19 May, 2024
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Dopo l’esordio vincente di ieri sulla squadra australiana A.P.I.A. Leichhardt, il Cagliari di Max Canzi torna in campo domani pomeriggio, alle 15.00, sul terreno in erba sintetica dello stadio Comunale di Altopascio, contro l’Inter, per la seconda giornata del girone eliminatorio della 71ª Viareggio Cup. Il Cagliari guida la classifica del girone con 3 punti, davanti a Inter e Braga con 1 e A.P.I.A. Leichhardt a 0 punti.

Queste le altre partite in programma:

BRAGA-A.P.I.A. LEICHHARDT
(arbitro: Bergamin di Castelfranco Veneto)

Castelfranco di Sotto (PI) / Stadio “Martini” (ore 15.00)

EMPOLI-ASCOLI
(arbitro: Campagnolo di Bassano del Grappa)

La Spezia / Intels training center “Ferdeghini” (ore 15.45) (sintetico)

NORDSJAELLAND-UNITED YOUTH SOCCER STARS
(arbitro Lovison di Padova)
Lido di Camaiore (LU) / Stadio “Benelli” (ore 15.00) (sintetico)

BOLOGNA-TERNANA
(arbitro: C. Rinaldi di Bassano del Grappa)

Larderello (PI) / Stadio “Florentia” (ore 15.00) 

BRUGES-VIAREGGIO
(arbitro: Munerati di Rovigo)

Capezzano (LU) / Stadio “Cavanis” (ore 15.00) (sintetico) 

TORINO-RIETI
(arbitro: Zamagni di Cesena)

Marina di Carrara (MS) / Stadio “Nuova Covetta” (ore 15.00) (sintetico)

NORCHI DINAMOELI TBILISI-ATHLETICO PARANAENSE
(arbitro: Bracaccini di Macerata)
Quarrata (PT) / Stadio “Raciti” (ore 15.00)

PARMA-VENEZIA
(arbitro: Frascaro di Firenze)

La Spezia / Intels training center “Ferdeghini” (ore 17.45) (sintetico)

NANIA-EURO L.I.A.C. NEW YORK
(arbitro: Nana Tchato di Aprilia)
Carrara – Località Fossone (MS) / Stadio “Boni” (ore 15.00) (sintetico)

Il Cagliari di Max Canzi. Fonte: www.cagliaricalcio.com .

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È stato chiarito l’episodio di accoltellamento avvenuto alle prime luci dell’alba di ieri ad Assemini.
Due i fermi di indiziato di delitto eseguiti nel corso della serata di ieri dai carabinieri della stazione di Assemini; a seguito delle indagini, i responsabili della violentissima aggressione degenerata con 4 coltellate al dorso del giovane marocchino, sono due giovani residenti ad Assemini, un uomo (G.S., 34 anni) e una donna (D.S., 39 anni). Secondo gli accertamenti investigativi dei militari, il tutto sarebbe avvenuto all’alba di lunedì, alle 5.30 circa, quando la vittima, un giovane di nazionalità marocchina (regolare, classe 1993) in compagnia di due amici coetanei del posto, una ragazza ed un ragazzo, si sarebbe recato presso il bar “Pit Stop” di Assemini. Entrato dentro il locale, il giovane marocchino ne è uscito dopo qualche minuto, in compagnia dei due fermati e, come si evince chiaramente dalle immagini del sistema di videosorveglianza del bar, immediatamente acquisite dai carabinieri, ha avuto un’accesa discussione con i due, degenerata in un’aggressione fisica. Durante la lite, gli amici dell’aggredito, hanno più volte cercato di intervenire per sedare gli animi, senza riuscirvi. Proprio in quei frangenti che la donna poi arrestata, dopo aver estratto un coltello di circa 13 cm di lama dalla propria borsetta rossa che portava a tracolla, approfittando dell’immobilizzazione della vittima da parte del complice, ha sferrato quattro coltellate al dorso del ragazzo, colpendolo in particolare nella zona lombare. Il giovane marocchino, cominciando a perdere vistosamente sangue, è stato sostenuto dei due compagni che subito lo hanno fatto allontanare, mentre i suoi aggressori, con fare assolutamente disinvolto, si sono allontanati dopo qualche minuto dal luogo del delitto.
A quel punto, l’aggredito è stato immediatamente accompagnato presso l’abitazione dell’amica, distante poche centinaia di metri dal bar, dove quest’ultima, resasi conto della gravità delle ferite, ha allertato subito il 118 che ha fatto sopraggiungere, poco dopo, un’ambulanza. La vittima è stata trasportata immediatamente in codice rosso presso il pronto soccorso del policlinico di Monserrato dove, dopo aver constatato che una delle coltellate aveva perfino perforato un polmone, è stata immediatamente sottoposta ad intervento chirurgico.

