28 April, 2024
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«Area è destinata ad avere un ruolo strategico nel quadro della sua missione per le politiche della casa e per un nuovo welfare, ma occorre perfezionare il processo di fusione e rivedere la legge istitutiva.» Lo ha affermato il prof. Giorgio Sangiorgi, nel corso della sua audizione davanti alla Quarta Commissione (Governo del territorio – Lavori Pubblici), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd).

Nel suo intervento, Sangiorgi ha fornito alcuni dati particolarmente significativi, alcuni positivi altri meno, utili per capire lo stato dell’azienda: organico finalmente a regime di circa 200 persone di cui 160 impegnati sul territorio diviso in 5 distretti, morosità scesa dai 40 milioni del 2009 ai 34 attuali, conferma degli standard di 350 euro ad unità immobiliare per la manutenzione dei 25.000 appartamenti in proprietà, abusivismo inferiore al 3%, 1132 giorni in media per aprire e chiudere un cantiere in caso di immobili di nuova costruzione, a causa di una serie di vincoli che dipendono in parte dagli Enti Locali, contrazione delle risorse disponibili: solo per il 2012 l’azienda ha versato 5 milioni di Imu a fronte dei 300.000 dell’esercizio precedente.

«I processi di miglioramento già in atto – ha aggiunto il presidente di Area – vanno però completati, soprattutto per ciò che concerne la governance interna, che presenta ancora troppe differenziazioni territoriali, e l’assetto organizzativo.»

In prospettiva occorre poi, secondo Sangiorgi, «differenziare in modo più marcato i canoni di locazione e disegnare un modello di housing sociale, settore nuovo in cui l’azienda è comunque impegnata con 11 progetti finanziati dalla Regione, più adatto alle esigenze della Sardegna».

Riferendosi infine alla delibera della Giunta con cui si è avviata la procedura di scioglimento anticipato del consiglio di amministrazione, Sangiorgi ha dichiarato che «l’iniziativa ci sembra infondata, abbiamo risposto punto per punto con le nostre controdeduzioni che sono consultabili on line sul sito istituzionale dell’azienda, forse è mancata una continuità di confronto che noi abbiamo sempre auspicato».

Nel corso dell’incontro hanno preso la parola i consiglieri Salvatore Demontis, Giuseppe Meloni e Gianmario Tendas del Pd, Antonello Peru, Giuseppe Fasolino e Alberto Randazzo di Forza Italia, Eugenio Lai e Francesco Agus di Sel ed Ignazio Tatti dell’Udc. Gli esponenti della minoranza, in particolare, hanno espresso critiche e sollecitato chiarimenti sulla recente decisione della Giunta regionale di avviare il processo di scioglimento anticipato del Cda dell’azienda a poche settimane di distanza dalla scadenza naturale, fissata per il prossimo 16 settembre.

Il presidente della Commissione, Antonio Solinas, ha assicurato che questo specifico punto sarà oggetto, a brevissima scadenza, di una nuova audizione dell’assessore dei Lavori pubblici.

I lavoratori della Proservice di Cagliari, società in house della Provincia impegnata in diverse attività fra cui la disinfestazione antinsetti interamente finanziata dalla Regione sono in stato di agitazione a causa di una manovra di riduzione dei costi che, oltre al ridimensionamento del servizio, apre scenari di incertezza per le prospettive future della società.

Sulla situazione complessiva della Proservice, l’on. Eugenio Lai, consigliere regionale di Sel e vice presidente del Consiglio regionale, ha sollecitato l’intervento degli assessori dell’Ambiente e del Lavoro con una interrogazione in cui, in primo luogo, chiede chiarezza sui rapporti fra Regione e Provincia di Cagliari.

«Occorre sapere intanto se la Regione ha ridotto i finanziamenti erogati alla Provincia per lo svolgimento del servizio di disinfestazione e poi se tali finanziamenti hanno, come sarebbe logico, una destinazione vincolata.»

«Senza la necessaria chiarezza su questi due punti – osserva l’on. Lai – non si capisce perché l’Amministrazione provinciale di Cagliari abbia disposto la riduzione di orario dei lavoratori Proservice impegnati nella disinfestazione motivandola con la necessità di ridurre i costi di gestione».

