14 May, 2024
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C’è un dinosauro di colore azzurro di nome Bing Bong, lo scoiattolo-infermiera Tina e l’elefantino Dino, con il camice da dottore, e poi un piccolo e vispo animaletto verde, Ricangelo, che tiene in mano matite variopinte. Assieme a loro tantissimi altri personaggi, colorati e sorridenti, tutti rigorosamente disegnati dai bambini delle scuole elementari e dai ragazzi delle medie di Sassari che hanno partecipato al programma laboratorio “Una mascotte per Pediatria”.

Un progetto per i bambini che vede protagonisti altri bambini i quali, grazie alla loro fantasia, danno vita a un personaggio destinato a diventare un “compagno d’avventura” per i piccoli ricoverati nella Clinica Pediatrica di viale San Pietro. Un amico rassicurante, capace di rendere più serena la degenza di chi, per forza maggiore, si trova a vivere l’esperienza di piccolo paziente in un reparto ospedaliero.

Il “laboratorio di idee” ha preso il via tra luglio e agosto con la distribuzione, a genitori, personale medico e infermieristico, di questionari incentrati sulla descrizione della Clinica e sul suo grado di comfort, per proseguire poi, a ottobre, con il coinvolgimento delle scuole.

Il progetto realizzato nell’ambito della tesi magistrale della sassarese Marta Maini, tesista del corso di laurea magistrale in Design dell’Università di Firenze, ha visto la partecipazione degli alunni di alcune scuole di Sassari, e in particolare della scuola elementare dell’istituto comprensivo San Giuseppe, della scuola elementare di via De Carolis, della scuola media numero 12 e dell’istituto comprensivo Monte Rosello alto.

Il risultato degli incontri, svolti tutti nell’arco di una settimana, è stata la raccolta di oltre 300 disegni, frutto della creatività dei designer in erba che hanno dato libero sfogo alla loro fantasia. A guidarli sono state, oltre alle loro insegnanti che hanno mostrato grande sensibilità per l’iniziativa, il dirigente medico della Pediatria Donatella Meloni e Marta Maini.

«Agli alunni delle scuole – afferma Donatella Meloni – abbiamo illustrato la nostra Clinica, e spiegato il significato di una mascotte. I ragazzi e i bambini ci hanno fornito la loro versione, descrivendo la mascotte come un qualcosa che puoi abbracciare, che ti fa sentire bene e ti rende felice». Un supporto che può rendere il ricovero o anche la visita di controllo, o l’ambiente ospedaliero in generale, più sopportabile e meno ostile.

La mascotte non sarà soltanto un pupazzo o una grafica colorata, ma si trasformerà in una segnaletica in grado di accompagnare il bambino, rassicurarlo e farlo giocare. Un percorso esperienziale che, oltre a creare un ambiente amichevole, potrà rendere il piccolo paziente autonomo all’interno di una struttura che deve e può sentire come sua.

«Questa iniziativa si inserisce in un più ampio disegno diretto a favorire l’umanizzazione dell’approccio dei piccoli pazienti e dei loro genitori con la Clinica Pediatrica, e una più efficace informazione all’utenza – aggiunge Roberto Antonucci, direttore della Pediatria dell’Aou di Sassari -. L’obiettivo che ci prefiggiamo è rendere la struttura, e prima ancora il Pronto soccorso pediatrico, più a misura di bambino.»

«L’idea che vogliamo seguire – spiega Marta Maini, sassarese di nascita e fiorentina per motivi di studio – è quella di creare un vero e proprio percorso, una sorta di storia che aiuti a rendere più tranquillizzante il ricovero dei bambini, dal momento del loro accesso al Pronto soccorso pediatrico al trasferimento in reparto, e poi durante l’intera degenza fino alla dimissione.»

Al centro della storia una mascotte che, da disegno, diventerà un pupazzetto: il piccolo paziente potrà tenerlo con sé in reparto, quale fonte di sicurezza, serenità e conforto e, se vorrà, potrà portarlo via quando sarà giunto il momento della dimissione.

I disegni raccolti, che riproducono in gran parte animali fantastici, saranno esaminati e valutati all’interno del laboratorio di Design for Kids da Laura Giraldi, responsabile del laboratorio e vicepresidente del corso di laurea, che guiderà il progetto, e da Marta Maini. A loro il compito di individuare le caratteristiche comuni dei vari personaggi disegnati dai bambini e dai ragazzi delle scuole sassaresi. Un lavoro approfondito che dovrà condurre a delineare una mascotte, una storia e un percorso d’accoglienza ideale.

