7 May, 2024
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Venerdì 12 e sabato 13 dicembre, Cagliari ospita un convegno internazionale promosso dal Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo nell’ambito del Semestre di presidenza europea. Riti sacri, cibo, artigianato, folclore, musica: Europa e Maghreb si confrontano sul patrimonio culturale immateriale nel Mediterraneo quale volano per il dialogo politico e lo sviluppo sostenibile. Aprirà i lavori il sottosegretario di Stato, Francesca Barracciu. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, interviene sabato mattina.

Artigianato, musica di tradizione, folclore, dieta mediterranea e riti sacri. Nella conferenza internazionale di Cagliari, promossa dal MiBACT nell’ambito del Semestre di presidenza europea – in collaborazione con Regione Sardegna, Provincia e Comune di Cagliari – rappresentanti politici da Europa e Maghreb, tecnici dell’Unione Europea e personalità accademiche si incontrano per richiamare l’attenzione di istituzioni e società civile su quante e quali potenzialità il patrimonio culturale immateriale può offrire per garantire una crescita sociale ed economica sostenibile del Mediterraneo.

La conferenza ha inoltre l’obiettivo di favorire lo scambio e la diffusione di esperienze e best practices sulle eredità culturali intese come strumento di identità e dialogo tra popoli e prerogativa per un percorso di cooperazione e pace tra le due sponde del Mare Nostrum. Da segnalare, tra i vari interventi, la scrittrice marocchina Naima Lahbil e Rula Shahwan direttrice dell’Archivio audiovisivo della Palestinian Broadcasting Corporation.

Sabato, in particolare, sono stati inviati a partecipare i rappresentanti di tutti gli Stati dell’UE e di quattro paesi del Maghreb (Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto), al fine di condividere e rafforzare obiettivi, strumenti e programmi per la futura programmazione europea.

Accordo raggiunto fra l’assessorato regionale della Sanità e le associazioni dei malati non autosufficienti: dopo la protesta di ieri mattina, l’incontro convocato dall’assessore Luigi Arru ha portato una schiarita convincendo gli ammalati a togliere il presidio nel primo pomeriggio. Intorno alle 16.30, di rientro da Roma, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru e l’assessore regionale della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, sono andati a casa di Salvatore Usala, per testimoniare la loro vicinanza a lui e a tutti gli ammalati gravi non autosufficienti sostenuti dai finanziamenti della legge 162, e per garantire l’impegno costante da parte della Giunta. «Siamo fortemente impegnati a cercare di sbloccare una parte di fondi vincolati dal Patto di stabilità, come ha garantito lo stesso assessore Paci – dice l’assessore Arru -. I soldi ci sono, gli stanziamenti sono garantiti anche per il prossimo anno quando finalmente l’uscita dal Patto non ci metterà più in queste condizioni».
Al termine dell’incontro, l’assessore Arru ha garantito il suo impegno attraverso un comunicato condiviso con le associazioni Comitato 16 novembre Onlus, ABC (Associazione bambini cerebrolesi Sardegna), Comitato famiglie legge 162/98, Viva la Vita Sardegna Onlus. Nel documento l’assessore si è impegnato a mettere in atto ogni intervento utile a superare gli ostacoli burocratici che impediscono l’erogazione dell’ultima tranche di fondi per il 2014, a garantire che il finanziamento per le politiche sociali nel 2015 sarà di 244 milioni, invariata cioè rispetto all’anno precedente, a portare in Giunta entro un mese un progetto assistenziale riservato a persone in ventilazione meccanica o in coma. L’assessorato si è inoltre impegnato ad erogare l’avanzo del finanziamento del fondo statale della non autosufficienza ai mancati beneficiari del progetto Ritornare a casa e, infine, a predisporre entro 10 giorni una delibera di proroga dei progetti personalizzati.
L’assessore Luigi Arru, incontrando poco prima tutti i manifestanti fuori dall’assessorato, ha spiegato che la Regione sta studiando la possibilità di realizzare in tempi brevi un progetto di formazione del personale che assiste i malati non autosufficienti, progetto da finanziare con i fondi europei. «Vogliamo garantire personale adeguatamente formato e altamente specializzato», conferma l’assessore della Sanità. Oggi sono circa 36.000 i piani personalizzati della legge 162, che secondo l’associazione Bambini cerebrolesi (Abc) fanno risparmiare dai 200 ai 300 milioni di euro alla spesa sanitaria.

