1 May, 2024
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1988: la strage nascosta, una visione sui diritti umani negati in Iran.

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Piazza d'Italia Sassari

Sabato 22 Ottobre 2016, alle ore 17,00 presso l’aula Magna dell’ Università degli Studi di Sassari, si terrà  la conferenza dal titolo: ”1988, LA STRAGE NASCOSTA: UNA VISIONE SUI DIRITTI UMANI  NEGATI IN IRAN”,  L’ evento è organizzato dall’Associazione Giovani Iraniani in Italia, con il patrocinio dell’Università di Sassari, fa parte di un ciclo di conferenze a livello internazionale e aderisce alla campagna Calling for Justice promossa dal Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana.

Nel 1979 in Iran viene fondata la Repubblica Islamica sotto la guida dell’Ayatollah Khomeynī. La costruzione del “nuovo” stato si è basata, oltre che sulla sistematica eliminazione fisica degli oppositori al regime, su una puntuale e precisa legalizzazione della misoginia più sfrenata. Quando, durante la rivoluzione del 1979, le folle scendono in strada per protestare contro la monarchia, migliaia di giovani inneggiano alle libertà. In quel momento Khomeini sembrava il grande liberatore del paese, prometteva benessere e libertà, d’altra parte il movimento dei Mojahedin del popolo auspicava una maggiore partecipazione del popolo alla politica nazionale, l’abbattimento delle severe regole riguardanti le donne e un accesso più ampio agli spazi della democrazia. Tuttavia, i diversi obiettivi tra Khomeini e i Mojahedin del popolo, uniti nel comune obiettivo di rovesciare lo Shah, non spaventavano, infatti, ci sarebbe stato un Parlamento con vari partiti, che avrebbero espresso le varie posizioni del popolo. Tutti fedeli alla stessa religione, ma pronti a far parte di un gioco democratico che avrebbe modernizzato il paese tenuto fi no ad allora nell’impotenza. Così non fu, appena Khomeini prende il potere, si rimangia la promessa della formazione e riscrive la Costituzione di uno stato teocratico e tiranno. Nel frattempo cambia il nome al Parlamento chiamandolo islamico, quindi a forte impronta religiosa. Coloro che venivano indicati come nemici, cioè tutti i partiti politici, ma soprattutto i Mojahedin del popolo, andavano annientati per legge.

Il regime integralista non voleva solo eliminare i corpi degli oppositori, ma ogni sogno di libertà in ogni angolo della società. Le carceri iraniane, da allora, si sono riempite a dismisura. Il numero delle vittime del regime dal 1979 ad oggi, si aggira intorno a 120000. Un dato certo, date anche le rivelazione di Montazeri, la seconda autorità più alta dell’epoca dopo Khomeini, e le testimonianze dei sopravvissuti, è che nell’estate del 1988 nelle carceri iraniane, in cui si trovavano detenuti gli oppositori del regime, sono state giustiziate, senza processo, più di 30000 persone, con il preciso intento di sterminare una generazione. L’ordine del massacro proveniva da un editto religioso di Khomeini (fatwa) che chiedeva l’esecuzione di tutti coloro che sarebbero rimasti fermi nel confermare la loro adesione alla resistenza, rappresentata in larga misura dai Mojahedin del popolo. Il lavoro fu affidato ad una commissione, i prigionieri venivano impiccati in gruppi, a volte di 10-15 persone per volta, e poi trasportati fuori dalla prigione con autocarri dai cassoni ribaltabili, e sepolti in fosse comuni senza nome. Lo sterminio non ha risparmiato donne incinte, bambini in carcere a seguito delle mamme, ragazzi e ragazze giovanissimi. Molti parenti hanno ricevuto tra gli effetti personali dei giustiziati anche la corda con cui è stato impiccato il proprio caro.

A partire dal 2008 Amnesty International ha portato avanti la richiesta che i responsabili di questo massacro, venissero incriminati per crimini contro l’umanità, ma niente è stato fatto. Dall’agosto di quest’anno, in seguito all’emersione di altre prove sui fatti dell’88, è partita l’iniziativa.

La conferenza “1988: la strage nascosta: una visione sui diritti umani negati in Iran” nasce nell’ambito della campagna Calling for Justice, promossa dal Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI) volta alla persecuzione, a livello internazionale per crimini contro l’umanità in Iran, di tutti i responsabili del massacro del 1988, che sono ancora al potere e ricoprono importanti incarichi di responsabilità governativa: Khamenei, Rafsanjani, Rouhani, Mostafa Pour-Mohammadi, Hossein-Ali Nayyeri, Morteza Eshraqi, Ebrahim Raeesi.

L’obiettivo è quello di informare l’opinione pubblica internazionale sulle perpetrate vessazioni e sui soprusi che il popolo iraniano ha subito durante la sua storia e che continua a subire.

Si rifletterà sulla strage del 1988 e, grazie al contributo di esperti in diritto internazionale e diritti umani, si cercherà di capire quali sono gli strumenti legali che si hanno disposizione per far giudicare gli attuali leader del regime che hanno preso parte all’eccidio di 28 anni fa.

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Appello dell’Ugl a
Venerdì 21 ottobre,

giampaolo.cirronis@gmail.com

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