«La vicenda della Proservice – ha concluso Lai – non può e non deve essere affrontata solo dal punto di vista contabile. Anche perché, nel delicato momento di transizione legato al riordino degli Enti intermedi sul territorio che vede la Regione impegnata nell’esame di una nuova legge, è necessario in primis dare certezze ai lavoratori che svolgono servizi essenziali per la comunità.»

Il consigliere regionale Eugenio Lai (Sel) ha presentato un’interpellanza urgente «sull’immotivato divieto di accesso alla spiaggia di “Murtas”, nel territorio del comune di Villaputzu».

«A causa delle servitù militari, il comune di Villaputzu – sottolinea Eugenio Lai che ha presentato un’interpellanza urgente – è costretto non solo a rinunciare ad alcune zone del suo territorio, ma anche al normale accesso via terra alla spiaggia di “Murtas” (fra le più belle della Sardegna sud-orientale) dove, in base ad un divieto del ministero della Difesa, si può arrivare solo dal mare.»

Eugenio Lai sollecita un intervento urgente del presidente della Giunta regionale: «Non si comprendono le ragioni dell’ennesimo divieto, scrive Lai nella sua nota, perché la zona interdetta al transito, di circa 100 metri, risulta nella disponibilità del demanio regionale e la strada appartiene al Comune di Villaputzu».

«Lo stesso Comune – conclude l’esponente di Sel – ha chiesto la riapertura dell’accesso alla spiaggia senza nemmeno ricevere una risposta dalle autorità militari e ciò rappresenta un grave danno sia per la comunità locale che per i turisti.»

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Il capogruppo di Sel Daniele Cocco e i consiglieri Francesco Agus, Eugenio Lai e Luca Pizzuto hanno illustrato questa mattina ai giornalisti i provvedimenti più importanti presentati in Consiglio. Tra questi, la proposta di legge per l’istituzione del reddito di cittadinanza. «E’ il nostro cavallo di battaglia, il tentativo concreto di riformare un sistema sociale ormai superato e restituire speranza ai giovani e ai precari – ha detto Luca Pizzuto – la speranza, una volta individuate le coperture finanziarie, è che la maggioranza riesca a licenziare finalmente la legge».

Sel sta riservando particolare attenzione anche alla lotta per la razionalizzazione degli enti strumentali della Regione e l’eliminazione degli sprechi. Su questo fronte, il gruppo ha presentato una proposta di legge per la soppressione di “#Sardegna Promozione”, alla quale ha fatto seguito la delibera per il commissariamento dell’Agenzia adottata dalla Giunta. «Ancora non basta – ha detto Francesco Agus – serve ora una legge per evitare che il personale rimanga intrappolato nella struttura e perché le competenze vengano affidate, come avviene in altre regioni, a società in house che si occupino di promozione turistica».  Un’altra situazione che preoccupa è quella dell’Ente Foreste. «Si tratta della struttura più pesante della Regione, con quasi 7.000 dipendenti,  che oggi opera in una situazione di emergenza – ha detto Daniele Cocco – con una direzione generale ancora vacante. La campagna antincendi è in ritardo e il personale lamenta violazioni contrattuali. La situazione è ormai insostenibile occorre che la Giunta intervenga al più presto». Non meno grave la vicenda dell’#Arst, azienda di trasporti sulla quale Sel ha presentato in Consiglio un’interrogazione. Il gruppo ha segnalato una situazione che mette a rischio il diritto alla mobilità dei sardi e le storture di una gestione schizofrenica: da una parte pensa ai tagli e dall’altra procede a un cambio di sede che ha provocato un aggravio dei costi di bilancio.

Eugenio Lai, consigliere e vicepresidente del Consiglio, ha segnalato l’iniziativa del gruppo sulle energie rinnovabili («Basta con le speculazioni e i danni ambientali. Serve un piano energetico che restituisca ai sardi il diritto di decidere sugli interventi da realizzare e consenta loro di beneficiare, in termini di riduzioni tariffarie, dello sfruttamento delle risorse») e la proposta di stabilizzazione per i 12 precari dell’Arpas e dei lavoratori Cesil e Csl.

