30 April, 2024
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E’ la giornata che i lavoratori dell’Eurallumina aspettavano da anni, oltre 10 dalla fermata della produzione, oltre 5 dall’avvio della procedura autorizzativa per la realizzazione dell’impianto per la ripresa produttiva nello stabilimento di Portovesme.

Questa sera, alla conclusione della riunione di Giunta che ha dato il via libera alla “Via”, la Valutazione di impatto ambientale, proposta dall’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis, attesa oltre 5 lunghi anni, i lavoratori dell’Eurallumina hanno festeggiato con il presidente della Regione, Christian Solinas, e i suoi assessori.

In tarda serata, la RSU ha fatto la cronistoria della lunga fase procedurale, che pubblichiamo integralmente.

«Era l’ estate del 2014, quando partirono i primi contatti tra la proponente Rusal Eurallumina e gli enti preposti alle valutazioni ambientali, per il progetto di ammodernamento della raffineria di produzione di Allumina.

Le basi erano state poste il 22 novembre del 2012, quando al Mise, con le firme di molti esponenti del governo nazionale e regionale di allora, si sottoscrisse l’addendum al precedente protocollo di intesa datato 2009, alcuni mesi dopo la fermata degli impianti.

Questa è la data che deve essere ricordata come vero punto di partenza per la realizzazione del piano di ripartenza.

Seguì poco dopo il contratto di sviluppo con Invitalia, che indicò cifre e impegni per le parti contraenti.

Una procedimento autorizzativo che a febbraio 2015 il Matmm dopo l’incontro tra la RSU e l’allora ministro Gian Luca Galletti, attribuì le competenze all’ambito regionale, poi formalizzato ufficialmente nell’ottobre del 2015 con il deposito al protocollo del progetto.

Da allora la Rsu ed i lavoratori Eurallumina, hanno indirizzato i loro sforzi, in una costante e ininterrotta mobilitazione permanente, per rivendicare la soluzione di un iter diventato infinito, e costellato di sempre nuove problematiche che hanno assunto più volte la parvenza di una montagna invalicabile che si sono frapposte per il raggiungimento dell’obiettivo.

La volontà della proprietà di non abbandonare il progetto, accompagnata dall’instancabile azione di un vero zoccolo duro delle tute verdi sulcitane, protagoniste di infinite azioni di mobilitazione, a Roma e a Cagliari, hanno mantenuta viva la concreta speranza, che questo asset strategico per l’industria italiana, primo anello della filiera dell’alluminio, potesse riprendere la produzione.

L’impianto non è mai stato chiuso, sempre perfettamente manutenzionato, la gestione è costata 20 milioni di euro all’anno, le presenze dei lavoratori in turni di rotazione è stata costantemente in crescita, oggi sono circa 100 gli operatori diretti impegnati giornalmente, con circa 40/50 delle ditte esterne, la mensa è oltre due anni che è stata riaperta, il trattamento delle acque reflue gestito con personale interno h24 e l’ausilio del laboratorio, fornisce ottimi risultati.

Il 22 febbraio del 2019, la Giunta Pigliaru, riservò l’ ultima in ordine di tempo cocente delusione ai lavoratori e le loro famiglie, un colpo durissimo, che avrebbe potuto far precipitare tutto dopo anni di sacrifici, quando in conclusione di istruttoria, venne emessa una delibera, che dava per conclusa la valutazione sui  temi ambientali rimandando ad un ulteriore approfondimento sugli aspetti della salute. Di fatto, rinviando la decisione finale alla nuova subentrante amministrazione regionale.

Questi temi nei mesi successivi sono stati ampiamente approfonditi e gli studi prodotti dalla proponente, sono stati rigorosamente analizzati da un comitato scientifico che ha lavorato ad oltranza, chiamato a valutare dal Direttore Generale dott. Marcello Tidore, sotto l’egida dall’assessore regionale della Sanità dott. Mario Nieddu.

Una valutazione dell’impatto sanitario sui lavoratori, e sulla popolazione limitrofa alle attività produttive, mai fatta in precedenza, che ha valenza per l’intero nucleo industriale di Portovesme, che ha avuto un esito positivo, a garanzia di tutte le parti coinvolte.

Il 28 ottobre 2019 il parere positivo dell’assessore regionale della Sanità, è stato trasferito all’ente titolare del procedimento, il Servizio Valutazioni Ambientali dell’assessorato regionale dell’Ambiente.

