24 April, 2024
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In Consiglio regionale è ripreso l’esame della proposta di legge per l’istituzione della provincia della Gallura. La seduta stamane è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pd Franco Sabatini, riferendosi all’ordine del giorno, ha chiesto la sospensione della seduta, «per poter proseguire – ha spiegato – utili interlocuzioni fra i gruppi che potrebbero portare alla condivisione di alcuni emendamenti di sintesi».

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha rilanciato la complessa vertenza dei lavoratori licenziati della Secur di Sassari, osservando che «le stesse sollecitazioni del presidente Gianfranco Ganau non sono state ascoltate dalla commissione Lavori del Consiglio e dal presidente Piero Comandini, lasciando da soli quei ragazzi che da oltre un mese protestano in piazza d’Italia a Sassari». «In queste settimane – ha ricordato Antonello Peru – hanno ricevuto la solidarietà di molti esponenti politici e forse di tutti visto che li ha incontrati anche il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, ma questo non è bastato a smuovere la commissione Lavoro, inadempiente dopo 5 sedute fatte a luglio e settembre». Provo tanta amarezza e tanta tristezza per il trattamento riservato a questi ragazzi, ha concluso il consigliere, «e mi rivolgo ancora una volta al presidente Gianfranco Ganau ed al presidente Francesco Pigliaru perché quello dei lavoratori Secur è un problema di tutta la politica che, pur essendosi resa conto di aver commesso una ingiustizia, non sa o non riesce a rimediare».

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha auspicato «una sana riflessione del Consiglio prima che i populisti occupino questi scranni forse per colpa di una classe dirigente che ha rinviato senza motivo provvedimenti importanti come la legge contro la fibromialgia e quella sull’istituzione della fondazione Sardegna beni culturali, nuove soggetto di governo in un settore che occupa 800 unità». «Queste iniziative sono state affossate in modo irresponsabile – ha protestato Attilio Dedoni – accreditando l’immagine negativa di un Consiglio che non fa quello che è necessario fare mettendoci la faccia».

Con un intervento dedicato in parte allo stesso argomento ha poi preso la parola il consigliere del Pds Augusto Cherchi, che ha ricordato la presenza fuori dall’Aula «di decine e decine di pazienti che protestano contro un fatto ingiusto, la mancata approvazione della proposta di legge contro la fibromialgia votata in commissione all’unanimità ma con l’iter ancora incompleto perché la commissione sanità non si riunisce da un mese, mentre basterebbero pochi minuti». «Condizionerò la mia presenza in Aula all’approvazione di questa legge – ha concluso Cherchi – e chiedo a questo scopo l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi invece, rivolto al presidente Pigliaru, ha annunciato «la decisione di molti cittadini di Oliena di rinunciare al voto alle regionali ed alle europee in segno di protesta contro il mancato ripristino del ponte di Oloè, dopo l’alluvione di 4 anni fa». «Su questa vicenda – ha lamentato Luigi Crisponi – la Giunta regionale si è distratta nonostante le pressanti richieste di molti esponenti politici e di tutta la comunità, abbandonando nel disagio e nell’isolamento migliaia di cittadini lavoratori e studenti: una autentica vergogna».

Il consigliere di Art. 1 – Sdp Luca Pizzuto, come componente della commissione Sanità, ha manifestato la disponibilità a favorire l’approvazione della legge contro la fibromialgia.

Il capogruppo del Pd Pietro Pietro Cocco, sottolineando che l’impegno comune dei gruppi ad approvare la legge contro la fibromialgia, ha sollecitato la convocazione della conferenza dei capigruppo in modo da discutere la legge direttamente in Aula in base all’art. 102 del regolamento.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta come da richiesta del consigliere Franco abatini, convocando nello stesso tempo la commissione Sanità per l’esame della proposta di legge contro la fibromialgia.

Dopo la sospensione l’on. Franco Sabatini (Pd) ha comunicato che «non sono stai presentati emendamenti di sintesi». E così l’on. Francesco Agus (Campo progressista), che ha detto: «Ogni tentativo esperito non sembra essere andato a buon fine, probabilmente ha inciso in maniera non secondaria il fatto che questo sia l’ultimo giorno di legislatura, Non si può legiferare bene in questa situazione».

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI), «il percorso legislativo è arrivato in aula con una mediazione e chiediamo che il lavoro fatto finora ci venga riconosciuto. Il nord est della Sardegna è arrivato a questo punto e non capisco per quale motivo non ci sia concesso tutto questo. Perché non si può scrivere la verità e fare una cosa giusta per il nostro territorio? Perché si vuole lasciare tutto al prossimo consiglio regionale? Io sfido i colleghi a togliere anche nord est da quell’emendamento, sono disponibile a ogni modifica ma siate davvero coerenti».

Della stessa opinione l’on. Giuseppe Meloni (Pd): “Il mio timbro di relatore non è valido per una porcata quale sarebbe una legge emendata con lo scopo di farla deragliare. Il problema sembra essere proprio il riconoscimento del nord est da parte vostra, per assimilare il nostro territorio ad altri che non si sono pronunciati. Chi ha stabilito che questa è l’ultima seduta del consiglio regionale? Siamo pagati, lavoriamo a oltranza fino alla fine. Io non scapperò da quest’Aula».

Poi l’on. Luca Pizzuto (Leu) «l’appello di Giuseppe Fasolino va recepito perché è una mediazione di buon senso che non può essere buttata via. Chiedo pertanto un’altra sospensione».

Anche l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) ha chiesto certezze all’Aula: «Le prove muscolari non servono a nessuno e non ci portato da nessuna parte ma c’è una proposta di mediazione che ancora non è stata valutata con attenzione: la sospensione dei lavori è necessaria altrimenti si va in aula e succede quel che succede».

Per Daniele Cocco (Leu) è stato «assunto un impegno e non possiamo buttarlo all’aria», mentre l’on. Giovanni Satta (Psdaz) ha chiesto: «Dove eravate voi consiglieri che perorate la causa di Sassari città metropolitana quando il nord est chiedeva questa legge? Dovete gettare la maschera e dire che siete contrari alla provincia della Gallura. Punto».

Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, ha confermato il sostegno alle richieste del Nord Est: «Noi siamo coerenti e abbiamo preso un impegno con i sindaci del nord est. Oggi vogliamo votare la proposta e siamo disponibili a una sintesi ma senza rinnegare la provincia della Gallura e senza soluzioni strambe. Avete trasferito la Ats a Sassari perché non aveva la città metropolitana come Cagliari: io ho memoria».

Per Attilio Dedoni (Riformatori), «è intollerabile tutto questo, non possiamo far leggi se siamo intimiditi da certe posizioni».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) si è rivolto al presidente Gianfranco Ganau e ha detto: «Manca la volontà politica di risolvere il problema. Decidiamo cosa vogliamo fare: chi ha il coraggio chieda il numero legale e così vediamo chi sta tornando indietro e chi sta alle posizioni prese».

L’emendamento 59 è stato messo in votazione e respinto.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento n. 65 Pinna e più). Il consigliere Franco Sabatini (Pd) ha avanzato un’ulteriore richiesta di interruzione dei lavori «per cercare di arrivare a un emendamento di sintesi». Il presidente della commissione Bilancio ha ribadito la sua posizione: «Questo provvedimento non dà le stesse opportunità ai territori della Sardegna – ha detto Franco Sabatini – ricordo al consigliere Giovanni Satta che non siamo stati inerti. C’era una proposta di legge che prevedeva l’istituzioni di tutte le altre province. Non riesco a capire perché non sia stato presa in considerazione. Non si dica dove eravate, eravamo qui. Non si riesce a capire perché debba essere privilegiato un solo territorio e danneggiati gli altri territori della Sardegna. Questo è inammissibile. C’erano tutte le condizioni per trovare un accordo e non lo si è fatto».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha invece difeso il provvedimento in esame: «Non stiamo avvantaggiando nessuno. Si è fatto un percorso chiaro e questo è oggi all’attenzione del Consiglio. Ringrazio il centrodestra perché rimane in aula a differenza del partito di maggioranza che dovrebbe guidarla. Il Pd fa il cecchino».

E’ poi intervenuto il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) per chiedere una sospensione dei lavori.

Giuseppe Meloni (Pd) ha espresso rammarico per l’andamento della discussione: «Quando succedono queste cose si entra in campagna elettorale e diventa tutto più difficile – ha detto Giuseppe Meloni – voglio ricordare, perché si sappia fuori da quest’aula, la prima commissione non ha fatto nessun blitz. L’altra proposta di legge è datata 3 ottobre 2018, un settimana prima dell’approvazione della legge per l’istituzione della provincia Gallura che si discuteva da un anno».

Per Pietro Cocco (Pd) la riforma in discussione «è delicatissima e non si può fare nell’ultimo giorno di legislatura. Le province sono state cancellate dai cittadini, solo i cittadini possono decidere di restituire loro vita – ha detto il capogruppo del Pd – i cittadini devono essere chiamati a pronunciarsi, sono contrario a blitz di fine legislatura. E’ politicamente sbagliato».

Il presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus, si è detto indisponibile ad avvallare soluzioni pasticciate: «Tutti i territori meritano rispetto. Se questa possibilità di avere sviluppo dipende dall’avere un ente di riferimento questo deve essere approfondito. La Commissione ha iniziato i lavori con la provincia Gallura sulla spinta di tutte le forze politiche. Le altre non erano istanze di serie B. per la Gallura, però,  c’era una spinta di tutta la società – ha sottolineato Francesco Agus – sono contrario a a decisioni lontane dalla gente e dal sentire comune. Ha fatto bene il collega Cocco a a ricordare che le province sono state sconfessate pubblicamente. Quel sistema creato dal Consiglio non aveva un consenso popolare e per questo è stato scardinato dalla sua interezza. Non voglio essere complice di qualcosa di simile»

Luigi Lotto (Pd) ha detto di condividere le considerazioni del presidente Francesco Agus. «Una materia come questa – ha aggiunto Luigi Lotto – non può essere discussa alla fine della legislatura. Il presidente della Quinta commissione ha sottolineato che è necessario trovare una condivisione: “non ho alcun pregiudizio nei confronti della provincia della Gallura – ha concluso Luigi Lotto – credo però che chiudere oggi con un’approvazione a maggioranza sia un errore. Troviamo una sintesi ,  sono disponibile ma non facciamo pasticci».

