20 December, 2025

Il Villasimius espugna il Monteponi con un goal di Luca Floris realizzato a metà ripresa e aggancia l’Iglesias al 7° posto a quota 15 punti. Per la squadra di Giampaolo Murru è una grande delusione, perché dopo la sconfitta di misura subita a Tempio sei giorni fa era forte la voglia di riscatto, per stare attaccati al treno dei playoff. Per la prima volta dall’inizio della stagione il tecnico rossoblù ha avuto a disposizione l’intera rosa, con l’imbarazzo delle scelte per l’undici iniziale. Le scelte, a sorpresa, hanno tenuto inizialmente in panchina capitan Gianluigi Illario e con lui Nicolas Capellino, Antony Cancilieri e Santiago Brailly.

L’Iglesias fin dalle battute iniziali ha tenuto stabilmente il controllo del gioco a centrocampo ma per l’intero primo tempo solo una volta è andata vicinissima al goal del vantaggio, con una conclusione a botta sicura di Guillermo Rizzi che ha costretto il portiere del Villasimius Alessandro Arrus ad un’autentica prodezza, per deviare il pallone in calcio d’angolo con un intervento acrobatico spettacolare quanto efficace. Il Villasimius, scampato il pericolo, ha stretto le maglie difensive e ha portato lo 0 a 0 fino all’intervallo.

Al ritorno in campo la fisionomia della partita è rimasta sostanzialmente invariata, l’Iglesias non ha trovato la lucidità necessaria negli ultimi venti metri, il Villasimius è sembrato accontentarsi del pareggio senza mai riuscire ad impensierire la difesa avversaria.

Giampaolo Murru ha cercato di scuotere la squadra inserendo al 64′ forze fresche con Gianluigi Illario e Nicolas Capellino per Guillermo Rizzi e Ezequiel D’Angelo, ma quattro minuti dopo è stato il Villasimius a trovare il goal, con una ripartenza sviluppata sulla fascia sinistra, conclusa con un diagonale chirurgico da Luca Floris: 0 a 1 al 68′.

 

Il goal subito ha gelato l’Iglesias che ha cercato l’immediata reazione, spinta più dall’orgoglio che dalla lucidità necessaria per scardinare la difesa del Villasimius. Due le grandi occasioni costruite dall’Iglesias per riequilibrare il risultato. Una di queste ha portato Nicolas Capellino a tu per tu con Alessandro Arrus a pochi metri dalla linea di porta, il goal sembrava fatto ma il pallone ha oltrepassato tutto lo specchio della porta terminando incredibilmente fuori; l’altra si è conclusa con il goal ma il direttore di gara lo ha annullato per fuorigioco, su segnalazione del suo assistente di destra.

Sei i minuti di recupero concessi, poi diventati otto per le continue perdite di tempo, ma tutti gli sforzi dell’Iglesias sono risultati vani e il Villasimius al triplice fischio finale ha festeggiato una vittoria insperata, che rinsalda la classifica in campionato a quattro giorni dalla partita di ritorno della semifinale di Coppa Italia che l’opporrà al Carbonia di Diego Mingioni, impostosi all’andata per 2 a 1.

Iglesias: Idrissi, Crivellaro, Pitzalis, Giorgetti, Mechetti, Piras (72′ Cancilieri), Bringas, Rizzi (64′ Illario), Alvarenga, D’Angelo (64′ Capellino), Sagitov (87′ Brailly). A disposizione: Riccio, Lamacchia, Mancini, Crobeddu, Grasso. Allenatore Giampaolo Murru.

Villasimius: Arrus, Zedda, Loi, Magnin, Vitale, Arnaudo, Argiolas (46′ Valentini), Melis, Floris, Pucinelli (68′ Sakho), Beugre
(89′ Marci). A disposizione: Sanna, Gonzales, Mastino, Ragucci, Miranda. Allenatore Nicola Manunza.

Arbitro: Federico Isu di Cagliari.

Assistenti di linea: Nicolò Pili di Cagliari e Simone Crobu di Oristano.

Marcatori: 68′ Floris (V).

Ammoniti: Arnaudo (V), Sagitov (I), Floris (V), Giorgetti (I), Marci (V), Crivellaro (I).

Spettatori: 60.

