20 December, 2025

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Sono 15 i nuovi casi di positività al virus Covid-19 accertati oggi in Sardegna dall’inizio dell’emergenza, il totale è salito a 1.128. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 11.010 tamponi (347 oggi). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 134, 107 ricoverati con sintomi, 27 in terapia intensiva, 780 sono le persone in isolamento domiciliare, 914 il totale dei pazienti attualmente positivi, 11 più di ieri. 139 i pazienti dimessi/guariti. 2 i decessi che portano il numero totale a 75.
Sul territorio, dei 1.128 casi positivi complessivamente accertati, 197 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+6 rispetto all’ultimo aggiornamento), 84 nel Sud Sardegna, 35 (+1) a Oristano, 67 a Nuoro, 745 (+8) a Sassari.

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I Comitati della Rte Sarda in Difesa della Sanità Pubblica, esprimono la piena solidarietà alla portavoce Claudia Zuncheddu!

«Esprimiamo amarezza e sconcerto per l’atto vile subito dalla stessa nell’ambulatorio Sant’Elia, a Cagliari, quartiere nel quale ha operato per anni con professionalità e stima da parte della Comunità locale – si legge in una nota dei Comitati -. Claudia Zuncheddu è la donna che impegna il suo tempo contro i poteri forti che hanno messo in un angolo la Democrazia, creando squilibri socio/economici senza precedenti. Dedita a salvaguardare i diritti del Popolo Sardo altamente martoriato, medico ISDE, promuove la cultura della salute dei cittadini legata alla salute dell’ambiente, impegnata nel Sociale a livello locale ed internazionale! Impegnata nella Difesa della Sanità pubblica da parecchi anni, da quando ai cittadini non erano ancora noti i progetti della Regione Sardegna di effettuare deleteri tagli alla Sanità pubblica a vantaggio della Sanità privata. Oggi è noto a tutti o quasi il risvolto negativo per i cittadini di fronte alla pandemia del Covid-19, dove non solo ha impedito il giusto intervento per lo stesso, ma ha trascurato i pazienti con le più svariate patologie a proseguire il normale percorso di terapie e controlli, vantando innumerevoli tagli ai servizi sanitari.»

«Auspichiamo che dietro questo atto non vi siano, dunque, motivazioni tese ad intralciare, intimidire ed ostacolare il prezioso contributo di Claudia Zuncheddu  indispensabile per la nostra terra sarda – aggiungono i Comitati -. Auspichiamo che dietro questo vile atto non vi siano, dunque, motivazioni tese ad intralciare, intimidire ed eventualmente ostacolare il prezioso contributo di Claudia Zuncheddu per il progresso socio/economico della Sardegna e per il futuro del suo popolo – concludono i Comitati -. L’atto vile e vandalico del quale vi siete macchiati è alquanto dubbioso, perché appiccare il fuoco dopo il tentato furto? Confidiamo FORTEMENTE nelle forze dell’ordine affinché facciano  luce sull’accaduto!»

 

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Si riunisce martedì 14 aprile 2020, alle 10.00, il Consiglio comunale di Carbonia, convocato dal presidente Daniela Marras, su specifica richiesta di 6 consiglieri comunali, nella sala polifunzionale di piazza Roma.
In questa fase di emergenza da Covid-19, ai consiglieri comunali e agli assessori sarà consentito di partecipare alla seduta – a loro discrezionalità – in presenza oppure in videoconferenza.
La riunione verterà su tre punti all’ordine del giorno, ai due già inseriti nella convocazione originaria, infatti, alla vigilia ne è stato inserito un terzo, proposto dalle consigliere Daniela Garau ed Eleonora Cera – che prevede una richiesta al Governo nazionale «affinché sospenda per l’anno 2020 le somme annue dovute dal comune di Carbonia a causa del disavanzo di amministrazione, nonché da presentarsi alla Cassa depositi e prestiti e/o agli Enti creditori relativamente alla sospensione per l’anno 2020 del pagamento della rata annua  gravante sul bilancio comunale a seguito dell’accensione di mutui e/o finanziamenti pregressi».