Per Roberto Deriu (Pd) legiferare senza un’adeguata istruttoria non va bene. La Prima commissione ha valutato mature le condizioni per varare una provincia del Nord est. Ma è necessario non distaccarci dal percorso costituzionale, in caso contrario si producono “mostri”. Quindi, è indispensabile il referendum per far pronunciare le popolazioni interessate. Roberto Deriu ha annunciato che non parteciperà a percorsi sbagliati.

Emilio Usula (Misto) ha sottolineato di essere favorevole al massimo decentramento politico e amministrativo e di credere nelle province elettive come strumento di democrazia reale. Questa proposta di legge però  è parziale e confusa. E’ sbagliato l’approccio, il momento, il metodo. Non parteciperà al voto.

L’emendamento 65 è stato bocciato.

Franco Sabatini  ha posto una pregiudiziale: «I Consigli della regioni ordinarie esercitano la loro funzione, per legge, fino al 46 esimo gg prima delle elezioni. In base a  diverse sentenze questa norma si applica anche alle regioni a Statuto speciale. E’ anomalo che procediamo su una legge che certamente non è né obbligatoria né urgente. Questo Consiglio non può legiferare».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso) ha chiesto di sospendere i lavori e tentare un percorso unitario.

Per Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) è ormai  evidente a tutti che ci siano frange importanti del centrosinistra che vogliono bloccare la provincia del Nord Est e della città metropolitana di Sassari. E’ arrivato il momento di scegliere. Marco Tedde ha definito la pregiudiziale posta da Franco Sabatini uno “sberleffo giuridico” le sentenze non ci interessano, noi siamo legislatori.   

Giuseppe Fasolino (Forza Italia Sardegna) è convinto che la proposta di legge sarà approvata ed ha chiesto di andare ad oltranza, senza interruzione fino all’approvazione della legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha convocato la Conferenza dei capigruppo.

Al rientro il Presidente ha sospeso la seduta. I lavori sono ripresi alle 16.00. Primo punto all’ordine del giorno il testo sulla fibromialgia, approvato oggi in commissione Sanità.

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Il Consiglio regionale ieri sera ha approvato l’articolo 6 della legge di stabilità 2019. La seduta pomeridiana è ripresa con la votazione degli emendamenti all’art.6 della Legge di Stabilità 2019-2011. L’aula ha respinto, in rapida successione, tutti gli emendamenti soppressivi presentati dall’opposizione. Approvato invece l’emendamento n. 99 (Pinna e più) che stanzia 350mila euro per garantire alle coppie residenti in Sardegna l’accesso alle tecniche di procreazione assistita eterologa da effettuare presso strutture pubbliche nazionali ed internazionali. All’emendamento ha chiesto di apporre la propria firma anche il consigliere Augusto Cherchi (Pds). Si è poi passati all’esame dell’emendamento 530 emendato dal 581. Le due proposte destinano, a specifici capitoli di bilancio, le somme di 200mila euro per l’adroterapia e protonterapia e 150mila euro per l’assistenza a cittadini comunitari indigenti.

Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha ricordato il monito della Corte dei Conti sugli elevati tassi di scostamento della spesa farmaceutica. «La Sardegna ha la più alta spesa a livello nazionale. Nel primo semestre del 2018 risulta in ulteriore aumento. Mi chiedo: di cosa stiamo parlando?».

Ad Alessandra Zedda ha replicato l’assessore Luigi Arru. «I rilievi della Corte Conti si riferiscono alla spesa per i dispositivi ortopedici e cardiologici. Questo è un caso diverso. I conti della spesa farmaceutica sono migliorati. Siamo passati dall’ultimo al terzultimo posto. Abbiamo fatto una battaglia perché la Sardegna non può utilizzare i biosimilari. Stiamo cercando di governare il fenomeno». Messi in votazione gli emendamenti sono stati approvati.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento n.34 sul quale inizialmente il consigliere Augusto Cherchi (Pds) aveva espresso forti perplessità perché convinto si trattasse di un intervento per la proroga delle graduatorie concorsuali del sistema sanitario.

Il consigliere Gianni Lampis (Fratelli d’Italia) ha chiarito la questione spiegando che la norma va a sanare la situazione dei lavoratori in utilizzo che prestano la loro opera al servizio di comuni e strutture sanitarie stabilendo una proroga al 2021, con impiego continuativo per 12 mesi e almeno 30 ore settimanali.

A favore anche il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «Si tratta di circa 380 lavoratori in utilizzo per cui ogni anno si fanno provvedimenti ad hoc. Non c’entrano le graduatorie. Si tratta di porre regole certe per chi lavora da anni al servizio degli stessi enti». Dello stesso avviso Piero Comandini (Pd): «E’ un atto di giustizia per i lavoratori in utilizzo».

Augusto Cherchi si è scusato con l’aula e ha annunciato il suo voto favorevole. L’emendamento n. 34 è stato approvato all’unanimità.

Via libera anche al n. 158 (Zedda P. e più) che estende agli immobili esistenti la possibilità di interventi di ristrutturazione previsti per le zone agricole

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo 6che è stato approvato con 35 voti a favore e 14 contrari.

L’aula ha poi esaminato gli emendamenti aggiuntivi.

Disco verde, senza discussioni di merito, per l’emendamento n. 140 (Ruggeri- Pinna-Forma) che stanzia 100mila euro extra Lea per pazienti affetti da malattie rare.

Respinti invece  gli emendamenti n.192 e il 579 presentati dal gruppo di Forza Italia con i quali si chiedeva di introdurre i pagamenti con cadenza mensile per i pazienti con disturbi psichici e in condizioni di disagio. Alessandra Zedda (Forza Italia) ha chiesto all’assessore di trovare una soluzione.

A sostegno della collega Alessandra Zedda si sono schierati Edoardo Tocco (Forza Italia) firmatario dell’emendamento all’emendamento n. 579 e Oscar Cherchi: «Perché non è possibile prevedere erogazioni a cadenza mensile? Il problema del ritardo dei pagamenti sta diventando cronico».

Anche Francesco Agus (Campo Progressista) ha segnalato il problema: «Ho presentato un emendamento sugli stessi temi. Lo ritirerò ma mi accodo alla richiesta di una soluzione per governare il fenomeno ed evitare che famiglie e lavoratori vadano in sofferenza. Sui fondi finanziati con la legge 20 occorre una riflessione attenta».
Dello stesso tenore l’intervento di Roberto Desini (Pds): «Colgo l’occasione per fare una considerazione sulle leggi di settore. I comuni hanno problemi di carattere oggettivo. Il sistema non è adeguato alle esigenze degli utenti. I comuni si trovano spesso costretti ad anticipare i fondi».

Ai consiglieri ha replicato l’assessore Raffaele Paci: «Il tema è reale ma fa parte del problema più grande dell’efficienza della pubblica amministrazione. Non dipende dalla volontà dell’assessore. Mettere un pagamento mensile non fa altro che aggravare i problemi. L’idea è fare un pagamento  a marzo in un’unica soluzione per il trasferimento di tutte le risorse ai comuni. Si faccia un ordine del giorno in cui si da mandato all’esecutivo per favorire questo percorso».

Alessandra Zedda (Forza Italia) si è detta d’accordo con Paci. Messi in votazione i due emendamenti sono stati bocciati.

Via libera invece all’emendamento n. 582 (sostitutivo totale del 534) presentato dalla Giunta e finalizzato ad assicurare l’equilibrio del servizio sanitario regionale con la previsione di un transito di risorse liberate dalla riduzione del disavanzo nei bilanci delle Asl.

Approvato anche il n. 612 (sostitutivo totale del 10) sul quale ha espresso forti perplessità il consigliere del Pds Pier Mario Manca: «Stiamo dando 40mila euro ai dirigenti per il potenziamento delle loro competenze. Esiste un contratto nazionale con relative provvidenze a favore dei dirigenti. Stiamo andando a dare dei soldi senza capire la vera finalità. Mi si spieghi la ratio del provvedimento. E’ una questione di serietà. Se qualcuno mi dà delle spiegazioni lo voto».

A fianco di Pier Mario Manca si è schierato Oscar Cherchi (Forza Italia): «Chiedo al primo firmatario Cesare Moriconi di spiegare il senso della proposta – ha detto Augusto Cherchi – capiamo la necessità di un potenziamento delle capacità manageriali ma occorre verificare quale è il percorso individuato».

Cesare Moriconi (Pd) ha difeso la sua proposta. «La materia attiene alla qualità del servizio sanitario. Occorre intervenire per garantire professionalità e competenze. La cifra complessiva di 40mila euro è irrisoria. Si parla di qualità del servizio sanitario. Ritengo un dovere del Consiglio considerare questa esigenza».

D’accordo con Moriconi il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Parliamo di dirigenti e di una cifra che in confronto a qualche altro intervento è bassa. Intervenire sulla formazione è doveroso».

E’ quindi intervenuto il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Si fa polemica sul nulla. Non è un compenso ai dirigenti ma si tratta di costituire un fondo dedicato alla formazione su cui riversare finanziamenti nazionali ed europei. Questa è al finalità».

Favorevole a un fondo per la formazione dei dirigenti anche il capogruppo di fratelli d’Italia Paolo Truzzu: «Occorre però scrivere meglio l’emendamento. Non spetta a noi indicare le modalità con cui scegliere le persone che debbono fare la formazione. Le scelte spettano alla struttura amministrativa. Sono d’accordo sul merito ma se non si scrive meglio non lo voto».

Contro l’emendamento si è espresso invece Luigi Crisponi (Riformatori):«Si interviene solo sulla formazione dei dirigenti e in un comparto che succhia oltre il 50% del bilancio regionale. Ci sono dipendenti regionali di serie A e di serie B».

Posto in votazione l’emendamento n. 612 è stato approvato con 28 sì e 17 no.

