28 April, 2024
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«Le convenzioni in corso con la Regione relative ai servizi socio-sanitari non sono nella disponibilità dei privati. Non è possibile alienarle o cederle alla stregua di una proprietà privata e nei casi di inadempimento da parte del privato è possibile invece per l’ente pubblico provvedere alla loro revoca al fine di evitare ulteriori e perduranti danni ai servizi pubblici erogati. Non è possibile inoltre lucrare e generare profitti dalla vendita delle stesse e, in particolare, sarebbe grave consentirlo nel caso di Aias che ha beneficiato dell’assegnazione di servizi pubblici senza gara pubblica e di una convenzione estesa fino ai giorni nostri solo attraverso una lunga serie di reiterate proroghe.»

Lo scrive, in una nota, Francesco Agus, componente del gruppo Progressisti in Commissione Sanità del Consiglio regionale.

«Quanto apprendiamo in relazione alla possibile vendita delle convenzioni oggi in corso da parte di Aias ci sembra molto lontano da quanto approvato in Consiglio regionale ed altresì distante dagli interessi pubblici: quelli legati al proseguimento di un servizio fondamentale per i cittadini e quello di mettere al riparo le casse pubbliche da possibili danni erariali – aggiunge Francesco Agus -. Chiediamo che l’assessore Mario Nieddu riferisca urgentemente in Consiglio: nulla si sa delle soluzioni alternative che oltre due mesi fa aveva giurato di avere in tasca, ne è stato comunicato cosa si stia facendo per mettere al riparo gli interessi della Regione da possibili appetiti speculativi. Su questo tema, lo ribadiamo, la nostra preoccupazione è acuita dal fatto che il Presidente Solinas non abbia mai pronunciato una parola in merito alla principale vertenza oggi aperta in Sardegna. L’unica cosa certa – conclude Francesco Agus – è il protrarsi di una situazione gravissima per le famiglie dei pazienti e per i lavoratori e la sostanziale inerzia della Giunta regionale, in barba all’atto d’impegno approvato in Consiglio a fine ottobre.»

 

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«La salute dei sardi non si tutela con tagli alla spesa e scelte calate dall’alto in un esercizio di centralismo statale che non tiene conto delle richieste che arrivano dalle Regioni e dai territori. Condivido le perplessità dell’assessore Mario Nieddu, con il quale stiamo lavorando per dare alla nostra Isola un nuovo ed efficiente sistema sanitario che garantisca la migliore assistenza possibile ai pazienti. Non siamo quindi favorevoli a un’intesa che vada in senso opposto, e che più che un patto è un’imposizione.»

Lo dichiara il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando l’ultima bozza del Patto della Salute licenziata dal Governo e in cui non hanno trovato spazio le indicazioni della Sardegna esposte in Conferenza delle Regioni. Tra le proposte avanzate sui tavoli romani, lo scorporo della spesa per la prevenzione dal tetto del 5% del deficit, soglia limite per le Regioni, che si vedrebbero commissariate in caso di inadempienza.

«Riteniamo – spiega l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – che la spesa per la prevenzione debba essere considerata al pari di un investimento che consentirà al sistema sanitario di ridurre i costi, generando un risparmio ‘sano’. Una visione che si contrappone alla politica dei tagli lineari e da cui dipende la sostenibilità di tutto il sistema sanitario nazionale.» Un’ipotesi che non ha incontrato il favore dei ministeri della Salute e dell’Economia. «Non possiamo accettare che la politica sanitaria del Paese sia dettata dal Mef. Nel momento in cui noi abdichiamo al nostro ruolo e lasciamo all’economia la guida delle politiche sanitarie, queste ultime non potranno che essere perdenti.»

Contrarietà da parte degli esponenti della Giunta anche alla decisione del ministro della Salute di subordinare l’erogazione delle risorse aggiuntive al Fondo sanitario nazionale alla sottoscrizione del Patto della Salute da parte delle Regioni. «Un vincolo – conclude Mario Nieddu – che suona come un ricatto per tutte le Regioni che hanno accesso al Fondo. La Sardegna, che tra l’altro autofinanzia la propria spesa sanitaria, non ne trarrebbe alcun vantaggio. Vogliamo siglare un buon Patto che sia adeguato ai bisogni dei cittadini e non sottoscrivere un accordo che risponda alle esigenze politiche dell’attuale maggioranza di governo.»

