29 April, 2024
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Il Tar della Sardegna ha sospeso gli effetti dell’ordinanza del governatore della regione Sardegna Christian Solinas, n° 43 dell’11 settembre 2020, che imponeva test Covid obbligatori per chiunque arrivasse nell’Isola, a partire da lunedì 14 settembre. La decisione è arrivata a metà mattina dai giudici amministrativi con un decreto firmato dal presidente del Tribunale amministrativo Dante D’Alessio. L’udienza di merito si terrà il prossimo 7 ottobre.

Il Governo sostiene che il provvedimento viola l’articolo 16 della Costituzione sulla libera circolazione delle persone. Il decreto del Tar sul ricorso del Governo contro l’ordinanza del governatore Christian Solinas sospende l’efficacia dei soli tre articoli del provvedimento – il 10, l’11 e il 12 – che dettano le regole su chi intende fare ingresso nel territorio regionale prevedendo test covi obbligatori. «Non vi sono ragioni per una pronuncia cautelare sulle ulteriori disposizioni dettate negli altri articoli dell’ordinanza impugnata che potrebbero ritenersi peraltro giustificate dall’evolversi della situazione epidemiologica nella Regione». Restano in vigore l’obbligo di utilizzo delle mascherine H24 in tutti gli ambienti chiusi o aperti dove sia concreto il rischio di assembramento, e le disposizioni che, in vista della riapertura delle scuole il 22 settembre, portano fino all’80% l’occupazione dei posti a sedere nei mezzi del trasporto pubblico locale.

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«Ogni atto del presidente della Regione finalizzato a contrastare la diffusione del virus nel corso di questa emergenza sanitaria in Sardegna è stato adottato nell’esclusivo intento di garantire la piena tutela della salute pubblica, dei sardi e dei turisti. Nei mesi precedenti abbiamo lottato per affermare, nel rispetto della legalità e della legittimità, il diritto a salvaguardare la nostra Isola, preservando il risultato raggiunto di azzeramento della circolazione virale, ma il Governo ha opposto alle nostre legittime richieste ostacoli e dinieghi ingiustificati. Abbiamo sempre rivendicato la nostra autonomia, proponendo però, in ossequio al principio di leale collaborazione, modelli di controllo da estendere all’intero territorio nazionale, nell’alveo delle migliori pratiche internazionali, da attuare in piena coerenza con le disposizioni di legge e le norme costituzionali.»

Lo afferma il presidente della Regione, Christian Solinas, in merito alla notizia dell’impugnazione da parte del Governo dell’ordinanza della Regione Sardegna, in vigore da ieri, che prevede test per i passeggeri in entrata nell’Isola.

«La scelta del ricorso conferma un atteggiamento arrogante e propagandistico che mira a soverchiare l’autonomia speciale e contrastare sul piano ideologico e non sostanziale l’azione di governo di una Regione evidentemente non allineata, posto che misure decisamente più discriminatorie nei confronti dei sardi sono state adottate da Lazio, Campania e Puglia senza che il Governo dicesse niente o facesse ricorso. Difenderemo in tutte le sedi le nostre ragioni, perché dinanzi al tribunale della nostra coscienza non si possa dire d’aver lasciato nulla d’intentato per contenere la nuova diffusione del virus e tutelare la salute del Popolo Sardo. Altri, è evidente, dovranno certamente assumersi tutte le responsabilità del caso», conclude il presidente della Regione.

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«Integrare ed incentivare il ruolo delle donne nel lavoro valorizzando eccellenze e sensibilità, prevenire e contrastare la violenza di genere, promuovere il lavoro autonomo ed educare i cittadini a disegnare una società inclusiva sono gli obiettivi che la nuova Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna deve continuare a perseguire.»

Lo ha dichiarato l’assessore regionale del Lavoro, Formazione e Cooperazione Sociale, Alessandra Zedda, che ha partecipato oggi, in rappresentanza del presidente della Regione, Christian Solinas, alla seduta di insediamento della Commissione regionale per la realizzazione della parità fra uomini e donne.