In materia ambientale, invece, la mozione per la difesa della biodiversità sarda. «Oggi assistiamo ad un assalto delle multinazionali che tentano di impadronirsi del nostro genetico vegetale. Il pericolo – ha detto Luca Pizzuto – è che i semi tradizionali usati in agricoltura ci vengano scippati per poi essere brevettati. Per scongiurare questo rischio, Sel chiede l’istituzione di un registro delle biodiversità e il divieto di fornire alle multinazionali le semenze da brevettare».

Ultimo accenno, infine, alla vicenda #San Raffaele. «Il nostro via libera al progetto della #Qatar Foundation – ha sottolineato Pizzuto – è la garanzia che la sanità  pubblica non sarà minata. La delibera della Giunta punta all’integrazione del sistema sanitario regionale e a un potenziamento dei servizi nella Gallura, territorio fortemente penalizzato in passato». Azione della Giunta soddisfacente anche per il capogruppo Cocco: «Ci fidiamo di Pigliaru. Il progetto del San Raffaele darà risposte importanti in campo sanitario e occupazionale con l’assunzione di operatori sardi». 

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Il vice presidente del Consiglio regionale Eugenio Lai (Sel), e i consiglieri Efisio Arbau (Sardegna Vera), Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco e Francesco Agus (Sel), hanno presentato una proposta di legge per stabilizzare il personale precario dell’#Arpas. La proposta prevede la stabilizzazione, presso l’#Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, di personale qualificato, già assunto con contratto a tempo determinato a seguito di procedura ad evidenza pubblica e più volte rinnovato.

«In un ambito particolarmente sensibile – è scritto nel testo di legge – quale è quello della protezione dell’ambiente, la proposta intende dare una risposta all’esigenza di assicurare con continuità lo svolgimento di rilevanti e indispensabili compiti istituzionali dell’Agenzia che hanno, tra gli altri, diretti riflessi sulla salute dei cittadini. Attraverso lo stabile inquadramento di figure professionali qualificate che fino ad ora hanno prestato il loro servizio con successivi rinnovi contrattuali, si eviterebbe, dunque, l’interruzione di fondamentali servizi resi alla collettività e si valorizzerebbero le professionalità sviluppate presso l’Agenzia.»

«La procedura di stabilizzazione – è scritto nel testo – nel rispetto dei vincoli sulle assunzioni e sulla spesa attualmente vigenti, si dovrà in particolare attenere a quanto disposto a livello statale dalla legge di stabilità per il 2014, la quale prevede una serie di requisiti che evitano all’Amministrazione il rischio di assumere personale in eccedenza rispetto alle effettive esigenze istituzionali.»

La proposta di legge prevede una dotazione finanziaria di 200mila euro per il 2014 e di 395mila euro per gli anni successivi. Fondi che dovrebbero essere aggiunti al bilancio dell’Arpas e tolti al capitolo di spesa del bilancio regionale relativo “Promozione e propaganda turistica”.

Un’interrogazione con richiesta di risposta scritta «sui problemi di mobilità temporanee al Presidio Ospedaliero di Muravera» dall’ospedale di Isili, è stata presentata ieri mattina dal vice presidente del Consiglio regionale, Eugenio Lai (Sel). L’esponente della maggioranza ha evidenziato nel testo le criticità che si potrebbero venire a creare nel periodo estivo nell’ospedale di Isili, che aveva appena completato l’organico dei tecnici di radiologia e che si è visto sottrarre, per compensare le carenze di organico dell’ospedale di Muravera, una delle due figure appena acquisite.

Nel testo Lai ha chiesto all’assessore regionale della Sanità «come intenda risolvere il problema relativo al rischio di esubero di reperibilità, previste dalla normativa, a cui i TSRM (tecnico sanitario di radiologia medica) di Isili sarebbero costretti a seguito delle mobilità temporanee disposte dall’Azienda Sanitaria Locale; come intenda fronteggiare la carenza di personale presso il servizio di Radiologia di Isili che le mobilità temporanee potrebbero causare anche alla luce del neopredisposto piano ferie; come si intende procedere con la formazione del personale che, inviato in un nuovo servizio, si troverebbe ad operare con apparecchiature complesse e con protocolli non noti, considerato che il lavoro dei TSRM è strettamente connesso alla profonda conoscenza delle apparecchiature che, erogando radiazioni ionizzanti, potrebbero causare gravi danni al paziente». Lai, infine, ha chiesto all’esponente della Giunta «come si intende far fronte all’esubero di ferie e ore lavorative accumulate dai TSRM del presidio di Isili costretti a lavorare per la cronica carenza di personale considerato che le ferie in questione sono relative all’anno 2013 ed hanno scadenza nel giugno 2014».