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I marittimi della Blu Navy in balia delle onde, senza lavoro e privi di stipendio. E’ uno degli effetti della sospensione delle rotte tra Santa Teresa e Bonifacio, con l’interruzione del rapporto di lavoro per i 36 dipendenti ex Saremar. La vicenda approda nell’aula del Consiglio regionale con l’interrogazione urgente del capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu.

«Si evidenzia che il processo di ricollocamento del personale impegnato con la compagnia Sardegna regionale marittima non è stato ancora concluso – sottolinea Gianluigi Rubiu – lasciando in una situazione di perenne incertezza diverse famiglie. Alcuni dei lavoratori impegnati nelle rotte per la Corsica arrivano peraltro da Carloforte, con una condizione di incertezza che grida vendetta, perché i marittimi sono stati trasferiti in Gallura – aggiunge Gianluigi Rubiu – senza la previsione di una stabilizzazione in pianta stabile nella società Blu Navy. L’interruzione dei collegamenti con Bonifacio costringono ora i lavoratori a restare senza un centesimo, con l’assenza di certezze per la ripresa della tratta.»

Il traghetto Ichnusa ha accresciuto, per i mesi di media e alta stagione, qualità e quantità del servizio su questa importantissima rotta e garantito l’impiego di molti lavoratori. «Pensiamo – conclude Gianluigi Rubiu – che la Regione debba assicurare un regime di continuità territoriale tra le due Isole, consentendo ai lavoratori la continuità lavorativa senza la sospensione dello stipendio».

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La scorsa notte, intorno alle ore 3.00, sulla nave Sharden della Tirrenia, durante la navigazione da Genova a Porto Torres, si è sviluppato un principio di incendio in un autocarro imbarcato nel garage ponte 3, generato da un probabile guasto meccanico del compressore elettro/frigo dello stesso mezzo, segnalato dai sistemi di rilevamento antincendio di bordo e prontamente domato dai membri dell’equipaggio intervenuti sul posto con le idonee attrezzature portatili.

Ne dà notizia con un breve comunicato, la Tirrenia.

Non si sono registrati danni ai passeggeri (che non hanno subito alcun tipo di disagio in quanto prontamente tranquillizzati dal personale di bordo), così come alcun danno è stato arrecato a tutti gli altri autoveicoli presenti a bordo.

Il Comando nave, come da procedure in essere, ha prontamente avvisato dell’evento le Autorità preposte. La nave non ha subito alcun tipo di danneggiamento ed è regolarmente ormeggiata con i propri mezzi stamattina a Porto Torres.

Sul posto sono intervenuti sia l’Autorità Marittima che i Vigili del fuoco per gli accertamenti previsti, e il perito Rina per i controlli di rito.

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Domani, sabato 4 novembre 2017, le Forze Armate e La Guardia di Finanza celebrano, su tutto il territorio nazionale, il “il Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate”.

Il 4 novembre di 99 anni fa, il Generale Armando Diaz, Comandante Supremo del Regio Esercito, annunciò la vittoria dell’Italia e la disfatta nemica nella “Grande Guerra”, un evento che segnò l’inizio del novecento, e che rappresentò il traguardo di un lungo, doloroso e travagliato percorso, frutto di uno sforzo collettivo nazionale: “un moto di coscienze che scosse le genti di allora e le rese un Popolo”.

In Sardegna il programma delle celebrazioni prevede numerosi eventi, che spaziano dalle “caserme aperte” alle conferenze nelle scuole, dalle esibizioni dei complessi musicali militari alla cerimonia di consegna di una bandiera nazionale ad una scolaresca, dalle cerimonie di alza e ammaina bandiera presso i reparti militari alle mostre statiche di mezzi e materiali in dotazione alle forze Armate e alla Guardia di Finanza.

In particolare, a Cagliari, alla presenza del comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, generale di divisione Giovanni Domenico Pintus, delle massime autorità civili, religiose e militari della Sardegna e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, le celebrazioni per il 4 Novembre avranno inizio alle ore 09,00 con la deposizione di due corone d’alloro al Monumento ai Caduti presso il Parco delle Rimembranze di via S. Sonnino, sulle note dell’Inno del Piave che verrà eseguito dalla Banda musicale della Brigata “Sassari”.