La vicepresidente Alessandra Zedda ha ricordato che «sono stati finanziati tutti i progetti sperimentali di inclusione attiva rivolti a donne in stato di disagio per oltre 3 milioni e 500mila euro. I provvedimenti adottati dalla Giunta regionaleha aggiunto l’assessore del Lavoro mirano al potenziamento degli interventi di inclusione attiva e accompagnamento all’autonomia delle donne vittime di violenza, nonché al potenziamento di nuovi centri antiviolenza e nuove case di accoglienza per le vittime».

«Il vostro contributo alla progettazione politicaha detto Alessandra Zedda rivolgendosi alle commissarieè fondamentale poiché la parità tra i generi e l’attenzione ai bisogni delle persone, uomini e donne, sono il denominatore comune di questo governo regionale. Confido ha concluso l’assessore regionale del Lavoroin una stretta collaborazione tra la massima Istituzione e la Commissione che rappresentate.»

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«Siamo ormai a poche ore dall’applicazione dell’ultima ordinanza del presidente della Regione ed è panico totale. Non è dato sapere quando verrà emessa l’annunciata “circolare esplicativa “, che vista la situazione poco chiarirà. È necessario che attorno alla questione accessi in Sardegna si fissi un punto fermo e cessi la corsa all’inutile propaganda così come dichiarato dal ministro Boccia che invita la Regione Sardegna al rispetto delle regole e alla condivisione delle strategie per il contenimento della pandemia.»
Lo scrive, in una nota, Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico.
«Il momento è ancora molto difficile, le istituzioni, in primis la Regione, devono dare regole certe e applicabili e non inventarsi modalità che generano sono caos – conclude Emanuele Cani -. Il presidente Christian Solinas concordi con il Governo nazionale un provvedimento che rispetti la legge e che possa essere applicato.»

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«Il ministro Boccia bene farebbe a chiarire come e perché i cittadini sardi siano discriminati in alcune regioni senza che il Governo abbia detto una parola. Lazio, Campania e Puglia hanno adottato ordinanze che impongono a chi rientra dalla Sardegna il tampone e la quarantena. E’ di oggi la notizia di una famiglia sarda con bambini, che riconosciuta all’ingresso dello zoo di Roma per via della nostra lingua, è stata fermata e le è stato impedito l’accesso sulla base di disposizioni amministrative della Regione Lazio, per paura che potesse contagiare gli animali. E su questo il Governo di Boccia, quello che si dichiara “vicino alla Sardegna” , non ha avviato nessuna istruttoria, nessuna verifica di legittimità costituzionale, non ha nemmeno sentito il bisogno di chiedere scusa.»

Il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ha risposto così alle dichiarazioni rese dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia.

«Abbiamo subito dalla metà di Agosto un attacco politico e mediatico senza precedenti nei confronti della Sardegna da parte di Regioni del centrosinistra, che hanno creato un danno enorme all’immagine dell’Isola volendola rappresentare come epicentro della nuova ondata di Coronavirus. Ora ha aggiunto il Governatore sardo“stranamente” lo stesso leitmotiv viene ripreso dal Ministro Boccia con una inaccettabile mistificazione della realtà. Basti vedere i numeri diffusi oggi dallo stesso Governo per smentire le sue parole e comprendere chi stia facendo propaganda sulla pelle dei sardi: su 1.458 nuovi casi in Italia, solo 33 sono segnalati in Sardegna mentre il Lazio e l’Emilia sono a 143 e la Campania a 122. E il problema saremmo noi? Boccia addirittura afferma che solo in Sardegna i protocolli nazionali non funzionerebbero ma dimentica di sottolineare che nel resto d’Italia stanno funzionando talmente meglio che ci sono 37.105 casi attuali contro i nostri 1.404, la cui genesi epidemiologica è interamente riconducibile a casi d’importazione o di ritorno.»

«L’indagine epidemiologica nazionale ha certificato che con il più basso indice di sieroprevalenza del Paese, pari a 0,3, fino a luglio la Sardegna non ha avuto circolazione virale – ha rimarcato il presidente della Regione -. Avevamo chiesto di preservare questa situazione attraverso un sistema di controlli che il Governo non ha voluto accettare ed in particolare il ministro Boccia ha osteggiato in qualsiasi modo a favore di una riapertura senza filtri della circolazione di persone in tutto il territorio nazionale e dall’estero. Risultato: i grandi flussi turistici registrati in Sardegna, con oltre 10 milioni di presenze, hanno riportato il virus e favorito la sua diffusione, che abbiamo comunque affrontato in maniera ordinata e tempestiva con il nostro servizio sanitario regionale.»