Approvato poi l’emendamento di sintesi degli emendamenti 57, 97 e 139 sull’efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici nella sanità sarda. “Perplessità per i possibili ricorsi” sono state espresse dal consigliere Agus (Campo progressista). Anche l’on. Rossella Pinna (Pd) ha parlato del “rischio di impugnativa da parte del governo statale per invasione del campo legislativo, come già avvenuto con la legge della Valle d’Aosta”. Anche l’assessore Filippo Spanu ha confermato il rischio di impegnativa. Per il capogruppo del Pds, on. Roberto Desini, “ci sono responsabilità politiche che ci dobbiamo assumere insieme al rischio di impugnativa. E’ giusto salvaguardare le persone che hanno subito ingiustizie in questi anni”.

Per Forza Italia è intervenuto l’on. Marco Tedde che ha ribadito i rischi giuridici  dell’emendamento di sintesi, che è poi stato approvato.

Approvato l’emendamento 134 (Daniele Cocco) per mettere a disposizione dei Comuni le sedi dei medici di base non più utilizzate.

L’Aula ha discusso a lungo sull’emendamento 285 (Truzzu) sul fenomeno del randagismo nelle campagne del Medio Campidano, sulla loro sterilizzazione e più in generale sul problema delle centinaia di cani che si trovano nei canili municipali sardi, a carico totale sulla collettività. Per l’on. Emilio Usula “si può sostenere questa norma, visto che è un progetto sperimentale che potrà essere esteso poi in tutta la Sardegna”. L’on. Sabatini ha ribadito che “nel prossimo triennio ci sono 9 milioni per i Comuni sardi per questo intervento, nell’articolo 6 al comma 21 e al 22: sono denari destinati alla lotta al randagismo e alla sperimentazione.  E abbiamo stanziato anche 300 mila euro per le associazioni che si occupano del problema. Mi sembra francamente che questa discussione sia inutile”. L’emendamento 285 è stato respinto.

Approvato l’emendamento 575 (Pinna e più): 100 mila euro a favore delle cure delle persone colpite dalla Sindrome di Lynch. L’on. Lorenzo Cozzolino ha precisato che in Sardegna ci sono circa 100 pazienti con questa forma tumorale ed ha aggiunto: “Centomila euro per la prevenzione mi sembrano pochi”.

Ok anche agli emendamenti 28 (Tendas – associazioni della terza età), 29 (Tendas – contributo locali per organizzazioni che si occupano di indigenti), 52 (Congiu – centri antiviolenza), 206 (A. Zedda e Sabatini – reddito di libertà per le donne vittime di violenza).

Approvato l’emendamento 26 (Forma e Deriu) che prevede un rimborso per gli esami prevaccinali per i bambini della scuola dell’infanzia e primaria a rischio di reazioni indesiderate. Per l’on. Roberto Deriu “è necessario togliere ogni alibi alla propaganda antivaccinista”. Contrario l’on. Franco Sabatini: “C’è un capitolo apposito per questa funzione”. L’emendamento 44 è stato comunque approvato.

L’Aula ha detto sì anche all’emendamento 69 (Busia) che finanzia le attività dei centri ai quali si rivolgono gli autori di violenza di genere. Sull’emendamento 205 (A. Zedda e Sabatini) dedicato alle prestazioni sanitarie fornite dalle strutture private accreditate l’Aula ha deciso di sospendere temporaneamente la discussione, anche su richiesta dell’assessore Paci e passare agli altri emendamenti.

Approvato anche il 207 (A. Zedda – interventi a favore dell’inserimento lavorativo dei disabili) e poi il 590 e 250  (Crisponi – fondo regionale autosufficienza), 508 (Agus – 50mila euro per interventi sociali per il quartiere Sant’Elia), il 536 (Agus – sulla figura e il ruolo dei biologi nella sanità pubblica sarda) ed il 600 (D. Cocco – sostegno alle organizzazioni di genitori di soggetti autistici).

Il Consiglio ha approvato l’emendamento orale all’emendamento 536, presentato del consigliere Francesco Agus (Campo Progressista) e sostenuto anche dal consigliere del Pd, Roberto Deriu: “Le risorse al capitolo Sc 05.001 sono integrate di euro 20mila al fine di consentire alle Aziende sanitarie della Sardegna la ricognizione delle figure professionali compatibili con l’applicazione del DL 75 del 2017. A questo scopo le aziende in base alle loro attuali e comprovate esigenze strutturali e organizzative, sono autorizzate a istituire nuovi posti in dotazione organica corrispondenti alla figura del collaboratore professionale biologo”.

Il Consiglio ha approvato gli emendamenti 537 della Giunta regionale (aggiunge al comma 32 il 32bis che per le stesse finalità della legge regionale 13.04.2017 n.5 è autorizzato la spesa di euro 7.439.023,22) e 556 presentato dal consigliere del Pd Roberto Deriu (contributo di 50mila euro a favore della Lega italiana per la lotta contro l’Aids per sostenere campagne di informazione, sensibilizzazione, prevenzione e contrasto della diffusione della malattia). L’Aula ha anche approvato l’emendamento 564 (Deriu e più) che stanzia 5 milioni a favore delle associazioni onlus e cooperative sociali convenzionate con il servizio di emergenza-urgenza 118. Il testo originariamente era stato proposto con un contributo di 6 milioni, ma è stato emendato oralmente dal presidente della Terza Commissione, Franco Sabatini, ma con l’impegno assunto dall’intero Consiglio regionale, su proposta del consigliere Augusto Cherchi, di trovare le ulteriori risorse nel prossimo esercizio finanziario. I gruppi di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Partito dei sardi, Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso, i Riformatori sardi, Psd’Az-La Base, Cristiano popolari socialisti e Fratelli d’Italia hanno accolto l’emendamento e l’hanno sottoscritto, sottolineando l’importanza del lavoro quotidiano svolto per tutti i cittadini sardi dai volontari, fondamentali per il sistema dell’emergenza-urgenza.

L’Aula ha invece bocciato l’emendamento 565 che prevedeva un sostegno economico di 150mila euro alla Fondazione Marreri onlus che si occupa dei pazienti affetti da autismo (19 voti favorevoli e 23 contrari). L’emendamento era stato fatto proprio dai Riformatori sardi, dopo che il proponente, Roberto Deriu (Pd), l’aveva ritirato in seguito alle rassicurazioni avute dall’assessore Luigi Arru. L’esponente della Giunta ha garantito che affronterà la situazione dopo l’approvazione della Finanziaria. Crisponi e Dedoni (Riformatori), Coinu, Tocco (FI), Busia (Misto) hanno sottolineato la necessità di sostenere le associazioni e le Fondazioni che offrono sostegno ai pazienti affetti da autismo e alle loro famiglie, che vivono spesso in solitudine il dramma della malattia che colpisce i propri cari.

Il Consiglio ha approvato poi l’emendamento 567 (Deriu e più) che autorizza un contributo di 85mila euro per il 2019 a favore della Conferenza episcopale sarda per il miglioramento delle sicurezza degli edifici di culto di propria competenza.

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La commissione Sanità del Consiglio regionale presieduta da Raimondo Perra (Cps), alla presenza dell’assessore Luigi Arru, ha approvato all’unanimità il piano di formazione collegato al trattamento della Dsa (disturbi dell’apprendimento) rivolto ad operatori sanitari, scolastici e famiglie.

E’stato rinviato invece l’altro punto all’ordine del giorno riguardante il primo Piano operativo dell’azienda di emergenza-urgenza Areus, per consentire un approfondimento sull’assetto organizzativo della struttura. Oggetto del confronto, in particolare, la comparazione fra diversi modelli, da quello della “holding” che ha come riferimento l’esperienza della Lombardia a quello di una azienda ad autonomia più marcata, con proprio personale e patrimonio, per finire con una forma “mista” ancora da mettere a punto.

Nel corso della seduta hanno preso la parola sull’ordine dei lavori diversi consiglieri regionali che hanno posto all’assessore Luigi Arru una serie di quesiti. Lorenzo Cozzolino (Pd) ha chiesto chiarimenti su Mater Olbia, riconversione dell’ospedale Marino di Cagliari ed alcune selezioni avviate dall’Ats relative alla direzione di strutture complesse.

Augusto Cherchi (Pds) ha sollecitato il ritiro di una delibera Ats riguardante alcune strutture complesse a suo avviso non conforme alle leggi approvate dal Consiglio, soffermandosi inoltre sui criteri di accreditamento delle strutture private specializzate nelle malattie mentali.

Giorgio Oppi (Udc), riferendosi alla recente ripartizione dei posti letto sul territorio regionale, ha lamentato lo squilibrio a danno dalla sanità privata, criticando poi l’iter “stranamente veloce” dell’accreditamento del Mater Olbia dopo l’avvicendamento dei partner scientifico della Qatar Foundation.

Emilio Usula (Misto) ed Edoardo Tocco (FI), infine, hanno richiamato l’attenzione dell’assessore Luigi Arru, rispettivamente, sul registro regionale dei tumori e sulla vertenza Aias.

L’assessore della Sanità, riservandosi l’accertamento puntuale delle questioni sollevate, attraverso gli uffici dell’assessorato e dell’Ats, ha comunque fornito alcuni chiarimenti.

Sulla ripartizione dei posti letto, in primo luogo, l’assessore si è detto convinto del raggiungimento di un buon equilibrio, all’interno del quale sono state recepite le indicazioni provenienti dalla commissione. Mentre, per quanto riguarda il Mater Olbia, ha ribadito la linea della Regione improntata, da un lato, alla massima chiarezza e, dall’altro al rispetto degli accordi con la Qatar Foundation ed i suoi partner scientifici attuali.

Per quanto riguarda la vertenza Aias, Luigi Arru ha ricordato il recente incontro del presidente Francesco Pigliaru con i sindacati, nel quale Aias ha presentato una proposta di transazione (2 milioni più interessi) a seguito della definizione di un vecchio contenzioso con l’ex Usl di Alghero. «La proposta – ha spiegato – è all’attenzione dell’ufficio legale della Regione».

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La convenzione per l’implementazione e sviluppo del Registro Tumori della Sardegna, firmata dall’Ats e dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, deve essere annullata. Lo chiedono, con un’interpellanza al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore della Sanità Luigi Arru, 11 consiglieri regionali di maggioranza ed opposizione.