«Premesso – si legge nell’ordine del giorno – considerato che dalla situazione di emergenza epidemiologica Covid 19 in atto derivano gravi ripercussioni sotto il profilo sanitario, economico e sociale dell’intera comunità locale, tali da richiedere ogni azione a supporto dell’intero tessuto sociale ed economico cittadino, in particolar modo delle fasce più deboli e bisognose della nostra Città, ivi compresi imprenditori agricoli e commerciali, piccoli e medi, privati e pubblici, artigiani, lavoratori autonomi, titolari di partita iva in generale, imprese familiari; considerato che le somme necessarie a far fronte a siffatta emergenza economica e sociale risultano essere ben superiori rispetto alle risorse economiche non vincolate di cui dispone il comune di Carbonia; il Consiglio comunale di Carbonia nel considerare l’urgenza e gravità di detta situazione e al fine di poter disporre di maggiori risorse economiche per farvi fronte, ritiene opportuno discutere ed approvare un ordine del giorno che dia una sponda istituzionale alla richiesta da inoltrarsi al Governo nazionale – conclude l’ordine del giorno – affinché sospenda per l’anno 2020 le somme annue dovute dal comune di Carbonia a causa del disavanzo di amministrazione pari a € 236.000,00, o in quella minore o maggiore somma dovuta, detratti gli importi non dovuti a seguito di provvedimenti legislativi, nonché da presentarsi alla Cassa depositi e prestiti e/o agli Enti creditori relativamente alla sospensione per l’anno 2020 del pagamento della rata.»

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I 10 direttori delle strutture del DAI di Chirurgia del presidio ospedaliero Duilio Casula di Monserrato, prof. Piergiorgio Calò, prof.ssa Elisabetta Cotti, prof. Enrico Erdas, prof. Andrea Figus. prof. Adolfo Pisanu, prof. Roberto Puxeddu, prof. Luigi Zorcolo, prof. Roberto Montisci, dott. Mauro Cabras e prof. Gabriele Finco, hanno inviato una segnalazione al direttore generale dell’AOU di Cagliari, dott. Giorgio Sorrentino e al direttore sanitario, dott. Nazzareno Pacifico (e, per conoscenza, al magnifico rettore dell’Università di Cagliari, prof.ssa Maria Del Zompo e al pro rettore, prof. Francesco Marongiu, ai sensi dell’art. 20 lett. f. del dlgs n. 81/2008, slla diffusione del Coronavirus nel presidio ospedaliero.

