio di progettazione della “Destinazione turistica della Città di Iglesias” per un costo complessivo di euro 42.700,00 – aggiunge Valentina Pistis –. Vista la complessità del suo nuovo ruolo istituzionale Le chiediamo di rinunciare all’incarico conferito dalla Giunta Gariazzo. Ricordiamo – conclude Valentina Pistis – che i fondi stanziati per il progetto sono quelli relativi alla legge regionale 37 del 1998.»

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Giovedì 9 marzo, alle ore 21.00, al Cine-Teatro Centrale, in piazza Roma a Carbonia, terzo appuntamento con la rassegna cinematografica “Identità in Transito”, in programma sino al 19 marzo.

Questo giovedì sarà proiettato il film “Al di là delle montagne” di Zhangke Jia, con Zhao Tao, Yi Zhang, Jing Dong Liang, Zijian Dong, Sylvia Chang.

«Cina, 1999. Amici d’infanzia Liangzi e Zhang sono entrambi innamorati di Tao, la bella della città. Tao alla fine decide di sposare il ricco Zhang. Hanno presto un figlio di nome Dollar … Dalla Cina all’Australia, le vite, gli amori, le speranze e le disillusioni di una famiglia, raccontata attraverso più di due generazioni in una società in continua evoluzione.»

Il film è stato presentato al 68° Festival di Cannes. È stato selezionato per partecipare al Toronto Film Festival del 2015 e ha ricevuto il premio per la miglior sceneggiatura all’Asian Film Award.

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L’inaugurazione di una sede operativa della provincia del Sud Sardegna a Cagliari ha provocato forti reazioni, sia a livello politico, sia tra i cittadini, in particolare a Carbonia e Iglesias.

«Un nuovo pugno in faccia. Uno scippo in piena regola per il Sulcis Iglesiente, ancora una volta beffato» denuncia Gianluigi Rubiu, capogruppo Udc in Consiglio regionale, contro l’apertura del quartier generale della provincia del Sud Sardegna a Cagliari, sulla via Giudice Guglielmo, in un caseggiato concesso in comodato d’uso dalla Città metropolitana. Un distretto che ha come capoluogo Carbonia, ma con gli uffici a Cagliari.

«Si tratta di una violazione di legge consumata ai danni del Sulcis Iglesiente, con il rischio di vedersi privati ancora una volta dei servizi essenziali sul territorio – aggiunge Gianluigi Rubiu -. All’interno della provincia del Sud Sardegna gravitano la grande fetta dei centri del territorio che si racchiude tra Carbonia e Iglesias. E’ scontato che ci saremmo aspettati l’apertura della sede nell’area del Sulcis. E’ una scelta totalmente folle, visti anche i costi per mantenere la sede a Cagliari. Si corregga il tiro con il trasferimento immediato del quartier generale a Carbonia. Il Sulcis Iglesiente rivendica con forza una battaglia logica e chiara con i servizi che devono rimanere sul territorio. Le fasce tricolori sono state ancora una volta emarginate dalla scelta riguardante anche gli enti locali – conclude Gianluigi Rubiu – e si ribellano di fronte a questa decisione folle di dislocare altrove la sede della Provincia.»

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Dusko Savanovic.

La Dinamo sbanca Le Mans, 68 a 66 (primo tempo 30 a 35) e vola nei quarti di finale della Champions League. La squadra sassarese ha disputato la partita perfetta che alla vigilia le aveva chiesto il suo coach Federico Pasquini ed ha scritto un’altra pagina della sua storia sportiva, dopo il triplete di due stagioni fa, le due vittorie consecutive nella Coppa Italia e la finale di Coppa Italia di quest’anno.

Il Le Mans le ha provate tutte per cercare di ribaltare il -16 (79 a 63) subito a Sassari, ma la Dinamo è stata sempre in partita, concedendo ai francesi un massimo vantaggio di 8 punti nel primo e nel secondo quarto, ma trascinata da un monumentale Dusko Savanovic, autore di 15 punti con 3 triple nel terzo quarto in una manciata di minuti, ha tenuto sempre il passo e nel finale, quando ormai la qualificazione l’aveva in tasca, s’è tolta anche la soddisfazione di violare la Antares di Le Mans, con il punteggio di 68 a 66. Ed ora la Dinamo, dopo un avvio di stagione assai incerto, sia in campionato sia in Champions League, con gli inserimenti in corsa di David Bell, Gani Lawal e David Lighty, è una squadra vera che fa paura un po’ a tutti, anche a quella Olimpia Milano che affronterà nel prossimo turno di campionato, in programma domenica 12 marzo, alle 20.45, al PalaSerradimigni di Sassari.

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La violenza contro le donne non è accettabile a nessun livello e in nessun luogo al mondo, e la schiavitù sessuale è un abominio. La chiave per sconfiggerla è mandare a scuola sempre più bambine e donne, in tutti i paesi sia sviluppati che in via di sviluppo, dare loro un buon livello di istruzione perché dall’istruzione nasce la consapevolezza.

