17 December, 2025
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Il Consiglio regionale ha approvato la relazione d’inchiesta n° 1 sul perdurare dello stato di insolvenza dell’AIAS nei confronti dei propri dipendenti, sulla qualità dei servizi e la tutela dei diritti dei lavoratori.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto chiarimenti sulla mancata presentazione del Piano regionale di sviluppo per il quale sono recentemente scaduti i termini di legge.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere Giovanni Satta ha lamentato che in occasione di una precedente riunione dei capigruppo sull’Aias, alla quale ha presenziato in sostituzione del suo capogruppo, è stato ingiustamente criticato per aver chiesto quanti erano gli iscritti ad una sigla, solo perché occorreva sapere se le decisioni potevano essere approvate dai lavoratori all’unanimità.

Ancora sull’ordine dei lavori, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, ha osservato sul piano procedurale che la discussione sulla relazione della Commissione speciale sull’Aias, come tale, si può solo approvare o respingere.

Il presidente ha chiarito che viene applicato l’art. 78 del regolamento che riguarda, sul piano della tempistica, tutti gli atti del Consiglio.

Il Consiglio ha quindi iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione del documento n. 4/16/A sull’Aias ed il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della commissione d’inchiesta Gianfranco Ganau, del Pd.

Gianfranco Ganau, in apertura, ha ringraziato i componenti della commissione che – ha detto – ha lavorato in modo molto proficuo sia al suo interno che in occasione dell’articolato ciclo di audizioni, una azione incisiva che inoltre ha consentito l’acquisizione degli atti del tavolo tecnico costituito all’interno dell’assessorato che ha messo ordine in una problematica molto complessa. Gianfranco Ganau ha poi sottolineato la gravità del mancato pagamento di 11 stipendi ai lavoratori, fatto da cui deriva a suo giudizio la richiesta di valutare la sostenibilità della convenzione e di vincolare ogni atto successivo al pagamento delle retribuzioni, fermo restando il mandato all’assessore per il superamento dello “status quo” privilegiando la continuità del servizio ed il recupero delle retribuzioni arretrate.

Il consigliere Michele Ciusa del M5S ha messo l’accento sul buon lavoro della commissione che ha operato con scrupolo e rigore fornendo al Consiglio la più ampia disponibilità di dati certi ed attendibili. L’assessore Mario Nieddu – ha proseguito – deve continuare con il tavolo tecnico anche per il passato e riferire alla commissione Sanità, tenendo presente l’emergenza che deriva dal mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori, un problema gravissimo che la politica finora non è riuscita a risolvere. Ora la situazione è molto più chiara, ha concluso, ed ora le istituzioni regionali devono agire con urgenza dando finalmente un esempio di buona politica.

Il consigliere Giorgio Oppi dell’Udc ha affermato che l’assessorato finalmente ha attivato un tavolo dal quale è emersa con chiarezza la vera situazione dei rapporti fra Aias e Regione che ruota attorno ad un contenzioso complessivo di circa 10 milioni, buona parte del quale fortemente contestato. I problemi che abbiamo di fronte, ha detto ancora Oppi, sono due: da una parte bisogna definire una partita vecchia difficile da ricostruire se non con contenzioso e su questo non siamo entrati nel merito, e dall’altra individuare una soluzione definitiva per dare riposte ad utenti e lavoratori. Il tavolo tecnico, ha dichiarato infine, deve perciò continuare con lo stesso senso di responsabilità verificando anche il passato ed avendo come riferimento d’ora in poi la commissione sanità.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai, dopo aver criticato l’assenza del presidente della Regione su un dibattito così importante per la Sardegna, ha ricordato che quando fu presentata la richiesta di una commissione speciale il centro sinistra venne accusato di volersi sostituire alla magistratura, accuse poi rivelatesi del tutto infondate. Ma oggi – ha aggiunto – il Consiglio ha tutti gli elementi per decidere, sulla base di dati inconfutabili che testimoniano la buona gestione del centro sinistra nella passata legislatura con pagamenti regolari, mentre Aias ha fatto crescere il volume degli stipendi arretrati. In altre parole – secondo Lai – si rende necessario il superamento dell’Aias anche perché la stessa convenzione con Ats (ancora in vigore) prevede che il mancato pagamento delle retribuzioni sia una giusta causa di risoluzione. Piuttosto, ha terminato, preoccupano i ritardi ed il ripensamento rispetto ad una soluzione che era stata già trovata con l’istituzione di Sas Domos e su questo la maggioranza deve dire cosa vuole fare da domani.

Il presidente della commissione Sanità Domenico Gallus dell’Udc ha respinto la ricostruzione del collega Lai, sostenendo che ora c’è una grandissima novità nel senso che c’è un debito riconosciuto anche da Aias sia pure per un periodo circoscritto. La storia di Aias – ha sostenuto – è stata anche positiva per la riabilitazione sarda e non può essere cancellata anche se in questa fase occorre pensare in primo luogo a pazienti e lavoratori con una soluzione urgente perché undici mesi arretrati sono oggettivamente insostenibili, mentre sul pregresso come commissione Sanità assicuriamo tutto il nostro impegno e speriamo di essere altrettanto efficaci.

Dopo l’on. Domenico Gallus ha preso la parola l’on. Massimo Zedda (Progressisti) che ha detto: “Saluto i lavoratori dell’Aias, ai quali rivolgo la solidarietà mia e credo di tutta l’Aula perché non percepiscono lo stipendio da più di un anno. La commissione è stata celere ma ci ritroviamo di lunedì a discutere di Aias perché domani ne discuteranno altri, in altri palazzi e sedi. A questo punto, anche le nostre conclusioni saranno inficiate dalle decisioni della magistratura. Ci sono privati disponibili ad investire per ripristinare il servizio che faceva Aias. Non lo so, ma è necessaria comunque l’evidenza pubblica e questo va spiegato bene ai lavoratori. Sono curioso di sapere quali siano i vostri intendimenti per far funzionare la macchina dell’assistenza e dare sollievo economico a 1.200 lavoratori con gli ammortizzatori sociali».

E’ intervenuto l’on. Stefano Tunis (Sardegna 20 Venti), secondo cui “è capitato che le premesse degli atti di indirizzo del passato fossero infondate. Non possiamo dire ai lavoratori che diventeranno dipendenti della Regione ma è sempre stato comodo per la Regione non vedere come stanno le cose e delegare tutti i problemi all’Aias. Questo va detto”. L’on. Stefano Tunis ha parlato poi “della necessità di far funzionare il servizio e della necessità di salvare la professionalità dei lavoratori. Tutti siamo chiamati allo sforzo in questa occasione”.

L’on. Giovanni Satta (Psd’Az) ha ripercorso i momenti di costituzione di Sas domos e ha aggiunto: «Noi ricordiamo anche altre vertenze della scorsa legislatura e sappiamo che i lavoratori non possono transitare nella pubblica amministrazione se non c’è un concorso. Non possiamo permetterci proclami che non siano giusti ma dobbiamo tutelare tutte le parti in causa: i cittadini sardi, i lavoratori e i pazienti. Sarà importante sentire la proposta dell’assessore Mario Nieddu».

Per l’on. Daniele Cocco (Leu) «è arrivato il momento del buon senso e ci vuole un ordine del girono di tutta l’Aula, che dia all’assessore alla Sanità la più ampia copertura politica. Non sono accettabili speculazioni sulla vicenda: non ha senso cercare colpevoli ma è più giusto destinare il nostro tempo ad una soluzione stabile e seria. Chi lavora da 11 mesi senza una busta paga non se ne fa nulla della nostra solidarietà ma pretende soluzioni».

A seguire l’on. Michele Cossa (Riformatori sardi), che ha detto: «Per cinquant’anni l’Aias ha fatto comodo alla Regione e ai Comuni, ha svolto un servizio di supplenza che altri non hanno voluto o saputo svolgere. Questo va tenuto a mente e bisogna rifiutare le strumentalizzazioni e le semplificazioni: intanto sappiamo qual è l’esatta condizione debitoria della Regione. Non mi sembra un risultato da poco, finalmente abbiamo certezze. Ora dobbiamo puntare a erogare servizi sociali con standard elevati, più elevati della sanità pubblica. Noi rifiutiamo il clientelismo dell’approccio pubblico alla gestione dei servizi e di certo non sarà questa la strada da seguire nella soluzione del caso Aias. Vedremo quale soluzione proporrà l’esecutivo».

Al termine, per il Movimento Cinque Stelle ha preso la parola la capogruppo Desirè Manca, che ha detto rivolta al centrodestra ed al centrosinistra: «Sono curiosa di ascoltare la soluzione che sarà proposta dall’assessore. Ma 1.200 lavoratori senza stipendio da mesi non possono non interessarci: sapete cosa vuol dire arrivare a fine mese senza soldi? Io vorrei sapere di chi è colpa. Vorrei sapere se non è colpa della politica di chi è la colpa. Chi doveva controllare le clausole contrattuali se non la Regione? Cosa ci stiamo a fare qua se non siamo capaci di dare soluzioni? Perché non è stato rescisso il contratto?».

Dai banchi del Psd’Az l’on. Franco Mula ha esordito dicendo: «Questo non è un tribunale di inquisizione ma un’Aula parlamentare, dico rivolto all’on. Desirè Manca. E non va bene nemmeno che mischiamo le nostre competenze con quelle della magistratura ordinaria. Se siamo qui e mostriamo attenzione è perché intendiamo davvero ricercare una soluzione».

Per l’on. Michele Ennas (Lega) «per la prima volta grazie al lavoro del tavolo tecnico siamo arrivati a conclusioni sicure ed abbiamo dati incontrovertibili. E stiamo lavorando seriamente per risolvere un problema obiettivamente complesso. Sas Domos si è rivelata una soluzione ponte e di carattere elettorale e non è in cinque minuti che nascono le soluzioni, quelle vere. Dobbiamo essere tutti responsabili e dare mandato all’assessorato per una soluzione».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, dopo aver ringraziato la Commissione d’inchiesta per il lavoro svolto ha lamentato l’assenza in aula del presidente della Regione: «Oggi sarebbe stata opportuna la sua presenza, primo perché avrebbe rafforzato l’azione della Giunta, secondo perché è stato lui ad apporre la firma nell’atto che annulla le selezioni per Sas Domos. La domanda è: perché il principale soggetto privato convenzionato con la Regione con oltre 3.000 dipendenti e 3.000 assistiti, con oltre 100 milioni di euro ricevuti dalle casse regionali, non paga gli stipendi?».

Francesco Agus ha ricordato che il lavoro della Commissione ha consentito di fare finalmente chiarezza: «Fino a tre mesi fa c’era chi pensava che il problema riguardasse i ritardi dei trasferimenti della Regione, oggi quella fase è chiusa, la situazione di emergenza non può essere imputabile ai ritardi della Regione, non spetta all’Aula capire cosa ci fosse a monte. Questo si vedrà in altre aule. La Commissione aveva l’obiettivo di verificare il perdurare dello stato di insolvenza di Aias. Oggi finisce il balletto delle cifre».

Il capogruppo dei progressisti ha quindi puntato l’indice sui ritardi della Giunta: «La Commissione ha ricevuto pieno mandato e, in tre mesi, ha concluso i lavori. Purtroppo, si sono persi 6 mesi dopo l’atto del presidente Christian Solinas che ha fermato il progetto Sas Domos. Il problema va risolto, parliamo di un servizio talmente sensibile che non può essere interrotto nemmeno per un secondo. Abbiamo parlato dei dipendenti, della proprietà ma nel dibattito non sono intervenute le famiglie degli assistiti. I familiari sono terrorizzati perché temono l’interruzione del servizio. Io credo che affidarlo a un soggetto pubblico non sia una bestemmia. Non si può fare di peggio. Credo che non esistano soluzioni perfette, la soluzione di una società consortile con capitale pubblico privato era una proposta. Non si può stare fermi, serve una soluzione rapida. Spero che l’assessore sia coraggioso e non guardi le tessere di partito o il pregresso ma che individui una soluzione urgente e i consiglieri vadano via da qui avendo chiaro cosa succederà in futuro».

