29 March, 2024
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Si è tenuta sabato sera, ad Alghero, la finale di JazzAlguer Mediterrani, il contest per giovani band proposto nell’ambito della prima edizione di JazzAlguer, la rassegna in corso nella cittadina di origine catalana da dicembre al prossimo luglio, per la direzione artistica di Paolo Fresu.

A contendersi la palma della vittoria cinque formazioni selezionate dalla giuria fra le trentanove iscritte al concorso: il quartetto italo-austriaco Ujig, il progetto Traginers de la llum del pianista catalano Pol Oñate e tre proposte italiane: Lilac for People della cantante e compositrice Francesca Gaza, il trio del pianista Lorenzo Vitolo, e la cantante Miriam Neglia con Midihands.

Quindici minuti di tempo a disposizione di ogni finalista per mettere in mostra dal vivo, sul palco allestito a Lo Quarter, il proprio progetto musicale che, da regolamento, doveva essere basato esclusivamente su brani originali. Al termine delle esibizioni, la giuria (formata da Paolo Fresu, Nick The Nightfly, cantante e voce “storica” di Radio Monte Carlo, il contrabbassista Salvatore Maltana, la cantante Franca Masu ed il giornalista Riccardo Sgualdini) ha eletto vincitore il progetto Lilac for People di Francesca Gaza, ma l’alta qualità e la varietà di generi e stili delle diverse proposte in gara hanno reso difficile la scelta finale.

Lilac for People è un moderno ensemble di otto elementi provenienti da diverse regioni che affonda le sue radici nel jazz, ma si nutre di suggestioni del pop e dell’elettronica dando forma a un originale “chamber jazz-pop”. La giovane formazione, che si è sviluppata ai seminari estivi di Siena Jazz, contava già all’attivo riconoscimenti da parte della critica specializzata e il primo premio di composizione del MIDJ, l’associazione Musicisti Italiani di Jazz. Al progetto guidato dalla toscana Francesca Gaza (voce, direzione, composizioni) e formato da Jacopo Fagioli (tromba, flicorno, trombone), Francesco Panconesi (sax tenore), Federico D’Angelo (sax baritono, clarinetto basso), Lorenzo Pellegrini (chitarra), Luca Sguera (tastiere, synth, live fx), Alessandro Mazzieri (basso) e Mattia Galeotti (batteria), vanno dunque i cinquemila euro in palio per questa prima edizione di JazzAlguer Mediterrani e che serviranno a produrre il disco d’esordio di Lilac for People. Al termine della serata, targhe e applausi per tutti i concorrenti, più una menzione speciale per la Jaama Dambé Band, costola musicale dell’associazione Jaama Dambé, nata nel giugno dell’anno scorso grazie al supporto della cooperativa La Luna all’interno dei Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo “Baja Sunajola” a Castelsardo e “Vel Marì” ad Alghero, che – fuori concorso – ha aperto e chiuso l’appuntamento di sabato sera (dopo essere già stata, con i ritmi delle sue percussioni, tra i protagonisti, il 30 aprile scorso, della giornata algherese dell’International Jazz Day): un riconoscimento, oltre che per la musica, per il significato sociale del progetto.  

  

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Il quartetto italo-austriaco Ujig, il pianista catalano Pol Oñate e tre proposte italiane: la cantante Miriam Neglia con Midihands, il trio del pianista Lorenzo Vitolo e il progetto Lilac for People della cantante e compositrice Francesca Gaza. Sono i cinque finalisti di JazzAlguer Mediterrani, il concorso per giovani band in programma nell’ambito della prima edizione di JazzAlguer, la rassegna di musica e arti in corso ad Alghero da dicembre al prossimo luglio, per la direzione artistica di Paolo Fresu.

Questo sabato sera (19 maggio) si contenderanno la palma della vittoria nella cittadina sarda di origine catalana esibendosi dal vivo sul palco allestito a Lo Quarter. Ogni formazione avrà a disposizione quindici minuti per proporre il meglio del proprio progetto musicale, che dovrà essere rigorosamente basato su brani originali. A valutare le prove saranno gli stessi giurati che hanno selezionato i cinque finalisti tra la trentanove band iscritte a questa prima edizione del concorso: insieme a Paolo Fresu fanno parte della giuria Nick The Nightfly, musicista, deejay e voce storica della radio, il contrabbassista Salvatore Maltana, coordinatore artistico del festival, e i giornalisti Marco Molendini, firma di punta della critica musicale e del quotidiano Il Messaggero, e Riccardo Sgualdini. Al termine delle esibizioni, i giurati decreteranno il gruppo vincitore al quale andrà una borsa di studio del valore di cinquemila euro da destinare ad attività di formazione e crescita artistica, come corsi di specializzazione, produzione e/o pubblicazione di un disco, tournée.

