17 December, 2025

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 Museo del Carbone Serbariu 1

La mostra fotografica “La Sardegna Sotterranea”, organizzata in occasione della Settimana del Pianeta Terra, sarà visitabile sino al 20 novembre 2016.

L’esposizione è ospitata nei locali Docce della Lampisteria del Museo del Carbone, all’interno della Grande Miniera di Serbariu. Attraverso una selezione di splendidi scatti, la mostra documenta la specificità e la bellezza degli ambienti ipogei isolani, apprezzati dagli speleologi di tutto il mondo.
La mostra è visitabile gratuitamente dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 17.00 (lunedì chiuso).
La mostra è organizzata da: Centro Italiano della Cultura del Carbone, Federazione Speleologica Sarda e Gruppo Ricerche Speleologiche E.A. Martel Carbonia.
Promossa da: Comune di Carbonia, Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, AIQUA (Associazione Italiana per lo studio del Quaternario) e Università di Cagliari, Dipartimento Scienze Chimiche e Geologiche – Geo-Musei UNICA.

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Luigi Arru 2 copia

La commissione Sanità ha approvato il regolamento istitutivo del Registro regionale dei tumori.

«Il registro regionale dei tumori è uno dei più complessi interventi di sanità pubblica che, attraverso una governance unica frutto della condivisione di dati e competenze, assicurerà una programmazione più efficace delle politiche sanitarie – ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru illustrando i punti principali del regolamento alla commissione consiliare –

Rispetto alla realtà precedente (due registri locali costituiti a Sassari negli anni ’90 e poi a Nuoro con una copertura complessiva del 43% della popolazione), il registro regionale consentirà al sistema sanitario regionale di fare un salto di qualità. L’assessore Arru ha sottolineato infatti che quello della Sardegna, uno dei primi in Italia, «consentirà agli operatori di poter lavorare finalmente in rete ed in tempo reale grazie alla disponibilità di una quantità enorme di dati, che comprenderanno ogni passaggio clinico del paziente oncologico, dalla diagnostica agli accessi ospedalieri ed ambulatoriali, dagli interventi chirurgici ai percorsi terapeutici di ogni singola patologia».

«Dal punto di vista organizzativo – ha aggiunto l’assessore – la Sardegna è stata divisa in tre macro-aree territoriali (nord, centro e sud) che faranno riferimento alla struttura di coordinamento funzionale di Sassari, creando un circuito di scambio continuo di informazioni che interesserà anche analoghe realtà nazionali e la comunità scientifica. Va sottolineata la possibilità di utilizzare, condividere ed analizzare i dati della mobilità oncologica dalla Sardegna verso l’esterno, concentrata prevalentemente su Lombardia ed Emilia Romagna oltre alla Liguria per le patologie pediatriche.»

La cornice normativa del regolamento, nel quale confluiranno dati sensibili, è stata oggetto di un articolato confronto con il Garante nazionale della privacy, che ha espresso il suo parere positivo nello scorso mese di aprile.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Augusto Cherchi (Pds), Lorenzo Cozzolino, Luigi Ruggeri, Rossella Pinna e Daniela Forma del Pd, Fabrizio Anedda del Misto ed Emilio Usula dei Rossomori.

Dopo l’approvazione della commissione il regolamento passerà all’esame del Consiglio.

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Maria Carmela Folchetti-02

Prestiti pressoché bloccati per le aziende artigiane della Sardegna: solo il 6,9% (859 milioni) dei finanziamenti va alle piccole imprese contro i 11 miliardi e 587 milioni erogati al resto delle attività produttive. A questo si aggiunge una netta contrazione dei presti alle piccole imprese che, tra il 2015 e 2016, ha raggiunto i 44 milioni (-4,9%). Altissimo anche il costo del denaro: 6,81% con la Sardegna al quarto posto assoluto tra le regioni più care. Stessa situazione per il differenziale dei “punti base”: l’Isola è sempre nella quarta posizione con un gap sulla media italiana di +199 p.b. A Carbonia Iglesias il record italiano del costo del denaro: 9,56%.