Il presidente Michele Pais ha quindi dato la parola all’assessore della Sanità Mario Nieddu.

«All’inizio non ero favorevole alla commissione d’inchiesta e non sono convinto neanche oggi della sua indispensabilitàha detto Mario Nieddu – il tavolo tecnico non ha avuto impulso dal lavoro della Commissione, è accaduto invece il contrario.»

Mario Nieddu ha espresso apprezzamento per l’andamento del dibattito e invocato una soluzione condivisa da tutta la politica: «Per risolvere questa situazione servono soluzioni complesse. Ho apprezzato l’intervento di Massimo Zedda che rispetto alla soluzione evocata dal Consiglio, Sas Domos, ha ricordato che si tratterebbe di una sperimentazione gestionale. Questo progetto è stato bloccato dal presidente Solinas perché ha bisogno di una normativa regionale di riferimento che non c’è. Le sperimentazioni gestionali fanno riferimento a una legge nazionale che impone la sostenibilità economica, condizione che il progetto Sas Domos non garantisce. Quel progetto comunque non è stato cancellato ma sospeso. Non è pensabile che Sas Domos possano assorbire i 1.200 dipendenti di Aias».

L’assessore ha poi difeso l’operato della Giunta: «Non sono stati persi 7 mesi. Senza il tavolo tecnico non si sarebbe potuta fare chiarezza e accertare la situazione debitoria di Aias. Grazie a quel lavoro oggi sappiamo cosa fare».

Sulla sentenza del Tribunale attesa per domani l’assessore ha chiarito: «Io non sono fiducioso sul commissariamento. Aias è una onlus, non ha l’obbligo di presentare i bilanci a nessuno. Non è stato semplice farseli consegnare. In una delle sedute ho chiuso il tavolo perché Aias si è presentata senza bilanci. Come onlus non è sottoposta neanche al regime fallimentare ordinario. O si dimostra che Aias ha agito come società commerciale o non si può far nulla. Altra ipotesi è un commissario nominato dal Ministero».

Mario Nieddu ha quindi assicurato che una soluzione arriverà in tempi rapidi: «Stiamo pensando a risolvere il problema fuori da schemi ideologici. Non si tratta di distinguere tra pubblico e privato. Lavoriamo a una soluzione definitiva. Non è questa la sede per chiarire il percorso che abbiamo in mente. Sarà una soluzione che garantirà la continuità dell’assistenza e i livelli occupazionali dei lavoratori. Una cosa non faremo: la revoca della convenzione non ci sarà».

Per dichiarazioni di voto è intervenuto Eugenio Lai: «La Giunta non reputa il Consiglio un degno interlocutore – ha detto – l’assessore non ci dice quale sia la soluzione. Che cosa si vuole fare? Ho sentito inesattezze: dire che il progetto Sas Domos non garantiva continuità assistenziale è sbagliato. Solinas ha bloccato le selezioni».

Massimo Zedda (Progressisti) ha invitato alla prudenza. «La situazione potrebbe cambiare nelle prossime ore. L’assessore non indica una soluzione perché una soluzione non può esserci prima delle decisioni del Tribunale. Suggerisco, a partire da domani, di avviare un tavolo specifico per individuare un soggetto che possa prendersi in carico Aias. Per far questo occorre riunire prefetto, procuratore della Repubblica, presidente della Corte dei Conti e cercare il supporto di Anac.»

Secondo Francesco Agus (Progressisti) l’assessore si prende una grande responsabilità: «Non dice nulla su cosa avverrà domani. Noi approviamo un documento che vincola la Giunta a una prova di forza. Dovrà valutare la sostenibilità della convenzione con Aias ed eventualmente avviare il superamento della stessa. Al suo posto avrei approfittato di questo clima di unità per iniziare a discutere di un mandato più ampio per capire come superare la situazione. Andiamo via senza nessuna certezza ma con più dubbi. Anche la soluzione Sas Domos è ancora in campo. Potrebbe essere migliorata. Non vorrei che dietro le sue parole elusive l’assessore nascondesse la volontà di gestire la questione in proprio senza cercare la condivisione del Consiglio. Voto a favore ma non sono soddisfatto delle sue risposte».

Il capogruppo del Psd’AZ, Franco Mula, ha annunciato voto favorevole. «Non tirate fuori la Nerina Dirindin o altri personaggi che hanno combinato gravi danni per la sanità. Risparmiateci queste cose».

Voto favorevole ha annunciato anche Desirè Manca (M5S), mentre Giovanni Satta (Psd’Az) ha ricordato che il pronunciamento del giudice vincolerà la Giunta. Replicando ad Eugenio Lai, ha poi aggiunto. «Le selezioni per Sas Domos erano aperte a tutti, lo ha detto Fulvio Moirano. Non ci sarebbe stato nessun canale preferenziale per i dipendenti Aias».

Anche Giorgio Oppi ha annunciato il voto favorevole dell’Udc. «Bisogna rimanere nella correttezza e nella verità. Il piano sanitario non è stato approvato d Nerina Dirindin e nemmeno la rete ospedaliera nonostante la nostra disponibilità. Non addentriamoci in questi meandri».

Antonio Mundula, annunciando il voto favorevole di Fratelli d’Italia ha detto: «Ho fatto parte della Commissione e ne ho sentito la responsabilità. Non abbiamo cercato colpevoli ma verificato i fatti che sono inconfutabili. Fratelli d’Italia voterà in modo favorevole. Stiamo votando una relazione ma sappiamo che non ci possono essere in questo momento risposte immediate. Ho fiducia nell’assessore che farà un ottimo lavoro».

Stefano Tunis, a nome del gruppo Misto, si è detto favorevole alla relazione della Commissione. «Non so cosa farà la magistratura, voto questo documento tenendo conto dello stato dell’arte. Non so cosa succederà domani, oggi sottolineiamo il buon lavoro della commissione.»

Il presidente della Commissione d’inchiesta Gianfranco Ganau ha ringraziato il Consiglio per l’andamento del dibattito. «La Commissione ha verificato gli atti: 107 milioni sono stati dati a Aias, ci sono 11 mensilità in arretrato per i lavoratori. Questi elementi mettono l’assessorato in condizioni di intervenire. Oltre a Sas Domos c’è un’altra soluzione: la revoca della convenzione e la messa a bando della stessa garantendo una transizione in cui Aias dovrà assicurare il servizio fino al subentro di un altro soggetto. Ci sono le condizioni perché l’assessorato possa prendere queste decisioni.»

Voto favorevole hanno annunciato anche il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, e quello di Leu Daniele Cocco, secondo il quale l’unica soluzione «è la revoca della convenzione Aias».

Messa in votazione, la relazione della Commissione d’Inchiesta è stata approvata all’unanimità (47 voti favorevoli su 47 votanti).

Il Consiglio regionale si riunirà giovedì prossimo alle 10.30 per l’esame del Dl n. 51 “Disposizioni in materia di enti locali”.

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La Quinta Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha concluso il primo ciclo di audizioni sul progetto di riordino dei Consorzi industriali della Sardegna e sulla situazione delle Zone industriali di interesse regionale.

All’esame del parlamentino guidato da Piero Maieli, la proposta presentata da Stefano Tunis (Sardegna 20Venti) per la modifica della legge regionale n.10 del 2008. Due gli obiettivi della riforma: allineare la normativa regionale a quella nazionale in modo da avere un quadro di riferimento omogeneo e rendere più agili le procedure per la liquidazione delle Zir.

CONSORZI INDUSTRIALI

La Commissione, presente anche l’assessore dell’Industria Anita Pili, ha sentito i rappresentanti dei Consorzi industriali di Cagliari, Nuoro, Sassari, Oristano, Ogliastra, Sulcis Iglesiente, Medio Campidano e Gallura che hanno espresso forti perplessità su alcuni contenuti della proposta di legge firmata da Stefano Tunis.

Pur condividendo l’esigenza di procedere a una legge di riordino della materia, i presidenti dei Consorzi hanno manifestato preoccupazione su due aspetti fondamentali: la previsione dell’ingresso di un rappresentante della Regione nell’assemblea e nel Cda consortile e l’attribuzione allo stesso Cda di alcune funzioni di carattere gestionale. «Nel primo caso – ha spiegato il presidente del Consorzio industriale di Cagliari Salvatore Mattana, a nome di tutti i Consorzi della Sardegna – si tratta di una decisione illegittima in quanto i Consorzi sono enti strumentali dei comuni assoggettati alla disciplina del T.U sugli Enti Locali. Nel secondo, si va contro le previsioni della legge 10/98 e del DL n39/2013 che sanciscono una netta separazione tra funzioni di indirizzo e funzioni gestionali attribuendo le seconde esclusivamente alle strutture amministrative». Per questo motivo i rappresentanti dei Consorzi hanno chiesto un’attenta riflessione su questi due aspetti e avanzato la proposta di istituire un tavolo tecnico per concordare un piano triennale di sviluppo industriale.

«Siamo aperti a tutti i suggerimenti – ha replicato l’assessore dell’Industria Anita Pili – non c’è nessuna volontà di ledere l’autonomia degli enti locali, il nostro intendimento è solo quello di creare un coordinamento regionale per le politiche industriali.»

Sulla stessa lunghezza d’onda il proponente della legge di riforma: «Condivido l’idea che i comuni siano i protagonisti delle politiche industriali territoriali – ha detto Stefano Tunis – serve però una regia regionale. La legge è in itinere, accogliamo con piacere proposte e suggerimenti».

CONFINDUSTRIA E CONFAPI

Successivamente sono stati sentiti il presidente regionale di Confindustria Maurizio De Pascale e Francesco Ginesu, componente della Giunta esecutiva di Confapi con delega alle aree industriali.

Maurizio De Pascale ha espresso apprezzamento per la presentazione di una proposta di legger di riordino dei consorzi industriali. «E’ un settore che soffre – ha rimarcato Maurizio De Pascale – i nostri consorziati lamentano carenze infrastrutturali in molte aree produttive, come l’assenza della fibra ottica, e collegamenti interni precari come avviene per la cantieristica in Ogliastra. C’è bisogno di un intervento complessivo». Sulla modifica degli organismi, De Pascale ha espresso dubbi sull’istituzione del Comitato di indirizzo tecnico presso l’assessorato: «Mi sembra di capire che sarà composto da una settantina di persone – ha affermato il numero uno di Confindustria – mi sembrano troppi. C’è bisogno di una struttura più agile e veloce. Ciò che salta all’occhio è la totale assenza degli imprenditori».

Aspetto sul quale si è soffermato anche Francesco Ginesu (Confapi): «Nei Cda dei consorzi sono presenti le Camere di Commercio che non necessariamente nominano un esponente delle industrie o delle piccole e medie imprese. Ciò che interessa la nostra associazione è che la legge di riordino permetta di migliorare le condizioni di chi fa impresa».

Le audizioni si sono concluse con l’intervento dei commissari delle Zir e del presidente dell’Anci Emiliano Deiana.

ANCI

Il rappresentante dell’associazione dei Comuni ha manifestato contrarietà alla progetto di riordino dei Consorzi presentata dal consigliere Stefano Tunis: «La proposta mette a rischio il principio di sussidiarietà. Le riforme si fanno partendo dal livello più vicino ai cittadini che sono i comuni – ha detto Emiliano Deiana – ci inquieta l’intromissione della Regione all’interno di organismi che devono essere di esclusiva competenza degli enti locali». Critica anche la posizione sul trasferimento di funzioni: «Questa proposta di riordino mischia funzioni gestionali e di indirizzo politico – ha proseguito Emiliano Deiana – le due cose devono invece rimanere distinte».