Il documento, depositato ieri mattina in Consiglio regionale, è stato sottoscritto da Emilio Usula (Rossomori), Annamaria Busia e Francesco Agus (Campo Progressista), Raimondo Perra (Psi), Daniele Cocco, Paolo Zedda e Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp), Roberto Deriu e Daniela Forma (Pd), Angelo Carta (Psd’Az) e Gianni Lampis (Fratelli d’Italia).

«In Sardegna sono già operativi due registri tumori su base locale, a Nuoro e a Sassari – afferma il primo firmatario  Emilio Usula – entrambi sono accreditati a livello nazionale ed internazionale, non si capisce su quale base l’Ats abbia deciso di stipulare una nuova convenzione con una struttura extraregionale.»
Secondo i presentatori dell’interpellanza. il Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio non avrebbe i requisiti necessari per lo svolgimento di un compito così delicato: «Non risulta che la struttura individuata dall’Ats abbia consolidate esperienze in materia – scrivono gli 11 consiglieri regionali – il Registro Tumori del Lazio, seguito dal Dipartimento di Epidemiologia, non è ancora accreditato a livello nazionale e risulta essere ancora nelle fasi iniziali di progettazione».

«Anziché firmare onerose convenzioni sarebbe più opportuno mettere i due registri sardi di Nuoro e Sassari nelle condizioni di lavorare costituendo anche il registro per la Sardegna Meridionale – aggiunge Emilio Usula – l’obiettivo deve essere la creazione di un modello federato, diversamente si rischia di porre in essere due attività parallele che potrebbero entrare in conflitto.»

Da qui la richiesta alla Giunta di agire in autotutela: «Pigliaru e Arru si avvalgano dei loro poteri sostitutivi e annullino la convenzione firmata da Ats e Dipartimento di Epidemiologia del Lazio – conclude Emilio Usula – allo stesso tempo si lavori alla realizzazione del Registro regionale dei tumori».     

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli della legge di stabilità 2019. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha brevemente ricordato la figura dello scomparso Antonio Serra, consigliere regionale nella decima legislatura.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha ribadito la richiesta, rivolta all’assessore Luigi Arru, di riferire sulla situazione del Policlinico sassarese e in generale sulla sanità del Nord Sardegna, lamentando inoltre di aver ricevuto dall’assessore Luigi Arru l’accusa di voler sollevare solo problemi. La realtà è un’altra, ha sostenuto: occorre un confronto aperto su queste questioni, sollecitato dai lavoratori e da larga parte della società del territorio, affrontando la discussione delle mozioni presentate, dal Policlinico al blocco delle stabilizzazioni, al depotenziamento dei laboratori di analisi.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pds Roberto Desini, associandosi all’intervento del collega Peru e ricordando una sua interrogazione rimasta senza risposta, ha ribadito la sua richiesta di confronto in Aula con l’assessore, formulata già in occasione del dibattito sulla legge di Forestas. Per queste ragioni, Roberto Desini ha fatto appello al presidente per una sollecita discussione dell’interrogazione.

Il presidente Gianfranco Ganau ha replicato precisando che, in occasione della legge su Forestas l’assessore Luigi Arru si era dichiarato disponibile ma poi il dibattito è saltato per il protrarsi dei lavori dell’Aula. Quanto alla giornata odierna, l’assessore è impegnato a Sassari in una riunione con i sindacati proprio sulla vertenza del Policlinico.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale della legge Finanziaria 2019.

Per illustrare il provvedimento ha preso la parola il relatore di maggioranza Franco Sabatini (Pd), presidente della commissione Bilancio.

Sabatini, nel suo intervento, si è soffermato sul ruolo svolto dal Consiglio sulla varie leggi Finanziarie nell’arco della legislatura, un ruolo «spesso purtroppo sottovalutato anche sotto il profilo dell’attenzione ai problemi specifici dei territori, con molte categorie che spesso hanno manifestato sotto il palazzo, ottenendo non solo ascolto ma risposte concrete». Soffermandosi sui punti qualificanti di questo lungo percorso che ha visto protagonista il Consiglio, Franco Sabatini ha ricordato provvedimenti come il Reis, gli interventi in agricoltura, il contratto di Forestas, e l’impegno per i lavoratori Ara: tutte questioni che coinvolgono persone ed il lavoro che non c’è, come le misure di sostegno al reddito, le borse di studio, le agevolazioni nel trasporto pubblico locale, gli incentivi per la ristrutturazione degli immobili, gli sgravi Irpef per famiglie in difficoltà, il rinnovo del contratto della sanità». Proprio stamattina, nell’incontro con il Cal, «abbiamo dimostrato con i fatti alle autonomie di aver tenuto nella massima considerazione i loro problemi, col mantenimento del fondo unico, il mutuo di 700 milioni per mettere in sicurezza i territori dal rischio idro-geologico, i 27 milioni per altre opere pubbliche che arriveranno fino a 50, l’aumento degli spazi finanziari per gli Enti locali e le misure per il risanamento dei loro bilanci, ed ancora il Reis e Lavoras con risorse che vanno sempre ai Comuni». Tutto questo, ha affermato Franco Sabatini, «è stato reso possibile con una corretta politica di bilancio che nasce dalla vertenza entrate che ha portato più risorse fuori dal patto di stabilità e la riduzione degli accantonamenti su cui stiamo ancora lavorando». Questa politica, ha aggiunto, «ha prodotto risultati molto concreti, come dimostra anche la Corte dei conti, con 1 miliardo in più nelle riscossioni ed un altro 1 miliardo nei pagamenti, tutti fondi andati nell’economia reale della Regione». Questa Finanziaria dunque, ha concluso il presidente della commissione Bilancio, «contiene i risultati positivi di 5 anni di lavoro, ai quali si aggiungono gli interventi più recenti in materia di artigianato, commercio e famiglie, sempre con la massima attenzione alle fasce deboli della società sarda».

Per la minoranza, il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha preso le distanze in apertura dai toni trionfalistici di Sabatini, che «sono fuori luogo e privi delle buone pratiche che in questi anni non abbiamo affatto visto». A nostro giudizio, ha continuato, «la legislatura si chiude lasciando grandi problemi aperti per tutti i sardi, da vertenza entrate conclusa in modo insufficiente, alla continuità territoriale senza risultati alla sanità fuori controllo, il tutto aggravato da pesanti difficoltà nelle procedure e nei pagamenti che determinano conseguente molto negative per cittadini ed imprese». Alessandra Zedda ha quindi richiamato l’attenzione del Consiglio su alcuni esempi di cattivo uso delle risorse pubbliche. Il primo ha riguardato il sistema informativo sanitario che, negli anni, ha prodotto costi complessivi per oltre 140 milioni senza risultati apprezzabili e con procedure discutibili e forse in parte illegittime finite sotto la lente della Corte dei conti». La sanità va male, ha lamentato Alessandra Zedda, «e non siamo impazziti noi a denunciare lo sfascio di un settore dove va a finire più della metà del bilancio della Regione; Giunta e maggioranza invece, di fronte a questa situazione, intervengono in via sperimentale per riformare il terzo settore seguendo uno schema finora adottato solo in 2 Regioni». Anche per questo chiediamo, ha detto ancora l’esponente di Forza Italia, «che l’assessore Luigi Arru venga al più presto a riferire in Aula perché buona parte della legge Finanziaria riguarda quell’assessorato». Quanto agli interventi in favore di artigianato commercio e turismo, Alessandra Zedda ha auspicato che non siamo appesantiti dalla solita burocrazia, comunque, ha concluso, erano problemi che andavano affrontati negli anni precedenti.

Per l’on. Marco Tedde (FI) “è anche l’occasione per fare un consuntivo del tutto fallimentare, riconoscere che è stato bocciato senza appello il governo dei professori. E il 24 febbraio prossimo gli elettori lo diranno, visto che avete allontanato la Sanità dai sardi e le imprese dal lavoro. Il vostro governo è stato una devastazione anche sotto altri profili come i trasporti aerei, la continuità delle rotte minori e le tratte Roma e Milano. E stendiamo un velo pietoso sull’agricoltura, sui pagamenti che non ci sono e sui bandi che non vengono banditi. Oggi fate la corsa contro il tempo per la Finanziaria ma sarà merito del nostro senso di responsabilità se arriverete al traguardo dell’Aula velocemente. Segnaleremo ai sardi le vostre mancette elettorali, noi siamo qui per le imprese e per i sardi”.

Invece l’on. Alfonso Marras (Riformatori sardi) ha esordito dicendo: “Sarà la prossima giunta a doveri rimediare ai vostri disastri e alla crisi demografica che ci sta attanagliando. Non c’è posto per i vostri toni trionfalistici sulla crescita del Pil nel 2015-2017 perché la Sardegna ha bisogno di lavoro per frenare la fuga di giovani sardi ma anche di servizi pubblici di qualità e meno burocratici.  In materia di entrate emerge una grave crisi di rapporti tra la Regione e lo Stato italiano ma questo tema sembra non preoccuparvi, in realtà”.

Per l’on. Fabrizio Anedda (Comunisti) “la manovra finanziaria è ingessata sulle spese correnti e c’è poco coraggio sulle politiche attive del lavoro. Bisogna dare atto al presidente dell’intervento risolutivo sulla peste suina, una battaglia che è stata vinta anche dall’assessore Luigi Arru con il sostegno del Consiglio. Ma sarebbe stato utile più coraggio sulle servitù militari  soprattutto a Perdasdefogu e, soprattutto, incrementare i posti di lavoro in tutti i settori, anche nel settore ovino caprino e nell’artigianato che ne deriva, nel settore suinicolo e dei cereali: si tratta di ambiti tipici della Sardegna, che ne costituiscono l’identità. Dobbiamo aiutare le nostre imprese a crescere, altro che dare aiuti alle Camere di Commercio”.