 

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La Giunta regionale presieduta da Francesco Pigliaru oltre alla manovra finanziaria ha approvato diverse delibere in tema di lavori pubblici, sanità, ricerca e sviluppo, agricoltura, ambiente e lavoro.
Su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, è stato aggiornato il Piano regionale di vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica includendo 69 alloggi di proprietà del comune di Sant’Antioco, autorizzato alla vendita con una previsione di entrate di oltre un milione e mezzo di euro. Sempre su proposta dell’assessore Maninchedda, è stata rimodulata a favore del comune di Oniferi, per la messa in sicurezza della chiesa di San Michele, la somma di 70.689 euro, residuo del finanziamento complessivo di 1milione e mezzo già destinato alla messa in sicurezza degli edifici di culto dalla delibera dello scorso 11 novembre.
E’ stata varata in maniera definitiva, dopo il passaggio in commissione, l’attribuzione di 2.550.000 euro per la frequenza delle Scuole di specializzazione in discipline mediche delle Facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università di Cagliari e di Sassari. Mentre per la copertura dei costi gestionali della sanità penitenziaria, vengono trasferiti alle Asl 6.681.537 euro, ripartiti in base al numero dei detenuti presenti e dei nuovi ingressi. Stabilita anche la ripartizione finanziaria tra le 8 Asl sarde, in base alla popolazione over 65, per il potenziamento delle cure palliative domiciliari. Si tratta di 7 milioni di euro dal fondo regionale 2014. Le risorse dedicate ai programmi di screening oncologico organizzato sono state distribuite tra le Asl del territorio, stanziando 500 mila euro per lo screening del tumore alla mammella; 500 mila euro per lo screening del tumore della cervice uterina e 800 mila euro per lo screening del tumore del colon retto. Ulteriori 80mila euro sono stati ripartiti per la prevenzione e la cura della fibrosi cistica.
Su proposta dell’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, è stato approvato il programma per il Parco Scientifico e Tecnologico di Pula, finanziato con 9 milioni di euro (5 milioni sono stati recuperati dai residui dei programmi di spesa). Quattro milioni 400mila sono destinati al rafforzamento dei laboratori e delle piattaforme tecnologiche; 3 milioni 220mila alla ricerca e sviluppo, innovazione e trasferimento tecnologico e 1 milione 380mila euro alla formazione specialistica per il sistema imprenditoriale e la ricerca.
La Giunta ha approvato le direttive di attuazione della legge regionale del 3 dicembre 2014 “Intervento di natura straordinaria a favore dei lavoratori dipendenti di società partecipate al 100%”, proposte dal presidente Pigliaru.
Su proposta dell’assessore Elisabetta Falchi, è stato approvato il programma delle risorse finanziarie per consentire lo sfruttamento sostenibile dei banchi di corallo rosso e garantirne la tutela: stanziato 1 milione di euro per 4 anni finalizzato al monitoraggio scientifico. Definite anche le direttive per il rilascio delle concessioni demaniali marittime nel Golfo di Olbia, dove da anni si attende il bando per la pesca e l’acquacoltura.
Tre delibere sono state approvate su proposta dell’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano. Nessuna esigenza di ulteriore procedura di VIA per i lavori di allargamento e messa in sicurezza della Strada Provinciale numero 85 (dal km 0,350 al km 5,500), e per l’impianto fisso di recupero (R5) di rifiuti inerti derivanti dalla demolizione di lavori edili nel comune di Santadi. A seguito di parere positivo del SAVI, si esprime giudizio positivo di compatibilità ambientale, dettando prescrizioni per la gestione e le attività, per la coltivazione della cava di Monte Nieddu nel comune di Oschiri. Per progetti di educazione all’ambiente e alla sostenibilità sono stati stanziati 150mila euro, e ulteriori 700mila euro sono stati destinati alla lotta al punteruolo rosso e ai defogliatori degli alberi da sughero. Sempre su proposta della titolare dell’Ambiente è stato approvato l’atto di indirizzo per lo sviluppo per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani: trasferiti 2 milioni al Consorzio industriale e provinciale di Cagliari, per applicare le premialità 2014 ai comuni virtuosi.
Per la ricollocazione dei lavoratori espulsi dai processi produttivi, iscritti nelle liste della mobilità anche in deroga o provenienti da agenzie di somministrazione, su proposta dell’assessore Virginia Mura, è stato approvato il progetto esecutivo e l’atto di indirizzo del programma “Azione di Sistema Welfare to Work per le politiche di reimpiego 2012-2014”. Disponibile un totale di 3milioni e 80mila euro, di cui 1 milione di provenienza dal Ministero del Lavoro.

