28 March, 2024
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A mezzanotte la Sardegna si presenta al via degli spostamenti tra regioni con zero contagi e zero decessi. Sono numeri ancora molto positivi quelli emersi nelle ultime 24 ore nell’Isola, avviata verso il ritorno alla vita normale. E’ ancora in calo il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, 21 (2 meno di ieri), e solo 1 anche oggi si trova in terapia intensiva. Scendono ancora le persone in isolamento domiciliare, 133, 4 meno di ieri, e gli attualmente positivi, 155, 6 meno di ieri. I pazienti dimessi/guariti sono 1.071, 6 più di ieri.

Il totale dei casi positivi resta fermo a 1.357, quello dei decessi a 131.

Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 537 tamponi (ieri 391, totale 58.224), 482 i casi testati (ieri 338, totale 49.736).

 

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Il nuovo abbandono di un consigliere del Movimento 5 Stelle, Elio Loi, dimessosi ieri mattina dal Consiglio comunale (e chiusosi nel silenzio per non alimentare le polemiche), non poteva non scatenare le opposizioni, alimentando il dibattito politico, già acceso, nonostante le prossime elezioni Amministrative siano lontane ancora un anno. Ieri è intervenuto l’ex sindaco Giuseppe Casti, con un post pubblicato su Facebook (divenuto ormai da tempo sede di confronto-scontro, politico e non solo. Oggi, sempre su Facebook, a dire la sua sulle vicende politiche ed amministrative cittadine, è Fabio Desogus, segretario cittadino del Partito democratico ed ex assessore nella Giunta Casti.

Carbonia cade e non va tutto bene…

Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: «Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene». Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.

La storiella raccontata all’inizio e alla fine in un bellissimo film di Kassovitz, è la metafora perfetta della Carbonia dei 5 stelle. Un lungo elenco di fallimenti, chiusure di servizi, dimissioni di assessori, consiglieri, gaffe, inciampi, attacchi pesanti a chi non la pensa come loro (vi ricordate i peones, le lavandaie, gli sciacalli, l’opposizione che deve rientrare nelle fogne?), attacchi alla stampa, attacchi alle associazioni cittadine. E ogni volta, dopo ogni fallimento, dopo ogni dimissione di assessore o consigliere, arrivano sempre puntuali dichiarazioni rassicuranti e successive foto di rito per far apparire plasticamente che “è tutto normale” e che “va tutto bene”.

Ormai è anche inutile elencare la moria di assessori e consiglieri che hanno abbandonato, tardivamente o meno non saprei, questa barca alla deriva che è l’Amministrazione Massidda.

C’è solo un piccolo problema. Nel caso dell’uomo che cade dal palazzo di cinquanta piani, sarà lui a sfracellarsi al suolo; nel caso di Carbonia, sarà l’intera comunità a pagare le conseguenze di 5 anni (per ora 4) di disastri politici e amministrativi.

Ho più volte chiesto alla Sindaco di Carbonia di dimettersi per il bene di tutti. Son passati quattro anni e ormai non confido più in quello che considero un atto di dignità personale e di responsabilità civile e politica nei confronti di tutta la comunità cittadina.
Pertanto, almeno stavolta, Sindaco Massidda, se proprio non riesce ad ammettere di aver politicamente fallito, non ci venga per favore a raccontare che va tutto bene.»

 

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L’ultimo atto è la chiusura, non si sa ancora se definitiva, del dormitorio di via Palmas, decisa dalla ASSL e posta in essere dal PLUS di Oristano venerdì 29 maggio!

La vicenda aveva preso inizio nella prima settimana di marzo, quando i volontari dell’associazione Domus Oristano, che gestiscono il dormitorio in convenzione con il PLUS, segnalavano la situazione di oggettivo pericolo di contagio a cui erano esposti gli ospiti del dormitorio, costretti a trascorrere il giorno all’aperto, in condizioni igienico-sanitarie precarie, e la notte in spazi troppo ristretti per attuare le misure di distanziamento che si andavano profilando.