Nella stessa giornata nel corso di una mobilitazione generale dei lavoratori si è svolto in un incontro tra la RSU dell’Eurallumina, e l’assessore Gianni Lampis, che prendeva formale impegno, di indicare come priorità l’esame della documentazione pervenuta, e garantendo tempi più celeri possibile per il completamento dell’istruttoria, per consentire alla giunta regionale di potersi esprimere.

Da quel momento i lavoratori Eurallumina, hanno messo in atto un presidio permanente davanti all’assessorato dell’Ambiente a Cagliari, per seguire costantemente gli sviluppi del procedimento, confrontandosi con il direttore generale Andreina Farris.

Come per l’assessorato della Sanità va riconosciuto all’Ente Ambientale, e ai rispettivi assessori e Direttori generali, di aver mantenuto gli impegni e agli uffici, di aver operato con assoluto rigore, ma anche in tempi ristretti al minimo, dando un esempio che quando la macchina amministrativa risponde alle esigenze di chi si rivolge loro con solerzia e buon senso, unendo anche la giusta attenzione a temi di così grande rilevanza, quali il lavoro e la vita delle persone, i risultati sono efficaci e tangibili.

Contestualmente alla notizia della conclusione positiva dell’istruttoria, data alla RSU Eurallumina il 28 dicembre, il presidio è stato sciolto ed i lavoratori si sono dati appuntamento a Villa Devoto, in attesa dell’esito finale, con la concreta speranza di dimenticare e cancellare la frustrazione e la delusione subita il 22 febbraio 2019, trasformare quelle lacrime in sorrisi.

Da rimarcare sin dal suo insediamento la costante attenzione e sostegno dell’assessore dell’Industria Anita Pili, e quella per quanto di sua competenza dell’assessore del Lavoro Alessandra Zedda.

Nell’arco di meno di un mese l’ istruttoria si è conclusa e gli atti sono stati trasferiti alla giunta regionale, che si è espressa definitivamente con la delibera sulla V.I.A. giovedì 5 dicembre.

Ad attendere di poter essere realizzati ci sono oltre 200 milioni di investimenti, 345 lavoratori diretti (circa 100 le nuove assunzioni), 200 quelli dell’indotto intesi come manutenzioni ordinarie, servizi, a cui si aggiungono i fornitori, e gli oltre 200 lavoratori che saranno impiegati nelle opere propedeutiche al riavvio.

La ripartenza di Eurallumina, determinante per la ripresa della filiera dell’alluminio, vale con il moltiplicatore statistico ufficiale 1.450 posti di lavoro complessivi. Saranno garantire le bonifiche interne e consortili già in corso, un rigoroso rispetto delle norme ambientali e sulla salute, come è assolutamente necessario per un azienda che vuole rilanciarsi all’insegna della sicurezza, modernità e della compatibilità.

Un risultato storico, che premia la tenacia di chi ha sempre creduto e lottato per questo obiettivo.

Questa lunga fase vertenziale con la delibera positiva approvata dalla giunta RAS presieduta da Cristian Solinas, che lo ha comunicato alla RSU Eurallumina, e ai lavoratori in attesa davanti a Villa Devoto, si conclude qui.

Il percorso verso la piena ripresa produttiva non sarà breve, e riserverà ancora ostacoli da superare, ma è certo che la fase più critica è stata messa alle spalle.

La volontà della RUSAL di riavviare un impianto strategico per le dinamiche del gigante mondiale dell’alluminio, ribadita costantemente direttamente al governo italiano ed alla regione Sardegna, devono essere considerate una garanzia ed il confronto con i rappresentanti dei lavoratori e delle istituzioni, che dovranno monitorare e vigilare sulla realizzazione degli impegni, ritornerà sul tavolo con itemi industriali e dello sviluppo.

Nelle garanzie fornite, la proprietà ha inserito la questione energetica, determinanti in un momento di incertezza su quale sarà il futuro in Sardegna per l’approvvigionamento di energia termica ed elettrica, affermando che qualora non dovesse esserci una soluzione generale sarà in grado di realizzare in proprio le opportune infrastrutture e gli interventi tecnici totalmente compatibili con il nuovo corso green che consentano di alimentare gli impianti e la ripresa delle produzioni.»

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Si è riunito oggi a Cagliari il primo tavolo regionale di confronto sui disturbi del comportamento alimentare, convocato dall’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e dalla Commissione regionale per le pari opportunità.