A seguire l’on. Luigi Crisponi (Riformatori sardi), secondo cui “è evidente che siamo ma soprattutto siete nella zona Cesarini e pensate di fare gol all’ultimo momento. E invece non ci saranno gol ma la solita melina, uguale a quella che ci avete proposto nel resto della legislatura. Oggi mettete a disposizione risorse per dare risposte concrete al commercio e all’artigianato ma si poteva fare nei quattro anni precedenti: dovevate farlo prima, ecco. Avete prima mortificato le imprese con il vostro muro di gomma, con la vostra burocrazia. E oggi cercate di togliere dalla palude le imprese che lì avete cacciato”. L’oratore ha parlato anche della crisi delle imprese insediate ad Ottana e dell’inutilità degli interventi pubblici messi in campo finora.

Ha quindi preso la parola il consigliere di Fratelli d’Italia Gianni Lampis che ha bocciato senza mezzi termini il contenuto della manovra finanziaria: «Voi oggi rappresentate qualcosa che non esiste o che esiste solo nella vostra fantasia, tutti i dati statistici dicono il contrario sulla qualità della vita, la capacità di creare sviluppo e occupazione. Questa manovra non può recuperare cinque anni di tempo perso e di occasioni perdute».

Gianni Lampis ha poi sottolineato la presenza in Finanziaria di risorse per la famiglia: « Nei 5 anni precedenti sono stati i cavalli di battaglia del mio gruppo consiliare che non hanno ottenuto nessuna reazione da parte vostra. Oggi finalmente se ne parla».

L’esponente della minoranza ha poi fatto un elenco delle incompiute della Giunta: «Dove vedete la crescita nel comparto turistico? – ha detto Gianni Lampis – la rete dei trasporti interni è inadeguata, le strade sono ridotte a mulattiere. Parlate di segnali positivi nell’agroalimentare. Penso che agricoltura e allevamento siano in crisi profonda. Tra poco riesploderà la battaglia sul prezzo del latte».

Dal consigliere di Fratelli d’Italia sono arrivati giudizi negativi anche sulle politiche per l’occupazione: «I giovani scappano dalla Sardegna perché non siamo in grado di progettare il loro futuro. La Regione spende per formare gli studenti che poi non trovano nell’Isola percorsi idonei alla loro valorizzazione. Questo favorisce l’esodo dalle aree interne a cui segue il taglio dei servizi».

Al termine del suo intervento, Lampis ha fatto un breve accenno anche agli effetti negativi delle riforme varate nel corso della legislatura: «Avete promesso grandi riforme: gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, dagli enti locali alla sanità. I sindaci dicono di non avere strumenti per agire e capacità di progettazione. Il riordino degli enti locali ha obbligato i comuni ad unirsi in Unioni, ma che efficacia amministrativa garantiscono? Oggi parliamo ancora di province commissariate. Stesso discorso sulla sanità. La Asl unica, vostro cavallo di battaglia, non ha prodotto nulla di buono, le liste d’attesa non sono state abbattute».

Per Emilio Usula (Rossomori) le politiche portate avanti dalla maggioranza non hanno influito sulla situazione economica e sociale della Sardegna. « E’ migliorata la condizione dei sardi, è calata la povertà? Si è fermato lo spopolamento, le imprese artigiane sono in ripresa? Sono migliorati i servizi alle persone? Siamo riusciti a garantire una buona mobilità? La situazione è sotto gli occhi di tutti».

Emilio Usula ha poi puntato l’indice contro l’assessore al bilancio Raffaele Paci: « Poco o nulla è cambiato, mi aspettavo altro da una maggioranza di centrosinistra, la responsabilità è di tutti, soprattutto dell’assessore al Bilancio. La Sardegna non rimpiangerà la Giunta e in particolare lei, assessore Paci, per l’atteggiamento supponente che l’ha contraddistinta. Il ritiro dei ricorsi sulla vertenza entrate è stato il più grande errore, il popolo sardo ha perso miliardi di preziose risorse che potevano essere messe a disposizione dello sviluppo. La questione accantonamenti è ancora aperta per non parlare delle alchimie contabili messe puntualmente in rilievo dalla Corte dei Conti e derubricate a questioni tecniche ».

Emilio Usula ha espresso giudizi negativi anche sulla riforma sanitaria («non è solo una questione di conti ma di servizi e di offerta ai cittadini») e sul mutuo per le infrastrutture (“doveva portare a una rivoluzione keynesiana, non abbiamo visto nulla”) prima di bocciare l’atteggiamento della Giunta sul referendum costituzionale promosso da Matteo Renzi: «E’ stata quella la prima occasione in cui il popolo sardo vi ha punito con la percentuale più alta di “no” a livello nazionale».

L’unico dato positivo, ha concluso Usula,  è la mancata approvazione della legge urbanistica che avrebbe fatto danni al paesaggio e offerto vantaggi alle consorterie politiche ed economiche. «I pericoli non sono finiti, l’assalto al territorio è sempre un rischio concreto. Questo perché il centrosinistra, sempre più omologato, lascia spazio a cupi scenari. Questo bilancio è la sintesi di cinque anni di scelte sbagliate».

Giudizio negativo anche da parte del capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni. «Approviamo una finanziaria che sarà modificata dalla prossima maggioranza. Avrei preferito un’altra strada: far capire che qui le cose si fanno seriamente, questo avrebbe consentito di licenziare una finanziaria senza colori».

Attilio Dedoni ha poi messo in evidenza la mancanza di una strategia politica da parte della Giunta: «Sarei stato d’accordo se si fosse varato un grande progetto per la ricerca – ha detto Attilio Dedoni – il problema è che questa scelta non si è fatta. Alcuni milioni finanziati per la ricerca aerospaziale hanno fatto da moltiplicatore ma fuori da una visione d’insieme. I giovani vanno fuori a cercare occupazione. Manca competitività da parte delle università. Forse manca un’università privata e centri di ricerca di eccellenza. La Sardegna ha le potenzialità per diventare la Silicon Valley del Mediterraneo».

Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha espresso apprezzamento per alcune scelte della Giunta. «Finalmente dopo cinque anni di richieste si vede un briciolo di luce in questa finanziaria. Ho difficoltà a dire che non sia una buona finanziaria. Contiene molte richieste che abbiamo formulato negli anni scorsi: provvedimenti per le famiglie, per l’incremento della natalità, contro lo spopolamento delle zone interne. Sono contento che finalmente ci siano le risorse per gli asili nido, i bus gratis per i giovani, le proposte per la ristrutturazione delle case con i 25 milioni a favore delle imprese».

Risorse che però rischiano di non essere disponibili secondo Paolo Truzzu: «Su questi finanziamenti pende la spada di Damocle della mancata parificazione del bilancio da parte della Corte dei Conti e la questione accantonamenti ancora aperta – ha detto Paolo Truzzu – c’è poi la scelta di coprire con ingenti risorse il deficit della sanità. Non si potrà stare tranquilli. Solo in primavera si capirà se le risorse stanziate saranno effettivamente disponibili».

Da Truzzu, infine, è arrivato l’invito ad un cambio di rotta: «Ancora una volta impegniamo una quantità di risorse importante per garantire diritti ai più deboli, ma ho l’impressione che la strada scelta sia ancora quella dell’assistenzialismo e non dello sviluppo. Manca la volontà di cambiare punto di vista, le risorse Lavoras potevano essere messe in mano ai cittadini, in questo modo si sarebbero  potuti incentivare investimenti privati in grado di creare 5.000/6.000 posti di lavoro. In futuro occorre avere il coraggio di cambiare punto di vista».

Di segno opposto l’intervento del capogruppo del Pd, Pietro Cocco: «E’ una buona legge di stabilità, una Finanziaria con alcune misure importanti – ha detto Pietro Cocco – la sanità sarà risanata completamente. Abbiamo trovato un deficit di 400 milioni di euro che oggi riduciamo a 75 milioni. Le opposizioni dicono che tutto va male, ma abbiamo gli stessi posti letto, stesse specializzazioni, stessi ospedali e l’assistenza territoriale garantita. Certo non tutto va bene. Abbiamo approvato una rete ospedaliera che deve essere messa in grado di funzionare così  come è stata approvata»

Il capogruppo del Pd ha poi parlato di fisco e lavoro: «Le tasse non sono aumentate,  Irpef e Irap sono tra le più basse in Italia – ha detto Pietro Cocco – abbiamo stanziato 124 milioni di euro per il piano del lavoro, con metà delle risorse destinate ai comuni per l’apertura di cantieri. Abbiamo inoltre istituito il Reis, lo abbiamo attuato diversamente da quanto annunciato dal Governo nazionale».

Stesso discorso sulle misure per l’agricoltura: «Non è vero che non si è fatto nulla. abbiamo licenziato la legge sulla suinicoltura che interviene per valorizzare il comparto. Questa giunta ha messo in atto un piano di contrasto della peste suina che nessuno aveva fatto prima»

Bene anche gli interventi sull’industria: «Alcoa è una battaglia vinta, così come l’Eurallumina per la quale, tra pochi giorni, si aprirà un  tavolo per l’autorizzazione della ripresa produttiva. Igea oggi è in salute, l’abbiamo presa in condizioni disperate. Non pagava gli stipendi da 6 mesi. E’ stata salvata e rimessa in condizioni di operare».

In conclusione del suo intervento, Pietro Cocco ha fatto mea culpa sui trasporti: «Si poteva e si doveva far meglio. E’ un settore strategico. Ma che lo dica chi ha fatto un disastro totale non ci stiamo. La precedente Giunta ha varato la Flotta Sarda e lasciato 11 milioni di debito facendo fallire la Saremar. Non raccontateci cose che non potete raccontare – ha concluso Pietro Cocco – avremmo potuto far meglio ma voi non potete dir nulla».

Il presidente ha dato quindi la parola alla capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda. L’esponente della minoranza ha ha sottolineato che nel precedente intervento ha voluto insistere sul settore della sanità perché è allo sbando, ma che in questa discussione si vuole però soffermare sugli aspetti positivi di questa Finanziaria e su leggi che spera possano portare risultati positivi all’Isola. “Il futuro della Sardegna passa per un nuovo modello di sviluppo – ha detto – quello che crea valore endogeno” e ha aggiunto che “per noi può essere fondamentale prevedere una fiscalità di sviluppo che non può essere certo quella di un abbattimento delle misere imposte che riguardano le addizionali Irpef e Irap”. Alessandra Zedda ha poi sottolineato che nonostante sia un piccolo intervento va bene.