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«Siamo in una fase di revisione di tutte le reti di cura, tra cui quella oncologica. Ci aspettiamo un impulso significativo dagli Stati generali della Salute, che avranno lo scopo di attivare sinergie tra chi ogni giorno si occupa di Sanità. Siamo al lavoro anche sul Registro tumori, uno strumento indispensabile per il monitoraggio. In Sardegna abbiamo due registri perfettamente inseriti e riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Ora dobbiamo completare il percorso iniziato e presto anche noi avremo un registro regionale.»

Lo ha dichiarato oggi, a Cagliari, l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu nel corso dell’incontro di presentazione del volume “I numeri del cancro in Italia 2019”, realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), da Fondazione AIOM, PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPEC-IAP).

In Sardegna, nel 2019, sono state 10.200 le nuove diagnosi di tumore, il 2% in più rispetto all’anno precedente.

«Così come altre branche del comparto sanitario – precisa Mario Nieddu – anche l’oncologia soffre della carenza di specialisti. Per trovare una soluzione, che ci consentirebbe di attivare nuovi servizi di prevenzione e di assistenza ai pazienti nelle strutture dedicate, stiamo intervenendo anche sui tavoli di confronto nazionale avanzando proposte per il Patto della Salute attualmente in discussione.»

Dalla Regione la proposta di scorporare le spese per la prevenzione dal tetto del deficit del 5% (considerata oggi la soglia per l’ingresso in regime commissariale).

«La prevenzione deve essere concepita come investimento ed è la chiave per la sostenibilità futura del nostro sistema sanitario. Nonostante la nostra indicazione abbia ricevuto grande consenso da parte delle altre Regioni, il governo ha respinto questa possibilità. L’interlocuzione prosegue – conclude Mario Nieddu -, ma il timore è che il governo guardi a un Patto per la Salute pensato più su logiche di tagli alla spesa che di assistenza ai cittadini.»

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La capogruppo del M5S Desirè Manca è la prima firmataria di una mozione che impegna la Giunta ad individuare gli immobili regionali da adibire a case di accoglienza per padri divorziati, sottoscritta anche dai consiglieri Roberto LI Gioi, Michele Ciusa ed Alessandro Solinas.

«In Italia, in caso di separazione e divorzio, è andata consolidandosi la prassi che privilegia unicamente il ruolo materno come esclusivo riferimento educativo per i figli – spiega Desirè Manca -. Nella quasi totalità dei casi e nonostante l’approvazione della legge n. 54 dell’8 febbraio 2006 sull’affidamento condiviso, i bambini vengono affidati alla madre. Nel 2014 in circa metà delle separazioni (48%) in Sardegna la casa è stata assegnata alla moglie. Con la separazione, com’è noto, per la maggior parte degli uomini ha inizio anche il dramma economico. I padri separati si ritrovano senza una casa in cui poter accogliere i figli, e in casi estremi e di grande disperazione, come ampiamente riferito dalle cronache, arrivano persino ad utilizzare la propria auto come luogo di pernottamento. Considerato che oltre la metà dei padri separati con figli minori sono insegnanti, impiegati ed operai, e che l’orientamento dei giudici è di fissare in “un terzo dello stipendio” la quota mensile che il padre deve versare per il mantenimento dei figli, è evidente che gli uomini in questa condizione sono a gravissimo rischio povertà.»