ZIR

Sono intervenuti infine i commissari delle Zir di Nuoro, Tempio, Chilivani-Ozieri e Sassari che hanno illustrato la situazione finanziaria degli enti e lo stato dell’arte sull’iter di liquidazione. A parte Tempio, che dovrebbe concludere la procedura il prossimo 4 novembre, le altre tre realtà affrontano invece serie difficoltà dovute a una situazione debitoria importante che impedisce la conclusione dell’iter liquidatorio. Tra le maggiori criticità il rapporto delle Zir con Abbanoa che ha dato vita a lunghi contenziosi legali e impedito, di fatto, il passaggio delle funzioni ai comuni.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Salvatore Corrias e Gigi Piano del Pd che hanno sottolineato la necessità di garantire gli spazi di autonomia degli enti locali nei consorzi e auspicato una soluzione rapida per le Zir; Emanuele Cera (Forza Italia) che ha rimarcato l’esigenza una valutazione specifica delle diverse situazioni in cui si trovano Consorzi industriali e Zir. Quasi tutte le forze politiche hanno manifestato la necessità  di procedere a una legge di riordino tenendo presenti i suggerimenti di tutti i soggetti interessati nel rispetto delle prerogative delle autonomie locali e delle forze produttive. «C’è bisogno di fare chiarezza su tutti gli aspetti – ha detto Giorgio Oppi – questa è una materia delicata che ha bisogno di una riflessione seria altrimenti si rischia di fare danni».

Critica, invece la posizione di Gian Franco Satta (Progressisti): «C’è la necessità di approfondire. Non capisco tutta questa fretta di portare all’attenzione della Commissione una proposta di legge che fa acqua da tutte le parti».

Il presidente della Commissione Piero Maieli, al termine delle audizioni, ha indicato la strada da seguire: «Non c’è niente di definitivo. La proposta è aperta a suggerimenti ed eventuali modifiche. Per il momento siamo in una fase interlocutoria. La decisione di sentire tutti gli operatori del settore va proprio in questa direzione. La Commissione punta a un provvedimento condiviso che fornisca strumenti efficaci per lo sviluppo».

“Nei prossimi giorni presenteremo una risoluzione dettagliata con i dati aggiornati sulla situazione crediti-debiti fra Aias ed Ats degli ultimi 5 anni, per fornire al Consiglio tutti gli elementi utili per una decisione”. Lo ha dichiarato il presidente della commissione speciale sull’Aias Gianfranco Ganau (Pd), nel corso di una seduta della commissione alla quale hanno preso parte anche l’assessore della Sanità Mario Nieddu, il direttore generale dell’assessorato Marcello Tidore ed una delegazione dell’Anci, per la parte che riguarda i rapporti fra Aias e Comuni. Il direttore generale dell’assessorato, in particolare, ha fornito alla commissione una relazione di 6 pagine corredata da tabelle riassuntive più i verbali e gli allegati di ogni singola seduta del tavolo tecnico Regione-Aias-Ats-Anci insediato l’11 aprile scorso dopo un accordo sottoscritto con la Prefettura di Cagliari. Un lavoro molto approfondito, ha affermato Marcello Tidore, che ci consente di avere dati completi, certi ed attendibili sui flussi finanziari che hanno riguardato i rapporti contrattuali con Aias negli ultimi 5 anni e, inoltre, di definire un metodo per ricostruire la seconda parte del contenzioso relativo al periodo 1998-2013 per il quale c’è grande carenza di documenti, verificando nello stesso tempo ogni ipotesi possibile di transazione. Dalla relazione emerge principalmente che negli ultimo 5 anni la Regione ha pagato ad Aias nei termini di legge (60 giorni) prestazioni per oltre 102 milioni, a fronte di 1.6 milioni circa da liquidare e 1 milione circa che potrebbe essere oggetto di ulteriori transazioni.ono numeri molto chiari, ha commentato l’assessore della Sanità Mario Nieddu, che parlano di crediti vantati molto bassi e debiti molto alti, ma ora è il momento della responsabilità. Nieddu ha poi rivolto un appello alla commissione speciale, alla commissione Sanità e in definitiva al Consiglio regionale, per arrivare ad una scelta definitiva e condivisa che per la sua complessità e per le conseguenze che ne possono derivare ai pazienti ed ai lavoratori, non può essere lasciata solo alla valutazione dell’assessore, fermo restando che sarà necessario del tempo per elaborare una strategia per il futuro. Nel dibattito hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Giorgio Oppi dell’Udc, Francesco Agus dei Progressisti, Eugenio Lai di Leu, Nico Mundula di Fdi, Michele Cossa dei Riformatori, Michele Ennas della Lega e Fabio Usai del Psd’Az. Tutti hanno espresso vivo apprezzamento per la qualità del lavoro prodotto dal tavolo tecnico e dall’assessorato, proclamandosi poi a favore di una risoluzione della commissione che, per la prima volta, potrà essere predisposta sulla base di dati certi sulla complessa vicenda. Nella seconda parte della seduta, la delegazione dell’Anci formata dal presidente Emiliano Deiana, dal vice presidente Salvatore Masia e dal direttore Daniela Sitzia ha fornito il rendiconto sui rapporti fra Comuni ed Aias per le prestazioni relative al trasporto disabili, alla riabilitazione ed ai servizi nel campo psico-sociale: Le cifre finali, ha spiegato Daniela Sitzia che ha sintetizzato il lavoro condotto da Anci attraverso contatti con i singoli Comuni, parlano di un credito presunto nei confronti di Aias di circa 5.8 milioni, cifra radicalmente contestata dalle Amministrazioni locali sia per gli incrementi dei costi che per la qualificazione delle prestazioni. Il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana, rispondendo ad una domanda del presidente Ganau sulla possibilità che il settore della riabilitazione sia riportato sotto la gestione diretta della Regione, ha auspicato uno scatto in avanti rispetto alla situazione attuale che vede i Comuni come passacarte, precisando di non avere posizioni ideologiche e proponendo la creazione di un “fondo unico per le politiche sociali”.

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione sulla richiesta di referendum per l’introduzione del maggioritario secco per l’elezione del Parlamento.

La seduta si è aperta sotto la presidenza de presidente del Consiglio Michele Pais e concluse  le formalità di rito, compresa la comunicazione della nomina del capogruppo Udc, Gian Filippo Sechi in sostituzione del suo collega di gruppo Domenico Gallus quale componente della giunta per le elezioni, è stata concessa la parola al capogruppo della Lega, Dario Giagoni, per l’illustrazione della mozione n. 67 “sulla richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e dell’articolo 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, di articoli del testo unico per l’elezione della Camera (decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361), del testo unico per l’elezione del Senato (decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533), della legge 27 maggio 2019, n. 51, di disposizioni di delega contenute nell’articolo 3 della legge 3 novembre 2017, n. 165”.

L’onorevole Dario Giagoni ha ricordato gli articoli e leggi interessate dal referendum che si propone di fatto l’introduzione del maggioritario secco per l’elezione del Parlamento. L’esponete del Carroccio ha evidenziato in senso positivo il protagonismo dei Consigli regionali per l’indizione del referendum abrogativo ed ha ricordato i precedenti referendum che in materia elettorale hanno provocato – a suo giudizio –  un cambiamento nei rapporti tra le istituzioni e nel corpo elettorale. «Con l’approvazione del quesito referendario – ha spiegato il consigliere della maggioranza – tutti i seggi del Parlamento saranno assegnati attraverso collegi uninominali a chi prenderà un voto in più e non ci saranno più dubbi sul risultato elettorale né spazio a meccanismi che determinano approssimazione nella trasformazione dei voti in seggi».

A favore della mozione si è dichiarato il capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, che ha ricordato la stagione referendaria di Mario Segni che nel ’92 segnò il passaggio dalla Prima alle Seconda repubblica. «I Riformatori sardi – ha spiegato il consigliere della maggioranza – sono nati con quei referendum che hanno messo fine agli effetti deleteri della stagione del proporzionale che obbligava i partiti a compromessi improbabili tra i partiti e al continuo cambio di maggioranze senza mai rendere chiare le responsabilità dei governanti».

Michele Cossa ha evidenziato i positivi risultati ottenuti nella legislazione per gli Enti Locali e ha parlato però di “pasticci nella legislazione nazionale” riferendosi alle norme nazionali che hanno consentito cambi di maggioranza.

Gianfranco Satta (Progressisti) ha criticato duramente il metodo e la sostanza della mozione e si è detto in “imbarazzo” nel constatare che “è stato attribuito carattere d’urgenza al referendum voluto da Matteo Salvini piuttosto che ai temi che interessano i sardi e le emergenze della Sardegna”. come cittadino sardo premetto che la discussione genera imbarazzo. L’esponente della minoranza ha attaccato la Lega e il centrodestra “per l’iniziativa che viene discussa perché il Consiglio regionale sardo è stato indicato tra quelli fedelissimi a Salvini”. «Questa mozione – ha affermato Gianfranco Satta – è dettata dall’esterno ed al rientro da Pontida vi siete precipitati a dare seguito ai desideri del vostro leader».«Così l’Autonomia è a rischio – ha concluso il consigliere del centrosinistra – e la maggioranza non si accorge del livello di subordinazione che dimostrate nel farsi dettare l’agenda politica dal partito del presidente del Consiglio, per questo spero in un sussulto di autonomia e dignità e dunque che questa proposta sia rigettata».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del consigliere Antonio Piu (Progressisti) che ha definito “assurda” l’urgenza della richiesta di indizione del referendum abrogativo. «Chiedete il referendum – ha dichiarato il consigliere della minoranza – solo perché il leader della Lega ha perso il posto al governo del Paese e chiedendo in questo modo il cambio delle regole del gioco date l’idea che siete dei soldatini all’interno di questo Parlamento». Antonio Piu si è quindi rivolto ai partiti del centrodestra («quelli che non vantano o non hanno sempre vantato percentuali bulgari») perché scongiurino l’introduzione del maggioritario “rispondendo sempre alla coscienza e non al capo politico di turno”.

Michele Ciusa (M5S) ha ripreso un passaggio delle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione, Christian Solinas, domandando agli esponenti della maggioranza “quale beneficio per i sardi e quale profitto per la Sardegna dalla discussione di questa mozione?”. L’esponente della minoranza ha invitato il centrodestra a far cessare “la propaganda” ed incominciare a dare seguito alle promesse elettorali e a dare risoluzione ai problemi della nostra Isola. Ciusa ha ricordato i dati della crisi e i settori economici in sofferenza per poi concludere con alcune domande provocatorie («Che benefici avranno da questa mozione?»; «Prima i sardi o prima il capitano?»). «Le leggi elettorali – ha concluso Michele Ciusa – non si fanno con il consenso presunto ma con la maggiore condivisione possibile».

Critico anche l’intervento del consigliere Pd, Roberto Deriu, che ha ricordato la stagione referendaria di Mario Segni evidenziandone “la portata popolare e culturale”. «La vostra azione – ha affermato l’esponente della minoranza – è invece un’iniziativa estemporanea per approfittare di un’occasione propizia per provare ad avere una vittoria elettorale che dia una maggioranza assoluta senza una minoranza». Deriu ha dunque criticato aspramente la scelta politica di chiedere il referendum attraverso la richiesta di cinque Consiglieri regionali: «Perché non siete rimasti tra la gente? Perché non domandate le firme per i referendum alla gente come fanno i movimenti di popolo. Voi invece agite nei palazzetti dei Consigli regionali per scodellare all’opinione pubblica uno strumento che possa scassinare un sistema solo perché vi ha escluso dal potere».

Voto contrario alla mozione è stato annunciato anche da Piero Comandini (Pd) che ha affermato: «Ricordate che i referendum producono molte volte leggi elettorali distorte». Il consigliere della minoranza ha quindi puntato il dito contro la Lega e contro il senatore Roberto Calderoli («è famoso per le leggi elettorali porcata perché lui è il maestro delle porcate». «Il testo che si discute in Aula -ha attaccato Piero Comandini – non è stato scritto all’ombra del Nuraghe Losa ma sul prato di Pontida e consegnato ai prodi leghisti perché fosse votato nei cinque consigli regionali amici in Italia».

Il consigliere democratico ha dunque preannunciato una dura opposizione in Aula e tra i cittadini e, citando un recente intervento dell’ex segretario nazionale del Psd’Az, Giacomo Sanna, si è rivolto a Udc e Riformatori sardi: «Non iscrivetevi al sindacato dei tacchini che difendono la festa del Ringraziamento e non siate polli».