Per la consigliera la sostenibilità non va d’accordo con la parola burocrazia. “Se vogliamo rendere sostenibili le iniziative di questa Finanziaria  dobbiamo cambiare l’organizzazione della Regione e i procedimenti che risultano obsoleti e ingessanti, sia per le misure che riguardano le aziende sia quelle che riguardano i cittadini”. La capogruppo di Forza Italia ha aggiunto che “non è pensabile che chi soffre, destinatario di leggi come la n. 15, la 20, la 162, debba aspettare un anno o se va bene a qualche mese” passando da un ufficio all’altro. Alessandra Zedda ha presentato un emendamento che prevede il pagamento mensile del contributo regionale per chi ne ha diritto.

Sull’innovazione ha poi aggiunto: “Ho un sogno: avere una Silicon valley nella nostra regione con un sistema che deve funzionare”. E rivolgendosi all’assessore Paci ha affermato: “Noi investiamo molto e le faccio un plauso, ma non dobbiamo fermarci ai finanziamenti comunitari e dobbiamo incidere anche sulle infrastrutture e sulla formazione delle risorse umane, che non mi sembra stia avvenendo”.

Sulla crescita Alessandra Zedda ha affermato “che è la cosa più difficile da valutare”. Sono stati citati investimenti come  Garanzia giovani, tirocini e Lavoras, ma non è ancora sufficiente per garantire dignità e lavoro. Secondo Alessandra Zedda: “Ci sarebbero voluto almeno cinque Finanziarie” e ha aggiunto che è necessario intervenire sulla burocrazia e garantire procedimenti e tempi certi.

La consigliera ha poi citato l’iniziativa che ha pensato allo sport come prevenzione e ha ringraziato il presidente Franco Sabatini per il lavoro fatto in Terza commissione, che ha portato a un confronto tra le forze politiche e a un miglioramento di questo testo. Le migliori leggi uscite da quest’aula, secondo Alessandra Zedda, sono la legge contro la violenza sulle donne, su Forestas e sugli appalti  e sono state frutto di un lavoro condiviso.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi dato la parola all’assessore regionale della Programmazione e Bilancio, Raffaele Paci, che si è detto emozionato visto che si tratta dell’ultima Finanziaria di questa legislatura. “E’ la conclusione di un percorso perché le Finanziarie sono legate e alcune politiche le abbiamo iniziate cinque anni fa”. L’assessore ha chiarito che non sono stati risolti tutti i problemi della Sardegna, come la povertà, la disoccupazione, l’emigrazione dei giovani laureati e formati. “C’è ancora tanto da fare” e ha ricordato che l’Italia era un Paese ricco dell’Europa, mentre ora non lo è più, e che per debellare la povertà, la disoccupazione bisogna combattere ogni giorno. “Sarebbe ingeneroso però non prendere atto di alcuni dati di fatto e spero che non vengano visti come trionfalismi”. Raffaele Paci ha affermato: “L’Istat certifica che negli ultimi 3 anni la Sardegna è cresciuta dell’1,2%, ottava regione in Italia”, sottolineando che invece nella scorsa legislatura c’era stata una perdita annua media dell’1,7%, anche se ha ricordato che effettivamente erano gli anni della crisi. Per Raffaele Paci non bisogna negare che ci sia stata la ripresa e ha affermato che i tassi di crescita registrati negli ultimi tre anni non si registravano dagli anni ’60: l’occupazione è calata di 2 punti percentuali e l’occupazione è aumentata di 40mila unità. Per l’esponente dell’Esecutivo non tutto è risolto, ma ci sono dei grandi miglioramenti: la Sardegna sta diventando un punto di riferimento per nuove occupazione legate ai settori dell’information technology e c’è stata una ripresa di alcuni settori dell’agroalimentare e dell’artigianato. Raffaele Paci ha ricordato i 255 milioni messi a bando per le imprese, il fatto che la Giunta ha favorito la ricerca, l’innovazione, la scuola, lo sviluppo delle imprese, il diritto allo studio, il sostegno alle famiglie, ai Comuni e alle politiche sociali. Raffaele Paci ha ricordato che non è un manovra elettorale, è una manovra sostenibile finanziariamente e con risorse certe. L’assessore ha ricordato, infine, che  quando ha assunto l’incarico aveva trovato 5 miliardi di interessi passivi e 4 miliardi di interessi attivi. La Sardegna aveva accumulato moltissime promesse di pagamento a causa del Patto di stabilità.

Raffaele Paci ha ricordato che quello che la Giunta ha firmato con il Governo ha fatto uscire la Sardegna dal Patto di stabilità potendo spendere un miliardo in più all’anno e ha ricordato che i ricorsi ritirati contro lo Stato non hanno fatto perdere alla Sardegna neanche un euro. L’assessore ha ricordato, inoltre, che sono stati ridotti gli accantonamenti, “visto che abbiamo impugnato tutte le finanziarie e perciò spesso abbiamo evitato di dare allo Stato 480 milioni di accantonamenti. E quest’anno, finalmente riusciamo ad avere un po’ di respiro perché gli accantonamenti si sono ridotti da 684 a 535 perché abbiamo impugnato le precedenti Finanziarie”. In conclusione Raffaele Paci ha affermato che spetterà al Consiglio regionale migliorare questa Finanziaria.

Il presidente ha messo quindi in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 31 voti a favore e 18 contrari. Il presidente ha quindi ricordato che il termine per presentare gli emendamenti e giovedì, 6 dicembre, alle 12.00. La seduta è stata chiusa e il Consiglio è convocato per martedì, 11 dicembre, alle 16.00, per proseguire l’esame della Finanziaria e approvare la proposta di legge per le modifiche tecniche alla scheda elettorale per le elezioni regionali.

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I consiglieri regionali del gruppo Misto Emilio Usula ed Annanaria Busia hanno presentato un’interpellanza per chiedere chiarimenti sulla pesca dell’aragosta rossa: zone di tutela biologica, attività di conservazione della specie, calendario del fermo biologico, accesso degli operatori al fondo di solidarietà regionale della pesca.

I due consiglieri, dopo aver ricordato la competenza primaria della Regione in materia di pesca, hanno sottolineato l’importanza del lavoro svolto dalla Regione (con diversi interventi dal 1998 al 2013) per la conservazione della specie ed il ripopolamento, anche attraverso l’introduzione di specifici divieti di prelievo.

Secondo Emilio Usula ed Annamaria Busia, però, l’azione svolta ed i risultati ottenuti rischiamo di essere vanificati sia perché “il divieto di pesca nelle aree di ripopolamento è scaduto nello scorso mese di agosto”, sia perché alcuni operatori stanno sostenendo richieste di ulteriore posticipo sulla base di valutazioni legate a minor reddito, condizioni meteo negative, difesa dei prodotti locali dalla concorrenza estera.

“In realtà – concludono Emilio Usula ed Annamaria Busia – proseguire nelle politiche di conservazione e ripopolamento delle specie ittiche, a cominciare dalle più pregiate, è la miglior forma di tutela della biodiversità della Sardegna e delle sue eccellenze.

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La commissione Sanità presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha approvato, con il voto contrario del consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, le linee-guida relative alle strutture sociali e socio sanitarie pubbliche e private, suddivise in quattro tipologie: a) comunità di tipo familiare; b) strutture residenziali a carattere comunitario; b) strutture a ciclo diurno; c) strutture a ciclo diurno; e) strutture per la prima infanzia.

Illustrando il provvedimento l’assessore della Sanità Luigi Arru ha sottolineato che «si tratta di uno strumento normativo molto atteso frutto di un lavoro importante con tutti i gruppi di interesse, che dà certezze agli operatori e qualifica l’intervento della Regione nelle politiche sociali, nelle quali continuiamo a credere molto».

«Anche nel quadro della riforma del sistema sanitario – ha aggiunto l’assessore della Sanità – le nuove linee-guida rafforzano il legame fra sanità e politiche sociali, ancora più stretto nelle situazioni che riguardano pazienti anziani e fragili.»

In un momento successivo saranno definite sia le tariffe che i requisiti delle strutture riguardanti le comunità integrate.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino, Luigi Ruggeri e Rossella Pinna del Pd, Luca Pizzuto di Art. 1 – Sdp, Augusto Cherchi del Pds, Emilio Usula del Misto, Paolo Dessì del Psd’Az-La Base e Giorgio Oppi dell’Udc.

 

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L’assessore all’Ambiente, Donatella Spano, ha relazionato in Consiglio regionale, stamane, sull’alluvione dell’11 ottobre e sulle misure messe in campo dalla Protezione civile regionale. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau che, subito dopo, ha convocato la conferenza dei capigruppo. Alla ripresa dei lavori, dopo le formalità di rito, il presidente Ganau ha pronunciato un breve intervento di cordoglio in memoria di Tamara Maccario, la giovane mamma che ha perso la vita nella recente alluvione che ha colpito la Sardegna meridionale e l’area metropolitana di Cagliari, ed ha espresso la vicinanza dell’Assemblea anche a chi attende ancora di conoscere la sorte dei suoi cari e a quanti sono stati danneggiati dai gravi fenomeni naturali. Il presidente, dopo aver assicurato che il Consiglio farà la sua parte fino in fondo, ha chiesto all’Aula di osservare un minuto di silenzio in segno di cordoglio.

Successivamente, in base alle decisioni della conferenza dei capigruppo, l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha riferito al Consiglio sulla recente alluvione.