Questo il messaggio forte dell’avvocatessa nigeriana e professoressa universitaria Hauwa Ibrahim al convegno “Liberare le donne dalla violenza”, organizzato dall’Ufficio di informazione in Italia del Parlamento europeo insieme ad ActionAid Italia, al Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei ministri e alla Rappresentanza in Italia della Commissione europea.

«La lotta alla violenza – ha proseguito la Ibrahim – deve essere tra le priorità di oggi, di domani e degli anni a venire. Dobbiamo agire perché nessuna forma di violenza sia più tollerabile. Io sono stata in prima persona una vittima della violenza contro le donne: sono stata data in sposa all’età di 10 anni, poi quasi per caso ho ricevuto un’istruzione, sono diventata avvocato, sono riuscita ad arrivare a insegnare a Harvard e ho lavorato per salvare più di 200 ragazze da Boko Haram.»

E, sull’organizzazione terroristica attiva in Nigeria, la Ibrahim spiega: «Boko Haram è in una condizione di maggiore debolezza in questo momento perché c’è un governo credibile e un Presidente incorruttibile. Questo ci insegna una cosa: che è importante il ruolo del parlamento europeo, che ad esempio nel 2016 ha conferito il premio Sakharov a Nadia Murad e Lamiya Aji – due jazide vittime della schiavitù sessuale dell’Isis,- è importante l’attività che le molte fantastiche Ong svolgono contro la violenza sulle donne in italia e in Europa, ma è altrettanto importante che in paesi come il mio, la Nigeria, abbiamo leader e governi credibili che contrastino le nefandezze di organizzazioni quali Boko Haram».

All’incontro hanno partecipato anche le deputate del Parlamento Europeo Silvia Costa (S&D) ed Eleonora Forenza (Gue/Ngl).

Per Silvia Costa, è necessario «ricostruire un dibattito in cui la donna sia soggetto della politica e non oggetto, perché le donne sono il primo soggetto del cambiamento e solo grazie a un loro maggior coinvolgimento si potrà fare la differenza». L’eurodeputata ha ribadito che tra gli obiettivi più importanti da perseguire a livello europeo c’è la firma e la ratifica – da parte non solo di tutti gli Stati membri Ue, ma dell’Unione europea in quanto tale – della Convenzione di Istanbul, voluta dal Consiglio d’Europa per prevenire e lottare contro tutte le forme di violenza sulle donne. Purtroppo «ancora 14 stati membri non l’hanno firmata», ha sottolineato Costa, da anni impegnata a Bruxelles per la difesa dei diritti delle donne. «La protezione deve essere senza confini e non solo delle cittadine europee ma anche delle migranti e delle profughe – ha spiegato l’europarlamentare precisando che, anche in Italia – è necessario lavorare di più sulla formazione e sulla modalità con la quale applicare le leggi a tutela delle donne».

Nel suo intervento, Eleonora Forenza ha riconosciuto come il tema della violenza sulle donne abbia finalmente una definizione larga e onnicomprensiva, grazie ai grandi progressi fatti sia a livello politico che sociale.

La risposta alla violenza di genere passa anche attraverso progetti europei, come ha spiegato Livia Zoli, Capo Unità Policy e Lobby di ActionAid: «La violenza domestica è un fenomeno diffuso in tutta Europa. L’esperienza pratica ci insegna che molto spesso le donne rimangono in relazioni violente perché non dispongono di sufficiente autonomia economica per provvedere a se stesse e ai propri figli e al contempo che in una situazione di violenza spesso ci sono fattori economici di sopraffazione. Per questo ActionAid guida un consorzio europeo di organizzazioni unite nel progetto WE GO!, realizzato grazie al sostegno finanziario dell’Unione europea, che intende rafforzare i servizi di supporto per le donne vittime di violenza domestica in Europa, con particolare attenzione ai servizi offerti dai centri antiviolenza per favorire l’empowerment economico delle donne».

Simon Ovart, presidente del Comitato Nazionale UN Women Italia, ha ricordato le troppe barriere che le donne devono affrontare quotidianamente: «L’empowerment economico delle donne è necessario per una crescita equa e sostenibile. Molti paesi hanno fatto notevoli progressi, negli anni, grazie a politiche di integrazione e occupazione, ma nonostante questo la disuguaglianza di genere persiste, così come il differenziale salariale. Diversi studi di mercato hanno rivelato che le aziende con un maggior numero di donne in posizione di management hanno prestazioni migliori e una migliore reputazione».

Francesca Brezzi, presidente dell’Osservatorio Studi di Genere dell’università Roma Tre, ha ribadito la necessità di sensibilizzare al problema i figli maschi e di insegnare alle figlie a percepire i segnali precursori della violenza. «In particolare – ha osservato – la rieducazione si mette in pratica attraverso la strategia delle quattro P: promuovere, proteggere, punire e prevenire. È inoltre indispensabile dare voce alle donne vittime e reintegrarle, promuovendo al tempo stesso la riflessione da parte degli uomini».

Per Vittoria Doretti, responsabile Rete Regionale Codice Rosa-Regione Toscana, è necessario «un percorso che aiuti le vittime di tutte le discriminazioni», e occorre chiedersi cosa accade alle donne che hanno subito violenza per comprendere i rischi e i problemi della reintegrazione.