I carabinieri della stazione di Assemini, attivati dall’ospedale, hanno sin da subito cercato di ricostruire i fatti, ascoltando in caserma i due amici dell’aggredito e, poco dopo, rintracciando i due aggressori. In particolare, durante l’escussione dei due aggressori, i militari hanno notato un atteggiamento nervoso della donna che, con ancora indosso la borsa rossa della sera prima, si agitava all’interno degli uffici, in attesa di essere ascoltata. I militari hanno proceduto ad un controllo della giovane, rinvenendo all’interno della sua borsa il coltello ancora intriso di sangue, utilizzato per il ferimento. Sulla scorta delle evidenze investigative raccolte, i carabinieri hanno eseguito due fermi di indiziato di delitto nei confronti della coppia, contestando l’ipotesi di reato di tentato omicidio in concorso, traducendo i due al carcere di Uta.

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I risultati della seconda giornata della 71ª Viareggio Cup.

SASSUOLO-FK RFS 1-0

Rete: 44′ pt. Mattioli (S).

(arbitro: Caldera di Como)
La Spezia / Intels training center “Ferdeghini” (ore 16.00) (sintetico)

BENEVENTO-PONTEDERA 0-0

(arbitro: Ubaldi di Roma 1)
Pontedera (PI) / Stadio “Mannucci” (ore 15.00) (sintetico)

MILAN-BEREKUM CHELSEA 1-0

Rete: 2′ pt. Tonin (M).

(arbitro: Piazzini di Prato)
Santa Croce sull’Arno (PI) / Stadio “Masini” (ore 15.00)

SPEZIA-CARRARESE 2-1

Reti: 10′ pt. D’Eramo (S), 12′ Morachioli (S), 31′ Scaletti (C).

(arbitro: Baldelli di Reggio Emilia)
Carrara (MS) / Stadio “dei Marmi” (ore 15.00) (sintetico)

FIORENTINA-KRASNODAR
(arbitro: Taricone di Perugia)
Altopascio (LU) / Stadio Comunale (ore 19.30) (sintetico)

PERUGIA-WESTCHESTER UNITED 2-1

Reti: 48′ pt. Dawson (W); 33′ st. Cavaliere rig. (P), 37′ Settimi (P).

(arbitro: De Angeli di Milano)
Quarrata (PT) / Stadio “Raciti” (ore 15.00)


GENOA-DUKLA PRAGA 3-2

Reti: 21′ pt. Ullman (D), 40′ Ventola (G); 6′ st. Szabo (G), 17′ Kott (D), 39′ Zanoli (G).

(arbitro: Zucchetti di Foligno)
Levanto (SP) / Stadio “Scaramuccia-Raso” (ore 15.00) (sintetico)

LIVORNO-ATLANTIDA JUNIORS 2-1

Reti: 9′ pt. Regoli (L), 14′ Al. Canessa (L); 44′ st. Bertino (A).
(arbitro: Ancora di Roma 1)
Livorno – Località Antignano / Stadio “Banditella” (ore 14.30)

RAPPRESENTATIVA SERIE D-UNDER 19 CINA 1-1

Reti: 29′ st. Abudurousuli (U), 43′ Sall rig. (R).

(arbitro: Di Marco di Ciampino)
La Spezia / Intels training center “Ferdeghini” (ore 14.00) (sintetico)

SPAL-SALERNITANA 2-0

Reti: 18′ st. Rizzo Pinna (Sp), 48′ Minaj (Sp).

(arbitro: Dallapiccola di Trento)
Ferrara / Stadio “Mazza” (ore 15.00).

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Il Parlamento europeo approvato nuove misure per proteggere gli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali da parte degli acquirenti e dei distributori.

Le nuove regole, approvate con 589 voti favorevoli, 72 contrari e 9 astensioni, bandiscono le pratiche sleali quali:

  • i ritardi nei pagamenti per i prodotti consegnati;
  • le cancellazioni unilaterali tardive o modifiche retroattive dell’ordine;
  • il rifiuto dell’acquirente di firmare un contratto scritto con il fornitore; e
  • l’uso improprio di informazioni riservate.

Saranno vietate anche le minacce di ritorsioni contro i fornitori che vogliono presentare reclami, ad esempio la cancellazione degli ordini dei loro prodotti o il ritardo nei pagamenti.

Gli acquirenti non potranno più richiedere ai fornitori dei pagamenti per il deterioramento o la perdita dei prodotti avvenuta nella propria sede, a meno che ciò non sia dovuto alla negligenza dei fornitori.

Altre pratiche, quali la restituzione dei prodotti invenduti al fornitore senza pagarli, l’obbligo per i fornitori di pagare per la pubblicità dei prodotti, l’addebito ai fornitori per lo stoccaggio o la quotazione dei prodotti, o l’imposizione di costi di sconti al fornitore, saranno anch’esse vietate, a meno di non essere state concordate preventivamente nel contratto di fornitura.

I fornitori di prodotti alimentari potranno presentare reclami nel luogo in cui si trovano, anche se il commercio sleale si è verificato in altre parti dell’UE. Le autorità nazionali preposte all’applicazione della normativa tratteranno i reclami e condurranno le indagini.