Un confronto con il sindaco e i Servizi sociali aveva quindi portato alla soluzione non più rimandabile di collocare in hotel gli ospiti allora presenti in dormitorio.

La situazione si è protratta fino a quando, il 18 maggio, è stata stabilita la fine ufficiale del lockdown, pur nel permanere dell’emergenza sanitaria.

Alla richiesta della ripresa del servizio, i volontari del dormitorio hanno chiesto alla ASSL un controllo degli spazi e un preciso protocollo a cui attenersi, per garantire sicurezza a se stessi agli ospiti, ed evitare ulteriori occasioni di diffusione del virus.

La risposta dell’Ufficio di Igiene ha sciolto ogni dubbio: per la disposizione degli spazi, evidentemente inadeguati in tempi di Covid, il dormitorio non può riaprire nei locali fino ad ora utilizzati.

Ai sensi del regolamento del dormitorio, il PLUS ha comunicato agli ospiti presenti in hotel il non reinserimento, giustificando la decisione con lunga permanenza in struttura, ma dichiarando di impegnarsi a sostenerli nella ricerca di una soluzione abitativa alternativa, almeno per il mese di giugno!

Al momento questo sembra essere il capolinea di una vicenda che per quasi sei anni ha visto decine di volontari impegnati nell’accoglienza di ormai un centinaio di persone senzatetto, provate dalle più svariate vicende della vita e spesso alla ricerca di una dignità e di una voglia di ricominciare che sembrava perduta. Volontari che non si vogliono arrendere e che da un pezzo sono alla ricerca di locali che garantiscano un servizio migliore in favore dei tanti che ogni notte occupano panchine, parcheggi, rifugi di ogni genere.

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Delia è il primo Comune della Sicilia ad aver condiviso il progetto “Una Borsa per il Futuro” lanciato da Associazione Culturale Formore Istruzione, partner ufficiale dell’Università di Sassari per lo sviluppo e l’attuazione di diversi progetti.

«Si tratta di borse di studio del valore unitario di 250 euro ha detto il sindaco Gianfilippo Bancheri da evolvere agli studenti che conseguono la maturità col massimo dei voti, da utilizzare presso la piattaforma di WAUniversity, uno dei patner di Formore istruzione. Le somme serviranno ad acquistare materiali didattici digitali per la preparazione al test di medicina, odontoiatria, veterinaria e professioni sanitarie.»

«Formore Istruzione è sostenuta da Fondazione di Sardegna e gode delle relazioni coltivate negli anni con diversi partner, tra questi WAUniversity, che collaborano mettendo a disposizione i loro materiali e le loro piattaforme», spiega Melany Mancuso, deliana, socia e consigliera dell’Associazione che studia presso l’ateneo di Sassari.

«L’associazioneaggiunge Melany Mancusosvolge un’attività di formazione e di orientamento universitario e lavorativo rivolto agli studenti delle quinte classi. Quest’anno l’orientamento è stato fatto online e nell’occasione abbiamo potenziato già le diverse attività che facevamo a distanza integrandone di nuove. Abbiamo pensato così di contribuire ad aiutare i maturandi a riaccendere una speranza per il loro avvenire.»

«Si tratta di un’ iniziativa lodevole quella di Associazione Formore Istruzioneha detto, infine, Gianfilippo Bancheri -. Il progetto, che vuole venire incontro alle impreviste difficoltà che le famiglie stanno fronteggiando a causa di Covid-19, quest’anno, grazie all’interessamento di Melany Mancuso, è stato esteso anche alla Sicilia.»