Le commemorazioni proseguiranno alle ore 10,30 in viale “Poetto” a Cagliari, presso la Caserma “Monfenera”, sede del 151° Reggimento fanteria “Sassari” con la lettura dei messaggi istituzionali del Presidente della Repubblica e del Ministro della Difesa.

A seguire il generale Giovanni Domenico Pintus consegnerà ad una rappresentanza di studenti dell’Ipsar “A. Gramsci” di Monserrato il tricolore, quale segno di coesione e integrazione sociale fra le Forze Armate, i giovani e la collettività metropolitana.

Al termine sarà inaugurata la mostra statica di mezzi, materiali ed equipaggiamenti dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, e si svolgeranno anche dimostrazioni a carattere interforze.

A chiusura delle celebrazioni per il “Giorno dell’Unità Nazionale Giornata delle Forze Armate”, la Banda musicale della Brigata “Sassari”, alle ore 19.00, terrà un concerto in via Roma, presso la scalea di palazzo “Baccaredda”, sede del comune della città di Cagliari.

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Il comune di Carbonia ha pubblicato il bando per la gestione degli impianti sportivi senza rilevanza economica.

La modulistica relativa all’avviso esplorativo per la manifestazione di interesse è disponibile presso l’Albo pretorio comunale, l’Ufficio Pubblica Istruzione e sul sito internet www.comune.carbonia.ci.it .

«Si tratta di un ricco patrimonio di impianti e di palestre comunali da assegnare e da rendere fruibili a beneficio delle società sportive e dei loro atleti – ha detto il sindaco Paola Massidda -. Il nostro obiettivo è quello di promuovere e potenziare la pratica delle attività sportive, sociali e aggregative nella nostra città.»

I soggetti che potranno presentare la propria disponibilità alla gestione sono: le federazioni sportive; gli enti di promozione sportiva; gli enti non commerciali e le associazioni sportive senza fini di lucro; gli operatori economici che hanno gestito negli ultimi tre anni (2014-2015-2016) impianti sportivi analoghi a quelli oggetto di gara.

Enti e associazioni potranno anche consorziarsi tra loro e presentare domanda congiuntamente, individuando un referente unico nei rapporti con l’Amministrazione Comunale. 

Le domande dovranno essere presentate entro e non oltre il 10 gennaio 2018.

«La convenzione per la gestione degli impianti avrà durata quadriennale, rinnovabile annualmente con atto motivato, fino a un massimo di due anni – ha spiegato l’assessore allo Sport Valerio Piria –. Si potrà inoltre prevedere una durata maggiore del contratto nel caso in cui il gestore abbia effettuato interventi migliorativi e manutentivi sull’impianto, in grado di garantire un possibile ritorno sugli investimenti realizzati. Sono 22 gli impianti sportivi comunali che potranno essere assegnati. Un’ampia gamma di scelte per le società sportive che operano, in particolare, nel giuoco del calcio, del calcio a 5, del basket, della pallavolo, del tennis, dell’hockey, dell’atletica e delle bocce.»

L’acquisizione delle manifestazioni di interesse da parte degli operatori del settore potrà riguardare i seguenti impianti sportivi:

1. Via Balilla (gestione complessiva, in un unico blocco, dei seguenti impianti: pala hockey; pista di pattinaggio; spiazzo tra i due impianti; campo di calcio a 5; pista di atletica; campo di calcio a 11);

2. Pallone di via Roma (previa adozione di atti idonei);

3. Pallone di via della Vittoria;

4. Stadio “Carlo Zoboli“;

5. Campo di calcio a 11 di Bacu Abis;

6. Campo di calcio a 11 di Cortoghiana;

7. Campo di calcio a 11 Santa Barbara;

8. Campo di calcio a 11 ex Miniera di Serbariu;

9. Campo di calcio a 11 Serbariu;

10. Bocciodromo di Bacu Abis;

11. Bocciodromo di Carbonia;

12. Palazzetto dello Sport di Bacu Abis;

13. Palazzetto dello Sport di Cortoghiana;

14. Impianto polivalente di Cortoghiana;

15. Campo da tennis di Cortoghiana;

16. Campo di calcio a 11 di Barbusi;

17. Impianto polivalente di Barbusi (presso la Scuola primaria);

18. Campo di calcio a 11 di Is Gannaus;

19. Campo di calcio a 11 di via Dalmazia;

20. Campo di calcio a 5 di Is Gannaus;

21. Impianto polivalente di Bacu Abis;

22. Campo di calcio a 11 di Barbusi.

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Alla Maratona di New York di domenica 5 novembre correrà anche un pezzo di Sardegna: ventisei atleti avranno nelle loro canotte i loghi dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari e della Regione per dimostrare anche praticamente quanto sia importante il binomio sport e salute.