Le nuove norme proteggeranno i piccoli, medi e medi fornitori con un fatturato annuo inferiore a 350 milioni di euro. Tali fornitori saranno suddivisi in cinque sottocategorie (con un fatturato inferiore a 2 milioni di euro, 10 milioni di euro, 50 milioni di euro, 150 milioni di euro e 350 milioni di euro), con la protezione più ampia per i più piccoli.

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Oggi il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva una legge europea sulla sicurezza informatica con 586 voti favorevoli, 44 contrari e 36 astensioni. Si crea così il primo schema di certificazione a livello europeo per garantire che i prodotti, i processi e i servizi venduti nell’UE soddisfino gli standard di sicurezza informatica.

Il Parlamento ha inoltre adottato una risoluzione non legislativa, per alzata di mano, in cui si chiede un’azione UE contro le minacce alla sicurezza legate alla crescente presenza tecnologica della Cina nell’UE. 

I deputati esprimono forte preoccupazione per le recenti affermazioni secondo cui le infrastrutture per le reti 5G potrebbero avere delle ‘backdoor’ incorporate che consentirebbero ai fornitori e alle autorità cinesi di avere un accesso non autorizzato ai dati personali e alle telecomunicazioni nell’UE.

Si teme che i fornitori di dispositivi di paesi terzi possano presentare un rischio per la sicurezza dell’UE a causa delle leggi del loro paese che obbligano le imprese a cooperare con lo Stato grazie a una definizione molto ampia della sicurezza nazionale. In particolare, le leggi cinesi sulla sicurezza dello Stato hanno suscitato reazioni negative in vari paesi.

I deputati chiedono alla Commissione e agli Stati membri di fornire soluzioni per affrontare le vulnerabilità informatiche nell’acquisto dei materiali per il 5G, e propongono di: diversificare gli acquisti con diversi fornitori, introdurre procedure di appalto in più fasi, stabilire una strategia per ridurre la dipendenza dell’Europa dalla tecnologia di sicurezza informatica straniera e creare un sistema di certificazione cyber-sicurezza per l’introduzione del 5G.  

Il Cybersecurity Act dell’UE, già concordato informalmente con i Ministri UE, prevede la certificazione delle infrastrutture critiche, comprese le reti energetiche, l’acqua e i sistemi bancari, oltre a prodotti, processi e servizi. Entro il 2023 la Commissione valuterà se tali nuovi sistemi volontari debbano essere resi obbligatori. 

La legge sulla sicurezza informatica prevede inoltre un mandato permanente e maggiori risorse per l’Agenzia europea per la sicurezza informatica, l’ENISA.

Il Consiglio deve ora approvare formalmente la legge sulla sicurezza informatica. Il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione. La risoluzione sulla presenza cinese nell’UE sarà inviata alla Commissione e agli Stati membri.

 

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Il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, risponde all’appello del giovane disabile che gli ha chiesto un incontro per verificare la possibilità di accedere ad un lavoro con l’applicazione della legge 68/99.

«Siamo dispiaciuti per la situazione del figlio della signora Adima Cotza. Ma è la stessa condizione in cui versano i tanti ragazzi portatori di disabilità seguiti dalla struttura dei Servizi sociali, sempre attenta e presente di fronte alle esigenze e ai problemi degli antiochensi – dice Ignazio Locci -. Il Comune fa quello che può e si muove all’interno del quadro normativo di riferimento, sfruttando i programmi messi a disposizione dalla legge. Ed è esattamente quello che si sta facendo anche con questo giovane antiochense.»

«Spiace che la signora sostenga che il figlio non sia stato ricevuto dal Sindaco: questo non corrisponde al vero e la mamma del ragazzo lo sa bene. È una falsità – aggiunge Ignazio Locci -. Per quanto attiene l’aspettativa della signora in merito all’assunzione del figlio in Comune, ribadiamo che la sua condizione è identica a quella di tanti altri disabili e che, per questo, il Comune non può fare favoritismi in base a singoli casi – conclude il sindaco di Sant’Antioco – ma si attiene alle disposizioni di legge e mette in campo gli strumenti di cui dispone.»

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Venerdì 22 febbraio 2019 è una data negativa, dopo quasi 5 anni dall’avvio del procedimento, dopo un infinito e rigorosissimo iter procedurale per la ripresa produttiva della raffineria della bauxite, dell’Eurallumina Rusal di Portovesme, non si è giunti alla delibera autorizzativa relativa alla Valutazione di Impatto Ambientale, rimandando tutto ad un successivo approfondimento.

Un avvenimento atteso ed auspicato dalle tute verdi sulcitane, fuori da Villa Devoto, che hanno accompagnato questi lunghi anni di attesa con impegno e determinazione, guidate da una RSU esempio di unità e compattezza, mettendo in campo decine di manifestazioni, presidi e sit-in, occupazioni di sedi istituzionali, a testimoniare la ferma ed incrollabile volontà di riconquistare il proprio posto di lavoro, attraverso una produzione, quella dell’allumina, da raffinazione della bauxite, utile e strategica per l’industria nazionale.