«In queste ore assistiamo tutti con viva preoccupazione al dilagare dei contagi del virus SARCOV2 nel nostro Presidio Ospedaliero – scrivono i 10 direttori -. Duole però constatare, a nostro parere, che tale situazione scaturisce non dalla fatalità, ma bensì dall’insufficienza delle misure di prevenzione e protezione fin qui poste in essere che, si ritiene (e si tratta di una conferma di quanto già riferito), debbano essere riviste e/o aggiornate. L’aumento incontrollato dei casi di positività al virus SAR-COV2 tra i degenti e tra il personale sanitario dimostra, a nostro avviso, la presenza di un cluster di contagio all’interno del Policlinico che mette a grave rischio la salute non solo degli operatori sanitari e dei pazienti, ma anche quella dell’intera area metropolitana di Cagliari. In tale contesto, l’assenza di una risposta drastica può avere dei risvolti drammatici che è necessario scongiurare con la massima rapidità di azione. È spiacevole ma doveroso sottolineare come in tempi non sospetti avessimo già più volte lamentato i pericoli correlati a scelte gestionali perseguite con la convinzione che, trattandosi di un Presidio no-Covid, il rischio di una diffusione interna del virus sarebbe stato estremamente contenuto – aggiungono i 10 direttori – Già in data 24/03/2020 il Dipartimento di Chirurgia, sulla scorta dell’esperienza maturata in altre realtà ospedaliere e delle sempre più numerose evidenze scientifiche, aveva richiesto un urgente aggiornamento del protocollo utilizzato per i pazienti che accedono al Policlinico tramite Pronto Soccorso. Era stato infatti presentato un documento ben articolato che, tra le altre cose, prevedeva la creazione di spazi adeguati, separati dal resto dell’ospedale, gestiti da operatori dotati di DPI secondo procedure identiche a quelle adottate presso i centri COVID. Di fatto, tale documento attende ancora di essere ratificato e tutte le nostre richieste, ivi compreso lo screening di tutto il personale sanitario del Dipartimento, ad oggi, sono rimaste disattese. Si deve, al riguardo, constatare che in altre realtà ospedaliere della nostra Regione protocolli simili a quello proposto sono, invece, operativi già dagli inizi di marzo, ed il fatto che attualmente il nostro presidio versi in tale situazione concorre a spiegare quali conseguenze possano determinarsi a causa del mancato recepimento dei suggerimenti indirizzati da parte di chi lavora sul campo e che ha, forse, una più chiara percezione delle situazioni di rischio specifico o, se anche questo non fosse, un’altra visione sulla quale vale la pena confrontarsi, tanto più quando il rischio paventato si concretizzi. Suggerimenti che costituiscono, peraltro, un preciso obbligo per i lavoratori, i quali, ai sensi dall’art. 20, comma 2 lett. f) del DLGS n. 81/2008, “devono […] segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di cui alle lettere c) e d) (n.d.r. i DPI) nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza.” In particolare, si deve ancora una volta rilevare come il filtro del Pronto Soccorso si sia dimostrato inefficace, come anche l’ultimo episodio che ha coinvolto il collega dimostra (difatti, pur avendo una sintomatologia e una TC chiaramente indicative di COVID-19, è stato trattenuto in OBI e successivamente trasferito al settore Broncopolmoniti no COVID-19 sulla base di un tampone falsamente negativo, e tenuto 48 ore in un ambiente chiaramente inadeguato in quanto non messo a norma per pazienti COVID-19). Il dipartimento di Chirurgia oggi sta pagando a caro prezzo questa linea di condotta. Un nostro caro collega, a causa della presenza dell’infezione virale all’interno dell’ospedale, ha sviluppato una polmonite da Covid-19 e si trova ora ricoverato. Molti altri operatori sanitari e pazienti sono stati infettati e non è imprevedibile che l’ondata dei contagi non si fermi a breve, con l’ovvia conseguenza che, purtroppo, non è possibile escludere che altre persone possano essere coinvolte nell’immediato periodo. Alla luce di quanto sopra esposto, chiediamo alle SSVV che vengano urgentemente valutate e messe in atto le seguenti proposte, che riteniamo indispensabili per la sicurezza del nostro Ospedale e di tutta la comunità:

1) Isolamento del Policlinico Universitario “Duilio Casula”, bloccando gli accessi al PS e qualsiasi altro ricovero per un periodo che consenta l’identificazione e l’implementazione delle misure operative necessarie a riaprire la struttura in condizioni di massima sicurezza per i pazienti e gli operatori;

2) All’interno di queste ultime, la predisposizione immediata di un reparto “COVID” (il blocco C potrebbe essere un luogo adeguato, previa completa separazione delle due corsie). Tale reparto dovrà essere totalmente isolato dal resto dell’ospedale e gestito da personale che rimane nel reparto per tutto il turno, si veste e sveste secondo le procedure in stanze dedicate, secondo un percorso consono al trattamento dei pazienti COVID positivi;

3) che venga ratificato il protocollo da noi presentato per gestire i pazienti sospetti;

4) che venga predisposta una sala operatoria “COVID”, dove operare i casi sospetti o confermati che non possano essere trasferiti. Tale sala operatoria dovrà essere totalmente separata dal resto del blocco operatorio e pertanto la soluzione temporanea che prevede l’utilizzo della sala 1 deve essere necessariamente rivista;

5) Ci sia consentito aggiungere che riteniamo inappropriati e fuorvianti i comunicati stampa redatti in questi ultimi giorni in cui, da un lato, si assicura la popolazione che la situazione è sotto controllo, dall’altro, si giustificano i casi COVID positivi con comportamenti imprudenti da parte del personale. Riteniamo, infatti, che tali notizie non solo non siano corrette ma anche offensive nei confronti dei colleghi coinvolti, ai quali va tutta la nostra incondizionata solidarietà e gli auguri per una pronta guarigione. È incontrovertibile inoltre, che i dati epidemiologici siano indicativi del fatto che i sanitari siano a rischio di contagio della malattia piuttosto che il veicolo per il contagio.