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Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno per favorire l’accesso delle piccole e medie imprese al sistema degli appalti pubblici. Nel documento unitario, scaturito al termine della discussione della mozione n. 43 (Truzzu e più), è contenuto, tra gli altri, l’impegno per la Giunta ad inviare un’apposita comunicazione ai direttori generali degli assessorati regionali, delle società, delle agenzie e degli enti controllati, perché prendano in considerazione le indicazioni contenute nella legge n.98 del 9 agosto 2013, per quanto attiene la suddivisione degli appalti in lotti funzionali “per attribuire la giusta importanza a tutti gli operatori economici, piccoli compresi”. L’ordine del giorno impegna inoltre la Giunta a  riferire, entro sei mesi dall’approvazione del documento, “sullo stato di attuazione delle iniziative informative alle stazioni appaltanti regionali e degli Enti Locali”.

Il consigliere del gruppo “Sardegna”, Paolo Truzzu, primo firmatario della mozione n. 43, ha illustrato all’Aula le ragioni che hanno spinto i consiglieri firmatari a presentare un documento che sostiene le attività delle piccole imprese sarde. Il frazionamento degli appalti, ha spiegato l’esponente della minoranza, rappresenta, infatti, una pratica che riguarda il 99% delle imprese operanti nell’Isola che sono classificate Pmi, in quanto contano meno di 99 dipendenti. Il presentatore della mozione ha ricordato come nel recente passato le norme nazionali e europee hanno avvantaggiato le cosiddette “grandi imprese” e i “global service”. Ma sia al livello comunitario, ha aggiunto Truzzu, che in campo nazionale negli ultimi due anni si è invertita la rotta e con il “decreto del fare”, nel 2013, il governo italiano ha potenziato le misure previste nel codice dei contratti pubblici, per favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese alla gare d’appalto, attraverso la possibilità per le stazioni appaltanti di suddividere gli appalti in lotti funzionali.

Il dispositivo della mozione, ha concluso Paolo Truzzu, contiene l’impegno per il presidente della Regione e per l’assessore dei Lavori pubblici, ad inviare un atto di indirizzo politico ai direttori generali della Regione, di enti, agenzie e società controllate perché procedano nel verso indicato dal “decreto del fare” in ordine alla suddivisione degli appalti in lotti funzionali.

Il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha dichiarato di condividere «nel merito» il contenuto della mozione n. 43 ed ha affermato che nelle pubbliche amministrazioni, le disposizioni contenute nel “decreto del fare” hanno trovato immediata applicazione. L’esponente della maggioranza ha però evidenziato che è di competenza dei direttori generali e dei dirigenti dei servizi, la decisione di procedere con la suddivisione degli appalti in lotti funzionali, ove possibile ed economicamente vantaggioso. Demontis ha dunque espresso dubbi e perplessità sull’opportunità di procedere con un atto di indirizzo politico da parte del presidente della giunta ed ha auspicato la formulazione di un nuovo testo con termini che ha definito «più sfumati».

Il capogruppo di Sardegna Vera Efisio Arbau ha affermato che il contesto in cui operano le aziende sarde è molto difficile e la nuova normativa sugli appalti aiuta in alcuni punti proprio il settore delle piccole e medie imprese, «obbligando gli enti pubblici nella loro veste di stazioni appaltanti a motivare la mancata suddivisione dei lavori in lotti funzionali». Frazionare i lotti dove è possibile, ha detto ancora Arbau, «significa non solo aprire il modo dei lavori pubblici alle imprese di piccole dimensioni, ma ridurre gli spazi in cui si annidano gravi fenomeni di corruzione, collocando in sede locale i controlli sulla regolarità delle procedure e le verifiche su corretta esecuzione delle opere». Il contenuto della mozione è dunque condivisibile, ha sintetizzato il capogruppo di Sardegna Vera, che ha suggerito una breve sospensione dei lavori dopo la discussione generale in modo da definire un ordine del giorno unitario, «peraltro già concordato e da completare con alcune modifiche di dettaglio».

