27 April, 2024
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L’ATS, in collaborazione con il comune di Nuxis, ha avviato presso i locali al piano terra del Centro sociale e nelle aree esterne, una campagna di screening mediante l’esecuzione  di tamponi rapidi, quale misura tesa a contenere la diffusione  del Coronavirus.

«Chi fosse interessatocomunica il sindaco, Piero Andrea Deias -, potrà rivolgersi al proprio medico di famiglia per tutte le informazioni del caso e l’eventuale prenotazione.»

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In seguito agli aggiornamenti forniti dalle Autorità sanitarie, si comunica che le persone attualmente positive al COVID-19, tra i residenti nel Comune di Iglesias, sono 79, con 7 pazienti che risultano ospedalizzati.
Oltre a queste, altre 54 persone si trovano in quarantena.

«Nel corso delle scorse settimaneha spiegato il sindaco Mauro Usai secondo quanto ci è stato comunicato dalle Autorità sanitarie, il numero delle persone positive ed in quarantena è rimasto sostanzialmente invariato. Solo di recente abbiamo potuto riscontrare un incremento tra i positivi, e questo ci deve indurre alla massima attenzione e a proseguire nell’adozione di comportamenti responsabili.
Utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, rigoroso rispetto del distanziamento e delle norme igieniche di prevenzione, unica maniera per tutelare la nostra salute e quella del prossimo.»

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Si avvia a conclusione il progetto di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e del cyber bullismo denominato “Bambini, ragazzi e nuove tecnologie – percorsi formativi per educare alla Cittadinanza Digitale e al rispetto delle norme costituzionali” (direzione scientifica a cura di Luca Pisano e Valeria Cadau) promosso e gestito dall’Istituto Ifos di Cagliari ed elaborato in sinergia con i Servizi Sociali dei comuni di Sant’Antioco e Calasetta e con l’Istituto Globale Sant’Antioco.

Il 22 gennaio, alle 16.30, infatti, è in programma il convegno (online) conclusivo del programma. Per partecipare occorre inviare, entro il 21 gennaio 2021, una e-mail a ifos.sardegna@ifos-formazione.com oppure contattare il numero telefonico 070 3325974. Il link per accedere al convegno sarà comunicato dopo l’iscrizione. Modererà la dottoressa Antonella Serrenti, responsabile dell’Ufficio Politiche sociali del comune di Sant’Antioco. Saluti di Ignazio Locci e Claudia Mura, rispettivamente sindaco di Sant’Antioco e sindaca di Calasetta. Seguiranno gli interventi di Tiziana Merloni, Dirigente dell’Istituto Globale Sant’Antioco, Maria Grazia Muroni, pedagogista del Comune di Sant’Antioco, di Simona Corrò, psicologa del comune di Calasetta, Luca Pisano, psicologo psicoterapeuta, Direttore dell’Osservatorio Cybercrime Sardegna. E ancora, prenderanno la parola Francesco Greco, dirigente del compartimento Polizia Postale e delle comunicazioni per la Sardegna,  nonché una rappresentanza di genitori e studenti dei comitati digitali scolastici e genitori digitali, organismi nati proprio nell’ambito del progetto.

Il progetto nasce in risposta all’inquietante fenomeno del bullismo e del cyber bullismo, diffuso tra i ragazzi soprattutto nella fascia d’età pre-adolescenziale e adolescenziale, ed è stato rimodulato alla luce dei diversi lockdown e dell’avvento della didattica a distanza. Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati su siti web. L’obiettivo di questo programma era promuovere azioni di conoscenza e prevenzione del fenomeno integrando saperi ed esperienze, con l’obiettivo di accrescere le sinergie di contrasto tra le diverse componenti sociali in gioco (famiglia, scuola, istituzioni). A docenti, genitori, studenti e operatori sociali sono stati dunque forniti gli strumenti per prevenire e contrastare la navigazione online a rischio, educando nel contempo i giovani ad utilizzare il web in modo sicuro e responsabile.

