26 April, 2024
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Marco Mameli, presidente ACS Onlus, interviene sui contenuti della lettera aperta dei lavoratori RWM e, in particolare, sul numero degli occupati.

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Due giorni fa l’intervento dei lavoratori degli stabilimenti di Domusnovas e Ghedi della RWM Italia S.p.A. che, con una lettera aperta, hanno spiegato che «Nessuno di noi è interessato ad alcuna “riconversione”. Non vogliamo essere trascinati in vertenze che, anche in questo territorio, evocano solo scenari negativi, ma vogliamo solo continuare a lavorare onestamente e serenamente, come fatto sinora, nel rispetto di tutte le leggi dello Stato italiano».

Oggi Marco Mameli, presidente dell’Assotziu Consumadoris Sardigna Onlus, interviene sui contenuti della lettera aperta e, in particolare, sul numero degli occupati nei due stabilimenti.

«Siamo rimasti colpiti dall’articolo da voi pubblicato, titolato «Lettera aperta dei lavoratori della RWM Italia Spa: “Nessuno di noi è interessato ad alcuna “riconversione”. Vogliamo solo continuare a lavorare onestamente e serenamente» sulla fabbrica delle bombe di Domusnovas dove ancora una volta si parla del numero degli occupati “270 lavoratori e lavoratrici dello stabilimento RWM Italia di Domusnovas e i 104 lavoratori e lavoratrici dello Stabilimento RWM Italia di Ghedi – scrive Marco Mameli -. Ne prendiamo atto e per vostra informazione vi alleghiamo la relazione sulla gestione del bilancio 2016 della Società RWM Italia S.p.A. e la visura completa del bilancio al 31/12/2016 della società RWM Italia S.p.A. dove trovate tutti i dati ufficiali compresi quelli sull’occupazione dove i lavoratori e le lavoratrici dello stabilimento di Domusnovas risultano essere al 31/12/2016 83 unità, gli occupati nello stabilimento di Ghedi risultano sempre al 31/12/2016, tra lavoratori e lavoratrici, 69 unità.»

«Ci permettiamo, infine, di allegare a questa e-mail le fotografie che un medico Yemenita ci ha inviato, un po’ di tempo fa ma che sono attuali, con la preghiera di divulgarle. Sono foto dure e terribili che danno il senso e le misure della tragedia che ogni giorno colpisce lo Yemen e tutti i teatri dove sono in atto conflitti armati. Sono immagini tremende, tutte uguali, che ci parlano di bambini mai diventati grandi mai diventati fratelli, padri, nonni e di bambine mai cresciute cui non è stato concesso di diventare madri, sorelle, nonne, e di donne e uomini cui non è stato concesso di far crescere i loro figli. Gli ordigni usati per ucciderli – conclude Marco Mameli – sono stati fabbricati nella nostra terra, a Domusnovas.»

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