9 May, 2024
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Palazzo della Regione 1 copia

Senza la massima trasparenza nelle procedure e senza una regia unica che garantisca scelte omogenee e coerenti con gli obiettivi, la riorganizzazione dell’Amministrazione regionale avviata nelle ultime settimane non potrà ottenere i risultati attesi. Lo scrive lo Sdirs, Sindacato Dirigenti e Direttivi della Regione Sardegna, in una lettera indirizzata al presidente della Regione Francesco Pigliaru, all’assessore Gianmario Demuro e all’intera Giunta.

Nelle ultime settimane, diverse Direzioni Generali e alcuni enti regionali hanno informato le organizzazioni sindacali sulle proposte di riorganizzazione. Ma il Sindacato Dirigenti e Direttivi della Regione Sardegna – nel documento firmato dal segretario generale Cristina Malavasi – segnala un doppio rischio: «Da un lato strutture sbilanciate sotto il profilo delle competenze e dall’altro una sovrapposizione di compiti tra i vari rami dell’Amministrazione».

Lo SDIRS cita alcuni esempi:

  • «L’assessorato dell’Agricoltura, nel presentare il nuovo Servizio denominato Miglioramento dell’ambiente e salvaguardia della biodiversità, gli attribuisce alcune competenze – difesa del suolo e prevenzione dell’erosione – che dovrebbero essere riconducibili all’assessorato della Difesa dell’Ambiente, e delle quali dovrebbero già occuparsi anche il Distretto idrografico e i Lavori pubblici.
  •  L’assessorato dell’Industria individua un Servizio definito Energia ed economia verde, in presenza di proposte simili da parte della Presidenza e dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente.
  •  Emblematica è anche la previsione di due Centrali di committenza in due Assessorati diversi.»

Il sindacato ricorda che «la legge regionale 24/2014 presenta come uno dei punti maggiormente qualificanti la delegificazione delle Direzioni generali e l’eliminazione – presso gli Enti e le Agenzie – delle posizioni dirigenziali intermedie tra Direzione Generale e di Servizio. Ciò in nome della semplificazione, di una maggiore flessibilità e dell’adeguamento della struttura amministrativa alle esigenze e agli obiettivi di governo».

Ma a giudizio dello SDIRS, per arrivare a questi risultati è necessario e urgente «un preciso indirizzo da parte della Giunta regionale, che non sia meramente numerico ma riferito agli obiettivi programmatici di governo». In altre parole: non basta accorpare qualche Direzione Generale o sopprimerne qualche altra per fare spazio a nuove strutture organizzative se manca un disegno complessivo razionale e coerente.

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru e gli assessori della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, hanno incontrato i presidenti dell’Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, e del Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna, Giuseppe Casti, per discutere della gestione e del costo di smaltimento dei rifiuti e del gestore del servizio idrico.
Piersandro Scano e Giuseppe Casti hanno manifestato il grave disagio sociale e la tensione istituzionale che la pressione fiscale e tariffaria prodotta dalle politiche di finanza pubblica sta generando nella società sarda. In particolare è stata sottolineata la connessione tra la crisi dei redditi e il clima di tensione e di ostilità verso le istituzioni che va diffondendosi nell’Isola. L’analisi dei problemi e delle relative possibili soluzioni si è concentrata nell’incidenza della Tari e dei conguagli regolatori di Abbanoa.
«Il confronto con ANCI e Cal sui rifiuti, importante e proficuo, si è concluso con l’istituzione di un tavolo congiunto che dovrà elaborare entro trenta giorni una proposta di intervento sulla tariffazione relativa al costo di smaltimento – spiega l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano -. Questo consentirà prima di tutto ai comuni più virtuosi nella raccolta differenziata di ottenere una riduzione dei costi a tutto beneficio dei cittadini.»
Per quanto riguarda i conguagli regolatori di Abbanoa, l’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha comunicato che è in corso una importante interlocuzione con Cassa Conguagli e con l’Autorità per l’Energia per ottenere un’anticipazione e una rateizzazione più compatibili con l’attuale situazione economica della Sardegna. «I contatti sono quotidiani – ha assicurato Maninchedda – e comunque la Regione intende definire la questione prima del 30 marzo, data della scadenza delle prime bollette Abbanoa.»
Impianto di trattamento dei rifiuti di Sa Terredda 5 copia