Il consigliere Modesto Fenu (Zona Franca) ha dichiarato che «qualche volta ci lamentiamo perché non c’è una legge e cerchiamo di farla, altre volte quando c’è la legge si cerca di complicarla; spero che questa non sia l’occasione, dato che c’è la norma del governo Monti». Il sostenitore della mozione, ha chiarito, «non vogliono esercitare nessuna pressione indebita sugli uffici, si tratta semplicemente un atto di indirizzo forte per sollecitare l’attenta valutazione della procedura prevista dalla stessa legge in modo di aprire più spazi all’economia locale». «Se si vuole fare un ordine del giorno – ha aggiunto Fenu – niente in contrario purché sia d’accordo il primo firmatario della mozione».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha dichiarato di rinunciare all’intervento per favorire soluzione unitaria. Il consigliere Gianluigi Rubiu (Udc) ha ricordato i passaggi più significativi della normativa europea che regola la materia, con particolare riferimento alla valutazione dell’ipotesi delle divisioni dei lavori in lotti funzionali «per assicurare più trasparenza e concorrenza, intendendo per lotto funzionale quella parte dell’opera funzionale, fruibile e fattibile a prescindere dalla realizzazione delle altre parti che la compongono». E’ un impianto normativo coerente, ha sottolineato Rubiu, «con strategie dell’Unione europea che intende allargare la partecipazione alle gare per il sistema della piccole e medie imprese  sia in procedure ad evidenza pubblica che per lavori in economia».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Eugenio Lai.

Sulla mozione in esame, ha espresso il parere favorevole della Giunta l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana.

Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi), primo firmatario della mozione, ha messo l’accento su alcuni passaggi del documento, nel quale «non ci sono intrusioni nei confronti della struttura tecnica, fermo restando che i poteri di indirizzo sono prerogativa della politica». Si tratta di un intervento necessario, ha continuato Truzzu, «perché in molti enti locali non c’è la propensione ad applicare con diligenza questa parte del codice degli appalti». «Inoltre – ha spiegato – la mozione è molto simile ad una approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Cagliari; non vedo dunque difficoltà, i lotti funzionale hanno la capacità di aumentare sia la trasparenza che la concorrenza, forse anche a costi minori per la pubblica amministrazione come ad esempio nella raccolta dei rifiuti solidi urbani». Truzzu, infine, si è detto disponibile a trasformare la sua mozione in ordine del giorno. Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto una breve sospensione dei lavori, che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori il vice presidente del Consiglio regionale, Eugenio Lai, ha reso noto all’aula che è stato presentato un ordine del giorno unitario in sostituzione della mozione. Il vice presidente Lai ha dato, poi, la parola al consigliere del Pd, Salvatore Demontis, per dichiarazioni di voto. L’esponente dell’opposizione ha voluto ribadire come sia fondamentale distinguere tra le funzioni dell’organo legislativo e quelle dell’organo gestionale. Demontis ha dichiarato il suo voto favorevole all’ordine del giorno. Voto favorevole è stato annunciato anche dal consigliere di Forza Italia, Marco Tedde: «Questa mozione era assolutamente opportuna. Bene fa il Consiglio a intervenire con un atto politico, e non gestionale, affinché quelle strutture si attengano scrupolosamente a quanto previsto dalla legge». Per il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, «l’ordine del giorno unitario segna un atto politico importante, perché il Consiglio dimostra di essere vicino alle piccole imprese». Favorevole anche Paolo Truzzu (Sardegna): «Abbiamo fatto una buona opera che aiuta le piccole imprese».