 

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«Si informano i cittadini che l aggiornamento odierno parte dell ‘ATS, registra purtroppo un ULTERIORE ALLARMANTE INCREMENTO del numero di casi di positività accertata che porta il numero dei positivi al virus a 29 casi. Ben 12 in più rispetto alla situazione precedente del 13 gennaio. Di questi 29 casi, 17 residuano dalla situazione precedentemente comunicata; si è registrato inoltre solo 1 caso di negativizzazione.»
L’annuncio, pochi minuti fa, lo ha dato il sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, con un post pubblicato su Facebook.
«I nuovi focali familiari riscontrati ed i loro contatti diretti, sono ora tutti in isolamento e quarantena, parte di questi ultimi in attesa di tampone diagnosticoha aggiunto Giorgio Alimonda -. Abbiamo attualmente 3 persone ricoverate in ospedale. Le Istituzioni, sanitarie e scolastiche sono in contatto diretto e anche per il tramite del comune per assumere le tempestive decisioni del caso per la sicurezza delle famiglie e persone interessate. La situazione attuale richiede un deciso innalzamento dell’attenzione, dei comportamenti e se si dovesse rendere necessario saranno adottate misure cautelative anche in ambito comunale. Il virus continua ad essere presente nella nostra cittadina ed è necessario seguire strettamente le disposizioni e le indicazioni previste dalle norme emanate, evitando assembramenti anche in ambito familiare, lavandosi spesso le mani e indossando le mascherine.»
«È stato chiesto alle Forze dell’Ordine ha concluso il sindaco di Portoscusodi incrementare i controlli per il rispetto delle norme comportamentali in materie di prevenzione epidemiologica, ma anche le sanzioni in caso di ripetuto comportamento non consono.»

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Grazie ad un accordo sottoscritto con diverse organizzazioni sindacali, finalizzato a un ricambio generazionale, il gruppo bancario Intesa Sanpaolo procederà all’assunzione di 3.500 nuovi profili entro il 2024 a fronte di oltre 7.200 uscite volontarie. Già al momento sul sito di Banca Intesa sono disponibili diversi annunci di lavoro, che riguardano diplomati e laurearti: Consulenti Commerciali, che dovranno lavorare a stretto contatto con i gestori delle filiali della banca, visitare i clienti e analizzare i loro bisogni e proporre servizi sviluppati in collaborazione con partner qualificati e accuratamente selezionati dal gruppo; Specialisti Attuariato, i quali dovranno lavorare sulle valutazioni tecnico-attuariali dei prezzi, monitorare gli andamenti tecnici attraverso l’analisi di redditività e di solvibilità aziendali, supportare il team ed effettuare l’analisi del rischio finalizzata all’assunzione delle polizze collettive e individuali; Specialisti della Conformità, che dovranno supportare e fornire consulenza alle strutture aziendali, promuovere e verificare la conformità alla normativa vigente dei processi aziendali, collaborare con i membri del proprio team e interfacciarsi con altre strutture. Il Gruppo offre opportunità di lavoro anche ad Agenti Junior con partita Iva in Attività Finanziaria e Assicurativa, che avranno il compito di acquisire nuovi clienti privati e business tramite offerte “di ingresso” nel mondo di Intesa Sanpaolo, sviluppare il cross-selling su clienti della banca, proporre soluzioni dai forti contenuti innovativi e digitali e sostenute da intense iniziative di comunicazione e promozione, i quali devono avere approccio imprenditoriale, buone capacità relazionali, capacità di pianificazione delle attività, propensione a lavorare per obiettivi, orientamento al risultato, etc., che vogliono confrontarsi con percorsi di crescita professionali impegnativi e stimolanti.

Per verificare tutte le altre figure…

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_intesa_1_21.html .

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E’ un Carbonia in crescita, quello uscito imbattuto ieri pomeriggio dal terreno di gioco del Biagio Pirina di Arzachena, al termine dei 97′ del derby con la squadra smeraldina allenata da Raffaele Cerbone. Una partita affrontata dalla squadra di Marco Mariotti in formazione rimaneggiata, per le assenze di Cristian Stivaletta (in panchina ma ancora alle prese con i postumi di un infortunio ad una spalla), Fabio Mastino, Fabio Fredrich e Tamirr Berman, quest’ultimo indisponibile da diverse settimane, e in una condizione ambientale assai complicata, per il fortissimo vento di maestrale e la leggera pioggia intermittente.