 

Paci-Pigliaru 2 copia

La Giunta regionale ha approvato questa sera la manovra finanziaria 2015 da 7 miliardi e 783 milioni, contenente due sostanziali novità: la fuoriuscita dal Patto di stabilità (cioè la possibilità di spendere senza alcun vincolo tutto quello che la Sardegna incassa, circa 800 milioni in più rispetto al 2014) e la programmazione integrata dei fondi europei (con quelli nazionali e regionali). Per l’Esecutivo guidato da Francesco Pigliaru, si tratta di un vero e proprio “Patto sociale per il rilancio della Sardegna”: una manovra che, nonostante la situazione di profonda crisi economica e sociale, la riduzione del Pil, l’aumento del numero di disoccupati e la riduzione delle entrate della Regione, mette in campo risorse importanti e tutte immediatamente spendibili. E punta su politiche strategiche in ottica keynesiana per rilanciare l’economia della Sardegna, mira allo sviluppo, non aumenta l’aliquota Irpef e non introduce il ticket sanitario, rendendo permanente il taglio dell’Irap per le imprese, azzerandola alle nuove per i primi 5 anni di attività e dichiarando guerra aperta agli sprechi.
«La manovra finanziaria 2015 mette in gioco risorse ingenti per rilanciare lo sviluppo ma in una logica di bilancio rigoroso – spiega il presidente della Regione -. Vogliamo attuare una seria politica di bilancio coniugando il rigore nella riduzione degli sprechi e lo sviluppo attraverso il pieno utilizzo degli ingenti fondi europei, e un piano regionale di investimenti in infrastrutture. Ci sono troppi soldi non spesi negli anni scorsi, con un danno enorme per la Sardegna. È il momento di invertire la tendenza spendendo prima, e bene, i fondi Ue e poi quelli regionali. E poi, l’altra grande novità: basta con gli assurdi vincoli del patto di stabilità, d’ora in poi spendiamo tutto quello che entra nelle nostre casse per dare risposte certe a territori, istituzioni, categorie sociali. La crescita, poi, passa anche da riforme a costo zero che non entrano in finanziaria ma fanno pienamente parte delle politiche di sviluppo della coalizione di governo. Stiamo parlando di riorganizzazione e riforma della Regione, legge urbanistica, semplificazione, attrazione degli investimenti dall’estero, valorizzazione del patrimonio. Tutti obiettivi – conclude il presidente Pigliaru – che devono portare la Sardegna a una svolta decisiva per il suo futuro.» 
Ci sono 6 miliardi e 589 milioni di fondi regionali fra entrate tributarie, extra tributarie, alienazioni e mutui, 145 milioni di trasferimenti correnti, 850 di trasferimenti in conto capitale. 197 milioni arrivano dalla programmazione dei fondi Por 2014-2020 (di cui 127 FESR e 70 FSE), a cui si aggiunge un milione di altri trasferimenti Ue. «La spesa delle risorse del ciclo 2007-2013 è in forte ritardo, ed è inaccettabile rischiare di perdere 600 milioni in un momento come questo – sottolinea il vicepresidente della Regione e assessore del Bilancio Raffaele Paci -. Perciò per invertire la tendenza, abbiamo iscritto nel bilancio 2015 le annualità 2014-2015 dei fondi Fesr e Fse, a cui si somma la quota del 2015 del fondo FEASR. In totale 520 milioni di cui 440 di fonte comunitaria e nazionale e 80 di cofinanziamento regionale, da usare immediatamente».
Avrà un valore di 600 milioni di euro, verrà realizzato a partire dal 2015 nell’arco di 8 anni e sarà finanziato con un mutuo. Il Piano finanzierà interventi su: edilizia scolastica, sistema viario, infrastrutture portuali, sistema idrico integrato (potabile, fognario-depurativo), settore idrico multi settoriale, opere di mitigazione del rischio idrogeologico (se non finanziate da risorse nazionali). «Oltre a colmare in parte il gap che grava sulla Sardegna, il Piano infrastrutture servirà ad aprire decine di cantieri, creare nuova occupazione e concorrere quindi al rilancio dell’economia locale», assicura l’assessore Paci.