A rafforzare gli intenti dei lavoratori, la grande caparbietà della proprietà della Rusal e del management Eurallumina, nel non abbandonare il progetto, superando un vero labirinto dovuto alla burocrazia ed il lievitare dei costi, che avrebbe costretto chiunque ad abbandonare l’impresa, garantendo e rispettando tutti gli impegni sottoscritti con le organizzazioni sindacali. Il mantenimento degli impianti, gli investimenti già realizzati, oneri, stipendi e contributi, sono stimati in 20 milioni di euro all’anno dal 2009 ad oggi.   

Si può parlare, a questo punto, di un evento estremamente negativo, la valutazione di impatto ambientale, non prodotta dopo anni di attenta e rigorosissima istruttoria, a cui hanno partecipato nel dare le proprie valutazioni, una trentina tra enti e dipartimenti a livello regionale e nazionale  non sancita dalla delibera della Giunta regionale, su questi principi, pone in discussione il rilancio dell’attività industriale.

La delibera prodotta dalla Giunta regionale nel dettaglio sull’autorizzazione VIA per la ripresa produttiva dello stabilimento Eurallumina, ci lascia delusi e totalmente insoddisfatti, come abbiamo espresso nell’incontro avuto con il presidente Francesco Pigliaru e la sua Giunta.

Avevamo auspicato concretamente che, dopo 5 anni di iter procedurale, una volta arrivato sul tavolo della Giunta regionale avrebbe avuto un esito positivo.

Nel merito viene evidenziato nella delibera, che lo studio d’impatto sulla salute prodotto dall’Eurallumina, documenta che, considerando gli impatti negativi sulla salute della popolazione determinati dalle esposizioni alle emissioni nella zona e gli effetti positivi sulla salute della popolazione, determinati dall’occupazione, danno come risultato la riduzione dei decessi in ragione di 6,24 per anno nel territorio, e di 1,58 per anno nel solo comune di Portoscuso.

Anche la speranza di vita migliora. Le stime sono fatte su modelli probabilistici standard.

Questa stima è stata giudicata ottimistica dai consulenti dell’assessorato della Sanità, sebbene gli stessi siano d’accordo che possa essere considerata come un possibile riferimento.

La Giunta ha quindi richiesto che questo aspetto sia ulteriormente approfondito. Di fatto, rinviando e delegando alla prossima amministrazione regionale, la decisione finale. Con quali tempi e con quali intenzioni e indirizzo se ne occuperanno il Presidente e la Giunta che è scaturita dalle urne il 24 febbraio, e che ancora non si è insidiata, nessuno può saperlo.

La proprietà dell’Eurallumina intende proseguire nel progetto e nel piano di rilancio dello stabilimento di Portovesme, come la RSU ha appurato nell’incontro avuto con la dirigenza aziendale nei giorni scorsi.

Sia pur ancora una volta feriti da una decisione ancora non definitiva, che poteva dare finalmente corso allo sviluppo delle fasi successive e alle prospettive concrete di rilancio di produzione e occupazione, la resistenza e la determinazione delle tute verdi non verrà fiaccata e la lotta proseguirà per quanto resterà viva la possibilità di arrivare ad un verdetto positivo.

In troppi raccontano di essere a favore del lavoro, dei lavoratori e dell’industria, per poi palesemente e con ambigue, subdole azioni ed atteggiamenti, produrre l’esatto opposto per impedirne il loro sviluppo e decretarne la definitiva serrata.

Ci vorrebbe un’enciclopedia per dettagliare quanto avvenuto in questi anni, ma per estrema intesi, si ricordano le tappe più salienti.

La storia racconta di quel lontano gennaio del 2009, due lustri addietro, quando una delle più importanti raffinerie di bauxite europee per la produzione di allumina, appena raggiunto il suo picco massimo di produzione (un milione e 50mila tonnellate di prodotto), annuncia la fermata degli impianti per gli alti costi di produzione.

Sono mesi di dura lotta per scongiurare questa eventualità, ma il 12 marzo del 2009, al rumore del lavoro e delle attività di uomini e donne allora oltre 700 tra diretti e indotto, viene sostituito dal silenzio assordante.

Nitide le strazianti scene del ritiro degli effetti personali dagli armadietti da parte dei lavoratori , la certezza di un presente fatto di garanzie economiche e di speranze per il futuro, sostituito dall’incertezza, dalla precarietà dal ricorso agli ammortizzatori sociali, entrare in un tunnel senza intravederne l’uscita. Il giorno seguente, 13 marzo 2009, il cattivo presagio che dall’Eurallumina, considerata al pari delle altre fabbriche un colosso inattaccabile, partisse il contagio alle altre realtà vicine, fa si che oltre 20mila persone si riversino nelle strade di Carbonia, per l’ultima grande mobilitazione unitaria da allora svolta, lo sciopero generale del territorio con tutte le categorie presenti in massa a sostegno dell’occupazione, tutti dietro lo striscione che apriva l’ immenso corteo, al grido: «Non si chiude l’Eurallumina».