La sala consiliare del comune di Carbonia ieri sera ha ospitato un incontro dibattito su “La transizione energetica della Sardegna”, organizzato da Legambiente Sardegna con il patrocinio del comune di Carbonia. Dopo l’introduzione di Maurizio Soddu, referente territoriale di Legambiente, l’assessore dei Lavori pubblici e dell’Ambiente del comune di Carbonia Manolo Mureddu, ha spiegato quanto ha sta facendo l’Amministrazione comunale cittadina per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico dal basso, concentrando l’attenzione sul rapporto stretto instaurato con la Sotacarbo, impegnata in un ambizioso progetto per una transizione energetica attraverso l’idrogeno, che ha poi presentato nel dettaglio dal presidente della Sotacarbo Mario Porcu, dopo l’intervento di Giorgio Querzoli, responsabile scientifico di Legambiente Sardegna.

Sono poi intervenuti Carlo Torchiani, componente del Comitato scientifico di Legambiente Sardegna, sulle problematiche legate ai cambiamenti climatici; Matteo Tidili, meteorologo di Rai Sardegna, ancora sui cambiamenti climatici e sui possibili eventi estremi che potrebbero interessare la Sardegna; il sindaco di Portoscuso, Ignazio Atzori; Annalisa Columbu, componente del direttivo di Legambiente Sardegna, sulle sfide e le opportunità della transizione ecologica; Vincenzo Tiana, componente del comitato scientifico di Legambiente Sardegna, sul futuro per l’utilizzo del gas. Conclusioni della presidente di Legambiente Sardegna Marta Battaglia. E’ stato dato spazio anche agli interventi dei presenti in sala.

Interviste a Marta Battaglia e Manolo Mureddu

La Casa del Popolo, in via Barbagia 11, a Carbonia, ha ospitato mercoledì sera la presentazione del libro “Il Papa morirà a Natale”, di Marco Corrias. Dopo la breve introduzione di Andrea Contu, presidente di Arci Sud Sardegna, l’autore ne ha parlato con il giornalista omonimo Marco Corrias.

Il libro è ambientato nel XVI secolo, in un clima avvelenato dalle divisioni tra le varie fazioni della corte papale di Clemente VIII, favorevoli e contrarie a quanto è stato deciso nel Concilio di Trento. Due i partiti in lotta: i francesisti e gli spagnoli. L’inquisizione reprime ogni forma di eterodossia. Un gruppo di artisti e di uomini di scienza, decide di ribellarsi alle regole del Decoro stabilite per pittori e scultori e all’Indice dei libri proibiti...

Marco Corrias, giornalista in pensione, vive tra Roma e Fluminimaggiore, il suo paese di origine, che ha amministrato da sindaco dal 2018 al 2023. Dopo varie esperienze in giornali quotidiani, è stato inviato speciale per il settimanale “Epoca” e per “Terra!”, programma di attualità e approfondimento del Tg5. Ha collaborato al settore inchieste di Repubblica.it.

Tra le sue pubblicazioni: Mio figlio Farouk, anatomia di un rapimento (Rizzoli, 1993); Mino Pecorelli, un uomo xche sapeva troppo (Sperling & Kupfer, 1996); Il pozzo Zimmerman, storia di un minatore dalla luce al buio andata e ritorno (Demos, 1999); Piombo fuso (Il Maestrale, 2018).

Vediamo l’intervista realizzata con l’autore del libro, Marco Corrias.

Festa grande, soprattutto tra i giovanissimi studenti e studentesse dell’Istituto Taddeo Cossu, ieri mattina a Teulada, in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi.
Sono state messe a dimora circa 200 piante, simbolo di un concreto impegno e riguardo verso l’ambiente. Tra queste vi è anche un ulivo secolare, acquistato congiuntamente con l’Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia, presso quella che da ieri è la Piazza Sicco Mansholt, presso il parcheggio del Campo da Calcio Antonello Toro.
«Intitolare quest’area a Sicco Mansholt, pioniere della sostenibilità e promotore di un’Europa verde, è un modo per onorare chi ha saputo guardare al futuro con visione e coraggio – ha detto il vicesindaco Gianluca Urru -. Abbiamo ribadito come molto del riguardo per l’ambiente, nel nostro piccolo, passi per i piccoli gesti e accorgimenti quotidiani. Ogni pianta messa a dimora rappresenta una promessa per il futuro ed un impegno verso le prossime generazioni. Inoltre, altre 200 piante sono state regalate agli studenti tutti.»
«A nome dell’Amministrazione comunaleha concluso Gianluca Urru -, rivolgo un sentito e doveroso ringraziamento a: studenti e studentesse, al Corpo docenti, alla dirigente scolastica, all’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, all’ASD Teulada Calcio, al Corpo forestale, alla rappresentanza del Primo reggimento Corazzato e Terzo reggimento Bersaglieri, alla stazione dei carabinieri di Teulada, alla rappresentanza dell’Anas. alla Polizia Locale, al parroco Don Ignazio, ai presenti tutti e in conclusione, non per importanza, all’Agenzia regionale Forestas, per il prezioso supporto a 360 gradi sull’iniziativa.»