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, dopo aver lamentato l’assenza del presidente della Regione al dibattito sul riconoscimento dell’insularità e ad altri appuntamenti importanti per la vita della Sardegna, ha criticato radicalmente la mozione della Lega, presentata dopo il raduno del partito a Pontida. E in materia di legge elettorale, ha definito prioritaria, semmai, la discussione sulla riforma della legge elettorale per il parlamento europeo che esclude la Regione Sarda. Il problema, a suo giudizio, resta quello della qualità delle proposte delle amministrazioni di ogni livello. La scarsa partecipazione al voto, ha aggiunto, dimostra che non sono le leggi elettorali che avvicinano i cittadini alla politica, e nello specifico la scelta del maggioritario spinto contiene molti rischi a cominciare dal sistema Usa nel quale il presidente eletto governa pur avendo ricevuto meno voti del suo avversario in termini assoluti. Più che di leggi elettorali, ha detto infine, la politica dovrebbe occuparsi di cose che interessano i cittadini.

Il consigliere Pierluigi Saiu (Lega), in apertura, ha puntualizzato che il contenuto della mozione, in realtà, è consentire ai cittadini di esercitare il loro diritto di voto, ben altro rispetto agli interventi di altri che hanno ignorato questo aspetto fondamentale. Noi, ha continuato, in questi giorni abbiamo ascoltato molto i cittadini che chiedono di potersi esprimere e di scegliere da chi essere governati, cosa completamente diversa dalla storia di questi giorni che vede uniti partiti antagonisti fino all’altro ieri. Gli stessi partiti che proprio oggi, ha ricordato, sono stati loro per primi a parlare di legge elettorale col solo scopo per impedire di governare a chi vince le elezioni. attraverso l’interdizione di partitini dell’ultima ora, come dimostra la stessa recente scelta di Matteo Renzi.

Il consigliere del Pd Giuseppe Meloni ha affermato che la mozione fa parte del pacchetto “pieni poteri” proposto dal capo della Lega in pieno agosto, ma occorre stare molto attenti ai contenuti perché, ad esempio, il quesito referendario è incomprensibile ed ambiguo, come quello delle Province sarde. A giudizio di Giuseppe Meloni, se davvero si vuol far decidere i cittadini, occorrerebbe poter scegliere i parlamentari che nello schema ipotizzato sono indicati dalle segreterie dei partiti, e si davvero si volesse incidere sulla governabilità sarebbe necessario allineare le leggi elettorali di Camera e Senato, che ora sono diverse. Il maggioritario, a suo avviso, funziona in quadro di bipolarismo che ora non c’è ed ogni caso presuppone il doppio turno che il centro destra ha sempre rifiutato.

Il consigliere di Sardegna 20/20 Stefano Tunis ha definito gli interventi precedenti dei consiglieri di centro sinistra caratterizzati da un solo filo conduttore, segno che ha ancora bisogno di identificare un nemico qualificando come “male assoluto”. Stefano Tunis ha poi criticato la scelta dei partiti adesso al governo di sottrarsi al confronto con gli elettori spacciando un calcolo di basso profilo come grande svolta politica. Molti interventi, inoltre, hanno mostrato una grande confusione, per esempio confondendo i collegi uninominali con il maggioritario che sono cose diversissime. Il vero tema, invece è, secondo Tunis, è quello che il maggioritario ha consentito non solo maggiore stabilità ma anche, nello specifico, di avere un collegamento fra eletti ed elettori in Sardegna. Spiegheremo queste cose fuori di qui, ha assicurato in conclusione Tunis.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha respinto l’interpretazione di Tunis secondo la quale la sinistra voglia salvare “la sua pellaccia politica”. Anche perché, ha ricordato, all’interno della stessa maggioranza si fa largo l’idea che la mozione della Lega sia una violazione dell’autonomia regionale. Una autonomia, ha continuato, che più volte è comparsa negli interventi del governatore, salvo mettere da parte questi buoni sentimenti in presenza della richiesta dei suoi referenti politici. Molte riflessioni dello stesso presidente sulla legge elettorale sarda, poi, mostravano di avere a cuore la rappresentanza delle piccole realtà ma, anche in questo caso, rimangiandosi poi tutto con una proposta “all’americana” che va in direzione esattamente contraria.  Così non riconquistano gli elettori, ha concluso, si conquistano dando risposte ai problemi concreti delle persone e dei sardi in particolare.

Il consigliere dei Progressisti Diego Loi ha messo l’accento sul carattere di urgenza della mozione, a suo avviso insostenibile, ed in secondo luogo incomprensibile sul piano della scelta delle priorità per il popolo sardo che con è certamente quella della modifica della legge elettorale. Al di là dei tecnicismi, Diego Loi ha detto che occorre riflettere sul concetto di democrazia che vuole esprimere il Consiglio regionale, un concetto nel quale bisogna evitare la demagogia, assegnando al popolo in modo subdolo il compito di esprimersi su problematiche complesse riguardanti la scelta delle rappresentanze parlamentari. In concreto, ha detto infine Diego Loi, il maggioritario non rappresenta la totalità dell’elettorato e in particolare le forze politiche minori.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha dichiarato che il Consiglio regionale sta “scrivendo la storia” partecipando ad un processo di rinnovamento dei rapporti fra parlamento e governo, senza accordi e ribaltoni. Penso, ha dichiarato, che gli elettori premieranno questa scelta e voteranno sì al referendum. Quello italiano, ha ricordato, è un lungo percorso di leggi elettorali molto spesso cariche di distorsioni che hanno determinato l’allontanamento degli elettori dalla politica. Noi della Lega, ha aggiunto Ennas, non accettiamo lezioni da partiti che fino a qualche giorno fa si insultavano ogni giorno, e preferiamo rivolgerci ai cittadini in modo chiaro per metterli al centro delle scelte democratiche.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha aperto il suo intervento dicendo che i sardi non sono né pollitacchinipecore. I sardi, ha detto, si aspettavano dal governo e dal Consiglio regionale cose molto diverse da una proposta di riforma della legge elettorale e mi stupisce la posizione del Psd’Az che da sempre sostiene di voler tutelare la rappresentanza delle minoranze. Io credo che questa mozione non passerà, ha previsto Daniele Cocco, e comunque i polli siamo stati a noi a farla passare in conferenza di capigruppo dato che c’erano all’ordine del giorno questioni più urgenti, o forse no perché con la scelta di discuterla abbiamo smascherato il trucco della maggioranza. Rivolto al presidente Christian Solinas, Daniele Cocco ha auspicato che ponga sui grandi problemi della Sardegna (accantonamenti, pastori, sanità) lo stesso impegno manifestato sulla riforma della legge elettorale.

Il consigliere di Fdi Francesco Mura, premettendo che l’azione politica è importante tanto quanto quella amministrativa, ha criticato con forza la manovra di palazzo che ha portato alla formazione del governo attuale e la volontà di cancellare anni di conquiste dei cittadini che hanno portato all’elezione diretta nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni, perché la vocazione maggioritaria deve diventare il segno distintivo delle istituzioni fino all’elezione diretta del presidente della Repubblica. Non si può guardare al proprio orticello, ha concluso, ma occorre guardare oltre per il bene dell’Italia.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha ricordato che il 4 marzo 2018 il Movimento ha vinto le elezioni col 32% ma, a causa di una pessima legge elettorale, è stato costretto a stipulare un contratto di governo, mettendo gli argomenti concreti prima delle convenienze politiche e nonostante alcune vicende che hanno riguardato esponenti della Lega. Poi abbiamo parlato solo di migranti, ha lamentato, fino a quando il leader della Lega è stato travolto da un moto di onnipotenza violando il contratto che aveva firmato e pensando di poter andare subito ad elezioni, ma il Movimento non fa accordi con forze politiche che non hanno obiettivi e, di fronte alla stessa sbagliatissima legge elettorale, è stato raggiunto un nuovo accordo con altre forze. La nostra attenzione, ha concluso, era e resta sui contenuti che interessano la gente: scuola, sanità, economia, altro che legge elettorale nazionale dimenticandosi perfino di quella regionale.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è detto meravigliato del fatto che mentre le commissioni del Consiglio non hanno leggi da esaminare noi discutiamo di legge elettorale. La nostra cultura, ha ricordato, è assemblearistica e parlamentare quindi profondamente diversa dal maggioritario come dimostra la storia; quella cultura che ha assicurato la rinascita della Sardegna dopo la seconda guerra mondiale sotto la guida di uomini di grande valore in Italia come nella nostra Regione. Oggi, ha sostenuto, il sistema del parlamento è antidemocratico perché basato sulla figura di un leader mentre noi vogliamo rappresentare il baluardo di quello che fu il primato del ragionamento, della mediazione e dell’apertura alle forze minori, una situazione compatibile con il presente dove, in base ai numeri non vince nessuno e si determina una situazione aperta, anch’essa compatibile con l’attenzione per il proporzionale che noi riaffermiamo.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha confessato il suo imbarazzo per una mozione che arriva dall’esterno, dall’indicazione di un leader politico al quale la maggioranza si è piegato. Gianfranco Ganau ha poi ricordato di essere da sempre contrario al maggioritario che da sempre mortifica la rappresentatività degli elettori da sempre baluardo forte della democrazia e, quanto alle leggi elettorali, non possono essere stravolti dal volere di questo o quel partito che peraltro può decidere anche le liste dei candisti. Nel merito, ha osservato, il sistema proposto accentua queste distorsioni in linea con la richiesta di pieni poteri con precedenti storici non certo edificanti, andando contro una democrazia basata proprio sull’equilibrio dei poteri, ed in definitiva appare profondamente sbagliato far governare chi prende un voto in più perché così il 30% potrebbe governare contro il 70%. Meglio dedicarsi alla riforma della legge elettorale regionale, ha suggerito, perché la Sardegna esprime un forte bisogno di rappresentatività e per questo rivolgo un appello a forze politiche che hanno a cuore questi problemi ed anche all’Udc, a Forza Italia, al Psd’Az.

Ha assunto la presidenza dell’Aula il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha apprezzato tutti gli interventi precedenti, che contengono aspetti positivi a cominciare da quelli riferiti alla revisione legge elettorale ed all’abolizione del voto disgiunto, tutte cose sulle noi abbiamo molte proposte. Tuttavia, ha aggiunto, su altri commenti è necessario un chiarimento perché non accettiamo l’accusa di aver sventolato le bandiere sardiste a Pontida: non c’è niente di anormale perché noi abbiamo la nostra identità e casomai altri sono impresentabili. Io, ha ricordato, sono stato un riformatore e non rinnego il mio passato di quando raccoglievo le firme per il maggioritario e posso assicurare a tutti che nessuno mi telefona per dirmi cosa devo fare e non lo fa nemmeno il presidente. Siamo polli? Credo, ha detto ancora Franco Mula, che lo siano altri e non vedo perché non dovremmo cambiare la legge elettorale che è sbagliata ed il problema è che quando non c’è condivisione, come non c’è con l’attuale governo innaturale, sono gli italiani che si dovrebbero esprimere e non i partiti ad architettare non giochi di palazzo, e ricordo anche che i 5 stelle non hanno vinto le elezioni ma le ha vinte il centro destra come coalizione. Noi qui oggi, ha detto infine, stiamo votando a favore di un esercizio di democrazia, siamo a favore e senza vergognarcene.