Nella sua relazione, Donatella Spano ha ricordato l’allerta meteo diramato dalla protezione civile per le giornate del 10 e dell’11 ottobre rivolto alla Sardegna meridionale ed orientale e le precipitazioni di forte intensità su vaste aree del territorio, che hanno raggiunto “punte” del tutto eccezionali fino 484 millimetri a Capoterra e quasi 400 a Tertenia. Una situazione molto complessa, ha aggiunto l’assessore, «che è stata fronteggiata con un grande lavoro di tutto il sistema della protezione civile regionale, ma purtroppo non ha impedito di registrare una vittima ed un disperso, danni elevati ad importanti infrastrutture». La Giunta, ha poi annunciato la Spano, «ha già formulato al Governo la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, in modo da poter ottenere più risorse sia per la gestione dell’emergenza che per il ristoro dei danni in base allo stesso codice nazionale; nello stesso tempo si sta procedendo con cura alla stima dei danni». Voglio però sottolineare, ha detto inoltre l’assessore, «il lavoro molto efficace della protezione civile che ha operato con professionalità e responsabilità, senza risparmio e con elevati rischi personali, col supporto fondamentale di tanti Sindaci, di tanti volontari e delle forze dell’ordine il cui impegno ha sicuramente evitato un maggior numero di vittime». Per quanto riguarda gli interventi nell’immediato, ha concluso l’assessore, «affronteremo il problema delle prime spese urgenti dei Comuni con i fondi della legge 28/85 che sarà rifinanziata, con i rimborsi delle anticipazioni relative alle spese sostenute, e con misure di risarcimento dei danni a privati ed attività produttive».

Al termine della relazione dell’assessore il presidente ha ricordato che il regolamento prevede un intervento per gruppo ed ha invitato i consiglieri ad iscriversi a parlare.

Per primo ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis, secondo il quale «siamo stati sconfitti ancora una volta nella battaglia contro le forze della natura e le nostre capacità sono state messe a dura prova». Tuttavia, ha aggiunto, «non abbiamo nessuna difficoltà a riconoscere che questa volta la macchina ha funzionato soprattutto con l’all’erta comunicato per tempo alle popolazioni, anche non è ancora riuscita a coordinare se stessa con il fattore umano e le procedure di gestione delle crisi, perché non bastano i singoli ma occorre più interazione con cittadini, diffondendo la consapevolezza delle migliori modalità di gestione dell’emergenza». Per questo, ha sostenuto, «è necessaria una forte presa di coscienza ed un aumento della tensione verso il miglioramento, perché le dimensioni degli eventi, per quanto eccezionali, non possono giustificare mai la perdita di vite umane». Stefano Tunis, infine, ha fatto un riferimento puntuale alla strada 195, lamentando che «forse l’Anas ha annunciato la riapertura troppo in fretta, dimenticando che questo messaggio ha determinato la scelta degli automobilisti di ripercorrere quella strada con lunghissime code che hanno dilatato i tempi di percorrenza». Quella strada va completata, ha concluso Tunis, «ci vuole una inchiesta con l’accertamento delle responsabilità di appaltatori ed esecutori, e soprattutto ci vuole una inversione di tendenza prevedendo poteri speciali per la realizzazione di opere strategiche, perché non è accettabile attendere lustri per la conclusione di un’opera».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Michele Cossa ha osservato che «la sempre maggiore frequenza dei fenomeni ci impone una grande riflessione estesa a tutti i territori». Stavolta le cose hanno funzionato, ad avviso di Michele Cossa, «e, accanto al dolore per le vittime, è necessario sottolineare positivamente che la protezione civile merita un plauso anche se restano alcuni problemi aperti: la manutenzione corsi d’acqua e la chiarezza degli all’erta meteo, che non devono essere adempimenti da interpretare ma strumenti codificati dall’assessorato, senza scaricare sui Sindaci decisioni forti come quelle di aprire o chiudere le scuole o impedire ai cittadini di uscire di casa, perché non accada più che gli appelli pubblici vengano sottovalutati anche se veri».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu, dopo aver ricordato che non è solito fare complimenti all’amministrazione, ha affermato di voler fare una eccezione ringraziando presidente ed assessore perché, «di fronte a fatto eccezionale si è operato bene rispetto ad alcuni anni fa, per cui plauso a quanti hanno lavorato alla prevenzione e all’organizzazione dei dispositivi di sicurezza, riuscendo a limitare per quanto possibile i danni, senza dimenticare che si sta ancora lavorando per risolvere i problemi di tante aziende dentro e fuori le zone industriali, degli operatori  agricoli e delle famiglie che hanno perso tutto». Non dobbiamo accontentarci, ha esortato Paolo Truzzu, «e continuare a riflettere sull’uso distorto del suolo che, per l’incuria prolungatasi nel tempo, è sempre più fragile e debole di fronte ad aventi naturali, a fare di più per i Comuni che non hanno risorse sufficienti, a migliorare la prevenzione attraverso gli all’erta meteo che, in effetti, appaiono spesso burocratici, troppo frequenti e ingiustificati, col risultato che alla fine le persone non ci credono». Anche Paolo Truzzu ha criticato la situazione della strada 195 «dove il cantiere è aperto da vent’anni».

Il presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd) ha espresso in apertura la solidarietà alla giovane madre ed alla famiglia del disperso che spera ancora, oltre che a tutti i cittadini colpiti dalle inondazioni, riconoscendo fra l’altro che «l’opposizione, in questa circostanza, ha mostrato un approccio serio su un argomento certamente molto delicato». In questo dopo alluvione, ha continuato, «abbiamo il dovere di ringraziare tante persone, dai Sindaci alla protezione civile, da Forestas ai barracelli, dalle forze dell’ordine ai volontari; la protezione civile, in particolare, si è dimostrata all’altezza del compito con professionalità e dedizione ottenendo anche il plauso della struttura nazionale». Adesso, ha auspicato, «bisogna ripercorrere quanto fatto in passato rimediando ad errori gravi come errori costruzioni in aree non adatte e deviazioni di corsi d’acqua; è una azione che abbiamo già iniziato con il Piano delle infrastrutture da 700 milioni e sappiamo che sarà un lavoro difficile da completare nel minor tempo possibile e, da questo punto di vista, siamo ancora in tempo a dare risposte importanti».

Nella replica l’assessore Sonatella Spano ha ringraziato il Consiglio per gli interventi e le proposte formulate, ribadendo il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla protezione civile e lo sforzo organizzativo messo in campo. Non pensiamo di aver raggiunto un traguardo, ha dichiarato, «ma siamo consapevoli che bisogna sempre crescere, lavorare molto sulla prevenzione e la sensibilizzazione, migliorare la coscienza dell’auto protezione dai rischi agendo anche con scuole».

Il presidente Francesco Pigliaru si è rivolto all’Aula per ricordare il progetto di metanizzazione dell’Isola, del quale si è ripreso a parlare nel 2016 in occasione del patto per la Sardegna sottoscritto con il governo “Abbiamo preteso dal Governo che il cuore di questo patto fossero la continuità territoriale, la metanizzazione dell’Isola e il miglioramento delle ferrovie della Sardegna”, ha detto il presidente della Regione. Che ha proseguito: “Siamo l’unica regione senza metano perché siamo l’unica regione realmente periferica. Nel 2014 abbiamo abbandonato il progetto Galsi, non più realistico, e ci siamo mossi per cercare un sistema che si basi sul GNL con lo scopo di portare in maniera omogenea il metano in tutta la Sardegna. A fine luglio 2016 abbiamo poi sottoscritto il patto, che indica chiaramente l’obiettivo della metanizzazione dell’Isola a condizione di sicurezza e di prezzo identico a quello delle altre regioni italiane. Saranno le energie rinnovabili, in un prospettiva non lontanissima, a garantire il fabbisogno energetico della Sardegna: per questo nel Patto abbiamo pensato a un processo leggero di metanizzazione con una dorsale di gasdotti interna, da attuare per fasi, e con depositi costieri e un rigassificatore nell’area di Cagliari. Si tratta di opere strategiche che avrà una procedura autorizzativa autonoma rispetto alle altre opere pubbliche. Ci saranno poi meccanismi di compensazione per i consumatori sardi in modo da uniformare il prezzo in tutta Italia. Il governo con decreto 257 del 16 dicembre 2016 ha confermato questi impegni e negli atti legislativi e amministrativi successivi è stato agli accordi, confermando una logica di transizione energetica. Nell’area industriale di Porto Torres potrebbe trovare spazio un hub per un secondo rigassificatore.

Si tratta della soluzione con il migliore impatto ambientale e territoriale possibile se vogliamo metanizzare la Sardegna in sicurezza e in condizioni di omogeneità del servizio nell’intero territorio isolano. Il metano è uno degli elementi essenziali per superare davvero il gap dell’insularità per le famiglie sarde e per le imprese che operano in Sardegna.

Per questo il 20 settembre abbiamo chiesto al premier Conte e al vicepremier Di Maio un incontro per valutare lo stato di attuazione del progetto di metanizzazione e siamo in attesa fiduciosa di una risposta”.

Dopo la comunicazione del presidente Pigliaru ha preso la parola per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha detto: “C’è un buco di tre anni nel progetto di metanizzazione e non è ascrivibile a responsabilità del governo regionale. Andiamo avanti ma chiediamoci anche qual è il progetto relativo alla produzione di energia elettrica della Sardegna? Qual è il piano per l’energia solare e fotovoltaica? Ci mancherebbe se non siamo d’accordo per ridurre tutti i tempi  ma dovete dirlo al governo: per noi il metano è una condizione di sviluppo necessario che lo Stato dive riconoscerci prima possibile”.

Per il Riformatore Attilio Dedoni “abbiamo fatto grandi passi sull’autoproduzione energetica in Sardegna ma penso che questo progetto di metanizzazione non sia altro che una riedizione del Galsi.  Non mi accontento di sentire che ho avuto 120 milioni di euro in più perché è da anni che il metano ci viene negato dal governo nazionale. Timeo danaos et dona ferentes: ho paura davanti a queste offerte vaghe, senza dettaglio”.

L’on. Pietro Cocco, capogruppo del Pd, è intervenuto sul punto: “Ci sono protocolli mondiali che dicono a quali parametri ci dobbiamo adeguare sotto il profilo dell’inquinamento e lo dico per rispondere a certe considerazioni che provengono sul GNL dal mondo ambientalista. E’ necessario che si passi dal combustibile fossile alle sole rinnovabili. E in questo tempo necessario il metano è la soluzione. Ogni anno senza metano costa ai sardi oltre 400 milioni di euro, una cifra rilevantissima che deve essere azzerata. Ha fatto bene il presidente Pigliaru a sollecitare l’incontro con il governo Conte perché gli impegni si devono rispettare e non può andare come è andato per i denari destinati alla riqualificazione delle periferie. Stiamo uscendo dal carbone ma ci manca mezzo secolo ad arrivare alla produzione attraverso le fonti totalmente rinnovabili: il processo del metano per la Sardegna non può essere assolutamente fermato e bisogna sostenere l’azione della giunta regionale verso il governo”.