«E’ questa la condizione che da parecchi anni frena lo sviluppo delle realtà imprenditoriali sarde che non superano i 15 addetti – denuncia Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – l’artigianato trova difficoltà sempre maggiori mentre cresce la disponibilità offerta alle grandi imprese (+0,4% rispetto al 2015).»

L’annosa questione dell’accesso al credito delle piccole imprese sarde emerge dalle rilevazioni dell’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, effettuate tra il marzo 2015 e lo stesso periodo del 2016, su dati Banca d’Italia e Artigiancassa.

Il dossier evidenzia una diminuzione generale del 4,9% per il credito alle imprese artigiane sarde confermando il proseguimento del trend negativo che da anni caratterizza il territorio. L’artigianato sardo, con le sue oltre 35mila imprese, in rappresentanza del 21,7% delle attività produttive isolane, negli ultimi anni ha visto ridursi costantemente i finanziamenti: si è passati dal -4,4% del marzo 2014, per arrivare al -1,6% del dicembre dello stesso anno, per tornare al -4,5% dello scorso dicembre e arrivare a questo – 4,9%.

L’analisi del costo del credito a livello provinciale mostra i livelli più elevati a Carbonia Iglesias (9,56%, -27 punti base in un anno) e record assoluto in tutta Italia. Segue l’Ogliastra (8,52%, -48 punti base in un anno), Olbia-Tempio (8,25%, -63 punti base in un anno) e Sassari (8,22%, +48 punti base in un anno, l’unica provincia in aumento). All’opposto, il tasso più basso in Sardegna, lo troviamo Cagliari (5,98% -107 punti base in un anno), seguita da Nuoro (6,57% e -97 punti base), Oristano (6,79% e -72 punti base) e il Medio Campidano (6,86% e -72 punti base).

Il costo del credito per un’impresa della provincia di Carbonia-Iglesias è quasi doppio (474 punti base in più) rispetto alla media nazionale e quasi triplo (628 punti base in più) rispetto al tasso minimo rilevato nella Provincia Autonoma di Bolzano, dove con il 3,28% di interesse si trovano le migliori condizioni in Italia.

«Il prestito alle piccole imprese – prosegue Maria Carmela Folchetti – resta, purtroppo, ancora legato alla percezione di un credito ad alto rischio e quindi la dinamica di queste erogazioni resta frenata. Invece, spesso, gli artigiani necessitano di finanziamenti molto ridotti e quindi poco appetibili dal sistema bancario che lavora più sulle grosse somme. Per questo sono sempre di più le aziende che si rivolgono ai Consorzi Fidi”.

Oggi quasi un imprenditore artigiano su due si rivolge ai Confidi Artigiani Artigiani per le proprie esigenze finanziarie e per dialogare più positivamente con le banche. La conoscenza diretta che questi Organismi hanno delle imprese si conferma la carta vincente anche per ridurre le insolvenze. In Sardegna, il 6,81% dei prestiti concessi dalle banche alle Micro e Piccole Imprese (artigiani inclusi) è garantito da queste Strutture. Analisi recenti sulle “sofferenze” (finanziamenti non rientrati) hanno dimostrato come i prestiti garantiti dai Confidi siano più “sicuri” rispetto a quelli non garantiti; infatti nel primo caso solo il 26,1% dei crediti non rientra contro il 38,7% della seconda ipotesi.

«I dati dimostrano quale sia il valore dei Consorzi Fidi Artigiani per sostenere le imprese – continua la Presidente anche per questo ribadiamo come sia necessario il rafforzamento dei Confidi, vera interfaccia che sa leggere i bisogni delle piccole imprese”. “Crediamo anche sia fondamentale non dimenticare lo spirito di solidarietà e di mutualità tra imprenditori che è alla base di questo sistema di garanzia artigiano – sottolinea Maria Carmela Folchetti – spesso l’unico sistema in grado di credere nelle piccole aziende e di accompagnarle nel loro percorso di crescita”.

I Confidi servono alle banche e servono alle imprese perché rappresentano l’ultimo presidio di un rapporto corretto del sistema produttivo con il mondo del credito – aggiunge – la conoscenza che tali Organismi hanno dei settori economici e dei territori è ormai diventata necessaria per chi finanzia e per chi chiede il finanziamento, perché rappresentano un supporto importante per ragionare sui numeri, i tempi e le forme tecniche dei finanziamenti. Per le piccole imprese, del resto, il credito bancario è lo strumento pressoché esclusivo per far fronte alle necessità finanziarie.»