«La Regione – dice Mario Nieddu – è al lavoro per dare risposte concrete a tante famiglie che vivono un dramma silenzioso, che nel nostro Paese, solo nell’anno precedente, ha causato tremila morti. Sono sempre di più i giovani che soffrono di disturbi del comportamento alimentare. Si registrano casi a partire dai nove anni e l’abbassamento dell’età media è un campanello d’allarme che non può essere ignorato.»

Oggi i centri di riferimento in Sardegna sono a Olbia (Serd, Ats), Cagliari (AO Brotzu) e Iglesias, dove è presente l’unica struttura semiresidenziale dell’Isola.

«È importante aumentare il numero delle strutture e potenziare l’assistenza – precisa l’assessore regionale della Sanità – oggi chi soffre di disturbi del comportamento alimentare, specie nelle fasi acute, è costretto a rivolgersi ai centri fuori Sardegna, con gravi disagi per le famiglie. Un costo sociale altissimo ed un costo economico per il sistema sanitario regionale, gravato dalla mobilità passiva.»

Grande soddisfazione da parte della Commissione regionale per le pari opportunità.

«Da tempo – dichiarano le commissarie – auspicavamo la costituzione di un tavolo di confronto a cui potessero prendere parte i tecnici e i rappresentanti del mondo dello sport, della scuola e delle famiglie. Con l’obiettivo di mettere in moto sinergie.»

Al tavolo, oltre ai responsabili dei centri di riferimento dell’Isola, anche gli ordini professionali degli psicologi e degli assistenti sociali, il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, l’Ufficio scolastico regionale, il Coni e la Polizia Postale.

«Affrontare il problema – concludono le commissarie – significa intervenire anche nell’ambito della prevenzione. Spesso, soprattutto fra i giovani, esiste una pericolosa connessione fra questi disturbi e fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, il mondo dello sport e delle forze dell’ordine diventa quindi fondamentale.»

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Un confronto in occasione del Mese dei diritti umani e nel giorno del 71esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani dell’Onu: ASARP presenta la Conferenza Nazionale “Il diritto di avere diritti”, che si terrà il 10 dicembre presso l’Aula Magna della Corte d’Appello di Cagliari, dalle 9.00 alle 19.00.

«Questi nostri anni, sono caratterizzati da pesanti e inaccettabili disuguaglianze sociali e territoriali – spiega Gisella Trincas, presidente nazionale dell’UNASAM – che determinano, in una sempre maggiore fascia di persone, la violazione dei più essenziali diritti umani.»

Quattro momenti di dibattito, quattro occasioni di incontro per mettere a fuoco le criticità esistenti e indicare nuove strade da percorrere per il benessere di una collettività solidale. Giovanna Del Giudice presidente Conferenza Basaglia, portavoce Campagna Nazionale “E tu slegalo subito”, coordinerà la prima sessione dal tema “Salute mentale, dipendenze e autodeterminazione, Antonello Murgia, medico e portavoce del Mese dei Diritti Umani, invece coordinerà la seconda sessione dal tema “Stato Sociale, Uguaglianza, Democrazia e Partecipazione”. Nella terza sessione relatori e relatrici si confronteranno sulla questione delle “Persone private della libertà e percorsi alternativi alla detenzione”, coordinati da Stefano Cecconi portavoce nazionale dell’Osservatorio Nazionale OPG/REMS. L’ultima sessione, coordinata da Roberto Loddo ASARP, verterà su “Migrazioni, cittadinanza, questione minorile”.

Saranno presenti in veste di relatori: Mauro Carta, Vito D’Anza, Alessandro Coni, Gilberto Ganassi, Maria Mura, Giangiacomo Pisotti, Nerina Dirindin, Marco Espa, Don Marco Lai, Lilli Pruna, Caterina Cocco, Gavino Carta, Maria Francesca Ticca, Cristina Ornano, Dario Sarigu, Angela Lai, Lucia Mastino, Riccardo Curreli, Ettore Cannavera, Antonella Calcaterra, Ilham Mounssif, Antonello D’Elia, Silvana Tilocca, Valentina Brinis, Giorgio Altieri, Anna Cau. L’apertura dei lavori sarà presieduta da Gisella Trincas presidente nazionale dell’UNASAM e da Maria Grazia Giannichedda presidente della Fondazione Franca e Franco Basaglia. Sono stati invitati per i saluti istituzionali Gemma Cucca presidente della Corte d’Appello di Cagliari, Mauro Grandesso Silvestri presidente del Tribunale di Cagliari, Maria Alessandra Pelegatti procuratore Capo della Repubblica di Cagliari, Mario Nieddu assessore regionale della Sanità Regione Sardegna, Paolo Truzzu sindaco di Cagliari e Aldo Luchi presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari.