Raffaele Paci 12 copia
L’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, ha autorizzato il pagamento di 70 milioni di euro per le politiche sociosanitarie, rispetto alle quali l’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru ha la massima attenzione. Si tratta della prima tranche dell’anticipo di 300 milioni di euro della vertenza entrate incassati dallo Stato tre settimane fa, il 16 gennaio scorso.
«Iniziamo a pagare da questo settore perché la nostra attenzione è massima per i non autosufficienti, i malati gravi che hanno bisogno di cure e assistenza continua – ha commentato l’assessore Paci -. Questi sono i primi milioni erogati dai 300 dell’anticipazione degli arretrati della vertenza entrate, a stretto giro seguiranno gli altri pagamenti per l’Istruzione, la Cultura, il Lavoro, tutti settori strategici su cui questa Giunta vuole puntare. Iniziamo così a eliminare quei debiti accumulati negli anni, provocati dai vincoli di spesa imposti dal patto di stabilità che la Sardegna non deve più sopportare grazie all’accordo del 21 luglio con lo Stato. L’eliminazione del Patto – ha concluso il vicepresidente della Regione – permetterà di non accumulare più debiti per il futuro, perché tutto quello che viene stanziato da quest’anno potrà essere speso interamente.»
I 70 milioni saranno destinati alle famiglie in situazioni di povertà, all’assistenza domiciliare per i non autosufficienti, agli handicappati e ammalati gravi. L’assessore della Sanità Luigi Arru rassicura anche sugli stanziamenti per il settore previsti per quest’anno dalla manovra finanziaria.
«Non ci sarà nessun taglio lineare alle politiche sociosanitarie, e questo voglio dirlo con chiarezza. Stiamo analizzando la complessa situazione del settore con le parti sociali e le associazioni, con un obiettivo chiaro e preciso: tutelare al massimo chi ne ha bisogno, e garantisco che nessuno che ne abbia davvero bisogno sarà privato del sussidio da questa giunta. In Sardegna c’è una spesa sociale molto alta – ha sottolineato l’assessore Arru -. E situazioni di inappropriatezza su cui vogliamo far luce mettono a rischio la tutela dei più deboli nei confronti dei quali l’attenzione è invece massima e costante. Oggi eroghiamo 70 milioni di euro, e sono i primi in assoluto dei 300 degli arretrati della vertenza entrate incassati pochi giorni fa. L’esecutivo di cui faccio parte – ha concluso l’assessore della Sanità – dimostra così ancora una volta la sua attenzione a situazioni di povertà, ai disabili, ai malati non autosufficienti e al welfare della Sardegna.»

 

Mercoledì 18 febbraio il Consiglio regionale si riunisce in seduta congiunta con il Consiglio della Autonomie locali, per la prevista riunione che precede l’approvazione del bilancio regionale, per l’esame annuale dello stato del sistema delle autonomie in Sardegna.

Nel pomeriggio del 18 febbraio, invece, l’Aula è convocata alle 16.30 per l’avvio dell’esame della legge finanziaria che si aprirà con le relazioni di maggioranza e minoranza che precedono l’apertura della discussione generale.

E’ quanto ha stabilito la conferenza dei capigruppo, presieduta dal presidente Gianfranco Ganau, che ha ipotizzato anche una riunione del Consiglio regionale per i primi giorni della prossima settimana, in vista dell’audizione del presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, dinanzi al Consiglio dei ministri sul tema delle servitù militari.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Tore Cherchi 34 copiaFrancesco Pigliaru 3

Lo stato di attuazione del Piano Sulcis, aggiornato al 26 gennaio, è stato illustrato ieri mattina nel corso di un incontro svoltosi a Cagliari. Erano presenti il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, il delegato dal Governo e coordinatore del Piano, Tore Cherchi, i sindaci e gli amministratori dei Comuni interessati, i rappresentanti dei sindacati confederali.