La Giunta stabilizza a tempo indeterminato il taglio dell’Irap (che era al 70% ma solo per tre anni fino al 2015) portandolo a una quota fissa del 25% che si somma al taglio voluto dal governo nazionale con la legge di stabilità, la azzera per i primi 5 anni di attività delle nuove imprese e continua a garantire l’aliquota più bassa d’Italia (2,93%), mantenendo allo stesso tempo l’Irpef alla soglia minima prevista (1,23%) e non introducendo i ticket sanitari. «Stiamo difendendo in tutti i modi lo stato sociale e non alziamo le tasse – sottolinea Paci – Ridurre il taglio dell’Irap era necessario per poter rendere il provvedimento permanente e sostenibile, a tutela delle imprese che avranno così certezza anche per il futuro.»
La spesa per il personale e il funzionamento della Regione, degli enti e delle partecipate regionali è stata ridotta del 4,4%, passando da 813 milioni del 2014 a 777 del 2015. Particolare attenzione è stata posta alla revisione della spesa nella sanità, che assorbe circa la metà delle risorse regionali, il cui target è stato fissato nel valore dl fabbisogno Cipe (2886 milioni), più 57 milioni di extra Lea: saranno riorganizzate Asl e rete ospedaliera e razionalizzate le spese farmaceutiche anche per liberare risorse per altre politiche di sviluppo.
Le spese obbligatorie della Regione (da quelle istituzionali agli stipendi per il personale fino a continuità territoriale, fondo perenzioni e rate mutui) ammontano a 2 miliardi e 306 milioni (5 miliardi e 320 milioni con la Sanità). Per l’Istruzione la Giunta nel 2015 spenderà 211 milioni, 140 per il Lavoro, 190 per le imprese, 284 per l’agricoltura, 125 per turismo, cultura e sport. Tre miliardi e 23 milioni per la Sanità, 244 milioni per l’inclusione sociale, 380 per la protezione dell’ambiente, un miliardo e 89 milioni per le Infrastrutture, 327 per la mobilità, 88 per il territorio, 60 per semplificazione e qualità istituzionale e, infine, un miliardo e 793 milioni per Istituzioni, enti locali, gestioni finanziarie e spese obbligatorie. «Questa Giunta punta moltissimo sull’istruzione, perciò vogliamo migliorare la scuola sia nelle strutture che nella didattica e ridurre una dispersione scolastica che ormai con il 24% ha raggiunto livelli inaccettabili – sottolinea l’assessore al Bilancio –. Ma vogliamo anche rimettere in moto il mercato del lavoro riformando e riorganizzando i Csl, finanziando il reinserimento nel mondo del lavoro e creando nuove opportunità per i giovani con percorsi di orientamento e formazione». La manovra punta poi moltissimo sul rilancio dell’Agricoltura – con l’aumento dei prodotti di eccellenza da proporre nel mercato nazionale e internazionale e l’azzeramento delle epidemie animali che finora hanno bloccato le esportazioni dei prodotti – e sul turismo, con destagionalizzazione e riorganizzazione dell’accoglienza ma anche col finanziamento di un Piano straordinario di scavi archeologici, che vada oltre Mont’e Prama e riesca a legare il patrimonio archeologico sardo con Expo 2015. La sanità: i costi crescenti non sono stati finora proporzionali al servizio offerto, dunque bisogna riorganizzare le cure primarie, la rete ospedaliera e la rete di emergenza urgenza rendendo operativa la nuova Areus. E poi l’ambiente e i trasporti: la Giunta Pigliaru vuole completare il sistema regionale di gestione dei rifiuti, attivare le bonifiche nei territori inquinati, proseguire con la prevenzione e la gestione dei rischi e potenziare i servizi ferroviari urbani e extraurbani, la rete Metro di Cagliari e Sassari, rendere più efficiente il trasporto pubblico locale, definendo nuovi interventi di sostegno al traffico aereo internazionale.