Parteciperanno studentesse, studenti e insegnanti dell’Istituto Professionale Sandro Pertini di Cagliari. Saranno riconosciuti i crediti formativi dall’Ordine degli Avvocati di Cagliari e sarà rilasciato attestato di partecipazione.

 

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Carla Cuccu, segretaria della Commissione sanità del Consiglio regionale, rivolge ancora una dura critica all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, per non aver ancora razionalizzato le risorse umane del Brotzu e garantito un’assistenza sanitaria di alto livello, come previsto dalla riforma sanitaria regionale.

«La carenza di personale medico e paramedico e le esigue risorse finanziarie necessarie per far funzionare tutte le unità operative di diagnosi e cura e i servizi tecnici ed amministrativi – denuncia Carla Cuccu -. C’è necessità di sale operatorie h24, per dare risposte immediate anche ai pazienti oncologici in attesa di essere operati. E’ urgente garantire condizioni ottimali di lavoro agli operatori del Pronto Soccorso, compreso quello pediatrico, della Medicina generale e d’urgenza. A sette mesi dall’insediamento della Giunta Regionale, non è dato capire se la volontà politica è di proseguire sugli scempi della precedente o intenda realizzare una seria programmazione pluriennale che scongiuri il dover costantemente tamponare le emergenze.

«Questi, i motivi che hanno sollecitato la Cuccu a presentare una nuova interrogazione al Presidente Solinas e all’assessore Mario Nieddu per sapere se, finalmente, intendano dare risposte concrete ai bisogni e alle aspettative dei sardi e cosa intendano realizzare per superare i disastri ereditati in campo ospedaliero-sanitario. Quindi – conclude Carla Cuccu – non resta altro che aspettare di conoscere le intenzioni della Giunta in tempi brevi.»

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La seconda commissione “Lavoro, cultura e formazione professionale” guidata da Alfonso Marras si riunirà domani 4 dicembre, alle 10,00 per l’esame del Programma pluriennale per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità.

Giovedì 5 dicembre alle 10,00, si riunirà invece la Sesta Commissione “Sanità e politiche sociali”. In programma l’audizione dell’assessore alla Sanità Mario Nieddu sulla proposta di istituzione del reddito di libertà per le donne  vittime di violenza.

Seguiranno una serie di audizioni sulla situazione dei medici veterinari della specialistica ambulatoriale dell’ATS e sulle criticità dell’attività di trapianto dell’ospedale Brotzu.

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Si è riunita oggi, nella sede dell’assessorato regionale degli Enti locali, la Conferenza Permanente Regione – Enti locali, convocata su richiesta di alcuni assessorati per un confronto con le Autonomie locali. Alla presenza degli assessori della Sanità, Mario Nieddu, degli Enti locali, Quirico Sanna e dell’Industria, Anita Pili, con il presidente dell’Anci Emiliano Deiana ed il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, la Conferenza Permanente ha discusso sulle nuove direttive in materia di sportello unico per le attività produttive e per l’edilizia (SUAPE 2019).  L’assessore dell’Industria ha sottolineato che le nuove direttive del SUAPE saranno operative entro i primi due mesi del 2020 e che sul sito telematico Sardegna Autonomie www.sardegnaautonomie.it , nella sezione Conferenza Regione Enti locali, sono disponibili gli atti relativi alle precedenti sedute. L’assessore della Sanità ha portato all’attenzione della Conferenza altre quattro proposte di confronto che sono state oggetto di discussione e intesa. Si tratta della implementazione delle Linee di indirizzo sull’intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità – Programma P.I.P.P.I (programma di interventi per la prevenzione dell’istituzionalizzazione) 2020-2021, in attuazione del Decreto Interministeriale del 4 settembre 2019. L’istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza – Linee guida e misure attuative per il 2019, i criteri di ripartizione delle somme destinate al finanziamento dell’attività di sport terapia. Inoltre è stato portato all’attenzione della Conferenza il decreto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, sul riparto delle annualità 2019 delle risorse del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Nello specifico come ha sottolineato l’assessore Quirico Sanna, gli sportelli SUAPE possono adesso essere gestiti direttamente dai Comuni. Esiste un ritardo oggettivo al quale porre rimedio.