«Poiché la situazione economica resta grave – conclude la presidente di Confartigianato Sardegna – è necessario continuare a lavorare affinché i Confidi possano essere messi in condizione di lavorare con sempre meno adempimenti e più possibilità operative.»

Credito alle Imprese Artigiane della Sardegna: Marzo 2016 su Marzo 2015

Finanziamento imprese artigiane (mln euro)

% variazione settembre 2015 su settembre 2014

Tassi attivi effettivi (imprese no finanziarie)

Variazione punti base 2015 sul 2014

Gap punti base con Italia

Cagliari

234

-4,4%

5,98%

-107

+116

Carbonia Iglesias

46

-7,1%

9,56%

-27

+474

Medio Campidano

44

-7,0%

6,86%

-72

+204

Oristano

76

-3,0%

6,79%

-81

+197

Nuoro

103

-4,1%

6,57%

-97

+175

Ogliastra

30

-6,7%

8,52%

-48

+370

Olbia Tempio

152

-5,5%

8,25%

-63

+343

Sassari

173

-4,6%

8,22%

+48

+340

Sardegna

859

-4,9%

6,81%

-77

+199

ITALIA

43.932

-6,1%

4,82%

-91

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carloforte-2

Era da un po di tempo che i volontari avevano in mente di fare una iniziativa di informazione e prevenzione contro la droga a Carloforte, ma le difficoltà logistiche e dei trasporti non lo aveva ancora consentito. Finalmente anche nella cittadina sulcitana sono arrivati gli opuscoli de “La Verità sulla Droga”.

Anche la nota località turistica del Sulcis Iglesiente, purtroppo come tutte le altre realtà della nostra regione, non è immune dal problema droga, e lo sanno bene i volontari di Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga e della Chiesa di Scientology, che nella mattinata di giovedi 27 ottobre hanno fatto scattare l’operazione “Carloforte Libero dalla Droga” fornendo gli abitanti e i negozi del centro cittadino di centinaia di libretti informativi sulle conseguenze causate dall’uso di qualsiasi sostanza stupefacente, siano esse causate dalle droghe di strada, “leggère” o “pesanti” poco importa visto che sempre di droga di tratta, o dall’abuso dei farmaci prescritti e antidolorifici che, come ben si sa, spesso creano nell’organismo più danni di quanti non ne volessero riparare.

Da segnalare il fatto che una professoressa dell’Istituto Nautico ha dimostrato interesse agli opuscoli, chiedendo in che modo si possa collaborare tra la scuola e la Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga.

 

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Moby e Tirrenia sono partner del Meet Forum 2016 (Mediterranean European Economic Tourism), in una tre giorni di lavori e confronti tra le massime autorità del settore per discutere sulle linee guida che potranno incidere sul sistema turistico dell’area del Mediterraneo, che si svolge da oggi al 29 ottobre nello splendido scenario del Geovillage di Olbia.

Le due compagnie del Gruppo Onorato Armatori saranno dunque presenti a un’iniziativa che vedrà coinvolti vari operatori del settore turistico come vettori aerei e navali, tour operator, agenzie di viaggio retail e albergatori.

Onorato Armatori sarà rappresentato dall’amministratore delegato di Tirrenia Massimo Mura, che prenderà parte al dibattito finale il 29 ottobre al quale parteciperanno anche il vice ministro con delega dei Trasporti Riccardo Nencini, il direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese, l’assessore del Turismo Francesco Morandi, il direttore esecutivo dell’Enit Gianni Bastianelli.

Presente per Tirrenia anche il Direttore commerciale passeggeri, Roberto Patrizi, che domani 28 ottobre prenderà parte al tavolo il cui focus sarà incentrato sulle politiche di sviluppo del trasporto, e che sarà coordinato da Pere Padrosa Pierre, Director General de Transports i Mobilitat de Catalunya.

«Siamo felici di aver supportato questa iniziativa, essere presenti a questo appuntamento per noi è motivo di assoluto interesse – dichiara Roberto Patrizi -.Vogliamo essere parte integrante e fattiva del percorso di sviluppo e crescita del turismo in Sardegna, e questa è un’occasione importante per discutere con gli operatori del settore.»