Per Modesto Fenu (Zona Franca), «dall’Aula arriva un segnale importante per le piccole imprese e per tutto il settore economico e produttivo». L’esponente della minoranza ha poi precisato che la mozione presentata dal centrodestra aveva l’unico obiettivo di dare «un indirizzo politico sulla situazione di difficoltà delle aziende sarde». Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha sottolineato l’esigenza di «dare linfa alle piccole e medie imprese». Per Dedoni «dividere in lotti gli appalti non è un delitto. In Sardegna stiamo pagando per questa situazione: l’appalto della strada Sassari-Olbia ha escluso le imprese sarde, riservando loro solo le briciole dei subappalti».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha rimarcato l’importanza di un ordine del giorno condiviso che apre la strada a un provvedimento futuro di soccorso per le piccole e medie imprese. Christian Solinas, capogruppo del Psd’Az, dopo aver annunciato il voto favorevole del gruppo sardista, ha chiesto alla Giunta di dare seguito all’ordine del giorno. «Serve un’apposita deliberazione ai sensi della legge 31 – ha detto Solinas – per dare un indirizzo generale agli assessorati e fare in modo che il documento che l’Aula si appresta a votare trovi concreta applicazione».
Il vicepresidente Lai ha quindi messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato all’unanimità.

Il documento impegna la Giunta a:

a) favorire l’accesso delle piccole e medie imprese al sistema degli appalti pubblici;

b) inviare apposita comunicazione ai direttori generali degli assessorati della Regione e ai direttori generali delle società, aziende ed enti controllati affinché prendano in considerazione le indicazione contenute nella legge 9 del 2013 per rilanciare l’economia e attribuire la giusta importanza a tutti gli operatori economici, piccoli compresi e in ogni caso affinché indichino nei futuri bandi le ragioni che hanno determinato la gestione unitaria;

c) prendere apposite iniziative informative indirizzate a tutte le stazioni appaltanti operanti nell’isola;

d) riferire al Consiglio, entri sei mesi, sullo stato di attuazione delle iniziative informative alle stazioni appaltanti dei comparti regionali e degli enti locali.
Il vicepresidente ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

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Il vice presidente del Consiglio regionale Eugenio Lai (Sel), il capogruppo di Sel, Daniele Secondo Cocco e i consiglieri del gruppo Luca Pizzuto e Francesco Agus, chiedono all’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, di riferire in aula sulla situazione dell’Arst. In particolare, gli esponenti di Sel chiedono informazioni sull’affitto del palazzo dell’Arst, in via Posada a Cagliari, per cui la società paga un canone di locazione di 1 milione e 135mila euro per sei anni. Ma non solo. Un altro problema molto importante per Lai e Cocco è legato al ritardo nel pagamento dello stipendio ai dipendenti e sul mancato versamento dei contributi previdenziali. Il gruppo di maggioranza chiede notizie all’assessore anche sul perché, a fronte del blocco delle procedure concorsuali, si stiano assumendo lavoratori interinali che inizieranno il primo luglio.

«Per noi – ha affermato Lai – l’Arst è una società molto importante per quanto riguarda i trasporti e i collegamenti tra i vari centri urbani, per questo vorremo capire quali siano le criticità dell’azienda ed eventualmente intervenire.»

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La Quarta Commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) ha sentito in audizione il Comitato dei sindaci, con capofila il comune di Sardara, costituitosi a sostegno della proposta di moratoria per gli impianti alimentati da energie rinnovabili (eolico, solare, fotovoltaico, termo dinamico).

Nel primo intervento, il sindaco di Sardara, Beppe Garau, ha affermato che la proposta sostenuta dagli amministratori locali è articolata in due punti. «Nel breve termine – ha spiegato Garau  – è necessaria a nostro giudizio una moratoria relativa ai grandi impianti, per sottrarre i Comuni al vero e proprio assedio cui sono sottoposti da parte di numerose società private. Nel medio periodo, inoltre, occorre che la Regione approvi il suo Piano energetico in modo da definire anche giuridicamente un preciso indirizzo sulla materia».

Soffermandosi sullo scenario di fondo, Garau ha sottolineato che, sulla base dei contenuti della bozza di Piano energetico regionale del febbraio scorso, «la Sardegna ha una produzione di energia superiore del 30% al suo fabbisogno che peraltro appare destinato a calare, di qui al 2020, di almeno il 20%. Da una parte, quindi, la nostra Regione è ampiamente autosufficiente e rispetta tutti i parametri fissati dal protocollo di Kyoto. Dall’altra, famiglie ed imprese sarde hanno una bolletta energetica mediamente più cara del 30% rispetto alle altre Regioni. E’ una situazione di grave squilibrio che va corretta al più presto così come va disciplinata una materia molto complessa, caratterizzata spesso da un groviglio di competenze e procedure, che non può essere ulteriormente lasciata solo sulle spalle dei Comuni».