L’attuale regolamentazione del fermo biologico ha messo in ginocchio le marinerie della Sardegna, specie quella del Sulcis (la più grande dell’isola), già sottoposta ai diversi vincoli che ne limitano l’attività e, di conseguenza, i guadagni. Non possiamo permetterci di lasciare sola la categoria dei pescatori sulcitani, appartenenti a un territorio abbondantemente piagato dalla crisi. Se poi si considera che a tutt’oggi il fermo biologico non è indennizzato (del resto, lasciare la propria barca in banchina significhi fare i conti con l’assenza di reddito), si capisce quanto occorra un intervento deciso da parte della Regione, chiamata a difendere le specificità della Sardegna. Partendo da queste considerazioni, Ignazio Locci, consigliere regionale del grupppo Forza Italia Sardegna, rivolge un appello alla Giunta regionale, perché si impegni per disciplinare il fermo biologico della prossima annualità (il danno, per quest’anno, è stato già prodotto rinunciando alla Specialità e accettando le misure tecniche e le modalità di esecuzione in materia varate dal Governo centrale), affinché i lavoratori del mare non debbano fare i conti con i gravi disagi e i minori guadagni che hanno segnato la stagione 2014.

«Sebbene le fonti normative assegnino alla Regione Sardegna potestà legislativa in materia di pesca (esercitata in considerazione del limite delle acque territoriali) – sottolinea Ignazio Locci -, non si capisce perché la Giunta di Francesco Pigliaru abbia applicato la rigida e lesiva disciplina nazionale sul fermo biologico, creando danni incalcolabili al comparto della pesca: la nostra flotta è stata letteralmente bloccata in banchina senza alcuna opportunità di scelta, contrariamente a quanto avvenuto lo scorso anno. La Giunta di Ugo Cappellacci, infatti, aveva disciplinato il fermo garantendo la possibilità di continuare l’attività di pesca oltre le 12 miglia marine alle unità abilitate.»

«Se l’assessorato regionale dell’Agricoltura e Riforma Agropastorale non intende modificare la normativa sul fermo biologico, stabilisca quantomeno una forma di indennizzo per i pescatori: non cassa integrazione come in passato (mera elemosina), bensì rimborsi veri e propri per il mancato guadagno. In merito alla necessità che si regolamenti il fermo biologico ascoltando le istanze di armatori e marinai sardi – conclude Ignazio Locci -, ho presentato un’interpellanza (si veda l’allegato) rivolta al presidente della Regione e all’Assessore regionale competente.»

In Giunta e in Consiglio regionale è stato compiuto un passo avanti, è stata apprezzata la visita di ieri del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Graziano Delrio e del governatore della Sardegna Francesco Pigliaru, ma l’occupazione delle 37 lavoratrici dell’Igea nella Galleria Villamarina della miniera di Monteponi, continua. La condizione posta per porre fine alla clamorosa azione di protesta che ha avuto un vastissimo risalto mediatico a livello nazionale ed internazionale, dopo le garanzie ricevute sugli stipendi arretrati, è che venga ufficializzato l’affidamento all’Igea dei lavori di bonifica, condizione necessaria e indispensabile per assicurare un futuro alla società regionale e quindi ai suoi dipendenti.