Ma le tute verdi che erano in testa al corteo, che si snodava per quelle vie che furono il teatro della dura epica lotta dei minatori che permise la loro sopravvivenza, della città di Carbonia e del territorio con la nascita del polo industriale di Portovesme in sostituzione della cessata estrazione mineraria, avevano già capito che lo slogan sarebbe stato per gli anni a seguire «l’Eurallumina deve riaprire», con un misto di magone e rabbia perché ormai era troppo tardi, il cuore dello stabilimento si era fermato il giorno prima. Purtroppo, in poco tempo altri grandi impianti, hanno cessato la produzione, chiudendo definitivamente, con l’abbandono delle proprietà che le avevano gestite.

Quel grido «L’Eurallumina deve riaprire» (di fatto mai tecnicamente chiusa, ma bensì ferma come produzione), accompagnato da «Ogni operaio Una Famiglia», non si è mai interrotto nelle strade e sotto i palazzi istituzionali a Cagliari e a Roma, in dieci anni di calvario e di resistenza estrema.

Quando i più si sarebbero arresi, la volontà si rafforzava, cogliendo risultati importanti, segnali che hanno alimentato la determinazione e respinto lo sconforto, come «la non cessazione del rapporto di lavoro evitando in più occasioni il licenziamento collettivo, la frequenza sempre maggiore di personale nei turni rotativi di manutenzione, la riapertura della mensa, la conquista del diritto spettante per il sostegno al reddito». 

La permanenza della azienda ha consentito l’avvio ormai da diversi anni, delle bonifiche interne ed esterne, il trattamento e depurazione delle acque reflue, con la barriera idraulica, certificate e controllate, monitorate costantemente dagli organi di controllo pubblici.

Così come in uno spazio breve, la solidarietà ed il sostegno sono scemati, sino a lasciare spazio alla avversione e la negatività, ad iniziative sempre più frequenti di  vero palese accanito contrasto alla possibilità di ripresa dell’attività, lasciando di fatto da soli i lavoratori  insieme a troppo pochi che hanno deciso di condividere la resistenza a livello politico, istituzionale, e di chi per mandato avrebbe dovuto battersi con più incisività per le nostre istanze. Pochi che si sono visti insultare e accusare insieme ai lavoratori ed i loro rappresentanti, di combattere per qualcosa di negativo. Tutti gli schemi stravolti, i lavoratori e chi ne ha preso le difese, tacciati delle peggiori nefandezze.

Dopo la fermata, inizialmente prevista per un anno, alla scadenza dei 12 mesi è parso ormai chiaro che la ripresa sarebbe stata lontana e difficile da raggiungere, anni di nebbia dove si devono subire promesse e falsità totali, dai vari livelli governativi e regionali. In questi 10 anni ci siamo confrontati e scontrati, con 4 diversi governi (6 diversi presidenti del Consiglio: Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte), 8 ministri dello sviluppo economico (Scajola, Berlusconi ad interim, Romani, Passera, Zanonato, Guidi, Calenda, oggi Di Maio), Tre Giunte regionali (Soru, Cappellacci, Pigliaru, ora Solinas), 6 assessori regionali dell’Industria .

La RSU ha svolto incontri con Presidenti del Consiglio, ministri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente, del Lavoro, vice ministri e sottosegretari, presidenti di Regione, di Provincia, assessori, direttori generali e funzionari degli enti, ribadendo costantemente con convinzione le proprie rivendicazioni .

Lo scenario cambia, quando nel 2012, dopo un incentivarsi della lotta dei lavoratori, tra regione e governo, si concorda una strada, condivisa dall’azienda, per un percorso da concludersi con il riavvio delle produzioni, le basi vengono poste il 22 novembre 2012 al Mise, con la sottoscrizione dell’addendum al primo protocollo d’intesa, dove venivano indicati i vari step, e gli impegni reciproci tra Mise, Regione e Rusal, all’interno del Piano Sulcis, con tutti i vari dicasteri governativi coinvolti a sottoscrivere l’atto ufficiale.

Quella è la vera data in cui la possibilità di far ripartire l’Eurallumina, è divenuta realmente perseguibile. Si decise, per abbattere i costi della produzione, di realizzare un impianto di cogenerazione di energia termica ed elettrica per autoproduzione alimentato a carbone, non essendo stata accettata la proposta di trasferimento diretto dell’energia termica necessaria, dalla vicina centrale Enel.

Di fatto l’unica possibilità era la realizzazione del CHP.

Altra tappa fondamentale l’accordo finanziario con Invitalia per il Contratto di sviluppo del 24 luglio 2014.

La ripresa delle produzione è stata vincolata al rilascio delle autorizzazioni VIA ed AIA.