I magnifici ventisei (tra di loro diversi dipendenti dell’Aou di Cagliari) sono partiti ieri alla volta della Stati Uniti. «È una bellissima esperienza – spiega Paolo Serra, medico allergologo e patron di Cagliari Respira, l’ormai tradizionale appuntamento della mezza maratona Città di Cagliari – e siamo orgogliosi di portare nella Grande Mela le insegne della Sardegna e della nostra azienda che, con Policlinico e San Giovanni di Dio, è fortemente impegnata a promuovere sani stili di vita e prevenzione».

Per Giorgio Sorrentino, direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, «è un evento molto importante e siamo orgogliosi che i ventisei maratoneti sardi abbiano deciso di correre con il nostro logo nel cuore. L’attività fisica è fondamentale per la prevenzione delle malattie. Gli stili di vita sani sono fondamentali e noi ci crediamo tantissimo».

I maratoneti arriveranno a New York questa sera. Domani le prove generali e domenica la gara.

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TRENORD è una società di oltre 4.000 dipendenti esclusivamente dedicata al trasporto pubblico ferroviario. La società è nata il 3 maggio 2011 dall’unione di esperienza, competenza e strutture di Trenitalia e Gruppo FNM (LeNORD). Per affrontare le nuove sfide della mobilità e realizzare i suoi ambiziosi traguardi, TRENORD cerca persone dinamiche e motivate. I candidati selezionati parteciperanno ad un percorso formativo per il conseguimento dell’abilitazione all’accompagnamento treni.

Le due figure ricercate, a cui ci si potrà candidare entro il 7 novembre, sono quelle di capotreno e macchinista.

Il capotreno svolge attività di vendita a bordo treno ed assistenza ai clienti.

I requisiti richiesti sono:

– Diploma di scuola media superiore (o laurea)

– Capacità relazionali…

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://www.suntini.it/diariolavoro_trenord.html .

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Intervista di Sébastien Madau a Jean-Yves Frétigné, autore della prima biografia di Antonio Gramsci scritta in francese: “Gramsci è un pensatore allo stesso tempo classico e attuale.

Traduzione e cura  di Paolo Pulina

1) Al prof. Jean Yves Frétigné (Università di Rouen), specialista francese della storia italiana dell’Otto-Novecento, autore di una biografia di Gramsci di recentissima pubblicazione (la prima in francese o almeno la prima scritta da un Francese), si devono due importanti saggi sulla diffusione delle opere e del pensiero di Gramsci in Francia: “La réception et l’influence de Gramsci chez les intellectuels français de 1945 à nos jours” in “La Rassegna storica del Risorgimento”, aprile-giugno 2003, pp. 293-324; “L’âge d’or de l’influence de Gramsci en France (1968-1977)”, in “Maria-Antonietta Macciocchi, figure intellectuelle et penseur politique des années Vincennes”, 2010.

2) Sébastien Madau, nato a La Ciotat (comune a poco più di 30 chilometri da Marsiglia) da padre sardo originario di Ozieri, oggi caporedattore del quotidiano regionale “La Marsellaise”, ha dedicato la sua tesi di laurea a Gramsci (la ha presentata nel dicembre 2002 a Cinisello Balsamo per iniziativa del locale circolo “A.M.I.S. – Emilio Lussu”) e ha continuato l’approfondimento con successivi saggi: “Vita e ricezione di Antonio Gramsci” (redatta in italiano nel 2002 con la collaborazione del prof. José Guidi, Università di Provenza); “Antonio Gramsci. De la Question méridionale à la Voie italienne au Socialisme (1926-1964)” (redatta in francese nel 2003 con la collaborazione della prof.ssa Théa Picquet, Università di Provenza).