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L’Associazione sardi Gramsci di Torino promuove il territorio del sud-ovest della Sardegna attraverso la rete vasta dei propri contatti e la consolidata attività di bigliettazione marittima. Questi luoghi sono un’isola nell’isola. Larga e spaziosa. Una costa lunga oltre 100 chilometri, infinite spiagge deserte e dorate, intervallate da alte scogliere e tre borghi che vi si affacciano – Arbus, Fluminimaggiore e Buggerru – incastonati tra il mare più bello e selvaggio e un entroterra di monti e di vallate solitarie e verdi, fitte di boschi secolari e dei segni dell’antica civiltà mineraria. Siamo nella Costa Verde, nella Costa delle Miniere, a sud-ovest della Sardegna, dove ogni distanza sociale è naturalmente in vigore da sempre. Qui stare sdraiati lontani dagli altri, nelle spiagge di Scivu, di Piscinas, di Pistis, di Torre dei Corsari, di Portixeddu, di San Nicolò, di Cala Domestica e di Buggerru, o tra i ciottoli levigati dal mare di Cala Perdischedda e di Capo Pecora non è mai stato un problema. Qui, in queste spiagge davanti al mare verde smeraldo, posizionare l’ombrellone anche a oltre trenta metri dal più vicino telo da spiaggia è la normalità: persino nei giorni più caldi e affollati di Ferragosto. È un nostro vanto lo spazio infinito per accogliere gli ospiti, per farli sentire davvero in vacanza, liberi nel vasto perimetro che la natura ci ha concesso. È un nostro vanto poterli accogliere in tutta sicurezza nei nostri alberghi discreti, negli agriturismi dagli antichi sapori, nei nostri caldi b&b o nelle nostre case vacanze. Come sono un nostro vanto i vecchi villaggi minerari di Ingurtosu, di Arenas, di Planus Artus, che hanno impresso sul nostro territorio segni indelebili. Ancora, il tempio di Antas, le grotte di Su Mannau, le campagne pascolate dalle “pecore nere di Arbus“, le fertili vallate che danno prodotti dai sapori unici, il nostro mare pescoso e ricco e sano, le centinaia di sentieri da percorrere a piedi, a cavallo, in bicicletta, dentro una natura in cui la parola “massa”, semplicemente, da secoli, non esiste.

Come arrivare:

– dall’aeroporto e dal porto di Cagliari un’ora e mezzo di auto;

– dai porti e aeroporti di Olbia, Porto Torres, Alghero, massimo 3 ore e mezzo di auto.

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Alla vigilia della riapertura degli spostamenti tra regioni, nessun nuovo caso positivo al Covid-19 e nessun decesso in Sardegna.

Sono 1.357 i casi complessivamente accertati dall’inizio dell’emergenza. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 58.224 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 22, di cui 1 in terapia intensiva, mentre 133 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 155. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.002 pazienti guariti (+14 rispetto al dato precedente), più altri 69 guariti clinicamente. Il numero delle vittime è invariato, 131.
Sul territorio, dei 1.357 casi positivi complessivamente accertati, 252 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 97 nel Sud Sardegna, 59 a Oristano, 79 a Nuoro, 870 a Sassari.

 

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Si è appena conclusa nella Basilica di Nostra Signora di Bonaria, a Cagliari, la solenne celebrazione eucaristica concelebrata dai Vescovi della Sardegna per ricordare il primo approdo, 650 anni fa, del simulacro della Madonna di Bonaria sulle coste cagliaritana ma anche per un rinnovato affidamento del popolo sardo alla sua Patrona Massima in un tempo di prova come quello attuale, segnato dalla pandemia. Alla Santa Messa, presieduta da mons. Antonello Mura, presidente della Conferenza Episcopale Sarda, hanno partecipato le massime autorità della Regione e della città metropolitana di Cagliari. 
Al termine mons. Sebastiano Sanguinetti, segretario della Conferenza Episcopale Sarda, ha letto un messaggio di incoraggiamento e di fiducia al popolo sardo che riportiamo integralmente.