Moby 3 copiaNave Tirrenia Janas

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Il Comitato Uniti per la Salute ritorna all’attacco: «Sanità Sulcitana, Iglesiente e Sarda: storia di un disastro annunciato».

«Mille ricoveri di produzione in meno, reparti che vanno e che vengono, organico ridotto al lumicino, un caos totale senza precedenti. Sfidiamo chiunque a dimostrare che i servizi sanitari erogati nel Sulcis Iglesiente e l’organizzazione del lavoro siano migliorati nel corso di questi due anni – denuncia il presidente Paride Reale -. Gestione del personale, mobilità passiva, spesa farmaceutica e prevenzione rappresentano alcune delle gravi lacune di questa contestata amministrazione. Noi non ci arrendiamo e per questo motivo, unitamente agli altri comitati liberamente nati in tutta la Sardegna per difendere la sanità pubblica, manifesteremo a Cagliari il prossimo 9 novembre. Manifesteremo per il rispetto del diritto costituzionale alla salute, per una sanità efficiente e di qualità. La presunta riforma voluta dalla Giunta regionale e la riorganizzazione della rete ospedaliera, che da sola avrebbe dovuto far risparmiare 140 milioni – aggiunge Paride Reale -, non saranno sostanzialmente operative ancora per lungo tempo. La verità è che non si vede all’orizzonte una riforma del sistema vera, seria e radicale, capace di ignorare interessi e lobbies, mediche, politiche di qualsiasi natura. Noi – conclude Paride Reale – non ci fermiamo.»

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Lavorano sul risanamento ambientale con tecnologie biologiche. Sposano innovazione e intuito su ambiti di forte impatto sociale: inquinamento marino e terrestre, discariche e siti minerari contaminati da metalli pesanti. Hanno in corso lavori di bonifica e consulenza in vari aree del Mediterraneo. I ricercatori dell’Università di Cagliari sono all’avanguardia in un settore particolarmente significativo. I gruppi guidati da Elena Tamburini (docente microbiologia generale, dipartimento Scienze biomediche) e da Alessandra Carucci (pro rettore Internazionalizzazione, dipartimento Ingegneria civile, ambientale e architettura) hanno colto nel segno: la giuria scientifica nominata dal settimanale Sette-Corriere della Sera, li ha inseriti nella best list in corsa per i “Sette Green Awards”, riconoscimento dedicato ai centri nazionali di eccellenza impegnati nell’innovazione sostenibile.

I gruppi delle professoresse Tamburini e Carucci – in collaborazione da tempo anche con altri ricercatori dell’ateneo di Cagliari coinvolti nel risanamento ambientale con tecnologie biologiche – operano impiegando microorganismi naturali: «Si tratta di batteri presenti nei luoghi contaminati, quindi senza modificazioni genetiche, a cui insegniamo a comportarsi in modo da modificare e rimuovere gli inquinanti. Un esempio? Il petrolio, gli scarti delle miniere. In sostanza, bonifichiamo idrocarburi e metalli pesanti dalle acque, in particolare dal mare, e dal suolo».

Il MapMed, finanziato con circa due milioni trecentomila euro da Enpi-CbcMed e seguito in tandem dagli staff Tamburini-Carucci, si occupa di gestione sostenibile dei porti turistici del Mediterraneo con riguardo agli inquinamenti da idrocarburi. Cagliari è ateneo capofila. Gli altri partner sono l’Università di Firenze, la Regione Sardegna (Agenzia distretto idrografico), l’Hellenic center for marine research di Creta (Grecia), gli atenei di Alessandria (Egitto) e Tunisi (Tunisia). Il BioLanClean – finanziato dall’Università di Cagliari nell’ambito di InnovaRe – è un altro progetto seguito dagli specialisti dell’ateneo del capoluogo apprezzato a livello internazionale. Finalizzato all’impiego di pura lana vergine di pecore sarde è teso allo sviluppo di prodotti in grado di assorbire e biodegradare gli idrocarburi in mare. Ha un budget di centomila euro e si attua in collaborazione con Edilana (Guspini).