«Poiché la Regione Sardegna è proprietaria di numerosi immobili in disuso sparsi su tutto il territorio regionale, attraverso questa mozione chiediamo al presidente Christian Solinas, alla Giunta ed all’assessore della Sanità Mario Nieddu in particolare di impegnarsi ad istituire un tavolo tecnico presso l’assessorato che si occupi di individuare gli immobili regionali adeguati a divenire “Casa di accoglienza del papà separato” – aggiunge Desirè Manca -. Non solo, la Giunta deve impegnarsi a concordare con i Comuni la gestione delle case e a promuovere tutte quelle iniziative atte a ristabilire condizioni di effettiva parità di diritti tra uomo e donna nello svolgimento del proprio ruolo genitoriale in regime di separazione.»

«Il minore deve poter beneficiare della presenza di entrambi i genitori e la Regione Sardegna, con l’approvazione di questa mozione, avrebbe la grande occasione di porsi in posizione di assoluta avanguardia rispetto alle altre Regioni italiane sul tema specifico. Oggi è più che mai necessario venire incontro ai padri che stanno affrontando questo delicato momento che può durare anni, e cercare di alleviare il senso di sconfitta e frustrazione che tutto questo comporta. Dobbiamo restituire ai padri separati la possibilità pratica di svolgere il proprio ruolo di genitori – conclude Desirè Manca – e lavorare per ridurre quel disagio che porta all’emarginazione sociale e talvolta persino a gesti disperati da cui non si può tornare indietro.»

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«Una discarica che si estende per 15mila metri quadri e nella quale sono stati accumulati negli anni oltre 34mila metri cubi di rifiuti di vario genere. È una vera e propria bomba ecologica ad altissimo potenziale esplosivo la discarica in località Su Donnigheddu, nel territorio del comune di Golfo Aranci. Numerosi terreni limitrofi, presumibilmente già compromessi dall’inquinamento, sono coltivati a vigneto, adibiti ad orto o utilizzati per il pascolo di bovini. Attorno a questa enorme pattumiera vivono stabilmente un centinaio di famiglie, in una situazione al limite dell’emergenza sanitaria.

Da oltre trent’anni gli abitanti di Golfo Aranci vivono questo dramma mettendo a rischio la propria salute, senza che la Regione abbia mai dato risposte valide a questa emergenza. I necessari interventi di bonifica sono ancora sulla carta, mai attuati”.

La situazione è al limite della decenza: il percolato derivante dalla discarica confluisce nel torrente Su Laccu che sfocia nella spiaggia di “Marinella”. Suolo, sottosuolo, acqua e aria rischiano di essere gravemente compromesse, il rischio per la salute pubblica è enorme.»

A denunciare l’ennesima emergenza ambientale del Nord Sardegna è il consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi, che ha presentato un’interrogazione, con richiesta di risposta scritta, indirizzata agli assessori dell’Ambiente Gianni Lampis e della Sanità Mario Nieddu.

Roberto Li Gioi chiede agli assessori se siano a conoscenza dell’esistenza della discarica abusiva di Su Donnigheddu, e come mai non sia già stata pianificata un’indagine attenta dei rischi e accertata la natura dei rifiuti accumulati.

«Poiché la Giunta regionale – spiega il consigliere del M5S – con la deliberazione n. 49/21 del 26 novembre 2013 ha stanziato al comune di Golfo Aranci 50mila euro per l’integrazione delle indagini del Piano di caratterizzazione, la messa in sicurezza di emergenza, e l’effettuazione dell’analisi di rischio, non si capisce per quale motivo la situazione non sia mai stata affrontata. A maggior ragione dal momento che la discarica risulta censita nel Piano regionale di Bonifica delle Aree Inquinate. La bonifica dei siti inquinati deve costituire uno degli obiettivi strategici della Giunta, sia per garantire la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, sia per permettere la riconversione del territorio ai fini del suo sviluppo economico e produttivo. Il primo passo da compiere è quello di provvedere con urgenza alla rimozione dei rifiuti per evitare che il danno ambientale diventi ancora più grave, assicurandosi che le operazioni si svolgano nel pieno rispetto di tutte le normative regionali, statali e europee.»

Roberto Li Gioi  infine, chiede agli assessori Gianni Lampis e Mario Nieddu quali azioni intendano porre in atto «per recuperare questa parte del territorio della Sardegna, caratterizzata da beni paesaggistici e ambientali di alto pregio, in modo che possa essere restituita al più presto ai sardi».