La partita è stata equilibrata nella prima mezz’ora, priva di emozioni, ed è stato il Carbonia che ha disputato il primo tempo contro vento, dopo aver perso Cristiano Palombi, sostituito per un’indisposizione al 22′ da Emmanuel Odianose, ad avere la prima occasione da goal concreta, sventata al 31′ con un’uscita con i piedi dal portiere gallurese Rashed Al-Tumi, classe 2000. Al 35′, il goal dell’Arzachena, maturato su calcio di rigore decretato per un fallo di mano in area e trasformato dal 33enne Daniele Molino che ha spiazzato Werther Carboni. Il finale del tempo non ha offerto grandi emozioni, ma al duplice fischio che ha mandato le squadre negli spogliatoi per il riposo riposo, sono esplose le proteste dei giocatori e del tecnico del Carbonia nei confronti del direttore di gara, per alcuni mancati interventi su scontri di gioco e, soprattutto, per non aver consentito di battere un calcio di punizione dal limite dell’area, allo scadere del secondo minuto di recupero (oltre a quella di Cristiano Palombi con Emmanuel Odianose, c’era stata anche la sostituzione di Gaetano Ungaro con Matteo Marinari).

Al ritorno in campo per il secondo tempo, sono bastati pochi secondi al Carbonia per riportare il risultato in parità. Il 19enne Marco Andres Paolini ha sbagliato un appoggio al proprio portiere, sulla traiettoria si è inserito come un falco Roberto Cappai che al momento della conclusione è stato steso dall’estremo difensore gallurese: calcio di rigore! Sul dischetto s’è portato lo stesso Roberto Cappai, Rashed Al-Tumi ha intuito la direzione ma il tiro angolatissimo ha piazzato la sfera imparabilmente in fondo alla rete: 1 a 1! Per Roberto Cappai si tratta del quarto goal in cinque partite giocate.

Ritrovata la parità, il Carbonia, con il vento alle spalle, ha creduto di poter anche vincere la partita, ci ha provato in un paio di occasioni, anche dopo i cambi di Daniele Cannas con Nicolò Agostinelli, Nicola Serra con Joseph Tetteh e Lorenzo Isaia con Daniel Pischedda.

Anche Raffaele Cerbone ha effettuato altro quattro cambi nel finale: al 28′ Gabriele Dore per Kevin Congiu e Luca Manca per Agustin Olivera Scalambrini, al 33′ l’ex Suku Kassama Sariang per Edoardo Defendi e, infine, Alessandro Rossi per Antonio Loi al 37′.

I due portieri sono rimasti pressoché inoperosi e, pur provando a cercare il goal della vittoria, le due squadre sono apparse quasi paghe del risultato di parità che, alla fine, è stato accettato da entrambe positivamente.

Il Carbonia, con il punto conquistato, sale a quota 14 punti in classifica, su 10 partite giocate (due da recuperare, mercoledì 20 gennaio a Giugliano e poi in casa con l’Insieme Formia); l’Arzachena, da parte sua, sale a quota 11 punti, su 9 partite giocate (tre da recuperare, mercoledì 20 gennaio in casa con il Team Nuova Florida, poi a Giugliano e a Latina).

 

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Arriva anche per i cittadini del Sulcis Iglesiente “Poste Delivery Web”, il nuovo servizio di Poste Italiane che consente la spedizione di pacchi dalla propria abitazione.
In questo particolare periodo di emergenza, la possibilità di compiere delle spedizioni in totale sicurezza direttamente da casa con ritiro a domicilio gratuito e, da oggi, in modalità “paperless”, ossia senza la necessità di stampare la lettera di vettura, può essere utile per limitare le occasioni di potenziale rischio di contagio oltreché vantaggioso in termini di oggettiva comodità di fruizione del servizio.