L’Aula Magna del Consorzio AUSI, nel Palazzo Bellavista di Monteponi, ha ospitato la presentazione delle tesi di laurea ammesse alla selezione finale del Premio nazionale “Giampiero Pinna” 2024, iniziativa a cura della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara.
Congratulazioni ai candidati Sara Autelitano, Luigi Sale, Rossella Todde, Davide Chia, Riccardo Simonetto e Elena De Fanti.
La premiazione dei vincitori si terrà il 17 dicembre, a Carbonia, presso la Posada del Cammino Minerario di Santa Barbara.

Dopo il grande successo del primo appuntamento, prosegue la XXVI edizione del Festival Internazionale di Musica da Camera, rassegna cameristica, organizzata dall’associazione Anton Stadler con la direzione artistica del bandoneonista e compositore Fabio Furìa e protagonista al teatro Electra di Iglesias dal 17 novembre al 28 dicembre.

Il secondo e ultimo appuntamento per il mese di novembre è in programma al Teatro Electra di Iglesias, domenica 24, alle ore 19.00, con il Duo formato dal violinista di grande talento Vadim Tchijik, vincitore di numerosi premi internazionali, tra cui i prestigiosi concorsi come il Paganini e il Tchaikovsky e la pianista di fama internazionale Armine Varvarian. Il concerto dal titolo “L’Orient-Express” con la sua musica colorata dell’Europa Centrale ci conduce verso Oriente, in un viaggio esilarante e lontano, attraversando alcune delle grandi destinazioni del favoloso Orient-Express: Vienna, Praga, Budapest, Costantinopoli.

I presenti saranno guidati in un lungo viaggio da sogno nella vivace e nostalgica musica slava riccamente colorata.

«Voglio esprimere la mia vicinanza ai 600 lavoratori degli appalti della Portovesme srl che ha deciso di chiudere alcune linee produttive in attesa di studiare un progetto per il recupero della black mass dalle batteria elettriche. Nei giorni scorsi, infatti, l’azienda ha comunicato che il 31 dicembre scadranno la maggior parte dei contratti degli appalti, con la conseguente cancellazione di almeno due terzi dei posti di lavoro indiretti. Stiamo parlando del futuro di circa 400 lavoratori. È fondamentale che il governo, come ho già sollecitato in passato, intervenga e spieghi con chiarezza quali iniziative intende intraprendere a sostegno di questo polo industriale, visto che al momento c’è solo tanta incertezza·»

Lo ascrive, in una nota, Sabrina Licheri, senatrice del Movimento 5 Stelle in commissione Industria e Attività produttive.

Il Sud Sardegna da ieri ha un nuovo centenario: Giuseppe (Peppino) Lolliri. Originario di Domusnovas, ha vissuto 14 anni a Carbonia con la famiglia, poi per un breve periodo a Iglesias.

Figlio di Anna Maria Mura e Sisinnio Lolliri, Peppino ha sposato Santina Casula (deceduta all’età di 93 anni), con la quale ha avuto tre figli: Anna (deceduta recentemente), Nella e Marco. Quattro i nipoti (Mirko, Roberto, Andrea e Giulia), due i pronipoti (Luca e Simone).

Peppino Lolliri ha iniziato la sua lunga esperienza lavorativa alla Carbosarda, carpentiere e saldatore in officina; nel 1955 si è trasferito ad Assemini, dipendente di un’impresa di Capoterra. Da lì a Cagliari, responsabile di un’officina elettromeccanica.

Alla fine degli anni ’60, pur lavorando e risiedendo ancora a Cagliari, ha costruito una casa ad Arbus, dove si è trasferito definitivamente quando ha raggiunto il collocamento in pensione.

Ieri Peppino Lolliri ha festeggiato il suo centesimo compleanno circondato dall’affetto di tutti i familiari, figli, nipoti e pronipoti.

Giampaolo Cirronis

 

Il cedimento di una condotta nella quale scorrono le acque provenienti dalla zona a monte del centro urbano, ha provocato l’apertura di una voragine alla periferia di Carbonia, nel terreno che si trova tra due grandi attività commerciali e la carreggiata della statale 126, nei pressi della rotonda che conduce alla zona del Pip (Piano insediamenti produttivi) e a Nuraxeddu. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Carbonia e la Polizia locale. L’area è stata transennata per evitare qualsiasi pericolo.