Durante l’incontro sono stati esaminati gli obiettivi e le risorse del Piano alla luce dei risultati ottenuti fino a oggi. Allo stato attuale, il Piano ha una dotazione finanziaria complessiva a valere su fondi europei, nazionali, regionali e provinciali, pari a oltre 600 milioni di euro, e sono sette le linee guida fissate dal protocollo d’intesa sottoscritto a Carbonia nel novembre del 2012 da Regione, MISE, Provincia e 23 Comuni.

La relazione del coordinatore si è concentrata sui programmi attuati e sulle criticità riscontrate nel 2014: dalla fiscalità di vantaggio per le imprese alla filiera agroalimentare, alle bonifiche, alle infrastrutture e alla ripresa produttiva delle fabbriche del polo industriale di Portovesme. La salvaguardia del tessuto produttivo sarà assicurata dalla riapertura imminente dell’Eurallumina (l’investimento previsto è di 190 milioni di euro) e dagli investimenti sul biofuel (290 milioni di euro, con creazione di 300 posti di lavoro), mentre si attendono novità positive anche sul fronte Alcoa, dopo la stipula del memorandum siglato con Glencore a Palazzo Chigi nel novembre scorso. Sul Biofuel, prima della scelta finale, si svolgerà una specifica riunione fra Regione, sindaci e sindacati. In ogni caso le autorizzazioni escluderanno dalla produzione di biomassa i terreni di prima e di seconda classe, cioè quelli a fertilità alta e medio alta. Si concentrerà l’attenzione, invece, sui terreni da bonificare e sulle aree marginali.

Altri settori sui quali l’esecutivo intende imprimere una forte accelerazione sono il turismo (sugli investimenti ci sarà una riunione specifica) e l’agroalimentare. Per le due filiere sono stati pubblicati alcuni bandi ma gli esiti sono stati notevolmente inferiori alle disponibilità. Tempi più rapidi sono stati sollecitati anche sul programma delle Infrastrutture e degli interventi di risanamento ambientale (per questi ultimi sono disponibili oltre 170 milioni di euro). Sulle infrastrutture, porti e strade, i soggetti attuatori sono impegnati a effettuare gli appalti entro l’anno 2015.

Sulle bonifiche, invece, la Regione propone che oltre Igea se ne occupino, come stazioni appaltanti, anche i Comuni in modo da imprimere un’accelerazione. Un altro aspetto riguarda le opere idriche. Il presidente della Regione si è dichiarato d’accordo sulla necessità di considerare come strategico il collegamento della diga di monte Pranu con il sistema idrico regionale, da finanziare con sessanta milioni di euro. L’ente delle acque sta predisponendo il progetto. La Regione, infine, interverrà nei confronti del Governo perché la faccia la sua parte nell’attuazione del programma “99 Ideas”.

I provvedimenti definitivi di Palazzo Chigi sull’utilizzo delle risorse non sono stati ancora emessi. Il Mise tuttavia ha già dato parere favorevole e il Cipe dovrebbe pronunciarsi nella prossima riunione. In tal modo si potrà dar corso alla delibera approvata dalla Giunta nello scorso mese di luglio. Il tavolo di Coordinamento al completo sarà riconvocato fra due mesi. Intanto, il rapporto sullo stato di attuazione è già stato pubblicato ed è visionabile sul sito.

Continua a far discutere il progetto Biofuel della ditta Mossi e Ghisolfi. A intervenire, in termini molto critici e contrari, è oggi Sabrina Sabiu, rappresentante del Partito dei Sardi, una delle componenti della maggioranza di centrosinistra che sostiene la Giunta regionale guidata dal governatore Francesco Pigliaru.