«Questa Conferenza – ha detto l’assessore Quirico Sanna – è stata convocata in modo celere, anche grazie alla collaborazione con l’ANCI con il CAl e con l’Area Metropolitana di Cagliari. Con la disponibilità di tutti sono state esaminate tutte le pratiche inserite nell’ordine del giorno per semplificare i tempi di attuazione.»

Per quanto riguarda l’istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza le nuove linee guida volute dalla Regione danno un segnale importantissimo sulla volontà della Giunta Solinas di far sentire in modo concreto la presenza e il sostegno alle donne che subiscono questa barbarie.

«La Regione – ha concluso ancora l’assessore degli Enti locali – sopperisce spesso alle poche risorse dello Stato, e per questo è stato portato all’attenzione della Conferenza il riparto delle annualità 2019 delle risorse del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, con risorse importanti per cercare di contrastare la povertà con interventi soprattutto nelle situazioni più difficili.»

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«La disprassia è un disturbo insidioso, se non diagnosticato ed affrontato può avere significative ripercussioni sociali sull’individuo. Come Regione vogliamo dare un segnale forte attraverso il sostegno alle famiglie ed intendiamo mettere in campo tutte quelle iniziative che possono informare i cittadini sul tema e sui trattamenti, puntando a migliorare la qualità della vita.»

Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, che oggi, a Cagliari, ha aperto i lavori del convegno “Disprassia: la visione come guida del sistema motorio. Identificare interpretare e capire”, organizzato dall’Associazione per piccoli passi Sardegna con il patrocinio della Regione.

«Un disturbo – precisa Mario Nieddu – che colpisce sei bambini su cento, una problematica da cui la Sardegna non è immune. La giornata di oggi è stata un’occasione per portare l’attenzione su un tema che riguarda tante famiglie del nostro territorio.»

«La grande partecipazione all’incontro odierno è un indicatore del fatto che l’interesse sul tema è alto – conclude l’assessore regionale della Sanità –. La diagnosi, specie quando associata ad altri disturbi dell’età evolutiva, non sempre è agevole e dietro i numeri che conosciamo si può nascondere un fenomeno ben più esteso.»

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«Il 24 novembre scorso all’ospedale Brotzu di Cagliari per la prima volta non era disponibile un’equipe medica di Urologia per il prelievo dei reni da un donatore di Sassari. La motivazione di questa grave carenza di personale è dovuta al fatto che il progetto attraverso il quale viene finanziata l’attività dei trapianti è scaduto lo scorso aprile.

Da allora i medici del Brotzu, l’unico ospedale sardo in cui vengono eseguiti i trapianti (di rene, pancreas, cuore, fegato), stanno lavorando senza ricevere alcun compenso, ovvero senza ricevere i dovuti incentivi previsti per questo tipo di attività extra. I nostri professionisti d’eccellenza per mesi hanno continuato a lavorare senza compenso e a salvare la vita dei pazienti in lista d’attesa per un trapianto, svolgendo nel contempo l’attività chirurgica ordinaria.

La Regione Sardegna è chiamata a porre rimedio con urgenza a questa situazione. La vita dei cittadini non può essere messa a rischio per assenza di interessamento e programmazione.»

Questo l’intervento della capogruppo del M5S Desirè Manca, che, appresa la notizia del trapianto rimandato a causa dell’irreperibilità dei medici, ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale indirizzata al presidente della Giunta Christian Solinas e all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu.

«Formalmente – si legge nell’interrogazione – non esiste un contratto che tuteli i medici nello svolgimento di un’attività ad alto rischio che esula da quella istituzionale. Il servizio sanitario della Sardegna risulta oggi impoverito a causa del reclutamento di numerosi medici e infermieri d’eccellenza da parte della sanità privata insediatasi di recente nella nostra isola. Sanità privata – sottolinea Desirè Manca – sovvenzionata dalla Regione Sardegna con decine di milioni di euro.»

«Chiedo pertanto al Governatore e all’assessore – conclude Desirè Manca – quali azioni intendano intraprendere per far sì che le necessità degli ospedali pubblici del nostro territorio non vengano messe in secondo piano, e perché i nostri ospedali non vengano lasciati privi di mezzi in favore di grandi colossi ospedalieri, tra l’altro finanziati con fondi pubblici regionali.»