Ha quindi preso la parola il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che ha stigmatizzato la fretta mostrata dalla maggioranza nel presentare la mozione in aula: Non è un argomento di nostra competenza, non ha il carattere d’urgenza e non è stato discusso in Commissione – ha affermato Francesco Agus – eppure ha bruciato i tempi entrando in Aula dopo appena 7 giorni. Oggi ci onora della sua presenza anche il Presidente Solinas, spesso assente in questo consesso. Ciò dimostra come questa Regione abbia assunto il ruolo di vassallo nei confronti di chi vuole utilizzare strumentalmente un argomento contro l’attuale maggioranza di Governo». Un riferimento chiaro al segretario della Lega Matteo Salvini: «Dopo aver perso la poltrona di ministro ha bisogno adesso di 5 Consigli regionali da utilizzare come arma contro la nuova maggioranza. Voi accettate supinamente un’indicazione e vi accingete a votare una mozione che non avete nemmeno letto. Mi ricorda ciò che accadeva nelle sezioni del Partito comunista quando si dibatteva sul capitale di Karl Marx ma in pochi lo avevano letto».

Francesco Agus si è detto poi dispiaciuto per l’assenza di un dibattito vero: « Il tema è interessante e meriterebbe una discussione approfondita. Ogni sistema elettorale ha bisogno di trovare un equilibrio tra  rappresentanza e governabilità. I problemi non nascono dai piccoli partiti, che in questo Consiglio esprimono più della metà dei consiglieri di maggioranza,  ma nei cosiddetti partitoni».

Il capogruppo dei Progressisti ha infine espresso forti dubbi sulla legittimità della mozione: «Tiene in campo un riferimento al sistema proporzionale. Si parla di collegi uninominali con più candidati sapendo che è una contraddizione in termini. La Corte Costituzionale ammette ormai solo quesiti che propongono scenari chiari e compiuti. Questa è una proposta illegittima, nessuno potrà dire di non essere stato avvisato».

Il presidente Michele Pais ha quindi chiesto il parere della Giunta. Il presidente della Regione Christian Solinas ha difeso la decisione di portare in Aula la mozione: «Oggi si è parlato un po’ di tutto. In passato i vostri rappresentanti hanno sostenuto provvedimenti che minavano dalle fondamenta il principio di rappresentanza come il referendum di Matteo Renzi e votato in Parlamento contro il collegio unico per la Sardegna alle Europee, oggi paventate rischi per la democrazia. E’ necessario riportare un po’ di ordine. L’iniziativa non è nata nel backstage di Pontida ma da una riunione di tutti i governatori del centrodestra. Non è nulla di antidemocratico, si propone di utilizzare bene uno strumento previsto dalla Costituzione: dov’è lo scandalo se cinque Consigli regionali propongono un referendum? Oggi non si decide se ci sarà un maggioritario o un proporzionale ma si chiede al popolo italiano di esprimersi»

Solinas ha quindi ringraziato le forze politiche che hanno appoggiato l’iniziativa accusando l’opposizione di utilizzare argomenti strumentali:«Volete dare lezioni dopo aver introdotto le soglie di sbarramento che non  consentono di avere una rappresentanza reale». Rivolto al consigliere Roberto Deriu (Pd) ha aggiunto: «Non sia l’epigono di un’estetica decadente che ha sempre bisogno di un riferimento al passato. Oggi la sfida è tra vecchio e nuovo, voi vi state iscrivendo al partito della conservazione. Citate ex segretari ed ex leader che difendono il vecchio. Noi non siamo il vecchio, io sono anche segretario del Partito Sardo d’Azione, partito di cui spesso si parla senza conoscerne la storia, i sardisti hanno sempre rivendicato il sistema elettorale di altre regioni autonome come il Trentino dove si vota in collegi uninominali. In Scozia c’è un sistema simile che consente allo Scottish National Party di eleggere i suoi deputati. In Sardegna ci sarebbero 17 collegi uninominali con pochi elettori che darebbero anche ai partiti più piccoli la possibilità di eleggere qualcuno».

Subito dopo, il presidente Pais ha dato la parola per la replica al presentatore della mozione, il capogruppo della Lega Dario Giagoni: «Ringrazio tutti i consiglieri e il presidente Solinas che è rimasto nel tema. Ho sentito di tutto – ha detto Giagoni – il centrodestra è compatto. Il tema è stato condiviso con altre 4 regioni italiane, nel rispetto di un articolo della Costituzione. Si è parlato di democrazia, ma è il popolo sovrano che la detiene. Voi del centrosinistra siete perennemente divisi ma appena vedete lo spiraglio di una poltrona improvvisamente vi unite. Siete voi che per cinque anni vi siate calati le braghe davanti al governo nazionale. Il centrosinistra ha creato il disastro. Chiedo rispetto per Roberto Calderoli, se si parla di porcate parliamo di Ats o di continuità territoriale. Quanto ai 5 Stelle ci parlino di Raggi o della situazione di Roma. Vi auguro buon lavoro a livello nazionale qui ci pensiamo noi con un grande condottiero come Christian Solinas».

Il presidente Michele Pais ha quindi messo in votazione gli emendamenti e il testo della mozione per i quali il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha chiesto il voto segreto.

Sulle modalità di voto e sull’interpretazione del regolamento si è acceso un piccolo dibattito risolto subito dopo una breve sospensione dell’Aula.

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione, a scrutinio segreto, l’emendamento n. 1 (Giagoni, Mula) “Nella parte dispositiva, alla lettera a) del n.1, è soppresso il punto dell’elenco contenente il riferimento all’articolo 81, secondo e terzo comma”, che è stato approvato con 36 voti a favore e 21 contrari. L’Aula ha poi approvato, con 37 voti a favore e 21 contrari, anche l’emendamento 3 (Giagoni, Mula) “Nella parte dispositiva, alla lettera d) del n. 1, è inserito come primo punto dell’elenco il seguente. “- nel titolo, le parole “e plurinominali”,”.

Il presidente Pais ha poi aperto la votazione finale della mozione, che è stata approvata con 37 voti favorevoli e 21 contrari. Successivamente l’Aula ha approvato anche l’ordine del giorno (Giagoni, Mula, Cocciu, Sechi, Cossa, Mura, De Giorgi) “sulla nomina dei delegati del Consiglio regionale ai fini del referendum abrogativo ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e dell’articolo 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352 (Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa popolare”. Il testo delibera di designare quali delegati effettivo e supplente, il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, e il consigliere regionale Dario Giagoni. L’ordine del giorno prevede inoltre “di dare mandato al presidente del Consiglio regionale di inviare la deliberazione contente la mozione n. 67 e il relativo allegato agli altri Consigli regionali con l’invito ad adottare analoga deliberazione”.

Il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. Il Consiglio regionale è stato convocato per il primo ottobre per la Seduta statutaria.

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Stamane il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità le nuove norme sul servizio di trasporto scolastico per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo livello.+, in forma gratuita o attraverso una contribuzione dell’utenza.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere della Lega Ignazio Manca ha esposto un grave episodio accaduto il 2 settembre scorso alla Sardegna Arena in occasione della partita Cagliari-Inter della quale si è parlato molto, ha ricordato, per le presunte frasi razziste contro un giocatore della squadra ospite. «E’ passato sotto silenzio invece, ha protestato Ignazio Manca, quando accaduto proprio nel settore degli ospiti, da dove sono stati rivolti alla tifoseria sarda cori razzisti ed è stato poi diffuso sul canale “you tube” un video con ulteriori contenuti offensivi nei confronti dei sardi.»

Il presidente ha fatto notare al consigliere Manca che il suo intervento non può rientrare fra quelli ammessi sull’ordine dei lavori, ma può diventare oggetto di una interrogazione o di una interpellanza. Successivamente ha sospeso la seduta convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha chiesto il rinvio alla seduta di domani dell’esame della la mozione n. 67 (Giagoni e più) con la quale si chiede il referendum abrogativo delle leggi elettorali per l’elezione dei componenti della Camera e del Senato con metodo proporzionale. La proposta, in base al regolamento, deve essere messa ai voti.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha criticato duramente la richiesta di rinvio, anomala perché in capigruppo è stata respinta una richiesta di inversione dell’ordine del giorno; si tratta di una scorrettezza politica che crea un precedente grave e pericoloso e stravolge la prassi consiliare.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha osservato che la seduta del Consiglio si è rivelata del tutto improduttiva, a causa prima di un’accelerata sulla mozione seguita da una frenata della quale non si capisce il perché.

Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha affermato che sarebbe utile per il Consiglio capire le ragioni della sospensiva. E’ vero, ha aggiunto, che regolamento dice che sulla proposta di rinvio ci si debba pronunciare a favore o contro ma occorre comunque una motivazione e spetta alla maggioranza evitare di andare avanti in maniera caotica cambiando radicalmente opinione in pochissimo tempo.

Il consigliere Eugenio Lai di Leu ha parlato di lavori condotti in uno stato confusionale, aggravato dall’andamento della conferenza dei capigruppo che si è conclusa respingendo la proposta di inversione dell’ordine del giorno, salvo il successivo ripescaggio della stessa con una richiesta di sospensiva. Lai, infine, ha chiesto al presidente Michele Pais di chiedere scusa al capogruppo del M5S Desirè Manca per le espressioni usate durante la conferenza, che ha definito «parole fuori luogo ovunque siano pronunciate, dentro e fuori il Consiglio».

Il presidente Pais ha chiarito che da parte sua non c’è stato nessun intento offensivo, perché non mi è mai riferito alla collega Manca ma ad un contesto più generale. Tengo nel massimo conto, ha proseguito, il rispetto delle persone e dei ruoli come patrimonio di tutta l’Assemblea, anche se riconosco che a volte la politica ci porta a fare discorsi concitati dai quali però non si possono estrapolare frasi particolari per strumentalizzarle. Se poi dovessi aver sbagliato come può capitare che succeda a tutti ed anche a me, ha concluso, sono pronto a chiedere scusa.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca, premettendo di non aver concordato nulla con il collega Lai che comunque ha ringraziato, ha detto di aver ascoltato con curiosità la risposta del presidente, dal quale accetta le scuse.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha tenuto a precisare che la richiesta di rinviare l’esame della mozione risiede nell’importanza della stessa proposta.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la richiesta di rinvio che il Consiglio ha approvato con 29 voti favorevoli, 24 contrari ed 1 astenuto.

Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, ha aperto la discussione generale sul secondo punto all’ordine del giorno: la Proposta di legge 46/A (Lai e più) “Norme per favorire il servizio di trasporto scolastico per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo livello, in forma gratuita o attraverso una contribuzione utenza”. Il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della Seconda commissione, Alfonso Marras (Riformatori sardi), il quale in apertura del suo intervento ha spiegato come questa legge sia importante perché fa chiarezza sui dubbi posti da tanti amministratori locali. “La proposta di legge in discussione è stata licenziata all’unanimità nella seduta della Seconda Commissione permanente del 18 settembre 2019. La Commissione ha preliminarmente audito l’Anci – ha affermato Marras – che ha denunciato la situazione di forte incertezza normativa, nella quale si trovano gli enti locali, per quanto concerne le modalità di determinazione della quota di partecipazione, dovuta dalle famiglie, per l’accesso ai servizi di trasporto degli alunni della scuola dell’obbligo e la possibilità di prevedere la totale gratuità del servizio. La Commissione ha iniziato l’esame della P.L. n. 46 nella seduta del 18 settembre 2019, nel corso della quale, dopo l’illustrazione del provvedimento da parte del proponente, ha sentito l’Assessore della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. La Commissione ha condiviso le preoccupazioni dell’Anci e ritenuto urgente intervenire, con una norma regionale, al fine di chiarire la possibilità per gli enti locali di determinare, con delibera motivata, la quota di partecipazione delle famiglie al servizio di trasporto scolastico, prevedendo, onde ne ricorressero le condizioni, anche la gratuità. La Commissione ha proposto un emendamento all’articolo 1 con il quale estende la misura alla scuola dell’infanzia e subordina l’intervento alla necessità del rispetto dell’equilibrio di bilancio. La Commissione, all’unanimità, ha approvato gli articoli della P.L. 46 così emendati. L’articolato – ha aggiunto – non è stato inviato alla Commissione Finanze per il parere di competenza in quanto la norma non comporta oneri per il bilancio regionale. Stante l’importanza delle misure approvate in Commissione, e i tempi stretti a disposizione, auspica una rapida e condivisa approvazione da parte dell’Aula”.