La cinque band finaliste rispecchiano bene la varietà dei generi e degli stili ammessi al concorso che, per regolamento, è aperto alla partecipazione di formazioni musicali dell’area mediterranea di età media (sommando quella dei rispettivi componenti) non superiore ai trentacinque anni, con un massimo di due album già all’attivo e un repertorio all’insegna dell’originalità.

Il quartetto Ujig è nato nel 2014 durante una serie di workshop tenuti dal Berklee College of Music agli Umbria Jazz Clinics di Perugia, con l’idea di mescolare generi diversi, dal jazz al rock, ma mantenendo un forte identità europea. Il gruppo formato dagli italiani Edoardo Maggioni (piano e tastiere) e Marco Leo (chitarra) con gli austriaci David Ambrosch (basso e contrabbasso) e Konstantin Kräutler (batteria) conta già un disco all’attivo (“8 Out Of 8”) e un altro in uscita prevista per questa estate.

Lilac for People è invece il progetto della cantante e compositrice Francesca Gaza: un moderno ensemble composto da otto elementi che affonda le sue radici nel jazz, ma si nutre di suggestioni del pop e dell’elettronica dando forma a un “chamber jazz-pop” originale e sognante. Nato l’anno scorso, il progetto ha ricevuto riconoscimenti da parte della critica specializzata e vinto il primo premio di composizione del MIDJ, l’associazione Musicisti Italiani di Jazz. Con Francesca Gaza (voce, direzione, composizioni), sono attesi sabato sul palco di Lo Quarter Jacopo Fagioli (tromba, flicorno, trombone), Francesco Panconesi (sax tenore), Federico D’Angelo (sax baritono, clarinetto basso), Lorenzo Pellegrini (chitarra), Luca Sguera (tastiere, synth, live fx), Alessandro Mazzieri (basso) e Mattia Galeotti (batteria).

Un’altra voce femminile tra i finalisti di JazzAlguer Mediterrani è quella della pugliese Miriam Neglia: cantautrice/performer digitale, mescola gli studi e la passione per il jazz con l’ambiente elettronico, motore portante dei Midihands, progetto nato nel 2007 dall’idea di due artisti/producers, Gianfranco Fuso e Francesco Navach. La sperimentazione e la tecnologia di cui si avvalgono caratterizzano le loro performance, installazioni, Vj-Dj e Live sets: un viaggio sonoro influenzato e potenziato dalla voce di Miriam Neglia che ad Alghero, insieme a Gianfranco Fuso (producer, joystick drum control), avrà accanto Liliana Neglia (voce, efx, elettronica).

Si ispira più rigorosamente alle sonorità della musica afroamericana, del be-bop e del jazz contemporaneo, il trio guidato dal giovane pianista napoletano Lorenzo Vitolo (classe 1998) con Gabriele Pagliano al contrabbasso e Lucio Miele alla batteria. Tre musicisti campani di formazione classica che suonano insieme dall’inizio del 2016 sia elaborando un repertorio di brani originali che cercando nuovi arrangiamenti per pezzi già esistenti. Vincitore l’estate scorsa del primo premio al Festival Nazionale ed Europeo dei Conservatori di Musica – Città di Frosinone, il trio è anche tra le sei formazioni finaliste al diciassettesimo concorso Tremplin Jeunes Talents in programma il 26 e 27 maggio a Parigi nell’ambito del festival Jazz à Saint-Germain-des-Prés.

Traginers de la llum è invece il progetto più personale con cui si presenta ad Alghero il pianista e compositore catalano Pol Oñate Gil de Bernabé: un progetto cucinato «a fuoco lento» per quattro anni, che si annuncia come «un’ondata di freschezza mediterranea nella voluttuosità del Sud Atlantico». Formato da musicisti di entrambe le provenienze – Laia Escartin alla voce e al violino, Pablo Giménez ai flauti, Pere Bujosa al contrabbasso e Juan Pablo Caminos alla batteria – il gruppo propone uno spettacolo fatto di contrasti, umorismo e trascendenza, ritmo e lirismo, in cui le canzoni, come dichiara lo stesso Pol Oñate, «sono uno sguardo intimo alle stelle, una festa per l’anima».