6) Si richiede l’immediata chiusura del Bar e la disattivazione dei distributori di bevande che rappresentano un ulteriore rischio di diffusione del virus.»

«Si comunica, infine, che allo scopo di adempiere all’obbligo di sicurezza posto dall’art. 20 lett. f. cit. ultima parte (con riferimento all’obbligo di adoperarsi “direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle proprie competenze e possibilità e fatto salvo l’obbligo di cui alla lettera f) per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente”) – concludono i 10 direttori delle strutture DAI di Chirurgia del presidio ospedaliero Duilio Casula – per i 14 giorni  successivi alle festività Pasquali, il Dipartimento di Chirurgia sospenderà completamente l’elezione, garantendo esclusivamente gli interventi in regime di urgenza ed emergenza ed i casi dei pazienti non trasportabili.

Con l’auspicio che le nostre richieste non vengano ulteriormente disattese, porgiamo i nostri più cordiali saluti.»

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E’ morto alle 5.00 di questa mattina, Giulio Ravot, una delle colonne della mitica Carbosarda. Originario di Iglesias, dove era nato il 23 marzo 1936, era fin da giovane diventato cittadino di Carbonia, la sua città d’adozione che non ha più lasciato. Iniziò a giocare al calcio nella Pol. Julia e tutta la sua attività, prima del passaggio alla Carbosarda, arrivato nella stagione 1957/1958, si svolse in quella società che operava nel settore giovanile, con la quale mise in luce le sue doti di difensore, sul terreno di gioco del glorioso campo “Santa Barbara”.

Arrivato alla Carbosarda, dopo un breve periodo di ambientamento, il tecnico Stefano Perati lo fece esordire nella partita con il Vigevano e bagnò l’esordio con una buona prestazione. Grande combattente, in possesso di una straordinaria forza di volontà, era difficile da superare per qualsiasi attaccante.

Dopo la stagione dell’esordio, giocò nella Carbosarda anche in quella successiva, con Bruno Molinari allenatore, ma presto iniziò il declino della favola della Carbosarda, inevitabile conseguenza della crisi dell’attività estrattiva nelle miniere di carbone.

Nell’estate del 1959, con la Carbosarda in piena crisi (ancora in serie C ma alla fine retrocessa in serie D con un bilancio di soli 13 punti, frutto di 4 vittorie, 5 pareggi e ben 25 sconfitte), accettò il trasferimento all’Akragas di Agrigento, squadra di serie C. L’esperienza da emigrante del calcio durò una sola stagione, e nell’estate del 1960 Giulio Ravot ritornò nella “sua” Carbonia, per vestire la maglia biancoblù nel campionato di serie D. Giocò Nel Carbonia fino alla stagione 1965/1966, quando dopo un grave infortunio, decise di concludere la carriera di calciatore, con un bilancio di 8 campionati con la maglia biancoblù, nel corso dei quali ha collezionato 181 presenze e 4 goal.

Iniziò subito la carriera di allenatore e guidò le Giovanili del Carbonia a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Arrivò a guidare anche la prima squadra, in serie D (1968/1969) e in Promozione regionale (1971/1972). Successivamente, allenò Decimoputzu, Portoscuso, Sant’Antioco, Villacidro e Narcao, ed ebbe un’esperienza da direttore sportivo con il Carbonia.

E’ stato tra i soci fondatori (con Toto Cesaracciu, Gianni Pusceddu, Peppino Zucca e Paolo Santoru) e primo presidente, nel 1985, dell’associazione Ex Biancoblù, nella sede della vecchia miniera di Serbariu.

Alla moglie Ida e alle quattro figlie Laura, Francesca, Gabriella e Federica, sentite condoglianze, personali e di tutto il mondo calcistico biancoblù e dell’intero Sulcis Iglesiente.

Giampaolo Cirronis

Le foto allegate sono tratte dai libri “Carbonia, Carbosarda – Passione per la squadra biancoblù”, di Franco Reina, e “Dalla Carbosarda alla Pol. Carbonia – Io c’ero”, di Elvio Verniani.