Il presidente della Seconda commissione ha ringraziato i proponenti e tutta la Commissione per il lavoro fatto, auspicando un’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale.

E’ quindi intervento il capogruppo della Lega, Dario Giagoni. L’esponente della maggioranza ha chiesto di poter aggiungere alla proposta di legge la firma di tutti i consiglieri della Lega, sottolineando che il partito che rappresenta è pienamente concorde con il testo in esame. “Ringraziamo il presidente della Seconda commissione, la minoranza e tutti quelli che hanno lavorato per questa legge importantissima”, ha detto, che detterà le linee guida che faranno finalmente chiarezza dopo i pareri della Corte dei conti, “che stabiliva che ai Comuni non fosse consentita l’erogazione gratuita del servizio di trasporto scolastico”. Disposizioni, ha aggiunto Dario Giagoni, che hanno messo in agitazione le famiglie che ne usufruiscono, preoccupate di dover aggiungere costi per garantire ai propri figli la possibilità di frequentare la scuola. Un diritto, quello all’istruzione, ha ricordato, garantito dalla Costituzione. Giagoni ha affermato che in Sardegna, secondo i dati Istat dello scorso anno, la dispersione scolastica è al 21,2 per cento, ben 7 punti in più rispetto alla media nazionale. Il capogruppo della Lega ha anche ricordato come interventi come questo siano necessari anche per combattere lo spopolamento delle zone interne e dei piccoli centri.

La presidenza dell’Aula è stata assunta dal vice presidente Piero Comandini (Pd), il quale ha dato la parola al primo firmatario del provvedimento, Eugenio Lai (Leu). L’esponente della minoranza ha voluto ringraziare il presidente della Seconda commissione per la sensibilità politica, così come tutti i commissari che, con questa legge, hanno dato la priorità ai diritti delle famiglie al loro diritto allo studio dei più piccoli. Lai ha anche sottolineato l’importanza dell’intervento dell’Anci e dell’assessore regionale della Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu. Con questa normativa, ha continuato, si supera il parere della Corte dei Conti del Piemonte, che attribuiva il costo dei trasporti completamente a carico delle famiglie e si dà certezza giuridica alle Amministrazioni. Si tratta di un provvedimento che consentirà alle famiglie di non accollarsi le spese di trasporto scolastico e che permetterà a tutti i ragazzi di frequentare le scuole dell’obbligo con più certezze e senza costi. Lai ha affermato che si tratta di una legge importante anche per combattere per l’abbandono scolastico.

Salvatore Corrias (Pd) è intervenuto per confermare la bontà della proposta di legge in esame, che colma un vuoto sotto il profilo giuridico e normativo. Per Corrias il trasporto scolastico è un servizio importante per la comunità e per i piccoli centri ed è importante che, con questo testo, si chiariscano i compiti e in capo a chi sono gli oneri del servizio. Il consigliere ha espresso preoccupazione per i dati della dispersione scolastica e dello spopolamento e ha auspicato che il Consiglio approvi una legge sul diritto all’istruzione.

Il capogruppo dell’Udc, Gian Filippo Sechi, ha ricordato che il problema si è creato per la mancata approvazione “della norma salva scuolabus”, prevista nel decreto che il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto approvare ad agosto. Sechi ha ricordato che l’assessore Andrea Biancareddu ha provveduto a inviare una circolare esplicativa i primi giorni di settembre e che l’approvazione di questa proposta di legge darà certezze agli amministratori che ancora avevano dubbi. Sechi ha chiesto di aggiungere le firme dei consiglieri dell’Udc e ha auspicato un voto favorevole unanime da parte dell’Aula.

Fausto Piga (FdI) ha affermato che il tema in esame è molto importante e ha creato serie preoccupazione da parte di molti sindaci. L’esponente della maggioranza ha sottolineato la celerità con cui l’assessore Andrea Biancareddu ha predisposto la circolare esplicativa dell’11 settembre, che ha dato più tranquillità agli amministratoti. L’approvazione della proposta di legge, a cui Piga ha chiesto di aggiungere le firme dei consiglieri del suo partito, è comunque necessaria per fugare ogni dubbio e per dare maggiore garanzia al diritto allo studio.

Emanuele Cera (FI) ha ringraziato per il senso di responsabilità il presidente Marras, la Commissione, l’assessore Andrea Biancareddu e il presidente del Consiglio Michele Pais per il lavoro svolto che dà certezze giuridiche agli amministratori e tranquillità alle famiglie. Cera ha anche ricordato il positivo intervento dell’Anci e ha condiviso le preoccupazioni dei colleghi sui dati della dispersione scolastica.

La presidenza del Consiglio è stata assunta dal vice presidente Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi).

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, è intervenuto chiedendo di aggiungere le firme dei consiglieri del gruppo del Psd’Az, sottolineando che questa è una legge fortemente voluta da tutti i partiti e che, quindi, si può definire una legge di tutto il Consiglio regionale.

Laura Caddeo (Progressisti) ha dichiarato la piena condivisione di questa legge da parte del suo gruppo e ha chiesto di aggiungere le firme di tutti i consiglieri Progressisti. L’esponente della minoranza ha ricordato l’importanza del diritto allo studio per i bambini della scuola infanzia e dell’obbligo e ha esortato tutti i Gruppi a ricordarsene quando si parlerà di dimensionamento scolastico. Caddeo ha voluto richiamare i colleghi sulla necessità di garantire diritti uguali a tutti i piccoli alunni, sia che vivano in grandi o in piccoli centri. Oltre ai numeri, ha continuato, bisogna riflettere sulle caratteristiche evolutive in queste fasce di età delle bambine e dei bambini e sulla necessità di rispettare i loro tempi per il riposo e il gioco.

Aldo Salaris (Riformatori sardi), a nome del gruppo, si è detto soddisfatto per questa proposta di legge e ha chiesto di sottoscriverla a nome di tutti i consiglieri del gruppo. Anche Angelo Cocciu (capogruppo Forza Italia) si è detto soddisfatto per l’obiettivo raggiunto con questa proposta di legge e ha chiesto di aggiungere le firme di tutti i consiglieri del suo gruppo.

Per la Giunta è intervenuto l’assessore della Cultura, Andrea Biancareddu, il quale ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla scrittura della legge, dal proponente a tutti i commissari. L’assessore ha ricordato che la Costituzione, all’articolo 34, recita: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso (32)”. E ha sottolineato che la stessa Costituzione dispone che l’istruzione è obbligatoria e gratuita e si è meravigliato che la Corte dei Conti abbia dato un parere difforme da quanto stabilito in Costituzione. Per Andrea Biancareddu non era necessaria una legge apposita, ma si è detto comunque soddisfatto per l’obiettivo raggiunto e ha annunciato il voto favorevole.

L’Aula ha quindi votato il passaggio agli articoli (46 sì), l’articolo 1 (48 sì), 2 (50 sì e 1 astenuto) e 3 (51 sì) all’unanimità.

Il presidente Pais ha messo poi aperto la votazione finale del testo che ha avuto il via libera all’unanimità con 51 voti favorevoli.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, ha chiesto di discutere la Mozione n. 67 (Giagoni e più) visto che era stata approvata la Proposta di legge 46/A. Il presidente Michele Pais ha spiegato che la richiesta di sospensiva, approvata dal Consiglio regionale, prevedeva il rinvio alla seduta di domani e che non aveva la possibilità di modificare una decisione presa dall’Aula.

Michele Pais ha quindi sospeso la seduta. I lavori sono ripresi nel pomeriggio.

La commissione urbanistica presieduta da Giuseppe Talanas (Forza Italia) ha ascoltato gli operatori del settore balneare sulle problematiche legate agli interventi edilizi sui litorali. Assente l’assessore Quirico Sanna, trattenuto da impegni istituzionali, gli operatori hanno sostanzialmente ribadito i contenuti di una precedente audizione svoltasi prima dell’estate, confermando in primo luogo la necessità di un intervento della Regione, anche a livello di linee-guida rivolte ai Comuni, che assicuri l’interpretazione uniforme della materia su tutto il territorio. Senza questo intervento, hanno lamentato, non si potrà eliminare l’attuale situazione di incertezza che determina forti disparità di trattamento nelle diverse realtà e l’aumento del contenzioso giudiziario amministrativo e penale, rendendo impossibile sia una programmazione di lungo termine che la ripresa degli investimenti nel settore. Secondo le organizzazioni di categoria, inoltre, sono necessarie anche una normativa regionale organica, che modifichi la legge 11/2017 nella parte in cui autorizza la presenza di strutture negli arenili per tutto l’anno solo se collegata alla pratica sportiva, ed una azione incisiva della Regione nei confronti della maggioranza dei Comuni sardi che non hanno ancora approvato i Pul (Piani urbani dei litorali). Nel dibattito hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Stefano Schirru del Psd’Az, Michele Cossa dei Riformatori, Giorgio Oppi dell’Udc, Giuseppe Piu e Maria Laura Orrù dei Progressisti, Valter Piscedda del Pd, Michele Ennas della Lega e Roberto Li Gioi del M5S. Esponenti sia di opposizione che di maggioranza si sono espressi in modo critico nei confronti dell’assessore per i ritardi con cui è stato trattato un argomento complesso ma vitale per lo sviluppo del turismo in Sardegna: Ritardi che devono essere assolutamente recuperati per evitare, questa la sollecitazione comune, che anche la prossima stagione estiva cominci all’insegna dell’incertezza. Infine, i consiglieri hanno auspicato che la commissione svolga un ruolo attivo, formulando al suo interno una o più proposte. Nelle conclusioni, il presidente Talanas ha recepito l’indicazione ad accelerare il lavoro della commissione nel merito assicurando una nuova riunione a breve scadenza.

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Il Consiglio regionale ha approvato la seconda variazione di bilancio, contenente disposizioni in materia sanitaria.

I lavori del Consiglio regionale sono stati aperti dal presidente Michele Pais, che prima della discussione del primo punto all’ordine del giorno ha sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, che prevede dunque la discussione della mozione 27. La consigliera Laura Orrù (Progressisti) l’ha illustrata, ringraziando “tutto il centrosinistra, le associazioni e gli enti locali” per l’adesione all’atto parlamentare a sua prima firma. “Il problema della plastica colpisce tutti noi e l’Europa è il secondo produttore al mondo di plastica, che finisce poi riversata in mare come ben sappiamo. L’Italia è uno dei principale produttori di stoviglie monouso e d’acqua in bottiglia di plastica, otto miliardi di pezzi ogni anno. Non possiamo più chiudere gli occhi ma dobbiamo adoperarci contro questo inquinamento. Soprattutto perché la nostra regione basa il turismo sul suo ecosistema”. L’on. Laura Orrù ha proseguito: “Noi vogliamo concretamente sollecitare tutti voi perché il mondo della produzione e dell’industria viri una volta per tutte verso un’economia di tipo circolare. Deve essere chiaro che l’economia verde può essere considerata la terza rivoluzione industriale e spero che anche la maggioranza e la Giunta concordino su questo e siano conseguenti. Dobbiamo coinvolgere tutti i Comuni e tutti i portatori di interesse per andare nella direzione plastic free, minimizzando l’uso di materiale monouso non biodegradabile a cominciare dal nostro Consiglio regionale”.

A seguire l’on. Laura Caddeo (Progressisti) ha aggiunto: “E’ indubbio che occorra legiferare ma vanno cambiati gli atteggiamenti individuali e collettivi per ridurre il consumo di plastica non biodegradabile. La chance di salvare il nostro pianeta passa dall’educazione e dalla scuola, da una massiccia campagna di alfabetizzazione ecologica. La Sardegna è terrai ideale per avviare un non più procrastinabile  cambiamento”.

L’on. Francesco Mura (Fdi) ha detto di condividere questa iniziativa e ha aggiunto che “l’educazione ambientale è il passaggio necessario per andare nella direzione di preservare l’ambiente. Per questo propongo all’opposizione un ordine del giorno congiunto che vada proprio in quella direzione”.