Dal 2002 lo staff di Elena Tamburini studia i microorganismi. «Ma spesso li impieghiamo in sinergia con le piante in progetti regionali inerenti le aree minerarie dismesse nel Sulcis. Abbiamo collaborazioni proficue con i team di Gianluigi Bacchetta (direttore Orto botanico, dipartimento Vita e ambiente) e Giovanni De Giudici (dipartimento Scienze chimiche e geologiche». E non solo. I ricercatori si occupano anche di progetti inerenti problematiche di inquinamento da idrocarburi a mare: «Per la precisione, le contaminazioni derivanti da incidenti su piattaforme o petroliere, che hanno un grande clamore, non le seguiamo. Ma operiamo nelle contaminazioni – rimarca la professoressa Tamburini – che avvengono in maniera cronica e costante nei porti, nelle linee di traffico e sulle rotte marittime, nelle aree costiere dovute alle attività e ai movimenti delle imbarcazioni». Lo staff della docente ha all’attivo, tra l’altro, una consulenza scientifica con Ivi petrolifera di Cagliari. La società è impegnata nella bonifica biologica alla pineta di Torregrande (Oristano), area su cui insisteva una raffineria.

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La commissione Attività produttive, presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd) ha tenuto un intenso ciclo di audizioni per raccogliere dai diversi portatori di interesse indicazioni utili per la predisposizione della nuova legge sul turismo.

Confindustria, Confapi, Confcommercio e Confesercenti hanno ribadito, in un documento unitario, le loro perplessità sulla legge che ritengono eccessivamente rigida. Il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu, in particolare, ha auspicato «una profonda modifica del testo per renderlo più semplice ed efficace, in grado anche di sviluppare di sviluppare una nuova domanda di Sardegna nei mercati internazionali con una governance integrata delle politiche di settore». Scanu ha insistito anche sulla necessità di contrastare l’abusivismo, ricordando che «il 65% del turismo in Sardegna non transita presso le strutture ufficiali e rappresenta una sommerso che, in termini reali, potrebbe superare 20 milioni di presenze».

Passando al fronte sindacale Michele Carrus della Cgil ha definito la legge «da un lato troppo dettagliata e dall’altro priva di grandi novità rispetto al dibattito pubblico di molte parti della società sarda sulle prospettive del turismo, anche se non mancano aspetti positivi come l’osservatorio sulle politiche di settore ed il Piano strategico regionale». Carrus ha poi messo l’accento «sull’intollerabile precariato che caratterizza il turismo, comparto che assorbe circa un quarto dei voucher mentre bisognerebbe invece prestare attenzione a quelle imprese che utilizzano lavoro buono». «Fra i soggetti del partenariato – ha concluso – è un errore non inserire le rappresentanze dei lavoratori, errore che del resto non compare nel Piano strategico nazionale dove si sindacati sono presenti anche nella cabina di regia».

Per la Cisl Giuseppe Atzori ha evidenziato la necessità di una maggiore semplificazione, sottolineando che «l’approccio al turismo va allargato ai sistemi territoriali e locali superando il perimetro strettamente alberghiero». Secondo Andrea Lai della Uil, infine, «occorre privilegiare la qualità del lavoro esigendo il rispetto di standard elevati soprattutto dalle aziende che utilizzano risorse pubbliche».

Il segretario generale dell’Anci Umberto Oppus, annunciando un documento dei Comuni sardi, ha formulato alcune proposte migliorative. «Condividiamo l’impianto della legge – ha affermato – e ci sembra utile specificare meglio alcune parti, differenziando gli itinerari del turismo religioso dai cosiddetti cammini, affiancando al turismo culturale anche quello letterario legato ad autori sardi e ad intellettuali che hanno parlato della Sardegna, classificando in modo diverso i B&B a seconda che si tratti di dimore storiche o rurali».

A nome della Fish (associazione portatori di handicap) Carmelo Addaris ha ricordato che «in Europa il turismo dei disabili e dei loro accompagnatori muove 80 milioni di persone e la Sardegna intercetta questo mercato solo in minima parte; colpa delle strutture alberghiere (come dei portali web) che per l’85% non sono accessibili e della scarsa formazione degli operatori della ricettività».