Successivamente hanno preso la parola i sindaci di Gonnosfanadiga (Sisinnio Zanda), Bonorva (Gian Mario Senes), Giave (Giuseppe Deiana), Villaverde (Roberto Scema), Cossoine (Alfredo Unali), e Villacidro (Federico Solè). Tutti hanno manifestato un forte disagio per essere costretti ad operare in una situazione di incertezza, sottoposti spesso alla pressione di società multinazionali senza concreti strumenti di intervento, condizione che finisce per metterli addirittura in contrasto con le rispettive comunità. Altri elementi sui quali tutti gli amministratori hanno messo l’accento, lo stravolgimento della pianificazione territoriale, il consumo indiscriminato del territorio, gli interrogativi sui soggetti cui spetterebbero la bonifica ed il ripristino dei terreni una volta arrivati al termine dell’esercizio degli impianti. Il pericolo, in definitiva, è di sottoporre il territorio a trasformazioni tanto profonde quanto irreversibili.

Agli argomenti sottoposti all’attenzione della Commissione dagli amministratori locali si sono dimostrati particolarmente sensibili i componenti della stessa Commissione, intervenuti successivamente: Salvatore Demontis e Giuseppe Meloni del Pd, Pietro Pittalis di Forza Italia, Eugenio Lai di Sel e Gavino Sale dell’Irs.

Il presidente della Commissione Antonio Solinas, in sede di conclusioni, ha espresso una certa cautela sulla proposta di moratoria. «Con tutta probabilità – ha chiarito – sarebbe impugnata dal governo nazionale provocando un problema peggiore di quello che si intendeva risolvere. Tuttavia – ha aggiunto – il Consiglio regionale può fare molto, in attesa del nuovo Piano energetico e della legge urbanistica. Si può intervenire per individuare una serie di siti idonei ad ospitare gli impianti (aree industriali non utilizzate, discariche bonificate, cave dismesse); non si bloccherebbe del tutto il proliferare dei progetti ma questi paletti costituirebbero un deterrente». «Su questo provvedimento – ha concluso il presidente Solinas – c’è un significativo consenso anche da parte della minoranza e ritengo possa essere varato dal Consiglio regionale prima dell’estate. Mi impegno anzi a sottoporlo alla vostra valutazione – ha detto infine rivolto ai Sindaci, «prima del passaggio in Aula».

I terreni e gli immobili dell’ex #Genio militare di Siliqua, che l’amministrazione della Difesa non utilizza ormai da anni, possono essere dismessi ed assegnati alla Regione in modo da consentire al comune di Siliqua, di riutilizzarli per scopi di pubblica utilità.

E’quanto chiedono in un’interrogazione rivolta al presidente della Regione ed all’assessore competente i consiglieri regionali di Sel Eugenio Lai e Daniele Cocco, sottolineando fra l’altro che l’area dell’ex genio, comprendente un terreno di 16.500 metri quadrati ed un immobile di 300, si trova all’interno di un contesto densamente urbanizzato a poca distanza da abitazioni civili che, formalmente, sono obbligate a mantenere una “zona di rispetto” dall’ex installazione militare.

«Si tratta di un vincolo irragionevole e superato – sostengono Lai e Cocco – che potrebbe cessare attraverso l’acquisizione del bene da parte della Regione in base all’art. 14 dello Statuto ed il successivo trasferimento al Comune di Siliqua, in modo da poter programmare una nuova destinazione del sito per attività pubbliche sociali, culturali, ambientali e di volontariato. Si tratta di un’esigenza particolarmente sentita dalla comunità locale – concludono i consiglieri regionali di Sel – tanto è vero che recentemente si è costituito un comitato spontaneo di cittadini denominato “Liberiamo il Genio”, con l’obiettivo di sottrarre all’abbandono ed al degrado una porzione importante del territorio comunale e restituirlo all’uso pubblico, sollecitando a questo fine l’impegno attivo delle Istituzioni.»