Per l’on. Gigi Piano (Pd) “se filtrassimo tutte le acque salate del mondo scopriremmo che sono ricche di plastica in sospensione  e la catena alimentare del mare sta subendo danni forse ormai irreparabili. Purtroppo il nostro sistema produttivo è condizionato dall’uso massiccio della plastica ma la nostra generazione ha l’obbligo morale e politico di far fronte a questa enorme emergenza, che non risparmia nemmeno la nostra isola. Sono convinto che la Giunta e in particolare l’assessore all’Ambiente condividano questi ragionamenti e queste ambizioni”.

Il Pd ha preso la parola anche con l’on. Corrias, che ha detto: “Non possiamo però lasciare i Comuni alle prese con le loro ordinanze sindacali perché non basta. Bisogna intanto vietare l’uso della plastica negli arenili e deve essere la Regione a imporre questo divieto”.

L’on. Diego Loi (Progressisti) ha esordito dicendo che “questo governo regionale non può non prendere in considerazione il tema, anche perché dal 2021 l’Ue ha previsto che la plastica non rinnovabile sia bandita. Ma in realtà questo tema rappresenta in pieno il futuro della Sardegna: non bastano gli strumenti amministrativi che un Comune ha a disposizione, se vogliamo che l’effetto sia forte. E’ più importante sensibilizzare invece che pensare di affidarci soltanto alla repressione delle condotte irresponsabili”.

A seguire l’on. Antonio Piu (Progressisti), secondo cui “bisogna essere chiari e, ad esempio, se vogliamo evitare di produrre otto miliardi di bottiglie di plastica è necessario che si consumi l’acqua della rete e che l’acqua delle case sarde non abbia un cattivo sapore. Mi auguro che la green economy e le ordinanze comunali sono il primo passo verso una necessaria sensibilizzazione ma non bastano i divieti se non si registra al tempo stesso un profondo cambio culturale”.

Sempre dai banchi dell’opposizione l’on. Eugenio Lai (Leu) ha preso la parola per dire che “il tema ambientale è ormai nel dibattito pubblico e nell’agenda delle istituzioni, visto che si tratta del tema più importante della nostra epoca e l’unico vero lasciato verso i nostri figli. Ormai è chiaro che la Regione Sardegna debba svolgere la sua parte e affiancare l’azione che già i Comuni sardi hanno già avviato, preferendo il vetro e il materiale biodegradabile. Altrettanto dovremmo fare in questo Consiglio regionale, nella nostra vita di tutti i giorni in questo palazzo”.

Il capogruppo dei Riformatori Michele Cossa, dopo aver ringraziato la collega Orrù per aver sollevato un tema molto sensibile, ha auspicato il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici in un nuovo impegno sull’argomento, colmando i gravi ritardi di tante istituzioni a cominciare dalla stessa Unione europea, che lo ha inserito solo recentemente in uno specifico piano strategico. Occorre un quadro normativo adeguato nel quale la Regione possa svolgere un ruolo più incisivo e, come Riformatori, ha aggiunto, depositeremo a breve una proposta di legge che, pur essendo per certi aspetti emergenziale, inizi ad “aggredire” il problema. Con i nostri 1841 km di coste circondate dal mare, ha detto infine, sentiamo l’inquinamento in modo particolare e dobbiamo fare qualcosa subito.

Il consigliere Roberto Deriu, del Pd, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha osservato in considerazione della volontà unanime del Consiglio, ha sollecitato la Giunta ad esprimere la sua posizione.

Il capogruppo del Pasd’Az Franco Mula ha sollecitato una breve sospensione dei lavori per definire un ordine del giorno condiviso al quale alcuni gruppi stanno già lavorando.

A nome della Giunta l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis ha sottolineato che il dibattito in Consiglio ha fatto emergere la passione dell’Assemblea sarda ma anche la preoccupazione per il problema ambientale. Successivamente ha ricordato che, a pochi giorni dal suo insediamento, furono rinvenuti nella pancia di un capodoglio piaggiato ben 22 kg di plastica e, in quella circostanza, ha precisato, tutti si sono resi conto di trovarsi davanti ad una grande sfida culturale. L’assessorato parte da una buona base, da detto ancora citando l’attività dei centri di educazione ambientale che diffondono sui territori informazioni e buone pratiche con il coinvolgimento dei Comuni, e quella della rete dei parchi e delle aree marine protette sempre più capaci di mettere in campo progetti di qualità. In sede di commissione Ambiente all’interno della conferenza delle Regioni è già emersa, ha affermato Gianni Lampis, la necessità di maggiori risorse da parte dello Stato e di revisione della normativa che classifica come speciali i rifiuti recuperati in mare, con alti costi di smaltimento e tempi eccessivamente lunghi per l’eliminazione di questi materiali. Nel nuovo Piano dei rifiuti, ha poi sostenuto, sarà importante agire sulla differenziata per arrivare ad una vera e propria filiera di settore con impianti adeguati ed efficienti che ancora mancano. L’assessore ha infine annunciato una delibera riguardante le tante sagre che si svolgono in Sardegna, alle quali sarà assegnata una premialità collegata proprio all’uso di materiali bio-degradabili. Gianni Lampis ha espresso in conclusione parere favorevole sull’ordine del giorno unitario proposto dal Consiglio.

In sede di replica, la prima firmataria della mozione Laura Orrù (Progressisti), ha manifestato soddisfazione per la qualità del dibattito, le dichiarazioni dell’assessore e la proposta di legge annunciata dai Riformatori. E’una risposta alla domanda di tanti cittadini, ha concluso, e le istituzioni regionali hanno il dovere di fare nel più breve tempo possibile qualcosa di concreto.

Subito dopo il presidente ha sospeso brevemente la seduta per consentire ai gruppi di preparare l’ordine del giorno.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’arrivo dell’ordine del giorno sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dei Progressisti Antonio Piu ha osservato di non aver potuto leggere il documento ed il presidente ha quindi deciso di darne lettura attraverso il segretario Carla Cuccu.

Per dichiarazione di voto, il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha messo l’accento sull’alto valore del documento che ribadisce il principio della conservazione dell’ambiente naturale, come compito etico e civile assegnato alla generazione attuale nei confronti di quelle successive.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha sottolineato che ambiente e salute sono le grandi priorità del nostro tempo, da sempre al centro dei programmi della Lega.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha espresso il parere favorevole del suo gruppo.

Successivamente l’ordine del giorno, che auspica fra l’altro un intervento legislativo urgente della Regione sulla materia accompagnato da una campagna si sensibilizzazione rivolta ai residenti ed ai visitatori, è stato messo ai voti ed il Consiglio lo ha approvato con 53 voti favorevoli.

Il presidente ha quindi sospeso la seduta riconvocando il Consiglio per le 15.30.

La seduta pomeridiana è stata aperta dal presidente Michele Pais. Il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n. 37 (Mula e più) sul potenziamento e la salvaguardia degli uffici della Motorizzazione civile di Cagliari, Sassari, Oristano e soprattutto Nuoro, a rischio chiusura, e sul trasferimento dallo Stato alla Regione delle competenze in materia di motorizzazione civile.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto chiarimenti sull’ordine del giorno con particolare riferimento al Dl n. 36 che richiederà sicuramente una discussione approfondita.

Il presidente ha assicurato la discussione del provvedimento con una tempistica adeguata comunicando però la decisione di inserire prima il dibattito sulla mozione n.37 perché l’assessore dei Trasporti Giorgio Todde non potrà essere presente all’intera seduta per impegni istituzionali.

Il primo firmatario della mozione n. 37 Francesco Mula (Psd’Az), illustrando all’Aula il documento ha ricordato in apertura il progressivo ridimensionamento degli organici degli uffici regionali della motorizzazione, a causa del blocco dei concorsi pubblici, con conseguenze negative sull’utenza e le imprese di settore. Il consigliere ha poi fornito alcuni dati sulla dotazioni organiche: l’ufficio di Cagliari è passato da 36 a 27 unità, quello di Sassari, da 40 a 15, in quello di Oristano sono presenti 13 unità ed appena 8 in quello di Nuoro. Nel frattempo, ha aggiunto Franco Mula, sono state trasferite agli uffici regionali le funzioni relative agli albi provinciali degli autotrasportatori ma la scarsità di personale ha determinato il sostanziale blocco delle revisioni dei mezzi pesanti, con prenotazioni che vanno dai 9 ai 16 mesi, disagi ed aggravi di costi per le imprese del comparto e per l’indotto. Insomma, ha sintetizzato, siamo di fronte ad un contesto grave di inefficienze pubbliche sul quale lo Stato non interviene determinando forte peggioramento del servizio, per cui è necessario ed urgente trasferire alla Regione le funzioni dello Stato in modo da garantire rinnovamento degli organici, stabilità degli orari, qualità del servizio e risorse aggiuntive per circa 10 milioni all’anno. E’una decisione indispensabile, ha concluso Mula, anche perché la Sardegna è l’unica Regione dove le competenze degli uffici della motorizzazione sono ancora collocate al livello statale.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha dato la parola all’assessore Giorgio Todde per esprimere il parere della Giunta.

L’assessore ha riferito di assicurazioni fornite dal ministero che non si sono concretizzate  e quindi la realtà della Sardegna non è cambiata, con giovani che devono sostenere l’esame della patente e autotrasportatori che lavorano con i loro mezzi che non possono accedere ad importanti servizi di pubblica utilità. L’assessore, in conclusione, ha ribadito l’impegno della Regione nei confronti del Ministero per il trasferimento di competenze e di risorse che, fra l’altro, consentiranno il reclutamento del personale a livello regionale.

Presiede l’Assemblea il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

In sede di replica il capogruppo del Psd’Az Franco Mula si è dichiarato soddisfatto delle dichiarazioni dell’assessore, soprattutto per il trasferimento in sede locale sia delle competenze che delle risorse finanziarie che consentiranno alla Regione di potenziare gli uffici.

Per dichiarazione di voto, il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha auspicato la sollecita soluzione di un problema che si trascina da anni e crea un grave danno economico all’economia della Sardegna. Già nel 2014, ha ricordato, il Consiglio aveva approvato un ordine del giorno unitario che non ha avuto seguito, pertanto è opportuno intervenire in sede di commissione paritetica per perfezionare il trasferimento di competenze attraverso una norma di attuazione.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato con 46 voti a favore.

Successivamente è stata chiamata la discussione della mozione n. 25 (Comandini e più) della quale il primo firmatario ha però chiesto il rinvio in attesa dell’acquisizione di ulteriori elementi.

Subito dopo il Consiglio ha discusso l’interpellanza n. 34 (Salaris e più) sul sistema di raccolta del sangue in Sardegna.

Illustrando l’iniziativa il consigliere dei Riformatori sardi ha ricordato che il sistema sardo richiede 108.000 unità di sangue all’anno, delle quali 82.000 sono fornite dall’Avis (42.000) e da altre associazioni. E’un deficit da colmare, ha sollecitato Aldo Salaris, sia perché determina costi aggiuntivi per la Regione nella misura di 5 milioni annui, sia perché occorre assicurare sia all’Avis che alle altre associazioni le regolarità dei rimborsi peraltro prevista da un recente accordo Stato-Regioni.

Nella risposta l’assessore della Sanità Mario Nieddu ha affermato che, a fronte dei dati citati nell’interpellanza, la Sardegna ha un indice di consumo di sangue fra i più alti d’Italia a causa della talassemia e in particolare vengono utilizzate 67 unità di sangue per 1000 abitanti rispetto ad una media nazionale di 42. Per quanto riguarda i rimborsi l’assessore ha spiegato che il riferimento era in passato ad una delibera di Giunta e non all’accordo Stato Regioni, che però verrà recepito a breve, consentendo anche al tavolo tecnico attivo già dal mese di maggio di pagare l’annualità 2018 esaminando inoltre la possibilità di incrementi dietro presentazione di adeguata documentazione.

In replica, il consigliere Salaris ha presto atto delle informazioni fornite dall’assessore, auspicando la positiva soluzione del problema.

Successivamente è stata chiamata la discussione della Mozione n.5 (Cuccu e più) sul reddito energetico.