Nel luglio del 2014, parte la consultazione preventiva , per la predisposizione della documentazione del progetto da depositare agli uffici competenti .

Il 23 ottobre 2014 viene depositato il progetto, che prende il via ufficialmente il giorno seguente con l’avviso pubblico sul quotidiano l’Unione Sarda, di avvio del procedimento, ma di fatto resta sospesa, eoccorre attendere il 9 aprile 2015 quando il ministero dell’Ambiente dopo un incontro tra il ministro Galletti e la RSU attribuisce la competenza per Via e AIA alla Regione Autonoma della Sardegna, nello specifico il servizio valutazioni ambientali, facente capo all’assessorato regionale dell’Ambiente.

Ad anticipare questo passaggio, un altro atto fondamentale, la sottoscrizione il 21 marzo 2015, del Protocollo d’Intesa – accordo di Programma tra Mise, ministero dell’Ambiente, Regione Sardegna, provincia del Sud Sardegna, Comune di Portoscuso, Arpas, Piano Sulcis, Eurallumina Rusal, per la gestione del progetto di ripresa produttiva e del sito di stoccaggio.

Cosa è successo dopo la cronaca di questi anni lo ha ampiamente documentato, un iter infinito, che ha visto svolgersi tre “presentazioni pubbliche, tre conferenze dei servizi, innumerevoli riunioni tecniche, integrazioni, chiarimenti, sospensioni, rinvii”.

Ad inizio 2018, la possibilità di un accordo commerciale tra Eurallumina ed Enel, diventa concreto, con un intervento decisivo del ministro Carlo Calenda (in visita all’Eurallumina a fine dicembre 2017) quello che sarebbe dovuto essere sin dall’inizio il percorso più semplice, diventa tangibile e realizzabile, in un piano di sinergie per il rilancio completo del polo industriale di Portovesme, con la filiera dell’alluminio che può mantenere e sviluppare la sua valenza strategica, attraverso Eurallumina e Sider Alloys.

Il 10 settembre 2018 la proponente Eurallumina, deposita la variante al progetto originario, sparisce la centrale di cogenerazione CHP e viene sostituita dalla tubazione per il vapordotto Enel-Eurallumina. Escono di scena altri elementi contestati, come l’innalzamento del sito di stoccaggio e le autorizzazioni secondo le nuove norme avranno durata decennale.

Il 21/22 gennaio 2019, si svolge la terza conferenza dei servizi, resasi necessaria causa le modifiche intervenute, ad esprimersi con parere contrario la sola sovrintendenza Mibact, in netto contrasto alla stessa componente regionale che si esprime a favore.

Il parere contrario in questo non è normativamente vincolante sulla V.I.A.

La conferenza viene sostanzialmente chiusa e si va alla predisposizione del verbale monografico di quanto avvenuto in questo percorso istruttorio da parte degli uffici dell’assessorato regionale dell’Ambiente, da trasferire alla giunta per la deliberazione con il parere finale.

La delibera V.I.A. consente di passare alla fase successiva, l’Autorizzazione Integrata Ambientale, che è di “competenza della provincia del Sud Sardegna”.

Dal suo avvio l’A.I.A. che di fatto prevede le autorizzazioni a realizzare le opere, deve essere conclusa entro trenta giorni, è probabile che si riproponga il parere contrario della sovrintendenza Mibact e a, seconda dell’interpretazione che verrà data alle fase procedurali, potrebbe risultare ostativa.

Il motivo del contendere è relativo alle diverse interpretazioni del PPR sulle aree industriali, ovvero tra aree dismesse e/o operative.

Il ripetersi di due “pareri diametralmente opposti tra organi paritetici dello stato appartenenti allo stesso ente” aprirebbe un conflitto istituzionale che avrebbe tra le probabilità, la necessità di un arbitrato da parte del governo. Governo già preallertato tramite gli incontri che la Rsu ha avuto direttamente con il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte ed il sottosegretario di stato Giancarlo Giorgetti.

Solo ad AIA ottenuta, la Rusal autorizzerà l’investimento, si potrà definire e rendere operativo il contratto con Enel, potrà partire la progettazione esecutiva, si potranno bandire le gare ed aprire i cantieri, che significano lavoro e lavoratori all’opera, stesse attività ed operatività preparatorie dovrà realizzare l’Enel per la sua parte di progetto.

L’avvio della produzione se si rispettasse il cronoprogramma delle opere da realizzare è prevista per la fine del 2020. Ma la fase autorizzativa deve concludersi entro i prossimi 2/3 mesi e l’incertezza posta da disposizioni sull’energia dal governo in carica devono essere chiarite .

Ad attendere questo ulteriore e definitivo passaggio i 260 lavoratori diretti Eurallumina, che nel piano industriale diventerebbero con le già programmate assunzioni 342 all’ avvio della produzione, i 130 delle manutenzioni stabili, i circa 200 dell’indotto, dei servizi i fornitori, oltre ai 270 addetti alla punta massima che verranno impegnati nelle opere di predisposizione alla ripresa produttiva per un periodo di 12/18 mesi.

