26 April, 2024
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Alla Camera dei deputati il ministro Maria Elena Boschi ha annunciato che il Governo non chiederà le dimissioni a Francesca Barracciu e il M5S rilancia la mozione di sfiducia.

Francesca Barracciu 5 copia

Il ministro per le riforme costituzionali ed i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha risposto oggi alla Camera, nel corso del question time, all’interrogazione presentata da alcuni deputati del Movimento 5 Stelle, primo firmatario Nicola Bianchi, sulla nomina dell’europarlamentare del Partito Democratico, Francesca Barracciu, a sottosegretario per i beni e le attività culturali ed il turismo, rimarcando che non verranno chieste le dimissioni sulla base di un avviso di garanzia che non costituisce una condanna.

Nell’interrogazione presentata ieri, i deputati del M5S sottolineavano che «l’ex consigliere regionale del Partito democratico Francesca Barracciu, unica rappresentante della Sardegna nell’attuale Governo, risulta iscritta nel registro degli indagati per peculato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Cagliari sulle cosiddette «spese pazze» dei consiglieri ed ex consiglieri regionali della Regione autonoma della Sardegna; 
   in seguito alla diffusione della notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati per peculato e alle conseguenti polemiche che il caso ha scatenato, la parlamentare europea Barracciu, nata in provincia di Nuoro, a fine dicembre 2013 ha deciso di ritirare la sua candidatura alla presidenza della regione Sardegna, lasciando il posto a Francesco Pigliaru, che poi ha vinto le elezioni regionali del 16 febbraio 2014; 
   il neo presidente della regione Sardegna si è distinto per aver precisato, all’indomani della sua elezione e con riguardo alla formazione della nuova giunta regionale, che gli indagati non vi avrebbero trovato posto; 
   ad avviso degli interroganti, questo criterio di tutela della integrità e della dignità delle istituzioni regionali non può non trovare applicazione, a maggior ragione, nella scelta dei componenti del Governo nazionale.» 
Gli interroganti hanno aggiunto che «nonostante la sua lunga carriera politica, nel suo curriculum professionale risultano soltanto cinque anni di insegnamento di italiano e latino in scuole media superiori, dal 1990 al 1995, quattro anni di collaborazione presso l’istituto di formazione dell’Associazione piccole e medie industrie della Sardegna, dal 1999 al 2003, e consulenze presso pubbliche amministrazioni, enti privati e aziende per la formazione del personale e la progettazione comunitaria; a fronte delle ripetute esternazioni riguardo al «cambio di verso» era lecito aspettarsi un segnale forte di discontinuità e di garanzia del rispetto delle regole democratiche da parte del Governo, per preservare le istituzioni da fatti e gestioni malsani e recuperare il loro alto senso, senza il quale la democrazia muore» ed hanno chiesto «quali iniziative intenda adottare il Governo per salvaguardare le istituzioni da nomine governative dettate dal conflitto di ruoli, dall’incompetenza e dall’inopportunità.»

Il ministro Maria Elena Boschi ha risposto in Aula che «come ricordato anche nell’interrogazione, il sottosegretario di Stato Francesca Barracciu ha acquisito negli anni una notevole esperienza politica e amministrativa, sia come consigliere comunale, assessore e sindaco della propria città, poi come consigliere regionale e ha arricchito la propria esperienza istituzionale a livello internazionale come membro del Parlamento europeo, quindi potrà dare sicuramente un contributo anche al Governo di questo Paese».

 «Per quanto attiene al procedimento in corso – ha aggiunto il ministro -, ad oggi, il sottosegretario di Stato Barracciu risulta nell’elenco degli indagati. Non è intenzione di questo Governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia, ma eventualmente per motivi di opportunità politica. Noi tutti abbiamo giurato sulla Costituzione e sappiamo che uno dei principi fondamentali è la presunzione di innocenza. L’avviso di garanzia è un atto dovuto, posto a tutela di ogni cittadino e di ogni indagato per poter esercitare pienamente il diritto di difesa; non è un’anticipazione di condanna. Quindi, questo procedimento nei confronti della dottoressa Barracciu è nella fase preliminare, il sottosegretario ha chiesto anche una accelerazione dei tempi; all’esito il Governo valuterà se suggerire le dimissioni del sottosegretario. È importante però ricordare l’impegno di tutti noi e di questo Governo a rispettare i principi fondamentali della nostra Costituzione, compresa la presunzione di innocenza, che per noi sono irrinunciabili.»

Il deputato Nicola Bianchi nella sua replica ha detto: «Ovviamente non ci riteniamo per niente soddisfatti» ed ha chiesto a viva voce al presidente del Consiglio Matteo Renzi, tramite il ministro Boschi «di ritirare questa nomina di Francesca Barracciu perché non la riteniamo idonea a svolgere il ruolo di sottosegretario perché la sua nomina ci sembra più una sorta di consolazione – e che consolazione, visto e considerato che da sottosegretario avrà diritto a tutti i privilegi della casta – per aver rinunciato alle elezioni regionali e per aver salvato la faccia al PD regionale sardo. Ma la Barracciu non si era fatta da parte perché non era eticamente corretto candidarsi dopo essere stata indagata per aver sperperato soldi pubblici, ebbene sì: soldi pubblici. Si parla, nello specifico, di 33 mila euro di rimborsi di benzina. Facendo un rapido calcolo, si evince che corrispondono a circa 19.400 litri, l’equivalente che serve a fare il giro della terra per sette volte, sette volte, oppure, con qualche piccola aggiunta, magari facciamo anche un bel viaggetto sulla luna.»

Nuova dura critica d
Il primo marzo 2014

giampaolo.cirronis@gmail.com

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