Prima di passare all’esame del documento, il capogruppo di Leu Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che nella seduta di stamattina i capigruppo avevano deciso l’inversione dell’ordine del giorno perché il presidente della Regione Solinas voleva presenziare alla discussione del Dl 36 ma, ha osservato, il presidente ancora non c’è e vogliamo capire cosa succede.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha garantito la discussione del Dl entro la serata, dopo la mozione della collega Cuccu.

Il consigliere di Leu Eugenio La ha affermato che l’opposizione sta facendo la maggioranza sul Dl 36 che, per noi, va approvato ma a condizione che la maggioranza faccia la sua parte.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha detto che è facile sapere se il presidente della Regione c’è o non c’è, perché le riunioni della conferenza dei presidenti di Regione vengono convocate con larghissimo anticipo con ordine del giorno ben definito.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha parlato di situazione imbarazzante, perché ci è stato chiesto di rinviare per problemi interni alla maggioranza e perché il presidente voleva partecipare e tuttavia la proposta di inserire nel Dl un emendamento evidentemente inammissibile in materia di spostamento di elezione delle Province non è accettabile, anche perché abbiamo proposto soluzioni alternative e corrette per arrivare allo stesso risultato delle quali la maggioranza non ha tenuto conto.

Desirè Manca, capogruppo del M5S, ha condiviso i precedenti interventi della minoranza, precisando che gli accordi raggiunti in sede di conferenza dei capigruppo vanno rispettati, per cui occorre sapere a che ora sarà discusso l’argomento più importante dell’ordine del giorno del Consiglio.

Subito dopo il presidente Pais ha sospeso la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha chiamato il presidente Domenico Gallus (Sanità) ad illustrare all’Aula il disegno di legge 36A. “Questo testo ha avuto un via libera immediato”, ha detto il relatore, “grazie all’impegno di tutti i consiglieri e in particolare di quelli dell’opposizione, che hanno mostrato grande disponibilità. Il testo contiene manovre non eccessive ma è significativo l’aumento per i disabili extra Lea e per le facoltà di medicina delle università di Cagliari e Sassari. Ancora, la dotazione triennale di 5 milioni di euro aggiuntivi per le organizzazioni del 118, attraverso l’Areus, oltre a un milione di euro per le cure termali in Sardegna”.

L’on. Francesco Agus (Progressisti sardi) ha detto: “Ci divideremo prossimamente su altri temi sanitari ma non potevamo non sostenere politiche tecniche e positive come quelle contenute in questo testo, migliorato grazie al lavoro di tutti noi in commissione. Abbiamo evitato errori, come quelli che si stavano per fare sul 118: ora con la nuova norma non solo confermiamo il finanziamento di 5 milioni di euro ma lo confermiamo anche per i successivi due anni, sino al 2021. Questo perché riconosciamo l’importanza del lavoro di chi opera nell’emergenza urgenza sarda”. L’oratore ha aggiunto: “Vedo però all’orizzonte il rischio che lo sforzo che stiamo facendo per avere specialisti medici in tutte le specializzazioni necessarie ai sardi rischia di essere vanificato dal mancato coordinamento delle due facoltà sarde di Medicina”.

A seguire il capogruppo del Pd, on. Gianfranco Ganau, ha parlato di “miglioramento complessivo del sistema sanitario grazie a questo provvedimento. Si tratta di risorse aggiuntive che serviranno anche a ridurre le liste d’attesa oltre a formare nuovi medici specialisti. Ma si tratta soprattutto di riconoscere sotto il profilo economico il lavoro delle associazioni e coop che prestano servizio nel 118: su questo abbiamo lavorato molto in commissione e ci siamo riusciti, scongiurando il rischio di un taglio che non sarebbe stato accettabile. Con questi denari potremmo rivedere gli importi della convenzione che lega Areus alle organizzazioni”.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha chiesto alla giunta di “accompagnare per il futuro le variazioni di bilancio a una relazione che ci possa far capire per quale ragione si propone quella variazione”.

Per la Giunta l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha spiegato il provvedimento: “L’obiettivo di questo disegno di legge è migliorare la qualità dell’assistenza erogata, a cominciare dall’abbattimento delle liste d’attesa e anche sul fronte dell’assistenza domiciliare e dell’emergenza”.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu)  “è un disegno di legge importante, vale 30 milioni di euro e in pochi giorni arriviamo a questo risultato grazie alla disponibilità dei commissari e degli assessori. C’è davvero poco da aggiungere”.

Il vicecapogruppo  Pd, on. Roberto Deriu, ha ricordato che “nella scorsa legislatura erano stati analizzati i bilanci di queste coop e associazioni, si tratta di rendiconti con una perdita strutturale. Queste risorse che oggi stiamo prevedendo per il triennio servono dunque a pareggiare i bilanci, in linea con una politica di salvaguardia del 118 sardo, che è quasi tutto svolto da privati sardi. Peraltro, questi fondi devono essere erogati immediatamente perché sarebbe beffardo il contrario, se questo non avvenisse. L’assessore Mario Nieddu deve prendere un impegno con speciale attenzione”.

Approvato l’articolo 1 e così il 2; il 3 con l’allegato 1 e l’allegato 2.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha dichiarato voto favorevole «perché la giunta si impegna a dare corso al risultato del referendum e a predisporre un provvedimento che riporti le Province all’elezione diretta».  Francesco Agus (Progressisti) ha detto di non votare a favore ed ha contestato la presentazione di un ordine del giorno in materia di Enti locali collegato ad un disegno di legge che riguarda una variazione di bilancio per dotazioni alla sanità . Massimo Zedda (Progressisti) ha argomentato il suo dissenso in linea con quanto affermato dal capogruppo Francesco Agus ed ha affermato: «Un conto è parlare dello slittamento delle elezioni di secondo grado per le Province ed un altro è introdurre l’argomento dell’elezione diretta, anche perché a mio giudizio prima deve esserci una profonda riforma della Regione».

Eugenio Lai (LeU) ha precisato che la discussione dell’ordine del giorno è stata resa possibile dalla deroga accordata in sede di capigruppo dai rappresentanti della minoranza ed ha annunciato voto favorevole. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo LeU, Daniele Cocco: «Siamo a favore della proroga e suggerisco di protrarla almeno fino alla fine dell’anno».

Giuseppe Meloni (Pd) ha ricordato le sollecitazioni alla Giunta per l’approvazione di un’apposita norma da sottoporre all’esame del Consiglio ed ha evidenziato insieme con il ritardo anche la mancanza di accordo in maggioranza sul numero delle province.

Il capogruppo Udc, Giorgio Oppi, ha ricordato la decisione unanime della capigruppo sull’ammissibilità dell’ordine del giorno ed ha invitato i consiglieri ad essere conseguenti, seguito dal presidente Pais il cui intervento è stato contestato dal consigliere Antonio Piu (Progressisti) che annunciando il voto di astensione ha precisato che il suo gruppo ha dato parere favorevole alla discussione dell’ordine del giorno riservandosi di esprimersi nel merito nel corso della discussione. Massimo Zedda e Agus hanno ribadito, intervenendo per fatto personale il concetto espresso dal consigliere Piu mentre l’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, a nome della Giunta ha confermato l’impegno dell’esecutivo a presentare entro la prossima settimana un disegno di legge sul ripristino delle elezioni dirette nelle province.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione l’ordine del giorno Dario Giagoni e più che impegna il presidente della Giunta a procedere al rinvio della data fissata per l’elezione dei presidenti delle province (5 ottobre 2019) ed è stato approvato con 36 favorevoli e 15 astensioni. Successivamente ha posto in votazione il testo finale del disegno di legge n. 36 che è stato approvato con 49 voti a favore su 49 votanti.

Dopo uno scambio polemico con il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) il presidente Michele Pais ha dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione del Consiglio al domicilio.

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«Non abbiamo intenzione di chiudere il San Marcellino, né tanto meno vogliamo depotenziarlo. Una struttura valida. Tra i presidi periferici della Sardegna è sicuramente uno dei migliori, dal punto di vista edilizio ed organizzativo.»

Lo ha dichiarato l’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ai sindaci del Sarrabus nel corso dell’incontro pubblico che si è tenuto nel comune di Muravera al termine del sopralluogo all’ospedale della città e a cui hanno partecipato anche i consiglieri regionali, gli onorevoli Roberto Caredda, Giorgio Oppi, Fausto Piga e Stefano Schirru. Presente anche il deputato sardo Guido De Martini, componente della commissione Sanità della Camera. Circa 6 milioni di euro la spesa per la ristrutturazione del nosocomio che serve un territorio di 30 mila abitanti e ha un afflusso turistico di 3,5 milioni di presenze l’anno.
«I servizi erogati oggi nell’ospedale di Muravera – ha rassicurato l’assessore della Sanità – verranno mantenuti e possibilmente implementati. Abbiamo in programma di bandire circa settanta concorsi per medici e operatori del comparto sanitario, per dare una prima forte risposta alla cronica carenza di personale nei presidi dell’isola.»
L’esponente della Giunta Solinas ha poi concluso intervenendo sull’imminente riforma del sistema sanitario: «Il San Marcellino, così come altri presidi territoriali dell’isola, sconta il peso dei una politica che per aderire al DM. 70, ha tagliato i servizi e abbandonato le strutture periferiche a una lenta agonia. La riforma partirà dal superamento del modello fondato sull’Ats e si completerà con ciò che metteremo insieme attraverso gli Stati generali della Salute, che partiranno in autunno e avranno il preciso compito di coinvolgere i territori in questo delicato, ma indispensabile processo per il futuro della sanità della Sardegna».

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Gli assessori regionali dell’Industria Anita Pili e dei Lavori pubblici Roberto Frongia, hanno partecipato stamane, a Iglesias, ad un incontro con i sindaci del Sulcis Iglesiente (presenti ben 18 su 23), consiglieri regionali (Giorgio Oppi, Michele Ennas, Stefano Tunis e Carla Cuccu), imprenditori e sindacalisti, nella sala consiliare del Municipio.

Dopo l’introduzione del sindaco di Iglesias, Mauro Usai, padrone di casa, si sono sviluppati numerosi interventi, nel corso dei quali sono state sviscerate le varie problematiche del tessuto industriale e non solo, le prospettive di nuovo sviluppo, con l’obiettivo puntato sulla dotazione infrastrutturale del Sulcis e sugli investimenti da realizzare, le criticità legate all’infrastrutturazione primaria, ai problemi relativi alla banda larga e, naturalmente, a tutti gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente.

Abbiamo registrato alcuni interventi, che a breve proporremo. Il primo ad intervenire è stato il rag. Carlo Lolliri, dirigente della Portovesme srl.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10220255875374983/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10220255913535937/

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https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10220256196783018/

 

 

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«La salvaguardia degli equilibri di bilancio del comune di Iglesias, come affermato dal sindaco Mauro Usai nei giorni scorsi, è stata correttamente approvata dal Consiglio Comunale lo scorso 31 luglio, ovvero nel pieno rispetto dei termini dovuti. La situazione del bilancio del comune di Iglesias in parte corrente, è da molti anni in una situazione di sofferenza, per via degli esorbitanti costi che l’Amministrazione deve affrontare per la gestione di Casa Serena, che voglio ricordare era una struttura di proprietà della Regione Sardegna fino al 2007, e quindi era a carico delle casse regionali.»

Lo scrive, in una nota, il presidente della 1ª Commissione Bilancio e Attività Produttive del comune di Iglesias, Nicola Concas.

«Dal 2007 al 2011, la Regione finanziava in via ordinaria il Comune di Iglesias per i costi di gestione della struttura. Dal 2011 in poi, la Regione ha continuato a contribuire in maniera straordinaria per Casa Serena. Nessuna stampella quindi – conclude Nicola Concas -, ma la prosecuzione di un contributo che la Regione Sardegna versa da anni al comune di Iglesias, contributo confermato anche per l’annualità corrente, grazie all’impegno determinante dell’onorevole Giorgio Oppi e dell’assessore regionale del Bilancio Giuseppe Fasolino.»