Sia Frétigné che Madau sono stati coinvolti dalla F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), insieme a relatori indicati dalla Fondazione Istituto Gramsci, per due convegni sul tema “A ottanta anni dalla morte di  Antonio Gramsci (1891-1937). La diffusione in Francia delle sue opere e del suo pensiero”, che avranno luogo, rispettivamente,  a Roma, nella mattinata di martedì 5 dicembre 2017, presso l’auditorium (155 posti) gentilmente concesso dall’Istituto Francese di Cultura (Institut Français – Centre Saint-Louis, Largo Toniolo, 20/22, 00186 Roma, www.ifcsl.com) e a Cornaredo (vicino a Milano), nel pomeriggio di giovedì 7 dicembre 2017, presso il Teatro comunale “La Filanda”, gentilmente concesso al Circolo culturale sardo “Amedeo Nazzari” di Bareggio-Cornaredo.

Sul suo giornale “La Marseillaise” Madau ha appena pubblicato un colloquio  su Gramsci con Jean Yves Frétigné, in occasione della citata recentissima uscita del volume di Frétigné “Antonio Gramsci: vivre c’est résister”, edizioni Armand Colin, 317 pagine, euro 24,90. Qui di seguito la traduzione in italiano.

L’INTERVISTA
Lo storico  Jean-Yves Frétigné ha pubblicato una biografia di Antonio Gramsci (1891-1937) nella quale traccia il percorso fuori del comune del filosofo marxista italiano.

Quali approcci nei confronti di Antonio Gramsci?

In tre maniere possibili: la sua vita, l’eredità presso i posteri e l’analisi filosofica. Io ho scelto la sua vita. Studio da lungo tempo la storia dell’Italia e desideravo restituirlo alla sua epoca. Non c’era nessuna sua biografia in francese. Come se non si volesse ripercorrere la sua esistenza.

Antonio Gramsci è stato incarcerato per 11 anni dal fascismo. Alcuni hanno parlato di una doppia prigione attorno a lui. Quella reale del regime fascista e quella presunta eretta dall’Unione Sovietica…

Il rapporto di Gramsci con l’URSS era complicato perché affettivo, dato che sua moglie era sovietica. In breve, egli constata che lei non gli scrive più. Vede in questo fatto una metafora dell’evoluzione del comunismo reale. Dopo gli anni Venti, ha la consapevolezza di una rigidità crescente del sistema sovietico. Gramsci è d’accordo con Stalin sul “socialismo in un Paese solo”, non teorizza la rivoluzione mondiale. Ma critica la burocrazia e la sorte riservata agli oppositori. Quando scrive a Palmiro Togliatti, che rappresenta il Partito Comunista a Mosca, questo gli risponde che si sbaglia e che in questo modo  fa il gioco dell’opposizione.

Queste riserve fanno di lui un comunista dissidente?

No. Gramsci è e resta comunista. Non diviene liberal-democratico come alcuni hanno potuto dire. L’Internazionale comunista gli aveva chiesto di prendere la direzione del PCI. E questo egli fa nel difendere la linea della grande unione antifascista. Dopo il suo arresto, egli sarà quasi eliminato politicamente. Egli non ha alcuno scambio con Togliatti al quale era comunque molto vicino.

Giustamente non si può evocare Gramsci senza evocare Palmiro Togliatti, che, dopo la sua morte, ha fatto vivere la sua eredità politica. Come definire la loro relazione?

Molto è stato detto a questo proposito. Una cosa è sicura: Togliatti ha salvato i “Quaderni del carcere” di Gramsci dopo la sua morte facendoli arrivare in URSS per evitare che cadessero in mano ai fascisti. È Togliatti che si occuperà della pubblicazione dei suoi Quaderni. Gli si farà un cattivo processo a questo proposito. Certo, delle parti sono state tagliate. Ma era il modo per pubblicarli in maniera tematica e non cronologica. Per farli conoscere meglio. Togliatti ha tradito Gramsci per salvarlo meglio e  lo ha salvato per tradirlo meglio.

Lo tradisce per quali motivi?

Quando legge i “Quaderni” Togliatti non li fa tradurre nelle lingue dell’Internazionale Comunista. Egli scrive soltanto delle note in modo che gli scritti non siano troppo divulgati, in rapporto a certi contenuti. Li protegge così.

Dalla Sardegna all’URSS passando per l’ Italia, quale avvenimento decisivo ha segnato la sua vita?

La Rivoluzione d’Ottobre del 1917. Diventa allora comunista. La sua grande idea sarà quella di tradurre in Italia ciò che si era verificato in Russia, partendo però dalle specificità  italiane e non riproducendo un modello.

Perché ha insistito sul contesto italiano?