«La proposta di accordo con la sola Regione Lazio, che non abbiamo accettato, era a dir poco paradossale: proponeva i controlli ( che in quel caso sarebbero stati inspiegabilmente “costituzionali” ) solo lungo le rotte marittime tra porti sardi e Civitavecchia, lasciando che sul resto delle linee via mare ed in tutti gli aeroporti la gente potesse continuare ad entrare in Sardegna senza controllo – ha sottolineato Christian Solinas -. L’ordinanza non parla di alcun passaporto sanitario. Anche questa volta è la propaganda di regime che cerca di mistificare il nostro modello per contrastarlo, esattamente come ha fatto con i numeri dei positivi: abbiamo assistito ad annunci di positivi in un camping dati a reti unificate prima ancora che fossero effettuati i test di laboratorio, che hanno certificato l’esatto opposto. Si è creato un caso nazionale su un noto locale della Costa Smeralda, attribuendogli oltre 60 casi positivi mentre i dati ufficiali ci dicono che erano 32 e, soprattutto, lascia sgomenti come tutta la comunicazione si sia concentrata su questo mentre nelle stesse ore venivano registrati 133 casi positivi in una discoteca di Cervia. Stranezze di una propaganda geopoliticamente selettiva.»

«I pasticci e la propaganda non appartengono certo all’operato della Regione Sardegna ma suggerisco cristianamenteha concluso il presidente Christian Solinas -, a chi rivolge queste accuse di indagare dentro il proprio occhio, perché ne trarrebbe nuove e più corrette consapevolezze.»

 

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«I cittadini sardi hanno il diritto di ottenere il metano a un prezzo uguale a quello applicato al resto d’Italia, nonché di infrastrutture capaci di rendere competitive le imprese sarde.»

È quanto sostenuto dall’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, che ieri, durante una riunione in videoconferenza di Agenda Industria, ha ribadito la necessità per cui la Regione, di concerto con le parti datoriali e le organizzazioni sindacali, debba essere coinvolta dal Governo sulla partita legata all’energia.

«È inaccettabile che la Sardegna sia esclusa dal processo decisionale che determinerà lo sviluppo industriale dell’Isola ha aggiunto l’assessore Anita PiliLa Regione Sardegna ha lavorato con le altre regioni, nell’ambito della Conferenza delle Regioni, per proporre alcune modifiche emendative del DL semplificazione su diversi punti, tra i quali è stato proposto, all’unanimità, un emendamento che riformulava l’impostazione del MiSE e la rendeva più aderente al PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima.»

Le proposte emendative, approvate in Conferenza Unificata Stato Regioni, sono state formalmente trasmesse alle competenti commissioni del Senato presso le quali era attesa la discussione per la conversione in legge.

«Come già osservato dal presidente della Regione, Christian Solinas, durante le Commissioni del Senato, il Governo, e in particolare il ministero dello Sviluppo economico, è rimasto sordo alle varie sollecitazioni di confronto avanzate dalla Regione.»

Lo studio che Arera ha commissionato a Rse, Ricerca Sistema Energetico Spa, per una valutazione indipendente sulle possibili configurazioni infrastrutturali per lo sviluppo energetico della Sardegna, dimostra sia che l’idrogeno in un futuro prossimo ricoprirà un ruolo importante nell’equilibrio di questo sistema, sia che le centrali sarde riconvertite a gas naturale sono un tassello essenziale del sistema energetico nazionale.

«La Regione Sardegna pertanto denuncia con forza una tale arroganza istituzionale, tanto più su un tema come quello energetico sul quale ha potestà di pianificazione e autorizzazione a norma di statuto, e confida in un ripensamento del MiSE nel soprassedere a questa scellerata norma, aprendo al contempo un confronto tra le Istituzioni per dare attuazione ai tanti impegni e ai patti siglati nel tempo e che finora non sono stati rispettati», ha concluso l’assessore regionale dell’Industria.