Spedire comodamente dal PC e dallo smartphone con il servizio “Poste Delivery Web” è molto facile e bastano pochi click. È sufficiente collegarsi al sito https://postedeliveryweb.poste.it o scaricare l’APP “Ufficio Postale” e acquistare on line una o più spedizioni. Oltre all’opzione “ritiro a domicilio”, per i pacchi con destinazione nazionale, è possibile anche scegliere di recarsi presso uno dei 31 Uffici Postali o dei 23 Punto Poste abilitati del Sulcis Iglesiente. Per effettuare la spedizione, sarà sufficiente mostrare all’operatore di sportello il Codice 2D generato al termine dell’acquisto, senza necessariamente stampare la lettera di vettura.

Poste Delivery Web permette anche di monitorare lo stato della spedizione, dalla partenza fino all’arrivo a destinazione, con aggiornamenti gratuiti sullo stato dell’invio con e-mail o sms. I clienti che scelgono Poste Delivery Web hanno a disposizione anche un Archivio dove consultare lo stato delle spedizioni, una rubrica dove salvare e gestire i contatti preferiti e una sezione bozze dove salvare le spedizioni non concluse. Con Poste Delivery Web possono essere spediti pacchi fino a 30 kg di peso e 220 cm come somma delle tre dimensioni, con una consegna prevista in Italia da 1 a 3 giorni lavorativi successivi a quello di spedizione con il servizio veloce ed entro 4 giorni lavorativi con la spedizione standard.
Poste Italiane coglie l’occasione per ricordare che, in questo periodo di emergenza in cui è necessario garantire alla clientela la fruizione dei servizi negli uffici postali in totale sicurezza, la possibilità di prenotare l’appuntamento in un orario preciso è una possibilità in più che l’Azienda offre al fine di evitare eventuali assembramenti: in numerosi uffici del Sulcis Iglesiente, infatti, è possibile prenotare il proprio turno allo sportello tramite WhatsApp al n° 3715003715, direttamente dal proprio cellulare o in alternativa attraverso il sito www.poste.it o l’App “Ufficio Postale”.

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L’Amministrazione comunale di Iglesias ha approvato il progetto definitivo/esecutivo relativo ai lavori di efficientamento e di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di illuminazione pubblica nella città di Iglesias e nella frazione di Nebida.

Gli interventi, riguarderanno la riqualificazione tecnologica degli impianti, il loro ammodernamento e l’efficientamento, al fine di ottimizzare i risultati anche in un’ottima di risparmio energetico, grazie alla sostituzione di corpi illuminanti obsoleti con nuovi apparecchi dotati di tecnologia a LED e di sistemi di regolazione automatica del flusso luminoso.

I lavori, finanziati per un importo complessivo di 246.382,60 euro, riguarderanno nel dettaglio la via F. Fois, a Iglesias, e nella frazione di Nebida:

– Via Pan di Zucchero;
– Strada Piazza Belvedere;
– Passeggiata Belvedere;
– Via Masua;
– Piazza Belvedere;
– Piazza Santa Barbara;
– Via Portu Nebida;
– Via del Pescatore;

Per quanto riguarda via del Pescatore, via Portu Nebida e via Fois, che erano strade non servite dall’illuminazione pubblica, verrà realizzato ex novo l’impianto completo d’illuminazione.
Oltre a questo, si procederà ad altri interventi di manutenzione ordinaria degli impianti di illuminazione in diverse strade, piazze e nei parchi cittadini.

Per il sindaco Mauro Usai: «Grazie a questi lavori di manutenzione e di efficientamento l’Amministrazione comunale metterà in campo un importante intervento, soprattutto per quanto riguarda la frazione di Nebida. Oltre a questo riusciremo a portare per la prima volta l’illuminazione pubblica in strade che non erano servite. Un segnale di attenzione ed una maniera di coniugare risparmio energetico, tutela ambientale e sicurezza».

«I nuovi interventiha aggiunto l’assessore dei Lavori pubblici, Vito Didaci rappresentano un ulteriore tassello di quanto previsto e messo in atto per l’illuminazione pubblica, sia in Città che nelle Frazioni, tenendo conto anche delle zone che non erano ancora servite.»

