25 April, 2024
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Si svolgerà a Venezia, dal tre al dieci novembre, presso Palazzo Albrizzi Capello la prestigiosa mostra omaggio a Gianni Dunil, tributo ai suoi cinquanta anni di carriera. Gli spazi dedicati alla rassegna saranno le sale della Biblioteca del Teatro Contemporaneo Europeo che ospiteranno i trenta migliori artisti italiani, scelti direttamente dal curatore. In scena un arte che approfondirà la sensibilità dell’epoca contemporanea provando a dare risposta all’incessante mancanza di ideologia propria dei tempi attuali. Si passerà dall’astratto al figurativo laddove le tavolozze cromatiche varieranno da scambi di colori vibranti a toni sorprendenti conferendo in una sfera spirituale trascendente nuova luce ad una bella e rara pittura. In stretto legame con la ricerca informale è presente una selezione figurativa, con tendenze innovative, capaci di sorprendere: immagini surreali e modelli classici conferiranno vigore ai virtuosi cromatismi dalla veemenza iconica. Non mancheranno raffigurazioni di paesaggi eterei e ricchi di idilliaci sentimenti dove sarà possibile per i visitatori lasciare liberi i pensieri e addentrarsi in nuove visioni. Tra i partecipanti in mostra si segnalano Anna Maria Li Gotti, Antonella Iannilli, Bernarda Visentini, Emanuela de Franceschi, Fedora Spinelli, Gian Luigi Castelli, Giuliana Maddalena Fusari, Giusy Cristina Ferrante, Laura Longhitano, Liliana Scocco Cilla, Luigi Silano, Maria Adelaide Stortiglione, Mauro Martin, Michele Macchia, Michele Panfoli, Michele Toniatti, Paolo Braccini, Sabrina Bertolelli, Vincenzo Ridolfini, Zenu (Lorenzo Zenucchini)

Gianni Dunil è stato organizzatore di eventi televisivi e teatrali, co-produttore presso i teatri Olimpico, Argot, Agorà, Sistina.  Ha maturato collaborazioni con significativi Enti religiosi tra cui la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, il Chiostro del Sacro Cuore, la Basilica di San Paolo Fuori Le Mura. Durante la sua carriera ha partecipato ad eventi culturali con altre personalità di spicco tra cui Giorgio Albertazzi, Riccardo Muti e Carla Fracci. E’ stato direttore artistico nel 2017 dell’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma al Vittoriano e attualmente riveste la carica di curatore alla Biennale di Venezia con il Padiglione Repubblica Dominicana. Dal 2018 fa parte della Redazione dell’Atlante dell’Arte Contemporanea, edito dalla casa editrice De Agostini, incarico confermato nel 2019/2020.

 

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“Corpi in movimento – Festival della Danza d’autore” si prepara ad accogliere uno degli appuntamenti più importanti della XVI edizione. Quello con la grande artista Luciana Savignano, una vera icona della danza considerata al pari di personaggi come Carla Fracci e Rudolf Nureyev. Lunedì 9 settembre, alle 21.00, sul palcoscenico del Teatro Verdi, l’Étoile Internazionale Luciana Savignano con Padova Danza presentano il “Bolero, prigionia di un amore”: uno spettacolo in cui la versione di Bejart rappresenta il punto di partenza dove sensualità ed erotismo gridano libertà.

In questo lavoro quel grido di libertà diventa urlo di prigionia. Emerge il racconto della segregazione di un amore malato, un mantra che «urla dentro il silenzio immerso in una società martoriata dal femminicidio».

Interpretato da Luciana Savignano con i solisti di Padova Danza diretti da Gabriella Furlan Malvezzi, lo spettacolo sarà impreziosito dagli interventi dell’attore Matteo di Girolamo, al quale saranno affidate le voci di vittime e carnefici. Voci che appaiono distinte ma come parte di una medesima natura.

Malgrado la tematica sia indirizzata inevitabilmente verso il tessuto emotivo femminile, colpito in modo più atroce, la voce e il corpo sono affidate volutamente a un uomo poiché la violenza di genere non ha confini, e perché nella visione degli ideatori, il dramma dei maltrattamenti sulle donne è anche quello degli uomini che restano.

Le note del Bolero di Maurice Ravel fanno da colonna portante a tutta l’opera, per ritrovarsi come echi della dimensione emotiva attraverso gli interventi del musicista Enrico Gabrielli. Nell’incontrare la coreografia, il soggetto e i testi di Milena Zullo, il brano musicale racchiude in sé una magia, una forza capace di ipnotizzare. Appare come un mantra che conduce lentamente e inesorabilmente nella caverna della nostra intimità.

«La presenza di Luciana Savignano – sostengono gli autori – regala ancor più a questo lavoro il desiderio umile di continuità. La straordinaria danzatrice, limpido gioiello dell’arte tersicorea, racchiude in sé l’iconografia del femmineo più nobilmente inteso. È il simbolo dell’anima e della carne dell’essere donna, quanto più di prezioso altra donna e la società tutta possa mai partorire.»

L’artista diverrà qui il racconto di una mortificazione che pesa sull’incapacità, ancora oggi, di proteggere la laica sacralità della Bellezza. Il festival è organizzato dall’Associazione Danzeventi con il sostegno del comune di Sennori e il patrocinio del Comune di Sassari, della Fondazione di Sardegna, Mibact e Ras. Per la campagna abbonamenti e tutte le info rivolgersi a danzeventi@gmail.com o chiamare il 340 6517531.