Come Vescovi della Sardegna, in questa stagione della nostra storia inedita e drammatica, che continua a chiedere a tutti – anche in presenza di confortanti segnali di attenuazione dell’epidemia – gesti di responsabilità per la tutela della nostra salute, desideriamo far sentire la nostra voce – concorde e solidale con le nostre Chiese – per interpretare e accompagnare tutte le altre voci che giungono dalle famiglie, dalle realtà associative, dalla scuola e dal mondo del lavoro. Ci sentiamo soprattutto accompagnati dalla voce del Maestro, che ci invita a essere forti nella fede, senza perdere mai la speranza, specialmente nella burrasca. Le nostre voci intendono far riecheggiare nuovamente le parole che papa Francesco, nell’indimenticabile preghiera del 27 marzo scorso in una piazza San Pietro deserta, pronunciò come appello alla nostra fede fragile: «Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai».

Non ignoriamo che anche in Sardegna, dove pure il virus Covid-19 ha avuto una diffusione molto inferiore rispetto ad altre Regioni, le conseguenze siano state evidenti, in particolare per l’esperienza della fragilità personale e collettiva che, accompagnata dalla paura del contagio, ha messo in discussione stili di vita, relazioni interpersonali e consuetudini secolari, alle quali eravamo tradizionalmente abituati. Se si aggiungono, inoltre, gli evidenti riflessi che l’epidemia sta avendo sulla nostra economia e sull’occupazione, intaccando anche il risparmio del nostro popolo e indebolendo la preesistente e fragile situazione della nostra Isola, non è sbagliato affermare che l’emergenza sanitaria sia diventata un’autentica emergenza sociale. Possa l’esperienza della fragilità che abbiamo vissuto e ancora viviamo aiutarci a valutare sempre con sapienza le nostre scelte di vita e i modelli di sviluppo che ci vengono offerti.

Noi Vescovi non siamo né politici né economisti, né tantomeno medici, ma vogliamo – a nome del Vangelo – accompagnare e far risuonare ancora più forti le voci provenienti dalle persone concrete e dai loro bisogni essenziali. Pensiamo alle famiglie, spesso più impoverite e senza un sostegno adeguato; ai ragazzi e ai giovani che hanno vissuto anche un’emergenza educativa, non solo scolastica; ai lavoratori che vivono l’incertezza della precarietà, senza certezze per il futuro; alle imprese, molte delle quali a rischio fallimento e agli anziani, che hanno pagato il prezzo dell’isolamento, diventando spesso vittime involontarie del virus. Pensiamo molto ai poveri, vecchi e nuovi, temiamo per loro perché c’è il rischio che continueranno a vivere nella solitudine, persino nell’abbandono. E non vogliamo dimenticare la realtà delle persone disabili, perché la loro fragilità e il loro disagio sono aumentati ancora di più con l’emergenza sanitaria.

Come Vescovi continuiamo a essere vicini a tutte le persone deboli che vivono nelle famiglie, nelle strutture sanitarie o nelle case di accoglienza, alle loro ferite fisiche, psicologiche e mentali, rinnovando la nostra profonda ammirazione e il nostro ringraziamento per chi si occupa di loro, non solo per un naturale senso del dovere, ma anche per i sentimenti più belli che fanno la differenza quando ci si prende cura degli altri, i sentimenti della passione per la vita.

Sentiamo come nostro compito, dopo aver ripreso con gioia le celebrazioni pubbliche della fede, quello di far rifiorire nel nostro popolo la speranza nel futuro, soprattutto quando ci giungono – talvolta disperatamente – appelli da persone in difficoltà, alla cui attenzione come Chiesa stiamo dedicando tutto il nostro impegno di pastori, insieme ai sacerdoti e ai diaconi, alle religiose, grazie alla generosità dei volontari delle nostre Caritas e dei vari enti che gravitano nel mondo ecclesiale, rispondendo talvolta anche solo ai loro bisogni immediati per affrontare la vita di ogni giorno.