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Ha scritto la storia della Dinamo Banco di Sardegna, sulla panchina sassarese dal 2009 al 2015, ha condotto il club dalla A2 alla vittoria della prima Coppa Italia per poi mettere in bacheca lo storico triplete della stagione 2014-15. Meo Sacchetti oggi è l’allenatore della Vanoli Cremona e ct della Nazionale, anche lui costretto come tutti alla quarantena per l’emergenza Covid: dalla sua casa a Cremona ha rilasciato l’intervista a Dinamo tv in occasione del sessantesimo anno del Banco.

Partendo dal presente e dalla ufficialità della chiusura del campionato 2019-2020: «Adesso è finito tutto, bisogna programmare la nuova stagione ma sono solo ipotesi e non possiamo sapere come si evolverà la situazione con il virus. Molto dipenderà da quello: al momento non si sanno i termini e finché non ci sarà un vaccino non ci sarà sicurezza. Penso alla preparazione, al campionato, dovremo stare attenti. Sicuramente serviranno controlli accurati e tutti dovremo fare i tamponi».

I sette anni in Sardegna per il ct della nazionale hanno tanti ricordi, ma due sono quelli custoditi con più affetto da Meo: «Sicuramente ci sono stato tanti anni, anni belli con tanti successi. I ricordi a cui sono più legato sono due: la promozione in A1 e la prima Coppa Italia, il primo trofeo in assoluto vinto. Poi ovviamente lo Scudetto ma credo che promozione e Coppa Italia abbiano un posto speciale. Ovvio che il tricolore ha un valore più importante ma il promo trofeo ci ha dato consapevolezza».

Il suo basket è sempre stato fuori dagli schemi: «Non credo di aver cambiato in questi anni, il mio è sempre stato un gioco un po’ diverso da quelli che si vedevano in giro. Ricordo che si diceva che sarebbe stato difficile vincere ad alto livello. Invece abbiamo dimostrato il contrario, ovviamente per farlo servono buoni giocatori che possano esprimere questo gioco e poi ci sono dei giocatori che fanno la fortuna degli allenatori».

Nell’elenco stilato dal club delle Dinamo Legends last 10 years moltissimi giocatori se non tutti sono stati allenati da coach Sacchetti: «Ho visto l’elenco delle dieci Legends: Travis è un giocatore che ha continuato con me a Cremona credo dica tutto, ma se dovessi sceglierne uno solo direi Drake Diener. Per me Drake è come un figlio con l’esperienza di Castelletto poi ha attraversato i problemi di salute ed è forse quello a cui mi sento più legato. L’altro è Caleb perché penso che sia un giocatore formidabile, avessi i soldi lo avrei preso anche quest’anno ed il prossimo».

Per Meo, che ha allenato Gianmarco Pozzecco nel suo ultimo anno da giocatore, la Dinamo ha un sistema ben definito che funziona: «La Dinamo ha un sistema definito, sicuramente con i giocatori che aveva dallo scorso anno con Cooley e Thomas così forti sotto canestro creavano spazio per i tiratori. Quest’anno avete replicato con Bilan, Pierre ed Evans, andate a giocare per uno di questi, che sono difficili da marcare in uno contro uno, e si creano delle soluzioni aperte per i vari Spissu, Gentile, Vitali da fuori anche più spazio per la pericolosità da tre. E la dimostrazione che siete tra le squadre che avete segnato con ottime percentuali da tre. Con questa pericolosità interna non si può marcare uno contro uno ci sono degli aiuti e si apre di più il campo».

Nell’ultima finestra di qualificazione Fiba il ct ha fatto esordire Marco Spissu in maglia Azzurra, e il play sassarese ha risposto presente: «Quando arrivi alla prima in Nazionale ovviamente vuoi farti vedere, mostrare il suo valore. Penso che per Marco l’anno a Bologna sia stato importante poi con l’arrivo di Pozzecco che ha creduto tanto in lui gli ha permesso di crescere. Gianmarco gli ha dato responsabilità e lui ha fatto bene a prendersela. È cresciuto, anche fisicamente, e ha avuto questo plus di una leadership importante, non ha paura di prendere tiri importanti e veste alla perfezione il ruolo del playmaker. È importante in un momento in cui non ci sono molti play che sappiano costruire e fare canestro».