«Nelle scorse settimane – scrive in una nota Sabrina Sabiu – è stato pubblicato nel sito della regione Sardegna il Piano Sulcis, in gestazione da due anni (un tempo lunghissimo in un territorio ormai al collasso). Il documento negli intenti dei relatori dovrebbe essere uno strumento di indirizzo, programmazione e coordinamento di interventi rivolti alla salvaguardia del tessuto produttivo, ad attività di ricerca e sviluppo tecnologico, interventi infrastrutturali, interventi di risanamento ambientale, orientati a favorire il rilancio e lo sviluppo dell’intera area del Sulcis Iglesiente, oltre ad individuare ambiti di eccellenza sui quali costruire nuove prospettive di sviluppo e occupazione. Salvaguardia del tessuto produttivo, Ricerca e Sviluppo tecnologico, Infrastrutture; Risanamento ambientale, Sostegno filiere produttive rappresentano, quindi, i campi di azione del Piano. Tutto bello, tutto chiaro …. Sulla carta! Ci sono alcune proposte che però gridano vendetta al mondo, ad esempio quella che riguarda la produzione di biofuel ad opera della ditta Mossi e Ghisolfi: il Piano Sulcis così recita:È in via di definizione il Contratto di Sviluppo per la realizzazione di un impianto a Portovesme, per la produzione di biofuel, azienda Mossi e Ghisolfi. Al riguardo sono state effettuate numerose riunioni istruttorie sia per la parte industriale che per quella agricola. Il Piano Sulcis contribuirà al finanziamento, con rimborso, dell’investimento industriale. L’azienda Mossi e Ghisolfi ha dichiarato di voler essere in cantiere all’inizio del 2015. L’occupazione di cantiere è di 600 unità medie per 2 anni, con una punta di 800 unità. L’investimento è stimato in circa 220 milioni di euro, con un’occupazione diretta e indotta di circa 300 unità.”»

«Nel Basso Sulcis – sottolinea Sabrina Sabiu – incidono la produzione del carciofo spinoso, quella orticola e relativa trasformazione conserviera e quella vitivinicola, che danno prodotti di eccellenza e di identificazione del territorio ed hanno conquistato importanti mercati fuori dall’isola ottenendo prestigiosi riconoscimenti di qualità. Di conseguenza la domanda è d’obbligo: come si concilia la produzione di biofuel con queste attività? La piantumazione delle canne richiede l’impegno di di 17.000 ettari di terreno fertile, ma secondo la riforma agraria degli anni ’50 ed ancora in vigore, un privato non può avere più di mille ettari di terreno e ogni quota eccedente questa misura può essere assegnata solo a residenti nell’Isola da almeno cinque anni, i quali devono altresì dimostrare un’effettiva ricaduta sul territorio della propria intrapresa.

Il progetto sostiene di occupare alcune centinaia di persone per due anni, cioè ogni anno di produzione costa 110 mln di euro…. E poi? Terminato il biennio si fanno bagagli e burattini e a non rivederci?»

«La collettività sulcitana non è stata neppure interpellata, parlo di quella comunità costituita da imprenditori, agricoltori, allevatori, professionisti e cittadini che si stanno battendo con le unghie e con i denti per salvare quel tessuto socio economico ridotto a brandelli da decisioni scellerate, che purtroppo hanno segnato le sorti del Sulcis degli ultimi 50 anni. Questo – conclude Sabrina Sabiu – è un film già visto con lo sfruttamento minerario prima, con l’industrializzazione di Portovesme poi e con l’accanimento terapeutico degli ultimi vent’anni per mantenere in vita industrie decotte a scapito di alternative di sviluppo ben più valide e più sane per l’ambiente e per le persone che lo abitano, oltre che più durature e meno onerose per la casse pubbliche.»

Si è svolto sabato a La Maddalena un incontro che ha messo intorno ad un tavolo, su invito del Comitato “Risarcire Maddalena”, i rappresentanti dei partiti locali, singole personalità politiche, professionisti e semplici cittadini, tutti convinti che l’interesse comune è oggi far uscire al più presto la città dalla palude in cui è sprofondata e darle un futuro di rilancio e di sviluppo turistico che punti sulla qualità e la sostenibilità. E il mezzo attraverso il quale avviare questo processo virtuoso è stato valutato e approfondito attraverso gli interventi dei partecipanti, ognuno dei quali ha dato un contributo qualificato e determinato, in un clima di consapevolezza comune dell’importanza del momento e della battaglia che va giocata insieme, lasciando fuori contrasti, rese dei conti e fuorvianti contrapposizioni. I rappresentanti locali del Pd, di Rifondazione comunista, Forza Italia e Sel, insieme ai cittadini presenti e accogliendo gli interventi di professionisti che hanno dato un contributo tecnico alla questione dell’area ex arsenale, permettendo di poterla collocare all’interno di azioni possibili, tutti hanno dichiarato la loro disponibilità, non solo formale, ma sostanziale a intervenire presso le loro segreterie ed i loro referenti regionali e nazionali per ottenere che i lavori preparatori al G8 del 2017 avvengano a La Maddalena.