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I laboratori privati accreditati della Sardegna potranno eseguire il tampone oro/rino faringeo per l’individuazione del virus Sars-Cov-2 ai cittadini che ne faranno richiesta dietro prescrizione medica. Lo ha stabilito la Giunta regionale, che, nel corso dell’ultima seduta, ha approvato le linee di indirizzo che definiscono le procedure per l’individuazione delle strutture idonee all’esecuzione dei test e gli adempimenti a cui gli stessi laboratori dovranno attenersi.
«Potenziamo il sistema di accertamento diagnostico sul nostro territorio a beneficio dei sardi», spiega il presidente della Regione, Christian Solinas. «Già nel mese di maggio, ricorda il Presidente, la Regione aveva presentato in Conferenza Stato-Regioni la proposta per estendere ai laboratori privati l’esecuzione del test molecolare, a cui è poi seguita, ad agosto, una specifica richiesta al ministero della Salute. Nelle more di una risposta definitiva da Roma abbiamo deciso di intervenire e lo abbiamo fatto con criterio e buon senso. Il controllo della Sanità pubblica sull’attività diagnostica realizzata dai laboratori privati sarà preminente. Un servizio in più che sarà dato ai cittadini nella massima sicurezza.»
«Nel rispetto di quelle che sono le direttive finora emanate dal mMinisterodichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Niedduabbiamo ritenuto opportuno dare la possibilità ai laboratori privati accreditati dalla Regione di svolgere un’attività al di fuori degli ordinari controlli della sanità pubblica, consentendo ai cittadini che non hanno i sintomi della malattia di sottoporsi autonomamente e volontariamente al test. Oltre a dare uno strumento di sicurezza in più utilizzabile da chiunque lo desideri, rispondiamo all’esigenza di tutte quelle persone che per particolari motivi, di lavoro o per spostamenti all’estero, necessitano di avere libero accesso ai tamponi.»
«Resta inalterato il ruolo cardine della sanità pubblica. Chiunque abbia il sospetto di essere entrato in contatto con un caso positivospiega Mario Niedduo riscontri sintomi compatibili con il Covid, dovrà rivolgersi alle strutture pubbliche ed essere preso in carico da queste secondo le modalità previste e messe in campo sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria.»
I laboratori privati che vorranno offrire il servizio di test molecolare con tampone dovranno fare specifica manifestazione di interesse alla Regione certificando i propri requisiti e avranno l’obbligo di comunicare dati ed eventuali positività riscontrate al sistema sanitario pubblico per consentire l’attivazione di tutte le misure necessarie alle indagini epidemiologiche e di prevenzione.

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La consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Carla Cuccu, ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Lampis, per avere delucidazioni sui lavori di restauro di “Villa Pertusola”, sede del Parco Geominerario storico e ambientale della Sardegna, che, secondo quanto trapelato dalla stampa, sarà trasferita provvisoriamente da Iglesias a Carbonia.
«Sarebbe il caso di capire se la Regione sia stata informata sulle modalità e sulla tempistica di esecuzione dei lavori da parte Consorzio del Parcoha sottolineato Carla Cuccu -. C’è il pericolo che la decisione di spostare provvisoriamente la sede da Iglesias a Carbonia possa poi diventare definitiva. Non capisco la necessità di questa scelta visto e considerato che, secondo quanto deliberato dalla Giunta comunale di Iglesias, sono stati messi a disposizione del parco Villa Boldetti, Villa Monteverdi e Villa Bellavista.»
«Una situazione davvero intollerabile e che lascia davvero perplessiha concluso Carla Cuccu -. Senza contare il fatto che i dipendenti saranno costretti ad effettuare trasferte giornaliere, con un aggravio di costi non indifferente.»
Antonio Caria

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«Abbiamo accolto favorevolmente la richiesta della Regione Umbria, avviando un percorso di collaborazione tra Regioni, finalizzato alla condivisione di infrastrutture e applicativi, e procedendo con l’immediata concessione del programma “Sardegna sicura”. Non solo per venire incontro alle impellenti esigenze della Regione Umbria, ma anche per ricavare dal suo utilizzo elementi utili per un perfezionamento ulteriore del servizio nei confronti dei cittadini sardi.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando l’accordo deliberato dalla Giunta regionale per instaurare una collaborazione con l’obiettivo di realizzare attività congiunte e per la concessione in riuso gratuito del programma applicativo “Sardegna sicura”.