In chiusura il messaggio di coach Sacchetti ai tifosi: «C’era già passione negli anni precedenti, è cresciuta molto. Col senno di poi ho pensato che forse i successi non sono arrivati per gradi ma molto in fretta e questo ha un po’ bruciato le tappe, creando grandi aspettative, ma in ogni momento la risposta del pubblico è sempre stata importante. La passione per la Dinamo lega un’isola intera, non rimane confinata a Sassari, e questo è il vero valore aggiunto. La Dinamo in questi anni ha portato il nome della Sardegna in tutta l’Europa: ricordo che nelle trasferte europee non mancavano mai le bandiere dei quattro mori».

Fonte: www.dinamobasket.com

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«Un gesto di solidarietà e vicinanza che apprezziamo e che conferma la leale collaborazione tra le Regioni in un momento difficile.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, che già da ieri ha subito ringraziato – anche attraverso il suo profilo Instagram – la Regione Friuli Venezia Giulia ed il suo presidente Massimiliano Fedriga per l’invio di materiale sanitario destinato agli operatori degli ospedali Covid della Sardegna.

«Fortunatamente la solidarietà tra le Regioni funziona: dall’aeroporto di Trieste, aperto per l’occasione, un volo speciale della Guardia di Finanza è arrivato a Cagliari con un carico di dispositivi di protezione sanitaria per fronteggiare l’emergenza. Grazie anche al grande lavoro che le Protezioni Civili regionali stanno mettendo in campo, trovando soluzioni in tempi record anche nelle situazioni più complesse», ha concluso il presidente Christian Solinas.

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Scende il numero dei casi positivi al Covid-19 in Sardegna rispetto a ieri, 22 (ieri erano stati 28) su un numero di tamponi eseguiti leggermente inferiore, 543 (ieri erano stati 676, complessivamente, dall’inizio dell’emergenza, sono 10.663). La situazione resta assolutamente sotto controllo in 3 province su 4: a Nuoro, dove per il quarto giorno consecutivo non sono stati riscontrati nuovi casi positivi e restano 2 quelli degli ultimi 7 giorni; ad Oristano, con 1 nuovo caso e nel Sud Sardegna con 2. Sono stati 13 i casi riscontrati oggi nella provincia di Sassari, che resta, purtroppo, quella dove si registra la situazione più critica, con un numero complessivo di 737 casi su 1.113, il 66,22% del totale. Nella Città Metropolitana di Cagliari 6 nuovi casi, per un totale di 191, il 17,16% del totale, poco più del numero complessivo dei casi riscontrati nelle altre tre province meno colpite, 185: 84 nel Sud Sardegna, 67 a Nuoro e 34 ad Oristano, il 16,62% del totale.

Oggi nessun decesso.  Stabile il numero di pazienti ricoverati con sintomi (109, 2 in più di ieri) e dei ricoverati in terapia intensiva (26 come ieri); cresce il numero dei pazienti in isolamento domiciliare, 768 (ieri erano 743); cresce, infine, il numero dei pazienti dimessi/guariti, 137 (ieri erano 118).

 

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Sono 1.113 i casi di positività al virus Covid-19 accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 10.663 test (543 quelli eseguiti oggi). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 135, di cui 26 in terapia intensiva, 768 sono le persone in isolamento domiciliare, 903 il totale dei pazienti attualmente positivi, 15 più di ieri. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 102 pazienti guariti, più altri 35 guariti clinicamente. Invariato il numero dei decessi 73.
Sul territorio, dei 1.113 casi positivi complessivamente accertati, 191 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+6 rispetto all’ultimo aggiornamento), 84 (+2) nel Sud Sardegna, 34 (+1) a Oristano, 67 a Nuoro, 737 (+13) a Sassari.

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Dal 14 marzo sono oltre 26.000 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 1.045 controlli: 255 nell’area di Cagliari, 37 Iglesias, 86 Oristano, 188 Sassari, 214 Tempio, 176 Nuoro, 89 Lanusei. Sono state sanzionate 26 persone (13 a Cagliari, 5 a Sassari, 4 ad Iglesias, 2 a Tempio, 1 a Nuoro, 1 ad Lanusei), per un totale (dal 14 marzo) di 483.

Inoltre, nello scalo di Porro Torres, sono stati controllati 14 passeggeri in arrivo da Genova, 2 da Barcellona e 14 da Civitavecchia.