Nel corso dell’incontro sono state valutate anche le altre proposte presentate dal Comitato, ovvero la richiesta di agire contro Regione e Presidenza del Consiglio, per fare in modo che il ricorso della Protezione civile sul lodo arbitrale possa essere superato, dando spazio ad un ritorno al negoziato e all’avvio di una nuova transazione. E’ stata anche misurata la possibilità di utilizzare azioni di protesta come l’occupazione dell’area, inserendola tra gli eventuali atti necessari nel caso in cui le istituzioni si mostrassero ancora sorde alle richieste dei cittadini di La Maddalena. Tutti gli interventi hanno portato ad un obiettivo immediato. Far arrivare a La Maddalena il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio che, a parole, ha mostrato interesse per “l’Incompiuta” di La Maddalena. Su questo, i rappresentanti dei partiti politici presenti hanno dichiarato il loro impegno da subito, mentre sulla possibilità di costruire un fronte comune di parlamentari di tutti gli schieramenti per spingere il Governo a inserire La Maddalena nell’Evento del G8 del 2017, si è concordato di aspettare la conclusione dell’elezione del nuovo Capo dello Stato, ma, di attivarsi subito dopo, per programmare questo ulteriore passaggio.

Finalmente qualcosa si muove a La Maddalena, ma soprattutto cresce la consapevolezza che alcune urgenze che riguardano l’intera cittadinanza e il futuro dell’isola abbiano bisogno di essere affrontate da un fronte comune di cittadini, partiti, associazioni che riescano a mettere da parte i contrasti e le divisioni, nell’ottica dell’interesse di tutti.

La Maddalena 1 copia

Cagliari inaugurerà le America’s Cup World Series 2015 – 2016, regate preliminari alla 35ª America’s Cup, con un evento che si svolgerà nelle acque prospicienti il porto dal 4 al 7 giugno 2015.
“America’s Cup World Series – Cagliari – Sardinia” vedrà la partecipazione di tutti i consorzi iscritti alla 35ª America’s Cup e nasce dalla collaborazione tra Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Cagliari, Autorità Portuale, Capitaneria di Porto, Marina Militare e Luna Rossa, che ha scelto Cagliari come sede di allenamento in vista della competizione del 2017.
Le regate, cui parteciperanno tutti i 6 team iscritti alla 35ª America’s Cup (Oracle Team USA, Artemis Racing, Ben Ainslie Racing, Emirates Team New Zealand, Luna Rossa Challenge, Team France) si annunciano particolarmente spettacolari in quanto i catamarani monotipo AC 45 con ala rigida di 20 metri, modificati per navigare in configurazione “full foiling”, saranno “volanti”.
Il programma prevede la cerimonia di inaugurazione giovedì 4 giugno 2015, una giornata di allenamenti obbligatori venerdì 5 giugno, due regate sabato 6 giugno e due regate domenica 7 giugno, al termine delle quali si svolgerà la cerimonia di premiazione. I team navigheranno a Cagliari da domenica 31 maggio per familiarizzare con il campo di regata in vista della competizione.
L’evento sarà ufficialmente presentato a Cagliari, nel corso di una conferenza stampa che si terrà nella primavera del 2015.
«Siamo molto soddisfatti di questo risultato – ha detto il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru -. La Coppa America non è solo un evento velico internazionale, è il più antico trofeo sportivo del mondo e ha enorme risonanza mediatica. Grazie a Luna Rossa e alla collaborazione con il Comune di Cagliari, l’Autorità Portuale, la Capitaneria di Porto e la Marina Militare, possiamo consegnare al mondo un’immagine della Sardegna come luogo privilegiato per gli sport legati al mare, capace di ospitare al meglio competizioni del massimo livello.»
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Mercoledì 28 gennaio,alle 13.00, scade il termine per la presentazione degli emendamenti alla Manovra 2015. Lo ha comunicato il presidente della Terza commissione, Franco Sabatini (Pd), a conclusione della discussione generale sulla Finanziaria, alla quale ha partecipato l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci. «Sentiamo – ha dichiarato Sabatini – la responsabilità di approvare nel più breve tempo possibile la legge Finanziaria e per questa ragione, con tutta probabilità, la commissione incomincerà già nella serata del 28 gennaio l’esame degli emendamenti».