Di potenzialità sottovalutate ha parlato anche Italo Senes di Assonautica, mettendo l’accento sul fatto che «nei nostri porti turistici non solo mancano dotazione essenziali come distributori di carburante e servizi igienici ma soprattutto si avverte l’assenza di un aggancio col territorio, nonostante il turista nautico sia da sempre disponibile a prolungare il suo soggiorno se adeguatamente interessato e motivato». Senes ha poi fatto un cenno a tendenze emergenti come quella del Boat&Breakfast, «dove il turista risiede e pernotta in barca utilizzando servizi che trova nei dintorni attraverso una rete di accordi fra gli operatori portuali e i pubblici esercizi; il porto, insomma, diventa una specie di albergo diffuso».

Casa artigiani, rappresentata da Salvatore Carvone, ha espresso una valutazione positiva sulla legge, invitando la commissione a prestare attenzione alla mobilità interna che «in Sardegna è molto carente e potrebbe essere potenziata dall’inserimento nei pacchetti di offerta del noleggio di un’auto, che oggi ha costi contenuti». Carvone ha poi proposto il riordino della toponomastica in chiave turistica e di richiamo per i prodotti tipi dell’Isola.

Giacomo Attardi, presidente regionale del Cai (Club alpino italiano) si è soffermato sul turismo escursionistico, ricordando che l’organizzazione ha stipulato alla fine del 2015 un protocollo d’intesa con l’Ente foreste (oggi Agenzia Forestas) «che prevede la realizzazione di una rete escursionistica regionale di oltre 500 km nei territori di 15 Comuni, mentre per il 2017 è prevista la sistemazione del tratto sardo del cosiddetto Sentiero Italia, da Santa Teresa di Gallura a Cagliari, lungo una dorsale di circa 500 km». Per quanto riguarda il testo della legge, Attardi ha sollecitato classificazione fra le strutture ricettive di aree escursionistiche come «rifugi non presidiati, capanne e antichi cuiles dismessi, prevedendo in questi siti anche aree di campeggio per soste non superiori ai 5 giorni».

Di utilizzo degli ovili «ovviamente in accordo con i pastori» ha parlato anche il presidente regionale dell’Uisp Salvatore Farina, che ha suggerito poi la separazione fra le rete escursionistica ed i percorsi su vie ferrate e di arrampicata «che sono una tipologia sportiva per la quale sono necessarie competenze ed abilità specifiche». Farina ha segnalato inoltre la necessità di una maggiore qualificazione professionale e culturale delle guide turistiche, secondo indirizzo di studio definiti dal Ministero affiancati da tirocini formativi.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Marco Tedde (Forza Italia), Angelo Carta (Psd’Az), Piero Comandini, Gianmario Tendas e Giuseppe Meloni (Pd), Pier Mario Manca (Pds), Luigi Crisponi (Riformatori) e Gianluigi Rubiu (Udc).

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

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«41 classi, 850 studenti, ma soprattutto, un’offerta formativa unica in tutto il sud della Sardegna, profondamente radicata nell’identità culturale e nella storia urbanistica e artistica della città di Cagliari e del suo hinterland: questo rappresenta il Liceo Artistico di Cagliari.»
Lo sostiene il parlamentare cagliaritano dei Riformatori Pierpaolo Vargiu che, rivolgendo un’interrogazione urgente al Ministro Giannini, sottolinea ancora: «La qualità dell’offerta del LAC, anche nella sua nuova, apprezzatissima sezione musicale, è fortemente messa a rischio dalle continue pellegrinazioni logistiche del Liceo che, spezzettato in più sedi, si allontana sempre più dal centro storico della città e viene ospitato in locali inadatti, privi di laboratori e di supporti didattici, distanti e mal collegati tra loro».
«Il Liceo artistico è patrimonio e ricchezza dell’intera città di Cagliari: la sua sofferenza è dunque un impoverimento della intera comunità cittadina e sarda!», conclude Vargiu, che chiede l’intervento urgente del ministro Giannini e dell’Ufficio Scolastico Regionale per la soluzione definitiva del problema, che individui la sede definitiva, coerente con la vocazione dell’istituto, restituendo identità e qualità al prestigioso Liceo cittadino.

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