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Oltre dieci anni di lotte, oltre cinque anni di iter amministrativo per l’ottenimento della VIA, la Valutazione di impatto ambientale, passaggio fondamentale per il decollo del progetto di rilancio produttivo dello stabilimento Eurallumina di Portovesme. Tutte le lunghe e tormentate vicende che hanno portato all’approvazione della VIA da parte della Giunta regionale guidata dal presidente Christian Solinas, sono state ricostruite questo pomeriggio nella sala Fabio Masala della Fabbrica del Cinema, a Carbonia, in un incontro organizzato dalla RSU. Tra gli ospiti invitati, complessivamente circa 140 persone, quattro assessori regionali (Gianni Lampis dell’Ambiente, Alessandra Zedda del Lavoro, Anita Pili dell’Industria e Mario Nieddu della Sanità); tre capi di gabinetto (Andreina Farris dell’Ambiente, Marcello Tidore della Sanità, Alberto Urpi dell’Industria); l’ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias ed ex commissario straordinario del Piano Sulcis Tore Cherchi; l’amministratore unico della provincia del Sud Sardegna Giorgio Sanna: il professor Paolo Amat di Sanfilippo; il professor Pasquale Mistretta; l’ex assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu; l’ex parlamentare Francesco Sanna; l’ex consigliere regionale Luca Pizzuto.

Dopo il saluto di Paolo Serra, direttore del Centro Servizi culturali della Società Umanitaria, Antonello Pirotto ha ricostruito le fasi decisive della lunga vertenza, maturate negli ultimi mesi, ricostruite in due filmati proiettati nel mega schermo della sala Fabio Masala. Tra i presenti, ci sono stati momenti di commozione, nel rivedere le immagini che hanno seguito il via libera…alla VIA, prima in assessorato dell’Ambiente, poi in Giunta regionale, e l’intervista al presidente Christian Solinas.

Sono seguiti i ringraziamenti alla Giunta regionale, rappresentata da quattro assessori, invitati ad intervenire uno dopo l’altro.

«La Regione ha dimostrato concretamente il suo impegno per il riavvio produttivo dell’azienda pensando alla salvaguardia dell’occupazione, alla tutela del territorio e della salute per i cittadini e al rilancio del polo dell’alluminio.» Hanno ribadito Alessandra Zedda, Anita Pili, Mario Nieddu e Gianni Lampis.

«Il primo passo di questo percorso virtuoso verrà fatto domani a Roma dove formalizzeremo l’inizio della procedura per l’immediata reintegrazione di tutti i lavoratori di Eurallumina, attraverso gli strumenti contenuti nel programma ‘TVB’ (tirocini, voucher, bonus)», ha spiegato l’assessore Alessandra Zedda.

«È stata una vertenza difficile che perdurava da tanti anni, a scapito non solo dei lavoratori e delle loro famiglie, ma di tutto l’indotto economico e sociale del territorio. Grazie all’impegno preso dal presidente Solinas e da tutta la Giunta, si apre adesso una nuova fase industriale che punta al rilancio produttivo dello stabilimento di Portovesme e getta le basi per un nuovo polo di enorme importanza, capace di attrarre investimenti e di ridare lavoro a centinaia di persone», ha concluso la vicepresidente Alessandra Zedda.

«La positiva conclusione dell’istruttoria sanitaria e ambientale per lo stabilimento Eurallumina da parte della Regione è stata decisiva per la salvaguardia dei posti di lavoro e per il via libera ad investimenti per 200 milioni di euro», ha invece sottolineato l’assessore Gianni Lampis.

L’assessore Anita Pili ha evidenziato come «sia necessario pensare a modelli alternativi di sviluppo e a basso impatto ambientale, in un’ottica di potenziamento delle ‘energie green’. Stiamo facendo la nostra parte e vogliamo che l’Isola diventi un esempio virtuoso».