«Superiamo l’idea dello stanziamento e guardiamo con più ottimismo a questa Manovra, che non è una manovra fatta solo di tagli, perché le risorse ci sono e possiamo davvero aiutare la Sardegna a ripartire». E’ stato questo, invece, l’invito che l’assessore Paci ha rivolto ai consiglieri del parlamentino del Bilancio, al termine del suo intervento di replica in sede di discussione generale della Finanziaria.

Il delegato alla Programmazione della giunta presieduta da Francesco Pigliaru, nel corso dell’audizione, ha avanzato l’ipotesi di procedere con l’aumento dell’importo del mutuo che la Regione intende contrarre per finanziare il piano delle infrastrutture, portandolo dai previsti 600 milioni fino a 700 milioni di euro. «L’incremento – ha spiegato Paci – potrebbe essere destinato per finanziare piccole opere comunali e circa l’opportunità di ampliare l’importo del mutuo, è bene ricordare che il 2015 è l’ultimo anno in cui sarà possibile ricorrere all’indebitamento finalizzato agli investimenti».

L’assessore ha inoltre indicato nel mese di luglio, il termine entro il quale si dovrebbe approvare una manovra di assestamento “in crescita” del bilancio regionale ed ha annunciato che entro il primo semestre dell’anno in corso, la Regione potrà contare su liquidità aggiuntive, rispetto alla competenza 2015, pari a circa un miliardo di euro (300 milioni che arriveranno dallo Stato, a cui si aggiungono i 318 milioni di euro che devono essere ancora trasferiti dall’Unione Europea e ulteriori 330 milioni che lo Stato deve versare nelle casse regionali per le competenze 2014). «Risorse – ha dichiarato Paci – che possono essere spese nel 2015, per effetto del pareggio di bilancio che ha superato i vincoli di spesa del patto di stabilità, e che ci consentiranno di pagare i residui passivi, cioè le promesse di pagamento che non abbiamo potuto mantenere». L’assessore guarda con fiducia anche all’avanzo di cassa 2014, che si aggira intorno ai 450 milioni di euro, e sul cui impiego sono in corso valutazione tecniche a livello nazionale a causa delle difficoltà sorte in sede di applicazione delle procedure previste dal cosiddetto “bilancio armonizzato”. «E’ certo però – ha proseguito l’assessore – che i 450 milioni di avanzo potranno essere destinati all’abbattimento del debito (destinati quindi alle riserve erariali) ma se ne sarà consentito l’impiego in conto capitale si può già pensare ad ulteriori  200 milioni disponibili per dare risposte ai settori che hanno evidenziato maggiori difficoltà in sede di discussione della Manovra 2015».

L’assessore Paci ha quindi ribadito la priorità nella spesa dei fondi comunitari rispetto a quelli regionali ed ha annunciato che martedì 27 gennaio la Giunta si riunirà per l’approvazione della delibera che istituisce una “forte cabina di regia” in sede di Programmazione per la spendita delle risorse europee.

L’assessore ha inoltre confermato l’opportunità dell’intesa siglata a luglio con lo Stato in materia di entrate («entro i prossimi sei mesi procederemo con le norme di attuazione per i circa 120 milioni relativi a Ires e giochi, dove ancora non c’è l’accordo») sottolineandone i benefici rispetto alla precedente fase politica, caratterizzata da una marcata contrapposizione in sede giurisdizionale, e ricordando però che il perdurare della crisi economica, comporta necessariamente una riduzione delle entrate compartecipate in Sardegna, pari a circa 150 milioni di euro.

Raffaele Paci 7

Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, ha convocato per il prossimo 28 gennaio, alla Presidenza della Regione, in Viale Trento, a Cagliari, un tavolo pieno per verificare lo stato di attuazione del Piano Sulcis. La convocazione era stata sollecitata nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali, preoccupate per i ritardi accumulati nell’avvio dei progetti, tra i quali quello relativo all’impianto Biofuel intorno al quale si sta sviluppando un acceso dibattito tra favorevoli e contrari.

Roberto Puddu - Francesco Pigliaru 1