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Il virus dilaga. L’ha confermato il ministro della Sanità Roberto Speranza. Le dosi del vaccino, nel breve periodo, non bastano per tutti. Non abbiamo farmaci antivirali efficaci tranne i costosissimi anticorpi monoclonali. E inoltre siamo consapevoli che la eradicazione del virus non è possibile, per ora, e la sua scomparsa, se mai avverrà, sarà preceduta da molti anni in cui dovremo difenderci.
Siamo ancora lontani dall’uscita dalla Pandemia e la mortalità non decresce. Se si considera che a metà febbraio, cioè a un anno dal suo inizio, è previsto il raggiungimento della quota di 95.000 morti e che oggi ne abbiamo in media 550 al giorno, si prevede che entro il prossimo anno potremmo raggiungere i 200.000 decessi. Cioè il doppio di quest’anno.
Gli Scienziati stanno elaborando previsioni matematiche che includono quattro fattori:

1 – l’inizio delle vaccinazioni,

2 – l’aspettativa popolare della cessazione della Pandemia per effetto dei vaccini,

3 – il tempo che si impiegherà per vaccinare almeno il 70% degli italiani,

4 – la scarsità di dosi di vaccino.

Il professor Nicola Perra ed il suo gruppo di ricercatori, in base ai dati pervenuti dagli Istituti di rilevazione, prevedono un aggravamento della Pandemia e della mortalità in Italia, Francia, e Regno Unito. Questo effetto paradossale sarebbe dovuto al fenomeno psicologico di rilassamento dei comportamenti indotto proprio dalla insperata messa a disposizione del vaccino.
Il lavoro di Nicola Perra, che verrà pubblicato a giorni in una rivista scientifica inglese, conferma che è necessaria una exit strategy (strategia d’uscita) dalla pandemia attraverso una vaccinazione massiva ultrarapida. L’ideale, secondo altri scienziati italiani, sarebbe vaccinare tutti entro due mesi.
Questo concetto della exit strategy è noto agli eserciti in armi che si preparano ad abbandonare un teatro di guerra. Nessuno dimentica i disastri che avvennero al momento dell’uscita degli Americani da Saigon per chiudere in fretta la guerra del Vietnam. Fu una tragedia. Oggi stiamo assistendo alle difficoltà delle truppe americane a mettere in atto l’exit strategy dall’Afghanistan tanto da indurli a chiedere una mediazione con i Talebani. Similmente può avvenire nel nostro caso. Infatti secondo il gruppo del prof Perra si sta registrando, ovunque siano iniziate le vaccinazioni del personale sanitario, un generalizzato rilassamento dei comportamenti di sicurezza e questo rende difficilissima la exit strategy dalla Pandemia.
Nulla oggi consente il rilassamento delle restrizioni e della prudenza perché rispetto ad un anno fa le condizioni sono peggiorate in quanto:
– Un anno fa c’era solo un paziente positivo al Covid all’Ospedale di Codogno,
– Oggi i positivi sono centinaia di migliaia distribuiti ovunque,
– Mancano farmaci antivirali efficaci,
– Sono comparse le più contagiose variante inglese, sudafricana e brasiliana.
– L’allerta di Irlanda e Inghilterra di oggi è più grave dell’allerta dato da Vuhan un anno fa.