Perché la situazione del Paese era differente rispetto a quella della Russia. In Italia il fascismo aveva messo salde radici. Non era soltanto una spinta della borghesia. Gramsci considerava che il  fascismo  era una risposta alla crisi del capitalismo e che bisognava dunque, per batterlo, radunare tutti i movimenti dell’antifascismo. Un orientamento differente, questo, rispetto a quello dell’Internazionale Comunista che non voleva sentire parlare di alleanza con coloro che essa considerava dei social-traditori.

Gramsci muore nel 1937. Nel 1944 il PCI esce ingrandito dalla guerra. Cosa divengono allora i suoi scritti e la sua immagine?

Togliatti fa di Gramsci il martire  del fascismo. Il simbolo della classe operaia,  a scapito del suo pensiero. Le sue “Lettere dal carcere”, più personali, saranno pubblicate d’altronde prima dei suoi Quaderni.

Il filosofo non sarà stato dunque che un’immagine?

No. In effetti, se gli si è data all’inizio l’immagine del martire, il PCI ha tirato fuori i suoi scritti nel momento della destalinizzazione, negli anni Cinquanta, spiegando che proponeva una via diversa dallo stalinismo, che da esso  prendeva le distanze.

Dove Gramsci ha attinto i fondamenti del suo pensiero?

Nella sua vita! Gramsci è un intellettuale in un corpo sofferente, una forza dello spirito. Evidentemente  la sua infanzia in Sardegna lo ha segnato per sempre. È lì che emerge la sua teoria sulla Questione meridionale. Egli propone l’alleanza dei contadini  del Sud  dell’Italia con gli operai del Nord.  Quando andò a studiare a Torino, egli fece la conoscenza della classe operaia. Fu uno degli artefici dei Consigli di Fabbrica, una sorta di Soviet all’italiana. È un’esperienza più avanzata. E la partenza per l’URSS gli permetterà di continuare questa formazione intellettuale.

Oggi la sua opera gode di un ritorno di interesse. Per quali ragioni?

Gramsci è molto meno strumentalizzato che in passato. È un pensatore utile a comprendere la nostra epoca su concetti come la guerra di posizione, l’ egemonia, la capacità di rinascita del capitalismo, ecc. Egli è un pensatore allo stesso tempo classico e attuale.    

Sébastien Madau (“La Marseillaise”, 28/29 ottobre 2017)

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“Il percorso multidisciplinare integrato del paziente con disturbi del movimento e del paziente con disturbi cognitivi: diagnosi clinica, imaging e terapia” sarà l’argomento centrale del convegno che si svolgerà a Sassari il 10 e 11 novembre, nell’aula magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia, in viale San Pietro.

L’appuntamento scientifico vuole sottolineare l’importanza della gestione multidisciplinare integrata di alcune patologie a elevato impatto sociale, quali sono i disturbi del movimento e i disturbi cognitivi, mettendo a confronto i maggiori esperti del settore.

Il convegno, nel quale sono previste relazioni frontali, discussione di casi clinici e tavole rotonde di confronto tra le varie figure professionali, sarà articolato in 2 sessioni: nel pomeriggio del 10 novembre verranno affrontate le tematiche relative ai disturbi del movimento, con particolare riguardo per la malattia di Parkinson e i Parkinsonismi, mentre nella mattina dell’11 novembre saranno trattati i disturbi cognitivi, con un focus mirato sulle demenze conclamate e le forme pre-cliniche.

Nel corso delle due giornate verranno analizzati gli aspetti clinici e i quadri della moderna diagnostica strumentale di imaging medico nucleare e radiologico nonché le attuali possibilità terapeutiche.

I lavori saranno presieduti da Angela Spanu, direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina Nucleare dell’Aou di Sassari, mentre i responsabili scientifici del convegno sono Susanna Nuvoli, ricercatrice medico nucleare dell’Università degli Studi di Sassari, e Maria Rita Piras, neurologa e già ricercatrice dell’Ateneo turritano.

L’evento è stato accreditato con 9 crediti formativi Ecm sia per i medici chirurghi (Neurologia, Geriatria, Medicina Nucleare, Radiodiagnostica, Medicina Generale, Medicina Fisica e Riabilitazione, Neurofisiopatologia, Psichiatria) che per le categorie professionali di fisioterapista, psicologo, tecnico di Neurofisiopatologia e tecnico sanitario di Radiologia medica.