25 April, 2024
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«Il progetto “Ritornare a Casa”, atto a favorire la permanenza nel proprio domicilio a persone non autosufficienti, deve essere confermato e sostenuto. Allo stesso tempo i Comuni della Sardegna devono poter continuare a realizzare piani personalizzati di intervento socio-assistenziali in favore di persone affette da gravi e gravissime disabilità. Il presidente della Regione Sardegna e l’assessore competente per materia devono essere informati sul tema e devono dare risposte, immediate, in modo da tutelare gli interessi dei cittadini di Sardegna e garantire a chi ha bisogno un servizio consono e funzionale a salvaguardare la dignità degli interessati.»

Desirè Manca, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, pone l’accento su un problema reale, esistente ed aggravato da disposizioni che mettono a rischio l’azione dei Comuni a seguito di riduzioni dei finanziamenti regionali e al contemporaneo aumento della quota di cofinanziamento richiesta ai comuni stessi: «Parliamo di malati al limite della sopravvivenza, di persone che a seguito di malattie neoplastiche si trovano in fase terminale della loro vita. E meritano assistenza, tutte le cure del caso e soprattutto rispetto. Le linee di indirizzo 2019 prevedono una quota di cofinanziamento pari al 25% della somma prevista da parte dei comuni  come contributo ordinario, maggiorata del 5% rispetto a quella prevista nel 2018. A ciò si aggiunga che le risorse stanziate per i piani personalizzati del 2019 mancano di 4 milioni e 744mila euro rispetto all’anno precedente, per un ammontare di risorse stanziate pari a 30 milioni di euro di cui è stato liquidato il 90%».

Con la sua interrogazione Desirè Manca non soltanto punta a sollecitare l’intervento dell’Istituzione, ma soprattutto mette in evidenza una situazione di forte criticità in cui i Comuni rischiano materialmente di non poter garantire ai loro cittadini la tutela di un diritto fondamentale, quello alla salute. «Non si può rischiare la vita delle persone: progetti come “Ritornare a Casa” sono risorsa fondamentale per i cittadini dell’Isola affetti da gravi malattie, uomini e donne che hanno una dignità e meritano attenzione, immediata e assoluta».

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«La situazione in cui versano i lavoratori dell’ex Gruppo Secur Spa non riassorbiti dall’appaltatore dei servizi integrati di vigilanza armata e portierato per l’AOU e la ASSL di Sassari è ingiustificata e insostenibile. Trattandosi in gran parte di residenti nel sassarese, ciò si configura come ennesimo schiaffo ad un nord Sardegna già messo in ginocchio. Ci sono in ballo la dignità, il lavoro e le famiglie dei lavoratori. Necessario dare risposte e soluzioni.»

Questo il messaggio contenuto nella mozione presentata al presidente e alla Giunta – prima firmataria Desirè Manca – dal gruppo consiliare in Consiglio regionale del Movimento Cinque Stelle.

Con apposita determinazione, nel 2016, la Regione ha indetto una procedura finalizzata all’affidamento di servizi integrati di vigilanza armata, portierato e altri, per gli immobili delle amministrazioni e aziende sanitarie dell’Isola. L’Associazione Temporanea di Imprese, composta da varie società fra cui la mandataria Coopservice S. Coop P. A. si aggiudica l’affidamento stipulando una convenzione ad hoc per il lotto numero 3 -Sardegna Nord. L’articolo 12 prevede una clausola che impegna l’appaltatore subentrante ad assumere i lavoratori operanti sotto l’appaltatore uscente, qualora condizioni, numero e competenze siano funzionali allo svolgere i sopra citati servizi. In assenza delle condizioni, per evitare il licenziamento del personale ritenuto in esubero, sarebbero dovuti scattare i vari meccanismi di tutela.

«Preservare i posti di lavoro era una chiara priorità del disposto. Una assoluta priorità, poi disattesa. I soggetti interessati hanno accettato le condizioni di partenza e tutte le procedure sono state avviate – spiega il gruppo consiliare Movimento Cinque Stelle -. Il 17 maggio 2018 è cessato l’appalto della società Gruppo Secur Spa. Undici giorni dopo le parti in causa si sono incontrate come stabilito per valutare il riassorbimento dei lavoratori, ma l’accordo è saltato causa abbandono del tavolo da parte dell’ATI Coopservice S. Coop. P. A per mancanza di informazioni sul personale impiegato e mancata accettazione dei termini dell’accordo stesso.»

«Sembrava si potesse aprire uno spiraglio, ma il nodo ad oggi non si è sciolto. La situazione è poi aggravata dal fatto che il mancato licenziamento collettivo non ha consentito ai lavoratori l’accesso agli ammortizzatori sociali. Ad oggi i 45 ex Secur, licenziati dal tribunale fallimentare, si ritrovano disoccupati e con mesi di stipendio arretrati e difficilmente ricollocabili sul mercato. Oltre alle parole della politica ed alle manifestazioni di piazza ora servono i fatti – conclude Desirè Manca -: l’Istituzione regionale deve intervenire, a improcrastinabile tutela dei lavoratori non riassorbiti e delle loro famiglie.»