Oggi si affaccia un nuovo problema. L’etica del “triage” (scelta, smistamento, dei pazienti da curare). La paura di ammalarsi, le restrizioni di libertà, i problemi economici e politici hanno la capacità di modificare la serenità di giudizio nei rapporti umani e in questi giorni sta emergendo un problema etico che prima della Pandemia non era immaginato dal cittadino comune. Esso consiste nella possibilità che i soggetti più deboli possano non essere più curati. Questo è emerso nella bozza del nuovo Piano Sanitario Nazionale delle emergenze.
In un articolo di tale Piano si ipotizza la possibilità di escludere dalle cure i pazienti più fragili nel caso in cui vi sia scarsità di farmaci o di posti letto. Il che porterebbe a dover scegliere tra chi potrebbe avvalersi dei benefici delle cure e chi no. Al problema è stata trovata la soluzione etica che si può sintetizzare così: «In caso di scarsità di farmaci il terapeuta potrà essere costretto a somministrarli solo a chi ha più possibilità di sopravvivenza».
Il dilemma di capire chi salvare e chi no in corso di disastro è antico. E’ stato frequentemente risolto dando le terapie ai più giovani, forti e recuperabili, e concedendo ai più deboli solo il conforto finale. Ma, secondo le culture, non è sempre stato così.
Nel Giuramento di Ippocrate del quarto secolo a.C. non esiste una facoltà di scelta su chi curare e chi abbandonare alla morte. Nella Grecia classica si riporta la leggenda di Enea che salvò il vecchio padre portandolo sulle sue spalle fuori da Troia in fiamme. Non lo abbandonò al suo destino.
Di converso esiste nella storia il racconto degli Spartani che non consentivano la sopravvivenza ai figli malaticci. Si racconta che praticassero l’eutanasia a scopo eugenetico gettandoli dal monte Taigeto.
Anche tra i Nuragici esisteva la pratica della eutanasia del vecchio genitore che, drogato col mielamaro fermentato di corbezzolo, veniva precipitato da un’alta rupe. Racconta lo storico Diodoro Siculo che i vecchi genitori andavano alla morte accompagnati dai figli, avendo sul volto uno strano e atroce sorriso (il risus sardonicus).
Nella cultura classica greca e romana i poveri e malati venivano in genere ignorati perché sgraditi agli dei. La “carità” fu un elemento culturale nuovo, introdotto dal cristianesimo del terzo e quarto secolo d.C. La misericordia e la compassione irruppero nella Storia come valori per opera di San Basilio, vescovo a Bisanzio. Egli applicò come regola del suo Ordine i valori rivoluzionari insiti nella parabola evangelica che dice: «Scendeva un uomo da Gerusalemme a Gerico. Si imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e lo lasciarono messo morto sul ciglio della strada. Passò un Levita che lo vide ma lo ignorò. Passò un sacerdote del tempio che lo ignorò anch’esso. Passò poi un samaritano che si fermò, gli medicò le ferite con olio e vino; quindi lo mise sulla sua giumenta e lo portò in un albergo. Dette due denari all’oste perché lo assistesse e disse: abbi cura di lui e al mio ritorno ti pagherò.»