Oggi le lavoratrici Igea hanno ricevuto una delegazione dei lavoratori Meridiana che portano avanti un’altra drammatica vertenza per il lavoro, dopo l’annuncio di 1.634 esuberi. Per i lavoratori Meridiana si tratta della seconda presenza nel Sulcis, dopo l’arrivo della loro marcia UNICA a Portovesme, al presidio dei lavoratori Alcoa, avvenuto il 16 novembre. E in galleria stamane, a portare solidarietà alle lavoratrici Igea, è arrivata anche una delegazione dei pensionati della Cisl.

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“La Regione difenda le specificità della Sardegna, si avvalga dell’Autonomia Regionale di cui dispone in materia di pesca e si impegni per regolamentare il fermo biologico della prossima annualità (il danno, per quest’anno, è stato già confezionato rinunciando alla Specialità e accettando le misure tecniche e le modalità di esecuzione in materia varate dal Governo centrale), affinché i pescatori della Sardegna non debbano fare i conti con i gravi disagi e i minori guadagni che hanno segnato la stagione 2014.”
Lo ha detto Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.
“Sebbene le fonti normative assegnino alla Regione Sardegna potestà legislativa in materia di pesca (esercitata in considerazione del limite delle acque territoriali) – ha aggiunto il consigliere regionale di Sant’Antioco -, non si capisce perché la Giunta di Francesco Pigliaru abbia applicato la rigida e lesiva disciplina nazionale sul fermo biologico, creando danni incalcolabili al comparto della pesca: la nostra flotta è stata letteralmente bloccata in banchina senza alcuna opportunità di scelta, contrariamente a quanto avvenuto lo scorso anno. La Giunta di Ugo Cappellacci, infatti, aveva disciplinato il fermo garantendo la possibilità di continuare l’attività di pesca oltre le 12 miglia marine alle unità abilitate. La diversa regolamentazione tra il 2013 e il 2014 ha così creato disagio alle incolpevoli marinerie della Sardegna (ripercussioni sui fatturati e sui livelli occupativi), in quanto costrette alla revisione della programmazione delle campagne di pesca.”
“Per queste ragioni – ha concluso Ignazio Locci – ho presentato un’interpellanza rivolta al presidente della Regione e all’assessore regionale dell’Agricoltura e riforma agropastorale, per sapere se, relativamente al 2015, intendano disciplinare il fermo biologico tenendo conto dell’Autonomia Regionale in materia di pesca e delle esigenze di armatori e marinai sardi.”

La mattinata del sottosegretario della presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e del governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, nel Sulcis, è iniziata a Portovesme, al presidio dei lavoratori Alcoa. Nel corso del breve incontro, sono stati sviscerati i problemi legati alla trattativa in corso per la cessione dello stabilimento, tra la multinazionale Alcoa che ha deciso di abbandonare il Sulcis e l’Italia, e la multinazionale svizzera Glencore che già opera da anni nel territorio, con la Portovesme srl. Il sottosegretario ha confermato l’impegno del Governo per la soluzione della vertenza, attraverso il riconoscimento al soggetto imprenditoriale che subentrerà ad Alcoa, di tariffe energetiche competitive.

Secondo il segretario regionale FSM-CISL Rino Barca, «è indispensabile accelerare i tempi perché sono arrivate le lettere di licenziamento per i lavoratori diretti. Chiediamo al governo di impegnarsi a trovare una formula per tutelare in prospettiva tutti i lavoratori dello stabilimento, compresi quelli degli appalti». «La visita di Delrio, in questo particolare momento – ha aggiunto Barca -, ci rende fiduciosi ed è la dimostrazione che il percorso intrapreso dal governatore Pigliaru su spinta delle organizzazioni sindacali, grazie soprattutto alla grande iniziativa di lotta dei lavoratori in presidio di fronte ai cancelli da oltre 217 giorni, sta permettendo alla vertenza per la riapertura dello stabilimento di avere la giusta considerazione anche da parte del governo nazionale.»