Un accenno alla «compatibilità delle iniziative produttive con il diritto alla salute e la tutela dei cittadini» è stato fatto dall’assessore Mario Nieddu che ha puntualizzato l’esigenza di «dare risposte e tempi certi alle aziende che vogliono rilanciare gli investimenti, ma anche rendere attuali le procedure di controllo e vigilanza sull’ambiente e sulla salute».

Sono intervenuti inoltre il capo di gabinetto dell’assessorato regionale della Sanità, Marcello Tidore; il capo di gabinetto dell’assessorato regionale dell’Ambiente, Andreina Farris; l’ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias, Tore Cherchi; il presidente del Movimento Pastori Sardi, Felice Floris.

L’incontro si è concluso in un clima festoso, con l’impegno a vigilare sul proseguo dell’iter, perché se è vero che il passo fondamentale della vertenza era costituito dalla VIA, ed è stato superato, è altrettanto vero che altri passi devono essere ancora fatti per arrivare all’avvio dei lavori per la realizzazione del progetto da parte della Rusal che è sempre stata fortemente motivata per far ripartire la produzione, investendo ben 20 milioni l’anno, in tutti questi anni, caratterizzati da tanti alti e bassi.

Giampaolo Cirronis

              

                                                                     

               

 

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La commissione Sanità, presieduta dall’onorevole Domenico Gallus (Udc), ha espresso parere favorevole (con l’astensione dei consiglieri di minoranza) alla delibera della Giunta regionale n. 48/20, del 29 novembre 2019, avente per oggetto gli interventi rivolti agli autori di violenza di genere e nelle relazioni affettive, ai sensi dell’articolo 9 della legge regionale n. 48 del 28 dicembre 2018.

In precedenza l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, aveva illustrato in sintesi il provvedimento adottato dall’esecutivo ed in particolare aveva rassicurato alcuni esponenti dei gruppi di opposizione (Gianfranco Ganau, Pd; Massimo Zedda, Progressisti) circa i dubbi e le perplessità in ordine alla decisione di assegnare, per il 2019, la somma di 50.000 euro all’ufficio inter distrettuale di esecuzione penale esterna di Cagliari, paventando il rischio di vedere escluse dal beneficio le associazioni che operano nel settore. L’assessore ha quindi escluso con nettezza tale eventualità e nella formulazione del parere la commissione ha precisato che il trattamento socio educativo dovrà essere svolto dai centri antiviolenza esistenti, previo avviso a cura dell’ufficio periferico del ministero della Giustizia.

A margine dell’audizione, il consigliere di Cambiamo!, Antonello Peru, ha invitato l’assessore ad intervenire tempestivamente per garantire il corretto funzionamento della commissione per il prontuario terapeutico regionale. A giudizio dell’esponente della maggioranza, infatti, la commissione avrebbe impedito la distribuzione di alcuni farmaci per la cura del diabete e di altre malattie autoimmuni e croniche, senza averne il titolo, considerato che avrebbe dovuto occuparsi solo della scelta della distribuzione del farmaci ospedalieri e non di quelli territoriali. A supporto di tali considerazioni, il consigliere Peru ha quindi prodotto una recente sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la condanna della Regione per aver impedito, per il tramite della commissione, l’inserimento di un farmaco nel prontuario terapeutico regionale. A sostegno della denuncia del consigliere di Cambiamo è intervenuto il presidente Domenico Gallus mentre l’assessore Mario Nieddu ha preannunciato opportune iniziative per riportare l’operato della commissione per il prontuario terapeutico nei binari della legittimità e della correttezza, anche al fine di scongiurare risarcimenti e pesanti oneri a carico dell’amministrazione regionale.

Conclusa l’audizione dell’assessore della Sanità, la Sesta commissione ha quindi proceduto con l’audizione dell’ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione di Cagliari e Oristano, che con gli interventi della presidente, Maria Porru, e dei consiglieri Carlo Orgiana e Stefano Firinu, ha chiesto l’individuazione delle posizioni dirigenziali per le professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, così come previsto dalla legge 251/2000.

L’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.