Questa parabola fu il seme che dette origine alla invenzione degli Ospedali del mondo occidentale cristianizzato.
In Italia, nel quinto e sesto secolo d.C., San Benedetto da Norcia fece suoi gli stessi principi ed insegnò che i «pauper Christi (i poveri di Cristo) rappresentano, nella sofferenza delle loro carni, il Cristo in terra». L’assistenza ai malati abbandonati fu la regola del suo Ordine. Le decine di migliaia di hospitalia dei monaci benedettini diffusi in Europa evolvettero e, dopo mille anni, divennero Ospedali. Qui i ricchi del Medioevo versavano le loro quote per curare gli incurabili e meritarsi il Paradiso.
Sia nelle guerre romane che in quelle del Medio Evo i feriti morivano sul campo e venivano sommariamente assistiti dal compagno d’arme più vicino. Non ottenevano cure mediche.
Il primo generale a non abbandonare i morenti sul campo fu Napoleone Bonaparte; aveva costituito la Sanità Militare e fondato ospedali per gli invalidi. L’amore che avevano per lui i suoi soldati non fu casuale. Il Duca di Wellingthon che lo battè a Waterloo, al contrario di lui non era amato e considerava i suoi soldati “carne da cannone”, e non metteva presidi sanitari in campo.
Come si vede la storia della solidarietà umana è lunga e combattuta.
Nel 1856 Florence Nightingale costituì il primo corpo di infermiere della storia per l’assistenza dei feriti in guerra e curò i morenti della Guerra di Crimea combattendo contro una epidemia di tifo e di colera. Dei 17.000 soldati dell’esercito Sardo combattenti in quella guerra ne rientrarono solo 14.000. Tremila morirono d’epidemia.
Nel 1859 lo svizzero Henry Dunant, dopo aver assistito all’atroce abbandono dei feriti morenti nella battaglia di Magenta, fondò la Croce Rossa Internazionale che da allora dette assistenza ai feriti gravi e ai malati di tutti i fronti e si pose la regola di non scegliere mai tra chi curare e chi no.
La Prima e la Seconda guerra Mondiale videro per la prima volta (dopo Napoleone) i medici chirurghi scendere in campo assieme ai soldati per soccorrerli immediatamente.
A Pearl Harbor il proditorio attacco giapponese alla flotta americana fu una tragedia immane. Medici ed infermieri erano in numero esiguo. In quel caso l’ingresso dei feriti all’Ospedale fu controllato da alcune infermiere che fungevano da filtro. Esse contrassegnavano con un colore i feriti che avevano prospettiva d’essere salvati e quelli che non si potevano salvare. Era il “triage”. I feriti gravi non salvabili non superavano la porta d’ingresso dell’Ospedale.
Il 1950 fu l’anno in cui la Sanità passò ad un’altra epoca. Da allora iniziò la metamorfosi dell’etica sanitaria in una direzione più evoluta.
Gli ospedali di tutto il mondo, dopo lo sviluppo tecnologico della chirurgia di guerra, iniziarono a dotare le sale operatorie dei nuovi respiratori automatici collegabili ai pazienti in coma. Ciò dimostrò la possibilità di far sopravvivere i traumatizzati gravi del cranio e del torace. Inoltre la guerra aveva dimostrato l’importanza e la fattibilità delle emotrasfusioni, della chirurgia toracica e promosso l’ingresso degli antibiotici nella pratica medica.
A modificare in meglio le implicazioni etiche nei trattamenti curativi dei pazienti intervennero gli effetti giurisprudenziali delle sentenze, contro i criminali nazisti, del Processo di Norimberga del 1946. Le sentenze si espressero duramente contro chiunque avesse, nella pratica medica, manifestato disprezzo per la salute e la vita dei più deboli, applicando comportamenti selettivi e soppressivi ispirati ai principi del razzismo e della eugenetica.
In Italia i principi della Sentenza di Norimberga vennero recepiti nell’articolo 32 della Costituzione del 1948 («la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…») E’ l’articolo della solidarietà civile.

Nel 1978 la Legge di Riforma Sanitaria n. 833 fu talmente estensiva sul diritto alle cure che venne definita la “Legge della assistenza dalla culla alla tomba”.
Dagli anni ’90 del secolo scorso si succedettero diverse crisi economiche e il Sistema Sanitario Nazionale venne progressivamente trasformato in una struttura a gestione simil-privatistica in cui al centro della sua mission non c’era più soltanto il diritto alla salute ma anche l’effetto limitante del bilancio economico. Così il paziente divenne cliente e le Unità Sanitarie Locali (USL) divennero Aziende Sanitarie Locali (ASL). (legge sull’aziendalizzazione della Sanità n. 502/92).
A capo dell’Azienda Sanitaria, come in ogni fabbrica, venne messo un manager il quale, con potere monocratico , concentra le sue attenzioni sugli incassi e sulle spese. A questo potere si aggiunge una facoltà del tutto nuova: il premio per la buona gestione del bilancio che il Manager può deliberare a proprio favore. Il premio deve essere giustificato dal raggiungimento degli obiettivi di “efficienza ed efficacia” che ha dato a se stesso. Naturalmente il beneficio sanitario deve avvenire con risparmio sulle spese. Tale risparmio si tradusse in una progressiva riduzione delle spese in Sanità tramite la riduzione di investimenti su attrezzature, immobili, posti letto, e personale. Col blocco del turn over il personale andato in pensione non venne equamente sostituito con nuove assunzioni e questo portò alla drastica riduzione dei dipendenti. Oggi, per effetto di queste dinamiche contabili, assistiamo nel Sulcis Iglesiente alla chiusura di ospedali, di reparti specialistici e alla necessaria emigrazione di pazienti nostrani da Carbonia e Iglesias verso gli Ospedali pubblici e privati di Cagliari o Milano.

Questo breve escursus storico serve a capire che l’etica sanitaria è relativa ai tempi che si vivono.
– C’è quella religiosa, basata sulla misericordia e compassione,
– C’è quella politica, basata sulla solidarietà,
– C’è quella contabile, basata sul bilancio.
La nuova etica è quella del raggiungimento degli obiettivi di “efficienza ed efficacia”. Colui che stabilisce che è stato raggiunto il successo dell’azione amministrativa è il manager. Ma questo non significa che gli obiettivi sanitari del manager siano simili agli obiettivi che ha il cittadino nei riguardi della propria salute. Il cittadino, che ha possibilità finanziarie, raggiunge i propri obiettivi portando se stesso o i suoi cari negli ospedali della città capoluogo o in quelli della Capitale politica o economica. Le amministrazioni degli Ospedali non rispondono ai cittadini ma agli assessori regionali. Quest’ultimi rispondono al ministro della Sanità e a quello delle Finanze.
In questo contesto oggi sta emergendo il problema etico su chi salvare e chi no nel caso ci sia penuria di farmaci in condizioni di emergenza Covid. Tuttavia, coloro che lo pensano, per applicare questo nuovo principio avranno necessità di modificare il codice etico dei medici, e anche la giurisprudenza. Mi pare che dovranno modificare un po’ l’articolo 32 della Costituzione, la sentenza di Norimberga, la cultura della Solidarietà, quella della compassione e misericordia e, naturalmente, avranno bisogno di modificare anche la parabola del buona samaritano. A queste condizioni mi sembra molto difficile che si possa creare un nuovo codice etico.
Per capire quale possa essere la soluzione userò come metafora un fatto realmente avvenuto molti anni fa nell’ospedale di Carbonia. Un chirurgo ostetrico doveva assistere due donne, ambedue anemizzate da un’emorragia, ma aveva a disposizione una sola unità di sangue. Risolse istantaneamente il problema trasfondendo la sacca ad una delle due pazienti. Poi procedette ad estrarre dal proprio braccio una intera sacca di sangue e a trasfonderla all’altra paziente.
E’ evidente che questo esempio non è da considerare imitabile. Però ha il significato di indicazione sulla strada da seguire. La strada è sempre la stessa indicata dalla parabola da cui sono nati tutti gli ospedali. Il Buon Samaritano rappresenta gli Enti finanziatori che nel tempo hanno pagato le cure.
Di volta in volta sono le associazioni caritative religiose, oppure le società filantropiche laiche. Oggi lo è la più grande Società di Mutuo soccorso della nostra storia lo Stato.
Il problema della penuria di farmaci non va risolto modificando il codice etico dei medici ma va neutralizzato con investimenti preventivi per l’acquisto di scorte, l’impianto di fabbriche farmaceutiche dedicate e con il finanziamento della ricerca scientifica. Così pure vale per gli Ospedali da costruire, i reparti da attrezzare e il personale da assumere. E’ un argomento da Next Generation EU. Andando in questa direzione resteremo sul percorso già tracciato dalla Costituzione italiana, e dalla legge 833/78.

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E’ sceso a 136 il numero dei nuovi casi positivi al Covid-19 in Sardegna, 3.239 i tamponi eseguiti. Salgono a 35.910 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza.

Si registrano 4 decessi (907 in tutto). In totale sono stati eseguiti 530.803 tamponi con un incremento di 3.239 test. Sono 506 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (-1 rispetto al dato di ieri), 51 (+3) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 17.059. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 16.961 (+264) pazienti guariti, più altri 426 guariti clinicamente.

Sul territorio, dei 35.910 casi positivi complessivamente accertati, 8.254 (+47) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 5.935 (+23) nel Sud Sardegna, 2.907 (+35) a Oristano, 7.231 (+3) a Nuoro, 11.583 (+28) a Sassari.