Il presidente ha dato la parola a Cesare Moriconi (Pd), che ha condiviso quanto sottolineato dal collega Cocco sulla necessità di fare presto per colmare un gap eccezionale che distingue la Sardegna da tutte le altre regioni italiane e d’Europa. Il merito di questa Giunta è che ha ripreso a parlare di metano.

Per Moriconi è importante che venga fatto un ulteriore approfondimento dei costi e benefici.  Secondo il consigliere di maggioranza “queste opere infrastrutturali sono di gran lunga superiori al nostro fabbisogno”. Moriconi ha anche chiesto alla Giunta, nel caso in cui venisse deciso di costruire un solo rigassificatore, dove “pensano di posizionarlo nell’interesse  dei sardi e non di una parte della Sardegna”, e ha sottolineato l’importanza che potrebbe avere per una zona industriale come quella collegata al Porto Canale.

Emilio Usula (Misto) ha confermato la sua contrarietà come già espresso con il voto contrario all’ordine del giorno del 24 luglio scorso. “È vero che la Sardegna è in fortissimo ritardo, ma puntare sul metano con le modalità di oggi è come prendere un treno che è già passato”. La conferenza di Parigi ha già chiesto la riduzione delle emissioni del gas metano entro il 2050. “Quindi entro 30 anni deve essere avviata la dismissione dell’80 per cento delle emissioni del gas metano. Vale la pena investire tante risorse per qualcosa che potrebbe vedere i benefici nel 2030?”. La Sardegna è già esportatrice di energia e con le fonti rinnovabili copre il 40 per cento del fabbisogno energetico. “Noi come Rossomori e Autodeterminazione siamo autoconsumo e generazione da piccole fonti, rendere autonomi edifici pubblici, scuole e anche questo palazzo”. Si utilizzino i 600 milioni – ha concluso – per la transizione a fonti energetiche sostenibili.

Ha quindi preso la parola il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, per la replica. Al consigliere Attilio Dedoni ha risposto che si tratta di un progetto concreto, preciso ed è andato molto avanti con diversi atti della Regione e del Governo italiano. Francesco Pigliaru ha sottolineato che si tratta di investimenti per oltre un miliardo e non 120 milioni. Riferendosi poi al consigliere Emilio Usula, il presidente della Regione ha spiegato che gli investimenti nella rete sono stati già fatti in grandissima parte. Francesco Pigliaru ha ricordato di essere stato presidente della Commissione Enve (Ambiente, cambiamenti climatici ed energia) e che la posizione da lui scritta è stata approvata da 350 territori europei. Il capo dell’Esecutivo ha affermato che il passaggio al metano è una transizione energetica virtuosa perché si passa dal carbone al metano abbattendo le emissioni di co2. Una transizione verso un futuro di energie rinnovabili che ancora non c’è. Francesco Pigliaru ha anche chiarito che i fondi sono utilizzabili soltanto per realizzare quest’opera e che non possono essere spesi per altri interventi. Il presidente ha anche sottolineato che l’infrastruttura che sarà realizzata per la distribuzione del metano sarà utilizzabile in futuro anche per il bio metano e per l’idrogeno. Francesco Pigliaru ha poi auspicato una rapida risposta da parte del Governo.

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha quindi annunciato l’esame della Proposta di legge n. 550 (Daniele Cocco e tutti i capigruppo) che modifica normativa e disciplina vigente in materia di attività estrattive di cave e miniere. Il provvedimento, iscritto ai lavori dell’Aula con la procedura d’urgenza (articolo 102 del regolamento interno) è stato oggetto di due riunioni della capigruppo con riferimento alla vertenza della ex Polar, la miniera di betonite a Piscinas (Sulcis).

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, intervenendo sull’ordine dei lavori ha però chiesto il rinvio del testo in commissione, supportato dal consigliera Anna Maria Busia (Misto) e dalla capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, che ha ricordato la nota trasmessa da Confindustria affinché siano valutate e meglio approfondite le conseguenze e l’applicazione delle norme proposte nella Pl 550.

Per il mantenimento della proposta all’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea regionale si sono invece espressi il capogruppo di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, il consigliere Art. 1 – Sdp, Luca Pizzuto e anche il neo consigliere di Fratelli d’Italia, ex capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, insieme con il capogruppo del Pd, Pietro Cocco.

Dopo una breve sospensione dei lavori, il presidente Gianfranco Ganau ha posto in votazione, per alzata di mano, la proposta di rinvio del testo in commissione, proposta che è stata respinta a maggioranza. Il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) è quindi intervenuto a sostegno del provvedimento in discussione auspicandone la rapida approvazione senza sostanziali modifiche al testo che – a suo giudizio – contrasta “gli atteggiamenti predatori di certi  imprenditori senza scrupoli e tutela i lavoratori e l’ambiente”. Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis ha quindi chiesto il rinvio della discussione generale nel pomeriggio ed il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione del Consiglio alle 16.00.

 

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La commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha aggiornato i propri lavori a giovedì alle 10.00 per conoscere il Programma sanitario triennale 2018-2020 che sarà illustrato dall’assessore Luigi Arru e dal direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi.

La commissione ha condiviso una proposta formulata dal consigliere del Pds Augusto Cherchi che, prendendo la parola ad inizio seduta sull’ordine dei lavori, ha sottolineato che «il Piano rappresenta lo strumento fondamentale di programmazione in materia sanitaria (che doveva essere approvato dalla Giunta entro il 31 dicembre del 2017) attraverso il quale il Consiglio esercita i suoi poteri di controllo economico, finanziario e di merito».

Per l’opposizione, il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha precisato che, in riferimento alla rete ospedaliera, «sarà necessario effettuare una comparazione fra le previsioni del Piano, il progetto votato dal Consiglio e agli atti successivi adottati dalla Giunta e dal Direttore generale dell’Ats».

All’ordine del giorno dei lavori di giovedì saranno inserite anche tre risoluzioni, sinteticamente illustrate dai proponenti: Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) sulla rete oncologica, Emilio Usula (Misto) sulla terapia Vsn (stimolazione del nervo vago) per il contrasto all’epilessia e Daniela Forma (Pd) sul modello organizzativo dell’Areus.

Sono state unificate, infine, le tre proposte di legge presentate in materia di gioco d’azzardo.

 

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Andrea Murgia, 46 anni, funzionario della Commissione Europea, sarà il candidato di Autodeterminatzione alla presidenza della Regione. Questa mattina l’annuncio ufficiale durante una conferenza stampa in Consiglio, presenti i rappresentanti delle 8 sigle confluite nel movimento: Rossomori, Sardigna Natzione, Irs, Liberu, Sardegna Possibile, Gentes e Radicales Sardos.

«La candidatura di Andrea Murgia è il frutto di un lavoro complesso, di un percorso condiviso da tutte le forze riunite intorno ad Autodeterminatzione – ha detto il consigliere regionale dei Rossomori Emilio Usula – è un segnale di speranza per portare avanti il progetto di emancipazione della Sardegna.»

«Autodeterminatzione riparte dopo aver superato il traumatico post elezioni politiche – ha aggiunto il presidente del movimento Fabrizio Palazzari – il nostro è un movimento aperto, nato per rappresentare la Sardegna e i sardi che vivono fuori dall’Isola. Il nostro candidato, a differenza di quelli delle altre coalizioni indicati da Milano e Roma, è stato scelto a Tramatza.»

Andrea Murgia, che nel 2009 venne candidato nel listino da Renato Soru e nel 2014 partecipò alle primarie della coalizione del centrosinistra, ha aderito ai Rossomori il 2 luglio scorso, giorno della scomparsa di Gesuino Muledda che di quel partito fu fondatore e leader politico. «Ho deciso di lasciare il perimetro del centrosinistra e del Pd dopo il referendum sulle trivelle – ha spiegato Andrea Murgia – il mio dialogo con Autodeterminatzione è iniziato un anno fa. Ho sposato questo progetto perché vedo assoluta lealtà tra le forze politiche che lo sostengono e camminano nella stessa direzione. Voglio portare Autodeterminatzione dentro il Consiglio regionale, nonostante una legge elettorale che ci penalizza ma con la quale occorrerà confrontarsi».

Incalzato dai giornalisti, Andrea Murgia ha chiarito la collocazione politica del Movimento: «E’ scontato che non guarderemo a destra – ha detto Andrea Murgia – in passato io sono stato vicino al centrosinistra ma, anche in quel caso con una proposta tutta sarda. Escludo inoltre qualsiasi ipotesi di accordo con il Pds di Paolo Maninchedda. Vogliamo dare un segnale di discontinuità: chi ha appoggiato la Giunta Pigliaru, anche con incarichi di Governo, non può essere nostro alleato. In caso contrario si creerebbe solo confusione».

Sul programma di governo, Andrea Murgia ha puntato molto sul rapporto con l’Europa: «Io lavoro a Bruxelles dove mi occupo di fondi europei – ha affermato il candidato di Autodeterminatzione -, l’Europa mette a disposizioni moltissime risorse che andrebbero sfruttate meglio. Oggi la nostra capacità di spesa è di circa mezzo miliardo di euro all’anno mentre potrebbe arrivare a 1,5 miliardi. Nella prossima programmazione saranno disponibili circa 10 miliardi di euro, un’opportunità per i giovani sardi, i disoccupati, gli studenti e gli incapienti».

Altri fronti su cui concentrarsi saranno la sanità “oggetto di scelte economiciste”, la legge urbanistica («per fortuna bloccata sul nascere») e la legge elettorale («che ostacola il principio di rappresentanza, in Europa solo la Turchia ha una soglia di sbarramento oltre il 5%»).

Ancora da capire se Autodeterminatzione si presenterà alle prossime elezioni con un’unica lista o come coalizione: «Non è un passaggio tecnico ma politico – ha rimarcato Murgia – lo valuteremo insieme. In ogni caso sceglieremo i candidati migliori aprendo le nostre porte a tutti i sardi».