Per questo desideriamo incoraggiare e rafforzare tutte le scelte che riguardano la concreta esistenza delle persone e il loro futuro. Mentre ci difendiamo giustamente dal “virus” che lavora per la morte, siamo però chiamati a sviluppare idee e progetti per un altro “virus”, quello per la vita. Appare necessario che la politica, l’economia, la sanità, la giustizia e la cultura si mettano in gioco, preparando una terapia adatta che consenta al nostro popolo un respiro ampio e rigenerante. Preoccupano invece alcuni sguardi limitati, interventi con il fiato corto e la lentezza nel passare dalle promesse ai fatti, anche a causa di un percorso burocratico esasperante.

Ci sentiamo incoraggiati come credenti anche dalla fede del nostro popolo, dalla memoria di donne e uomini che ci hanno trasmesso esperienze di rinascita e passaggi storici rivelatisi fondamentali per tutta la nostra storia.

In questa stagione altri temi meritano la nostra attenzione e quella dell’opinione pubblica. Il primo riguarda le scuole paritarie, che pur non essendo statali sono comunque pubbliche e non tutte cattoliche, la cui voce in Sardegna si è levata ultimamente per ricordare che promuoverle e difenderle significa tener conto non solo della loro specificità nel campo dell’istruzione, ma anche della necessità di mantenere la loro offerta educativa accessibile alle famiglie, in linea con la Legge n. 62 del 2000, che attua l’articolo 33 della Costituzione. Senza dimenticare il valore della loro proposta educativa in una società pluralista come quella attuale e senza sottovalutare il risparmio economico che esse rappresentano per lo Stato.

Sempre nel campo educativo inoltre, insieme agli educatori, attendiamo con fiducia le Linee guida applicative per le nostre comunità e per i centri oratoriani che permettano – fin da questa estate – l’animazione dei bambini e dei ragazzi, veri tesori del nostro futuro. Siamo infatti persuasi della necessità di tornare in modo convinto a investire nell’educazione, favorendo per la scuola la libertà di scelta e assicurando risorse ai diversi settori che si occupano di formare le nuove generazioni.

Una parola desideriamo pronunciarla anche sul tema del turismo. Difficile pensare al futuro della Sardegna senza una salutare scossa che faccia ripartire questo settore. Sosteniamo con vigore l’ambizioso ma necessario impegno di tutti coloro, politici e imprenditori, che hanno manifestato tante idee innovative anche per quest’estate. La nostra Isola, con la sua naturale bellezza e la possibilità di essere una Regione Covid-free, può rappresentare un modello da imitare e contemporaneamente compiere una svolta significativa della sua storia. Importante accompagnarla e favorirla risolvendo finalmente l’annoso tema dei trasporti e contribuendo, con opportune e coraggiose decisioni, a offrire l’immagine di una Sardegna non solo autonoma ma anche accogliente e solidale, modello di una società che sa rigenerarsi e rinnovarsi. Un impegno particolare chiediamo alle comunità ecclesiali, perché offrano un’accoglienza liturgica e spirituale che aiuti ogni turista a rigenerare anche lo spirito.

Due gesti accompagnano questo nostro Messaggio. Uno religioso, con la celebrazione di oggi nella Basilica di Bonaria, la nostra Massima Patrona che imploriamo come Madre premurosa del nostro cammino e l’altro, non meno importante, di condivisione interdiocesana, rivolto al Centro di accoglienza “Il Gabbiano” della Comunità Padre Monti a Oristano, segno della nostra attenzione al mondo della disabilità, al quale doniamo 30mila euro per dotarlo di adeguati presidi sanitari.

Che Dio ci benedica tutti, mantenendoci nel suo Amore.

I Vescovi della Sardegna

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«Pare che il consigliere comunale Elio Loi, noto esponente del Movimento Cinque Stelle cittadino, abbia rassegnato le proprie dimissioni. Il Municipio è diventato una specie di albergo, con all’ingresso le porte girevoli: “amministratori” grillini che entrano ed escono con stupefacente velocità.»