Il calcolo matematico sul valore dell’economia prodotta dalla ripresa produttiva di Eurallumina indica in 1.416 i posti di lavoro creati.

Il piano di investimenti è di 250 milioni di euro, il monte stipendi annuo erogato è di 30 milioni di euro. Ricadute che andranno ad attenuare la gravissima crisi del territorio, migliorando la qualità della vita in termini di benessere per le famiglie e delle altre attività dal commercio all’artigianato in grave sofferenza.

Alla ripresa dello stabilimento Eurallumina, sono strettamente connesse le altre attività già citate, la Centrale Enel (circa 1.000 occupati tra diretti e indotto), e Sider Alloys ce acquisterebbe il 100% della materia prima senza costi di trasporto  (1.216 occupati tra diretti e indotto), le stesse attività del consorzio Industriale e del Porto Industriale, prossimo al dragaggio per l’accesso di navi con maggiore capienza che ridurranno costi e tempi di approvvigionamento e spedizioni.

Con la permanenza e il futuro garantito per i prossimi 10 della Portovesme srl (1.400 tra diretti e appalti ed altri 1.000 con il moltiplicatore economico), si tratta di numeri enormi, di cui è assolutamente assurdo pensare di potersene privare, ancora di più oggi alla luce della autorizzazione decretata per la V.I.A.

La lotta e le battaglie delle tute verdi, e tra loro un vero zoccolo duro, sempre presente ad ogni iniziativa e per questo degni di rispetto e riconoscenza anche e, soprattutto, da chi lo è stato meno, hanno tenuto aperti quei cancelli, permettendo di mantenere aperto il rapporto di lavoro diretto con l’azienda, scongiurando ciclicamente il licenziamento collettivo, restando agganciati al fondo pensionistico integrativo della categoria dei chimici, aumentando costantemente il numero dei lavoratori impegnati nei turni di rotazione per il mantenimento impianti (ad oggi oltre 80 sono presenti tutti i giorni), e assieme a loro una presenza costante di addetti esterni alle manutenzioni, dare corso ad importanti opere manutentive e di adeguamento impianti, riaprire il laboratorio, acquisire direttamente con personale interno su tre turni h24 il trattamento delle acque reflue industriali con ottimi risultati certificati, la riapertura della mensa e la riassunzione delle addette licenziate nel 2009, il rinnovo degli indispensabili strumenti di sostegno al reddito con sempre il minimo di ritardi e disagi, la possibilità per circa 200 aventi diritto di accedere alla pensione senza decurtazioni economiche. Favorendo rapporti tra azienda e istituzioni spesso in fase di black out e pertanto altamente pericolosi, senza il necessario dialogo, mantenendo accesi i riflettori, rendendo visibile ed attuale nell’agenda politica il “caso Eurallumna”, mettendoci a livello delle più importati vertenze a livello regionale e nazionale. Se non ti lamenti e, in modo appropriato, non esisti, e nessuno lo fa al posto tuo!!! Sempre su basi concrete, mai attraverso pietismo, con sobrietà mai cadendo allo sconforto e alla negatività, e neanche all’inutile e dannoso ottimismo, raccontando sempre le verità ai lavoratori anche le meno piacevoli, all’insegna dell’estremo realismo. Questo e tanto altro, altrimenti sarebbe stato impossibile resistere 10 anni ed i tanti esempi di aziende cadute nell’oblio e di ex lavoratori abbandonati a se stessi ormai scomparsi, privati anche del minimo sostentamento è lunghissimo e lo dimostra.

Obiettivi importanti, tangibili, ma che non ci potevano distrarre dall’unico vero obiettivo (al contrario di chi, per fortuna molto pochi, anche all’interno ha coltivato e coltiva ancora altri interessi che non vedono al primo posto la ripresa produttiva), che resta quello unico della riconquista per noi, e per chi ne potrà usufruire direttamente (saranno oltre 100 le nuove assunzioni) o indirettamente il definitivo ritorno alla piena e stabile occupazione.

La Lotta paga SEMPRE!!! E ancora di più paga l’unità tra i lavoratori!!!

Antonello Pirotto

Operaio Eurallumina e componente RSU.

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Venerdì 15 marzo 2019, si terrà lo sciopero mondiale per il clima, a cui hanno già aderito quaranta paesi del mondo. L’iniziativa intitolata “Global strike for future” è stata promossa dalla studentessa svedese Greta Thunberg per richiamare l’attenzione sui gravi cambiamenti climatici in atto e sollecitare le istituzioni a fare scelte politiche che garantiscano la conservazione della vita ed il futuro alle nuove generazioni.

Greta ha cominciato, da sola, a scioperare dal mese di agosto 2018, manifestando ogni venerdì davanti al Parlamento svedese. Migliaia di studenti e studentesse si sono uniti/e a lei. Il suo discorso alla Conferenza Mondiale sul Clima Cop24 ha fatto il giro del mondo, sollecitando l’azione di tutti con la sua affermazione “state rubando il futuro ai vostri figli”.