«Raramente, al di fuori della campagna elettorale – ha aggiunto Massimo Cara, delegato Rsu FSM-CISL -, si è visto uno dei massimi esponenti del governo nazionale venire nel nostro territorio, in mezzo ai lavoratori, a prendere degli impegni. Se questa è l’attenzione e l’impegno del governo non possiamo che essere ancora più fiduciosi per l’esito finale della vertenza. Certo, la parola fine verrà detta esclusivamente quando ripartiranno gli impianti.»

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Il sottosegretario della presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio e il governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, hanno incontrato questa mattina le 37 lavoratici Igea che da giorni occupano la Galleria Villamarina nella miniera di Monteponi. Sono arrivati a Iglesias da Portovesme, dove hanno incontrato i lavoratori del presidio dello stabilimento ex Alcoa. Delrio e Pigliaru hanno ascoltato le ragioni della protesta all’interno della galleria ed hanno spiegato loro che le condizioni per superare l’emergenza ci sono. Ci sono le risorse, bisogna saperle spendere presto e bene, anche perché diversamente non si potrebbe andare a protestare contro l’Unione europea per i vincoli imposti dal patto di stabilità, se non si riesce a spendere quanto già a disposizione. Delrio e Pigliaru hanno spiegato che ci sono esempi concreti, vedi quanto viene fatto in Germania, che indicano come le bonifiche hanno creato economia e prodotto utili ingenti.

La Giunta e il Consiglio regionale, ieri hanno adottato due provvedimenti necessari a sbloccare l’emergenza, con lo stanziamento di un fondo per l’incentivazione dell’esodo volontario dei lavoratori che si trovano nelle condizioni per poter lasciare il lavoro nel pieno rispetto dei loro diritti, e di un altro per il pagamento degli stipendi arretrati.

Le lavoratrici hanno accolto positivamente la visita del sottosegretario e del governatore ma, per ora, non intendono interrompere l’occupazione. Lo faranno soltanto dopo aver ricevuto precise garanzie sugli impegni per l’affidamento ad Igea dei lavori delle bonifiche, strada che garantirebbe tranquillità ai lavoratori e risposte ad un territorio che attende le bonifiche da anni, base indispensabile per programmare uno sviluppo futuro diverso, improntato soprattutto sulla promozione turistica.

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I principali problemi dei diversi settori produttivi sono stati al centro dell’incontro svoltosi questa mattina, nel Palazzo della Regione, in viale Trento, a Cagliari, tra il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e il sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio.

Sul tavolo i temi caldi dell’industria del polo di Portovesme, nella prospettiva della creazione di lavoro e di sviluppo durevole: dall’esigenza del metano per gli insediamenti produttivi all’esigenza delle bonifiche e dell’accelerazione dell’operatività del Piano Sulcis per il quale 127milioni di euro – 72 milioni per interventi infrastrutturali e 55 milioni per i progetti di “99Ideas” – dovrebbero entrare nel prossimo ordine del giorno del Cipe. A testimoniare della coerenza dell’impegno, il trattamento di favore energetico decennale per Glencore, perseguito dalla Regione e concesso dal Governo, che fa sì che nei prossimi giorni la multinazionale inizierà a trattare con Alcoa le condizioni dell’acquisto degli impianti.

Il governatore ha poi ricordato, rispondendo alle domande dei giornalisti, che la Sardegna, che ha seguito un percorso innovativo sull’armonizzazione del bilancio e la stabilità, vanta un credito col Governo di oltre 800 milioni di euro e che sta lavorando per la rateizzazione triennale dal 2015 e per il raggiungimento di un accordo per gli accantonamenti di 97 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità.

A fine mattinata, il presidente Pigliaru e il sottosegretario Delrio si sono recati prima a Portovesme, dove hanno incontrato i lavoratori del presidio dello stabilimento Alcoa, poi alla Galleria Villamarina della miniera di Monteponi, dove hanno incontrato le lavoratrici dell’Igea in occupazione per rivendicare il pagamento di sei mensilità arretrate e per avere garanzie sul loro futuro occupativo.

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