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«La vertenza Aras arrivi al più presto sul tavolo del presidente Solinas. Ci sono 200 famiglie che aspettano ad oggi almeno sei mensilità arretrate e il rischio è di lasciarle senza stipendio per un altro anno.»
Il grido d’allarme è di Carla Cuccu, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle che, insieme al deputato Alberto Manca ed alla capogruppo in Consiglio regionale Desirè Manca, segue da vicino la vertenza Aras fin dall’agosto scorso.

L’esponente del M5S, che sulla vertenza ha presentato una mozione in Consiglio regionale, ricorda come dal «20 dicembre scorso, quando il Consiglio regionale approvò all’unanimità la proposta di legge sulla stabilizzazione dei lavoratori dell’Aras dentro l’agenzia Laore, i bandi per l’assunzione del personale non sono mai partiti. Un’illusione – ha aggiunto – per quegli agronomi, veterinari e amministrativi che da una vita attendevano quel momento».

«I grandi annunci della politica regionale nella scorsa legislatura – ha rimarcato Carla Cuccu – sono stati smentiti dai fatti. Siamo contrari alla creazione di una società In House perché creerebbe numerosi problemi di gestione dell’assistenza tecnica in zootecnia, oltre al fatto che un passaggio così delicato e politico potrebbe comportare il rischio concreto del blocco degli stipendi per tanto tempo, e non possiamo permetterlo.»

«Per questo – conclude Carla Cuccu – occorre che il presidente Solinas nomini al più presto l’assessore dell’Agricoltura, oppure prenda in mano la questione e convochi rapidamente le parti in causa, per una rapida soluzione di questo annoso problema. Per noi la vertenza è un rebus che si può risolvere semplicemente applicando le disposizioni della legge regionale 47 del 2018, approvata prima di Natale e che mira ad attuare la legge 3/2009.»

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Questa mattina, in Consiglio regionale, è stata ufficializzata la composizione di dieci gruppi consiliari:

Riformatori sardi, capogruppo Michele Cossa;

Psd’Az, capogruppo Franco Mula;

Movimento Cinquestelle, capogruppo Desirè Manca;

Udc Sardegna, capogruppo Gian Filippo Sechi;

Lega-Salvini Sardegna, capogruppo Dario Giagoni;

Fratelli d’Italia, capogruppo Paolo Truzzu;

Forza Italia Sardegna, capogruppo Angelo Cocciu;

Progressisti, capogruppo Francesco Agus;

Partito democratico, capogruppo Gianfranco Ganau;

Gruppo Misto, capogruppo Valerio De Giorgi di Fortza Paris.

Nel gruppo Misto sono confluiti anche i tre consiglieri di Sardegna 20Venti, Stefano Tunis, Domenico Gallus e Pietro Moro, che pur essendo tre (numero minimo per formare un gruppo se la forza politica si è presentata alle elezioni), non hanno trovato l’accordo per costituire una propria formazione a causa delle tensioni interne.

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«Oggi è decisamente una data storica per il Movimento Cinque Stelle che, per la prima volta in Sardegna, entra in Consiglio regionale. Traguardo reso ancora più importante dal fatto che il Movimento oggi è rappresentato sui banchi dell’Aula nel rispetto di una perfetta parità di genere, con tre uomini e tre donne.»

Una data storica, evidenzia il gruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio regionale, che però coincide anche con l’evidente «spaccatura che emerge chiaramente all’interno della maggioranza: su 12 assessori ne sono stati nominati solo 5 ma soprattutto, dopo ben tre votazioni, non è stato ancora nominato il presidente del Consiglio regionale. Il sintomo è chiaro: Forza Italia e Lega non trovano l’accordo».

Il tutto si riflette sulle attività del Consiglio: «Noi del Movimento Cinque Stelle non vediamo l’ora di iniziare a lavorare – afferma la capo gruppo Desirè Manca -. Ma la situazione interna alla maggioranza rappresenta già un ostacolo a tutte le proposte che abbiamo già pronte e pronte ad essere presentate in Consiglio regionale. Situazione che va risolta al più presto, perché l’unico obiettivo deve essere lavorare per i cittadini dell’intera Sardegna».

 

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Venerdì 2 dicembre, alle 18.00, la sala Lepori di via Isonzo, a Iglesias, ospiterà un’iniziativa organizzata dal Movimento 5 Stelle per Iglesias a sostegno del NO al referendum costituzionale.

#IOVOTONO “5 Stelle per Iglesias” “Difendiamo la Costituzione” è il motto della serata che vedrà la partecipazione di Andrea Vallascas ed Emanuela Corda, portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati; Francesco Desogus, funzionario della Pubblica amministrazione; Mario Puddu, Antonietta Martinez, Fabiola Cardia, Luigi Pilloni, Stefania Sanna, Antonella Cancedda, Giuseppe Piga, Desirè Manca e Maurilio Murru, portavoce del Movimento 5 Stelle nei comuni sardi. E, infine, del professor Costantino Murgia, docente di diritto costituzionale.

La serata si concluderà con una pizza di autofinanziamento presso la pizzeria “Baddy’s”, in via Cappuccini 16.

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