E’ molto duro il commento di Giuseppe Casti, ex sindaco di Carbonia, alle dimissioni del consigliere del M5S Elio Loi dal Consiglio comunale, arrivate ieri mattina con una PEC agli uffici di piazza Roma.

«Personalmente, tra assessori e consiglieri, che hanno abbandonato l’Amministrazione ho perso il contoaggiunge Giuseppe Casti e poi, a questo punto, poco importa, i danni che potevano fare li hanno fatti…almeno il consigliere Loi ha avuto un briciolo di dignità, forse un po’ troppo tardiva.»
«Da questo disastro pentastellato conclude l’ex sindaco Giuseppe Casti emerge, comunque, la figura del Sindaco, Paola Massidda: ben salda al timone della nave che affonda, imperturbabile come il capitano del Titanic.»

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«I lavori per mettere in sicurezza e riaprire al traffico il tratto della strada del Logudoro chiuso da diversi mesi sono stati consegnati alla ditta che dovrà eseguire l’intervento. È quanto si legge nella risposta che l’assessorato regionale ai lavori pubblici ha inviato in merito all’interrogazione che ho presentato nei giorni scorsi su questo argomento. I lavori, dunque, possono essere avviati a breve e questa non può che essere una buona notizia, quella che gli abitanti di questo territorio aspettavano.»

Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale del gruppo UDC Cambiamo! Gian Filippo Sechi. Il tratto della SS597 è chiuso da circa sei mesi. Una situazione di emergenza temporanea si era trasformata in una chiusura ad oltranza che sta creando non pochi disagi agli automobilisti e alle attività commerciali situati nella stessa strada. Questo aveva portato il consigliere Gian Filippo Sechi a chiedere un intervento immediato da parte della Regione nei confronti di ANAS.

«La comunicazione dell’assessoratoaggiunge il consigliere dell’UDC – fa ben sperare nella riapertura della strada entro i prossimi 90 giorni. Questo infatti è il tempo stabilito per l’esecuzione delle opere da parte della ditta incaricata. Il costo totale dei lavori è di 450mila euro, il finanziamento è stato già approvato dalla direzione generale di ANAS che ha anche dato il via libera alla perizia tecnica. L’emergenza Covid-19 è stato il motivo principale del ritardo nell’avvio degli interventi che sarebbero dovuti iniziare già da alcuni mesi e che ora con le nuove disposizioni entrate in vigore dal 18 maggio potranno finalmente partire. I lavori riguarderanno la sistemazione dei versanti rocciosi e la conseguente messa in sicurezza della carreggiata stradale. Per quanto mi riguarda, oltre a ringraziare l’assessorato ai lavori pubblici per aver risposto in tempi brevi e positivamente alla mia interrogazione, l’impegno sarà ora verificare e monitorare sul rispetto dei tempi previsti per l’esecuzione delle opereconclude Gian Filippo Sechi -. L’attesa è stata tanta e non ci possiamo permettere ulteriori ritardi.»

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Nonostante 1 nuovo caso positivo e 1 decesso, il bilancio della giornata nel contrasto e nella prevenzione del Covid-19 registra segnali positivi sulla strada d’uscita dall’emergenza, a poche ore dalla riapertura degli spostamenti tra le regioni. Nelle ultime 24 ore, infatti, sono diminuiti sensibilmente i pazienti ricoverati in ospedale, sia quelli con sintomi, 23, ben 10 meno di ieri, sia quelli in terapia intensiva, ne è rimasto soltanto 1, ieri erano 2. Sono in consistente calo anche le persone in isolamento domiciliare, 137 (ieri erano 150) e gli attualmente positivi, 161 (ieri erano 185). Sono 1.065 i dimessi/guariti, 24 più di ieri.

Assai più contenuto rispetto alle precedenti 24 ore sia il numero dei tamponi effettuati, 391 (716), sia quello dei casi testati, 338 (584).