La chiesa di San Pietro di Serrachei, sperduta nelle campagne tra Iglesias e Nebida, si trova in uno stato molto critico, utilizzata come stalla. L’accesso alla chiesa non è semplice perché è in un terreno privato aperto ma ci sono dei cani non proprio accoglienti.

La chiesa ha una grande valenza storica e artistica, riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività culturali.

«Dal punto di vista stilistico e cronologico, l’edificio potrebbe essere inquadrato nell’ambito tardo-bizantino dell’Italia meridionale, stante le analogie con altri edifici coevi, nonostante nel caso in questione non siano presenti – o più probabilmente non siano oggi più visibili l’abside e la cupola nel prebisterio, come normalmente invece avviene in questi edifici – si legge, tra l’altro, nella relazione storico-artistica del Ministero per i Beni e le Attività culturali -. Per quanto attiene più direttamente al territorio isolano, alcune analogie di tipo strutturale sono riscontrabili con la chiesa di San Salvatore ad Iglesias e con le volte a botte degli edifici quadrifidi di Sant’Elia e di San Teodoro a San Vero Congiu… Si ritiene necessario formalizzare l’interesse culturale ai sensi del D.Lgs. 42/2004 per la chiesa in questione, di proprietà privata, che costituisce un raro esempio di chiesa tardo bizantina della Sardegna e, pur nelle attuali condizioni di grave disagio, assolutamente meritevole di essere salvaguardato, anche in vista di un possibile ed auspicato recupero.»

Denise Diana, giovane laureata in Beni culturali e Spettacolo, appassionata studiosa e amante del patrimonio storico e archeologico del territorio, si è occupata nella chiesa di San Pietro di Serrachei nella tesi di laurea della triennale, nella quale evidenzia i particolari architettonici, grazie al libro del professor R. Coroneo ed auspica il recupero di un bene del territorio per il territorio.

Il passaggio integrale contenuto nella tesi di laurea di Denise Diana.

«La chiesa di San Pietro di Serrachei risale al periodo alto medievale, insieme ad altri due edifici di culto che sono la chiesa del Salvatore e la chiesa di Sant’Antonio Abate e si trovano nel comune di Iglesias. L’edificio è situato nell’agro denominato “Sa terra e Tuvara”. Sconsacrata, è oggi adibita a fienile e si mostra in grave stato di degrado. Grazie alla lettura dei caratteri architettonici, si è pensato che la chiesa di San Pietro di Serrachei può essere stata edificata attorno ai secoli X-XI. L’edificio presenta uno schema a navata unica, lunga m 7,65 per una larghezza di m 4,50. La copertura a botte si instaura sulle murature perimetrali che sono caratterizzate dall’utilizzo dell’opus incertum e dell’opus latericium. In opus latericium è stata costruita un complesso composta da tre arconi a pieno sesto impostati su pilastri a forma rettangolare, appoggiati alle murature del perimetro. I pilastri impiegano come modulo il mattone cotto; ogni pilastro è largo il tanto di due mattoni messi di taglio e si forma con una sequenza di due mattoni cotti affiancati di taglio, a quattro infissi di testa. Nel punto di imposta gli arconi si diramano dalla testa del pilastro con ghiere di mattoni cotti messi di testa in file di due parallele interrotte da una perpendicolare. Lo spazio di risulta che si crea tra gli arconi, quando si diramano, è stato riempito con mattoni cotti, che formano una muratura a “V”. Lo schema disposto a mattoni nella chiesa di San Pietro in Serrachei, rivela una perizia che non si ritrova in nessuna altra struttura iglesiente di età alto-medievale. L’intreccio farebbe ipotizzare la ricerca di un risultato decorativo, sopratutto all’esterno; l’edificio al suo interno è intonacato. L’intonaco custodisce oggi segni di pitture murarie che un tempo decoravano le mura e la volta di questa piccola chiesa di campagna, della quale si ha speranza del restauro. La maggiore somiglianza della chiesa di San Pietro di Serrachei, con la chiesa di San Salvatore di Iglesias si trova nella facciata che ha la stessa larghezza, e un grande varco per il portale maggiore. Le mura sono costruite in opus incertum, mentre invece la centina del portale è in opus latericium, le centine sono disposte intervallando due mattoni di taglio a due di testa. L’utilizzo del mattone ha come obbiettivo la decorazione nella monofora, lungo il lato sud ovest, con un metodo che richiama alle monofore del tiburio del San Salvatore di Iglesias e alla monofora del Sant’Antonio Abate di Iglesias.»