 

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Sulla paventata chiusura della Scuola di Specializzazione in Cardiologia presso l’AOU di Sassari  è immediato l’intervento del capogruppo in consiglio regionale dei Riformatori Sardi Aldo Salaris che, insieme a Michele Cossa, Giovanni Antonio Satta ed Alfonso Marras, ha presentato una interrogazione al presidente Christian Solinas e all’assessore alla Sanità Mario Nieddu. La richiesta è diretta: «Quali iniziative si intendono intraprendere per evitare la chiusura della scuola».
Salaris interviene su un problema che nasce a fine 2018 con l’andata in pensione del direttore della Cardiologia AOU Pier Franco Terrosu, e che ad oggi è ancora irrisolto tanto da rischiare di diventare emergenza. È tutt’ora in corso una raccolta firme promossa dagli studenti universitari, e gli specializzandi hanno scritto una lettera “aperta” per chiedere la trasformazione in struttura complessa con direzione universitaria del reparto: questa è l’unica soluzione possibile per scongiurare la chiusura della scuola.

«Siamo convinti che il mantenimento della scuola di specializzazione sia una priorità da salvaguardare così come indicato nel protocollo d’intesa tra Regione e aziende universitarie», scrivono i Riformatori sardi che ritengono inoltre sia da potenziare la struttura ospedaliera con mezzi e personale, garantendo così ai pazienti di avere garantiti ed adeguati livelli di assistenza.

 

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«Fa specie leggere le dichiarazioni dell’assessore della Sanità della Regione Sardegna Mario Nieddu, che si dice preoccupato per una ‘possibile’ sostituzione dell’attuale responsabile dell’Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) da parte del ministro della Salute, denunciando lo spoil system.»

Lo scrive, in una nota, Gianfranco Ganau, capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale.

«Giova ricordare all’assessore Nieddu che fa parte di un Giunta regionale che ha fatto dello spoil system più selvaggio la propria regola di azione, sin dall’insediamento, spesso non rispettando neanche le regole alla base delle nuove nomine, come dimostra il vergognoso tentativo di dare una falsa ’interpretazione autentica’ alla norma che regola le caratteristiche che devono avere i direttori generali per essere nominati tali, con l’evidente intento di sanare in questa maniera evidenti illegittimità. Sappia – conclude Gianfranco Ganau – che contro questo tentativo metteremo in campo tutti gli strumenti utili per denunciarlo e possibilmente sventarlo.»

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«In un momento in cui Stato e Regioni dovrebbero lavorare per trovare la massima sintonia, in particolare nell’ambito delle delicate questioni che riguardano la sanità, riceviamo segnali preoccupanti da Roma. A quattro mesi dall’intesa che ha portato alla conferma di Francesco Bevere alla direzione dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) tutto viene rimesso in discussione e si fa strada l’ipotesi, sempre più concreta, che il ministro della Salute, Roberto Speranza, voglia procedere alla sua rimozione, senza il minimo confronto.»

Lo dichiara l’assessore della Sanità della Regione Sardegna, Mario Nieddu. «La decisione di riconfermare il direttore di Agenas è stata presa dalle Regioni all’unanimità. Inoltre la stessa Conferenza ha inviato al ministro una nota in cui vengono chiesti chiarimenti sul parere del Consiglio di Stato in merito all’applicazione dello spoil system nelle agenzie nazionali vigilate dal ministero. Una scelta unilaterale, come quella che si prospetta, getterebbe pesanti ombre sui rapporti tra il Governo e le Regioni.»

«In Conferenza – conclude l’assessore Mario Nieddu – abbiamo proposto di inserire nel Patto della Salute in itinere l’inapplicabilità dello spoil system ai direttori generali degli enti vigilati. Auspichiamo che il ministro Roberto Speranza tenga in considerazione quella che è la forte volontà espressa dalle Regioni, nel rispetto del ruolo che alle stesse è riconosciuto dalla Costituzione. Sui tavoli nazionali si giocano partite importanti anche per il futuro della Sardegna. È fondamentale recuperare un clima di lavoro e di fiducia diversi.»