Anche la rete delle associazioni locali (“I Giardini della Biodiversità” – Scuola Civica di Politica, Centro Sperimentazione Autosviluppo, Umanità Nuova, Associazione Gennarta, Comitato Riconversione RWM per la pace e lo sviluppo sostenibile, gruppo BariCentro, Consulta Anziani Iglesias, Associazione Olistica infinito Benessere, ArgoNautilus, Consorzio Turistico per l’Iglesiente, mamme dell’associazione Consultiamoci, C.I.C. ARCI Iglesias, Mondadori Iglesias, La Cernita Teatro Bacu Abis, Associazione Anton Stadler, Associazione ContraMilonga, ACLI, Iglesias Mine Tour, …), aderisce all’iniziativa per esprimere il nostro impegno, perché il tempo è ora per manifestare tutti insieme ed agire.

Per questo il 15 marzo, come Greta e i tanti studenti nel mondo, i partecipanti si ritroveranno tutti davanti al comune di Iglesias, in piazza Municipio, alle ore 9.30 con i cartelli costruiti con cartone riciclato e raggiungeranno poi il giardino della chiesa del Santo Salvatore, a Serra Perdosa, spazio pubblico, dalle ore 11.00 alle ore 17.30, in cui raccogliere, presentare, esporre le proprie idee, i propri impegni, le proprie richieste per non distruggere il futuro! Sono invitate le classi con i loro insegnanti, i genitori, le associazioni, i cittadini tutti.

L’invito è stato esteso a tutte le scuole, affinché dedichino in questa settimana spazi laboratoriali per far conoscere ed approfondire le problematiche relative ai cambiamenti climatici e a partecipare alle iniziative organizzate.

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Va avanti la prevendita dei biglietti per “Il rigore che non c’era”, lo spettacolo di Federico Buffa in scena mercoledì 27 marzo (ore 21.00) al Teatro Massimo di Cagliari per l’organizzazione della cooperativa Vox Day. I biglietti si possono acquistare online e nei punti vendita di Vivaticket a 38 euro in poltronissima e 28 in poltrona (più diritti di prevendita). Chi volesse acquistare un biglietto attraverso il circuito Sardex potrà farlo prenotando via mail a info@voxday.com o per telefono al numero 070840345, fino a martedì 26 e fino ad esaurimento posti.

Dopo il fortunato debutto dell’estate scorsa, “Il rigore che non c’era”, che la sera prima (martedì 26) farà tappa al Nuovo Teatro Comunale di Sassari (organizza la cooperativa Le Ragazze Terribili), approda in Sardegna nell’ambito della nuova tournée prodotta da International Music and Arts che ha preso il via il 7 febbraio.

Con un riferimento letterario a Edoardo Galleano, il titolo dello spettacolo è la metafora di quell’evento imprevisto, inaspettato, che trasforma una vita, proprio come un rigore, nel gioco del calcio, può cambiare il corso di una partita. Partendo da vicende sportive, il lavoro teatrale scritto a quattro mani con Marco Caronna si trasforma in un affresco storico, poetico e musicale dove si incrociano e si intrecciano tanti fatti e personaggi non solo dello sport. Il tutto, punteggiato dalle note di Alessandro Nidi, che accompagna e sottolinea al pianoforte le parole di Federico Buffa, in scena con Jvonne Giò e lo stesso Marco Caronna, che firma anche la regia. Sessant’anni da compiere il prossimo 28 luglio, giornalista, telecronista di basket e commentatore sportivo, Federico Buffa ha messo in luce le sue grandi doti di narratore raccontando in tv, e poi anche in teatro, storie di protagonisti ed eventi dello sport.  

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L’emergenza lavoro, nel Sulcis, non accenna ad attenuarsi. Il problema investe larghi strati della popolazione, con particolare concentrazione tra i giovani. E, tra i giovani, sono tanti quelli che hanno difficoltà motorie più o meno gravi, per vari tipi di disabilità e, conseguentemente, hanno ancora minori possibilità di accesso al mondo del lavoro.

Oggi abbiamo raccolto l’appello di Adima Cotza, residente a Sant’Antioco, madre di un giovane di 24 anni, invalido, regolarmente iscritto alle liste speciali della legge 68/99, rivolto al sindaco, Ignazio Locci, affinché verifichi la possibilità di inserire il figlio negli organici comunali con mansioni specifiche.

«Da un anno chiedo un incontro con il Sindaco e non ho mai avuto un riscontro – dice Adima Cotza -. Credo che mio figlio, affetto da una disabilità rara, sia nelle condizioni di poter rivendicare il diritto di accedere ad un lavoro con l’applicazione della legge 68/99, e rinnovo la richiesta di incontro al Sindaco, affinché venga a conoscenza della sua situazione e valuti concretamente la possibilità di dargli una risposta.»