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«E’ inaccettabile l’inarrestabile, e nemmeno tanto lenta, agonia dell’A.O. Brotzu, sempre più svuotata nelle sue eccellenze, nel più totale e strumentale silenzio.»

Carla Cuccu, segretaria della commissione sanità interviene, ancora una volta, sulle gravi problematiche degli Ospedali San Michele ed Oncologico di Cagliari, centri di riferimento per tutto il territorio sardo ed eccellenze nazionali, con una nuova interrogazione rivolta al Governatore Solinas ed all’assessore Mario Nieddu.

«Non è più tollerabile che la carenza di personale sanitario sia causa di mancate prestazioni sanitarie salva vita – denuncia Carla Cuccu -. I malati oncologici, sono quell’emergenze (quotidiane e calendarizzate per protocolli) a cui non possono sospendersi gli interventi terapeutici per il sopraggiungere di nuova emergenza. Non si può essere testimoni silenti di scelte preferenziali nel gestire una patologia rispetto ad un’altra, parimenti grave.»

Carla Cuccu affonda il coltello nella piaga e ritiene improcrastinabile approvare il Progetto Trapianti 2019, scaduto dal 30 aprile 2019, per uscire dalla paralisi dell’attività di donazione, prelievo e trapianto di organi e tessuti. Chiede quale sia la situazione delle lista d’attesa dei pazienti oncologici di tutta l’azienda Brotzu e ritiene necessario costituire un’equipe medica in campo oncologico per la gestione delle emergenze/urgenze sopraggiunte per non dover più rinviare gli interventi “ordinari” calendarizzati, come accaduto il 24 novembre scorso, quando sono stati rinviati tre interventi su pazienti affetti da tumore per poter eseguire un prelievo e trapianto di reni.

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Nella tarda serata di ieri, la Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica ha avuto la prima interlocuzione con l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu. Una rappresentanza dei comitati presenti in tutti i territori dell’Isola dopo aver illustrato lo stato di degrado degli ospedali pubblici sardi, sempre più declassati, svuotati di servizi, di personale sanitario ed avviati alla chiusura, ha consegnato all’assessore una documentazione sulle carenze prodotte dai tagli esercitati in questi anni e le proposte risolutive.

La Rete, nata nel 2015 per la confluenza di diverse esperienze in ambito sanitario e per la necessità di coordinare i numerosi comitati sorti come risposta ai tagli della Sanità in tutti i territori, in questi anni ha portato nelle piazze decine e decine di migliaia di cittadini, ha organizzato numerose assemblee, ha approfondito la propria conoscenza su un tema così sensibile e complesso. Ha dialogato con le istituzioni di ogni ordine e grado senza che nessuna parte politica abbia manifestato sino ad oggi alcuna sensibilità.

Gli ammalati sono in stato di totale abbandono. Le attività ospedaliere sono ovunque paralizzate. I sardi che hanno rinunciato alle cure sono oltre il 14,6%. I servizi territoriali, di cui citiamo come simbolo quelli della neuropsichiatria infantile, sono stati ovunque soppressi. I nostri bambini con disagio mentale, privi di assistenza, saranno i pazienti psichiatrici di domani con maggiore sofferenza e più alti costi sociali.

Chi governa, a Cagliari come a Roma, ha il potere di cambiare le cose. Il Piano di riordino della rete ospedaliera sarda, che ha condannato i nostri ospedali pubblici alla chiusura e al caos, deve essere rimessa in discussione.

Con l’accordo Prodi/Soru del 2006 è stato decretato il regime di autogestione della Sanità sarda. Il 50% del bilancio Regionale va alla Sanità per cui le soluzioni alle carenze non si cercano a Roma ma all’interno delle scelte politiche della Regione Autonoma.

“Nella tutela della salute la Specialità della Sardegna c’è ma non si vede” – così bacchettò la classe politica sarda, l’ex ministro Balduzzi del governo Monti, in un corso di aggiornamento organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna.

Un’accusa che richiede una svolta locale nell’amministrare la nostra Autonomia in materia Sanitaria.

All’assessore che ha manifestato un’apertura inusuale alla collaborazione con la Rete, anche in previsione della stesura della legge sanitaria, chiediamo azioni concrete per il ripristino dei servizi ospedalieri e territoriali. Non basta la volontà espressa per il decentramento dell’ATS, come promesso dall’assessore. A breve un nuovo incontro.

Claudia Zuncheddu

Portavoce Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica