24 December, 2025

La data di “ Una giornata particolare”, il film di Ettore Scola con Sofia Loren e Marcello Mastroianni, è il 6 maggio 1938. Roma si preparava ad accogliere Adolf Hitler in visita a Benito Mussolini e andavano prevenuti le eventuali manifestazioni di dissenso. Tra i preparativi di neutralizzazione dei problemi vi era compreso anche un rastrellamento di omosessuali e intellettuali dissenzienti. I catturati vennero portati a Civitavecchia e imbarcati per Cagliari, destinati ad un confino temporaneo a Carbonia.

Il 17 novembre 1938 l’Italia approvò le “leggi razziali”. Il 18 dicembre 1938 venne inaugurata l’avvenuta fondazione di  Carbonia. Allora l’ospedale Sirai era in costruzione e fungeva da ospedale provvisorio un edificio in piazza Cagliari.

Nello stesso periodo i nazisti preparavano un piano per dare il dominio del mondo ad una “razza superiore” e liberarlo da zingari, disabili, testimoni di Geova, ebrei, omosessuali ed oppositori politici. Si andava strutturando una rete di campi di detenzione e lavori forzati estesa e capillare: tra Germania e suoi alleati si contarono poi  ben 42.000 campi di concentramento. Dachau, Aushwitz e Bukenvald erano solo la parte emersa dell’iceberg.   

Sappiamo come andò a finire la teoria della “razza superiore”. Per porvi fine, ci volle una Guerra terrificante.

Nel 1946 si celebrò il Processo di Norimberga. La seconda parte del processo venne dedicata ai crimini medici perpetrati contro disabili e omosessuali. Queste due forme di disagio sociale, messe sotto la lente d’ingrandimento della opinione pubblica mondiale, ottennero un forte incremento dell’interesse e della solidarietà popolare per le vittime.

Fino ad allora, lo studio dei disagi sessuali da parte di sociologi, psicologi, giuristi, medici e chirurghi era pochissimo diffuso. In Italia il primo centro specialistico pubblico di chirurgia dell’apparato urinario e genitale maschile fu costituito a Trieste ai primi del 1900 sotto la guida del professor Carlo Nicolich, un chirurgo che si era formato a Vienna. Per coincidenze storiche i sardi ne furono influenzati.

Durante la Prima Guerra Mondiale ad assistere i feriti delle Battaglie sull’Isonzo erano stati chiamati  in forza numerosi chirurghi sardi provenienti dall’Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari. Lo scambio culturale fra medici austriaci e medici sardi vi fu nonostante la trincea, e fu proficuo. Alla fine della guerra, uno di questi, il dottor Nino Lasio, di Serramanna, venne trattenuto dall’Università di Milano per organizzarvi e dirigere un reparto di Chirurgia uro-genitale specialistico. I colleghi cagliaritani del San Giovanni di Dio mantennero fitti rapporti col professor Lasio e, alla fine degli anni ’30, venne istituita a Cagliari la Scuola di specializzazione in Chirurgia uro-genitale sotto la direzione del professor Rodolfo Redi, Patologo Chirurgo. Risulta dai registri dell’Università che il primo specialista sardo in quella branca fu il dottor Gaetano Fiorentino che era anche il primo Aiuto universitario di Redi. Il dottor Gaetano Fiorentino assolse al suo obbligo militare nell’ARMIR e fece tutta la campagna di Russia operando feriti assieme ai colleghi chirurghi tedeschi ed austriaci. Al ritorno dalla Guerra, nel 1945, venne comandato a dirigere il reparto di Chirurgia generale dell’ospedale Sirai di Carbonia. Qui si dedicò moltissimo alla chirurgia uro-genitale degli adulti e dei bambini, tanto che il 33% della sua chirurgia era rappresentato da questa branca. Dopo di lui, il primario subentrante fu il professor Lionello Orrù, anch’egli specialista in quel genere di chirurgia e, in quegli anni si produssero pubblicazioni scientifiche. Vennero allora pubblicati studi internazionali che, per la prima volta dimostrarono, con pesanti dati statistici, la gravità del disagio sessuale maschile che risultava essere alla base di un numero di vittime per suicidio 8 volte superiore alla media della popolazione. Dal 1983 quella chirurgia non si fece più a Carbonia, perché divenne competenza della Chirurgia pediatrica dell’ospedale Crobu ad Iglesias.

La sentenza di Norimberga fu fondamentale per elaborare il dramma del razzismo e della discriminazione, e ad essa si devono vari articoli in tutte le Costituzioni del mondo. In Italia, contro i crimini generati dall’istigazione all’odio, la Costituzione contiene gli articoli 3 e 32.

L’articolo 3 recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere ostacoli…»

Dopo l’approvazione di quell’articolo, ci vollero 45 anni per dare norme applicative all’articolo 604 bis del codice penale, finalizzato a sanzionare i reati di discriminazione razziale. Ci pensò il senatore Nicola Mancino (DC, oggi PD) con la legge n. 205 del 1993, che recita: «E’ vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».

La storia dell’uomo assomiglia alla Fisica quantistica in cui il tempo, come comunemente lo concepiamo, non esiste. L’invenzione del motore endotermico e della dinamo per la corrente elettrica hanno cambiato  la qualità della vita ma la natura umana, in fondo, non è cambiata. L’Uomo ha sempre bisogno di leggi e di sanzioni che lo inducano a riconoscere la dignità del suo simile. Tutt’oggi siamo alle prese con le incomprese regole della Genetica e con la ideologia novecentesca del “razzismo”. Ecco come iniziò il malinteso.

Nel 1843 il monaco Gregor Mendel pose le basi della Genetica e ne dettò le regole. Dapprima venne ignorato, poi ai primi del 1900 sbocciò la teoria del Neo-mendelismo e, con l’evoluzione del microscopio e della Biochimica, si scoprirono i “cromosomi”. L’ideologia di quegli anni esaltò il significato della parola “razza” e concepì l’esistenza di una “razza superiore” dominante su una “razza inferiore”. Questa distinzione fu il primo atto  che portò alla “discriminazione razziale”, e alla sua degenerazione, riassunta in un unico termine: “razzismo”.

Il razzismo sociale, basato su principi genetici, portò all’istituzione di regimi politici che ebbero come conseguenza la persecuzione delle cosiddette razze inferiori fino alla pratica dello sterminio. In seguito per distinguere gli aspetti fisici diversi (somatici) secondo le provenienze geografiche, si pensò di utilizzare il termine “etnia” al posto di razza. Anche questo termine, come abbiamo visto nelle recenti guerre balcaniche, è stato utilizzato per formulare il concetto di “pulizia etnica”.

In realtà, il concetto di “razza” è oggi destituito di qualsiasi validità scientifica perché tutti gli esseri umani hanno lo stesso corredo genetico. Allora, perché ci sono umani dalla pelle nera, coi capelli ricci, il naso camuso, ed umani bianchi con capelli lisci, chiari ed il naso piramidale? La scienza ha spiegato questo fenomeno con la esistenza dei “ Fenotipi”. In biologia il “fenotipo” è l’aspetto che assume un organismo vivente a causa delle influenze dell’ambiente sul genotipo, cioè sul corredo genetico conservato nei cromosomi. Questo significa che l’aspetto che assume ognuno di noi dipende non solo dai cromosomi ma anche dalla influenza che ha su di essi l’ambiente in cui si vive.  E‘ una scoperta che aiuta a capire che nei cromosomi, in realtà, esistono moltissimi geni diversi fra di loro, e che l’ambiente fa esprimere i geni più adatti e, intanto, mette in sonno i geni non utili in quel momento.

Questa straordinaria capacità di cambiamento nel comportamento dei cromosomi viene resa ancora più complicata dalla Epigenetica.  Questa scienza ha dimostrato che l’aspetto fenotipico che assumiamo, e che è ereditabile, è dovuto alla produzione di nuove proteine che l’ambiente ci ha indotto a produrre.

Ciò spiega perché, in base alle influenze ambientali, abbiamo uomini bianchi e uomini neri senza che vi sia stato cambiamento di razza. Cioè:siamo tutti della stessa razza genetica.

Considerato l’enorme numero di fattori genetici e epigenetici che si combinano fra di loro (come 1-2-x di una schedina del totocalcio) si capisce l’immensa variabilità di aspetti che possono assumere gli organismi viventi pur avendo lo stesso corredo genetico.

Gli Umani hanno 23 coppie di cromosomi (cioè 46 in tutto). la ventitreesima coppia è formata dai cromosomi sessuali: X-X per le femmine; X-Y per i maschi.

I cromosomi sessuali X e Y possono avere anch’essi variazioni strutturale e anche di numero. Per esempio la ventitreesima coppia può avere 1 cromosoma, 3 cromosomi, o anche 4 (X0, XXY, XYY, XXX, XXXX). Tali variazioni spesso si associano a infertilità.

Gli umani possono anche avere variazioni del fenotipo; cioè possono subire cambiamenti nell’aspetto o nelle funzioni fisiologiche a causa di influenze provocate dall’ambiente.

L’aspetto fisico del sesso di appartenenza può essere variato da altri fattori come: l’effetto di ormoni, le influenze ambientali, le mutazioni geniche, gli effetti farmacologici. Ne può derivare la comparsa delle cosiddette ambiguità sessuali anatomiche e funzionali, con conseguente difficoltà a capire il sesso di appartenenza del soggetto.

Un esempio di influenze ambientali sulla biologia sessuale è il seguente. Negli ultimi 80 anni abbiamo avuto una progressiva riduzione della fertilità maschile. Questa è una delle cause della ridotta natalità. Si è scoperto che tale fenomeno è andato di pari passo con cambiamenti drastici dovuti all’attività dell’Uomo con effetti sull’ambiente. Ne è conseguita anche un forte aumento dei tumori delle gonadi maschili (da 8 a 15 volte). Si è scoperto che l’insetticida DDT utilizzati negli anni successivi al 1950 nelle campagne antimalariche  ha un forte effetto estrogenico femminilizzante. Un tale effetto nell’embrione può provocare una lesione del sistema ormonale di mascolinizzazione se è geneticamente maschio. Così pure si è visto che gli anticrittogamici usati in agricoltura hanno effetti ormonali femminilizzanti. Gli anticrittogamici entrano nella catena alimentare animale e li possiamo assumere attraverso il latte e le carni in quanto gli erbivori si nutrono di erba e foraggi potenzialmente trattati, così pure li possiamo assumere attraverso i vegetali della dieta. Le stesse creme per la pelle in genere contengono sostanze ad effetto estrogenico. Insomma: siamo circondati da sostanze ad effetto ormonale femminilizzante e nessuno può ritenersi al sicuro dalla loro influenza.

Fortunatamente le normative sul controllo delle sostanze chimiche presenti negli alimenti, distribuiti nella rete commerciale europea, sono le più rigorose al mondo. Basti pensare che la guerra sui dazi avviata da Trump era in buona parte dovuta al rifiuto dell’Europa alla commercializzazione di carni di bovini americani proprio perché la loro qualità chimica non è sempre conforme alle nostre regole. Le regole italiane sono le più rigide in Europa.

Fatte queste premesse si capisce quanto l’argomento sulla identificazione del sesso di appartenenza sia messa in pericolo e spesso sia difficile.

Nella pratica clinica si differenziano i sessi in :

  • sesso genetico
  •     somatico (l’aspetto fisico)
  •    ormonale
  •    psicologico

Il sesso genetico si individua con la ricerca dei cromosomi X e Y.

Il sesso somatico si basa sui caratteri sessuali esterni e interni.

Il sesso ormonale si classifica con il dosaggio delle Gonadotropine, Testosterone , Estrogeni.

Il  sesso psicologico si identifica con i test comportamentali sessuologici.

Le ambiguità sessuali anatomiche possono essere  modificate chirurgicamente, a richiesta, in senso maschile o femminile tenendo conto del sesso psicologico che si è maturato, indipendentemente da quello genetico. Cioè se il soggetto è geneticamente maschio ma ha un orientamento sessuale femminile si procede a eliminare chirurgicamente i caratteri sessuali maschili e costruirne, per quanto possibile, femminili. Ciò però dipende dalla entità della disforia di genere a dalla richiesta avanzata.

Il sesso psicologico, cioè la manifestazione esteriore del comportamento sessuale, è ritenuto dominante sul sesso genetico e somatico, e si procede a migliorare il benessere del soggetto sia con tecnica chirurgica che ormonale.

Questo è quanto già avviene nella chirurgia delle ambiguità sessuali.

Vi sono poi i soggetti che non richiedono alcuna correzione e scelgono il fenotipo prevalente nella personalità.

La chirurgia di questo tipo viene garantita dai Lea (Livelli essenziali di assistenza) e pagata a spese dello Stato con sentenza di un giudice, su parere di una Commissione di esperti.

Questo stato di cose è noto agli specialisti a sfugge al pubblico in generale. Su queste procedure non esistono conflitti perché sono già regolamentate dalle leggi italiane.

Secondo la legge, l’attribuzione del sesso di appartenenza di una persona avviene in questo modo.

1  – Al momento della nascita viene redatta una “dichiarazione di nascita” da parte dell’Ostetrica o del Medico che ha assistito. In tale dichiarazione viene attribuito il sesso del neonato in base all’anatomia genitale.

2 – Il genitore registra all’Anagrafe l’evento e allega la “dichiarazione di nascita”. Qui avviene l’attribuzione del sesso anagrafico. Nessuno può modificare il sesso assegnato dall’Anagrafe.

3 – Soltanto l’Autorità Giudiziaria può ordinare all’Ufficiale dell’anagrafe la variazione dell’attribuzione di sesso (L. 164/1982).

4 – Per il d.lgs n. 150/2011 il legislatore affida all’Autorità giudiziaria il controllo della rettificazione anagrafica del sesso. La competenza in materia è affidata al Tribunale in composizione collegiale e il procedimento deve essere richiesto dall’interessato e notificato al coniuge e ai propri figli.

5 – L’intervento chirurgico di cambiamento di sesso deve essere autorizzato dal Giudice.

6 – La Corte Costituzionale con pronuncia n.221/2015 non riconosce più il trattamento chirurgico quale presupposto indispensabile per il mutamento di sesso, tuttavia affida sempre al Giudice la valutazione finale sull’effettiva necessità dell’intervento operatorio sull’interessato.

7 – Il Giudice a questo punto autorizza l’intervento chirurgico qualora esista conflittualità fra anatomia e identità di genere (causa di Disforia di Genere).

8 – Nel caso in cui non esista conflittualità il Giudice autorizza la rettifica del genere all’Anagrafe senza che si sia proceduto all’intervento chirurgico di modifica. In questo caso è sufficiente un certificato del medico o dello psicologo clinico che attesti l’esistenza di dissociazione fra sesso morfologico e identità di genere. Tale certificato viene rilasciato dopo un “percorso di transizione” con trattamento medico e psicologico. Quindi è necessario un congruo arco temporale per l’iter di accompagnamento alla transizione.

9 – Con la sentenza di autorizzazione il Giudice ordina all’ufficiale di Stato civile e Anagrafe la rettifica del sesso dell’interessato.

Il DDL Zan è un tentativo di concretizzare lo scopo voluto dai Padri costituenti quando, ispirati dalla Sentenza di Norimberga, formularono l’articolo 3 della Costituzione allo scopo di proteggere i cittadini  dalle discriminazioni per motivi sessuali.

Tale proposta di legge contro l’omo-trans-fobia contiene anche nuovi elementi, come l’ininfluenza del percorso di transizione, che fino ad oggi è ritenuto fondamentale per accompagnare il soggetto al cambiamento consapevole, e la totale autonomia decisionale del richiedente. Queste due condizioni rendono di fatto inutile il controllo dell’Autorità Giudiziaria. Tale evoluzione è stata ultimamente raggiunta dalla Spagna  dove non sono più necessari i due anni del percorso di transizione come era previsto nella precedente legge; è sufficiente avere 18 anni d’età per decidere autonomamente o 12 anni se c’è il consenso dei genitori. Non è più contemplato il ricorso al Tribunale, e inoltre è sufficiente la richiesta dell’interessato all’Ufficiale dell’Anagrafe e di Stato civile per la rettifica di genere.

L’articolo n. 1 del ddl Zan definisce l’identità sessuale apportando modifiche alla classificazione della clinica, alle funzioni del giudice del tribunale e a quelle dell’Ufficiale di stato civile. Nei particolari, la definizione di sesso così viene espressa:

  • SESSO: sesso biologico o anagrafico.
  • GENERE: qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso.
  • ORIENTAMENTO SESSUALE: l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi.
  • IDENTITA’ DI GENERE: si intende l’identità percepita o manifesta di sé in relazione al genere, anche se non corrisponde al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione.

Considerata l’enorme variabilità dei fenotipi sessuali che possono presentarsi, l’articolo 1 del ddl Zan.

1°) riconosce l’esistenza di una varietà di sessi indefinita sia nel numero e nelle forme, così come si presentano in natura in base alle combinazioni genetiche e fenotipiche,

2°) riconosce la fine di un sesso prevalente, come potevano essere “maschio”, “femmina”  e l’esistenza di una “sessualità” generale di pari dignità.

Si può immaginare che tutti i cittadini saranno coinvolti e coobbligati ad un cambiamento delle attuali convenzioni sociali e dei costumi come oggi sono comunemente intesi e, in particolare:

  • famiglia
  • matrimonio
  • figli
  • educazione scolastica
  • sport
  • lavoro
  • giustizia
  • anagrafe
  • rapporti con le religioni.

Questi descritti sono alcuni argomenti di riflessione e di preparazione al probabile cambiamento.

Qualche giorno fa Articolo Uno ha diffuso un documento, nel quale ha presentato le sue condizioni per un’alleanza con il centrosinistra alle prossime elezioni Amministrative di Carbonia. Oggi è arrivata la risposta del Partito democratico, i cui contenuti durissimi, lasciano poco spazio per un’alleanza elettorale.

«Alla luce del recente documento di Art.1, il Partito democratico di Carbonia ribadisce la sua ferma volontà di lavorare per costruire un’alleanza con tutte le forze progressiste, socialiste, democratiche afferenti al centrosinistra in comune accordo con le forze politiche di ispirazione cattolica e liberale cosiddette di “centro” e le liste civiche sulla base di un progetto di alto profilo per il rilancio della cittàsi legge nella nota del Partito democratico -. Preliminarmente vogliamo dire che è del tutto fuori luogo, nel contesto dato, che il l segretario di Art. 1 lanci ultimatum al PD, con scadenze a ore. Solitamente si agisce così quando sono già state programmate rotture a tavolino. Vogliamo sperare, tuttavia, di essere smentiti dai fatti. In ogni caso noi continuiamo a discutere e a ricercare ostinatamente l’unità non intimando e non accettando ultimatum.»

«I campi principali degli schieramenti politici a Carbonia sono nettamente definiti. Non bisogna perdere di vista la realtà dello scenario e le responsabilità che ne conseguono – aggiunge il Partito democratico -. Avremo una concentrazione delle forze della destra con un candidato/a sindaco verosimilmente espresso dalla Lega. Dentro la destra, anche a Carbonia, è da attendersi un peso rilevante di Fratelli d’Italia. Vi parteciperà Forza Italia e certamente il Presidente della Regione, segretario e titolare del simbolo del PSd’Az. Saranno in campo i Cinque Stelle che per, quanto reduci da una deludente esperienza amministrativa, conservano una loro forza. Un terzo campo è alternativo a questi due: può ottenere un consenso sufficiente per guidare l’amministrazione della città se non si divide.»

«Bisogna essere chiaririmarca il Partito democratico -: chi lavora per la divisione lavora oggettivamente per la vittoria della destra sovfranista a Carbonia. In fatto di coerenza il PD di Carbonia non deve dimostrare alcunché in particolare ad Art.1. I fatti sono più testardi delle illazioni e delle accuse pretestuose. È un fatto che il PD per la sua scelta di unità proprio con Art.1 ha pagato un prezzo elevato con la rottura dolorosa e l’abbandono di numerosi militanti di lunga data. Noi continuiamo a rivolgere a questi amici e compagni un invito ad assumere un atteggiamento unitario, anche nella distinzione delle liste, per non favorire la vittoria della destra.»

«Ora è sorprendente che il segretario di Art. 1 semplicemente taccia ai propri militanti questi dati di primaria rilevanza politica, attacchi il PD, non consideri il rischio alto della vittoria della destra a Carbonia e, a proposito di coerenza, non veda le alleanze che il suo partito ha fatto nel territorio, da ultimo a San Giovanni Suergiuattacca il Partito democratico -. Abbiamo detto e scritto e ribadiamo che: Il perimetro della coalizione è stato fissato di comune accordo e a questo ci atteniamo. La sua composizione, lo ripetiamo: decisa di comune accordo, è forte della presenza dei partiti politici PD, ART.1, Partito Socialista e della lista espressione di un autentico civismo Frazioni e Quartieri per Carbonia Coraggiosa con un alleato di Centro l’UDC.e altre possibili liste civiche coerenti. Ribadiamo che l’accordo comune sarà necessario per eventuali differenti decisioni. Ciascuna forza si autoregolerà nella composizione delle proprie liste in responsabile coerenza con le decisioni comuni senza inaccettabili interventi di terzi. La critica al sardo leghismo è nostra. Pensiamo che il PSd’Az abbia fatto un grave errore politico ed una scelta in contrasto con la sua storia, nel decidere di allearsi con la Lega. Noi auspichiamo che dentro il PSdAz si apra un dibattito critico su questo decisivo punto, che ci sia una riscoperta della sua anima sociale che in passato ha prodotto alleanze importanti con la sinistra in Sardegna e anche nel Sulcis Iglesiente ed auspichiamo che molte persone che hanno sostenuto quel partito si rifiutino di assecondare una linea di destra a Carbonia.»

«Nella coalizione realizzeremo il pieno riconoscimento delle diverse identità e la pari dignità delle forze alleate, decisioni comuni sui punti dirimenti, rispetto reciproco, presentando alla città un progetto concreto, di prospettiva, innovativo, accompagnato dalla presenza di donne e uomini in grado di poterlo rappresentare al megliosottolinea il Partito democratico -. Vogliamo dire, ancora una volta, una parola chiara sulla candidatura a sindaco o sindaca della città. Il Pd ha proposto, e in nessun momento ha preteso di imporre, la candidatura di Pietro Morittu. Questa candidatura non è stata imposta neanche all’interno del PD che ha deciso in modo unitario, non esclusivamente ma anche sulla base dell’esito di un sondaggio sul gradimento della città, svolto da una primaria società specializzata. È appena il caso di ricordare che il PD aveva due persone proposte alla candidatura. In modo del tutto trasparente e leale uno dei due candidati ha contribuito alla decisione unitaria. In proposito le illazioni, da chiunque avanzate, denotano solo coda di paglia.»

«Confermiamo ciò che diciamo da tempo: siamo disponibili anche alle primarie aperte e partecipative. Ne rispetteremmo l’esito sostenendo chi ha più consenso senza scappare con il pallone se si perde. È doveroso costruire unità. La coalizione può mettere in campo energie ed esperienze che ci permettano di cogliere per la città le tante opportunità di sviluppo che ci si presenteranno in questi anni con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e con il Fondo per la Transizione Giusta. È il tempo della responsabilità. Continueremo ad anteporre l’obiettivo di costruire unità alla rivendicazione di parte conclude il Partito democratico -. Perciò incontriamoci, come abbiamo proposto all’intera coalizione, per dare conclusivamente alla città un progetto all’altezza dei gravi problemi che attraversa.»

Grazie all’apertura di nuovi punti vendita i negozi Decathlon assumono oltre 200 nuove figure, che saranno inserite nelle diverse aree lavorative: retail, logistica, produzione e finance.

Le nuove assunzioni riguardano soprattutto Assistenti alla Vendita curiosi, intraprendenti e concreti, con orientamento al cliente e agli obiettivi, con capacità comunicative e di lavorare in team, i quali dovranno accompagnare i clienti nell’acquisto desiderato, essere attivi all’interno di un team, sviluppare il lavoro di squadra, essere ambasciatori dell’insegna, dei prodotti e dei servizi e diventare referenti del proprio sport. L’altra figura molto richiesta riguarda Sport Leader, con orientamento al raggiungimento degli obiettivi, passione, curiosità, intraprendenza, concretezza, capacità di lavorare in team e di relazionarsi con clienti e colleghi, che dovranno partecipare alle operazioni di ricezione della merce, assicurare l’approvvigionamento dei prodotti rapido ed efficace, accogliere e ascoltare i clienti e accompagnarli nell’acquisto desiderato tramite il canale di vendita più adatto. Il gruppo Decathlon ricerca anche Operai di Magazzino, curiosi, intraprendenti e con orientamento al lavoro in team, che dovranno assicurare lo stoccaggio della merce in arrivo, garantire il rapido e preciso approvvigionamento dei negozi e curare la preparazione delle spedizioni ai negozi; Controllori Finanziari, con ottime doti di leadership, di analisi, di ascolto, di problem solving e di teamwork, che dovranno analizzare gli scostamenti di budget supportando gli store manager nelle decisioni, garantire il rispetto delle procedure inerenti i flussi di stock, garantire la redazione del budget triennale e saranno responsabili della redazione di un conto economico affidabile e veritiero, etc.

Per verificare tutte le altre figure… 

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_decathlon_2_21.html .

Sono 21 i nuovi casi positivi al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 2.022 test eseguiti (1,04%).

Salgono a 57.330 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.396.645 tamponi.

Non si registrano nuovi decessi (1.492 in totale). Il dato dei ricoveri ospedalieri segna 34 pazienti in area medica (+1 rispetto all’ultimo bollettino) e 1 in terapia intensiva.

Attualmente in Sardegna sono 2.273 le persone in isolamento domiciliare e 53.530 (+27) i guariti. Sul territorio, dei 57.330 casi positivi complessivamente accertati, 15.027 (+3) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 8.704 nel Sud Sardegna, 5.169 (+1) a Oristano, 10.965 a Nuoro, 17.451 (+17) a Sassari.

Colpo grosso al SuperEnalotto a Carbonia, nella Ricevitoria-Tabacchi di via Lubiana 211.

Un anonimo “fortunato” giocatore, ha centrato la cinquina con la stella, aggiudicandosi la considerevole somma di 644.164,50 euro, con una schedina di due pannelli.

Nell’estrazione di sabato 3 luglio non è stato centrato il “6” ma oltre al “5Stella” di Carbonia, sono stati centrati altri otto “5”, da 25.766,58 euro ciascuno, e tre “4 Stella” da 53.449,00 euro ciascuno. Uno dei tre “4Stella” è stato centrato a Nuoro, presso il punto vendita Tabacchi Edicola situato in Viale Funtana Buddia 23, con una schedina di 2 pannelli.

Carloforte presenta il suo nuovo marchio territoriale della destinazione Carloforte, Isola di San Pietro. L’azione si inserisce nell’ambito delle attività del progetto U-Paize, avviato a gennaio con il primo ciclo di incontri tematici con gli operatori del turismo, e finalizzato alla creazione di un Piano di destinazione turistica sostenibile, e alla definizione di una nuova strategia di marketing e di comunicazione del territorio.

«Il marchio è la prima sintesi del lavoro che si sta svolgendo insieme agli operatoridice Aureliana Curcio, assessore del Turismo e Cultura del comune di Carloforte -. La pandemia ha rallentato il processo, ma abbiamo proseguito nelle attività. Una nuova identità visiva che rispecchia i valori emersi nei due cicli di incontri con il mondo del sistema ricettivo, della ristorazione, dei servizi al turismo e dell’associazionismo, in cui si sono definiti le caratteristiche principali della nostra isola, che unisce mare, ruralità e cultura. Nei prossimi giorni pubblicheremo le modalità di concessione e di utilizzo del Marchio da parte degli operatori, perché sia patrimonio della destinazione e possa supportare tutte le azioni di marketing e di comunicazione integrata su cui si sta lavorando per dotare l’Isola di strumenti di comunicazione adeguati e farci trovare pronti sulla stagione del rilancio che sarà il 2022.»

È il sindaco di Carloforte Salvatore Puggioni ad anticipare i prossimi imminenti step finalizzati al rafforzamento dell’immagine e dei servizi d’offerta dell’isola sulcitana: «L’estate è iniziata e i segnali sui mesi di luglio e agosto ci confortano. Le vaccinazioni e Carloforte COVID Free sono un valore aggiunto del nostro territorio, ma non dobbiamo fermarci. Il nostro obiettivo e lavorare per rendere attraente l’isola tutto l’anno e, per il 2021, accrescere le presenze a partire dai mesi di settembre e ottobre. Stiamo investendo nell’ospitalità e nell’accoglienza: sono in fase di ultimazione le procedure per l’aggiudicazione della gestione dell’ufficio del turismo, tassello fondamentale per la nostra ospitalità, non solo per le informazioni al turista, ma anche come collegamento e integrazione con le nostre attività produttive.»

Lo sviluppo del marchio nasce da un primo concept sviluppato durante il primo Ciclo di incontri con gli operatori chiamati a definire l’immagine Carloforte e dell’isola di San Pietro svolto dalla società Tools incaricata di realizzare il piano di destinazione U Paize e dallo studio dell’agenzia di comunicazione integrata Subtitle che lo ha creato.

“Un luogo dal ritmo lento, con un suo tempo, un tempo privilegiato che accompagna la vita di una comunità viva, accogliente, ospitale e produttiva, selvaggia, ma rassicurante”.

Un “continente” geografico, storico, culturale e antropologico che ritroviamo nella sua tipicità architettonica, nella lingua, nel cibo, nell’economia, ma soprattutto nella sua gente che determina il carattere unico dell’Isola nell’Isola per antonomasia.

Carloforte e l’Isola di San Pietro hanno un’anima Mediterranea sintesi di culture che qui si sono avvicendate, incrociate e contaminate. Mare e ruralità (opposti che si attraggono), pesca e tonno, sale, cibo… e i tabarchini: sono questi gli elementi che contraddistinguono l’isola”.

Il marchio-logo CARLOFORTE è un logotipo asciutto, volutamente essenziale, che sintonizza fin dal primo colpo d’occhio l’animo di chi lo vede col genius loci dell’isola, notoriamente improntato alla semplicità e assai poco incline a vezzi inutili. Caratteri di stampa creati ad arte, di intuitiva ambientazione nautica: degli stencil, come quelli che la marineria tipicamente usa per contrassegnare i salvagente e le altre pertinenze accessorie delle imbarcazioni.  

Giustapposta, in basso a destra – quasi una firma -, la piccola immagine: un’onda.

Del mare innanzitutto. Quello affrontato, da secoli e ogni giorno dai carlofortini, quello attraversato dai turisti che raggiungono l’isola, quello goduto durante la vacanza. Un mare vivo animato da venti e correnti, pesci, genti, di avventura in una sinusoide naturale di emozioni sempre nuove.

O anche allusiva dell’orlo dei tetti delle baracche, dell’alternanza di tegole concave e convesse, abituate a fare a meno delle grondaie. O suggestiva del riposo, cullato dalla quieta frequenza acustica dei silenzi notturni.

Azzurro il colore che è mare, cielo terso di maestrale o animo in pace col mondo.

Il Museo del Carbone dal 10 al 31 luglio 2021 ospiterà la mostra “Shine a Light – Omaggio alle lampade che hanno fatto la storia” di Alessandro Spiga.
Fin dalla sua nascita la fotografia ha avuto con la pittura un complicato, ma tutto sommato fruttuoso, rapporto. Con il progetto “Shine a Light” Alessandro Spiga ha voluto trovare un punto di incontro tra queste due forme d’arte utilizzando l’acquerello per compensare il limite monocromatico della cianotipia, antica tecnica di stampa fotografica risalente alla prima metà dell’800.
Per la realizzazione della mostra l’attenzione dell’autore si è concentrata sulle lampade utilizzate nel corso dei secoli nelle miniere. Grazie alla disponibilità del Museo del Carbone, che durante la catalogazione della collezione ha messo a disposizione le lampade per realizzare le fotografie, Alessandro Spiga ha potuto immortalare l’evoluzione di questo fondamentale strumento per il lavoro nel sottosuolo, dalle lampade alimentate a grasso animale alle attuali lampade a led, passando per le iconiche lampade a carburo che per decenni furono inseparabili compagne di vita per i minatori.
Tra le centinaia di lampade fotografate, l’autore ha deciso di selezionarne 25, per rappresentarle in modo innovativo e originale ed esporle per la prima volta nello stesso Museo dove il progetto è iniziato.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle18.00. L’ingresso è gratuito. E’ obbligatorio l’uso della mascherina in tutti i locali del Museo.

La segreteria generale della UilTrasporti, insieme a quella confederale della Uil, esprime costernazione per l’incidente del lavoro in cui ha perso la vita un operaio cinquantaseienne della Società “Villaservice”, che si occupa del trattamento dei rifiuti per il comune di Villacidro e quelli del circondario.

«Manifestiamo la nostra solidarietà alla famiglia della vittimaspiegano il segretario generale della Uiltrasporti sarda William Zonca e la segretaria generale della Uil Francesca Ticca -: in attesa dell’accertamento della dinamica dell’incidente non possiamo che lanciare un altro appello per la sicurezza nei cantieri. È inammissibile che si continui a morire sui posti di lavoro.»

Sono 9 i nuovi casi positivi al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 731 test eseguiti (1,23%).

Salgono a 57.309 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale sono stati eseguiti 1.394.623 tamponi.

Non si registrano nuovi decessi (1.492 in totale). Il dato dei ricoveri ospedalieri segna 33 pazienti in area medica (-9 rispetto all’ultimo bollettino) e 1 in terapia intensiva.

Attualmente in Sardegna sono 2.280 le persone in isolamento domiciliare e 53.503 (+15) i guariti. Sul territorio, dei 57.309 casi positivi complessivamente accertati, 15.024 (+5) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 8.704 (+1) nel Sud Sardegna, 5.168 a Oristano, 10.965 a Nuoro, 17.434 (+3) a Sassari.

Il sindaco di Carbonia Paola Massidda ha firmato l’ordinanza che proclama il lutto cittadino per Beatrice Arru, la 16enne morta ieri nel tragico incidente stradale verificatosi all’incrocio tra via Satta e via Gramsci.
«Ho firmato stamattina l’ordinanza che proclama il lutto cittadino per la giornata di domani, 6 luglio, accogliendo in questo modo il comune sentimento di dolore espresso dalla cittadinanza per la tragica morte della giovanissima Beatrice.
Il Lutto cittadino vuole essere il modo per esprimere vicinanza ai genitori di Beatrice e alle famiglie dei ragazzi coinvolti in questo assurdo incidente stradale avvenuto nel centro città alle prime luci dell’alba di domenica.
Come istituzioni, genitori e comunità educante abbiamo una forte responsabilità: offrire modelli alternativi e sani di socialità che consentano ai nostri figli di godere e gioire della loro età senza esporsi a rischi inutili.
L’impegno è di trovare la strada insieme alle associazioni, ai servizi sociali del Comune e a tutte le professionalità di riferimento, per creare occasioni di incontro e confronto col mondo giovanile per sostenerlo e accompagnarlo in questo momento difficile dove il lutto per i coetanei non dovrebbe trovare spazio.»
Paola Massidda
Sindaco di Carbonia