«Una dimostrazione del grande apprezzamento per il nostro lavoro e per un prodotto tecnologico completamente sardo, valutato molto positivamente dagli esperti, nonostante le perplessità e le critiche di qualcuno. Visto il perdurare dell’emergenza sanitaria, diventa particolarmente rilevante la condivisione di sistemi informativi dedicati al settore della prevenzione in ambito sanitario e di quei sistemi tecnologici che offrono supporto alle attività volte alla previsione e alla prevenzione dei rischi di propagazione della pandemia. E la Sardegna – conclude il presidente della Regione – è all’avanguardia.»

«Siamo molto orgogliosi del lavoro svoltoha sottolineato l’assessore regionale degli Affari generali, Valeria Satta -. Siamo stati i primi in Italia a realizzare, nell’arco di una settimana, un’app che permettesse di mettere in sicurezza la Sardegna. Un’applicazione in nove lingue, compresa quella sarda, che consente di tracciare volontariamente gli spostamenti e li mantiene in memoria. Inoltre, offre la possibilità di conservare i dati personali di chi si reca spesso fuori dall’Isola, permettendo di ritrovare i propri dati in memoria senza doverli inserire nuovamente. Si è rivelata importante anche la creazione di un numero verde dedicato e di un indirizzo mail per risolvere qualsiasi problema ed avere informazioni.»

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«Questa riforma ha una portata storica: è studiata per riportare la governance della sanità pubblica sul territorio, vicino ai cittadini, con il supporto di figure manageriali che si impegneranno a tradurre i bisogni della collettività in servizi e assistenza efficienti. La riforma porterà ad un miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari e all’acquisto di beni e servizi con procedure semplificate e coerenti per ottimizzare risparmio ed efficienza. Superiamo un modello, fondato sull’Ats, che ha paralizzato il sistema sanitario regionale e la sua capacità di rispondere al bisogno d’assistenza dei sardi, affermando, nel contempo, la volontà di tornare a investire per riqualificare i presidi ospedalieri e realizzare nuove strutture, puntando a cure moderne e di qualità.»

Lo ha detto il presidente Christian Solinas che ha espresso soddisfazione per l’approvazione, oggi in Consiglio, della legge di riforma del sistema sanitario regionale. «Abbiamo preso un impegno preciso con i cittadini e lo abbiamo onorato – ha aggiunto il presidente della Regionela riforma è il frutto di un percorso serio, ponderato e responsabile che guarda al futuro dei servizi nell’Isola e alle necessità del presente.»

Sul nuovo assetto, che porta alla suddivisione dell’azienda unica in otto Asl, Christian Solinas ha precisato: «È una vittoria dei sardi. Il risultato raggiunto è stato possibile grazie alla capacità di fare sintesi di questa maggioranza, mantenendo fermi gli obiettivi».
«Un passo decisivoha detto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – nella direzione che abbiamo tracciato sin dall’inizio di questa legislatura. Restituiamo ai territori autonomia e allo stesso tempo, con l’istituzione dell’Ares, manterremo centralizzati quegli aspetti, come gli acquisti e la gestione del personale, che consentiranno di realizzare una spesa efficiente attraverso le economie di scala, a vantaggio di tutto il sistema regionale.»
«Abbiamo importanti sfide davanti a noi. L’emergenza Covid-19ha concluso Mario Niedduha cambiato e sta cambiando il modo di concepire l’assistenza sanitaria in tutto il mondo. Puntiamo a un sistema moderno in cui sviluppare la telemedicina, potenziare le cure territoriali, realizzare integrazione socio-sanitaria e non solo. La riforma è la base solida di un progetto coraggioso, di ampio respiro che riporta al centro le nostre comunità e i loro bisogni.»